PRIMO STRALCIO PNIISSI
VINCENZI “UN GRAZIE AL LAVORO DEL MIT MA L’ITER NON E’ FINITO: ORA TOCCA ALLA CONFERENZA STATO-REGIONI CUI CHIEDIAMO DI FARE PRESTO”
“Oggi il nostro grazie va alla volontà del Ministro, Matteo Salvini ed al lavoro svolto dalla struttura dell’Unità di Missione presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che hanno inviato, alla Conferenza Unificata Stato-Regioni, l’elenco delle opere previste dal primo stralcio del Pniissi, cioè il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, che prevede un importo complessivo di 954 milioni di euro.”
A dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, che ha aggiunto: “Ora il nostro appello va alla Conferenza Stato-Regioni, affinché approvi celermente tale documento e lo reinvii al MIT per l’emanazione del relativo decreto. E’ un primo passo importante per una scelta di programmazione, che prevede un ulteriore investimento decennale per un miliardo all’anno.”
“Lo stralcio trasmesso dal MIT – ha precisato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – prevede il finanziamento di una settantina di interventi, di cui quasi la metà in capo a Consorzi di bonifica ed irrigazione. Ne siamo orgogliosi, perché confermano la nostra concreta sintonia con gli interessi del Paese, così come sta accadendo per le opere previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che stiamo realizzando nel rispetto degli stringenti cronoprogrammi europei.”
CRISI IDRICA NEL NORDOVEST DELLA SARDEGNA
È ARRIVATA L’ORA PIU’ DIFFICILE: DECIDERE COSA SACRIFICARE
ANBI: BISOGNA ACCELERARE LA CONCRETIZZAZIONE DELLE VOLONTA’ POLITICHE. LA SOFFERENZA DI TERRITORI E COMUNITA’ DIMOSTRA L’URGENTE NECESSITA’ DI NUOVE INFRASTRUTTURE IDRAULICHE AL PASSO CON LE MUTATE CONDIZIONI CLIMATICHE
Disperazione nelle campagne della Nurra, che per questa stagione irrigua potranno contare solo sulla disponibilità di pochi milioni di metri cubi di risorse idriche, pur attingendo anche dalle acque reflue dei depuratori di Sassari ed Alghero, nonché da alcuni pozzi (Tottubella, Bonassai, Sella & Mosca): si potrà così arrivare ad avere una disponibilità di circa cinque milioni di metri cubi a fronte di un fabbisogno di 30 milioni per irrigare i 5.000 ettari nel Nord-Ovest della Sardegna; un disastro annunciato settimana dopo settimana. Il Consorzio di bonifica Nurra, insieme alle organizzazioni professionali di settore, ha chiamato a raccolta gli agricoltori, presenti anche gli Assessori ai Lavori Pubblici ed all’Agricoltura di Regione Sardegna, Antonio Piu e Gian Franco Satta, cui ci si era rivolti per disporre eccezionalmente di ulteriori 5 milioni d’acqua dalle dighe Temo e Cuga per “salvare il salvabile”; la richiesta, però, non è stata accettata, perché tali risorse non possono derogare dalla destinazione idropotabile.
“Nel rispetto delle priorità di legge, è comunque sconcertante lo scontro fra interessi primari con il paradosso che un fattore di ricchezza per il territorio, come il turismo, diventi un problema per un settore altrettanto vitale per l’economia locale quale l’agricoltura che, ricordiamolo sempre, produce cibo e tutela dell’ambiente” – ha dichiarato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“E’ arrivato il tempo delle scelte: selezionare le colture da salvaguardare e decidere quali invece non si potranno piantare quest’anno con pesanti conseguenze sulla redditività del settore; a rischio ci sono soprattutto mais ed ortofrutta – ha informato Gavino Zirattu, Presidente Consorzio di bonifica Nurra - Invieremo in Regione un’ulteriore proposta ridimensionata, che tenga conto dell’attuale, scarsa disponibilità di risorsa idrica, sperando che possa essere accolta.”
