CONVOCATE ASSEMBLEA E CONFERENZA STAMPA ANBI
L’Assemblea ANBI, annuale occasione di confronto sullo stato delle risorse idriche e le prospettive dell’assetto idrogeologico del Paese, si terrà martedì 2 e mercoledì 3 Luglio p.v,, nella nuova “location” Auditorium Cinema Bachelet del Carpegna Palace Hotel, a Roma.
Davanti ad una platea di centinaia di rappresentanti dei Consorzi di bonifica ed irrigazione italiani, si confronteranno politici, amministratori, esperti, rappresentanti della società civile nel corso di 6 panel di discussione; a conferma dell’importanza dell’appuntamento è già confermata la presenza di massimi esponenti del Governo e delle Regioni.
Il parterre degli ospiti sarà ufficialmente annunciato nel corso di una conferenza stampa, che si terrà nella mattinata di martedì 25 Giugno, in sede ANBI, a Roma.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ALLA VIGILIA DELL’ESTATE ARRETRA IL FRONTE DELL’ACQUA DOPO IL SUD ITALIA ANCHE IN ABRUZZO E’ EMERGENZA SICCITA’
VINCENZI: “LE MARCHE RESISTONO GRAZIE AGLI INVASI”
Acclarata l’emergenza idrica nelle regioni meridionali ed insulari, c’è un’allarmante similitudine su quanto si sta registrando nell’Italia centrale e quanto accadde nel 2021, allorché dalla tarda primavera iniziò un periodo di drammatica sofferenza per le regioni adriatiche dal fiume Reno alla Puglia, costringendo alla sospensione del servizio irriguo: a segnalarlo è il settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
Dopo un inverno con scarso innevamento sull’Appennino ed una primavera povera di pioggia, i sintomi di questo grave trend sono evidenti soprattutto in Abruzzo: dalle colline teatine alla costa pescarese, dalla Val Pescara fino al confine con le Marche, le precipitazioni nell’anno idrologico sono ai minimi; fanno eccezione la piana del Fucino e la costa vastese, dove le piogge sono rimaste nella media.
Nel mese di maggio la fascia collinare litoranea, soprattutto quella centro-meridionale, ha registrato un deficit pluviometrico fino a -87,7% sulla costa pescarese mentre, per paradossale contrappasso, le piogge sono state superiori alla media (+93%) nelle zone montane della provincia aquilana (fonte: Regione Abruzzo). Il perdurare di questa situazione idrologica “a macchia di leopardo” fin dall’estate 2023 comporta che anche zone dove l’acqua non è mai mancata, ora si trovino alle prese con razionamenti e limitazioni: nella Valle Peligna, zona idricamente ricca, si sta sperimentando per la prima volta l’interruzione delle erogazioni per 3 giorni a settimana, consentendo alla vasca per l’irrigazione (“Sulmona”, che serve metà valle) di riempirsi, nonostante le esigue portate del fiume Gizio; qualora le temperature dovessero mantenersi più alte della media e le piogge a latitare, tale provvedimento dovrà essere esteso ad altre 13 vasche del comprensorio con pesanti ripercussioni sulle produzioni agricole della zona.
Esemplare della gravità della situazione, che si va delineando, è lo stato del bacino di Penne, che a fine Maggio era riempito solo per il 33% della sua capacità, registrando un livello idrico, inferiore di oltre dieci metri all’anno scorso e sceso di un ulteriore metro nei primi 12 giorni di Giugno; normalmente in questo periodo, grazie alla fusione nivale ed alle piogge di Maggio, l’invaso contiene volumi pari a circa otto milioni di metri cubi, mentre attualmente è al di sotto dei 3 milioni. In assenza di significative precipitazioni, già a Luglio non ci sarà acqua per le campagne!
