Anno XXVI, n. 16 lunedì, 29 aprile 2024

DALLA PLANET WEEK NOVITA’ SULL’INNOVAZIONE NEI CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGUI

OGNI GIORNO UNO STORMO DI DRONI DI PACE VIGILA SULLA SICUREZZA IDROGEOLOGICA DEL TERRITORIO ITALIANO

VINCENZI: “C’E’ BISOGNO DI PIU’ CONSAPEVOLEZZA NEL PAESE SULL’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE PER LO SVILUPPO DELLE COMUNITA’”

 E’ già stata simpaticamente definita l’ “ANBI Air Force” e sono le decine di droni, che quotidianamente si alzano sui comprensori italiani per controllarne la sicurezza idrogeologica, accompagnati anche da natanti radiocomandanti e sonde deputate ai controlli degli specchi d’acqua: è questa la novità più sorprendente, emersa nel meeting sulle innovazioni messe in atto dai Consorzi di bonifica ed irrigazione, dove anche la figura professionale del pilota di quadricotteri è ormai divenuta familiare negli organigrammi; l’evento è andato in scena a Vercelli, organizzato dall’Associazione Irrigazione Ovest Sesia nell’ambito della Planet Week, prologo al vertice G7 “Clima, Ambiente ed Energia”.
“Abbiamo voluto essere in questo contesto, perché siamo consapevoli di quanto facciamo a servizio del Paese e vogliamo proseguire, aumentando la capacità di fare sistema – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Nei Consorzi di bonifica c’è una grande capacità progettuale, promotrice di un modello irriguo sostenibile, che deve essere riconosciuto in un’Europa, da cui l’Italia è ancora troppo distante. La questione acqua è ormai un problema planetario.”
Se il miglior consiglio irriguo di Irriframe e la certificazione volontaria Goccia Verde, voluti da ANBI, sono il presente della sostenibilità nel settore primario, nuovi orizzonti stanno aprendosi dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, i cui algoritmi vengono “addestrati” per dare risposte all’agricoltura di precisione ed alla salvaguardia idrogeologica, aumentando l’efficienza, riducendo tempi e costi. La rete idraulica lungo la Penisola è ormai pressochè totalmente automatizzata e controllata da remoto, nonché luogo di costanti innovazioni: dai pannelli fotovoltaici galleggianti alle barriere per il recupero delle plastiche galleggianti; c’è inoltre una rinnovata concezione della manutenzione lungo i corsi d’acqua, rispettosa dei tempi della natura per favorire la conservazione degli ecosistemi.
I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono però consapevoli dell’emergente complessità della gestione idrica di fronte alla crisi climatica: il problema di fondo è la ricerca del punto di equilibrio fra esigenze agricole ed ambientali, valorizzando le molteplici funzioni collegate alla gestione dell’acqua sui territori (dalla ricarica delle falde alla conservazione dei giardini storici); in questo quadro si chiede che l’utilizzo delle acque reflue per l’irrigazione debba essere accompagnato da una certificazione di salubrità, redatta da un ente terzo.
“C’è una profonda ingiustizia in questo Paese, che non percepisce la differenza fra il contributo ai Consorzi di bonifica, che non gravano di oneri il servizio irriguo a servizio dell’agricoltura che produce cibo e la tariffa, imposta dalle società del servizio idrico integrato, che invece legittimamente puntano anche ai dividendi per i soci – ha chiosato, concludendo, Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – L’Italia non ama la prevenzione, ma il futuro non può che essere legato ad un nuovo modello di sviluppo che abbia, al centro, la valorizzazione del territorio e la promozione della resilienza delle sue comunità.”


