Anno XXVII, n. 5 lunedì, 10 febbraio 2025

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

DOPO L’AVOCADO IN SICILIA I CAMMELLI SUL VESUVIO? NAPOLI PIU’ CALDA DE IL CAIRO IN UNA PRIMAVERA FUORI STAGIONE ED A RISCHIO IDROGEOLOGICO

VINCENZI: “ITALIA TROPPO LENTA NELL’ ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA”

Mentre dall’osservatorio Copernicus viene confermato Gennaio come mese più caldo di sempre, è annunciato tra pochi giorni lo storico sorpasso di un grado tra Napoli ed Il Cairo: i 18 gradi del capoluogo campano saranno peraltro solo un grado meno di Riyad, capitale dell’Arabia Saudita! Il tutto all’indomani dei prevedibili nubifragi, che hanno colpito la Sicilia Nord-Orientale e la Calabria ionica in un quadro climatico, che vede ancora il mar Mediterraneo molto caldo (fra i 16° delle coste  meridionali italiane ed i 18°  di quelle greche, mediorientali e nordafricane) e per questo nuovamente a rischio di eventi estremi per l’annunciato arrivo di un fronte temporalesco, proveniente dalle coste maghrebine e che tornerà ad investire Sicilia e Calabria, che si confermano alla mercè del tempo, per poi spostarsi più a Nord.
Le mappe meteorologiche dell’ECMWF (European Centre for Medium Range Weather Forecasts - Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine) non promettono niente di buono: a rendere noto l’evolversi di una primavera “fuori stagione” è l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche. Sul tratto di costa che, unisce le province di Messina e Catania, gli oltre cento millimetri (quasi duecento millimetri su alcune zone) di pioggia hanno provocato la piena di diversi torrenti, alcuni dei quali  straripati come lo Zafferia, che ha sommerso l’omonimo paese con fango e detriti: sono esondati la Pagliara, il Niceto, il Fiumedinisi, la Savoca, il Cozzi, il Santa Venera, il San Giovanni.
Ancora una volta, inoltre, a far da contraltare, c’è l’esiguità delle piogge cadute sulle aree interne dell’Isola, dove solo in poche stazioni di rilevamento le precipitazioni cumulate nelle 48 ore hanno raggiunto le due cifre (quasi esclusivamente sulle province di Catania, Siracusa, Ragusa e parte del Trapanese). Lo stesso ciclone mediterraneo è stato la causa delle grandinate e dei nubifragi con cumulate di pioggia di oltre cento millimetri, che hanno flagellato  anche le province di Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone, anche qui portando in dote straripamenti di torrenti come la Fiumarella e numerose frane.
“Lungo tutta la Penisola continuano a segnalarsi eventi meteo dalle caratteristiche estreme, cui il Paese si contrappone con colpevole distrazione, continuando a privilegiare gli interventi in emergenza a quelli in prevenzione – ha segnalato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - In Italia non si percepisce quel cambio di passo in termini di adattamento alla crisi climatica e che pare invece finalmente entrare nelle direttrici europee.”
Sul fronte delle risorse idriche del nostro Paese, positiva è la ripresa, che sta interessando alcune regioni meridionali, a partire proprio dalla Sicilia che, grazie a 2 mesi (Dicembre e Gennaio) più piovosi del consueto (il primo mese del 2025 ha registrato quasi ovunque cumulate superiori a cento millimetri, superando i duecento sull’area orientale dell’Isola), ha visto incrementare i volumi stoccati negli invasi di oltre cinquanta milioni di metri cubi, salvo poi trovarsi costretta, a causa di criticità strutturali delle opere idrauliche, a sversare in mare una parte consistente di questo “oro blu”. Attualmente l’acqua invasata in Sicilia ammonta a circa duecentocinquanta milioni di metri cubi, ma di questi solo il 48% è realmente utilizzabile (fonte: Autorità di bacino distrettuale della Sicilia).
“È difficile accettare la condizione di un’isola, dove basterebbe la manutenzione dell’esistente ed il completamento degli schemi idrici per dare un significativo incremento alla resilienza di territori esposti più di altri agli sconvolgimenti dettati dalla crisi climatica” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Nell’Italia insulare, capitolo a parte merita la condizione della Sardegna, dove i volumi idrici aumentano di oltre centocinquantasei milioni di metri cubi in un quadro, però, diviso tra bacini colmi (ad esempio, in Baronia ed in Ogliastra) con l’ “incubo” di sversare l’acqua in mare e cronica scarsità idrica in alcuni territori (Basso Sulcis ed Alto Cixerri, ma anche le aree nordoccidentali).
