L’ANNUNCIO A MADRID DOPO IL CASO SALMONELLA
LA RUCOLA IGP È GARANTITA DA DISCIPLINARE E CERTIFICAZIONE GOCCIA VERDE
VINCENZI: “L’ATTESTAZIONE DI SOSTENIBILITA’ IDRICA SI CONFERMA ELEMENTO DI SICUREZZA ALIMENTARE E COMPETITIVITA’”
La notizia arriva da Madrid, in occasione della fiera internazionale Fruit Attraction: nessun coinvolgimento e nessun rischio per la rucola I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) della Piana del Sele a seguito dei casi di intossicazione da salmonella, rilevati in Austria, Danimarca, Germania, Italia, Qatar, Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito dal R.A.S.F.F. (Rapid Alert System for Food and Feed, il sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi).
“Nel nostro areale produttivo – ha rassicurato Vito Busillo, Presidente Consorzio di Tutela Rucola I.G.P. – è attivo un controllo totale sulla qualità delle acque, attraverso sistemi di purificazione ed igienizzazione: lo prevede il disciplinare produttivo della rucola IGP. In fase d’irrigazione l’acqua utilizzata è sottoposta costantemente ad analisi fisico-chimiche e microbiologiche, così da verificarne la conformità ai parametri qualitativi, previsti dalla normativa vigente. Inoltre, il Consorzio di bonifica in Destra del Fiume Sele ha aggiunto un altro elemento di valorizzazione: l’attestazione Goccia Verde, un sistema di trasparenza a favore del consumatore, che con uno smartphone può leggere i dati sulla qualità produttiva attraverso un QR-code."
“Quanto sta registrandosi nella salernitana Piana del Sele, giacimento della rucola italiana, è il primo esempio di come la nuova certificazione idrica sia non solo garanzia di salubrità alimentare, ma anche un fattore di competitività commerciale” ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
La certificazione Goccia Verde, voluta dall’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue, prevede un disciplinare per la valutazione della sostenibilità dei processi gestionali e produttivi, basato su indicatori in linea con i principali standard e le norme internazionali.
“La comunicazione al consumatore – ha precisato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - avviene attraverso una specifica etichetta, che permette di controllare l'effettiva sostenibilità dei processi applicati, integrando altri standard pubblici o privati e permettendo l’accesso ad informazioni riguardanti l’iter produttivo, grazie al collegamento con una specifica pagina web, che contiene una descrizione approfondita del processo di gestione dell'acqua oltre a valori numerici e grafici.”
L’uso sostenibile dell’acqua e la tutela qualitativa della risorsa idrica sono valutati, applicando 9 criteri: sostenibilità generale degli usi; azioni per l’ottimizzazione degli usi idrici; azioni per il controllo ed il miglioramento della qualità dell’acqua; azioni per il risparmio e la riduzione dell’impatto energetico; azioni per il controllo della legalità; ruolo di “facilitatore” o di “pilota” per nuove tecnologie; azioni di educazione, “training” e “capacity buildings”; servizi ecosistemici ed azioni per il loro incremento e/o ripristino; sostenibilità socio-economica.
Altrettanti sono i benefici previsti: adeguamento alle politiche per il clima; standardizzazione delle buone pratiche di gestione ed uso dell’acqua; stimolo alla pianificazione di medio/lungo termine; orientamento degli investimenti per la sostenibilità delle produzioni; miglioramento e modernizzazione dell’agricoltura irrigua; supporto alla transizione verso agricoltura 4.0; possibilità di “benchmarking” interno e di distretto; creazione di “data set” e basi informative; supporto per le politiche dell’acqua. Utilizzata soprattutto nelle produzioni di IV gamma (circa venti milioni di consumatori in Italia), l’areale di produzione della rucola interessa 7 comuni della provincia di Salerno (Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Bellizzi, Capaccio-Paestum), dove operano oltre quattrocento aziende agricole, guidate perlopiù da giovani imprenditori e che, con l’indotto, garantiscono lavoro a quasi diecimila persone.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
MORIRE DI SETE E D’ALLUVIONE: IL CICLONE KIRK ED I RISCHI DELL’ITALIA DOVE IL CALDO MEDITERRANEO NON MITIGA MA ACCENTUA GLI EVENTI ESTREMI
VINCENZI: “DOBBIAMO IMPARARE A VIVERE IN UN PAESE CLIMATICAMENTE DIVERSO”
“L’unico dato certo è che l’Italia meteorologica è spezzata in due: un Nord flagellato dal maltempo ed un Mezzogiorno ancora alle prese con una siccità senza precedenti. Il consolidarsi della crisi climatica è caratterizzato da una repentina variabilità atmosferica, che sta rendendo inadeguati i parametri statistici e previsionali finora in uso; l’estremizzazione degli eventi ci deve obbligare a politiche di adattamento, fatte non solo di nuove infrastrutture idrauliche, ma anche di innovativi concetti urbanistici ed edificatori oltre alla necessità di ripensare i cicli colturali nelle campagne: insomma, dobbiamo abituarci a vivere in un Paese diverso; lo dicono i fatti, ma la cultura della prevenzione fatica ad affermarsi ad ogni livello.”
