PLANET WEEK: MEETING ANBI MARTEDI’ A VERCELLI
Nell’ambito della Planet Week, anticipatrice del vertice G7 “Clima, Ambiente ed Energia” previsto a Torino a fine mese ed in occasione della Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione, si terrà martedì 23 Aprile p.v., dalle ore 9.30, nella cripta dell’ Abbazia di Sant’Andrea, a Vercelli, il meeting "Droni, intelligenza artificiale e best practise: nuove tecnologie per soluzioni sostenibili nei Consorzi irrigui e di bonifica”, nel corso del quale tecnici e docenti universitari presenteranno le più innovative soluzioni adottate nei comprensori consortili italiani.
Si parlerà di “Uso plurimo dei droni” (Livio Bourbon, Associazione Irrigazione Ovest Sesia – Gianluca Forlani, Consorzio di bonifica Pianura Ferrara); “Intelligenza artificiale” (Andrea Lingua e Francesca Matrone, Politecnico Torino); “Servizi ecosistemici” (Mauro Costa, Consorzio Irriguo Riva Sx Stura – Andrea Crestani, ANBI Veneto); “Risparmio e riuso dell’acqua” (Raffaella Zucaro, Consorzio di 2° grado Canale Emiliano Romagnolo – Andrea Renna, Consorzio di bonifica Litorale Nord – Claudio Gandolfi, Università Milano); “Energie rinnovabili” (Francesco Todisco – Consorzio di bonifica Volturno); “Manutenzione gentile” (Fabio Zappalorti, ANBI Toscana).
Le conclusioni del convegno, voluto da ANBI ed organizzato da Associazione Irrigazione Ovest Sesia, saranno affidate a Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
EMILIA ROMAGNA: FOCUS ACQUA PER LA GIORNATA DELLA TERRA
Sono 130 gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario Statale Bocchialini di Parma, provenienti da 6 classi, che hanno preso parte ad alcuni incontri di approfondimento sui temi della gestione virtuosa e sull’uso sostenibile della risorsa idrica, realizzati dalla “community” Focus Acqua, il forum permanente ideato da “Acqua Campus C.E.R.- ANBI” e che raggruppa l'intera filiera dell'acqua in agricoltura, con l’obiettivo di contribuire alla diffusione delle innovazioni per la produttività agricola e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
La “community” si è aperta al coinvolgimento degli studenti e delle studentesse degli istituti secondari di 2° grado anche in occasione delle tappe verso la Giornata della Terra del 22 Aprile; grazie all’implementazione del progetto Focus Acqua è stato sviluppato un documento d’intenti, che contiene una serie di indicazioni concrete sugli strumenti più innovativi oggi a disposizione per rendere sempre più virtuoso l’utilizzo della risorsa idrica in agricoltura. L’intero progetto di Focus Acqua è redatto da Acqua Campus, laboratorio tecnico scientifico del Consorzio di 2° grado CER – Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) e la sua realizzazione è possibile grazie al finanziamento della Regione Emilia-Romagna.
Gli incontri, che si sono svolti sia con la modalità della lezione frontale in aula magna, sia attraverso alcune visite al sito di ricerca a Budrio, hanno coinvolto le classi 3G, 3E, 3F, 4D, 4A e 4G dell’I.T.A.S. “Fabio Bocchialini” di Parma. Gli incontri sono stati organizzati con la collaborazione del Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”).
ANBI PRESENTA 51 PROGETTI GIUDICATI DAL COMMISSARIO DI GOVERNO DI PREMINENTE INTERESSE NAZIONALE
VINCENZI: “BENE IL COMMISSARIO DELL’ACQUA CON LE REGIONI E LE AUTORITA’ DI DISTRETTO. ORA BISOGNA PASSARE ALLA FASE OPERATIVA!”
