DOPO LE ESPERIENZE DI ARNO E NAVIGLI I CONSORZI DI BONIFICA SI CANDIDANO ALLA MANUTENZIONE DEI FIUMI IN CITTA’
GARGANO: “A GENNAIO APPOSITA PROPOSTA DI LEGGE”
“Considerate le positive esperienze di Firenze per l’Arno e Milano per i Navigli, nonché le migliaia di accordi con amministrazioni locali, chiediamo che venga attribuita ai Consorzi di bonifica la competenza gestionale sui tratti, soprattutto urbani, di alcuni, importanti fiumi come, ad esempio, il Tevere. Lo faremo attraverso una proposta di legge, che sarà presentata a Gennaio”: ad annunciarlo è Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), audito in Commissione Agricoltura del Senato.
“Di fronte all’incedere di una crisi climatica, ormai consolidata – prosegue il DG ANBI - servono politiche di adattamento, capaci di aumentare la resilienza delle comunità, utilizzando l’innovazione: un esempio, che i Consorzi di bonifica stanno applicando, sono i monitoraggi idraulici predittivi, capaci, grazie a sensoristica e digitalizzazione, di controllare le aste fluviali, prevenendo piene, rotture arginali e furti d’acqua. I Consorzi di bonifica, nel rispetto dei cronoprogrammi, stanno realizzando interventi per circa due miliardi nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma va ricordato che hanno presentato progetti per un investimento di oltre il doppio, giudicati ammissibili di finanziamento, per abbattere di almeno il 15% l’utilizzo d’acqua irrigua. In un Paese, dove si consumano quasi due metri e mezzo di suolo al secondo - conclude Gargano - è necessario un piano straordinario di manutenzione del territorio, perché la liturgia delle dichiarazioni dello stato di calamità è lontana dalle esigenze delle persone e dell’economia. Il costo del dissesto idrogeologico è un macigno sulla strada dello sviluppo dell’Italia e pesa sui conti delle famiglie, facendo lievitare i prezzi al consumo.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
UN ATTESO REGALO DI NATALE: TORNA LA NORMALITA’ IDRICA (MA NON SARA’ PER SEMPRE)
VINCENZI: “ANCHE DALLA COP 28 IL MESSAGGIO E’ CHIARO: IN ATTESA DELLA MITIGAZIONE DELLE CAUSE URGONO INTERVENTI DI ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA”
Normalità idrica: dopo circa tre anni è questa l’immagine, che torna ad accompagnare la “fotografia” dell’Italia, settimanalmente scattata dall’Osservatorio ANBI Risorse Idriche: anche lì, dove si era registrato un surplus di pioggia nei giorni scorsi (sull’alta Toscana, ad esempio), i livelli dei principali corsi d’acqua stanno rapidamente scendendo. Le riserve idriche nel Nord Italia si posizionano sopra la media storica e, salvo isolate eccezioni, anche i livelli di falda hanno recuperato l’enorme deficit cumulato nel siccitosissimo 2022 e nei primi 4 mesi di quest’anno.
“Sappiamo però – ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – che non è certo una condizione consolidata come testimoniano le inusuali temperature che, in un clima complessivamente mite, dividono l’Italia in due, dove ad un Nord infreddolito, ma non troppo, si contrappone un CentroSud pressochè primaverile. E’ il paradosso di una situazione normale in un quadro, però, eccezionale.”
I dati del C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche) di Novembre certificano, infatti, un’anomalia positiva di temperatura a livello nazionale di quasi un grado (0,96°); ad Ottobre era stata di 3,15° ed a Settembre di 2,17°.
“Climaticamente continuiamo a navigare a vista in una condizione finora sconosciuta nell’area mediterranea – ha aggiunto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – I tempi inevitabilmente lunghi della transizione ecologica, sanciti anche dalle conclusioni della Cop 28, obbligano ad urgenti interventi di adattamento alle nuove modalità meteo, già registrate lungo la Penisola. In questo, però, il Paese non sta dimostrando la necessaria determinazione nel dotarsi di adeguate infrastrutture idrauliche, di fatto limitando le possibilità di crescita.”
