Anno XXVI, n. 35 lunedì, 23 settembre 2024

ANBI A DIVINAZIONE EXPO PER IL G7 AGRICOLO

Grazie all’impegno organizzativo di ANBI Sicilia, i Consorzi di bonifica ed irrigazione italiani sono presenti con uno stand a “Divinazione Expo”, allestito  a corollario del “G7 Agricoltura”, in corso di svolgimento a Siracusa fino al 29 Settembre; in tale spazio è allestita una mostra di “scatti” partecipanti al Concorso Fotografico “Obiettivo Acqua” organizzato da ANBI, Coldiretti e Fondazione Univerde.
Giornata clou per l’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue sarà giovedì 26 Settembre, in cui sarà organizzato il convegno “L’Italia e la gestione dell’acqua nel Mediterraneo: innovazioni e scelte politiche sostenibili” (dalle ore 11.00, nell’area espositiva n.36 del Foro Vittorio Emanuele II a Marina di Ortigia). Interverranno: Francesco Lollobrigida, Ministro Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste; Francesco Vincenzi, Presidente ANBI; Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario per l’Adozione di Interventi Urgenti connessi al Fenomeno della Scarsità Idrica; Andrea Rocchi, Presidente CREA – Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti; Attilio Toscano, Professore Ordinario Idraulica Agraria e Sistemazioni Idraulico-Forestali – ViceDirettore Distal Università Bologna; Salvatore Barbagallo, Assessore Agricoltura e Sviluppo Rurale Regione Sicilia; Edy Bandiera, CiceSindaco Comune Siracusa; Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Nello stesso stand, con inizio alle ore 19.00, si terrà infine il concerto ”Il respiro dell’acqua” con il chitarrista-compositore, Andrea Vettoretti, caposcuola della corrente musicale “New Classical World” e Direttore Artistico del Festival Internazionale delle Due Città (Venezia-Treviso).


MALTEMPO IN ROMAGNA E BOLOGNESE: I CONSORZI DI BONIFICA IN AZIONE DALLE PRIME ORE DELL’EMERGENZA

Il terzo fenomeno alluvionale in meno di 16 mesi ha messo in ginocchio ancora una volta la Romagna e parte del Bolognese, territori già alle prese con una faticosa, quanto complessa opera di ricostruzione e rigenerazione capillare delle aree colpite dopo i fenomeni del Maggio 2023.
L’allerta diramata dalla Protezione Civile aveva già messo in allarme, dalla giornata di mercoledì 18 Settembre scorso, i Consorzi di bonifica del territorio, che avevano immediatamente disposto l’impiego di tutte le proprie forze e la contestuale attivazione nei punti strategici sia degli impianti idrovori che delle pompe mobili per lo scolo delle acque in eccedenza dalla propria rete di canalizzazioni artificiali.
Non operando direttamente sull’equilibrio complessivo dei flussi nei corsi d’acqua naturali, i Consorzi di bonifica Romagna, Romagna Occidentale, Renana e CER-Canale Emiliano Romagnolo, in stretta collaborazione con le Prefetture, la Regione Emilia-Romagna e le Amministrazioni Locali hanno fatto quanto possibile per consentire che le manovre idrauliche svolte fossero comunque in grado di smaltire il maggior quantitativo possibile di acque.
In svariati casi si segnala che anche molti cantieri consorziali per la realizzazione di opere idrauliche necessarie sono stati allagati. Nel frattempo, è scattata la solidarietà da parte dei vicini Consorzi di bonifica emiliani e veneti, che stanno supportando operativamente le maestranze degli enti consortili colpiti, offrendo il loro concreto aiuto con uomini e mezzi.
L’impegno dei Consorzi di bonifica è  proseguito “full time”, 24 ore su 24, fino alla fine dell’emergenza.


