Anno XXV, n. 38 venerdì, 27 ottobre 2023

ALL’ITALIA LA PRESIDENZA DI TURNO EUWMA

VINCENZI, AL VERTICE DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA DEGLI ORGANISMI DI GESTIONE IDRICA

“DOBBIAMO CONTRASTARE IL TENTATIVO DI CONTRAPPORRE AGRICOLTURA ED AMBIENTE”

Toccherà a Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), guidare per un anno la European Union of Water Management Associations (EUWMA), la cui annuale Assemblea si è tenuta a Roma; subentra al belga Sam Coulier, la cui Presidenza di turno si è caratterizzata per l’impegno comune sul tema della risalita del cuneo salino. A EUWMA aderiscono le organizzazioni pubbliche, locali e regionali di gestione dell’acqua di dieci Stati europei: Belgio, Italia, Ungheria, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Romania e Paesi Bassi.
“Dobbiamo evitare che l’acqua diventi un business per pochi ed un problema per molti” ha esordito Vincenzi in sede di presentazione degli obbiettivi della Presidenza italiana, che intende caratterizzarsi per evitare l’affermarsi di derive culturali, che tendono a contrapporre agricoltura ed ambiente. “La crisi climatica ha favorito il rinascere di una coscienza comune sull’indispensabile funzione dell’acqua ma, di fronte all’estremizzazione localizzata degli eventi atmosferici, non possono esistere ricette omogenee, che vanno invece adattate alle singole realtà territoriali, pur nella condivisione degli obbiettivi – ha proseguito il neoPresidente EUWMA  - Argomento fondamentale è la revisione della Direttiva Quadro Acque del 2000, perché disegnata su una realtà idrica, che non c’è più e la sua pedissequa applicazione rischia di creare gravissimi danni proprio a quelle realtà, che traggono linfa vitale dalla presenza dell’acqua sul territorio.”
Ormai unanime è la convergenza di EUWMA sulla necessità di nuove infrastrutture capaci di trattenere maggiori quantità d’acqua da utilizzare nei momenti di bisogno; gravi segnali arrivano, infatti, da tutta Europa: dalla desertificazione di territori spagnoli, dove non piove da 6 anni alle cospicue perdite di produzioni agricole in Germania.
“E’ necessario evitare approcci ideologici, partendo dalla consapevolezza  che viviamo in un ambiente gestito, per la cui salvaguardia vanno perseguiti obbiettivi realistici, definendo azioni realizzabili ed il loro calendario, aiutati anche dall’innovazione tecnologica – ha evidenziato il Presidente ANBI -  Bisogna incrementare la resilienza di territori e loro comunità, definendo piani di gestione della siccità e delle alluvioni; in questo è determinante riconoscere il ruolo dell’agricoltura nella manutenzione dell’ambiente naturale adattato all’uomo, vale a dire l’agroecosistema.”
Manifesta la conclusione di Francesco Vincenzi: “Dobbiamo riportare saggezza nel restauro della natura e nel governo dell’acqua per evitare che i sogni diventino incubi!”

EMILIA ROMAGNA: GESTIONE INTELLIGENTE RISORSE IDRICHE: ACQUA CAMPUS FA SCUOLA

Nei giorni scorsi, “Acqua Campus” è stato il centro propulsivo “en plein air” della ricerca tecnico-scientifica sul risparmio idrico in agricoltura: nell’ambito del progetto H2020 WATERAGRI, lo staff tecnico-agronomico del Consorzio di 2° grado C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) ha approfondito i contenuti innovativi dei progetti sperimentali, che sta realizzando, presentandoli ad una nutrita delegazione di ricercatori provenienti da diversi Paesi d'Europa.
Il progetto WATERAGRI è mirato a sviluppare soluzioni innovative per la gestione dell'acqua e dell'agricoltura, affrontando le sfide dei cambiamenti climatici. La visita si è concentrata sulle "nature-based solutions" (soluzioni basate sulla natura) ed è stata un'opportunità concreta per esplorare le nuove e più avanzate frontiere nella gestione sostenibile delle risorse idriche. Inoltre, sempre nel corso delle giornate/studio, “Acqua Campus” ha collaborato con Università Bologna, al fine di creare un impianto pilota per il trattamento di acque reflue e di drenaggio, dove testare nuove soluzioni basate su biochar (carbone vegetale), membrane per il filtraggio e riciclo di nutrienti dalle acque.
Sempre nel contesto del progetto europeo H2020 WATERAGRI, “Acqua Campus” ha inoltre organizzato un incontro, insieme al Consorzio di bonifica Romagna (con sede a Ravenna), nell’impianto irriguo Pianura Cesenate, nel comune di Cesena, per esplorare le soluzioni innovative di riutilizzo delle acque reflue implementate dall’ente consortile e finalizzate a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Durante la visita i partecipanti, provenienti anche da Finlandia e Nepal, hanno avuto l'opportunità di esaminare da vicino le tecnologie e le infrastrutture utilizzate. Inoltre, sono stati discussi approcci innovativi e sostenibili alla gestione delle risorse idriche, inclusi metodi avanzati a supporto dell’irrigazione di precisione come Irriframe. Per ulteriori informazioni sul progetto H2020 WATERAGRI, è possibile consultare il sito web ufficiale: https://wateragri.eu/.