Il report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche indica che i livelli dei grandi laghi del Nord restano alti ed abbondantemente sopra media; le percentuali di riempimento, ad eccezione del Lario, sono superiori al 90%. In Valle d’Aosta, abbondanti nevicate hanno investito il settore NordOccidentale della regione, innalzando considerevolmente il livello del manto nevoso in quota; cresce la portata della Dora Baltea ora in linea con la media storica (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).
In Piemonte, le portate dei fiumi Varaita e Stura di Demonte continuano a decrescere, così come quella del Tanaro (-58% sulla media); nel Nord della regione, invece, cresce la Toce, mentre la Stura di Lanzo resta invariata. In Lombardia, il fiume Adda è in calo, ma mantiene una portata d’acqua pari a 190 metri cubi al secondo. In Veneto, i livelli dei fiumi Bacchiglione e Adige rimangono stabili, mentre calano Piave, Brenta e Livenza; sulla regione, Novembre è risultato meno piovoso del 20% rispetto al consueto, ma la portata di tutti i principali fiumi, a fine mese, era sopra la media: dal +20% del Bacchiglione al +124% dell’Adige.
Escludendo l’alta pianura veronese, ancora in deficit, i livelli della falda sotterranea sono tornati nella media del periodo (Fonte: ARPAV).
In Emilia Romagna, le portate dei fiumi sono largamente sotto media e, a conferma di un regime sempre più torrentizio, anche la portata del fiume Po è in calo. In Liguria sono decrescenti le altezze idrometriche dei fiumi, tra cui Entella e Magra che mantengono un livello inferiore alla media mensile. In Toscana, il bilancio pluviometrico degli scorsi 12 mesi è positivo (+11%); le portate dei fiumi stanno ora subendo un netto ridimensionamento, rientrando in linea con quelle tipiche del periodo. Anche nelle Marche, dove i volumi invasati dalle dighe sono in lieve rialzo, i livelli dei fiumi subiscono una flessione: maggiore per quanto riguarda Esino (ora sotto media rispetto al recente quadriennio) e Potenza, minore per Tronto e Sentino (fonte: Protezione Civile Marche).
Le precipitazioni di Novembre sulla regione sono state leggermente superiori alla media dopo il grave deficit registrato nei 2 mesi precedenti; da Gennaio a Novembre il bilancio pluviometrico risulta positivo: oltre centotrenta millimetri sulla media, grazie principalmente alle abbondanti piogge registrate a Gennaio, Maggio e Giugno. In Umbria, dove l’annata pluviometrica 2023 è risultata nella norma nonostante un ottobre particolarmente siccitoso (-60%), preoccupa la perdurante condizione di crisi del lago Trasimeno: a Novembre, l’altezza media (-cm. 131 ) è stata la sesta più bassa da 55 anni.
Il bacino della diga di Maroggia è al 38% di riempimento, mentre i livelli dei fiumi Tevere e Chiascio sono in calo e cresce quello della Nera. Nel Lazio si aggrava la condizione dei laghi: a 6 anni dall’ “annus horribilis” 2017 (- cm. 195,43), il lago di Bracciano non riesce a tornare in media. Non sembrano riprendersi neppure i laghi di Albano e Nemi sui Castelli Romani: il primo continua a decrescere velocemente, mentre il secondo, nonostante le piogge, segna ora un’altezza idrometrica di -19 centimetri rispetto all’anno scorso. Sono altresì in aumento le portate dei fiumi Tevere, Aniene, Fiora e Sacco, mentre si riduce quella del Liri. In Abruzzo calano i livelli dei fiumi Orta nel pescarese e del Sangro. In Molise, buone notizie interessano l’invaso del Liscione, che per tutto l’anno ha registrato livelli superiori al recente passato (a Novembre, + m. 1,52 rispetto al 2022 e +m. 1,08 rispetto al 2021).