L’emergenza potrà dirsi cessata solo con la conclusione dei lavori sulla condotta dal bacino Coghinas: si parla però del Marzo 2026. Nel frattempo, gli agricoltori rimasti senz’acqua chiedono almeno il diritto agli aiuti economici per il mancato reddito.
“L’estremizzazione degli eventi atmosferici, conseguenza della crisi climatica, evidenzia la parcellizzazione delle emergenze – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Quanto si sta drammaticamente registrando in un’area della Sardegna, così come nella pugliese Capitanata, dimostra la necessità di accelerare, ad ogni livello, la concretizzazione di più volte annunciate volontà politiche: servono nuove infrastrutture idrauliche con iter procedurali rigorosi, ma semplificati perché, per aumentare la resilienza delle comunità, non si possono certo aspettare gli 11 anni mediamente necessari in Italia per realizzare un’opera pubblica.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ANCHE L’ITALIA DELL’ACQUA SI CONFERMA PAESE DELLE CONTRADDIZIONI: OPULENZA E SCARSITA’ CONVIVONO SOTTO LO STESSO CIELO
VINCENZI “LA SOLUZIONE E’ EVIDENTE: SERVONO INFRASTRUTTURE PER EQUILIBRARE IL TANTO ED IL POCO ADATTANDO I TERRITORI ALLA CRISI CLIMATICA”
“Il rischio ormai ricorrente è che le possibili ed auspicate piogge su Abruzzo, Marche e Foggiano si trasformino in dannosi nubifragi a causa dell'incontro-scontro tra i venti freschi in discesa dalla Francia e le correnti d’aria calda in risalita dal Sahara": ad indicarlo è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, il cui Osservatorio Risorse Idriche segnala l’accentuarsi della spaccatura fra una parte d’Italia stracolma d’acqua ed un’altra che, con l’inverno da poco alle spalle, mostra una preoccupante inversione nel “trend” di ricarica degli acquiferi svuotati dopo i lunghi mesi di siccità estrema del 2024.
Ciò è clamorosamente evidente in Basilicata, dove i primi 2 mesi del 2025 avevano fatto sperare in un aumento significativo delle riserve d’acqua: tale andamento si è invece sostanzialmente interrotto e addirittura invertito nel corso di Marzo e, nella scorsa settimana, la diminuzione delle disponibilità idriche è stata di circa novecentomila metri cubi; si tratta di un dato allarmante, poiché il recupero di inizio d’anno aveva permesso ai bacini lucani di arrivare a trattenere 240 milioni di metri cubi d’acqua, cioè un quantitativo comunque insufficiente a garantire la necessaria disponibilità idrica per i mesi caldi come già era accaduto lo scorso anno, quando i bacini trattenevano già oltre novantasette milioni di metri cubi in più e ciò nonostante, già da inizio estate, le disponibilità idriche da destinare all’irrigazione scarseggiarono.
Ancor più grave è la situazione della Puglia, dove è altresì mancata una ripresa idrica nelle stagioni autunno-vernine: in Capitanata, gli afflussi nei bacini a Marzo sono stati di appena 4 milioni di metri cubi ed ora i volumi idrici trattenuti negli invasi foggiani ammontano a soli mln. mc. 80,19 corrispondenti a poco più del 24% di quelli autorizzati; enorme è deficit rispetto al già siccitoso 2024: -- mln. mc.110,54!
In Sardegna, la spaccatura non è tanto tra Nord e Sud dell’isola, quanto tra Est ed Ovest: infatti, se in Gallura si sversano in mare gli eccedenti volumi idrici dalla diga di Maccheronis, nella Nurra le disponibilità idriche, destinate all’agricoltura, raggiungono a malapena il 17% del fabbisogno irriguo così come a Sud-Ovest, nel Basso Sulcis e nell’ Alto Cixerri si assiste impotenti allo svuotamento delle residue riserve idriche trattenute nei bacini artificiali.