VENETO
: IRRIGAZIONE SOSTENIBILE: UN MODELLO 4.0

La gestione idrica del Sistema Lessinio Euganeo Berico si fa 4.0: il Consorzio di 2° grado L.E.B. (con sede a Cologna Veneta, nel veronese), che gestisce il principale canale irriguo artificiale del Veneto (lungo 48 chilometri, assicura l’irrigazione di un territorio, che parte dalla provincia di Verona ed arriva al Veneziano) ha messo a punto un nuovo modello per ottimizzare la gestione dell’acqua prelevata dal fiume Adige, sviluppando uno strumento informatico, finalizzato a massimizzare l’efficacia della gestione irrigua.
Il modello supporterà le scelte operative di distribuzione dell’acqua irrigua al territorio, analizzando dati meteorologici e rilievi satellitari, governando un sistema di paratoie “intelligenti”, in grado di modulare costantemente i rilasci dal canale L.E.B., al fine di razionalizzare ulteriormente l’utilizzo dell’acqua e favorire un’agricoltura più resiliente di fronte ai cambiamenti climatici. Studi e sperimentazioni dell’ente consortile per l’innovazione e la trasformazione digitale della gestione idrica sono stati presentati in occasione dell’incontro “Radici del Futuro. Acqua, suolo e clima: tecnologia e innovazione al servizio di un’agricoltura resiliente”, patrocinato dal Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste, cui hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni, del mondo della Bonifica e delle Organizzazioni Professionali Agricole.
“L’agricoltura di oggi è diversa da quella di 100 anni fa: bisogna dotarsi di strumenti, grazie alla ricerca e alla tecnologia, per affrontare nuove sfide. Se pensiamo che in Europa viene trattenuta una media d’acqua piovana del 25%, in Italia dell’11% e in Veneto del 4%, è evidente come sia prioritario aumentare tali percentuali, affinchè l’agricoltura possa goderne per produrre di più e meglio” ha affermato Luca De Carlo, Presidente Commissione “Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare” del Senato.
Nel suo intervento di saluto, il Presidente del Consorzio L.E.B., Moreno Cavazza ha detto: “Stiamo andando verso un futuro difficile per l’ambiente e l’agricoltura. Serve un cambio di passo per la gestione della risorsa idrica a supporto dell’agricoltura veneta di qualità e, per questo, abbiamo avviato l’attività di ricerca e sperimentazione.”
A seguire, Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ha affermato: “Il Consorzio L.E.B. rappresenta una delle autostrade dell’acqua indispensabili al made in Italy agroalimentare ed esempio della maestria idraulica, presente nei Consorzi di bonifica ed irrigazione; non è certo un caso che proprio attorno alle grandi aste irrigue si sia sviluppata la ricerca voluta da ANBI e che oggi si arricchisce di un centro per la ricerca che, in una logica di rete, contribuirà ad arricchire l’offerta di un sistema, che già nel miglior consiglio irriguo di Irriframe e nella certificazione volontaria di sostenibilità idrica Goccia Verde vede 2 strumenti riconosciuti anche a livello internazionale. Insieme a manutenzione, infrastrutture e cultura dell’acqua, l’innovazione è uno dei 4 perni, su cui deve articolarsi la strategia di adattamento alla crisi climatica”.


TOSCANA: SPERIMENTAZIONI SU BIODIVERSITA’ PROTAGONISTE IN SIMPOSI SCIENTIFICI

Le sperimentazioni sulla biodiversità, messe in atto dal Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede nel capoluogo regionale della Toscana), in collaborazione con il Dipartimento Biologia dell’ Università Firenze, sono state parte del programma di un recente convegno organizzato nell’ambito del National Biodiversity Future Centre.
NBFC rientra nelle attività finanziate da NextGeneration EU e ad esso hanno aderito ricercatori, che si occupano di biodiversità e che appartengono a diversi enti; nello specifico, il convegno era stato organizzato dallo “Spoke 3” di NBFC, che si concentra sulla biodiversità terrestre e d’acqua dolce. Sono stati presentati i principali risultati del lavoro fatto nelle casse di espansione, gestite dall’ete consortile nel territorio della media valle del fiume Arno.
Lo studio sperimentale denominato “Gestione e miglioramento ambientale di aree di pubblico interesse per la conservazione degli insetti impollinatori” si tiene in 3 siti: le aree di laminazione “Snam” e “Bramasole” recentemente realizzate a Montelupo Fiorentino; la cassa di espansione di via delle Volpi ad Empoli; gli argini e le aree golenali dell’Ombrone Pistoiese, in località Castelletti, nei comuni di Signa e di Carmignano, dove si è dapprima seminato miscele di piante nettarifere su una superficie di circa ventuno ettari, di cui ha. 7 non trattati di controllo e poi si è proceduto al biomonitoraggio delle specie di apoidei presenti con sequenziamento DNA per l’identificazione molecolare delle specie.
La comunicazione ha suscitato molto interesse sia per gli aspetti relativi alla diversità delle specie di api selvatiche trovate (stimate fra 120 e 150), sia per gli aspetti relativi alla gestione. I risultati di maggiore dettaglio saranno presentati prossimamente in un congresso nazionale, organizzato a Palermo da NBFC.


