L’ OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE ILLUMINA UNA VERITA’ SFUGGENTE: LA TRAGEDIA DELL’EMILIA ROMAGNA ANTICIPATA DA DECINE DI EMERGENZE LUNGO LO STIVALE
104 EPISODI ALLUVIONALI NEL 2022 CIOE’ 2 ALLA SETTIMANA!
ANBI: UN GRANDE PROGETTO DI MANUTENZIONE DEL TERRITORIO ED IL PIANO INVASI SONO LA PRIMA OPERA PUBBLICA DI CUI IL PAESE ABBISOGNA
Mentre in Emilia Romagna si continua a lavorare per riparare i danni dell’emergenza alluvionale, l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche illumina una verità sotto traccia, che conferma l’immagine di un’Italia alla mercè della crisi climatica e che, accanto alle tragedie, annovera una serie impressionante di episodi, che avrebbero potuto avere ben più gravi conseguenze. Nel solo 2022, anno per altro caratterizzato da una grave insufficienza idrica soprattutto nel Nord Italia, i fenomeni alluvionali sono stati 104, cioè 2 alla settimana!
“E’ un dato, che allarma e che dovrebbe sollecitare una grande piano di manutenzione del territorio, la più importante opera pubblica, di cui l’Italia abbisogna – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Per questo, rendiamo noto un elenco delle più gravi emergenze meteo registrate dall’Agosto scorso, cioè dalla fine della fase più acuta della siccità.”
Ecco l’elenco:
5/8/2022 – Alluvione in Val di Fassa (Trentino Alto Adige): cumulate di pioggia fino a 123 millimetri in un’ora (a Monzon, frazione di Pozza di Fassa); allagamenti, frane, torrenti esondati ed oltre 150 persone evacuate.
12/8/2022 - Alluvione in Calabria e Sicilia: fiumi di fango in provincia di Reggio Calabria e Messina, nonchè sull’isola di Stromboli. A Scilla ed a Stromboli automobili trascinate in mare dalle acque.
15-18/8/2022 - Nubifragi e vento forte in Emilia, Liguria, Toscana e Veneto: 2 morti per alberi caduti a Lucca e Carrara. 100 evacuati tra Massa e Carrara. Danni ad edifici ed infrastrutture. Proclamato lo stato di emergenza in Toscana e Veneto, nonchè lo stato di crisi in Emilia Romagna.
27-30/8/2022 - In Emilia-Romagna, nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini: forti piogge con cumulate superiori ai 30 millimetri in poche ore provocarono danni ed allagamenti.
15-16/9/2022 Alluvione delle Marche: 13 vittime, 150 sfollati, 2 miliardi di danni.
25/9-1/10/2022 - Nubifragi in Sicilia con cumulate di pioggia superiori a mm. 100 in 24 ore tra le province di Ragusa, Trapani, Palermo, Agrigento: allagamenti e danni.
9-13/10/2022 - Alluvione nella Sicilia Occidentale: esondati fiumi, allagamenti in diversi comuni, frane e danni per milioni di euro ad infrastrutture ed a privati.
21-22/11/2022 - Ciclone Poppea: in Campania e principalmente nei comuni irpini e cilentani, cumulate di pioggia superiori a mm.100 in 24 ore. Fiumi di fango in diversi comuni.
26/11/2022 - Alluvione ad Ischia: cumulate pluviali di mm. 170 nella mattinata (mm.126 in 6 ore). Nella frana di Casa Micciola hanno perso la vita 12 persone, 5 sono stati i feriti, 450 gli sfollati, 40 le case danneggiate.
26/11-4/12 - Alluvione in Sicilia e Calabria, nelle province di Crotone, Catanzaro, Cosenza: allagamenti, esondazioni, frane e danneggiamenti ad infrastrutture, abitazioni, attività commerciali. A Roccabernarda mm. 104 di pioggia in 2 ore; in provincia di Messina (il 3/12) le cumulate hanno sfiorato i 300 millimetri.