“Il ripetersi di una forte differenziazione idrica fra zone di una stessa regione in conseguenza di una crescente localizzazione degli eventi meteo evidenzia la necessità non solo di un maggior numero di invasi per raccogliere l’acqua quando c’è, ma di infrastrutture capaci di spostare risorse idriche da un territorio all’altro” ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Bisogna avviare urgentemente interventi di adattamento dei territori alle conseguenze della crisi climatica. E’ necessario, ad esempio, iniziare a finanziare il Piano Invasi e dare seguito concreto a quanto previsto dal Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico, accelerando gli iter burocratici, pur nel pieno rispetto delle norme: 11 anni di media per realizzare un’opera pubblica, di cui 8 per procedure formali, è un tempo insostenibile di fronte alle conseguenze della crisi climatica” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Infatti, nelle vicine Marche, la stagione irrigua di quest’anno sarà garantita solo grazie ai quasi cinquantadue milioni di metri cubi d’acqua ancora trattenuti dalle dighe regionali. A preoccupare è la condizione di siccità estrema (così classificata da Amap - Agenzia Marche Agricoltura Pesca), in cui versano, dopo oltre un anno di piogge scarse, alcuni comuni costieri pesaresi ed i territori meridionali al confine con l’Abruzzo: da Gennaio 2023, a livello regionale mancano all’appello oltre centosettanta millimetri di pioggia, avvicinando il bilancio idrico dei fiumi marchigiani a quello dell’ “annus horribilis” 2021.
Anche nelle altre regioni centrali stanno emergendo criticità, che fanno temere per le disponibilità idriche in vista della stagione più calda.
Nel Lazio le portate fluviali risentono della mancanza degli apporti generati dallo scioglimento della neve in quota (nel bacino del Tevere: -30% in primavera, -76% in inverno. Fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Centrale ) e del deficit pluviale (a Roma nel 2024 è piovuto il 16% in meno rispetto alla media del recente decennio, registrando addirittura, a livello regionale, -50% ad Aprile, mese fondamentale per la ricarica degli acquiferi); il flusso nell’alveo tiberino in centro a Roma è al 50% della norma. Non va meglio per l’Aniene, che è al 43% rispetto alla portata media; male nel reatino anche il Velino, che registra una portata di 25,75 metri cubi al secondo di portata contro mc/s 34,50 della media storica.
Permane drammatica la condizione dei laghi laziali alla vigilia dell’estate. Ne sono testimonianza i piloni di oltre sette metri presenti, seppur in via di demolizione, sulle spiagge del bacino a Castelgandolfo e che durante le Olimpiadi del 1960 fungevano da piattaforme per gli sport acquatici e quindi affioravano appena dalle acque! Un calo idrico altrettanto clamoroso interessa il vicino lago di Nemi che in soli 3 anni ha subìto un abbassamento del livello di m.1,77 ,accentuando i fenomeni di erosione spondale. Continua a decrescere anche l’altezza del lago di Bracciano, sceso al di sotto della “soglia psicologica” dei -100 centimetri di livello idrometrico (fonte: Bracciano Smart Lake). Notizie confortanti arrivano, invece, dal bacino dell’Elvella, al confine con la Toscana, il cui livello è simile a quello dell’anno scorso.
Sulla stessa linea dei laghi laziali è il Trasimeno, che da oltre un anno è in costante decrescita e la cui altezza attuale è inferiore a quella registrata il 1°agosto 2023 (-m.1,34 m contro -m.1,27). Anche l’Umbria soffre per la scarsità di precipitazioni, che nel mese di maggio sono state inferiori di oltre il 25% alla media (con punte di -68% nella zona di Norcia), segnando un deficit superiore a quello finora registrato nel resto del corrente anno idrologico e che si attesta intorno al 20%; un’ulteriore contrazione si evidenzia nelle portate dei fiumi Chiascio, Paglia, Topino.
Tra le regioni centrali, la condizione migliore è quella della Toscana, dove comunque le portate dei fiumi Arno, Ombrone e Serchio sono scese sotto media. Se cresce l’allarme per le regioni centrali, permane drammatica la situazione idrica nel Meridione d’Italia.
Protagonista assoluta rimane la Sicilia alle prese con crescenti razionamenti d’acqua. Nonostante Maggio sia stato più piovoso del consueto (+177% , cioè mm.47 contro una media di mm.17), dal 1° Settembre 2023 il deficit di pioggia tocca circa i trecento millimetri, mentre i 453 millimetri d’acqua, caduti sull’Isola negli scorsi 12 mesi, sono di poco superiori alla “cumulata” registrata durante la grande siccità del 2022; evidente è il caso di Catania, dove in 12 mesi sono caduti 240 millimetri di pioggia, corrispondenti al 40% della norma ed allineando la città ai livelli di alcune zone aride del Marocco o della Libia! Emblematica è anche la situazione della zona dell’Etna, dove normalmente piove molto, ma che da un anno ha visto mancare (a Linguaglossa) ben 1145 millimetri di pioggia (fonte: SIAS-Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano). I bacini siciliani trattengono ormai meno di trecento milioni di metri cubi d’acqua.
