MARTEDI’ 25 GIUGNO: CONFERENZA STAMPA FOCUS ANBI STATO IDRICO ITALIA
Di fronte alla drammatica siccità, che sta condizionando non solo l’agricoltura ma l’economia delle regioni nel Sud Italia, assume nuova rilevanza il “Focus sullo stato idrico del Paese” organizzato martedì 25 Giugno p.v. dalle ore 11.00 in occasione della conferenza stampa convocata nella sede ANBI, a Roma, per la presentazione dell’Assemblea Nazionale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione in programma ad inizio Luglio nella Capitale. Interverranno: Francesco Vincenzi, Presidente ANBI; Paolo Sottocorona, meteorologo; Fabrizio De Filippis, consulente ISMEA e già professore Università Roma Tre; Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
SICCITA’: INFERNO SICILIA. BASILICATA E PUGLIA ASSETATE MA È ALLARME ANCHE NELL’ITALIA CENTRALE
VINCENZI: “SI STA CONSUMANDO UN DRAMMA NELL’ITALIA ASSUEFATTA ALLA CULTURA DEI DISASTRI”
“Quanto si sta registrando in Sicilia, ma che progressivamente sta risalendo dal Meridione all’Italia centrale, ha caratteristiche peggiori delle scorse, grandi siccità del Nord, ma sta incontrando una minore attenzione dell’opinione pubblica: mai era successo di dover abbattere capi animali per l’impossibilità di alimentarli e dissetarli! Purtroppo, ci stiamo assuefacendo alla cultura del disastro.”
È drammatico l’allarme nelle parole del Presidente, Francesco Vincenzi, di fronte ai dati diffusi dall’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
Secondo quanto pubblicato dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia al 27 Maggio, dei 288,95 milioni di metri cubi allora trattenuti dalle 29 dighe dell’Isola, l’acqua realmente disponibile nei bacini (dalla capacità già ridotta dall’incuria per la grande presenza di sedime sui fondali) era poco più della metà (mln.mc.154,23 ), dovendo sottrarre, ad esempio, i volumi destinati alla sopravvivenza dell’ittiofauna, quelli di sicurezza dell’invaso e quelli destinati ad un’accelerata evaporazione; nel dettaglio, in 11 dei 29 grandi serbatoi siciliani, il volume utilizzabile oscillava tra 0 ed 1 milione di metri cubi, mentre in altri cinque era tra 1 e 2 milioni.
“Considerato che dal 27 Maggio non ci sono state piogge significative sulla Sicilia – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - è presumibile che l’acqua rimanente in oltre la metà dei bacini dell’Isola sia di fatto inutilizzabile. Al netto delle responsabilità della politica, incapace di rispondere adeguatamente all’incedere della crisi climatica, lo scenario, avvalorato dall’European Drought Observatory (E.D.O.), è di un allarme rosso per la grande aridità, anticipatrice della desertificazione, su oltre il 50% dei territori in Sicilia, Puglia e Basilicata, cui aggiungere zone costiere di Calabria e Sardegna, nonché zone localizzate lungo la dorsale appenninica e la fascia adriatica.”
Emblematica è la condizione del lago di Pozzillo, in provincia di Enna: al 23 Luglio del siccitosissimo 2021 conteneva circa sei milioni di metri cubi d’acqua(vedi foto allegata); al 27 Maggio 2024 (quindi quasi due mesi prima), nel bacino di Pozzillo restavano soltanto mln. mc. 5,69 e di questi solamente 690.000 metri cubi erano a disposizione degli utilizzatori. Con temperature stabilmente sopra i 30° fino a toccare i 40°, senza piogge all’orizzonte e pur senza prelevare più nulla, è drammatico immaginare cosa diventerà quell’invaso a fine Luglio con stravolgenti impatti sull’economia locale. Non è più rosea la condizione delle acque sotterranee, soprattutto nella Sicilia orientale: alle pendici dell’Etna l’abbassamento della falda è stimabile in 20 metri (fonte: SIDRA); nel Catanese, abbassamenti altrettanto significativi si registrano anche nel Calatino. La falda di Fiumefreddo, da cui dipende l’approvvigionamento idrico del 70% della città di Messina, si è abbassata di almeno quindici metri ed il livello si è pericolosamente avvicinato a quello, sotto il quale non si può più prelevare (fonte: AMAM). La situazione è talmente grave che dai verbali dell’Autorità di bacino si evince come all’ordine del giorno ci sia anche la ripresa dei prelievi idrici da pozzi contaminati da nitrati, previa la depurazione delle acque prima del loro utilizzo. Ciò potrà interessare soprattutto le zone turistiche, dove sono attesi oltre 10 milioni di ospiti nel periodo di alta stagione.