Nel Sud Italia, la Basilicata registra un incremento di oltre sei milioni ed ottocentomila metri cubi nella riserva idrica, trattenuta nei bacini artificiali, riducendo il deficit con il 2023 a circa quarantatre milioni di metri cubi (nei primi giorni di Dicembre il disavanzo era mln. mc. 161 ca.!).
In Puglia, l’attesa ripresa idrica tarda ad arrivare: con l’incremento settimanale di mln. mc. 2,78, il totale delle riserve idriche della Capitanata raggiunge mln.mc. 59,5 , cioè meno di 1/5 del volume di riempimento autorizzato.
In Campania, questa settimana si registrano incrementi di portata per i fiumi Volturno, Sele e Garigliano.
Nel Lazio continua la parabola discendente dei livelli nei 2  laghi dei Castelli Romani: quello di  Albano, in meno di un anno e mezzo, si è abbassato di ben 64 centimetri (!!) e fatica a risollevarsi anche in periodi piovosi, mentre quello del bacino di Nemi è sceso di un ulteriore centimetro, nonostante qualche pioggia. E’ rimasta invece pressoché stabile, durante il mese di gennaio, l’altezza idrometrica del lago di Bracciano. Continuano ad essere deficitari i flussi in alveo dei fiumi laziali, perfino se confrontati con  le portate registrate nello scorso quinquennio spesso caratterizzato da gravi crisi idriche: Tevere, -32%; Aniene, -39%; Velino, -22% (fonte: AUBAC).
In Umbria, il largamente deficitario livello del lago Trasimeno si è alzato di 3 centimetri in questa settimana; la diga Arezzo trattiene volumi idrici pari a mln. mc. 2,32 ,mentre le portate dei fiumi Topino, Paglia e Chiascio subiscono una leggera flessione.
In Abruzzo i livelli idrometrici dei fiumi Alento, Sinello e Pescara registrano valori superiori a quelli medi dello scorso quinquennio. Nella regione, nonostante la situazione su alcuni territori sia migliorata (nella fascia collinare teatina la disponibilità idrica è tornata nella norma), in altre zone persiste una condizione di severità idrica alta (nella Piana del Fucino, la disponibilità di risorse è ancora al di sotto dei livelli minimi storici).
Nelle Marche, i fiumi Potenza, Esino e Nera continuano a registrare le altezze idrometriche più basse del recente quinquennio; i volumi trattenuti negli invasi ammontano a mln. mc. 43,73.
La Toscana, che la scorsa settimana aveva dovuto affrontare un’emergenza maltempo, vede tornare a scendere i livelli dei fiumi che, pur mantenendo flussi abbondanti, rientrano in parametri idraulicamente meno preoccupanti; ancora deficitaria è la portata del fiume Ombrone, che è a circa il 9% della media del periodo (!!).
Anche in Liguria calano i livelli dei fiumi Vara, Entella, Magra ed Argentina dopo i pesanti nubifragi della scorsa settimana e che avevano fatto temere per l’assetto idrogeologico.
In Emilia Romagna, tra i fiumi appenninici l’unico a crescere è la Secchia, la cui portata attuale supera del 196% quella media del periodo; risultano invece molto al di sotto del consueto i flussi in alveo dei bacini fluviali più orientali: la portata del Savio è quasi un decimo di quella normale, mentre il Reno è sceso addirittura sotto i livelli minimi storici. I bacini piacentini sono all’82% del volume invasabile, segnando volumi idrici nettamente al di sopra dei valori tipici di questa stagione.
Nell’alveo del fiume Po scorre più acqua del consueto: il surplus supera il 50% in alcune stazioni del Torinese e dell’Alessandrino e non scende sotto il 20% lungo tutta l’asta.
In Veneto tornano superiori alla media le portate dei fiumi Adige (+44%), Livenza (+8,7%), Piave (+27%); in calo, invece, il livello del Bacchiglione. A Gennaio le precipitazioni sulla regione sono state superiori del 27%  alla media; sulle Dolomiti però, da inizio anno idrologico, il deficit di precipitazione nevosa è stimabile in -34%, mentre sulle Prealpi in -43% (fonte: ARPA Veneto).
In Lombardia, l’indice SWE (Snow Water Equivalent) registra + 28% di neve rispetto alla settimana scorsa, ma rimane deficitario sia rispetto alla media storica (-42%) sia al 2024 (-13%). Il totale delle riserve idriche registra un deficit del 25,63% rispetto alla media.
Le altezze idrometriche dei grandi laghi del Nord sono in forte crescita ed al di sopra delle medie storiche.
In Piemonte, la neve al suolo è nella media sulle Alpi Occidentali e Settentrionali, mentre nel settore meridionale ne manca il 45% (fonte: Arpa Piemonte). Il mese di gennaio ha visto cadere il 67% di pioggia in più della media. È in aumento la portata della Stura di Demonte, mentre a torna a decrescere, dopo gli exploit dei giorni scorsi, quella del Tanaro.
In Valle d’Aosta, infine, è in calo la portata della Dora Baltea, mentre resta invariata quella del torrente Lys.