In Basilicata, in una sola settimana di grande caldo, gli invasi sono calati di oltre dieci milioni di metri cubi, elevando il deficit sul 2023 a quasi mln. mc.171.
Analoga condizione si registra in Puglia, dove i bacini rilasciano 1 milione di metri cubi d’acqua al giorno ed ormai ne mancano all’appello oltre centocinquantaquattro rispetto al 2023.
Anche la Campania appare “idricamente zonizzata”: nell’alta valle del fiume Sele si riscontra un surplus di volume sorgivo della sorgente Sanità pari a mln. mc. 1,72 mentre il gruppo sorgivo di Cassano Irpino registra un deficit di mln. mc. 3,36.
Resta precaria pure la situazione idrica della Sardegna, dove le aziende agricole di Posada verranno rifornite d’acqua tramite autobotti, in quanto l’invaso Maccheronis trattiene solamente mln. mc. 7,68 (l’anno scorso erano mln. mc. 23,23) che, senza significative piogge, dovranno bastare per l’intera estate. Risalendo la Penisola, l’Italia settentrionale pare appartenere ad un altro emisfero. I Grandi Laghi quasi tutti prossimi o superano il 100% di riempimento (Maggiore 104 %).
In Valle d’Aosta, in alcune stazioni sopra m. 2500, sono ancora presenti fino a due metri e mezzo di neve; lo scioglimento del manto a quote più basse ha molto rimpinguato le portate dei fiumi e così la Dora Baltea ha toccato la ragguardevole portata di mc/s 140,80 ed anche il torrente Lys è salito a mc/s 24,40.
In Piemonte, nella scorsa settimana si è registrato un ulteriore aumento dei flussi nei corsi d’acqua e così la Toce ha ora una portata di quasi +64% sulla media, la Stura di Demonte registra +56%, Stura di Lanzo è a +32,6%.
In Lombardia, il fiume Adda, grazie alle importanti portate erogate dal lago di Como, in 7 giorni ha visto incrementare il flusso di un ulteriore 36%, raggiungendo mc/s 441; a Giugno, la quantità di neve presente sulle vette è ancora abbondante (indice Snow Water Equivalent: mln. mc. 1604,8 cioè +95,7% rispetto alla media).
In Veneto, dopo gli exploit della scorsa settimana, i flussi dei fiumi si ridimensionano, mantenendo però valori grandemente superiori alle medie mensili (Adige +86%, Brenta +52%, Bacchiglione +58%). Nella regione gli apporti pluviali da Ottobre sono stati superiori alla media del 56% e sono stimabili in 20.620 milioni di metri cubi. Maggio 2024 è stato il più umido degli scorsi 20 anni (mm.274, +134% sulla media). La neve stagionale è stata superiore alla media sulle Dolomiti, mentre inferiore sulle Prealpi. I principali serbatoi del bacino Piave trattengono volumi pari a circa centoquarantanove milioni di metri cubi, corrispondenti ad un riempimento dell’89%, mentre l’invaso del Corlo, nel bacino del Brenta, è al 97% della capacità. I livelli di falda sono superiori alle medie storiche, fatta eccezione per l’alta pianura veronese, dove comunque il trend è in crescita ed i valori stanno tornando nella media dopo mesi (fonte ARPAV).
In Emilia-Romagna l’anno idrologico si sta rivelando particolarmente generoso di pioggia, in particolare nell’area occidentale della regione, dove le cumulate di pioggia risultano superiori alla media anche in misura consistente: sui bacini montani, tra i fiumi Parma e Trebbia, i mm.1550,7 di pioggia, finora caduti, rappresentano il terzo miglior risultato da 60 anni in qua. A beneficiarne sono anche le dighe piacentine di Molato (99,4% di riempimento) e Mignano (96,4%), che complessivamente trattengono oltre diciasette milioni di metri cubi d’acqua. Al contrario, i bacini di montagna e pianura romagnoli a Sud del fiume Reno registrano un deficit pluviometrico tra i più marcati (il quinto) del recente trentennio. Questa settimana i fiumi appenninici hanno tutti portate decrescenti con i bacini più orientali di Reno e Santerno sotto media e la Secchia scesa addirittura al di sotto dei minimi storici mensili.
Abbondanti rimangono invece le portate del fiume Po, largamente superiori alle medie storiche: nell’Alessandrino, ad Isola S.Antonio, +86,40% mentre sul delta, a Pontelagoscuro, +28% circa. Infine, in Liguria, è in crescita solo il livello del fiume Entella, mentre calano quelli di Vara, Magra ed Argentina.