In Campania il livello del fiume Sele è stabile, mentre quello del Volturno si abbassa; cala anche il Garigliano, la cui altezza attuale è nettamente inferiore ai valori registrati nel precedente quadriennio. Nelle rilevazioni dello scorso anno, dopo una stagione caratterizzata da violente perturbazioni, i volumi contenuti a metà Dicembre sia negli invasi di Basilicata che di Puglia (ed anche in quelli campani) erano cresciuti enormemente in brevissimo tempo, tanto che l’odierno confronto risulta nettamente negativo: rispettivamente -48 milioni di metri cubi e -14 milioni di metri cubi. Infine, per quanto riguarda le dighe della Sardegna, i volumi trattenuti a fine Novembre corrispondevano a 920,78 milioni di metri cubi, equivalenti a circa il 79% della media dei precedenti 13 anni.

VENETO: PUBBLICATO REPORT ANNO IDROLOGICO
Nell’anno idrologico, che ci siamo lasciati alle spalle (Ottobre 2022 - Settembre 2023), sono caduti sul Veneto circa novecentonovantasette millimetri di pioggia contro una media storica (1994-2022) di mm. 1.114.
Gli apporti del periodo sono quindi inferiori alla media di circa il 10% e sono stimabili in circa diciottomilatrecentosessantadue milioni di metri cubi d’acqua (dati Arpav).
Questi valori sono figli della grave siccità patita nel 2021-2022, periodo caratterizzato dalle alte temperature medie, registrate in tutto il territorio regionale. Emblematico è l’importante aumento delle temperature minime in inverno (+ 1,8°) e massime (+1,1°), rispetto alla media storica, con ampie ripercussioni sull’anticipato scioglimento della riserva nivale. La piovosità invece, pur leggermente sotto la media storica, ha garantito una gestione irrigua senza criticità nel corso della stagione estiva.
ANBI Veneto ha pubblicato sul proprio sito il report “L’Anno idrologico 2022-2023”, che raccoglie e commenta i dati relativi alla disponibilità della risorsa idrica nella regione, partendo dai dati pubblicati ogni mese sul proprio Bollettino con l’avallo della competenza tecnica delle società specializzate, Radarmeteo e Hypermeteo, nonchè rielaborando i dati di ARPAV e delle Autorità di Bacino.
LA BONIFICA GETTA PONTI DI PACE
SICCITA’: CONSORZIO ACQUE RISORGIVE FIRMA ACCORDO DI COOPERAZIONE CON AGENZIA IDRICA MAROCCO
Il “governo” delle acque sul territorio italiano è una buona pratica internazionalmente riconosciuta, soprattutto da parte dei Paesi dell’area mediterranea, nel solco di una cultura idraulica, che affonda le radici nella storia. Ogni anno delegazioni di numerosi Paesi visitano gli impianti della Bonifica in un continuo scambio di esperienze. Un’importante conferma arriva da San Donà di Piave, dove la gestione delle risorse idriche è al centro della convenzione siglata tra il veneziano Consorzio di bonifica Acque Risorgive e l’Agenzia del bacino idrico di Draa Oued Noun in Marocco, un territorio colpito da una grave siccità, che ha costretto a riconfigurare le pratiche d’irrigazione nell’area, che comprende 3 regioni economiche (Meknès- Tafilalet, Oriental, Souss Massa Draa) e cinque province (Errachidia, Figuig, Tinghir, Midelt e Zagora).
“L’accordo – sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - è particolarmente significativo in questo momento di grandi tensioni internazionali perché, contrastando una causa di migrazione climatica, sposa gli indirizzi, che vedono nella collaborazione con i Paesi africani, un indispensabile elemento d’equilibrio in questa delicatissima fase storica.”