LA CRISI CLIMATICA E’ CONSOLIDATA: DALL’INIZIO DELL’ANNO QUASI DUEMILA EVENTI ESTREMI SULL’ITALIA

VINCENZI: “BISOGNA ACCELERARE, MA SI STA LAVORANDO.SERVE PERO’ UN PIANO NAZIONALE PLURIENNALE DI MANUTENZIONE DEL TERRITORIO”

NASCERA’ A FERRARA UN LABORATORIO BONIFICA-IMPRESE PER LA PREVENZIONE IDROGEOLOGICA

“E’ una verità scomoda, ma che va detta per rispetto verso chi sta soffrendo le conseguenze di nuove alluvioni: è dagli anni ’80 che in Italia manca la pianificazione nazionale di interventi per la prevenzione idrogeologica, privilegiando di intervenire con fondi per le emergenze. E’ quanto sta accadendo anche in Romagna, dove stiamo operando in sintonia con la Struttura di Missione governativa, guidata dal generale, Figliuolo. Si sta lavorando, ma nessuno, però, ha la bacchetta magica soprattutto di fronte al ripetersi di violenti eventi meteo a distanza  di soli pochi mesi”: ad affermarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
L’Osservatorio ANBI Risorse Idriche rende noto che, dall’inizio dell’anno al 15 Settembre 2024, sull’Italia si sono già registrati 1899 eventi estremi: 212 tornado (52 nella prima metà di Settembre, il 71% sulle coste tirreniche), 1023 nubifragi (157 nella prima metà di Settembre, il 91% sulle regioni del CentroNord), 664 grandinate con chicchi di grandi dimensioni (37 nella prima metà di Settembre, record in Versilia con chicchi di diametro fra cm.7 e cm.9). Secondo i dati dell’European Severe Weather Database, tutte e tre le evenienze meteo hanno colpito in Settembre l’area orientale dell’Emilia Romagna.
“E’ un dato, su cui occorre riflettere, perchè spiegherebbe il ripetersi di un alluvione a soli 16 mesi dalla disastrosa inondazione di Maggio 2023: se l’Italia è l’hub mediterraneo della crisi climatica, sulle aree costiere dell’Adriatico convergono probabilmente fenomeni atmosferici incompatibili e scatenanti piogge torrenziali, che esaltano l’inadeguatezza dell’attuale rete idraulica.” Ad evidenziarlo è stato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano che, assieme al General Manager di Remtech Expo, Silvia Paparella, ha annunciato: “Per questo, abbiamo deciso di avviare in Fiera a Ferrara, un laboratorio espositivo, in cui annualmente presentare soluzioni nel campo della salvaguardia idrogeologica.”
“E’ il primo, che nascerà in Italia per elaborare progetti di rigenerazione del territorio, sviluppando la collaborazione fra il know-how dei Consorzi di bonifica e l’innovazione prodotta nel mondo imprenditoriale – ha aggiunto Stefano Calderoni, Presidente Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara – Ora, comunque, bisogna rimboccarsi le maniche e continuare ad operare, scevri da polemiche, perché la partita è molto impegnativa da ogni punto di vista.”
“Ciascuno deve fare la propria parte, consci che il rischio zero non esiste – ha concluso Vincenzi – C’è bisogno di una grande azione di prevenzione civile: dalla manutenzione e realizzazione di infrastrutture idrauliche ad una maggiore e diffusa cultura dell’acqua; le nostre proposte sono a servizio del Paese. Intanto, l’impegno dei Consorzi di bonifica prosegue per far defluire l’acqua dai territori.”