Detto questo, il report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche ricalca la situazione delle settimane più recenti.
Ad eccezione del Lario, i grandi laghi dell’Italia settentrionale rimangono nettamente sopra le medie stagionali ed il Maggiore addirittura al limite della capacità; la portata rilasciata complessivamente insieme a Sebino e Benaco resta enorme: 1353 metri cubi al secondo, cioè sufficiente da sola ad alimentare il fiume Po! In Valle d’Aosta è in calo la portata della Dora Baltea, che comunque mantiene un flusso superiore del 52% alla media; diminuisce anche il flusso idrico nell’alveo del torrente Lys. In Piemonte, dove gli invasi della Baraggia (Ravasanella, Ostola, Ingagna) trattengono 16,7 milioni di metri cubi d’acqua (valore ben maggiore rispetto alla media del periodo), sono in calo le portate dei fiumi, che però si mantengono in linea con le medie mensili.
In Lombardia, portate ancora eccezionali per il fiume Adda, nel cui alveo scorrono attualmente 429 metri cubi al secondo contro una media del recente quinquennio pari a mc/s 266. Le riserve idriche regionali, grazie agli invasi colmi e soprattutto ai 1367,4 milioni di metri cubi trattenuti nella neve ancora presente (+110% sulla media), sono superiori del 38,3% al consueto. In Veneto la fusione nivale unitamente all’instabilità atmosferica dei giorni scorsi sono le ragioni degli straordinari valori di portata, rilevati nei vari bacini fluviali: Adige, mc/s 665 ca. (+88% sulla media); Brenta mc/s 132.55 (+53%); Bacchiglione, mc/s 40,85 (+54%). Tra i fiumi dell’Emilia-Romagna crescono solamente la Secchia, il Panaro e l’Enza; in calo, a dispetto delle abbondanti piogge di Maggio (+150% nei settori più occidentali) ed a dimostrazione del carattere sempre più marcatamente torrentizio dei fiumi appenninici, sono le portate della Trebbia, del Taro e della Nure ridiscese al di sotto dei valori medi del periodo. Sui bacini di pianura e montagna della Romagna meridionale permane una condizione di deficit pluviometrico (-30% di pioggia a Maggio) ed una marcata aridità (contenuto idrico del suolo) nella prima collina ed in pianura (fonte: ARPAE).
La portata del fiume Po permane sopra la media lungo tutta l’asta: a Pontelagoscuro, il Grande Fiume mantiene un flusso di oltre duemilaseicenosedici metri cubi al secondo (+45% sulla media). In Liguria calano invece vistosamente i livelli dei fiumi Entella, Magra, Vara ed Argentina; sono confortanti comunque le riserve idriche, trattenute dalla diga di Brugneto: circa 25 milioni di metri cubi, cioè il massimo invasabile. In Toscana scendono sotto media le portate di tutti i fiumi con l’Arno a -35% e l’Ombrone dimezzato. Le piogge primaverili hanno però consentito un buon accumulo di riserve idriche (+20%): l’invaso del Bilancino è al 98% del volume invasabile, Montedoglio trattiene 121 milioni di metri cubi, mentre i volumi cumulati nei bacini Levane e La Penna corrispondono all’88% della capacità; sono al 92% di riempimento anche gli invasi nel bacino del Serchio e quasi colmo è il serbatoio di Calcione, nel senese.