19/1/2023 - Campania, “bombe d’acqua” sulle province di Caserta, Benevento e Salerno con cumulate superiori ai mm. 100 in 24 ore. In Molise e nel Casertano esondato il fiume Volturno; danni alle colture ed allagamenti.
8-10/2/2023 - Uragano Medicane sulla Sicilia: mm. 309 di pioggia in 48 ore a Siracusa (mm. 224 in 24 ore); mm. 270 sulla provincia di Ragusa; esondazioni, frane, allagamenti e danni. Proclamato lo stato di crisi.
2-17/5/2023 Alluvioni in Emilia-Romagna, Nord Toscana, Nord Marche: 14 morti
20/5/2023 - Nubifragi sulle province di Catania (a Paternò mm. 210 di pioggia in 24 ore) e di Nuoro (mm. 210 tra il 20 ed il 21 Maggio a Dorgali).
“Oltre all’incommensurabile tributo in vite umane – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - vanno considerati i miliardi di danni, di cui mediamente solo il 10% viene realmente ristorato ai cittadini; intervenire in prevenzione costerebbe 5 volte meno. Non solo: l’insicurezza idrogeologica è un freno allo sviluppo e l’alluvione è l’evenienza naturale, che permane più a lungo nella memoria collettiva di una comunità, condizionandone la vita per anni. Mettiamo a disposizione del Paese e di chi lo rappresenta la nostra esperienza e centinaia di progetti cantierabili: il Piano Invasi, che hanno presentato ANBI e Coldiretti, ne costituisce la testimonianza più concreta.”
EMILIA ROMAGNA: STRADE PROSCIUGATE, MA L’EMERGENZA NON È FINITA
È da settimane che il territorio della Romagna Occidentale sta subendo le disastrose conseguenze di un evento senza precedenti: le contemporanee rotte fluviali di Sillaro, Senio, Lamone, Marzeno (2 e 3 Maggio), cui hanno fatto seguito le contemporanee rotte degli stessi fiumi e anche del Santerno (16 e 17 Maggio).
Il mese si è concluso e l’emergenza, sebbene attenuata, è tutt’altro che terminata. Si stima, infatti, che dai fiumi pensili regionali siano fuoriusciti nel sottostante bacino di bonifica circa quattrocento milioni di metri cubi d’acqua e fango. L’enorme eccesso di portata, che ha sovraccaricato i canali di bonifica non poteva che portare a vastissimi allagamenti di centri urbani ed aree rurali, aggravati nei comuni siti nelle aree a giacitura più depressa come Conselice, il centro urbano che con Sant’Agata è stato più duramente colpito dall’alluvione nella Bassa Romagna. L’unico percorso di allontanamento delle acque da Conselice è quello attraverso i canali consorziali Zaniolo e Diversivo in Valle, l’impianto idrovoro Sabbadina e il collettore generale del reticolo artificiale Canale di bonifica in destra di Reno.
“Ad allagare Conselice”, precisa una nota del Consorzio di bonifica Romagna Occidentale (con sede a Lugo, in provincia di Ravenna), “non è stata la rotta, subita e non provocata, del Destra Reno, ma sono state quelle del Sillaro e del Santerno”.
Per far defluire l’immenso lago si è agito su più fronti. In primo luogo, gli sforzi si sono concentrati nel cercare di alleggerire il carico idraulico del Destra Reno, altrimenti ogni altra operazione si sarebbe rivelata inutile. A tal fine sono stati installati gruppi di pompaggio d’emergenza presso la botte Santerno (ben 31, grazie a Consorzi di bonifica, Protezione Civile e privati), che hanno sottratto portata al Destra Reno per immetterla nel sopraelevato Santerno. In massima parte, le pompe sono state fornite grazie al coordinamento istituito in tempi record dall’ANBI.