2022: CEMENTIFICATI ALTRI 77 CHILOMETRI QUADRATI DI TERRITORIO

VINCENZI: “DI FRONTE ALLA PROSSIMA EMERGENZA DI ORIGINE NATURALE NESSUNO POTRA’ CHIEDERE: COME MAI?”

“Mentre torna l’allerta meteo su numerose zone d’Italia, i dati diffusi oggi dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente tolgono qualsiasi alibi all’urgenza di approvare la legge contro il consumo indiscriminato di suolo, ferma in Parlamento da 10 anni”: a ribadirlo è stato  Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, che ha proseguito:
“In una condizione di accentuata fragilità di fronte alla crisi climatica, lungo la Penisola si sono impermeabilizzati nel 2022 ulteriori 77 chilometri quadrati di territorio, oltre il 10% in più dell’anno prima; di questi, oltre novecento ettari ricadono in aree a rischio idraulico medio e sono ben 4.800 gli ettari, strappati all’uso agricolo. Questo non solo aumenta il pericolo idrogeologico per le popolazioni, ma costa 9 miliardi all’anno in perdita di servizi ecosistemici. Da tempo ANBI segnala l’insufficienza della rete idraulica di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici e la necessità di investimenti per un suo efficientamento, nonché di nuove infrastrutture; i dati diffusi oggi testimoniano l’ulteriore esposizione del territorio al rischio, complice l’insistere di una sfrenata cultura del cemento sulla cultura della prevenzione. Il quadro è quindi chiarissimo; alla prossima emergenza di origine naturale, nessuno potrà chiedere: come mai?”