L’accordo segue la visita ufficiale, fatta dagli amministratori dell’ente consortile, lo scorso Febbraio, nel Paese africano, riscontrando una grave situazione di carenza idrica; a firmare il documento, che definisce obbiettivi e modalità della collaborazione, sono stati il Presidente dell’ente consorziale, Francesco Cazzaro ed il Direttore dell’Agenzia marocchina, Abdelaati Qaimi.
“Con la sottoscrizione della convenzione – spiega Cazzaro – si dà avvio ad una cooperazione più stretta, che diverrà un programma di gemellaggio per promuovere lo scambio di competenze nella prevenzione e gestione delle esondazioni, nonchè nella pianificazione e distribuzione delle risorse idriche.”
“Quanto siglato con l’agenzia idrica marocchina – conclude Massimo Gargano, Direttore ANBI - conferma la vocazione internazionale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione italiani, impegnati sia in importanti opere idrauliche sul territorio che in progetti di solidarietà con la ricerca e l’apertura di nuovi pozzi per l’acqua.”
LOMBARDIA: ACQUA, CAPITALE DA VALORIZZARE
A conclusione di un anno speciale per Bergamo e Brescia, insieme Capitale italiana della Cultura, i Consorzi di bonifica dei 2 territori, con ANBI ed ANBI Lombardia, sono tornati in convegno per fare il punto sulla gestione dell’acqua. “Bergamo & Brescia sotterranee”, l’iniziativa voluta dagli enti consorziali Media Pianura Bergamasca (con sede nella città orobica) ed Oglio Mella (con sede a Brescia) per le iniziative della Capitale, ha permesso a tutti di scoprire i canali, che scorrono nel sottosuolo delle due città.
“Un grande successo”, come hanno sottolineato il Sindaco bergamasco, Giorgio Gori e Franco Gatti, Presidente del locale ente consortile, “che può contribuire a sviluppare una maggiore consapevolezza sulla necessità di governare un bene fondamentale”.
Sulla necessità di una cultura dell’acqua si è soffermato anche Francesco Vincenzi, Presidente ANBI: “L’acqua non è solo un problema agricolo, come qualcuno vorrebbe far credere, ma investe l’intera comunità nazionale. Per questo bisogna mettere in campo progettazione ed investimenti infrastrutturali; abbiamo quindi apprezzato l’accentramento dei piani strategici del settore idrico in un unico ministero: ora serve, però, garantire le risorse necessarie per dare avvio ai cantieri.”
ANBI rilancia perciò la proposta di riallocare le risorse non spese del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, destinandole ai progetti dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, nella convinzione che la disponibilità di acqua è un grande tema sociale da affrontare, come fa il sistema consortile, con efficienza e modernità; temi questi, ripresi anche dall’Assessore Regione Lombardia, Paolo Franco, che ha confermato l’impegno della Giunta regionale, evidenziando come “canali di gronda, vasche di laminazione, manutenzione del reticolo sono indispensabili per la sicurezza del territorio ed ogni euro investito in questo senso viene moltiplicato per 3. Per questo siamo in piena sinergia con i Consorzi di bonifica, che restano centrali per concretizzare le risorse destinate dalla Regione alla difesa idrogeologica”.
Quella dei Consorzi di bonifica è infatti una “mission” trasversale, che permette di custodire il territorio, la sicurezza agroalimentare, il benessere dei cittadini e l’ambiente, come ha ricordato il presidente ANBI Lombardia, Alessandro Rota; sintetizzando il lavoro per definire le scelte strategiche regionali, il Presidente ha sottolineato quanto “sia indispensabile mettere mano anche al quadro normativo, che deve essere rivisto nell’attuale contesto segnato dalle sfide imposte dalla crisi climatica”.
A Bergamo e Brescia operano 3 enti consortili: Consorzio di bonifica Media Pianura Bergamasca, Consorzio di bonifica Chiese (con sede a Calcinato, bel bresciano), Consorzio di bonifica Oglio Mella; interessano 69.000 ettari di superficie irrigata e curano 3900 chilometri di reticolo idrico primario, di cui km. 100 in condotte forzate sotterranee.