L’ente consortile precisa anche: “Non è vero che si è pensato a salvare prima Ravenna e poi ci si è dedicati ai centri minori. L’immediata diponibilità di uomini e attrezzature che il mondo della bonifica e la protezione civile hanno fatto pervenire in Romagna ha consentito di intervenire in contemporanea in tutti i siti interessati dall’evento”.
L’azione del “Romagna Occidentale” non è stata limitata ovviamente alla sola area di Conselice: complessivamente, sotto il suo coordinamento e di ANBI , sono state messe in funzione 121 pompe nella fase più acuta di un’emergenza, che non è ancora del tutto superata ed avrà purtroppo una coda molto lunga. Una volta messa in sicurezza la popolazione, bisognerà infatti passare prontamente alla fase della ricostruzione, perché non c’è tempo da perdere.
La rete di bonifica è stata, infatti, gravemente danneggiata dalle acque limacciose, fuoriuscite dai fiumi; occorrono celeri provvedimenti, che mettano gli enti consorziali nella condizione di intervenire senza indugio nel ripristino della situazione preesistente all’alluvione, assicurando la copertura economico-finanziaria dei lavori più urgenti.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
COME DOPO IL TERREMOTO: UNO SCIAME ALLUVIONALE ATTRAVERSA L’ITALIA
VINCENZI: “SENZA UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA VERSO LA FRAGILITA’ DEL NOSTRO TERRITORIO NUOVE EMERGENZE SONO DIETRO L’ANGOLO”
Se al Nord, all’inondazione della Romagna si affianca la violenza meteo su Brescia (145 millimetri di pioggia in un giorno con una punta di mm. 50 in un’ora), è al CentroSud, che si registra un autentico “sciame alluvionale” a conferma della fragilità idrogeologica dell’Italia: in Campania, Forino è stata allagata in poche ore da mm. 78,4 di pioggia; grande apprensione, ma solo danni e disagi a Lucera in Puglia per circa sessanta millimetri d’acqua caduti in un’ora ; in Sardegna, mm. 61,4 sono scesi in un’ora su Ottana, mentre è bastata un’ora e mezza per vedere cadere 64 millimetri d’acqua su Carbonia, mentre 27 violentissimi millimetri di pioggia in un’ora sono stati sufficienti per provocare allagamenti, frane e crolli a Bonnanaro; infine, in Sicilia si registrano 62 millimetri di pioggia in 2 giorni su Sclafani Bagni (mm. 46 in 24 ore) e mm. 50 su Aidone. A registrarlo è il settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
“E’ la conferma di una crisi climatica, che vede il nostro Paese particolarmente esposto, colpito da una tropicalizzazione di eventi, la cui violenza si scarica su aree circoscritte, moltiplicando la pressione sul reticolo idraulico – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - L’immagine più appropriata è quella di un secchio improvvisamente rovesciato sulle testa delle comunità: o adeguiamo il territorio a contenere le acque di pioggia, trasformando il problema in opportunità, grazie all’efficientamento della rete idraulica, alla realizzazione di nuove infrastrutture ed assumendo un atteggiamento nuovo e diverso riguardo il consumo del suolo oppure nuove emergenze anche drammatiche possono purtroppo ripetersi un po’ ovunque su un territorio fortemente urbanizzato.”
“Il timore adesso è l’immobilismo post emozionale, non acquisendo intrinsecamente che alluvioni e siccità sono facce di una stessa medaglia, chiamata gestione idraulica, messa in crisi dai cambiamenti climatici e da un inarrestabile abbandono, nonché cementificazione del territorio. Per questo, le soluzioni da noi proposte, dai piani invasi agli interventi di efficientamento sulle opere esistenti, sono multifunzionali, rispondendo perlopiù ad entrambe le esigenze – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - E’ tempo di dimostrare di essere un Paese maturo che, accanto all’eccezionale capacità di intervento in caso d’emergenza, sa ora farlo anche in prevenzione, utilizzando al meglio le risorse disponibili e cui si potrà accedere.”