La riflessione è stata del Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue, Francesco Vincenzi, di fronte ai dati in continua evoluzione del settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
“Se dobbiamo pensare al futuro dell’Italia, dobbiamo attrezzarci per aumentare la sicurezza idrogeologica e le riserve idriche, creando le infrastrutture per trasportare l’acqua da dove è troppa a dove è poca. Oggi appare, purtroppo, solo una suggestione, ma non dovrebbe esserlo in un Paese dalla grande cultura idraulica, da cui dipende circa il 30% dei territori di pianura. E’ illogico morire di sete e d’alluvione!” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Mentre l’uragano Milton flagellava la Florida ed il ciclone Kirk minacciava l’Europa (sul mare Atlantico si muoveva anche l’uragano Leslie), violente raffiche discendenti di vento (“downburst”) e nubifragi hanno colpito soprattutto i territori del Nord-Ovest e la Toscana, creando allarme idrogeologico su vasti territori: dalla Val di Susa al Lecchese, dalla Garfagnana alle Alpi Marittime.
In Piemonte, cumulate di pioggia fino a cento millimetri in 2 ore (a Lavagnina Lago, oltre duecentoventi millimetri in 13 ore) si sono rovesciate sul bacino del fiume Tanaro nell’Alessandrino così come nel Genovese; in Val di Susa, il crollo di un ponte a Mattie ha favorito l’esondazione del rio Gerardo. In Lombardia, violenti nubifragi hanno interessato soprattutto le province di Sondrio, Lecco e Bergamo con accumuli di pioggia, superiori ai centoquaranta millimetri nelle 24 ore. Gli afflussi nei bacini dei laghi Maggiore e Lario hanno superato i mille metri cubi al secondo ed in poche ore i livelli dei 2 laghi sono cresciuti rispettivamente di circa ventiquattro e di oltre quarantasei centimetri (Sebino e Benaco: +cm.11). In Liguria, a Campo Ligure in sole 4 ore sono caduti 171 millimetri di pioggia (cm.71 in 1 ora), mentre a Rossiglione sono scesi mm. 245 in 24 ore; repentina la crescita d’altezza nei livelli fluviali: Stura e Magra +m.3, Vara +m.2,5 così come la Roia, mentre l’Argentina è salita di ben 4 metri. In Toscana, nubifragi hanno colpito il Massese (mm.100 in 24 ore) e la Lucchesìa (a Minucciano, mm.192 in 24 ore), andando ad ingrossare bacini fluviali come quelli del Frigido, il cui livello si è innalzato di 2 metri e del Serchio (+m.2,5).
I livelli dei grandi laghi del Nord sono sopra le medie stagionali con il Maggiore, che ha raggiunto il colmo.
In attesa di nuove perturbazioni, la portata della Dora Baltea, in Valle d’Aosta, è risultata decrescente, così come quella del fiume Po, fatta eccezione per i rilevamenti prossimi al delta.
In Piemonte il mese di settembre è stato “bagnato” (mm.150 di pioggia, +46% sulla media mensile) ed il bilancio idrico dei fiumi risulta positivo (fonte: ARPA Piemonte).
In Lombardia gli abbondanti apporti pluviali hanno innalzato in modo preoccupante i livelli dei fiumi: + 2 metri in Oglio e Adda, mentre la piena del Brembo ha registrato +m.4,45 in sole 9 ore. Le riserve idriche regionali sono superiori di oltre il 19% alla media storica.
In Liguria i fiumi sono stati in rapida crescita: Entella, + cm.127; Vara, +cm.100; Magra, +cm.68 .
Surplus idrici notevoli si registrano nei fiumi del Veneto, toccando valori, che vanno dal +97% dell’Adige al +91% della Livenza fino al +134% del Brenta; questo, grazie anche ad un lungo periodo di piogge abbondanti sulla regione: il mese scorso ha infatti segnato +89%, risultando il Settembre più piovoso del recente trentennio (fonte: ARPAV).