VENETO: CERTIFICATA STRAORDINARIETÀ METEO DI MAGGIO
Mentre prosegue il periodo fortemente instabile sul Veneto, con fenomeni temporaleschi anche intensi nella prima decade di Giugno, il Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di risorsa idrica, relativo al mese di maggio certifica la straordinarietà meteorologica del mese scorso.
In Veneto, con 3 eventi meteo estremi, Maggio 2024 passerà agli annali come uno dei mesi più piovosi: +134% di precipitazioni rispetto alla media degli scorsi 30 anni. Il dato fa ben sperare per la stagione irrigua anche se permane il “caso Polesine” dove, su ampie aree, si registrano precipitazioni sotto la media. Sempre in chiave di disponibilità di risorsa, è rilevante anche il dato sui depositi nivali, superiori seppur di poco alla media del periodo: una piccola riserva aggiunta alla disponibilità d’acqua in questo scampolo di primavera.
Il cambiamento climatico è sempre protagonista: se 2 anni fa il problema grave era costituito dalla siccità, oggi l’agricoltura si trova a fare i conti con i danni ingenerati dall’eccesso di pioggia e da fenomeni estremi come violente grandinate e forti venti. Il bollettino sulla disponibilità di risorsa in Veneto è disponibile dalla home page di www.anbiveneto.it.
EMILIA ROMAGNA: FALDE ACQUIFERE RICARICATE, MA CON QUALCHE ANOMALIA
L’Osservatorio Falde Acqua Campus ANBI-C.E.R. (Consorzio di 2° grado Canale Emiliano Romagnolo, con sede a Bologna) conferma che le piogge hanno consentito la complessiva ricarica delle falde ed il deficit accumulato rispetto al 2022, l’anno più siccitoso di sempre, viene finalmente compensato in quasi tutte le province della regione, anche se in Romagna si registrano ancora evidenti anomalie in alcune aree.
Dati aggiornati e dati storici sulle condizioni della falda ipodermica, cioè quella parte di falda più superficiale (detta anche “freatica”), che si conferma come essenziale per le attività produttive delle imprese agricole del territorio e per la gestione complessiva degli equilibri idrologici utili per l’irrigazione, gestiti dai Consorzi irrigui e di bonifica.
La drastica inversione di tendenza, soprattutto rispetto al 2022 caratterizzato da prolungata siccità in tutto il Paese, ma in particolar modo proprio nella pianura padana (area ad alta vocazione e produttività per il settore primario), ha lasciato il posto ad una rilevante “ricarica” delle falde in virtù delle precipitazioni abbondanti, cadute in un Maggio atipico, decisamente più piovoso rispetto alla media storica e tra i più caldi dal 1950 ad oggi. La comparazione analitica tra le singole province della regione Emilia-Romagna mostra chiaramente la tendenza, che però presenta un’ evidente anomalia in territorio romagnolo, precisamente in provincia di Forli-Cesena, dove i livelli di scarsità idrica sono addirittura più bassi rispetto all’anno più siccitoso di sempre (-2,47 metri nel 2024 contro i -2,28 metri nel 2022).
Venendo poi all’analisi dei dati emersi recentemente, non si evidenziano variazioni eccessive rispetto a 2 settimane fa. Sostanzialmente, le quote di falda ipodermica sono allineate o superiori a quelle storiche nella parte occidentale della pianura, mentre risultano inferiori in quella orientale. La linea di separazione fra questi differenti andamenti è da collocarsi fra le province di Modena e Bologna. Andando in dettaglio, tutte le province occidentali, assieme a Ferrara, hanno quote medie che si assestano al di sopra dei -170 centimetri dal piano campagna (a Modena addirittura – cm.88 dal p.c.).
La parte orientale continua invece a permanere sotto la soglia dei -cm. 200, pur senza variazioni significative rispetto all’ultima rilevazione. Anche nella provincia di Bologna la quota media di falda continua a scendere, passando da -cm. 225 cm a -cm. 247 dal p.c.. Le 3 province citate sono ovviamente anche quelle, in cui la variazione negativa di quota di falda, rispetto alla media storica, è più elevata. A Ravenna e Forlì-Cesena la variazione è rispettivamente del -27% e -28%, mentre Bologna ottiene il record negativo di -54%. Tutte le altre province presentano deficit contenuti (Parma -3% e Ferrara -11%) o un relativo surplus (Reggio Emilia +2%, Piacenza +7%, fino a Modena con il +32%).