“E’ questa fotografia dell’Italia dell’acqua ad evidenziare la necessità di piani di infrastrutturazione idraulica che, grazie alla realizzazione di nuovi invasi e reti di collegamento, servano da calmieratori idrici, aumentando la resilienza dei territori attraverso interventi di adattamento alla crisi climatica” ha ribadito Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In Campania, le portate dei fiumi Volturno, Sele e Garigliano si stanno rapidamente riducendo.
In Abruzzo si registra l’innalzamento del livello del fiume Sangro.
Il Lazio vede una generale riduzione delle altezze idrometriche sia dei corsi d’acqua che dei bacini lacustri: i livelli dei laghi vulcanici Nemi ed Albano si abbassano di 1 centimetro, così come si riducono le portate dei fiumi Tevere, Aniene e Velino.
In Umbria, il lago Trasimeno guadagna invece 1 prezioso centimetro, che lo avvicina a quel livello minimo vitale (- m. 1,20), da cui è discostato da oltre un anno con conseguenze sull’ecosistema lacustre; in calo sono i livelli idrometrici dei fiumi Paglia e Chiascio.
Nelle Marche, nonostante portate fluviali in riduzione, i volumi d’invaso nelle dighe hanno registrato una crescita superiore al milione di metri cubi in una settimana.
In Toscana, dopo l’emergenza meteo, i flussi in alveo dei fiumi sono tornati su valori rassicuranti; rimane abbondante la portata del Serchio, che è arrivata a toccare mc/s 130 (+82% sulla media).
Mentre la tempesta Martinho ha provocato gravi inondazioni in Spagna, in Italia sono state segnalate solo le “bombe d’acqua”, che hanno colpito Genova ed il suo hinterland, dove in poco più di dieci ore sono caduti circa cinquanta millimetri d pioggia; in Liguria sono in crescita le portate nei fiumi Argentina a Ponente e Vara a Levante.
In Emilia-Romagna stanno invece calando i livelli nei fiumi appenninici: mentre sui bacini centro-occidentali, però, le portate restano notevoli (Enza, +286% sulla media; Taro, +187%; Secchia, +113,6%), su quelli romagnoli restano scarse, nonostante le piogge copiose (Reno, -85% sulla media; Savio, -83,5%).
Decrescenti, ma pur sempre sovrabbondanti sono i flussi in alveo di tutti i fiumi del Veneto, così come ricchissimi d’acqua sono i corpi idrici delle regioni alpine.
Tra i grandi laghi il Verbano è al 98,9% di riempimento, il Lario al 43,5%, il Sebino al 68,6% mentre il Benaco è al 105,7% dopo aver superato record storici e con un livello idrometrico di quasi quaranta centimetri superiore alla media (fonte: Enti regolatori dei Grandi Laghi).
In Lombardia, grazie soprattutto alle abbondanti nevicate cadute nella seconda decade di Marzo (indice SWE – Snow Water Equivalent: +30% in una settimana), le riserve idriche sono aumentate di oltre cinquecentoventi milioni di metri cubi, avvicinandosi ai valori medi del periodo, ma rimanendo nettamente inferiori (-27%) a quanto registrato lo scorso anno, quando l’indice SWE era superiore del 56% rispetto ad ora (fonte: ARPA Lombardia).
Lungo tutta l’asta, le portate del fiume Po superano largamente quelle consuete del periodo: gli scarti positivi maggiori si registrano nell’Alessandrino (+132,5%), nel Piacentino e nel Cremonese (superiori al 70%).
In Piemonte, infine, spicca la performance del fiume Tanaro, che cresce del 76% in una settimana, andando a toccare mc/s 393, quando la media mensile è mc/s 161.