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

L’ITALIA RAFFREDDATA: DOPO L’ESTATE ANTICIPATA, L’INVERNO RITARDATO

VINCENZI: “LA COMPLESSITA’ DELLA CRISI CLIMATICA COINVOLGE TUTTI ED ABBISOGNA DI RISPOSTE SISTEMICHE ANCHE SUL TERRITORIO”

Assieme a raffreddori ed influenze, nonché al rischio di gelate per le colture, lo sbalzo termico verso il basso dei giorni scorsi ha portato una benefica discesa nelle temperature dei mari italiani, ricondotte a livelli più in linea con le medie del periodo. Secondo i dati del Programma europeo Copernicus e dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), a livello mondiale si registrano, da oltre un anno, le acque marine più calde di sempre, così come conferma il report “European State of the Climate 2023” per quelle, che bagnano i confini esterni del Vecchio Continente.
“Un aspetto della crisi climatica poco percepito dall’opinione pubblica è la sua complessità: la biosfera è unica e l’alterazione di un elemento influisce sull’equilibrio generale – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Per questo, confinare la siccità come un problema meramente agricolo è un gravissimo errore, perché molteplici sono i servizi ecosistemici apportati: dall’equilibrio ambientale all’attrattività turistica.”
Secondo il report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, chi non pare beneficiare dell’instabilità climatica di questi giorni sono la Sicilia e la Calabria dove, ad esempio, il fiume Ancinale ha toccato addirittura -95% (fonte: Centro Funzionale Regionale Protezione Civile Calabria); entrambe le regioni sono caratterizzate da enormi deficit idrici, a causa di molti mesi privi di significative precipitazioni. In Puglia, nei giorni scorsi, si sono registrate piogge sull’Alto Salento (quasi dieci millimetri) e sul Leccese (fino a cinque millimetri), ma i bacini del Tavoliere trattengono il 37% di acqua in meno rispetto al 2023, cioè mancano oltre centododici milioni di metri cubi.
Non va meglio in Basilicata, dove è impietoso il confronto tra la quantità d’acqua invasata quest’anno e negli anni passati: nella seconda metà di Aprile 2023, rovesci torrenziali avevano fatto confluire ben 14 milioni di metri cubi d’acqua nei bacini della regione; attualmente le disponibilità idriche sono più che dimezzate (-54%) ed il deficit, nonostante un recente apporto di piogge (mln. mc. 2,74), si attesta a quasi centoventiquattro milioni di metri cubi (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale).
Notizie preoccupanti arrivano anche dall’Abruzzo, dove il deficit pluviometrico registrato nei primi 4 mesi del 2024, unitamente alla poca neve caduta sull’Appennino, ha pressochè dimezzato la quantità d’acqua trattenuta nel bacino di Penne, il principale ad uso irriguo, dove mancano all’appello circa tremilioni e seicentomila metri cubi; fiducia si ripone nello scioglimento del manto nevoso ora presente a Campo Imperatore e che potrebbe incrementare la portata del fiume Tavo, che alimenta l’invaso. Nel Lazio il livello del lago di Bracciano rimane, come un anno fa, 1 metro al di sotto dello zero idrometrico, mentre continua a calare il piccolo lago di Nemi. Il fiume Tevere rimane largamente sotto media, così come decrescente è il livello dell’Aniene, mentre incrementi si registrano nei flussi della Fiora. In Umbria crescono le portate dei fiumi Velino e Topino, mentre cala il Chiascio e l’altezza idrometrica del lago Trasimeno è scesa a -cm. 1,28.
“E’ la persistente condizione di allarme ecosistemico nel principale lago dell’Italia centrale, l’immagine di un Paese che, al di sotto degli Appennini, non riesce a recuperare il deficit idrico, dovuto a mesi di insufficienti apporti pluviali. E’ quantomai urgente prepararsi a gestire, in maniera condivisa e nel rispetto delle priorità di legge, una condizione d’emergenza che, seppur in maniera non uniforme, appare inevitabile nei mesi a venire” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Restano modesti, nonostante gli incrementi registrati questa settimana, i livelli dei fiumi nelle Marche. A far da contrappeso rimangono i circa cinquantatre milioni di metri cubi invasati nei bacini e che, pur essendo inferiori a quelli del 2023 caratterizzato da fenomeni meteorologici estremi nei primi 4 mesi dell’anno, rappresentano una garanzia d’approvvigionamento per i mesi più caldi e secchi. Sull’Appennino di Toscana è apparsa tardivamente la neve, che era mancata in inverno: cm. 44 sull’Abetone ed oltre trenta centimetri in Garfagnana. Ricchi d’acqua sono i principali alvei con l’eccezione dei bacini più a Sud (Ombrone, Albegna, ecc.).
In Liguria tornano a crescere le portate dei fiumi Vara e Magra, mentre registrano un abbassamento quelle dell’Entella e dell’Argentina. In Emilia Romagna, oltre mezzo metro di neve è presente sui monti bolognesi, reggiani e parmensi, mentre su quelli romagnoli la cumulata si attesta tra i quindici ed i trenta centimetri. In Veneto, il bilancio idrico resta ampiamente positivo, nonostante drastiche riduzioni di portata per i fiumi Adige, Piave, Livenza, mentre Bacchiglione, Brenta e Muson dei Sassi scendono addirittura sotto media. Anche in Lombardia le riserve idriche restano largamente confortanti (+45% sulla media), seppur il fiume Adda cali, pur mantenendo una portata superiore a quella degli scorsi 7 anni.
Ad eccezione del lago di Como, i grandi bacini naturali del Nord restano vicini al colmo. I fiumi sono in calo anche in Piemonte ad iniziare dal Po, che resta comunque sopra la media, mentre Tanaro e Stura di Lanzo tornano sotto. In Valle d’Aosta, infine, il manto nevoso supera i due metri e mezzo nelle stazioni sopra m. 2200; terminati temporaneamente gli apporti dalla fusione nivale, dovuta all’anomalo anticipo d’estate dei giorni passati, le portate dei corsi d’acqua hanno subìto una decisa contrazione: a Nus, la Dora Baltea in 7 giorni è passata da mc./s 29 a mc/s 6,50 (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta)!