In Emilia-Romagna sono in crescita le portate dei fiumi appenninici: attualmente solo il Reno ha un flusso inferiore alla media mensile (-75%).
In Toscana le piogge hanno grandemente accresciuto la portata dei fiumi: Arno, +100 metri cubi al secondo; Serchio +mc/s 174; Sieve, +480%; Ombrone, +380%.
La crescita è consistente anche nei livelli dei fiumi delle Marche, tranne che nel Tronto. La situazione cambia progressivamente, scendendo verso Sud.
In Umbria, il lago Trasimeno continua a decrescere: l’attuale livello si discosta dalla media mensile di cm.80 e di cm.38 dal livello minimo vitale. Crescono i livelli dei fiumi, tra i quali spicca la performance del Chiascio (+cm.70 sulla media).
Nel Lazio si aggrava la condizione del lago di Albano, nonostante le abbondanti piogge autunnali; aumentano i flussi in alveo del fiume Tevere, mentre sono stabili quelli dell’Aniene e decrescenti quelli del Velino.
In Abruzzo il mese di settembre è stato più piovoso del consueto soprattutto sulle province di Chieti (+80% ca.) e L’Aquila (+50% ca.), auspicando che possa migliorare lo stato degli acquiferi condizionati pesantemente da un anno di gravissima siccità: il bilancio pluviometrico 2024 è in alcune zone tra i peggiori di sempre, in particolare sulla Val Pescara e sulle coline del Medio Vomano a Nord.
In Campania crescono le portate dei fiumi Volturno, Garigliano e Sele.
In Basilicata, il bacino della diga in terra più grande d’Europa (Monte Cotugno) perde quasi cinque milioni di metri cubi in 7 giorni: i volumi residui si attestano a meno di sessanta milioni di metri cubi, cioè il 12% della capacità d’invaso (mln.mc.482). In tutta la regione rimangono 131 milioni di metri cubi d’acqua invasata nei bacini artificiali (18% della capacità complessiva).
In Puglia si riducono ulteriormente le riserve idriche nella Capitanata, nei cui bacini rimangono meno di quarantuno milioni di metri cubi; la grande diga di Occhito, tra Puglia e Molise, trattiene ormai sotto i trentacinque milioni di metri cubi d’acqua (14% della capacità).
In Calabria calano i livelli del fiume Coscile e anche dell’Ancinale, che fino ad un paio di settimane fa aveva flussi superiori a mc/s 200 ed ora risulta quasi a secco (mc/s 0,1).
Insieme alla Sicilia continua, infine, la crisi idrica in Sardegna, dove la quasi totalità degli invasi è classificata ad un livello di pericolo: le situazioni più gravi si riscontrano sull’Alto Cixerri, dove rimane appena 1 milione di metri cubi d’acqua e sul distretto di Posada, dove la diga di Maccheronis è al 6,67% della capacità d’invaso; anche in Ogliastra i volumi residui nei bacini sono inferiori al 20% della loro capacità.

PUGLIA: PNRR: LAVORI PER NUOVA VASCA
Il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) prosegue i lavori di escavo per la realizzazione di una nuova vasca di circa quarantamila metri cubi, in affiancamento alla vasca Tavoliere.
Gli interventi del progetto "Ottimizzazione funzionale del canale adduttore del Tavoliere e di vasca Tavoliere e minimizzazione delle perdite idriche del canale adduttore al distretto 2B" sono finanziati nell'ambito del Piano Nazionale Ripresa Resilienza (P.N.R.R. - Misura M2C2 - I4.1 “Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico”).
ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA: CONSORZI DI BONIFICA E GEOLOGI SOTTOSCRIVONO ACCORDO DI COLLABORAZIONE
Grazie alla collaborazione fra ANBI, Consiglio Nazionale dei Geologi e sua Fondazione Centro Studi nasceranno in Italia due nuovi progetti pilota, finalizzati alla valorizzazione delle risorse idriche ed interessanti comprensori di Consorzi di bonifica ed irrigazione: è questo uno dei concreti obbiettivi previsti dal nuovo Accordo di Collaborazione recentemente sottoscritto.