RISORSA IDRICA AL CENTRO DI MACFRUT
Risorsa idrica, protagonista nel rinnovato sodalizio tra il salone Macfrut ed il centro di ricerca Acqua Campus nella 42° edizione della fiera di filiera dell’ortofrutta, in programma al Rimini Expo Centre da martedì 6 a giovedì 8 Maggio 2025. Per iniziativa di ANBI e Consorzio di 2° grado C.E.R. (Canale Emiliano Romagnolo), in fiera sarà possibile “toccare con mano” le principali novità su ricerca ed innovazione tecnologica: dalle soluzioni sul risparmio idrico ed energetico ai servizi ecosistemici, da Irriframe all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, sino alle vere e proprie dimostrazioni in campo. Proprio l’area sperimentale interattiva in fiera, denominata “Water revolution”, rappresenta la prima grande novità di Acqua Campus 2025.
Lo spazio sarà ampliato per una superficie complessiva di oltre mille metri quadrati, all’interno dei quali saranno presentati i più moderni ed efficienti sistemi d’irrigazione; non solo: l’area fungerà anche da aula didattica “en plein air”, ospitando visite di scuole ad indirizzo agronomico. Contestualmente sarà molto animata l’attività nel vicino stand ANBI, che quest’anno ospiterà la cerimonia d’inaugurazione della manifestazione. Nel corso della tre giorni. l’area accoglierà “workshops” con innovative esperienze dalle regioni: sperimentazioni da svariate parti d’Italia a testimonianza della costante capacità di rinnovamento, insita nel DNA dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, spesso partner di Università e di avanzati progetti europei. Sempre nei giorni della fiera, specifici momenti di comunicazione saranno riservati alle attività del centro di ricerca Acqua Campus e di C.E.A. – Consorzio Energia Ambiente.
Infine, come consuetudine, l’ultima giornata sarà dedicata alle esperienze locali, rappresentate dal Consorzio di bonifica Romagna, così come ampio spazio sarà riservato ad attività didattiche con le scuole.
Ha spiegato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI: “Manutenzione, infrastrutturazione, innovazione e cultura sono i capisaldi della proposta ANBI per un modello di Paese, che abbia il territorio al centro: la rappresentiamo fin dalla nostra, prima presenza al Macfrut, che abbiamo scelto da subito come vetrina per presentare le novità per il mondo agricolo nei settori di nostra competenza quali salvaguardia idrogeologica, gestione delle acque a prevalente uso irriguo, produzione di energia rinnovabile, tutela dell’ambiente. Sono questi gli obbiettivi attorno cui ruotano le nostre proposte, forti del ruolo, che l’esperienza dei Consorzi di bonifica ed irrigazione italiani ha ormai assunto anche in campo internazionale.”
Info: https://www.macfrut.com/c/120/acqua_campus___the_water_revolution
EMILIA ROMAGNA
DA APRILE, VIA ALLA STAGIONE IRRIGUA
Con il sopraggiungere del mese di aprile ripartirà, come da tradizionale andamento stagionale, la campagna irrigua 2025 del Consorzio di bonifica Parmense (con sede nel capoluogo provinciale), grazie alle prime irrigazioni stagionali, che riguarderanno colture di nuova semina e trapianto (generalmente prati nuovi, pomodoro ed altre sarchiate a pieno campo): un’attività di irrigazioni di soccorso che, diversamente da quelle estive, necessitano di volumi d’acqua ridotti, ma impegnano comunque il personale dell’ente consortile ad invasare il reticolo di canali.
Attualmente si stanno raccogliendo le iscrizioni delle imprese agricole e si è già al 50% delle aziende potenzialmente iscrivibili alla campagna e si prevede che l’esercizio irriguo possa prendere il via nella prima decade di Aprile, in relazione all’attuale andamento stagionale e nonostante alcune zone vedano i terreni ancora particolarmente saturi per vie delle copiose precipitazioni degli scorsi mesi. L’avvio dell’operatività nei vari distretti irrigui dovrebbe godere di una buona disponibilità idrica, sia da acque superficiali che da falde: queste le previsioni in relazione alle abbondanti piogge invernali e ad un inizio di primavera altrettanto ricco di precipitazioni; più complesso è il quadro per il periodo estivo, nel quale, ad oggi, risulta difficile prevedere l’andamento idrometrico dei corsi d’acqua e, di conseguenza, anche le future, potenziali riduzioni ai prelievi in applicazione del Deflusso Minimo Vitale.