“Con buona pace degli astemi, vino ed acqua non sono alternativi ma complementari, soprattutto al tempo di una crisi climatica, che obbliga ad irrigare anche le viti. Così è proprio Vinitaly, il luogo giusto, dove informare, che sono ben 51, pari al 40%, i progetti approntati da Consorzi di bonifica ed irrigazione, ricompresi nella lista dei 127 giudicati di preminente interesse nazionale all’interno del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNIISSI) e pubblicati nell’elenco redatto dal Commissario Straordinario alla Scarsità Idrica, Nicola Dell’Acqua, di concerto con le 7 Autorità di Bacino Distrettuale”: a rendere noto l’importante scelta è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, a Verona per il Consiglio d’Amministrazione di E.N.P.A.I.A. (Ente Nazionale Previdenza Addetti Impiegati Agricoltura).
Le opere individuate, per un valore complessivo di 3,67 miliardi di euro (quelle interessanti enti consorziali ammontano a 1,523 miliardi pari al 41% della spesa prevista), sono da ora prioritariamente finanziabili dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attraverso i previsti piani stralcio; la suddivisione per distretti idrografici è la seguente: “Alpi Orientali”, 15 progetti per una spesa prevista di € 643.518,414; “Appennino Centrale”, 30 progetti per € 331.335.912; “Appennino Meridionale”, 14 progetti per € 523.410.000; “Appennino Settentrionale ”, 5 progetti per € 178.033.059; “Po”, 22 progetti per € 886.418.725; “Sardegna”, 14 progetti per € 309.724.667; “Sicilia”, 27 progetti per € 829.137.753.
Tra gli interventi più rilevanti, indicati come prioritariamente finanziabili, vanno citati: costruzione di una condotta di collegamento tra il canale SADE ed il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago (Consorzio di bonifica Pianura Friulana - € 105.000.000); riconversione del sistema irriguo “da scorrimento a pluvirrigazione” dell’ impianto denominato Vedelago nord (Consorzio di bonifica Piave - € 96.000.000); in Veneto, interventi sulla diga del Corlo per il recupero della limitazione di invaso (€ 107.360.000); in Friuli Venezia Giulia, sghiaiamento del serbatoio di Barcis e contestualmente di quello di Ravedis (€ 113.791.056); interventi finalizzati al miglioramento della sicurezza idraulica della diga sul torrente Timone e del sistema irriguo dalla diga Elvella (Consorzi di bonifica Litorale Nord, Lazio Sud Ovest, Etruria Meridionale e Sabina - € 30.180.691); realizzazione della rete irrigua “a pressione” dell’intera Piana del Fucino (1° lotto - € 196.200.000); interventi di manutenzione straordinaria sul canale Regina Margherita e diramatore Alto Novarese (Associazione Irrigazione Est Sesia - 2° lotto - € 127.500.000); in Piemonte, completamento di razionalizzazione, riorganizzazione e ristrutturazione degli impianti irrigui del comprensorio Destra Stura (Consorzio di 2° grado Bealera Maestra - € 151.471.373); realizzazione barriera antisale alla foce del Po di Pila (Consorzio di bonifica Delta Po - € 90.000.000); realizzazione di bacino sul torrente Tanarello ed opere di derivazione verso il versante imperiese (€ 108.000.000); riordino irriguo del distretto di Zinnigas, Lorissa e Pauli Bingias Sud (Consorzio di bonifica Oristanese - € 40.847.410); in Sicilia, interventi di consolidamento e messa in sicurezza sulla diga Disueri (€ 138.840.815).
In tutto, sono 562 i progetti presentati dalle Regioni e giudicati ammissibili di finanziamento nell’ambito del P.N.I.I.S.S.I. (Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico) per una spesa complessiva di 13,5 miliardi di euro.
“Ringraziando il Commissario, Dell’Acqua e le Autorità di bacino distrettuale per l’importante lavoro propedeutico svolto, auspichiamo che ora si possa celermente passare alla fase operativa, ricordando che il tempo medio per realizzare un’opera pubblica in Italia è 11 anni, un lasso improponibile di fronte alla crisi climatica – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Nel frattempo dobbiamo proseguire con indispensabili azioni di adattamento e per questo salutiamo con fiducia l’indicazione del Commissario di poter disporre di 1 miliardo di metri cubi d’acqua in più, entro il 2025, grazie soprattutto ad interventi per la riduzione delle perdite dalla rete.”