VENETO: NUOVA BARRIERA ANTI SALE

Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) ha completato un importante intervento sul canale Brian tra i territori comunali di Caorle, Eraclea e San Stino di Livenza per garantire nuove e più efficaci barriere sia contro il cuneo salino che contro le mareggiate.
Il problema dell’ingresso dell’acqua di mare nell’entroterra del Veneto Orientale incide particolarmente sull’agricoltura, ma ha risvolti, che riguardano pure l’uso idropotabile. Il caso più eclatante risale al 2020, anno della grande siccità, quando nella località balneare di Caorle, a Luglio, venne meno la disponibilità d’acqua dolce e l'acqua potabile fu razionata fino alla realizzazione di un “bypass” per far defluire l’acqua dal canale Brian, depurarla e veicolarla alle abitazioni ed alle varie attività.
La nuova barriera è costituita da un sistema di porte vinciane con paratoie di sbarramento irriguo e di difesa dalla risalita del cuneo salino. Il valore dell’intervento di ripristino ammonta a 1.760.000 euro stanziati tramite ordinanza di Protezione Civile post tempesta Vaia.
Attraverso queste risorse sono stati eseguiti lavori di manutenzione delle strutture fisse ed in particolare: il rifacimento del ciclo di protezione dei tralicci laterali; lo smontaggio, la revisione ed il ripristino del ciclo protettivo delle 2 coppie di porte vinciane situate nei canali laterali; la sostituzione delle 2 paratoie piane, situate sulle luci laterali di 10 metri, con nuove paratoie in acciaio inox.


EMILIA ROMAGNA: SINDACI IN SOPRALLUOGO ALLA TRAVERSA DI CEREZZOLA

Giornata di approfondimento per i numerosi Sindaci di sponda reggiana dell’Unione Val d’Enza che, grazie alla disponibilità del Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia), hanno effettuato un sopralluogo tecnico-idraulico alla Traversa di Cerezzola nel comune di Canossa, risalente agli anni ’50 ed oggi interessata da importanti lavori a seguito del progetto di ri-funzionalizzazione (valore: circa dodici milioni di euro) approvato da Ministero Infrastrutture e Trasporti ed Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
Il progetto di ri-funzionalizzazione del nodo idraulico di Cerezzola prevede il recupero e l’ampliamento della capacità d’invaso per circa centomila metri cubi (rinnovabili più volte nei periodi di necessità) attraverso la realizzazione di uno sbarramento mobile ribaltabile (Hard Top Rubber Dam), che permetterà la regolazione dei livelli in alveo, abbattendosi in condizioni di “morbide” del corso d’acqua.
Contestualmente si raggiungeranno importanti obbiettivi di efficienza di derivazioni idriche di primaria importanza. I sindaci della Val d’Enza, consapevoli della gravità del problema, hanno da anni intrapreso un confronto costruttivo con tutti gli attori interessati, in particolar modo con gli agricoltori, finalizzato alla definizione di un progetto strategico, che preveda molteplici azioni sia per valorizzare il corridoio verde costituito dal torrente Enza, sia per combattere la siccità e tutelare la produzione del Parmigiano-Reggiano.
La traversa di Cerezzola non è “la” soluzione, ma parte di un combinato di azioni: un intervento costruito con lungimiranza a metà del secolo scorso, di cui beneficiano 2 comprensori provinciali. L’intervento si configura anche come importante opera di messa in sicurezza idraulica dell’area (caratterizzata attualmente da un potenziale rischio di esondazione con portate di piena anche dal modesto tempo di ritorno) e stabilizzazione della traversa.
I lavori, finanziati dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza all’ente consorziale, quale soggetto attuatore, sono partiti a Gennaio 2024 e sono stati affidati ad un raggruppamento temporaneo, costituito da imprese locali. I lavori si concluderanno a fine Ottobre 2025.