Sono intanto terminati i sopralluoghi alle infrastrutture ed alle opere irrigue consortili, il cui funzionamento risulta regolare dopo i collaudi. Riguardo alle tariffe irrigue consortili si riconferma il costo dell’acqua a metro cubo sui medesimi valori degli anni passati: un segno della volontà di incentivare e stimolare il mondo agricolo all’uso della risorsa idrica consortile in luogo delle pregiate e costose acque sotterranee. Come negli scorsi anni è attivo il numero verde totalmente gratuito (800 220797) per consentire alle aziende agricole, che hanno maggiore necessità, di soddisfare le richieste irrigue, indicando il codice dell’appezzamento e la data d’irrigazione. La fotografia effettuata dalla “Parmense” in merito alle recenti annate irrigue nella provincia mostra sostanzialmente un quadro invariato tra il 2021 e il 2024, con oltre cinquemila ettari di superficie irrigata: una richiesta irrigua sempre soddisfatta anche nelle stagioni più critiche.
La risorsa idrica nel Parmense arriva al mondo agricolo, grazie soprattutto ai prelievi realizzati mediante l’utilizzo di oltre venti impianti idrovori e di 7 pozzi consortili che, attraverso una rete idrica di oltre millecinquecento chilometri di canali, generano complessivamente una derivazione di acqua pari a 10 milioni di metri cubi. Una percentuale di risorsa è inoltre resa disponibile mediante il prelievo da pozzo e da trattamento delle acque opportunamente depurate dal servizio idrico IREN e da EmiliAmbiente.
Nel dettaglio, dei 5400 ettari di superficie colturale servita all’interno del comprensorio consortile, le colture cui è destinata prevalentemente l’acqua sono quelle di pomodoro (30%), mais (16%) ed erba medica (14%). L’ente consorziale rinnova infine l’appello agli agricoltori consorziati, affinché partecipino, entro la scadenza del 30 Aprile p.v., ai bandi regionali per investimenti in infrastrutture irrigue extra aziendali i, ribadendo piena disponibilità a supportare le imprese per la progettazione e realizzazione di quei bacini che, alla luce degli effetti della crisi climatica, rappresentano una soluzione a possibili criticità idriche.
Tutte le info sulla campagna irrigua 2025 sono disponibili sul portale del Consorzio di bonifica al link bonifica.pr.it/irrigazione/ .
La “Parmense” ha infine annunciato l’ingresso di un nuovo membro all’interno del proprio Consiglio d’Amministrazione: si tratta del Sindaco di Noceto, Fabio Fecci, che subentra al decaduto Primo Cittadino di Varano de’ Melegari.
LAZIO
NUOVO REGOLAMENTO IRRIGUO
Il Consorzio di bonifica Valle Liri (con sede a Cassino, in provincia di Frosinone) ha provveduto ad approvare il nuovo regolamento irriguo per rendere più snella ed incisiva l'attività contro eventuali abusi come, ad esempio, l'irrigazione senza domanda e la dichiarazione di superfici inferiori a quelle effettivamente irrigate.
Inoltre, grazie al nuovo regolamento irriguo, è possibile avere una regolamentazione più chiara e corretta sulle modalità di esercizio degli impianti irrigui, dotati di contatore: a tal proposito l’ente consortile ha reso noto che, a partire da quest'anno, l'impianto irriguo, denominato sinistra Gari (interessa i comuni di Cassino Cervaro e San Vittore del Lazio), parte dell'impianto del sinistra Liri (riguarda i comuni di Pontecorvo e Pignataro Interamna) e dell'impianto destra Liri Badia (nei comuni di Pontecorvo Esperia e San Giorgio a Liri) entreranno in funzione i contatori, per cui saranno rilevati i consumi effettivi.