                                                                                                        

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

IL CICLONE BORIS ED IL DISASTROSO PARADOSSO METEO DELL’ITALIA: L’INSTABILITA’ CONSOLIDATA

ANBI: “LO DICONO I FATTI: IL TEMPO DELLE INCERTEZZE E’ SCADUTO. DOBBIAMO IMPARARE A DIFENDERCI DA EVENTI ATMOSFERICI SEMPRE PIU’ VIOLENTI E LOCALIZZATI. SERVE UNA CULTURA DELLA PREVENZIONE CIVILE”

Sono stati giorni d’emergenza e grande preoccupazione lungo tutta la Penisola per l’inversione di rotta del ciclone Boris che, dopo aver devastato l’Europa continentale (alluvioni in 8 Stati e 21 vittime) ha raggiunto le coste italiane.
Oltre alle alluvioni in Emilia Romagna e Marche, le conseguenze sull’Italia sono state evidenti: sull’Appennino emiliano-romagnolo si sono registrate cumulate di pioggia fino ad oltre trecentocinquanta millimetri (sulla città di Faenza mm. 185 nelle 48 ore); il livello dei fiumi è rapidamente salito provocando numerose tracimazioni.
Su Torremaggiore nella pugliese Capitanata, dove l’irrigazione è stata sospesa per mancanza di riserve idriche, un nubifragio ha riversato, in soli 30 minuti, 65 millimetri d’acqua, superando mm. 84 dopo 1 ora e mezza e provocando un morto; l’incredibile è che è piovuto solo su quel comune perché, a soli 7 chilometri di distanza, su San Severo, in 36 ore la cumulata pluviometrica è stata di  appena 1 millimetro!
“Questa estrema parcellizzazione delle piogge fa sì che la Capitanata continui a veder ridurre le proprie esangui risorse idriche, nonostante i disastrosi rovesci, a dimostrazione che questi fenomeni violenti e localizzati su terreni inariditi  non giovano nemmeno alla ricarica degli acquiferi” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Di positivo c’è solo da segnalare il leggero aumento dei volumi dell’invaso Capacciotti, che recupera in una settimana poco più di un milione e mezzo di metri cubi d’acqua; per il resto, la residua risorsa ancora trattenuta nei bacini è poco più del 13% della capacità complessiva. Oltre alla provincia di Foggia, anche il Salento ha potuto saggiare la furia di Boris con piogge torrenziali, che hanno messo in ginocchio alcuni comuni del “tacco d’Italia”: Porto Cesareo, mm. 127 in 5 ore; Salice Salentino, mm. 142, vale a dire un quantitativo d’acqua pari a quasi il 70% di quanto è piovuto su quelle zone dall’inizio di quest’anno ad Agosto.
Altra regione colpita dal passaggio del ciclone Boris sono state le Marche, che fino a poco prima vedevano abbassarsi i livelli dei fiumi, che in larga parte restavano addirittura inferiori a quelli del recente, siccitoso passato: su tutti la Potenza e l’Esino.
Anche l’Abruzzo è stato colpito dalla perturbazione sulla Penisola; l’auspicio è che le eccezionali cumulate registrate su alcune località della costa pescarese e teatina (Pescara: mm. 95,8 d’acqua in 5 ore; Francavilla: mm.81,8 in 4 ore; Ortona, mm. 67 in 2 ore e mezza), oltre agli inevitabili danni e disagi per la popolazione, contribuiscano a rivitalizzare corpi idrici, devastati da una delle annate più siccitose della storia recente.
“Aldilà delle polemiche sugli errori del passato e sulle farraginosità attuali, in attesa dei necessari finanziamenti per ridurre il rischio idrogeologico e dei tempi necessari a realizzare le opere, il succedersi delle emergenze dimostra che c’è necessità di un’urgente, diffusa coscienza di prevenzione civile: bisogna imparare a non essere solo in balia degli eventi, ma a ridurne il danno. Dobbiamo far sì che il discrimine fra un evento meteo estremo ed una tragedia non sia solo il caso, ma la nostra capacità di gestirlo a tutti i livelli”: ad affermarlo è stato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, analizzando l’andamento di fenomeni meteo sempre più violenti in un Mediterraneo, ormai definito un laboratorio della crisi climatica.