Nelle Marche il livello dei fiumi Potenza, Esino, Tronto è mezzo metro più basso del 2023 ed insieme alla Nera registrano livelli idrometrici più esigui dello scorso quinquennio. In Umbria continua a ridursi l’altezza idrometrica del lago Trasimeno, che ora è 15 centimetri sotto il livello minimo vitale; è inoltre cm. 25 più basso dell’anno scorso e segna ben cm. 82 sotto la media storica. Non vanno meglio i fiumi, che sono tutti ampiamente sotto media. Grave è anche la situazione, che si va delineando nel Lazio, dove il fiume Tevere è a poco più del 55% della portata media del periodo, il livello dell’Aniene continua a calare velocemente ed il flusso nel Velino è del 27% inferiore alla norma; resiste con portate superiori alla media solo la Fiora.
Drammatico è il capitolo laghi, con quello di Albano, che in due settimane si abbassa di ulteriori 5 centimetri e sembra destinato ad un inarrestabile declino così come il lago di Nemi, che registra un livello inferiore di quasi mezzo metro al Giugno 2023, annoverato tra i più siccitosi del nuovo millennio nella regione. In Abruzzo le altezze idrometriche dei fiumi Sangro nell’aquilano, Orta nel pescarese e Vomano nel teramano sono già in linea con quelle, che si registravano in pieno Agosto 2023 (!!) e le riserve idriche sono ai minimi. In controtendenza, nel Molise, è la condizione nella Piana di Venafro, dove le piogge primaverili hanno consentito di posticipare la stagione irrigua, iniziata da poco più di una settimana; il risultato è che le disponibilità idriche sono rassicuranti, grazie anche alle vasche di compensazione, che hanno permesso di ovviare alle esigue portate del fiume Volturno, da cui si effettuano i prelievi idrici per l’irrigazione.
In Calabria la portata del fiume Coscile è in aumento (mc/s 56,08), mentre quella della Tacina nel Crotonese si attesta attualmente a mc/s 7,64. In Basilicata gli invasi ormai trattengono meno di trecento milioni di metri cubi d’acqua, cioè il 40% della capacità totale; in una settimana hanno rilasciato oltre nove milioni di metri cubi ed il deficit con il 2023 si è ampliato di ulteriori 17 milioni di metri cubi, arrivando a toccare -mln. mc.188 ca. .In Puglia, rispetto all’anno scorso, è disponibile meno della metà delle riserve d’acqua: dagli invasi fuoriescono circa un milione e quattrocentomila metri cubi al giorno ed è prevedibile che la situazione si aggraverà con l’annunciata impennata delle temperature.
“I Consorzi di bonifica sono impegnati costantemente nell’efficientamento della rete irrigua, ma è evidente che un clima sempre più africano obbligherà ad un ripensamento complessivo dell’economia agricola di uno dei giacimenti del cibo italiano” ha conclusp Massimo Gargano Direttore Generale ANBI.

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE E LA SICCITA’: NEI PROSSIMI DECENNI PREVISTI 250 MILIONI DI MIGRANTI CLIMATICI
ANBI: IN UN’ITALIA DIVISA IN DUE DALLA LINEA DELL’ARIDITA’ SERVONO PIANI INFRASTRUTTURALI PER GARANTIRE IL FUTURO IDRICO DEI TERRITORI
In occasione della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità, l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche ha ricordato che circa il 70% della superficie della Sicilia, colpita quest’anno da una drammatica siccità (dal razionamento idrico all’abbattimento di capi animali per l’impossibilità di garantirne la sopravvivenza) presenta un grado medio-alto di vulnerabilità ambientale; seguono: Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%). Sei regioni (Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania) presentano una percentuale di territorio a rischio desertificazione, compresa fra il 30% e il 50%, mentre altre 7 (Calabria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Veneto e Piemonte) sono fra il 10% ed il 25%.