IL CASO SICILIA MA NON SOLO

CASSA DEL MEZZOGIORNO: L’EREDITA’ TRADITA

ANBI: NON SONO I DISSALATORI MA INFRASTRUTTURE E MANUTENZIONI A POTER RISOLVERE I PROBLEMI IDRICI DEL MERIDIONE

“Quanto sta accadendo in Sicilia, dove convivono drammaticamente siccità ed alluvioni, ripropone un tema annoso, frutto di decenni di colpevoli non-scelte bipartisan: quanto costa all’Isola la mancata economia delle manutenzioni?”
A chiederlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, che prosegue: “Il Sud è stato destinatario di lungimiranti interventi, realizzati attraverso la Cassa del Mezzogiorno che, pur criticabile per altri aspetti, finanziò la realizzazione di invasi per combattere il rischio siccità in quei territori. A tali investimenti, però, non è seguita negli anni la necessaria cura, così da arrivare all’eclatante caso della diga Trinità, nel Trapanese, di cui è stato ordinato il parziale svuotamento, con lo sversamento a mare di milioni di metri cubi d’acqua, a causa del rischio di cedimenti strutturali. Negli stessi anni non si è provveduto neppure alla realizzazione dei necessari schemi idrici per trasportare l’acqua nei territori come dimostra il caso del Molise sovrabbondante d’acqua  e della confinante Capitanata di Puglia in emergenza idrica, anche per l’uso potabile.”
“Di fronte alla crisi climatica – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - se da un lato occorre avviare urgentemente il Piano Invasi, da tempo proposto con Coldiretti per aumentare la resilienza idrica dei territori come ora sollecitato anche dalla Commissione Europea, dall’altro bisogna procedere con l’efficientamento della rete idraulica, che nell’Italia Meridionale prevedeva, secondo il Piano redatto da ANBI, l’investimento di circa un miliardo e novecento milioni di euro per 222 interventi, la pulizia di 45 invasi ed il completamento di altri 10; ne deriverebbero circa novemilacinquecento posti di lavoro, dando risposta infrastrutturale ad un’emergenza, che non può certo essere risolta con il posizionamento di alcuni dissalatori, esempio di un Paese pronto a trovare le risorse in emergenza, ma incapace ad investire in prevenzione.”