In conclusione, le precipitazioni cadute sulla pianura occidentale, fra il Piacentino e il Modenese a partire da Gennaio, fanno registrare altezze complessive ormai attorno ai 500 millimetri, mentre in quella orientale, in particolare in Romagna, si attesta a circa metà di questi valori (mm.250 complessivi, misurati nella stazione pluviometrica di Ponte Braldo – Forlì-Cesena).
LOMBARDIA: OSSERVATORI DALLA THAILANDIA
Il modello e le tecnologie irrigue lombarde arrivano in Asia SudOrientale: ANBI Lombardia ha infatti ospitato una delegazione del Dipartimento di Irrigazione Thailandese, organismo del Ministero Agricoltura e Cooperative del lontano Paese, in missione per conoscere i sistemi irrigui, utilizzati nel mondo.
La delegazione ha potuto così vedere da vicino le peculiarità dell’irrigazione, l’organizzazione dei Consorzi di bonifica e di regolazione, nonché la multifunzionalità del sistema di gestione dell'acqua lombardi.
L'incontro è stata occasione anche per un approfondimento sia dei metodi tradizionali che delle più moderne tecniche di gestione del reticolo idrico.
Un focus è stato riservato agli aspetti ecologici connessi alla prati- ca irrigua, come il mantenimento della biodiversità, i servizi ecosistemici, e non ultimo la produzione di energia rinnovabile. L’interesse della delegazione era rivolto, in particolare, al Centro Dati CeDATeR per approfondire il sistema di monitoraggio sugli usi delle risorse idriche: sono state così evidenziate le sue potenzialità nell’elaborazione di informazioni aggiornate per la gestione dei periodi di crisi, consentendo una migliore pianificazione; i tecnici ANBI Lombardia hanno anche presentato l’attività di divulgazione dei dati, che avviene attraverso il portale web (cedater.anbilombardia.it) e con la pubblicazione annuale del report sulla stagione irrigua.
TOSCANA: AVVIATA STAGIONE IRRIGUA
Nella Piana di Lucca è iniziata la distribuzione dell’acqua gestita dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in Lucchesia).
L’irrigazione è una delle attività storiche ed istituzionali dell’ente consortile che, attraverso un complesso reticolo di canalette irrigue, fornisce l’acqua a campi, colture ed anche orti privati.
Tale attività fonda il suo essere nelle radici di un legame indissolubile con l’agricoltura e che nella piana lucchese utilizza un’infrastruttura maestosa, realizzata nel 1300, ampliata nel XVII secolo ed ancora perfettamente funzionante.
Quest’anno la stagione irrigua è stata avviata con una situazione di partenza migliore rispetto al recente passato, quando la siccità era già conclamata ai primi di Maggio.
Il merito è delle piogge, che nella scorsa primavera non sono mancate e quindi al momento c’è acqua, ma è stato comunque raccomandato a tutti i fruitori di fare un uso oculato e razionale dell’acqua, evitando sprechi.
Per emergenze, durante tutta la stagione irrigua, è attivo 24 ore su 24 uno specifico numero di reperibilità (331/1084931).
LOMBARDIA: POZZO INTEGRATIVO
Grazie al Consorzio di bonifica Media Pianura Bergamasca (con sede nel capoluogo orobico), le aziende agricole, che operano a Mozzanica, potranno contare su un nuovo pozzo ad uso irriguo già dall’attuale stagione irrigua: già in Maggio, infatti, è stato simbolicamente tagliato il nastro per l’avvio dei lavori di perforazione.
L’intervento è particolarmente atteso nel comprensorio irriguo, che attualmente può contare unicamente sulla derivazione dalla roggia Guadazzola/Boccanova e sul sistema di canali superficiali da essa alimentati, ma la portata in alveo non sempre consente di soddisfare il fabbisogno idrico dell'intera area.
Il pozzo di Mozzanica andrà quindi ad integrare le portate del canale quando queste non risultassero adeguate.
Con un investimento di 550.000 euro, il pozzo consentirà una portata media di 125 litri al secondo (massima: l/s 150) da una profondità di circa cinquanta metri. Il termine dei lavori è previsto per l’inizio di Luglio.
CAMPANIA: IL PUNTO SULL’IRRIGAZIONE
“Irrigazione collettiva: unico punto di forza nello sviluppo dell’economia della Piana del Basso Volturno. Innovazione e criticità” è stato il tema del convegno organizzato dal Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno (con sede a Caserta) nel reale sito borbonico di Carditello a San Tammaro.