VENETO: EFFICIENTAMENTO IRRIGUO E CONTRASTO AL CUNEO SALINO: LE OPERE PRIORITARIE
Dal contrasto al cuneo salino nel Delta del Po e nel Veneto Orientale alla riconversione irrigua nella fascia pedemontana tra i fiumi Piave e Brenta fino al completamento dei lavori di ripristino delle funzionalità del canale L.E.B. - Euganeo Berico, dorsale irrigua del Veneto centrale: sono 13, le progettualità ad opera degli uffici tecnici dei Consorzi di bonifica del Veneto, giudicate di preminente interesse nazionale nella seconda relazione alla Cabina di Regia per la Crisi Idrica.
Il valore complessivo di realizzazione delle 13 opere in capo ad enti consorziali veneti ammonta a 351 milioni di euro: 11 sono state presentate dall’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, mentre 2 sono state presentate dall’Autorità Distrettuale di Bacino del Fiume Po.
“Scorrendo l’elenco dei progetti”, spiega ANBI Veneto, “si nota che grande importanza è data all’efficientamento irriguo nei territori pedemontani di Brenta e Piave; il fine, in questi casi, è quello di ottimizzare la distribuzione della risorsa idrica anche a beneficio dei 2 fiumi particolarmente interessati dal Deflusso Ecologico.
In quest’ottica, anche il completamento dei lavori di efficientamento del canale L.E.B., nel tratto sotterraneo e nelle opere d’interconnessione con l’area Euganea, riveste un ruolo fondamentale in ottica di risparmio idrico; in questo caso, a beneficiarne è il fiume Adige, dal quale il Consorzio L.E.B. (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona) deriva l’acqua. Gli altri interventi di massima importanza riguardano il contrasto della risalita del cuneo salino ed interessano le aree costiere servite dai Consorzi di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, nel veneziano) e Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo), dove è indicata come prioritaria la realizzazione della barriera anti sale sul Po di Pila”.
Le progettualità indicate riguardano i Consorzi di bonifica Brenta con sede a Cittadella nel padovano (4 progetti per complessivi 24.550.000 di euro), Piave con sede a Montebelluna nel trevigiano (3 progetti, 155.390.000), Veneto Orientale (2 progetti per 45.150.000 euro ), Delta Po (2 progetti per 109.460.000 euro), nonché il Consorzio di 2° grado L.E.B. (2 progetti, 16,5 milioni di euro).
TERMINATO IL COLLAUDO ALLA DIGA DEL MOLATO: IL BACINO POTRA’ CONTENERE PIU’ ACQUA
VINCENZI: “LA TRAGEDIA DEL LAGO DI SUVIANA DEVE INTERROGARCI URGENTEMENTE SULLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO MA NON PUO’ RALLENTARE LE NECESSARIE INFRASTRUTTURE IDRAULICHE PER AUMENTARE RESILIENZA E SOSTENIBILITA’ DEI TERRITORI”
“La tragedia alla centrale idroelettrica di Bargi deve interrogarci tutti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma non può essere motivo per nuove sindromi penalizzanti lo sviluppo infrastrutturale dei territori, soprattutto di fronte alle esigenze della sostenibilità per contrastare l’incedere della crisi climatica”: a dirlo è Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, nell’annunciare la conclusione, con esito positivo, della procedura di collaudo tecnico-funzionale della diga piacentina del Molato (Alta Val Tidone), a seguito della visita finale dall’apposita Commissione; iniziano ora i tempi per la formalizzazione del Certificato di Collaudo.
La diga del Molato è un elemento fondamentale per la conservazione e la distribuzione della risorsa idrica per il locale settore agricolo ed agroalimentare, primo beneficiario dell’acqua immagazzinata ogni anno dall’autunno alla primavera per essere utilizzata in estate a fini irrigui; è poi un’opera importante per la produzione di energia idroelettrica, per la valorizzazione turistica dell’intera vallata ed in generale per lo sviluppo delle condizioni socio-economiche dell’ambito territoriale, rappresentando un buon esempio di riscatto per il territorio di valle, sede di un’agricoltura fiorente, il cui sviluppo non sarebbe stato altrimenti possibile. La diga del Molato, interamente in calcestruzzo armato e caratterizzata da una facciata monumentale, è alta 55 metri rispetto al piano di fondazione, lunga 180 metri sul fronte, il coronamento superiore misura 322 metri, comprendendo le strutture laterali; il bacino è lungo due chilometri e mezzo e per un tratto penetra nel territorio di Zavattarello, provincia di Pavia.