“E’ evidente che in questa situazione, senza aver completato le necessarie verifiche, una generalizzata applicazione dei più stringenti parametri idrici, previsti dalla normativa europea sul Deflusso Ecologico, potrebbe avere disastrose conseguenze per l’economia e l’ambiente di ampie zone del Paese. Da qui la richiesta di rinvio, che abbiamo già avanzato in sede parlamentare” ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Sono circa duecento i Paesi ed almeno un miliardo le persone interessate dal processo di desertificazione nel mondo; tra quelli, in cui il fenomeno va manifestandosi più rapidamente, si annoverano Cina, India, Pakistan e diverse Nazioni di Africa, America Latina, Medio-Oriente, ma anche dell’Europa mediterranea come Portogallo, Spagna, Grecia, Cipro, Malta ed, in maniera sempre più evidente, Italia.
“Sono questi dati a certificare la fondamentale funzione non solo agricola, ma anche ambientale, dell’irrigazione nei Paesi del Sud del Continente” ha ricordato ancora Vincenzi.
L’ONU ritiene che nel mondo sia già compromesso oltre 1 miliardo di ettari e che, nei prossimi decenni, circa duecentocinquanta milioni di persone saranno costrette a lasciare le proprie terre verso regioni più vivibili; tra le cause principali della desertificazione vi è l’estremizzazione dei fenomeni climatici, caratterizzata da fenomeni siccitosi prolungati, ma anche da precipitazioni brevi e violente, che erodono il primo strato più fertile di suolo sui terreni assetati.
“La desertificazione è un processo di progressiva riduzione o distruzione del potenziale biologico del suolo, legato a diversi fattori come il clima, le proprietà del terreno e soprattutto le attività umane. Di strategie innovative per recuperare la fertilità dei suoli agrari parleremo anche venerdì prossimo in un convegno a San Donà di Piave, dove il locale Consorzio di bonifica è impegnato da tempo con una sperimentazione in campo – ha reso noto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - In Italia, siccità straordinarie si stanno ripetendo anno dopo anno, alternate lungo l’intera Penisola con pesanti riflessi sugli ecosistemi e sulla produzione di cibo. Nonostante una recente, maggiore attenzione della politica, restiamo in attesa di fondamentali interventi come il finanziamento del Piano Invasi, proposto da ANBI e Coldiretti, nonché l’approvazione della legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, dispersa da oltre un decennio nei meandri parlamentari” ha concluso il DG ANBI.
TRENTINO ALTO ADIGE: AL VIA LA REALIZZAZIONE DI UN INNOVATIVO IMPIANTO PER IL LAVAGGIO DEI MEZZI AGRICOLI: PERMETTERA’ DEPURAZIONE E RECUPERO DI TUTTE LE ACQUE SPORCHE
“Ognuno deve fare la propria parte verso un mondo più sostenibile e l’innovazione, uno dei capisaldi della strategia ANBI di adattamento alle conseguenze della crisi climatica, non è frutto solo di costante ricerca, ma anche di concreto impegno quotidiano”: a dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, in occasione dell’avvio dei lavori per la costruzione di un impianto a basso impatto per il lavaggio di mezzi agricoli in località Torbisi, a Lavis, in provincia di Trento.
Il progetto, promosso e realizzato dal Consorzio di bonifica Trentino (con sede a Trento), è stato concordato con le locali Amministrazioni Comunale e Provinciale Autonoma. Il nuovo impianto consiste in una piazzola di lavaggio a circuito chiuso, che consentirà la depurazione ed il riutilizzo del 95% delle acque utilizzate con una notevole ricaduta in termini di risparmio idrico; la restante frazione residua verrà stoccata in appositi container per essere inviata successivamente ad impianti dedicati al trattamento speciale.