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

ANSIA PER IL CICLONE BERNARD CHE COLPISCE UN’ITALIA RESA SEMPRE PIU’ FRAGILE DALLA CEMENTIFICAZIONE

ANBI: SERVE UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA PER NON RIMANERE IL PAESE DEI DISASTRI ANNUNCIATI

Otto eventi estremi, fra nubifragi e trombe d’aria, in 24 ore lungo lo Stivale (qualche esempio: in poche ore a Rocca Sigillina, in Toscana, sono piovuti 177 millimetri, mentre su Imperia e sulla friulana Resia ne sono caduti circa centocinquantasei):  è quanto ha registrato, la scorsa settimana, l’European Sever Weather Database (ESWD), ma il bilancio del ciclone Bernard, che sta attraversando l’Italia potrebbe essere più ingente; ad inizio di questa settimana, tra il 23 ed il 24 Ottobre u.s., sono state già ben 21 le “bombe d’acqua”, localizzate soprattutto su Levante Ligure, Nord Friuli, Toscana e Lazio. Sono questi i primi esempi del previsto stress meteo, cui sarà sottoposta la Penisola a causa dell’irruzione della fredda  bassa pressione subpolare (il cosiddetto ciclone d’Islanda) in un ambiente mediterraneo ancora eccezionalmente caldo per gli effetti dell’anticiclone africano. Alto è quindi il rischio idrogeologico come testimoniano le impennate di portata anche in corsi d’acqua, che da mesi ristagnavano a livelli bassissimi.
“Di fronte a questa fotografia del Paese è urgente un’assunzione di responsabilità collettiva verso un nuovo modello di sviluppo, che non sia basato sulla cultura del cemento e la riduzione delle campagne come, purtroppo, confermano i recenti dati diffusi dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’ Ambiente  – ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Alla politica ribadiamo la richiesta di approvare al più presto la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, dispersa nei meandri parlamentari da ben 10 anni!”
“Contestualmente – ha chiosato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – è indispensabile valorizzare la figura dell’agricoltore nella manutenzione del territorio, dai monti alla pianura; dobbiamo essere consapevoli che viviamo in un ambiente gestito, cioè, adattato all’uomo: il cosiddetto agroecosistema. Non possiamo rimanere il Paese dei disastri annunciati.”
I grandi laghi del Nord Italia, fatta eccezione per quello d’Iseo (al 38,6% della propria capacità), sono in forte crescita e sopra la media del periodo: il Maggiore è cresciuto di 70 centimetri in due giorni ed è ora al 117,3% di riempimento, il Lario è ora al 79,4%; il Benaco al 70,7%. Anche la Dora Baltea in Valle d’Aosta è cresciuta repentinamente, raggiungendo la portata di 20,4 metri cubi al secondo (mc/s), cioè +150% ca. sulla media (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta). In Piemonte sono i finora assetati territori meridionali a registrare le maggiori cumulate di pioggia (in 24 ore, a Garessio, nel Cuneese, mm. 71 ed a Cremolino, nell’Alessandrino, mm.63) e di conseguenza a veder schizzare in alto le portate delle aste fluviali: tra queste, il Tanaro ha registrato la crescita più repentina, salendo da mc/s 23,3 di una settimana fa agli attuali a mc/s 154 mc/s, dopo aver toccato addirittura mc/s  357!
Bene anche la Toce (+220% in 7 giorni); una curiosità: sulle alture del Ronco Scrivia i venti hanno toccato i 150 chilometri all’ora. In Lombardia, il fiume Adda registra una forte crescita (in una settimana da mc/s 166 a mc/s 616!); a guadagnarne sono anche le riserve idriche regionali, che già prima dell’ondata di maltempo erano superiori alla media del 7% ca. . In Veneto, i fiumi Adige e Livenza crescono di quasi un metro, mentre più contenuto è l’aumento di portata in Piave e Brenta; invariato rimane il livello del Bacchiglione.
In Emilia-Romagna, soprattutto sul versante occidentale, i fiumi sono stati attenzionati per la paura, che si potessero replicare i disastri di 5 mesi fa, ma l’entrata in funzione delle casse di espansione ha mitigato le piene: i più minacciosi sono stati la Parma (+m. 8), il suo affluente Baganza (+m. 2,50), il Taro che ha toccato la portata di mc/s 245, cioè il valore più alto da Gennaio 2021 (solo 2 settimane fa, la portata superava di poco mc/s 1 mc/s); picchi di livello si registrano anche su Nure, Panaro, Secchia ed Enza (fonte: ARPAE). Esempio dell’ormai conclamata localizzazione degli eventi atmosferici è il fiume Po, che resta sotto media in Piemonte, ma  cresce soprattutto nelle sezioni emiliane e lombarde, dove raggiunge portate ben superiori alle medie storiche, grazie ai cospicui apporti degli affluenti appenninici.
La Liguria è stata una delle regioni maggiormente toccate dai nubifragi (mm. 151 di pioggia su Camogli in sole 3 ore); ne è conseguita una crescita preoccupante dei livelli di corsi d’acqua dall’andamento notoriamente pericoloso soprattutto sui bacini di Magra e Vara, che ha registrato una crescita di quasi tre metri e settanta centimetri, così come l’Entella mentre, nel Ponente ligure, il torrente Argentina è cresciuto di m. 2,20 (fonte: OMIRL). In Toscana, per via delle cumulate di pioggia, il fiume Serchio, che fino alla settimana scorsa era sotto la portata minima di deflusso vitale, ora tocca mc/s 153,60! Cresce anche l’Arno, il cui flusso supera i 50 metri cubi al secondo, mentre i livelli di Sieve ed Ombrone non subiscono variazioni di rilievo (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
I fiumi delle Marche, finora solo lambita dai nubifragi, restano sui livelli della scorsa settimana e gli invasi trattengono circa un milione  e mezzo di metri cubi d’acqua in meno rispetto a 2 settimane fa. In Umbria, dopo molti mesi, migliora la condizione del lago Trasimeno, il cui livello si alza di 2 centimetri; a calare sono invece i fiumi Nera e Chiascio (fonte: Servizio Idrografico Regione Umbria).
Nel Lazio (secondo i dati ESWD, a Roma sono caduti oltre cinquantacinque millimetri d’acqua, provocando allagamenti in molte parti della città, mentre  il vento forte ha causato danni in diversi comuni), il fiume Tevere cresce e supera i mc/s 90 di portata; in aumento sono anche i livelli dell’Aniene, mentre la Fiora rimane stabile così come i laghi di Bracciano e Nemi.
Al Sud, che con una certa apprensione attende il passaggio del ciclone Bernard, “prosegue l’estate” come dimostrano gli invasi della Basilicata, che continuano a rilasciare circa sette milioni di metri cubi d’acqua a settimana, mentre da quelli pugliesi ne sono utilizzati oltre due milioni.