In Umbria non sono servite le piogge di Settembre a dare respiro ad un lago Trasimeno ormai quasi asciutto: l’altezza delle acque non riesce a risalire da – m.1,56, che è inferiore di ben 36 centimetri al limite minimo, sotto cui non dovrebbe mai scendere, pena la vita dell’ecosistema. Restano sostanzialmente stabili le portate dei fiumi Chiascio, Paglia e Topino.
Nel Lazio cresce il fiume Tevere a Roma, la cui portata  è ora in linea con la media del periodo; in calo, invece, Aniene e Velino, mentre stabile è la Fiora. A fronte di un ulteriore abbassamento del livello del lago di Bracciano, la cui altezza idrometrica è ora di -m.1,30 ,si registra, dopo un lunghissimo periodo di costante calo, un’inversione di tendenza per quanto riguarda il livello dello specchio lacustre di Castelgandolfo, che finalmente recupera 7 centimetri, attestandosi a m. 2,14; resta invariata l’altezza del lago di Nemi che, a differenza dell’altro bacino dei Castelli Romani, sembra non aver tratto alcun beneficio dalle piogge delle settimane scorse (è ancora 40 centimetri più basso dello scorso anno).
In Campania, nubifragi si sono registrati sulla Costiera Amalfitana e sull’entroterra salernitano (ad Agerola, mm.50 in un’ora così come a Nocera Superiore ed in altri comuni della zona). Tra i fiumi si segnala una crescita repentina del Sarno, il cui livello è salito di m. 1,10 in un’ora per poi tornare alle altezze consuete.
Scendendo più a  Sud, si continua a parlare di crisi idrica con i volumi dei bacini lucani sempre più in profondo rosso con ulteriore riduzione di circa sette milioni di metri cubi nella risorsa idrica  stoccata. Nel grande invaso di monte Cotugno rimangono 74 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di una capacità di mln. mc.  482. In totale, nei bacini della Basilicata, la risorsa rimanente è inferiore ai centocinquantatre milioni di metri cubi, cioè oltre centosettantacinque milioni meno dell’anno scorso.
In Calabria aumenta la portata del fiume Coscile, mentre si riduce quella del Lao e dell’Ancinale, che però mantiene flussi straordinariamente abbondanti.
Sardegna e Sicilia sperano nelle piogge settembrine per allentare  una crisi idrica senza precedenti.
Per quanto riguarda il Nord Italia, in Valle d’Aosta si riducono vistosamente le portate della Dora Baltea, così come quelle del torrente Lys.
In Piemonte tornano al di sotto dei valori medi di Settembre le portate dei corsi d’acqua Tanaro, Stura di Lanzo e Toce mentre, nonostante una decisa riduzione, i livelli della Stura di Demonte restano al di sopra della media.
Le perturbazioni di inizio Settembre hanno rimpinguato ulteriormente le riserve idriche della Lombardia, che ora si attestano a 1544 milioni di metri cubi stoccati  con un surplus di quasi il 10% sulla media.
Fatta eccezione per il lago di Como, gli altri bacini regolati hanno percentuali di riempimento, superiori alla media del periodo.
In Veneto tornano a crescere i flussi d’acqua nei fiumi: Adige a +88% sulla media, Bacchiglione con portata quasi triplicata rispetto a quella solita del periodo, mentre circa doppia è quella di Livenza e Brenta.
Sempre a NordEst, il Friuli Venezia Giulia è stato vittima di una serie di nubifragi con cumulate fino a mm. 88 in 3 ore (a Cormons).
E’ decrescente la portata del fiume Po a monte, addirittura dimezzata in alcuni tratti, mentre a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, è invece abbondantemente sopra la media.
Infine, dopo la crescita dovuta alle abbondanti piogge, in Liguria si abbassano i livelli dei fiumi  con Entella e Magra, che tornano sotto alla media del periodo.