IL REGALO DELLA TERRA: SCOPERTA UNA RARA ORCHIDEA NEL GIARDINO DI UNA SCUOLA TOSCANA

VINCENZI: “UNA STORIA ESEMPLARE DI COLLABORAZIONE NEL SEGNO DELLA BIODIVERSITA’. RIBADIAMO LA NECESSITA’ DI UNA LEGGE CONTRO L’INDISCRIMINATO CONSUMO DI SUOLO”

La fioritura di una rara orchidea selvatica è stata scoperta, in Toscana, nel giardino della scuola dell’Istituto Comprensivo Camaiore 3: si tratta della “Serapias neglecta” (nota come “Serapide trascurata”), una specie protetta, segnalata nella Convenzione di Washington e classificata come “vicina alla minaccia di estinzione” nella lista rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura); la sua popolazione mondiale è infatti in declino a causa della conversione dei suoli e dell’inquinamento.
“Vogliamo cogliere questo evento come ennesimo monito sulla necessità di approvare la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, ferma da un decennio in Parlamento – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - In Italia, ogni secondo, quasi due metri quadrati e mezzo di territorio sono cementificati o abbandonati, riducendo la biodiversità ed aumentando il rischio idrogeologico.”
La scoperta della presenza di “Serapias neglecta” è stata del tutto accidentale: una squadra di operai stava mettendo a dimora alcuni alberi donati alla scuola dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, quando un’esperta dell’ente consortile ha notato la delicata fioritura fare capolino nel prato.
La segnalazione, confermata da botanici, è stata passata al Dirigente Scolastico, che ha immediatamente coinvolto una classe di studenti, perché avviassero un progetto di protezione; le orchidee selvatiche sono, infatti, rare e preziose perché, per nascere, hanno bisogno di trovare non solo il terreno adatto, ma anche la presenza di una seconda specie simbionte, che possa dare loro il giusto nutrimento per farle germogliare e crescere. L’eccezionalità della scoperta è nella quantità di esemplari, che sono stati individuati nel piccolo giardino della scuola materna: in un’area di poco meno di duecento metri quadrati sono visibili circa venti orchidee; altre due piante, isolate, crescono in un prato attiguo e una nel giardino delle scuole medie. Le piante visibili sono state censite e protette con una rete, cosicché il taglio dell’erba le eviterà, in modo da consentire il compimento del ciclo vitale fino alla produzione dei semi, che daranno vita alla prossima generazione.
“Siamo rimasti tutti sorpresi della scoperta e l’occasione è stata importante per riflettere sul patrimonio vegetale italiano, su quanto possiamo fare per proteggerlo e sul fatto che, soprattutto, dobbiamo imparare a conoscerlo” ha spiegato il Dirigente Scolastico, Riccardo Rolle.
“La biodiversità dei prati e anche dei nostri giardini è straordinaria ed è significativo che questa scoperta sia avvenuta, proprio mentre eravamo intenti a trasmettere questi valori attraverso la plantumazione di alberi ed arbusti” ha sottolineato il Presidente dell’ente consorziale, Ismaele Ridolfi.
“Il progetto di forestazione, che il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord promuove da anni per migliorare il microclima locale, coinvolgendo le nuove generazioni sui temi ambientali, è un esempio dell’attenzione presente negli enti di bonifica ed irrigazione verso la complessità degli ecosistemi e le emergenze del Pianeta – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – La diffusione della manutenzione gentile sui corsi d’acqua, anche attraverso la pubblicazione di un apposito manuale e la crescente presenza di esperti naturalisti nelle attività consorziali ne sono concreta testimonianza.”


PUGLIA: NUOVE COLLABORAZIONI SCOLASTICHE

Nell’ambito della collaborazione con le scuole del territorio, il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) ha sottoscritto Protocolli d’Intesa con l’I.T.T. Altamura – Da Vinci e l’I.T.E.T. Notarangelo – Rosati.
Il personale tecnico dell’ente consortile terrà lezioni sulla gestione idrica, sul funzionamento degli impianti idraulici e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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