 

VENETO: MALTEMPO: LA RETE CONSORTILE REGGE

Con le piogge autunnali, tornano a verificarsi in Veneto situazioni di attenzione idraulica, che mettono a prova la capacità dei Consorzi di bonifica di far fronte al rischio allagamenti.
In particolare, nelle giornate tra il 24 e il 25 Ottobre u.s., una forte ondata di maltempo si è abbattuta su tutta la regione e ha interessato in particolar modo la fascia pedemontana, il bacino del fiume Piave ed il Veneto Orientale, dove operano rispettivamente i Consorzi di bonifica “Piave” (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso) e “Veneto Orientale” (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia).
Nel comprensorio di bonifica del Piave, il 25 Ottobre si sono registrati tra i sessanta ed i cento millimetri di pioggia, comportando una “morbida” del fiume, causata dalle piogge, anche più intense, scese a Nord sulle montagne del Bellunese. Situazioni di attenzione si sono verificate su vari corsi d’acqua più a valle nel trevigiano come  i fiumi Rasego a Vallio e Codolo a Codogné.
Livelli di attenzione sono scattati anche per i comuni di Castelfranco Veneto e Riese Pio X. È entrata in funzione la cassa di espansione a Castello di Godego.
Nel Veneto Orientale, gli elevati quantitativi di pioggia, caduti sulle aree montane del Friuli-Venezia Giulia, hanno provocato una piena di media entità del fiume Tagliamento, mentre le precipitazioni più contenute (circa venticinque millimetri) sul versante veneto tra Piave e Tagliamento hanno richiesto una costante attenzione da parte dei tecnici consorziali, a causa dei venti di scirocco, che hanno ostacolato il deflusso delle acque a mare.