GIORNATA MONDIALE DELLE ZONE UMIDE: IL VENETO HA FATTO I CONTI DALLE ROTATORIE VIARIE ALLE OASI NATURALISTICHE

ANBIVALE CENTINAIA DI MILIONI L’APPORTO AMBIENTALE DELLE AREE GESTITE DAI CONSORZI DI BONIFICA

Sono centinaia in tutta Italia, svolgono funzioni di fitodepurazione (disinquinamento delle acque con metodi naturali), costituiscono habitat ideale per specie animali e vegetali, sono preziose per la sicurezza idraulica di campagne e centri abitati, possono rappresentare riserve idriche per l'agricoltura: sono le aree umide, le cui dimensioni variano da meno di un ettaro (ad esempio, all’interno di grandi rotatorie viarie come compensazione idraulica ed ambientale per importanti infrastrutture) fino a decine di ettari (le oasi naturalistiche), impreziosendo il territorio e caratterizzando il paesaggio. In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, ANBI Veneto ha reso noto uno studio, realizzato con Regione del Veneto ed Etifor (spin-off dell’Università degli Studi di Padova), sul valore economico dei servizi ecosistemici, derivanti dalla risorsa, che scorre nei canali e nei fiumi gestiti dai Consorzi di bonifica: la stima annuale è pari a € 13.854.667,00  per le attività di fitodepurazione svolte da queste zone, mentre ammonta a € 143.504.299,00 la monetizzazione della funzione delle zone umide come habitat di biodiversità.
“E’ questa un’autorevole quantificazione dell’apporto che il solo aspetto ambientale di una corretta gestione del territorio rappresenta per l’economia del territorio – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Se consideriamo le positive ricadute, che potrà avere la multifunzionalità del Piano Invasi, da noi proposto con Coldiretti, è evidente come l’attività dei Consorzi di bonifica sia oggi un asset di determinante importanza nell’economia del settore primario, ma non solo, del nostro Paese.”
In Veneto sono 52 le zone umide con finalità di fitodepurazione, realizzate, gestite o semplicemente manutenute dai Consorzi di bonifica: un totale di 433 ettari a servizio dei cittadini, della fauna e della vegetazione in stretta simbiosi con l’acqua.
“Nell’azione di contrasto alle conseguenze della crisi climatica, la realizzazione e gestione di aree umide è fondamentale per la sicurezza idraulica, la tutela della biodiversità e la salvaguardia della qualità delle acque – ha aggiunto il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano – E’ tuttavia un’azione, che richiede adeguati stanziamenti pubblici, ad iniziare dal rifinanziamento della Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.”
È infatti proprio tra le province di Venezia, Padova e Treviso, dove scorrono i corsi d’acqua, sfocianti nel bacino lagunare, che è stata realizzata gran parte delle zone umide venete. La loro attività di fitodepurazione, contrastando l’eutrofizzazione dovuta all’eccessivo carico di azoto e fosforo, va a tutela del fragile habitat veneziano e molte di queste aree non esisterebbero senza la Legge Speciale. La Giornata Mondiale delle Zone Umide, recentemente celebrata, è dunque l’occasione per richiamare l’attenzione sul patrimonio di ambienti d’acqua, distribuiti lungo l’intera Penisola e che nel concreto testimoniano le funzioni ambientali, che il sistema dei Consorzi di bonifica sta sviluppando a fianco delle storiche missioni legate alla sicurezza idraulica ed alla gestione della risorsa irrigua.
“E’ la nostra quotidiana risposta al consumo di suolo, che vede abbandonare o, peggio, cementificare ogni secondo oltre due metri quadrati del nostro territorio”  ha concluso il Presidente ANBI, Vincenzi.