In questo modo verrà garantito il recupero e la depurazione della totalità delle acque utilizzate con importanti ricadute sull’ambiente come testimoniato dai prelievi effettuati dall’APPA (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente) nel già esistente impianto di lavaggio a Mezzocorona, anch’esso progettato e gestito dal Consorzio di bonifica Trentino: lì è stata riscontrata la riduzione del 78% nel superamento dei limiti di concentrazione da fitofarmaci nelle acque bianche, che confluiscono nel reticolo idrografico di fondovalle. A completamento del nuovo impianto, la cui realizzazione si concluderà entro la fine di Settembre, è prevista la costruzione di una recinzione in legno con una siepe e l’attivazione di un sistema di controllo con telecamere, mentre l’accesso al servizio sarà consentito 24 ore su 24, grazie ad apposite chiavette elettroniche.
“Quanto si sta realizzando in Trentino, a complemento dei compiti originari di salvaguardia idrogeologica e gestione irrigua, testimonia l’attenzione dei Consorzi di bonifica alle esigenze locali dei territori in applicazione dei principi fondanti di autogoverno e sussidiarietà” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“Il nostro ente consortile – ha ricorda il Presidente, Luigi Stefani – ha recentemente presentato all’Assessorato Provinciale Agricoltura, Promozione dei Prodotti Trentini, Ambiente, Difesa Idrogeologica ed Enti Locali un programma per la realizzazione di ulteriori impianti lungo l’intera asta del fiume Adige per un investimento complessivo di 2.100.000 euro. Una diffusa rete di lavaggi a basso impatto – ha concluso Stefani – è la condizione per un ulteriore salto di qualità trentina nel rispetto dell’ambiente.”
VENETO: BARRIERA ANTI SALE IN FUNZIONE
È entrata in funzione la nuova barriera anti sale, che il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, nel Veneziano) ha realizzato sul canale Brian tra i territori comunali di Caorle, Eraclea e San Stino di Livenza.
Il problema dell’ingresso dell’acqua di mare nell’entroterra del Veneto Orientale incide particolarmente sull’agricoltura, ma ha anche risvolti, che interessano l’uso idropotabile. Il caso più eclatante si è registrato nel 2022, anno della grande siccità, quando nella località balneare di Caorle, a Luglio, venne meno la disponibilità d’acqua dolce e l'acqua potabile venne razionata fino alla realizzazione di un “bypass” per far scorrere l’acqua dal canale Brian, depurarla e veicolarla agli usi civili.
La nuova barriera è costituita da un sistema di porte vinciane e paratoie di sbarramento irriguo e di difesa dalla risalita del cuneo salino. Il valore dell’intervento di ripristino ammonta a 1.760.000 euro, stanziati tramite ordinanza di Protezione Civile post tempesta Vaia.
MARCHE: PONTI PRONTI
Con il mese di giugno saranno pronti i 2 nuovi ponti di Serra Sant’Abbondio e Serra de’ Conti, che consentiranno il rientro alla normalità dei territori colpiti dall’alluvione di Settembre 2022. A Serra Sant’Abbondio, con il varo delle travi di metà Maggio, il nuovo ponte carrabile in cemento armato precompresso è ormai una realtà: mancano davvero pochissimi giorni per la consegna del cantiere, cui seguirà, a stretto giro, anche quello nel comune di Serra de’ Conti.
Il ponte sul Cinisco, affluente del Cesano, è il primo degli 11 ponti, che la Regione ha affidato al Consorzio di bonifica Marche con un cronoprogramma serrato, che punta a ripristinare la viabilità per i residenti costretti, da quel tragico 15 Settembre, ad allungare di molti chilometri la strada percorsa quotidianamente per raggiungere servizi essenziali.