EMILIA ROMAGNA: BATTUTE FINALI PER MIGLIORARE SICUREZZA IDROGEOLOGICA
Sono ripartiti a pieno regime i lavori per la realizzazione delle opere di stabilizzazione e ripristino dell’efficienza lungo il primo tronco dell’adduttore principale del Canale Emiliano Romagnolo nel territorio del comune di Galliera.
Come da cronoprogramma, il cantiere è regolarmente ripreso nel tardo autunno, al termine della stagione irrigua e la sua conclusione è prevista ad inizio 2024, in tempo per l’avvio della stagione irrigua.
L’intervento, seguito dal Consorzio di 2° grado C.E.R. (con sede a Bologna), è inerente all’ultima fase del maxi-intervento, denominato “Lastre 1”, finanziato dal Ministero Economia Finanze (M.E.F.) per un importo di 7.500.000 euro e vede la ricostruzione delle lastre di rivestimento delle sponde e del fondo del canale nel tratto “Reno– Crevenzosa”, lungo circa un chilometro.
VENETO: COMPLETATO GRANDE INTERVENTO DI BACINIZZAZIONE
Con il collaudo del manufatto in cemento armato di chiusura e regolazione dell'acqua, il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) ha concluso i lavori di bacinizzazione dell'ansa di Volta Vaccari nel territorio comunale di Porto Tolle, alla foce del ramo di Pila del fiume Po.
L’agricoltura deltizia guadagna così 1 milione di metri cubi d’acqua dolce, grazie ad un’opera di ingegneria ambientale ormai indispensabile in un territorio costantemente minacciato dal cuneo salino e dove la memoria della grave siccità del 2022 è ancora ben viva in tutta la popolazione. L'opera di contenimento meccanico dell'acqua a Volta Vaccari (paragonata al Mose dagli addetti ai lavori) è resa possibile, grazie ad un finanziamento di 3.300.000 euro, stanziato dalla Regione Veneto.
Si è così proceduto alla realizzazione di un argine in terra per la separazione del bacino di contenimento idrico nell'ansa di Volta Vaccari dall’alveo fluviale, nonché di una nuova sagoma di progetto, che ha portato al raggiungimento della quota di m.+3,20 sul medio mare a fronte dell'attuale quota di m.+1; alla costruzione di un manufatto in cemento armato di chiusura e regolazione all'interno dell'argine in terra, costituito da 2 “luci” larghe 7 metri e dotate di paratoie a doppio settore, insieme ad opere provvisionali, costituite principalmente dall'infissione di palancole metalliche per la messa in sicurezza delle aree di cantiere.
MARCHE: NUOVI ETTARI IRRIGATI NEL 2024
È il Consorzio di Bonifica Marche (con sede a Pesaro), in collaborazione con la sua società “in house” Bonifica Marche Engineering a progettare e a seguire la realizzazione del nuovo impianto irriguo, che porterà l’acqua invasata nella diga di Castreccioni nei comuni di Filottrano, Montefano ed Osimo.
L’intervento, approvato da Regione Marche, è finanziato dal MASAF (Ministero Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste con fondi P.S.R.N. (Piano Sviluppo Rurale Nazionale) 2014-2022 ed entrerà in esercizio, salvo imprevisti, già nel 2024.
Gli obiettivi sono fondamentalmente 3: riuscire a creare un circolo virtuoso fra l’acqua trattenuta e l’acqua rilasciata dagli invasi, operando anche in una logica di laminazione delle piene; efficientare le condotte già esistenti, passando da impianti “a scorrimento” a quelli “a pressione”; ampliare il numero degli agricoltori che beneficiano del servizio di irrigazione consortile.