PUGLIA
NUOVA STAZIONE DI TELECONTROLLO
Sono stati completati e collaudati i lavori di “Ammodernamento del sistema di acquisizione, elaborazione e trasmissione dati dell’impianto di monitoraggio e telecontrollo dell’adduzione primaria dei distretti 9/10/11 del comprensorio irriguo del Fortore” finanziati al Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ambito del Piano Straordinario di interventi nel settore idrico, legge 205/2017.
L’impianto di telecontrollo, situato presso l’impianto di distribuzione irrigua di Finocchito in agro di Casalnuovo, controlla e regola la rete di adduzione primaria dell’impianto irriguo a servizio di circa quarantamila ettari e consente di raggiungere 3 importanti obbiettivi nell’esercizio: l’innalzamento dei livelli di controllo e decisione nella gestione; l’ottimizzazione dell’erogazione in funzione delle richieste dei consorziati; il risparmio d’acqua con l’eliminazione degli scarichi.
Il Consiglio di amministrazione e la dirigenza dell’ente consorziale hanno inoltre visitato i cantieri dei lavori in corso, finanziati dal P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) e dal Patto per la Puglia.
EMILIA ROMAGNA
SOSTITUZIONE DI POMPE IN DIRITTURA D’ARRIVO
Il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha effettuato un sopralluogo al nodo idraulico del Torrione - Botte Bentivoglio, nel comune di Gualtieri, apprezzando gli importanti interventi in corso di ultimazione e che consentiranno la realizzazione di un impianto idrovoro provvisorio, capace di sollevare fino a cinque metri cubi al secondo d’acqua per reimmetterla nel canale Derivatore: un lavoro di sostituzione alle pompe idrovore, resosi necessario a supporto di un impianto, che serve oltre cinquemila ettari di territorio sotteso sotto il profilo idraulico ed irriguo.
Il CdA ha anche ricordato il consigliere, Filippo Gazza, scomparso prematuramente e ha provveduto alla nomina della nuova consigliera, Erika Sartori, imprenditrice agricola zootecnica.
TOSCANA
OPERE A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA E DELLA COMUNITÀ
L’attività del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) nelle aree interne è essenziale: attraverso le opere non solo si riduce il rischio idraulico, ma si migliora la vivibilità di aree fragili e complesse, aiutando la loro economia e riducendone lo spopolamento.
È stata così annunciata la fine di un altro cantiere in Lunigiana, nel territorio di Comano: si tratta di un intervento finalizzato a contrastare il dissesto idrogeologico ed a consolidare i terreni agrari lungo il rio del Lago, in località La Piana; il progetto (valore: circa ottantamila euro) rientra nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne ed è finanziato da Regione Toscana tramite il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
L’opera ha permesso la sistemazione del reticolo idraulico con conseguente miglioramento dei terreni agricoli, che attraversa nella zona di un piccolo invaso artificiale, realizzato negli anni ’60 ed utilizzato a scopo irriguo.
TRENTINO ALTO ADIGE
INAUGURATO IMPIANTO LAVAGGIO MEZZI AGRICOLI
Dopo l’esperienza pilota del lavaggio di Mezzocorona, il Consorzio di bonifica Trentino ha realizzato una nuova struttura a Lavis, in località Torbisi, destinata a fungere da vero e proprio prototipo per altre realizzazioni di questo genere in tutta la provincia. L’impianto è progettato per il lavaggio esterno dei soli mezzi agricoli, utilizzati per i trattamenti fitosanitari, con il recupero totale dell’acqua utilizzata (scarico zero).
L’acqua viene trattata in modo da renderla nuovamente fruibile per i lavaggi successivi.
Una piccola frazione, di volume pari o inferiore al 5% del totale, chiamata concentrato, viene accumulata in un apposito serbatoio di stoccaggio ed è destinata allo smaltimento in impianto autorizzato.