La Val Tidone, infatti, si estende tra due gruppi di alture al confine tra Lombardia ed Emilia Romagna ma, da un punto di vista formale e giurisdizionale, appartiene alla provincia di Piacenza. La vallata è caratterizzata dalla presenza di numerosi corsi d’acqua, tra cui spicca, per dimensioni, il torrente Tidone, affluente destro del fiume Po. Già nei primi decenni del XX secolo si era manifestata l’idea di realizzare un sistema di raccolta e regolazione delle acque nella Val Tidone per migliorare l’irrigazione a scopi agricoli. L’iter progettuale della diga del Molato fu lungo e complesso: i lavori cominciarono nel 1920 e terminarono nel 1928, quando l’opera venne collaudata, inaugurata e messa in funzione. L’odierna procedura di collaudo, iniziata il 18 Marzo u.s., ha previsto il completo riempimento dell’invaso del Molato, passando dall’attuale quota idrica autorizzata a 353,70 metri sul livello del mare (pari ad un volume di circa sette milioni e seicentomila metri cubi d’acqua) a m. 354,40 s.l.m. (pari a mln. mc. 8,06 ca.).
Il lavoro della Commissione di Collaudo era però cominciato più di venti anni fa durante l’esecuzione delle manutenzioni straordinarie, oggetto della verifica; il motivo, per cui la diga ha necessitato del nuovo collaudo, è la certificazione dell’opera a seguito degli importanti lavori di adeguamento a quanto richiesto dall’evoluzione normativa, nonché per consolidare lo sbarramento dal punto di vista strutturale e della sicurezza idraulica. Dall’inaugurazione ad oggi i controlli dell’opera sono stati continui per garantire sicurezza ed efficienza: alcuni sono giornalieri, altri mensili, altri semestrali, cui seguono anche visite da parte dei tecnici del Ministero delle Infrastrutture; costanti sono anche le manutenzioni ordinarie al manufatto.
È stato il Presidente del Consorzio di bonifica Piacenza, Luigi Bisi, ad esprimere l’odierna soddisfazione: “E’ stato attestato il buon comportamento della struttura. Aspettiamo ora il Certificato di Collaudo, che farà entrare la diga in quello, che è chiamato esercizio ordinario: questo sta a significare la possibilità di invasare, ogniqualvolta ci sia acqua a sufficienza, 455.000 metri cubi in più. Riusciremo così a dare un migliore servizio al nostro settore primario.”
A fine visita, il Presidente della Commissione di Collaudo Funzionale, Emilio Baroncini, ha riferito: “Quella di oggi è la visita finale, che prelude alla certificazione. Nel verbale abbiamo inserito l’imprimatur definitivo dell’uso, che si potrà fare della diga ed alcuni suggerimenti, che potranno essere utili ai fini di mantenere lo sbarramento in efficienza.”
“L’ingegneria idraulica italiana è celebrata nel mondo. Proprio di fronte ad un esempio virtuoso è, però, opportuno ricordare che circa il 10% della capacità dei bacini italiani è oggi inutilizzata per la presenza di sedime in conseguenza di decenni di mancate manutenzioni – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Nel nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica abbiamo individuato 90 invasi, la cui capacità potrebbe essere incrementata di quasi seicentonovantotto milioni di metri cubi con un investimento di circa duecentonovanta milioni di euro, capaci di attivare oltre millequattrocentocinquanta posti di lavoro.”