Per il resto, la Penisola, dopo mesi caratterizzati da insufficienza idrica, si presenta ancora con un aspetto “umido”. Al Nord, i livelli dei grandi bacini naturali sono tornati a quote confortanti: i laghi Maggiore e di Como sono sopra media, così come quello d’Iseo che ha sfiorato il massimo storico; bene anche il Benaco, indirizzato ad uscire dallo stato di sofferenza, che lo caratterizza da molte settimane. In Valle d’Aosta, complice lo scioglimento della neve in quota e le abbondanti precipitazioni, la portata della Dora Baltea cresce notevolmente; anche il torrente Lys mantiene una notevole portata.
In Piemonte, le eccezionali portate dei fiumi in piena sono in larga parte solo un ricordo: restano importanti i volumi d’acqua negli alvei di Varaita ed Orco, mentre tornano sotto media Sesia, Tanaro, Toce. In Lombardia, il fiume Adda tocca una portata superiore quantomeno a quella del siccitoso 2022; grazie all’incremento dei volumi invasati nei grandi laghi ed in quelli alpini, il deficit nelle riserve idriche si riduce. Tornano a scendere i livelli dei fiumi liguri.
In Veneto, il fiume Adige cresce, così come la Brenta; calano invece Piave e Livenza. Le portate del fiume Po, nonostante un forte ridimensionamento rispetto alle recenti “morbide”, si mantengono in Piemonte al di sopra delle medie storiche; in Emilia Romagna e Lombardia, invece, le portate risultano in netto calo, ma restano in crescita man mano che ci si avvicina al delta, complici gli afflussi da territori colpiti da eventi meteo estremi. Ciò nonostante, a conferma di un incerto stato di salute idrica, il Grande Fiume rimane sotto la media storica. Restando in Emilia Romagna, i fiumi dei territori occidentali (Nure e Trebbia) permangono sopra le medie mensili, mentre tornano sotto media quelli centrali (Enza, Panaro e Secchia).
A conferma di un’accentuata localizzazione degli eventi meteo, marcato è lo scarto nelle precipitazioni cumulate tra i settori orientale ed occidentale della regione: se nei bacini montani romagnoli la pioggia caduta dall’ inizio dell’anno idrologico tocca mm. 926, sulle terre alte dal Parma alla Trebbia supera appena i settecentoventi millimetri, così come si attesta sui 200 millimetri, la differenza di cumulata tra i bacini di pianura a Nord della foce del fiume Reno e quelli dal Parma al Tidone.
In Toscana, l’apporto pluviale di Maggio ha segnato numeri record nelle aree appenniniche dell’alto Mugello (contribuendo alla tragedia romagnola tramite i bacini del Senio e del Santerno) e della Garfagnana, con cumulate, che vanno dai 400 millimetri fino a sfiorare i cinquecento millimetri nell’area di confine tra le province di Firenze e Bologna. Oltre trecento millimetri di pioggia si sono registrati anche sull’Abetone ed a Poppi, in provincia d’Arezzo.
Dopo le buone performance della scorsa settimana tornano a scendere i fiumi con Arno e Serchio a livelli di portata, inferiori alla media ed in linea con quelli insufficienti del 2022. Nelle Marche prosegue la “normalizzazione” dei livelli dei fiumi, che mantengono però altezze superiori al quadriennio precedente; negli invasi, l’incremento settimanale di circa tre milioni e mezzo di metri cubi avvicina a soli 2 milioni e mezzo il valore di massimo invaso autorizzato. In Umbria, da inizio Maggio, il livello idrico nel bacino della diga di Corbara è cresciuto di oltre due metri e trenta centimetri. Nel Lazio, la portata del fiume Tevere a Roma centro si attesta su un valore superiore al biennio 2021-2022; cresce ancora l’Aniene, mentre decresce il Liri dopo i valori di piena dei giorni scorsi.