Non va inoltre sottovalutato come, grazie ai nuovi impianti di irrigazione, nella Vallata del Musone sarà possibile inserire nuove coltivazioni sul territorio e contenere la dispersione idrica. Alla gestione ottimale di quanto già esistente si affianca quindi la programmazione e la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche, atte a mitigare il rischio idrogeologico e tutelare il settore agricolo.
VENETO: PROGETTO A TUTELA VIGNETI COLLINARI
Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) ha predisposto un primo studio per la realizzazione di un distretto irriguo a Monteforte d’Alpone, territorio del vino Soave Doc. In relazione alla conformazione collinare del territorio e con il ricordo ancora ben vivo della drammatica siccità 2022, il progetto appare di straordinaria attualità ed urgenza.
Il “vigneto Monteforte” si estende su 1.600 ettari sui 2.000 totali del territorio comunale. Secondo stime della Cantina di Monteforte, la siccità ha comportato -40% di produzione nel 2022, -30% nel 2023. Il progetto, che si basa sulle disponibilità dei pozzi esistenti, interesserebbe una porzione di soli 72 ettari, ma rappresenterebbe un importante punto di partenza, che potrebbe essere replicato in altre aree.
Nella primavera scorsa, l’ente consortile aveva condiviso, con gli stakeholders locali, l'idea di ripristinare 3 pozzi attorno al monte Riondo, approntando così un progetto, che ora sarà oggetto di discussione con gli interessati, cui spetterà anche il compito di trovare i finanziamenti.
Il prossimo passo, approvata la bozza di progetto, sarà uno studio di dettaglio per verificare, se i pozzi peschino dalla stessa falda. Il costo stimato per la rete principale è di circa ottocentomila euro per l'irrigazione di 70 ettari; ad una prima valutazione di massima ciò si tradurrebbe in una spesa tra 650 e 700 euro ad ettaro, in media con gli impianti irrigui esistenti, cui aggiungere le spese di allacciamento e distribuzione.
TOSCANA: CONCLUSO IL TOUR ASCOLTO DEI TERRITORI
Dodici milioni di euro in interventi di manutenzione ordinaria e poco meno di tredici milioni di euro in lavori straordinari, senza considerare i corsi d'acqua, classificati in seconda categoria e la cui cura dipende dalla Regione Toscana, che potrà, come già accaduto in passato, avvalersi del Consorzio di bonifica Toscana Nord per eseguire le opere, cui si aggiungono quasi mezzo milione di euro destinati ad interventi puntuali per la rimozione di criticità non programmabili e quasi centocinquantunmila euro per svolgere attività di vigilanza sui corsi d’acqua: sono queste in estrema sintesi le cifre più importanti, che emergono, sfogliando il Piano delle attività di bonifica proposto dall’ente consorziale (con sede ad Arezzo) per tenere in forma il suo reticolo di gestione: oltre seimiladuecento chilometri di corsi d'acqua in un territorio ampio e diversificato, che spazia dalle aree montane e collinari alle pianure della Valdichiana, del Valdarno, della Valtiberina e dell’area aretina.
La proposta, inviata per la valutazione e l’approvazione alla Regione Toscana, è stata messa a punto, tenendo conto delle disposizioni regionali in materia di frequenze e modalità di intervento, degli esiti dei sopralluoghi effettuati dal personale dell'ente, delle segnalazioni dei cittadini e delle consultazioni avute con gli amministratori e I tecnici dei 54 comuni del comprensorio.
I bisogni del territorio sono tanti ed ogni anno la richiesta di interventi aumenta: nel 2024 è stato previsto un 10% di lavorazioni i più rispetto al 2023, anno in cui l'attività ha fatto un balzo in avanti del 27%.
Oltre alla manutenzione ordinaria, il Piano contiene la sintesi degli interventi strutturali, in corso o in avvio, che l’ente consortile realizzerà o completerà nel corso del prossimo anno con finanziamenti pubblici messi a disposizione da Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste, Ministero Transizione Ecologica, Presidenza Consiglio Ministri.