La procedura di collaudo della diga del Molato è stata possibile anche grazie ad un lavoro congiunto, composto da fasi di concertazione tra enti e soggetti con lo scopo di concretizzare l'avvio dei controlli in tempi stretti, sfruttando le condizioni idro-meteo favorevoli. Oltre al Consorzio di bonifica Piacenza ed alla Commissione di Collaudo sono stati coinvolti la Prefettura di Piacenza, la Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture Idriche ed Elettriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (M.I.T.), l’Ufficio Tecnico per le dighe di Milano del M.I.T., il Settore Sicurezza Territoriale e Protezione Civile (Ufficio Territoriale di Piacenza) e l’Agenzia di Protezione Civile per la Regione Emilia Romagna, AIPO (Agenzia Interregionale per il Po), i Sindaci dei Comuni posti lungo l’asta del torrente Tidone.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
PUGLIA E BASILICATA VERSO LA GRANDE SETE DEL 2020 IN CRISI I LAGHI DEL CENTRO SUD ITALIA
VINCENZI: “RACCOLTI A RISCHIO PER GELATE ED ONDATE DI CALORE”
Mentre lungo la Penisola le colonnine di mercurio, ma anche le colture e la salute umana, “impazziscono” per i repentini sbalzi di temperatura, correnti caldissime di origine sub-sahariane (da Sud Sudan, Ciad, Nigeria e Burkina Faso) sono annunciate sulle coste libiche, spingendo la temperatura dell’aria oltre i 40° in quello, che si preannuncia già, secondo i dati Copernicus elaborati dall’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, l’Aprile più caldo della storia a livello globale (nella prima quindicina del mese è stata +0,73°C sulla media 1991-2020).
Nel frattempo, anche in Italia è sopraggiunta una corrente glaciale, che ha interrotto un’estate anticipata (temperature intorno ai 30° da Nord a Sud), portando con sé venti forti e piogge. L’auspicio è che le precipitazioni siano generose con i territori assetati dell’Italia Centro Meridionale, senza essere causa di fenomeni estremi e conseguenti rischi idrogeologici, viste le temperature marine che lungo le coste tirreniche, ioniche ed alto adriatiche si aggirano sui 18° (fra i 3 ed i 4 gradi sopra la media).
“Anno dopo anno, la crisi climatica accentua le proprie conseguenze: allo stato attuale, se al Nord i cicli colturali sono a rischio per le gelate, al Sud dobbiamo sperare nella funzione mitigatrice del mar Mediterraneo per evitare che ulteriori ondate di calore aggravino situazioni di grave sofferenza idrica” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Finora la “Sicilia sitibonda” ha beneficiato di piogge abbondanti solo sui territori Nord-Orientali tra le province di Messina, Enna ed i comuni palermitani più ad Est, mentre sul resto dell’isola, soprattutto lungo la fascia costiera, sono state più scarse e sicuramente insufficienti a ripianare il grande deficit idrico. Al Nord, il caldo intenso della settimana scorsa ha raggiunto anche le cime alpine più elevate, facendo salire le temperature medie sopra lo zero anche oltre i duemilacinquecento metri e provocando la fusione di parte del cospicuo manto nevoso, riducendone la riserva d’acqua e sovraccaricando i corpi idrici già saturi del bacino padano.Così, in Valle d’Aosta la portata della Dora Baltea cresce di ben 6 volte in una settimana ed anche il torrente Lys registra un considerevole aumento del flusso (+312%) andando a toccare la ragguardevole portata di 17,70 metri cubi al secondo (mc/s).
Per le stesse ragioni, tutti i fiumi del Piemonte stanno offrendo performances straordinarie: il surplus idrico in alveo va dal +36% del Tanaro al +167% della Stura di Demonte. In Lombardia il fiume Adda registra una portata di mc/s 344, cioè + 262% rispetto alla media degli scorsi 6 anni! Il totale di riserva idrica stoccata si attesta ora a 5116,8 milioni di metri cubi (+55% sulla media). Tra i grandi bacini naturali del Nord Italia, il livello del lago d’Iseo continua ad essere al massimo storico, nonostante grandi rilasci verso valle. Il Verbano, pur in calo, è oltre mezzo metro più alto rispetto al livello medio del periodo ed un metro sopra quello dello scorso anno.