Il lago del Salto, in provincia di Rieti, da inizio Maggio registra un incremento di livello pari a circa tre metri e trenta centimetri, mentre la situazione dei laghi Bracciano e Nemi, che non hanno fiumi immissari, fatica da anni a migliorare. In Campania, decrescono vistosamente i livelli dei fiumi Volturno (stabile, invece, in Molise), Sele e Garigliano. Dopo aver incamerato una notevole quantità d’acqua nelle scorse settimane, i bacini della Basilicata subiscono una battuta d’arresto (circa due milioni e mezzo di metri cubi in meno) a causa di un’intensa attività irrigua, mantenendo però un surplus notevole rispetto alla già positiva primavera 2022.
Analogo andamento si registra negli invasi della Puglia, ma, ciò nonostante, lo scarto positivo sul 2022 sale a 50,61 milioni di metri cubi. Infine, un esempio virtuoso sull’utilità dei bacini arriva dalla Calabria, dove l’invaso della diga di Sant’Anna, dopo essere stato per lungo tempo a secco, ha recuperato in 2 mesi i volumi mancanti, arrivando a raggiungere, stoccando le acque di piogge anche torrenziali, registrate nell’entroterra crotonese a Maggio, il volume di 14,37 milioni di metri cubi, record in anni recenti ed a solo 1.630.000 metri cubi dal volume massimo autorizzato.

VENETO: PIU’ SICUREZZA IDRAULICA IN CENTRO ABITATO
Il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) ha compiuto un intervento straordinario di ripristino della sicurezza idraulica sul fiume Tartaro nel centro del comune di Vigasio.
Tale intervento si è reso necessario a causa delle forti piogge abbattutesi sull’area a metà Maggio, condizionando il flusso delle acque, che avevano iniziato a sottopassare una soglia presente in alveo e realizzata in un lontano passato per mantenere alto il livello idrico, consentendo alle lavandaie di fare il bucato.
Il rischio dell’infiltrazione diventata molto consistente era che la soglia collassasse, trascinando con sé gli argini e causando danni potenzialmente gravi per l’area circostante. La sistemazione del manufatto si è pertanto resa necessaria per garantire soprattutto la stabilità degli argini. Ad intervento ultimato, la corrente del Tartaro è tornata regolare, venendo garantita anche sicurezza idraulica.
L’intervento di Vigasio è stato uno dei principali interventi realizzati dall’ente consortile per mitigare le precipitazioni straordinarie, che si sono abbattute sul comprensorio e soprattutto nella Bassa Veronese a Maggio.
In queste settimane, le maestranze hanno operato costantemente in tutti i punti critici della provincia per evitare che le eccessive portate nei corsi d’acqua potessero creare problemi di tenuta idraulica, con rischi per l’incolumità delle persone e dei luoghi.
FRIULI VENEZIA GIULIA: MANUTENZIONE STRAORDINARIA SU CONCA NAVIGAZIONE
Sono stati ultimati i lavori di manutenzione straordinaria sulla conca di navigazione di Bevazzana, posta a confine tra i comuni di Latisana e Lignano Sabbiadoro sulla via navigabile della Litoranea Veneta, dove il servizio regionale di difesa del suolo della Direzione Centrale dell’ambiente ha affidato al Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) una serie di interventi atti a garantire il mantenimento dello “stato di salute” dell’intero comprensorio completato da alcuni fabbricati e ricoveri, ora della Regione, costruiti a presidio di questo importante nodo idraulico.
La conca di navigazione ha la funzione far transitare le imbarcazioni in ogni condizione di corrente, grazie ad un bacino regolato da 2 chiuse. La funzione delle porte della conca è di fondamentale importanza in quanto, in occasione delle piene del fiume Tagliamento, devono essere prontamente chiuse per evitare che la piena “entri” nel canale navigabile, innalzando i livelli d’acqua, che allagherebbero la parte Nord dei territori di Lignano Sabbiadoro.