LOMBARDIA: IRRIGAZIONE: UNA RISORSA PER L’AGRICOLTURA, IL TERRITORIO E L’AMBIENTE DELLA REGIONE

Dopo la straordinaria criticità del 2022, anche la stagione irrigua appena conclusa non è stata affatto nella norma; in un convegno a Milano, ANBI Lombardia ha anticipato i primi dati, che saranno sviluppati nell’edizione 2023 del Report edito dal CeDATer, il centro dati dedicato all’acqua e al territorio rurale, nato dalla collaborazione con Regione Lombardia.
“Irrigazione e reticolo idrico fanno parte integrante della vita della pianura” ha ricordato Alessandro Rota, Presidente ANBI Lombardia, nel confronto che ha visto la partecipazione degli Assessori Regionali Alessandro Beduschi (Agricoltura), Gianluca Comazzi (Territorio), Giorgio Maione (Ambiente) e Massimo Sertori (Enti locali e Utilizzo risorsa idrica). “Una prova concreta l’abbiamo avuta dall’abbassamento del livello delle falde sotterranee - ha evidenziato nel suo intervento - dovuto proprio alle riduzione degli apporti irrigui, causati dalla siccità.”
Da qui l’importanza del monitoraggio e delle decisioni da adottare in una scala di bacino: la regolazione dei laghi, la revisione dei periodi di concessione, gli utilizzi idroelettrici lungo le aste fluviali sono alcuni dei temi, su cui è necessario intervenire con urgenza. Gli scenari da fronteggiare sono noti. Una diversa distribuzione delle piogge con il crescere delle stagioni siccitose, insieme al drastico calo degli apporti nevosi (si stima la fine del ghiacciaio dell’Adamello entro il 2100), è sempre più accompagnata, secondo i dati presentati da Claudio Gandolfi, docente all’Università di Milano, da un significativo aumento delle temperature e conseguentemente del fabbisogno idrico delle colture. Serve dunque una forte azione per la mitigazione e l’adattamento delle conseguenze della crisi climatica. Presente il Commissario Straordinario Nazionale “Scarsità Idrica”, Nicola Dell’Acqua, sono state illustrato le linee d’intervento, messe in campo dal sistema consortile.
“Proprio in questi giorni – ha anticipato il Presidente, Rota -  la Regione Lombardia proporrà al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 13 progetti strategici, per un valore di poco meno di duecentosessanta milioni di euro, elaborati daiCconsorzi  di bonifica per la revisione del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali per la Sicurezza nel Settore Idrico (P.N.I.I.S.S.I.). Si tratta di progetti di largo respiro e che vanno nella direzione dell’ottimizzazione, nonchè della sempre maggiore efficienza nell’uso dell’acqua. La documentazione a supporto della progettazione già esecutiva e cantierabile - ha aggiunto - mette in luce, numeri alla mano, le importanti ricadute economiche, sociali, territoriali e ambientali, che questi interventi assumono, dimostrando tra l’altro significative percentuali di ritorno degli investimenti.”
Si tratta di un quadro di interventi, come ha commentato l’assessore, Sertori, “predisposto in condivisione con ANBI Lombardia. Un ventaglio di proposte, che mira a valorizzare le risorse idriche della regione, a garantire la sicurezza e ridurre l’impatto ambientale nella gestione degli invasi e, non ultimo, al miglioramento della resilienza dell’agroecosistema irriguo, tramite bonifica e irrigazione”.
Le proposte di ANBI sono articolate e coinvolgono tutti gli aspetti della gestione dell’acqua, ha rimarcato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano. “Dal piano invasi all’automazione ed il telecontrollo, dalle opere di messa in sicurezza del territorio alla valorizzazione ambientale - ha affermato - sono moltissimi gli esempi della capacità gestionale e di progettazione dei Consorzi. Per noi – ha aggiunto – la ricetta è sempre la stessa: infrastrutturazione del territorio ed innovazione per l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica. Oltre ai 13 progetti strategici del P.N.I.S.S.I., il nostro piano di efficientamento della rete idraulica in Lombardia vale complessivamente quasi un miliardo di euro con grande attenzione anche alla sicurezza idraulica.”
Infine, ecco i numeri dell’irrigazione e della Bonifica in Lombardia: 650.000 ettari di superficie irrigata; 40.000 chilometri di reticolo idrico, di cui km. 3500  di condotte forzate sotterranee; 77 impianti di sollevamento delle acque superficiali; 750.000 ettari serviti da opere di scolo delle acque, di cui 96.000 a sollevamento meccanico; 26 impianti idrovori per la difesa idraulica con capacità di oltre ducentotrenta metri cubi al secondo.

EMILIA ROMAGNA: PIENA SODDISFAZIONE IRRIGUA

La richiesta irrigua è stata soddisfatta anche nella stagione 2023 con un totale di oltre millecento irrigazioni  su oltre cinquemila ettari serviti: numeri tendenzialmente stabili rispetto ai valori della stagione scorsa, comunicati dal Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio”) nel corso di un summit tra i vertici dell’ente di bonifica ed i rappresentanti delle associazioni agricole locali, convocato per condividere il bilancio dell'annata, il quadro operativo degli interventi eseguiti per l’efficientamento irriguo e quelli, che partiranno a breve grazie ai finanziamenti ottenuti dall'ente consorziale.
La risorsa idrica nel Parmense arriva al mondo agricolo in via prioritaria, grazie ai prelievi realizzati mediante l’utilizzo degli oltre venti impianti idrovori e dei 7 pozzi consortili che, attraverso una rete di canali consorziali, lunga oltre millecinquecento chilometri, hanno generato complessivamente una derivazione d’acqua pari a 10 milioni di metri cubi; una percentuale di risorsa è stata disponibile mediante trattamento delle acque opportunamente depurate dal servizio idrico IREN ed EmiliAmbiente.