TOSCANA: ENERGIA GREEN: RISPARMIO ECONOMICO E TUTELA DELL’AMBIENTE

Energia verde, che permette di risparmiare decine di migliaia di euro all’anno sui consumi e di proteggere l’ambiente: il 2024 si è confermato un anno positivo per il bilancio “green” del Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca); i 10 impianti fotovoltaici attivi sul territorio hanno prodotto quasi centottantamila kilowattora di corrente, in parte immessa in rete con un netto ricavo economico ed in parte destinata all’autoconsumo, laddove ci sono gli impianti più energivori, ossia le idrovore.
Nel corso dell’anno scorso i 4 impianti fotovoltaici, installati nelle sedi di Capannori (uffici e tettoia), Viareggio (officina) e Buti hanno prodotto Kwh. 81.866 di corrente; questi impianti sono realizzati in regime di conto energia per la vendita al GSE (Gestore Servizi Energetici) e la vendita ha quindi prodotto un ricavo economico attorno ai quarantacinquemilatrecento euro entrati a bilancio dell’ente consortile.
In termini ambientali equivalgono ad una stima di anidride carbonica non emessa, pari a 43,39 tonnellate e alla plantumazione di 2.893 nuovi alberi.
Ci sono poi 6 impianti fotovoltaici, che funzionano in regime di autoconsumo e scambio sul posto, destinati quindi a dare un contributo agli impianti energivori, che sono le idrovore presenti soprattutto nell’area di costa: nel corso del 2024 hanno prodotto Kwh. 97.007, pari ad un risparmio economico di 37.651 euro oltre ad una vendita di circa mille euro per l’eccesso di produzione, immesso in rete; la stima della CO2 non emessa è superiore a cinquantuno tonnellate all’anno, equivalente alla plantumazione di 3.428 alberi. In totale, quindi, gli impianti fotovoltaici consorziali hanno prodotto, l’anno scorso, Kwh. 178.873 di energia con un apporto economico di 84.000 euro (fra ricavi dalla vendita e risparmi economici) ed un beneficio, in termini ambientali, pari a t. 94,80 di CO2 non emessa ed a ben 6.320 nuovi alberi.
Per questo, nel 2025 l’ente consortile prevede la realizzazione di altri 5 impianti fotovoltaici: uno sopra la tettoia del magazzino di Viareggio (Kwp.10,5), due (Kwp. 6 ciascuno) alle idrovore Ranocchiaio e Vecchiano, uno (Kwp.19) all’idrovora del Brugiano ed uno (Kwp.19) sulla nuova sede di Massa.


VENETO: NUOVO IMPIANTO IDROVORO, MA NON SOLO

Con la posa in fondazione delle armature della platea comincia prendere corpo il nuovo impianto idrovoro, che il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) sta realizzando nel comune di Bovolenta.
L’opera, finanziata da Regione Veneto con 750.000 euro, sostituirà l’idrovora, che sorge poco più a Nord, aumentandone la capacità di sollevamento, che passerà da 150 a 378 litri al secondo. La nuova opera si è resa necessaria per fare spazio ad una rotonda, che sarà realizzata nel sedime dell’attuale centrale.
L’intervento è stato occasione anche per mettere mano in maniera più incisiva alla sicurezza idraulica della zona, che potrà contare anche sulla realizzazione di un bacino di laminazione con una capacità d’invaso di 1.200 metri cubi.
I lavori, avviati ad Ottobre, hanno già visto lo scavo dell’area, dove verrà posizionato il nuovo impianto, lo scavo dei nuovi canali di immissione e della vasca d'ingresso, la realizzazione del fondo in calcestruzzo dell'idrovora e del canale.
Le tempistiche generali dell’intervento sono state pianificate per consentire fino all’ultimo il funzionamento dell’idrovora attuale, a garanzia della sicurezza del territorio.


LAZIO: IMPORTANTE INTERVENTO CONGIUNTO

Il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma), in sinergia con il servizio bonifiche di AMA SpA e sotto il coordinamento dell’Assessorato Ambiente del X Municipio del comune capitolino, ha realizzato un significativo intervento di rimozione dei rifiuti solidi urbani, abbandonati da ignoti presso il canale della Lingua; tale accumulo avrebbe potuto compromettere il regolare deflusso delle acque con il rischio di una completa occlusione del canale e conseguenti gravi ripercussioni sulla sicurezza idraulica della zona.
L’intervento è stato reso possibile grazie al costante monitoraggio dei corsi d’acqua, effettuato dal personale consortile e rappresenta un esempio di come la cooperazione sul territorio possa garantire interventi tempestivi e risolutivi per la sicurezza idraulica e ambientale.