Tale servizio di sicurezza idraulica viene eseguito regolarmente da personale dell’ente consorziale, reperibile h24. La rimozione della vecchia cavana sud, realizzata in legno con copertura in amianto, fatiscente ed inutilizzata da anni, è avvenuta in un’unica giornata, mentre la settimana successiva un’altra ditta attrezzata ha eseguito la rimozione e lo smaltimento della parte strutturale e delle relative fondazioni lignee su palafitte. Nei 4 giorni successivi è stata infine completata la rimozione del ricovero e la messa in sicurezza dell’area. Gli interventi hanno previsto anche l’ammodernamento dell’esistente sistema di chiusura di sicurezza della viabilità ciclabile, dotata di impianto semaforico e sbarre stradali.
Infine, sono stati avviati anche i lavori di ristrutturazione del fabbricato adibito ad abitazione ed ufficio; a completamento dei lavori previsti per l’estate, infatti, la conca sarà nuovamente presidiata dai dipendenti dell’ente consortile, che risiederanno direttamente presso la struttura. Nella conca è presente anche un ponte girevole, mantenuto nella sua struttura originale ed ora utilizzato come via ciclabile.
Secondo gli orari stabiliti, in accordo con i Comuni e le marine, durante tutto l’anno vengono eseguite le movimentazioni per permettere il passaggio sia alle imbarcazioni che alle biciclette.
LAZIO: ULTIMATI LAVORI MANUTENZIONE MESE MAGGIO
Il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma) prosegue, in amministrazione diretta, il programma di manutenzione ordinaria del reticolo idrografico di competenza.
Nel comune di Pomezia sono stati eseguiti interventi di sfalcio della vegetazione presente sugli argini e nell'alveo del fosso della Crocetta e del fosso della Vaccareccia. Nel comune di Cerveteri è stata effettuata la manutenzione dei fossi dell’Isolotto, del Marmo e di Montetosto Centocorvi, dove sono stati eseguiti lavori di sfalcio sulle sponde e in alveo.
Nel comune di Fiumicino sono stati eseguiti interventi con riprofilatura delle sponde e della banchina sui fossi Palidoro, Mentuccia e sul collettore Primario di Ponente; nello stesso comune, in località Isola Sacra, sono stati effettuati interventi di sfalcio delle sponde e della banchina di percorrenza sull’argine di protezione, sul colatore I e sul colatore P. Nel Municipio IX di Roma sono stati realizzati interventi sui fossi Malafede e Trigoria con particolare attenzione alla riprofilatura delle sponde.
A Tarquinia si è intervenuti sul fosso Val Fragida, mentre nel comune di Montalto di Castro sono stati eseguiti lavori sui fossi Tafone e Canale Margherita.
TOSCANA: DIFENDERE LA VALLE DEL CLANIS DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI
“Se gli eventi meteo che hanno investito l’Emilia Romagna, si fossero verificati in Toscana, cosa sarebbe successo?” È la domanda che si rincorre sui media e nella vita di ogni giorno.
Così, il convegno “La Valle del Clanis: simbiosi ed evoluzione tra uomo e natura” organizzato a Bettolle di Sinalunga dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) con l’Associazione Amici della Chianina, nella cornice della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione 2023 e dell’iniziativa La Valle del Gigante Bianco, si è trasformato in un momento di riflessione sulla sicurezza idraulica e idrogeologica della Valdichiana e sugli investimenti necessari per resistere agli attacchi (allagamenti e siccità) provocati dai cambiamenti climatici. La Valdichiana, infatti, è un territorio molto particolare, costruito nel corso dei secoli: è uno scrigno da scoprire e studiare per imparare a gestire correttamente le opere ereditate e per capire il comportamento da adottare nel futuro.