Il lavaggio è concepito per lavorare a ciclo continuo 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno, senza presenza di operatore. La struttura copre un territorio agricolo di oltre mille ettari collocati sul fondovalle del fiume Adige (Lavis, Terre d’Adige, San Michele) e sulla collina avisiana (Pressano); è in grado di trattare fino a sessanta lavaggi al giorno. L’utenza viene abilitata all’accesso alla struttura per mezzo di un badge, che monitora gli ingressi e permette di raccogliere dati sull’utilizzo, al fine di ottimizzare la gestione dell’impianto.
A fronte di un costo totale di 354.000 euro, l’opera si avvale di un contributo di 199.990 euro, messo a disposizione dal G.A.L. (Gruppo Azione Locale) Trentino Centrale.
L’impianto è costituito da area di lavaggio a piazzola singola; raccolta, pretrattamento delle acque e sollevamento; container per tecnologie di lavaggio e trattamento/depurazione delle acque al fine del riutilizzo; serbatoi di accumulo. L’ente consortile è pronto ad esportare questa esperienza negli altri territori della provincia ad iniziare dall’intera asta dell’Adige, in modo tale da dare risposte al bisogno di qualità ambientale legata all’agricoltura.
L’Assessore Agricoltura Provincia di Trento, Giulia Zanotelli, presente all’inaugurazione, ha assicurato il coinvolgimento della Giunta nell’approntare nuovi progetti di lavaggi, che verranno finanziati, grazie ad uno specifico bando, che verrà promosso nel breve periodo.
VENETO
PATTO PER IL TERRITORIO
La riduzione del rischio idraulico lungo l’asse del fiumicello Muson Vecchio, attraverso la realizzazione di bacini di laminazione: è questo l’oggetto di un finanziamento ottenuto dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) nell’ambito delle risorse assegnate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Regione Veneto per la progettazione di interventi finalizzati al recupero ed al miglioramento della funzionalità idraulica dei reticoli idrografici. Il finanziamento, grazie all’inserimento di questo intervento fra quelli che la Regione Veneto ritiene prioritari per il recupero ed il miglioramento della funzionalità idraulica dei reticoli idrografici, ammonta a € 220.091,46 e servirà a finanziare la progettazione.
L’intervento è stato anche approfondito in uno studio multidisciplinare sul corso dello stesso fiume e sul territorio circostante, realizzato dall’ente consortile, grazie ad una convenzione siglata a fine 2023 con l’Unione Comuni Miranese, nell’ambito dell’accordo con la locale Intesa programmatica d’area (Ipa), di cui fanno parte gli enti pubblici, nonchè le parti economiche e sociali del comprensorio.
Si tratta di un passo decisivo per la riduzione del rischio idraulico, che viene tradotto concretamente nella creazione di una serie di bacini di laminazione a servizio delle aree agricole e dei centri abitati esistenti a valle; non solo: nei periodi di normalità si può migliorare la qualità dell’acqua attraverso l’apparto radicale delle piante e l’attivazione di processi di fitodepurazione, creando isole ecologiche all’interno di un territorio fortemente antropizzato.
C’è un ulteriore finalità che l’ente consorziale intende raggiungere con questo intervento: grazie alla presenza di manufatti di sostegno e salti d’acqua lungo il corso del Muson Vecchio sarà possibile sfruttare i nuovi invasi quali bacini di riserva idrici per l’irrigazione alle produzioni agricole nel periodo primaverile-estivo.
La progettazione servirà per definire nel dettaglio gli interventi, che dovranno successivamente essere finanziati.
Per il Miranese si tratta di un’iniziativa pianificata in modo innovativo attraverso l’alleanza e la collaborazione del territorio con il Consorzio di bonifica, così da incidere concretamente sulla vita dei cittadini e delle imprese. I risultati dello studio multidisciplinare hanno reso evidente anche la necessità di analisi sempre più dettagliate sui fenomeni idrogeologici.