TOSCANA: PIENA DISPONIBILITA’ NEI LIMITI DEL POSSIBILE

Consolidare il rapporto di collaborazione tra il Comune di Magliano in Toscana ed il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto): con questo obbiettivo si è svolto un incontro fra le parti, durante il quale si è parlato di sicurezza idraulica ed in particolare del fosso Patrignone, che in caso di precipitazioni intense è quello, che crea maggiore apprensione alla comunità maglianese.
Cb6 ha garantito che sarà regolarmente manutenuto nei tratti, in cui è possibile intervenire (una parte dei suoi 16 chilometri è in zone boschive impervie, che non sono raggiungibili con i mezzi) per ridurre il rischio di esondazioni.
Nella riunione è stata affrontato anche il tema della delicata gestione dei guadi, che non rientrano nelle competenze del Consorzio, ma che rappresentano una delle principali criticità in caso di eventi alluvionali.  Cb6 ha poi assicurato supporto nei lavori, nella stesura del progetto ed anche nell’interlocuzione con il Genio Civile, per la realizzazione di un percorso ciclopedonale che corra parallelamente ai fossi Carpina e Spineti.


VENETO: ACCORDO TRA ENTI PER LA SICUREZZA IDRAULICA

Con la prospettiva di ottimizzare personale e risorse finanziarie, il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) ed il Comune di Corbola hanno sottoscritto un Accordo di Programma, volto alla manutenzione di opere idrauliche ed alla risoluzione di alcuni problemi legati allo scolo delle acque meteoriche: il piano si concentra sul rifacimento di 6 scarichi agricoli, fondamentali per il deflusso dell’acqua piovana e che attualmente sottopassano una strada per confluire nel canale Veneto, proseguendo nel comune di Taglio di Po.
L'operazione si inserisce in un quadro generale di collaborazione fra enti pubblici e privati (i terreni interessati dagli scarichi sono privati, ma sarà l’ente consortile  a curare progettazione e realizzazione degli interventi, nonché aspetti burocratici e autorizzativi) e la cifra complessiva preventivata per i lavori è stimata intorno a diciottomilatrecento euro, coperta perlopiù dall’Amministrazione Comunale, lasciando solo una piccola parte a carico dei privati coinvolti.

MARCHE: IRRIGAZIONE: AGGIORNAMENTI E MANUTENZIONI

I mesi di chiusura degli impianti d’irrigazione sono da sempre dedicati alla loro manutenzione e alla formazione delle risorse impiegate nei diversi comprensori. Fra Dicembre ‘24 e Febbraio ’25 il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) ha programmato 6 corsi di aggiornamento, pensati per rispondere con competenza ed in sicurezza alle diverse esigenze interessanti le attività irrigue (corso per gru su autocarro; corso per ambienti confinati; corso per segnaletica stradale; corso per macchine movimento terra; corso Pes/Pav/Pei per addetti ai lavori elettrici; corso per cabine elettriche media tensione).
Di pari passo procedono i lavori di manutenzione: alla diga di Mercatale sono in corso interventi sugli organi di scarico della diga, mentre ad Ascoli Piceno, sull’opera di presa di Brecciarolo, si stanno effettuando lavori di pulizia straordinaria della briglia e la rimozione dei tronchi depositati in alveo.
Negli impianti ancora “a scorrimento”, sempre nel comprensorio Marche Sud, sono iniziate le operazioni di pulizia delle canalette e dei fossi mentre, negli impianti “a pressione”, terminerà a breve l’attività di lettura dei contatori presenti e si potrà procederà con la relativa fatturazione dei consumi irrigui. Gli impianti saranno chiusi fino a fine Febbraio.