Nel corso dell’incontro è stata sottolineata la rilevanza degli investimenti in corso per ben 138 milioni di euro, che serviranno ad ampliare le aree servite dall’irrigazione ed a migliorare il comparto irriguo, dotandosi di strumentazioni per l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica.
I lavori programmati sul comparto irriguo sono pari a 74,7 milioni di euro, pari ad oltre il 50% degli investimenti programmati nei prossimi anni; ben 67,6 milioni di euro sono per interventi già in corso con uno stato di avanzamento, per quelli finanziati dal P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), pari al 26%.
In anni recenti i turni irrigui sono aumenti di durata e si sono ridotti i loro intervalli. Nelle scorse 2 stagioni irrigue, l’ente consortile ha erogato 22 milioni di metri cubi d’acqua nel 2022 e 18 milioni nel 2023 su 12.000 ettari.
Gli impianti per l’irrigazione sono energivori tanto che, solo nel 2022, la bolletta è stata di 3 milioni di euro, coperti per l’80% da Regione Campania. Sul risparmio idrico è stata sottolineata l’importanza dell’attivazione delle valvole per la lettura di portata e pressione nelle condotte di adduzione, scongiurando così ingenti perdite d’acqua, dovute ad incidenti.
L’ente consorziale fornisce inoltre un sistema di assistenza irrigua all’agricoltore con “remote sensing”, grazie ad immagini multispettrali satellitari: i sensori sono in grado di costruire l’indice di vigore vegetativo e computare i fabbisogni irrigui medi mensili, presumendo i consumi sulla base degli eventi meteo e delle colture in campo.
Ai lavori è intervenuto anche il Consorzio di bonifica Destra Sele (con sede a Salerno) per illustrare l’applicazione del protocollo d’irrigazione sostenibile “Goccia Verde”, voluto da ANBI. Infine, è stato sottoscritto il Protocollo Operativo per il Monitoraggio della Rete Idrografica del Comprensorio di Bonifica del Basso Volturno tra l’ente consortile casertano e le associazioni ambientaliste.
ALLA CRISI CLIMATICA I CONSORZI DI BONIFICA RISPONDONO CON LA STAGIONE DELLE NUOVE OPERE
INAUGURATA NEL MANTOVANO IMPORTANTE CENTRALE IDROVORA PER SALVAGUARDARE TERRITORI DA PIENE DEL PO
VINCENZI: “BISOGNA AVVIARE VELOCEMENTE LA PROGRAMMAZIONE PREVISTA DAL PNIISSI”
Nel Mantovano la realizzazione della nuova centrale idrovora “Acque Alte” a Moglia di Sermide, fondamentale per la sicurezza idrogeologica del territorio in destra Po, è terminata.
“In attesa che prenda avvio la programmazione degli interventi indicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico, i Consorzi di bonifica ed Irrigazione stanno realizzando lavori per 4 miliardi e mezzo di euro lungo la Penisola nel rispetto dei cronoprogrammi – ha reso noto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Ancora una volta siamo in sintonia con le esigenze del Paese, le cui comunità hanno nell’adattamento alla crisi climatica, una delle priorità.”
La nuova controchiavica è uno sbarramento in cemento armato per la difesa del comprensorio di bonifica dalle piene del “Grande Fiume”, dotata di due aperture per lo scarico a gravità delle acque; fu finanziata alcuni anni fa, grazie ad una convenzione fra enti: 5.500.000 euro furono resi disponibili dal Ministero dell’Ambiente tramite Regione Lombardia, mentre altri 2.250.000 euro arrivarono dall’allora Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
“Il manufatto fu da subito ideato anche per accogliere il nuovo impianto idrovoro ora inaugurato e costituito da 10 pompe per una portata complessiva di 40.000 litri al secondo, alloggiate in tubi d’acciaio zincato, che scavalcano la controchiavica per gettare, nel Po, le acque provenienti dal comprensorio durante gli eventi di piena” ha precisato il Direttore del Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, Raffaele Monica.
L’impianto ha funzione scolante ed è già stato testato “sul campo” in questo periodo di copiose piogge, che unitamente al progressivo scioglimento della grande quantità di neve ancora presente in montagna, obbliga ad un’attenta gestione idraulica in un quadro di aumentato rischio alluvionale.
“La sicurezza dalle acque – ha aggiunto il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano – è una condizione indispensabile ad attrarre gli investimenti necessari ad offrire nuove opportunità soprattutto ai giovani. L’Italia deve tornare ad essere protagonista, valorizzando le proprie eccellenze in un modello di sviluppo, che abbia il territorio al centro.”