Per questo motivo l’Unione dei Comuni del Miranese, sempre per conto dell’Ipa, ha recentemente siglato un ulteriore convenzione (valore: € 75.000,00) con “Acque Risorgive” per la predisposizione di uno studio sulle criticità idrauliche del territorio, basato su un modello bidimensionale del reticolo idrografico principale. Lo studio permetterà un’indagine approfondita dell’estensione delle aree inondabili, attraverso un’analisi più fedele del flusso idrico, nel caso di esondazioni, stimando sia l’altezza idrica che la velocità stimata, raggiunta dalla corrente.
I risultati dello studio completeranno lo scenario di rischio, contribuendo ad individuare le aree maggiormente esposte ed a progettare di conseguenza le opere di difesa prioritarie, valutando fra interventi strutturali e non strutturali.
TOSCANA
ECCO LE OPERE IDRAULICHE PER MIGLIORARE LA SICUREZZA DI AREZZO
Una ciclo-escursione istruttiva, utile ed importante: i cittadini hanno promosso a pieni voti l’iniziativa organizzata da FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) Arezzo con Legambiente, Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede nel capoluogo aretino) e Genio Civile Valdarno superiore per celebrare la Giornata Mondiale dell’Acqua; nonostante le condizioni meteo incerte, i partecipanti hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa, dimostrando un crescente interesse per le attività, che contribuiscono alla mitigazione del rischio idraulico; hanno attraversato la valle del Vingone e la valle del Sellina, approfondendo il tema della difesa idraulica in un contesto sempre più segnato da eventi meteorologici estremi.
Il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (insieme a Regione Toscana, Nuove Acque ed altri soggetti attuatori) è impegnato nella realizzazione di una serie di opere straordinarie, finanziate soprattutto con fondi messi a disposizione dalla Protezione Civile dopo l’alluvione del Luglio 2019.
Gli interventi sono tesi a contenere le portate di piena che possono arrivare, in seguito ad un evento meteorologico straordinario. Si tratta di una regimazione fondamentale, poiché permette in una zona fortemente urbanizzata di gestire correttamente le acque, risolvendo le criticità che, in passato, hanno causato ripetute esondazioni.
Sul torrente Vingone, la Regione Toscana ha realizzato 3 casse d’ espansione, mentre sul Valtina è stata creata una deviazione. Con le opere previste, il rischio idraulico nella città di Arezzo risulta sensibilmente ridotto, sia per le acque alte che per le acque basse, che finiscono nel Vingone.
A completamento degli interventi di sistemazione, riguardanti il bacino del torrente Vingone, l’ente consortile ha infine realizzato opere in zona Belvedere finalizzate ad un più efficace contenimento dei livelli idrici.
VENETO
AREE UMIDE COSTIERE, INCONTRO DI PROGETTO
Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, nel Veneziano) ha ospitato il 3° incontro del Tavolo di Concertazione Unico delle Aree Umide Costiere del Nord Adriatico.
L'evento, parte del progetto ECO2SMART co-finanziato dal programma Interreg Italia-Slovenia, ha visto la partecipazione di esperti e portatori d'interesse, che si sono confrontati su importanti tematiche per la sostenibilità e la protezione delle risorse idriche, nonché sulle strategie future per la salvaguardia dei territori.
Dopo i saluti istituzionali sono stati trattati i temi della gestione delle risorse idriche per l’irrigazione nel Veneto Orientale, l'intrusione salina nel sistema acquifero delle aree costiere, la qualità delle acque secondo la Direttiva 2000/60/CE, un focus specifico sui monitoraggi e le sfide gestionali affrontati nella Riserva Naturale di Val Stagnon (Capodistria); tra gli enti intervenuti figurano anche C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche) ed A.R.P.A.V. (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Veneto).
GARGANO A PONTINIA
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nel pomeriggio di martedì 1 Aprile p.v. alla “Presentazione delle attività e dei progetti in corso di realizzazione del comprensorio di bonifica” dell’ente consorziale Lazio Sud Ovest (con sede a Latina); l’incontro avrà luogo presso l’impianto idrovoro di Mazzocchio, a Pontinia, nel Latinate. |