EMILIA ROMAGNA: OPERAZIONE VERITA’: UN MILIARDO E DUECENTO MILIONI IN OPERE ENTRO IL 2026

La lunga catena di eventi estremi, che hanno caratterizzato l’ultimo decennio sia sotto forma di periodi prolungati di scarsità idrica, sia come drammatici fenomeni alluvionali, mostrano chiaramente che le gravi ripercussioni territoriali del cambiamento climatico rappresentano una realtà conclamata, cui porre rimedio per incrementare la capacità di adattamento e la resilienza delle comunità emiliano-romagnole.
Gli impatti negativi, che si sono frequentemente abbattuti sulla regione anche rispetto ad altri comprensori nel panorama nazionale, hanno generato danni ingenti alla popolazione ed al sistema economico soprattutto a vocazione agroalimentare, simbolo di valore e ricchezza del “made in Italy”.
Il mondo della scienza e della ricerca sul mutamento del clima ci consegna la prospettiva di un’ulteriore accelerazione di questi eventi estremi nei prossimi anni e l’intensificazione dei loro impatti su territori già indeboliti e dunque più fragili.
I Consorzi di bonifica, in questa delicata fase storica, stanno facendo con responsabilità la loro parte e grazie alle linee di finanziamento intercettate, al consolidamento delle partnership con Unione Europea, Governi, Regioni ed alla capacità progettuale, unita alla rapidità di esecuzione, stanno realizzando circa trecento opere per un valore di 3 miliardi di euro in Italia. In questo scenario nazionale gli enti consortili dell’Emilia Romagna rappresentano 1/3 del valore complessivo per la realizzazione delle nuove infrastrutture o per l’adeguamento ed ammodernamento di quelle esistenti: opere strategiche per la mitigazione e l’adattamento dei territori, nonché per risparmio, stoccaggio, derivazione e distribuzione della risorsa idrica, consolidamenti arginali, casse di laminazione, volte a migliorare la gestione delle acque da Piacenza a Rimini.
Oggi gli 8 Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna, più il Consorzio di 2° grado C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna), grazie ai finanziamenti ottenuti a partire dal 2018 fino al 2024 e nonostante il periodo dell’emergenza pandemica, stanno lavorando a ritmo serrato per ultimare entro il 2026 infrastrutture per 800 milioni, che raggiungono 1 miliardo e 200 milioni di euro, sommando anche le recenti ordinanze commissariali a seguito dell’alluvione del 2023. Rilevante è la percentuale di realizzazione dei progetti  e che, per quanto concerne il Piano Nazionale Ripresa Resilienza (P.N.R.R.), è tra le più alte dell’intero Paese. Assolutamente rilevanti sono anche le esternalità positive, in termini occupazionali, generate dagli interventi, che hanno visto il coinvolgimento, oltre agli staff consorziali, anche di 1.100 imprese perlopiù del territorio.
“Occorre un’accelerazione nelle azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica; in questo contesto i Consorzi di bonifica rappresentano un pilastro fondamentale. Le infrastrutture, che stiamo realizzando, risultano essenziali per garantire l’accesso all’acqua, la messa in sicurezza del territorio, una maggiore protezione dalle emergenze meteo e dalle crisi idriche. È un buon passo avanti, ma non è la soluzione definitiva” ha affermato Michele de Pascale, Presidente Regione Emilia Romagna.
 “Stiamo centrando tutti gli obiettivi che ultimeremo entro il 2026 a dimostrazione della capacità e della rapidità di esecuzione delle opere necessarie per arginare il cambiamento del clima  ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI Emilia Romagna - Le risorse impegnate però sono solo una prima risposta non sufficiente a mettere in sicurezza complessivamente il territorio, perché il deficit da recuperare è ampio non solo a livello di infrastrutture, ma anche per raggiungere una migliore e più proficua gestione dell’acqua.”
All’incontro, tenutosi nel capoluogo felsineo, sono intervenuti, per la Regione Emilia Romagna, anche Manuela Rontini (Sottosegretaria alla Presidenza), Irene Priolo (Assessora Ambiente, Programmazione Territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture) ed Alessio Mammi (Assessore Agricoltura ed Agroalimentare, Caccia e Pesca , Rapporti UE di Regione Emilia Romagna); presente anche Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.