Decresce anche il Lario, mentre il Benaco (pieno al 100%) è a livello di piccole esondazioni, registrando un ulteriore incremento di oltre quattro centimetri in una settimana. In Veneto, se i fiumi Adige e Piave segnano ancora livelli in crescita (il primo ha addirittura raggiunto la portata di 414,37 metri cubi al secondo senza l’ausilio di ulteriori piogge), sono invece in calo quelli di Livenza, Bacchiglione, Brenta e Muson dei Sassi, pur rimanendo superiori alle medie di riferimento. Il fiume Po continua a crescere nei rilevamenti piemontesi fino all’Alessandrino mentre, complice il caldo torrido, cala lungo le pianure emiliane e lombarde, pur mantenendo portate di gran lunga superiori alle medie mensili.
Se l’acqua, che scende dalle Alpi, ingrossa i fiumi a valle, nelle regioni appenniniche, dove la scarsa neve invernale è già sparita, l’innalzamento delle temperature provoca repentine riduzioni dei flussi idrici nei corsi d’acqua e cali dei livelli nei bacini lacustri. In Liguria cala il livello dei fiumi Entella, Magra, Vara ed Argentina, con i primi 2, che scendono sotto media. Se in Emilia Romagna la contrazione nelle portate non risulta al momento preoccupante (i valori registrati dagli idrometri di Secchia, Enza e Panaro sono tuttora superiori alla media mensile, anche se il deficit idrico di Taro, Trebbia, Santerno e nei bacini romagnoli è notevole), in Toscana si intravede quanto effimeri possano essere i benefici fluviali di una stagione particolarmente piovosa (in particolare sulle province settentrionali, dove anche negli scorsi 30 giorni le cumulate di pioggia variano da mm. 150 ad oltre trecentoi millimetri), se non si riesce a trattenere l’acqua: così, in sole 2 settimane, la portata del fiume Arno (mc/s 44,90) è nuovamente discesa sotto le medie del periodo (era quasi mc/s 140 ad inizio mese) e quella dell’Ombrone è nettamente inferiore anche al recente, siccitosissimo biennio (fonte: SIR-Settore Idrologico Regionale).
“E’ al di sotto della linea appenninica che, quest’anno, si registreranno le maggiori difficoltà idriche. Le attuali infrastrutture idrauliche sono insufficienti a fronteggiare le conseguenze della crisi climatica e, come più volte segnalato, stiamo lasciando andare a mare un’irripetibile ricchezza per i territori. C’è urgente bisogno di scelte operative per dare concrete risposte alle esigenze del mondo agricolo” ha ribadito Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Anche nelle Marche i livelli dei fiumi continuano a calare: Esino e Potenza si distinguono negativamente nel confronto con il recente passato. Per fortuna i bacini (oltre cinquantatre milioni di metri cubi d’acqua invasata) rappresentano una sicurezza per la tenuta della stagione irrigua. In Umbria, ci si interroga sul futuro del più grande lago dell’Italia Centrale, perché il deficit idrico del Trasimeno, nonostante qualche rara ripresa, appare irreversibile. Nella regione, i fiumi Topino e Paglia restano sotto media.
Così come per il lago umbro, nel Lazio le preoccupazioni maggiori sono rivolte al bacino vulcanico di Albano ed a quello limitrofo di Nemi, entrambi privi di immissari e che si alimentano con apporti da sorgenti sotterranee (compromesse dall’antropizzazione del territorio dei Castelli Romani) e, in minima parte, dagli apporti pluviali (finora, da inizio anno, sono caduti su quelle zone circa duecentotrenta millimetri d’acqua).
Se l’invaso più piccolo, Nemi, in una settimana ha perso solamente 1 centimetro di altezza idrometrica (si è abbassato, però, di cm. 32 dallo scorso anno), quello di Albano è sceso di 11 centimetri dopo che c’erano voluti 2 mesi per recuperarne 5! Sorprende la scarsità di portata del fiume Tevere a Roma (meno della metà della media mensile), così come deficitarie sono anche le portate di Aniene e Velino, mentre la Fiora, in Tuscia, mantiene flussi abbondanti, seppur in calo (+83%). A certificare la crisi idrica, che sta colpendo l’Abruzzo sono, oltre ai dati pluviometrici, anche i livelli dei fiumi: l’Orta, in provincia di Pescara, registra 70 centimetri in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; il Sangro invece registra -cm. 16 .