In aggiunta, una scheda dove sono racchiuse le proposte di intervento, giudicate importanti per migliorare la sicurezza idraulica del territorio ed ancora in attesa di finanziamento: nella “hit” delle priorità indicate ci sono opere per oltre duecentoventi milioni di euro.
LOMBARDIA: NUTRIE, PROSEGUE AZIONE CONTENIMENTO
Le nutrie rappresentano una vera emergenza in tutta la pianura padana: i roditori sono, infatti, causa di diffusi danneggiamenti degli alvei con rischio anche di crolli, nonché di danni alle colture oltre alla compromissione dell'equilibrio ambientale.
Per questo i Consorzi di bonifica sono impegnati con le Amministrazioni Comunali e Provinciali nel contenimento della specie. Importanti risultati vengono dal Mantovano, dove il Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po (con sede nella “città di Virgilio”) ha sottoscritto convenzioni con alcuni Comuni: un primo bilancio arriva dal territorio di Suzzara, nell’Oltrepò, dove, nei primi dieci mesi 2023, le catture registrate hanno raggiunto i 1.587 capi.
LAZIO: INCONTRO PER IRRIGAZIONE
Il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma) ha promosso a Tarquinia una riunione alla presenza dei consorziati irrigui dell’importante zona denominata “Boligname”; l’area, che supera i duecento ettari, registra la produzione delle più importanti colture ortofrutticole della piana.
Dopo le analisi legate ai consumi e alle domande irrigue, i tecnici consortili hanno illustrato il lavoro svolto per potenziare l’impianto, calendarizzando sopralluoghi nelle singole aziende per analizzare lo scenario, i consumi e le necessità d’acqua sia nel comprensorio che fuori.
Obiettivo è migliorare l’offerta irrigua attraverso la creazione di un apposito modello ingegneristico, che tenga conto degli impianti e delle caratteristiche tecniche.
L’ente consortile ha inoltre stigmatizzato, con forte amarezza, la decisione assunta dal Sindaco di Tarquinia che, con una nota a sua firma, ha ufficializzato la decisione di non poter più garantire l’utilizzo dell’immobile denominato “Ex centro consorziale per la sperimentazione idroponica”, utilizzato da molti anni come rimessa dei mezzi e del materiale utile alle riparazioni, nonché spogliatoio degli operai e anche per riunioni assembleari.
EMILIA ROMAGNA: NUOVA GOVERNANCE CONSORZIALE
A 2 mesi di distanza dalle consultazioni per il rinnovo delle cariche amministrative, che hanno visto il successo elettorale della lista “La Bonifica del Fare”, si è tenuta la prima assemblea del nuovo Consiglio d’Amministrazione Consorzio di bonifica Emilia Centrale, riunito nella sede storica a Reggio Emilia.
Presidente è stato eletto Lorenzo Catellani, imprenditore vitivinicolo; suoi Vice saranno Ugo Franceschini (vicario) ed Alberto Notari. Il neoPresidente ha tra l’altro dichiarato: “Il cambiamento climatico impone un’inversione di rotta: occorre realizzare invasi che trattengano la risorsa, con la priorità della Val d’Enza; inoltre intendiamo proseguire nello sviluppo costante di progetti di ricerca e di quelle soluzioni tecnologiche sperimentali che, in questi anni, sono diventate modello a livello nazionale ed europeo.”
Attraverso una rete idraulica di circa quattromila chilometri tra canali artificiali ed alcuni corsi d’acqua naturali, l’ente consortile fornisce risorsa idrica ad un territorio di oltre centoventimila ettari agricoli, sui quali sono presenti colture di pregio ed una rinomata filiera zootecnica, che culmina in prodotti d’eccellenza, quale il Parmigiano-Reggiano; nel comprensorio montano, che si estende per 178.000 ettari ed interessa 30 comuni in 3 province (Reggio Emilia, Modena, Parma), l’ente consorziale esegue interventi contro il dissesto idrogeologico e sulla viabilità minore.
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