Guardano nella direzione del rientro alla normalità anche i lavori di manutenzione fatti, in somma urgenza, su circa sessantasei chilometri di reticolo idrografico nella provincia di Ancona e quasi trentotto nella provincia di Pesaro/Urbino: oltre trenta interventi con operazioni di riprofilatura e risagomatura della sezione ordinaria di deflusso, rimozione delle ostruzioni e delle alberature cadute e compromesse realizzati nei comuni di Pergola, Serra dei Conti, Arcevia, Frontone, Serra Sant’Abbondio, S. Lorenzo in Campo, Senigallia, Sassoferrato, Montecarotto Poggio San Marcello, Castelplanio, Barbara, Cantiano, Castelleone di Suasa.
L’ente consortile, inoltre, in accordo con Regione Marche e le associazioni di categoria, visti i danni subiti dagli agricoltori con le alluvioni di Settembre ’22 e Maggio ’23, ha esentato, dal pagamento del contributo di bonifica, 465 consorziati rientranti nell’elenco dei danneggiati.
TOSCANA: LAVORI POST TROMBA D’ARIA
Alberi spezzati, divelti, piegati in due dalla forza di una tromba d’aria, che qualche tempo fa ha investito l’area: siamo sul fosso di Fontemarcoli, in località Torre, nel comune di Castel San Niccolò.
Per evitare che le piante si trasformino in un ostacolo al regolare deflusso delle acque e in un pericolo anche per la vicina linea elettrica, il locale Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) ha programmato un’operazione di rimozione: in collaborazione con Enel, che si è adoperata per ridurre al minimo i disagi per gli abitanti delle frazioni di Torre e Strada in Casentino, sono state programmate operazioni per liberare il fosso dalle numerose piante danneggiate, che avrebbero potuto interferire sulla funzionalità del corso d’acqua e sul corretto funzionamento della linea elettrica. L’intervento è durato 3 giorni e la cittadinanza è stata avvisata tramite cartelli affissi.
FRIULI VENEZIA GIULIA: FINANZIAMENTO PER SICUREZZA IDRAULICA
Un finanziamento regionale di 344.000 euro è stato assegnato dall’Assessorato Difesa Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Regione Friuli Venezia Giulia al Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede ad Udine) per la progettazione e la realizzazione di interventi di messa in sicurezza idraulica e protezione dell’argine del torrente Cormor.
Gli interventi erano stati richiesti dai Sindaci e da alcuni consiglieri regionali del territorio, preoccupati per i rischi idraulici, che potevano derivare dall’esondazione del corso d’acqua.
Da qui, la richiesta di affidare all’ente consortile un primo finanziamento destinato a prevenire allagamenti con danni a persone e a cose. Il sopralluogo avvenuto con i Primi Cittadini di Pagnacco, Tavagnacco e Tricesimo lungo il torrente, in località Vanelis, è servito ad evidenziare le maggiori criticità, presenti anche componenti delle giunte ed i volontari delle squadre di Protezione Civile dei comuni interessati.
Sono stati così condivisi gli interventi ritenuti prioritari per la messa in sicurezza di alcune tratte del Cormor; è stata segnalata, inoltre, in particolare dal Comune di Tricesimo, la necessità di ulteriori interventi, che potranno trovare copertura in occasione di prossimi finanziamenti, auspicabilmente già in sede di assestamento di bilanci.
TOSCANA: MANUTENZIONE IN ISOLA
Il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) torna all’Isola del Giglio; lo fa ogni anno per un’ampia opera di manutenzione dei corsi d’acqua, che viene eseguita in 2 fasi: una prima dell’inizio della stagione estiva, l’altra in autunno per consolidare la sicurezza idraulica di tutto il territorio, ma anche per fare sì che i visitatori dell’isola trovino un ambiente curato.
Le manutenzioni, con la rimozione della vegetazione infestante in eccesso per il ripristino del regolare scorrimento delle acque verso valle, riguardando i fossi Valle delle Grotte, della Botte, Rocconi, dell'Ortana, Pertuso, delle Caldane, Arenella e Cannelle.
LOMBARDIA: A SCUOLA D’ACQUA
Gli studenti del primo anno del corso di laurea triennale dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (www.unisg.it), in gran parte stranieri, hanno potuto approfondire i temi della gestione dell’acqua per l’agricoltura, grazie ad ANBI Lombardia.