La prima area sperimentale sarà finalizzata alla realizzazione di un piano di monitoraggio permanente di bacino attraverso moderni presidi idrogeologici; la seconda sarà invece indirizzata all’individuazione delle caratteristiche territoriali più idonee per interventi di ricarica controllata della falda attraverso l’ausilio delle reti irrigue consortili. Gli enti consorziali potranno inoltre disporre del supporto del Centro Studi per la pianificazione di massima a supporto della razionale utilizzazione delle risorse idriche; l’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI) collaborerà invece alla valorizzazione pubblica della professione del geologo, sensibilizzando i Consorzi di bonifica ed irrigazione, affinché prevedano esplicitamente la laurea in scienze geologiche nei loro Piani di Organizzazione Variabile (POV).
Il Protocollo, che assume particolare importanza nella prospettiva dei necessari interventi di adattamento alla crisi climatica, nasce dal reciproco interesse ad attivare e sostenere attività finalizzate alla difesa del suolo, alla tutela e valorizzazione delle risorse idriche, nonché alla corretta pianificazione del loro utilizzo e gestione.
L’intesa prevede anche attività per la formazione dei geologi iscritti all’Albo unico nazionale e dei tecnici dei Consorzi di bonifica ed irrigazione a cominciare da iniziative per la corretta interpretazione ed applicazione delle norme vigenti, nonché per l’elaborazione di proposte su tematiche di interesse comune mediante il reciproco scambio di informazioni.
In particolare, l’ANBI metterà a disposizione il proprio patrimonio di dati per favorire iniziative dirette al miglioramento tecnico-culturale della professione di geologo, nonché per agevolare le attività di studio, ricerca ed aggiornamento professionale del Centro Studi.
A sottoscrivere l’Accordo di Collaborazione sono stati i Presidenti ANBI, Francesco Vincenzi e del Consiglio Nazionale dei Geologi, Arcangelo Francesco Violo.
VENETO: MISURE AMBIENTALI: DAL COORDINAMENTO CON I CONSORZI DI BONIFICA, IMPORTANTI FINANZIAMENTI AD AGRICOLTURA
Siepi, filari, messa in dimora di alberi, fasce tampone lungo i corsi d’acqua, corridoi ecologici, rinaturalizzazione di fossi, realizzazione di laghetti ambientali, ma anche muretti a secco per lucertole e lumache e “bat box” utili ad ospitare pipistrelli per contrare le zanzare: grazie anche all’attività di coordinamento di ANBI Veneto, 118 tra aziende agricole e Consorzi di bonifica sono destinatari di € 4.524.861,60 (di cui € 994.341,53 agli enti consorziali) stanziati dalla Regione Veneto per realizzare interventi di carattere ambientale.
Si tratta di una miriade di azioni, disseminate sul territorio, utili in chiave di tutela della biodiversità, valorizzazione del paesaggio rurale, miglioramento della qualità delle acque e, in senso più ampio, di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, che minaccia l’agricoltura con l’avvicendarsi di nubifragi, temperature record e periodi siccitosi sempre più lunghi.
Sette i Consorzi di bonifica coinvolti: Veronese (con sede nel capoluogo scaligero), Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, nel Veronese), Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre), Bacchiglione (con sede a Padova), Adige Euganeo (con sede ad Este, nel Padovano), Adige Po (con sede a Rovigo) e Delta Po (con sede a Taglio di Po, nel Rodigino): nella prima fase hanno svolto attività di coordinamento tra le aziende per predisporre i progetti e le domande di finanziamento; ora, in fase realizzativa, figureranno da capofila delle Associazioni Temporanee d’Impresa (A.T.I.), necessarie per ottenere le risorse e rendicontarle.
Le misure sono stanziate (DGR 1597 del 19/12/2023) attraverso il Complemento per lo Sviluppo Rurale del Piano Strategico Nazionale della P.A.C. (Politica Agricola Comune) 2023-2027 per il Veneto nell’ambito dell’intervento SRG07 “Cooperazione per lo sviluppo rurale, locale e smart villages – Cooperazione per la sostenibilità ambientale – Cooperazione agroclimatico-ambientale” e delle misure collegate SRD04 azione 1 “Finanziamenti non produttivi finalizzati ad arrestare e a invertire la perdita di biodiversità e a preservare il paesaggio rurale” e SRD04 azione 2 “Investimenti non produttivi finalizzati al miglioramento della qualità dell’acqua”.
LAZIO: APPROVATI PROGETTI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
Il Consorzio di bonifica Etruria Meridionale e Sabina annuncia l’approvazione dei primi interventi di riqualificazione energetica, previsti dal programma POR FESR Lazio 2014-2020 (Asse Prioritario 4, Azione 4.1.1) nell'ambito della sub-azione "Incentivi per la riqualificazione energetica edilizia, la riconversione e rigenerazione energetica". Gli interventi, finalizzati alla promozione dell’ecoefficienza ed alla riduzione dei consumi di energia primaria negli edifici e nelle strutture pubbliche, riguardano in particolare l’ammodernamento degli impianti irrigui del territorio.