“Per noi questo è un momento storico – ha commentato, infine, il Presidente dell’ente consortile, Simone Minelli - Dopo 120 anni di funzionamento è stato dismesso il gruppo di pompe idrovore risalenti al 1907, sostituito dal nuovo impianto, realizzato grazie ad un finanziamento della Struttura Commissariale per il Sisma 2012 di Regione Lombardia e pari ad ulteriori 7.500.000 euro.”
Analogo intervento per migliorare la sicurezza idrogeologica di quei territori sarà avviato entro breve sulla rete scolante “Acque Basse.”
EMILIA ROMAGNA: PRESTO IN SICUREZZA IMPORTANTE ARTERIA VIARIA
Il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha dato il via agli interventi urgenti di messa in sicurezza delle scarpate di monte e di valle lungo la strada di bonifica “Spigone-Pineto”, nel territorio di Vetto ed importante per tutta la Val d’Enza, finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per 120.000 euro, grazie ai fondi per la ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione del 1°Maggio 2023.
Nello specifico, la messa in sicurezza prevede il consolidamento delle scarpate stradali, la posa di barriere di sicurezza ed il ripristino del piano viario.
LE ACQUE INQUINATE INDIVIDUATE GRAZIE ALLE LUCCIOLE: ECCEZIONALE SPERIMENTAZIONE ALL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA
VINCENZI: “LA RICERCA DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE PASSA ANCHE ATTRAVERSO LA RICERCA”
Utilizzare le proprietà delle lucciole per individuare contaminanti nelle acque: è questo l’eccezionale risultato della ricerca, sviluppata nel Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Università di Bologna, partner scientifico del Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo.
Le lucciole, infatti, emettono luce per reazione chimica; si preleva il loro gene e lo si trasferisce in una cellula batterica oppure di lievito o di mammifero e queste cellule possono essere riprogrammate, tramite biologia sintetica, illuminandosi con colori diversi in presenza di altrettanti inquinanti (PFAS, metalli pesanti, pesticidi, tossine, interferenti endocrini, ecc.).
“E’ evidente l’importanza di tale ricerca per la salute pubblica soprattutto ora che all’ordine del giorno c’è l’utilizzo delle acque reflue in agricoltura. In Italia, un freno all’uso di tale risorsa è infatti l’incapacità della gran parte dei depuratori di intercettare le microplastiche, inquinanti in forte aumento e lesivi della salubrità alimentare: un sistema di alert, unitamente all’indispensabile certificazione di un ente terzo, aumenterebbe significativamente le garanzie per i consumatori” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Le cellule oggetto della ricerca in corso sono, però, OGM (Organismo Geneticamente Modificato) e quindi, nel nostro Paese, utilizzabili solo in laboratorio; possono essere, però, sostituite nell’ambiente da batteri marini naturalmente bioluminescenti per l’analisi della tossicità oppure possono essere riprodotte attraverso sistemi di trascrizione e traduzione in vitro per analisi sul campo, utilizzando supporti in carta a basso costo e sostenibili, interfacciabili con smartphone per analisi e lettura dei dati.
“La ricerca dell’Università di Bologna apre scenari nuovi ad ulteriore garanzia della qualità del cibo italiano, perché potrebbe mettere lo stesso agricoltore nelle condizioni di monitorare costantemente lo stato della risorsa idrica utilizzata. Si arricchirebbe così la proposta ANBI per rendere sempre più sostenibile l’utilizzo dell’acqua per l’irrigazione e che oggi, accanto alla costante ricerca di efficientamento della rete idrica, vede nel miglior consiglio irriguo di Irriframe e nella certificazione Goccia Verde, due strumenti, oggetto dell’interesse internazionale” conclude Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
TOSCANA: ARRIVA SPLASTICANDO I FIUMI
Insieme alle comunità locali per liberare i corsi d’acqua dai rifiuti: è questo l’obbiettivo, che si pone la convenzione siglata ad Arezzo dall’Autorità di Bacino Settentrionale Appennino Settentrionale con il locale Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno per promuovere una solida e capillare alleanza per il fiume Arno ed i suoi affluenti; arriva così il primo accordo ufficiale per dichiarare guerra alle plastiche, che soffocano i corsi d’acqua del comprensorio, alterano gli ecosistemi e l’equilibrio biologico, rappresentano ostacoli capaci di moltiplicare il rischio di alluvioni ed allagamenti.