In Molise il livello della diga del Liscione si è alzato in un mese di m.1,64, raggiungendo quota m. 120,20 sul livello del mare, cioè +m. 2,32 rispetto a Marzo 2023 (fonte: Molise Acque). Le note più dolenti arrivano dal Sud Italia: in Basilicata, così come in Puglia, l’anticipo d’estate ha fatto diminuire le già scarse riserve idriche, stoccate negli invasi.
I bacini lucani perdono 1 milione e mezzo di metri cubi d’acqua in una settimana, ampliando il divario con i volumi stoccati negli scorsi 3 anni quando, in questo periodo, i bacini ne contenevano oltre quattrocentocinquanta milioni, mentre ora trattengono solamente 337,39. Analogo discorso in Puglia, dove i bacini perdono oltre un milione di metri cubi, vedendo ampliarsi di oltre dodici milioni, il deficit sul 2023 e che ora segna – mln. mc.110,56. Nelle 2 regioni si è quasi ai livelli del 2020, “annus horribilis” per l’agricoltura meridionale, in cui si dovette fare i conti con un’estrema scarsità d’acqua (in Puglia rispetto a quell’anno ci sono circa ventotto milioni di metri cubi d’acqua in più, mentre in Basilicata solo 5 milioni).
In Calabria, infine, solamente il fiume Coscile mantiene portate abbondanti, mentre Lao ed Ancinale registrano flussi sensibilmente inferiori alla media storica.

VENETO: CONTINUA LA LUNGA STAGIONE DEI METEO-RECORD
La stagione irrigua 2024 inizia in Veneto all’insegna di un’abbondanza di risorsa, che non si registrava da tempo.
Il dato è però controbilanciato da un aumento anomalo delle temperature, con il primo trimestre caratterizzato da caldo record per ciascuno dei 3 mesi.
Il quadro, tracciato dal Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di risorsa idrica per il mese di Marzo, evidenzia ancora una volta le diverse sfaccettature di un cambiamento climatico, che impatta pesantemente su territorio, ambiente ed agricoltura.
I dati: nel mese di marzo le precipitazioni medie sono state superiori di circa il 150% rispetto al valore atteso (media degli scorsi 30 anni).
Complessivamente la temperatura è stata più alta della media nel recente trentennio di 1,3 gradi. Il dato di temperatura è sempre più importante e, mantenendosi a questi livelli di anomalia, determinerà enormi problemi per le colture agricole e per la qualità della vita in città.
Continua l’effetto di ricarica della falda dopo i drammatici abbassamenti dovuti alla siccità del 2020; significativa è anche la quantità di neve caduta in montagna dopo un inverno, che ha visto i depositi nivali in sofferenza. Il Bollettino ANBI Veneto è accessibile dalla homepage di www.anbiveneto.it.
SIGLATA PARTNERSHIP ANBI - IMQ eAMBIENTE
ACCELERERA’ LE RISPOSTE DEI CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE ALLE ESIGENZE DEI PERCORSI NORMATIVI
Dopo la positiva esperienza in occasione della presentazione dei progetti di alcuni Consorzi di bonifica alla scadenza del P.N.I.I.S.S.I. - Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (è di questi giorni la notizia che il 40% delle opere, giudicate di preminente interesse nazionale dal Commissario Straordinario per Interventi connessi alla Scarsità Idrica, vede tali enti consortili quali soggetti attuatori), ANBI e la società IMQ eAmbiente hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la formazione del personale consorziale sulle conformità normative rispetto a criteri ambientali, energetici e di sostenibilità nella progettazione ed esecuzione di lavori pubblici, nonché per eventuali servizi tecnici di supporto, legati a tali esigenze.