Si tratta di un passo importante verso l’efficientamento energetico del sistema dei campi-pozzo Vulsini Olpeta. Questi lavori consentiranno non solo di ridurre i consumi energetici, ma anche di abbattere i costi legati all'irrigazione del 15%, con un conseguente beneficio per le comunità agricole.
I lavori, per un importo complessivo di € 1.004.235,00, interesseranno diversi impianti irrigui, situati nelle località Cavamerli, Montepetrocco, Poderetto, Valle delle Viti, La Fratta, Montammara, Salcinella, Facianello e Valle Tafano; è previsto l’ammodernamento dei sistemi elettromeccanici di captazione e distribuzione dell'acqua, nonchè l’installazione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e l'ottimizzazione dei consumi energetici.
Questo è solo il primo gruppo di interventi, che andrà in gara: complessivamente sono 11 i progetti candidati dall’ente consortile all'interno del P.O.R. (Piano Operativo Regionale) di Regione Lazio e di cui i primi 9 sono già pronti per le gare di appalto; gli ultimi due interventi saranno avviati entro l'estate.
I lavori previsti non solo modernizzeranno i sistemi elettromeccanici di captazione e distribuzione dell'acqua, ma porteranno anche ad una significativa riduzione delle emissioni inquinanti ed all'ottimizzazione dei consumi energetici attraverso l'utilizzo di tecnologie “intelligenti” di telecontrollo e gestione energetica.
TOSCANA: PIANO ATTIVITA’ BONIFICA 2025 TRASMESSO ALLA REGIONE
Ci sono circa diciannove milioni di euro a disposizione dal Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in Lucchesia) per le attività di progettazione, presidio, vigilanza, manutenzione ordinaria del reticolo idraulico consortile nelle province di Massa Carrara e Lucca, nonchè per alcuni comuni di Pisa e Pistoia: si tratta del Piano delle Attività di Bonifica 2025, dove sono messi in fila e dettagliati tutti gli interventi, che saranno eseguiti nell’anno a venire (chilometro dopo chilometro, impianto per impianto), grazie al contributo di bonifica, versato ogni anno dai consorziati e che torna quindi al territorio in forma di riduzione del rischio idraulico e tutela dell’ambiente.
Tale documento è stato trasmesso alla Regione Toscana per l’approvazione di competenza. Il comprensorio consorziale è un territorio vasto e complesso con un reticolo idraulico consortile, che supera i settemilaottocento chilometri distribuiti su oltre trecentomila ettari con molti canali a carattere torrentizio; ci sono poi molteplici opere (briglie, dighe, sbarramenti), che richiedono un’attenta programmazione degli interventi di manutenzione.
Il Piano delle Attività di Bonifica, suddiviso per quelle che sono chiamate unità operative (Versilia, Massa Carrara Lunigiana, Valle del Serchio, Pianura Lucchese e del Bientina), indica quali sono i corsi d’acqua con le relative “carte di identità” del rischio e degli interventi da operare in sintonia con la tutela dell’ambiente, grazie alle attività di “manutenzione gentile”.
Il P.A.B. aiuta anche l’economia agricola: rispetto ad una spesa complessiva, che solo per i corsi d’acqua supera i quindici milioni di euro, fino al 70% dei lavori viene affidato ad imprese e cooperative agricole, che conoscono bene i corsi d’acqua ed i luoghi, in cui vivono e lavorano. Per le aree montane sarà attivato un costante monitoraggio anche con l’uso di un drone sulle zone particolarmente impervie e non facilmente accessibili.
Inoltre, in particolare per Massa Carrara e Versilia, saranno messe in campo tutte le attività necessarie a ridurre il rischio del trasporto verso il mare, durante la stagione balneare, del materiale di risulta a seguito delle operazioni di manutenzione idraulica.
Infine, ulteriori tre milioni di euro circa sono destinati alle attività di esercizio e vigilanza su opere idrauliche quali impianti idrovori e paratoie.
MARCHE: COSTANTE PREVENZIONE
Il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) ha realizzato i lavori di pulizia sul fiume Tavollo, lungo un tratto di circa due chilometri al confine fra i comuni di Gradara e San Giovanni Marignano: su entrambe le sponde erano presenti canneti e rovi; piante pendenti ed alberatura caduta e depositata in alveo causava un restringimento della sezione di deflusso.