“Splasticando i fiumi” è l’originale “claim” scelto per caratterizzare il progetto elaborato dall’ente consortile: un piano anti plastica, della durata di 2 anni, destinato a coinvolgere tutti gli stakeholders dei Contratti di Fiume promossi e coordinati dall’ente consorziale.
Tante le azioni, che sono previste: dal monitoraggio di tratti fluvial per mappare la presenza di rifiuti alle operazioni straordinarie di raccolta, mobilitando associazioni, scuole ed enti del territorio; dalle lezioni in classe per promuovere una fruizione corretta dei fiumi agli spot per raggiungere un pubblico ampio e diversificato; dalla creazione di un villaggio “plastic-free” sul fiume Chiassa, realizzato in collaborazione con le comunità educanti delle frazioni interessate, al coinvolgimento delle “start up” del territorio per intercettare e recuperare plastiche di ogni dimensione.
Insomma parte, in tutto il comprensorio Alto Valdarno, una maxi campagna di sensibilizzazione, che vede per la prima volta alleati Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Settentrionale e Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, insieme a tanti importanti attori, per migliorare non solo la sicurezza, ma anche la qualità di fiumi e torrenti. L’ente consortile è impegnato da tempo a combattere l’abbandono dei rifiuti nei corsi d’acqua, grazie ad operazioni periodiche di raccolta, selezione e smaltimento; inoltre promuove interventi nelle scuole, mediante il progetto di educazione ambientale Amico CB2, con cui ogni anno intercetta decine di insegnanti e centinaia di studenti. La convenzione sottoscritta ora consentirà di rafforzare e strutturare ancora meglio l’attività di prevenzione, anche attraverso campagne di comunicazione specifiche.
L’impegno dell’ente consorziale ha già prodotto risultati importanti: la cura e la manutenzione dei corsi d’acqua, infatti, contribuisce a migliorare il rispetto e la fruizione di spazi, che prima erano invisibili ed inaccessibili. La gestione attenta, unita ad una corretta informazione e al coinvolgimento delle comunità locali, ha portato ad avere fiumi più puliti e vissuti.
VENETO: SUPPORTO A PROGETTO ARCHEOLOGICO
A fianco alle quotidiane attività per la sicurezza idraulica e la gestione della risorsa irrigua, il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nella città scaligera) ha avviato una serie di iniziative atte a valorizzare il patrimonio storico e culturale del comprensorio.
In questo ambito è stato recentemente presentato a Legnago il Progetto di Ricerca Archeologica "L'Abitato Protostorico di Terranegra", che prevede attività di scavo, valorizzazione e divulgazione, promosse dal Dipartimento Culture e Civiltà Università Verona. L’ente consortile, oltre a fornire supporto logistico, è impegnato attivamente nella salvaguardia del territorio, facilitando le condizioni necessarie alla realizzazione di progetti, che prevedono visite guidate per le scuole, “open day” ed incontri, campagna di divulgazione sui social media.
Negli anni ’90, a Terranegra fu scoperto un importante insediamento protostorico, che ha fornito preziosi dati per la ricostruzione delle abitazioni dell’Età del Ferro, un caso unico nel contesto veneto.
Dal 2022, nuove ricerche sono state avviate con la collaborazione della Fondazione Fioroni e del Liceo Cotta, coinvolgendo anche gli studenti in percorsi di PCTO. Il progetto si svolge in collaborazione con Regione Veneto, Comune Legnago e Fondazione Fioroni.
GARGANO A FIRENZE, VINCENZI A SAN DONA’ DI PIAVE
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, sarà tra i relatori dell’incontro “Agricoltura 2030: la gestione del suolo e dell’acqua, una sfida da vincere per l’agricoltura del futuro”, organizzato dall’Accademia dei Georgofili per la mattinata di lunedì 17 Giugno p.v. nella propria sede a Firenze. Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà invece alla tavola rotonda finale del convegno “Coltivare il futuro. Recuperare la fertilità dei suoli agrari per affrontare il cambiamento climnatico”, che il Consorzio di bonifica Veneto Orientale organizza, per la mattinata di venerdì 21 Giugno nella propria sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia.
Infine, la ViceDirettrice ANBI, Caterina Truglia, sarà “speaker” alla tavola rotonda “Verso il Domani: affrontare le sfide energetiche di oggi per costruire un futuro sostenibile”, promossa da EthosEnergy e CEOforLife per il pomeriggio di mercoledì 19 Giugno nella CEOforLife ClubHouse, a Roma. |