VENETO: RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE URBANA

Sono in fase di esecuzione i lavori del secondo e terzo lotto del progetto di riqualificazione ambientale del basso corso del fiume Marzenego – Osellino, a Mestre. Il progetto esecutivo prevede il risezionamento e la sistemazione delle sponde dal ponte per un’estensione di circa quattro chilometri e mezzo.
Gli obiettivi sono molteplici a partire dal consentire la navigazione dei natanti e dall’incrementare la sezione d’alveo per il deflusso delle piene; si provvede inoltre a rimuovere i sedimenti inquinanti, stabilizzare le sponde franate, riordinare i posti barca, il tutto mantenendo la rilevanza naturalistica del corso d’acqua.
Nello svolgimento dei lavori, il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede proprio a Venezia Mestre) garantisce,  per quanto possibile, di salvaguardare la vegetazione sul lato lagunare, creando un andamento sinuoso delle rive, mantenendo un habitat ideale per la nidificazione del gruccione, inserendo plantumazioni di canneto nelle zone golenali ed una biorete in fibra di cocco, così da favorire il costituirsi di un microclima e habitat naturale, che tutelino e migliorino la biodiversità.
Gli interventi in corso d’opera prevedono anche la creazione di aree golenali ed il rinforzo degli argini per garantire la sicurezza idraulica dei centri abitati e delle aree agricole a Nord dell’Osellino; nel risezionamento degli argini, inoltre, si tiene conto di una futura realizzazione della pista ciclabile ad integrazione di percorsi già esistenti o previsti in altri progetti.
Per realizzare l’intervento complessivo sull’Osellino (suddiviso in 5 lotti) è previsto un importo di quasi trenta milioni di euro, di cui oltre la metà per i lotti 2 e 3 in attuazione.


EMILIA ROMAGNA: UNA STAGIONE IRRIGUA INZIATA PRIMA E TERMINATA DOPO

Al termine di una stagione irrigua positiva, che ha beneficiato delle abbondanti precipitazioni primaverili e di inizio estate, dopo oltre 180 giorni il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha comunicato che sono iniziate le operazioni di svaso dei canali consortili, che si protrarranno progressivamente sino al mese di ottobre.
Rispetto agli anni precedenti, la stagione 2024 è stata condizionata da un avvio anticipato a causa dei fenomeni di brina e da una conclusione posticipata per poter consentire l’approvvigionamento irriguo delle risaie.


TOSCANA: SPAZZINI DELL’AMBIENTE

Lo scheletro di un vecchio computer carico di ruggine e di anni, sepolto in un cumulo di bottiglie di vetro e di plastica, ai margini del fiume Arno, scolpisce l’immagine di un mal costume ancora dilagante, che compromette l’ambiente, inquina il fiume, amplifica il rischio idrogeologico e “sfregia” il paesaggio bello e misterioso, che molti vogliono caratterizzato dalla mano di Leonardo.
A Ponte Buriano, alle porte di Arezzo, decine di volontari, armati di sacchi, guanti e pinze hanno passato al setaccio centinaia di metri di sponde per liberarle dai rifiuti. Ancora una volta “Puliamo il Mondo”, la grande operazione di pulizia promossa dalla locale Legambiente, in collaborazione con il Comune di Arezzo ed il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede in città) ed alle associazioni del territorio, si è purtroppo conclusa con il solito ricco bottino: quintali di sudicio raccolto in poche ore da bambini, giovani ed adulti.
La straordinaria mobilitazione quest’anno si è inserita nella cornice di “Splasticando i fiumi”, la campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono delle plastiche, ideata dall’ente consorziale e sostenuta dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, potendo contare anche sull’alleanza con “Argini puliti”, l’operazione di pulizia ambientale, voluta da Fondazione Arezzo Intour con l’Associazione T-Rafting; comuni gli obbiettivi: un ambiente migliore per tutti ed un corso d’acqua più sano.