Si è quindi intervenuti con la trinciatura di rinnovo della vegetazione presente lungo le sponde, il taglio delle piante secche, la rimozione delle ostruzioni causate da accumulo di materiale legnoso e limoso/litoide in alveo, il rinforzo delle sponde.
Il materiale di risulta è stato poi allontanato dall'area di esondazione. L’intervento ha richiesto ha messo in sicurezza l’area in previsione del maltempo dei prossimi mesi.
TOSCANA: LAVORI SU MURI INTERNI IN ALVEO
Un lavoro continuo di anno in anno, tratto dopo tratto, corso d’acqua per corso d’acqua: così il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) sta affrontando il risanamento delle murature presenti lungo i corsi d’acqua, specie nella piana tra Prato e Pistoia.
Da anni ormai va avanti un lavoro di restauro fondamentale per la tenuta delle sponde e degli argini e dunque per la sicurezza idraulica, ma anche per la bellezza paesaggistica del territorio. Il più recente di questi lavori rientra nell’ambito di un più ampio accordo quadro per interventi di manutenzione ordinaria delle opere murarie dei torrenti Bure e Brana nei comuni di Pistoia, Agliana e Montale; in particolare si è provveduto alla chiusura di una tana di animali nell’arginatura e per il risanamento di tratti dei muri interni.
Ultimati questi lavori si procederà con un altro intervento per il risanamento di un ulteriore tratto del muro interno del torrente Bure (investimento: 77.000 euro) e poi ancora su altre murature interne del torrente Ombrone Pistoiese: tutto con risorse derivanti dal contributo di bonifica e che si trasformano in maggiore sicurezza idraulica del territorio.
VENETO: MALTEMPO L’AGRICOLTURA SOCCORRE I CENTRI ABITATI MA DIMEZZA IL FATTURATO
Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) ha riunito, a Santo Stefano di Zimella, Sindaci del comprensorio, rappresentanti del comparto agricolo e rappresentanti delle Istituzioni regionali in un confronto pubblico dal titolo “Bonifica sotto le Stelle.
Agricoltura e sicurezza idraulica: la sostenibilità dei territori”. L’iniziativa è stata occasione per fare il punto su un 2024 finora fortemente condizionato dai cambiamenti climatici, in particolare dalle forti piogge, che soprattutto tra Maggio ed inizio Giugno hanno comportato allagamenti alle campagne con danni alle coltivazioni; tra i territori maggiormente colpiti figura il Veneto centrale (tra le province di Vicenza e Verona), area nevralgica per la presenza di importanti infrastrutture viarie, zone industriali e campagne.
Proprio l’agricoltura del comprensorio Alta Pianura Veneta è stata posta al centro della riflessione; in più occasioni, infatti, le aree agricole si sono “sacrificate” per accogliere le piene di fiumi e canali ed evitare allagamenti ai centri abitati ed alle aree industriali.
Tale sacrificio ha permesso di contenere i danni e preservare l’incolumità delle persone, ma è stato tutt’altro che indolore per il comparto agricolo, che più di ogni altro subisce le conseguenze della crisi climatica: risale ad appena 2 anni fa, infatti, la più grave siccità riscontrata in Veneto a memoria d’uomo.
Un dato emerso nel convegno è, in particolar modo, emblematico: le province di Verona e Vicenza, negli allagamenti di Maggio e Giugno u.s., hanno riportato danni all’agricoltura per 4.050.000 euro su un potenziale di produzione vendibile lorda di 9.319.000 euro: vale a dire che gli agricoltori, colpiti dal maltempo in questa parte di Veneto, hanno perso il 43,5% del fatturato.
Ciò che unanimemente è emerso dall’incontro, è la necessità di ampliare la tipologia di strumenti economici a tutela del reddito dell’agricoltura e di infrastrutturare il territorio con opere di adattamento al cambiamento climatico, ad iniziare dagli invasi.
VINCENZI NEL VERONESE
Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà venerdì 18 Ottobre p.v. all'inaugurazione dell'intervento di efficientamento del canale adduttore di Sommacampagna e la riconversione irrigua con utilizzo a fine idroelettrico del salto esistente lungo il canale nei comuni di Sommacampagna e Villafranca di Verona; l'evento è organizzato dal Consorzio di bonifica Veronese.
L' appuntamento è dalle ore 9.30 alla cantina Piona in località Casa di Villafranca di Verona.
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