L’occasione è stata una visita didattica all’azienda agricola Cascina Orsine a Bereguardo nel Pavese, tappa di una settimana di viaggio territoriale per conoscere sul campo le tematiche legate alle produzioni agroalimentari ed il loro intreccio con l’ambiente e l'economia regionali.
ANBI Lombardia ha preso parte alle attività formative con un intervento didattico (in lingua inglese), che ha abbracciato tutti gli aspetti della fornitura irrigua e dell’utilizzo della risorsa idrica nell’ambito della produzione agricola, con un’analisi delle criticità legate alle lunghe fasi siccitose degli scorsi anni.
Tali temi hanno generato grande interesse tra i partecipanti soprattutto su questioni di attualità come l’impatto sulle disponibilità irrigue, causato dal cambiamento climatico, la qualità delle acque ed il monitoraggio delle risorse idriche attraverso il CeDATeR, centro dati ANBI Lombardia.
PUGLIA: COLLABORAZIONE PER FORMAZIONE SCOLASTICA
A conclusione del PCTO (Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento) gli studenti dell’Istituto Altamura – Da Vinci di Foggia hanno partecipato ad una lezione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; l’incontro rientrava nell’ambito del programma di collaborazione tra il Consorzio di bonifica Capitanata (con sed nel capoluogo dauno) e la scuola.
CAMPANIA: CANCELLI APERTI
In collegamento con la Settimana Nazionale Bonifica e Irrigazione, il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno (con sede a Caserta) a Parete ha spalancato i cancelli dell’impianto di distribuzione irrigua “Sinistra Regi Lagni”, che serve un importante comprensorio agricolo, localizzato intorno alla “Città della Fragola”, che si estende su 7200 ettari. Le aziende agricole del territorio ricevono l’acqua proveniente dalla traversa di Ponte Annibale, posta tra Capua, Bellona e Pontelatone.
In particolare, è stato spiegato il funzionamento del sistema d’irrigazione collettivo, che consente di coltivare nel comprensorio di Parete, grazie alle acque del fiume Volturno, sottolineando la sostenibilità ambientale di questa soluzione. Ai partecipanti sono stati offerti zainetti e t-shirts con il logo della Settimana Nazionale Bonifica e Irrigazione.
VENETO: IN VISITA AGLI SCAVI ARCHEOLOGICI
Nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Archeologia, il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) ha aperto al pubblico, in via del tutto straordinaria, il cantiere di sistemazione idraulica e rinaturalizzazione del Parco delle Giare a Mira, dove nei mesi scorsi è venuto alla luce un sito archeologico, risalente al basso Medioevo.
L’iniziativa ha registrato il tutto esaurito con 150 visitatori divisi in 4 visite guidate e molto interessati agli scavi realizzati da Dipartimento Beni Culturali Università Padova e Soprintendenza Archeologica Comune Venezia e Laguna, che hanno collaborato alla realizzazione della giornata con Comune Mira e società Se. Arch. srl.
Nell’area a ridosso della Laguna Veneta, gli scavi stanno portando alla luce una chiesa altomedievale che, secondo gli studi, è ascrivibile al complesso più ampio del Monastero dei Santi Ilario e Benedetto, nel territorio di Dogaletto di Mira; il monastero di Sant’Ilario è stato uno dei principali centri amministrativi ed ecclesiastici di Venezia prima dell’anno mille; il rinvenimento della struttura, avvenuto l’anno scorso durante gli interventi dell’ente consorziale, ha permesso di localizzare con esattezza questo fondamentale centro di potere della Venezia bassomedievale.
VINCENZI NEL BOLOGNESE
Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà lunedì 24 Giugno p.v. alla cerimonia inaugurale della condotta ponte sul fiume Reno a Castel Maggiore, nel Bolognese; organizzata dal Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna) avrà inizio alle ore 10.30. |