EMILIA ROMAGNA: ESCURSIONE GUIDATA

Il 2024 è l’anno, in cui si festeggiano i 90 anni dall’inaugurazione della diga di Mignano (Vernasca), un’opera che, dalla sua entrata in funzione, continua ad essere strategica per la Val d’Arda.
Costruita per trattenere acqua utile all’agricoltura, contribuisce alla sicurezza idraulica dei territori di valle e approvvigiona risorsa per le famiglie di 7 comuni; negli anni è diventata un simbolo della valle, di cui è a monte e per questo è anche utilizzata come luogo per eventi ludici e sportivi. Per celebrare questa ricorrenza, il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede nl capoluogo) ha organizzato una camminata alla scoperta dell’Alta Val d’Arda e della sorgete del torrente che, più a valle, è sbarrato proprio dalla diga di Mignano; co-organizzatore dell’iniziativa è stato il Comune di Morfasso ed  a rendere la mattina ancora più ricca di significato è stata la presenza del Vescovo della Diocesi di Piacenza – Bobbio, Adriano Cevolotto che,  arrivati alla sorgente del torrente Arda, ha impartito una benedizione al sito, all’acqua ed a tutti quelli che se ne prendono cura. A guidare il nutrito gruppo di camminatori c’era il gruppo “EVA – esploratori Val d’Arda”, che ha impostato il percorso in modo da toccare i punti più panoramici (l’oratorio di Sant’Anna; la diga di Mignano; i campanili di Pedina e Settesorelle; la Rupe dei tre gradini; i monti Lama, Castellaccio, Groppo di Gora, Menegosa, Cravola e Carameto) per arrivare al punto più alto (m.1.232 s.l.m.) con la sorgente dell’Arda, che è considerata tale, in quanto la più alta tra una serie di risorgive (in dialetto piacentino dette “sortum”).
Le risorse che servirebbero per una completa messa in sicurezza e per il soddisfacimento di ogni esigenza, purtroppo, sono infinite ed esulano dalla capacità contributiva del territorio. Per questo l’ente consortile fa programmazione e provvede ad acquisire ulteriori risorse messe a disposizione da Europa, Ministeri e Regione ER, tramite bandi.
In questi anni si è creata una sinergia importante tra i Comuni del territorio piacentino e l’ente consorziale: insieme per mantenere e migliorare le strutture esistenti, perché di una solida montagna ne giova anche la pianura.


TOSCANA: PERCORSI D’ACQUA CON LIBRI’

Nel primo giorno di scuola per la Toscana, il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) ha lanciato una nuova proposta didattica professionalmente strutturata e completamente gratuita per le scuole primarie delle province di Firenze, Prato e Pistoia.
Il progetto educativo “Percorsi d’acqua”, dedicato ai fiumi ed alla tutela del territorio, è focalizzato a far conoscere i temi della difesa del suolo e della prevenzione del rischio idraulico; racconta l’impegno quotidiano dell’ente consortile nella gestione e manutenzione dei corsi d’acqua per garantire la sicurezza idraulica. Grazie al progetto, bambine e bambini impareranno ad osservare e conoscere meglio i corsi d’acqua, che li circondano e come i fiumi siano l’esempio del rapporto millenario tra l’uomo e la natura.
Il progetto didattico prevede la possibilità per le classi di ricevere gratuitamente un kit educativo cartaceo, che contiene una serie di materiali per i docenti, la classe e gli alunni. Il kit cartaceo è integrato da risorse digitali da visualizzare sulla LIM e dalla possibilità di organizzare un’uscita a livello locale per completare il percorso con un’esperienza sul campo.
Il kit è composto da una guida per gli insegnanti di 24 pagine, con numerose proposte di attività da realizzare in classe o a casa; un grande poster illustrato da appendere con i contenuti salienti sul tema; 25 passaporti pieghevoli da distribuire agli alunni per tenere traccia del percorso educativo e per una continuità scuola-famiglia; risorse digitali ad accesso libero (video).
“Percorsi d’acqua” è la proposta didattica dedicata ai fiumi, con un punto di vista inusuale, perché orientato al complesso tema della difesa del suolo e della prevenzione dal rischio idraulico, emergenze sempre più frequenti sul territorio, anche a causa dei cambiamenti climatici in atto.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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