TOSCANA: DOPO IL MALTEMPO VIA LE “FERITE” DA CERFONE E PADONCHIA

Le piogge prolungate e violente. che nel novembre 2019 hanno colpito duro la provincia aretina, hanno ferito gravemente i corsi d’acqua Cerfone e Padonchia.
A Monterchi, in particolare, 4 punti sono apparsi critici , fin dall’inizio, ai tecnici del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), impegnati con i colleghi del Comune a redigere la mappa delle criticità causate dagli eventi alluvionali. Sul Cerfone furono individuati 2 dissesti importanti (uno, in località Le Ville, l’altro, in località Mercatale); altre 2 criticità si manifestarono sul Padonchia (nella località omonima e poco oltre, in località Ripoli).
Duecentociquantamila euro è la cifra messa a disposizione per l’intervento di manutenzione che ha restituito un’idonea efficienza idraulica e ha recuperato  i fenomeni franosi/erosivi, generati  dai fenomeni alluvionali, verificatisi negli scorsi decenni ed aggravati dall’evento del 2019. Le opere sono state studiate e realizzate per garantire il funzionamento della sezione idraulica di deflusso e la sua stabilità, cercando anche  di salvaguardare, dove possibile, le associazioni vegetali naturali, che caratterizzano l’ambiente ripario e le adiacenti zone di deposito alluvionale.
La manutenzione ordinaria è apparsa, in questo caso, insufficiente per mettere in sicurezza l’area, dove insistono abitazioni, infrastrutture e campi coltivati. Per sanare criticità tanto importanti si è perciò reso necessario ricorrere ad un finanziamento straordinario e realizzare interventi strutturali con l’inserimento di nuove opere per difendere il territorio in modo efficace.
Sono stati così inaugurati 4 interventi strutturali eseguiti dall’ente consorziale e molto importanti per la sicurezza idraulica del territorio. Le difese di sponda, completate di recente, migliorano la difesa idraulica che, in questi punti, era fortemente compromessa dalle piene e dalla presenza di numerosi animali selvatici, che hanno contribuito a minare le sponde.

VENETO: NUOVI PROGETTI FINANZIATI DALLA LEGGE SPECIALE PER VENEZIA

I Consorzi di bonifica del Veneto, che insistono sulla laguna di Venezia, sono destinatari di importanti risorse per la riqualificazione e manutenzione dei corsi d’acqua e la manutenzione straordinaria di manufatti, stanziati in questi giorni dalla Regione Veneto nell’ambito della Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.
Nello specifico, si tratta degli enti consorziali: “Acque Risorgive” (con sede a Venezia Mestre), destinatario di oltre 3.600.000 euro per il potenziamento dell’idrovora di Lova e la riqualificazione ambientale del basso corso del fiume Marzenego-Osellino, al fine del controllo dei nutrienti sversati in laguna; “Bacchiglione” (con sede a Padova), destinatario di 3.800.000 euro per l’estensione di un’area umida in Riviera del Brenta; “Adige Euganeo” (con sede ad Este, nel padovano) destinatario complessivamente di 2.800.000 euro per interventi di ricalibratura e messa in sicurezza idraulica rispettivamente sui canali Desturello e Berto; “Veneto Orientale” (con sede a San Donà di Piave, nel veneziano), destinatario di 2.200.000 euro per la rimessa in funzione di un sostegno con relativi manufatti di regolazione e scarico.

TOSCANA: CORSI D’ACQUA RIMESSI IN SESTO

Ripristinati, dal Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede nella “città della Torre pendente”), 2 corsi d’acqua nel pisano: si sono, infatti,. conclusi i lavori di scavo del Fosso Uomo Morto (tra i comuni di Ponsacco  e Pontedera)  e del Botro della Muraiola (nel comune di Casciana Terme – Lari).
L’investimento complessivo  è stato di 60.000 euro per opere di manutenzione ordinaria. L’altra bella notizia è l'inizio del lavoro di progettazione della cassa di espansione del Rio San Giorgio nell'area dei Poggini; si tratta di un'opera indispensabile per la messa in sicurezza del Villaggio 17 luglio, poiché il quartiere è attraversato dalla Fossa Nuova e dal suo affluente Rio San Giorgio.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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