L’intesa prevede la possibilità per i Consorzi di bonifica ed irrigazione di usufruire di servizi tecnico-progettuali per l’adeguamento della progettazione di opere pubbliche con relazioni economico-finanziarie, tecnico-ambientali e di sostenibilità, nonché la fornitura di applicativi digitali, finalizzati alla creazione assistita di DIP (Documento di Indirizzo alla Progettazione) per standardizzare e velocizzare la predisposizione di documenti per l’affidamento dei bandi di progettazione e permettere di gestire contemporaneamente più progetti.
“Questo accordo con una primaria realtà ingegneristica e consulenziale – ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – ci permette di incrementare la riconosciuta efficienza operativa dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, elevando complessivamente la professionalità del sistema, aumentando le competenze interne e riducendo i tempi burocratici, grazie a più veloci e mirate risposte alle esigenze normative.”
“I Consorzi di bonifica – ha aggiunto Gabriella Chiellino, Founder di “IMQ eAmbiente” - rappresentano la più grande struttura di ingegneria idraulica del nostro Paese per competenze e presenza sul territorio. Collaborare con loro ci permette di condividere una missione importante, cioè, progettare e supportare le autorizzazioni per le soluzioni di prevenzione dei rischi climatici territoriali: una grande sfida, per la quale una squadra multidisciplinare è indispensabile per affrontare il futuro.”
La società IMQ eAmbiente, con “headquarter” nel Parco Tecnologico Scientifico Vega a Venezia e sedi operative a Milano e Roma, opera in progettazione ambientale ed idraulica e direzione lavori (progettazione idraulico-forestale, progettazione di opere di captazione, progettazione di opere di distribuzione della risorsa idrica, analisi idrologiche), progettazione di impianti a fonti di energia rinnovabile (solare surnatante, eolico, geotermico), percorsi autorizzativi AIA-PAUR, Piani di Adattamento Climatico, DNSH caratterizzazione e bonifiche ambientali.
TOSCANA: RESTITUITA DUPLICE FUNZIONALITA’ AD UNA PASSEGGIATA
E’ stato completato il quadro degli interventi di manutenzione incidentale, destinata alle piccole e medie riparazioni lungo i fiumi, a vantaggio del Percorso della Pesa, la pista di servizio che corre lungo il torrente Pesa tra Montelupo Fiorentino fino alle porte di Radda in Chianti; non si tratta quindi di un percorso pedociclabile ufficiale, con le relative garanzie del caso ma, se considerato come un sentiero, dunque con le dovute attenzioni ed assunzioni delle responsabilità del caso, il tracciato è tra le camminate di primavera più gettonate per le tante comunità, che vi si affacciano e per qualche turista più avventuroso alla scoperta della Val di Pesa, nel cuore del Chianti Fiorentino.
Per queste varie ragioni, laddove si verificano frane, cedimenti od altri danneggiamenti, il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) interviene, in ambito demaniale, con obbiettivo primario la sicurezza idraulica del torrente.
“La manutenzione sul torrente Pesa passa anche e soprattutto dal mantenimento del tracciato, che lo costeggia per oltre quaranta chilometri dalla foce verso le sorgenti”, spiegano dall’ente consortile, “perché la funzione principale, ma anche la meno evidente del Percorso, è proprio quella di aver riportato a demanio, vaste aree di pertinenze fluviali per permettere una laminazione continua e diffusa delle piene, nonché la tutela di habitat fluviali dal valore inestimabile.”
AGENDA
Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà lunedì 22 Aprile p.v. alla tavola rotonda nell’ambito del workshop “Resilienza idrica ed investimenti in Europa”, organizzato a Firenze da Wareg (European Water Regulators) e ARERA (Autorità Regolazione Energia Reti Ambiente).
Il giorno dopo, martedì, sarà, assieme al Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, al meeting “Droni, intelligenza artificiale e best practise: nuove tecnologie per soluzioni sostenibili nei Consorzi irrigui e di bonifica”, in programma a Vercelli, mentre mercoledì mattina parteciperanno all’evento “Incontri per il pianeta. Conciliare ambiente e sviluppo nel terzo millennio” organizzato, nell’ambito della Planet Week, al Politecnico di Torino. |