LOMBARDIA: UNIVERSITARI A LEZIONE IN CONSORZIO

Il Consorzio di bonifica Garda Chiese (con sede a Mantova) ha ospitato per 3 giornate gli studenti del corso di laurea “Sistemi Digitali in Agricoltura” dell’Università Milano - Dipartimento Scienze Agrarie ed Ambientali (Disaa).
Nella prima giornata si è tenuta una lezione su funzioni ed attività dell’ente consortile con un focus sulle modellazioni idrauliche delle reti irrigue e di bonifica, cui è seguita la visita ad alcune importanti centrali di sollevamento irriguo con l’illustrazione di aspetti tecnici e gestionali. Il giorno successivo gli studenti sono stati ospitati  nella sede centrale dell’ente consorziale, dove hanno lavorato a stretto contatto con la struttura e svolto un’esercitazione pratica sul calcolo degli orari irrigui. Il terzo giorno di lezione è stato dedicato ad un approfondimento sui sistemi tecnologici, utilizzati dal “Garda Chiese” per l’acquisizione di dati idrologici, il monitoraggio e la gestione da remoto delle opere idrauliche.
Nel pomeriggio sono stati visitati gli impianti idroelettrici e di bonifica di Canneto sull’Oglio. Grande soddisfazione è stata espressa per la scelta dell’Ateneo milanese di avvalersi delle professionalità del Consorzio di bonifica nella formazione delle nuove leve, consolidando così il rapporto di collaborazione in essere da anni per attività di ricerca e sperimentazione sulle tecniche irrigue, in particolare sull’ottimizzazione dell’irrigazione” a scorrimento”.


EMILIA ROMAGNA: FOCUS ACQUA E’ UN SUCCESSO

Focus ACQUA (forum permanente del Centro Ricerca “Acqua Campus” e Consorzio di 2° grado CER-Canale Emiliano Romagnolo, in collaborazione con ANBI, finanziato da Regione Emilia-Romagna ed aperto a tutti gli stakeholder della filiera dell’acqua in agricoltura) ha raggiunto il traguardo del suo primo anno di attività: la community, che sta contribuendo alla diffusione delle innovazioni per la produttività in agricoltura e l’adattamento ai cambiamenti climatici, ha celebrato, nella sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Campus di Piacenza, i suoi primi 12 mesi di attività con numeri da record: oltre mille le persone coinvolte tra agricoltori, tecnici e stakeholders, studenti e pubblico generalista.
I numeri sono stati resi noti nel corso di un incontro alla scoperta delle nuove tecnologie per un’efficiente irrigazione sostenibile e che ha visto riunirsi il mondo agricolo e consortile, le sfere didattico-educative e le giovani generazioni per una lezione frontale ed interattiva; presenti 100 studenti provenienti dall’indirizzo Gestione Ambiente e Territorio (classi 4B, 4D e 3B dell’ITAS Raineri di Piacenza e dalle classi 5A e 5B dell’ITAS Fabio Bocchialini di Parma), accompagnati poi a visitare, l’impianto idrovoro della Finarda e l’azienda agricola Eridano.


SCOMPARSA DI LUIGI GILLI: IL CORDOGLIO DI ANBI

Profondo cordoglio per la scomparsa di Luigi Gilli è stato espresso dal Presidente, Francesco Vincenzi, dal Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, e da tutto lo staff dell’Associazione:
“Lugi Gilli è stato non solo amministratore lungimirante, ma figura di grande rilievo e stimolo propositivo anche per il mondo dei Consorzi di bonifica, cui contribuì direttamente in virtù del suo incarico in ANBI. Storico collaboratore del Senatore, Giuseppe Medici, Gilli diede valore ed evidenza al sistema dei Consorzi, che lo ricordano con indelebile stima per il costante e proficuo  contributo portato al territorio tutto. Siamo vicini alla famiglia e porgiamo le più sentite condoglianze.”


VINCENZI A REGGIO EMILIA

Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, concluderà, nella mattinata di martedì 11 Febbraio p.v., il convegno “Un Paese d’acqua. Da gestire – L’acqua si muove, vietato stare fermi” organizzato a Reggio Emilia dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale; ne sarà sede il Centro Internazionale Loris Malaguzzi.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
Sito internet: anbi.it - eMail: anbimail@tin.it

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