I territori artificiali sono quelli, che presentano maggiori problematiche, perché sono insediati; la Valdichiana diventa così un territorio simbolo: l’area più sensibile alle conseguenze di un clima, che muta. Da un lato serve la manutenzione del reticolo idraulico per allontanare l’acqua da un territorio con pendenze bassissime, dall’altro si avverte la necessità di portare risorsa idrica alle imprese agricole. Realizzare la diga di Montedoglio è stata un’intuizione determinante per l’agricoltura locale: sono state realizzate le condotte primarie ed i bacini di compenso, da cui dovrebbero partire i distretti irrigui, che per la maggior parte risultano, però, ancora da fare.
CAMPANIA: INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI PER 341 MILIONI: ANCHE DE LUCA ALLA PRESENTAZIONE DEL PIANO
Il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno (con sede a Caserta) ha presentato il suo Piano degli investimenti infrastrutturali, che mira a promuovere lo sviluppo agricolo e garantire la difesa del territorio. L'annuncio è stato dato durante l'evento "Le reti irrigue collettive: un patrimonio del nostro territorio" tenutosi nell'impianto di sollevamento irriguo consortile a Parete (Caserta) alla presenza anche del Presidente Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Il Piano di investimenti dell’ente consorziale ammonta complessivamente a 341 milioni di euro, di cui 139,8 milioni già finanziati. Questo stanziamento permetterà di potenziare le opere acquedottistiche irrigue, migliorare la difesa del suolo e ridurre i costi di approvvigionamento energetico. Nel comparto irriguo, l’ente consortile si propone di sfruttare appieno le potenzialità dell'invaso di ponte Annibale sul fiume Volturno, portando il servizio irriguo a coprire un'utenza di 50.000 ettari, rispetto agli attuali ha. 18.000.
Questo consentirà di ottimizzare l'utilizzo delle risorse idriche e promuovere lo sviluppo dell'agricoltura. Per quanto riguarda la difesa del suolo, il Piano prevede un investimento di 134,8 milioni di euro per opere di protezione dalle alluvioni e per infrastrutture, che garantiscano la sicurezza delle aree a rischio idrogeologico. Tali interventi saranno fondamentali per preservare il territorio e le attività agricole da eventi catastrofici. Inoltre, il “Volturno” destinerà 13,4 milioni di euro alla produzione di energia idroelettrica, con l'obbiettivo di ridurre del 30%, i costi di gestione delle pompe di sollevamento e delle idrovore.
Questa iniziativa contribuirà a rendere l'utilizzo delle risorse energetiche più efficiente e favorirà la sostenibilità ambientale. Durante l’incontro, il Commissario dell'ente consorziale, Francesco Todisco, ha evidenziato come siano state dedicate ingenti risorse finanziarie (oltre cento milioni di euro) alla progettazione e realizzazione di opere infrastrutturali per il territorio; inoltre, ha annunciato che i lavori di ampliamento della rete irrigua sulla sinistra dei Regi Lagni saranno consegnati nei prossimi mesi.
Il Governatore, Vincenzo De Luca, ha elogiato il lavoro svolto dal Consorzio di bonifica Volturno e ha sottolineato l'impegno della Regione nel settore idrico, ricordando che la Regione ha recentemente varato un piano idrico da 3 miliardi di euro, con un particolare focus sul comparto irriguo. Ha inoltre menzionato la diga di Campolattaro, il cui completamento garantirà l'autonomia definitiva per le forniture idriche in Campania.
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, ha altresì sottolineato il ruolo fondamentale dei Consorzi di bonifica nel promuovere l'innovazione ed assumere responsabilità sul territorio.
Con il Piano degli investimenti, il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno rilancia il proprio ruolo di ente di pianificazione di area vasta per ridare vigore alle opere acquedottistiche irrigue ed a quelle per la difesa del suolo dal litorale Domizio alle zone interne delle province di Napoli, Caserta, Benevento ed Avellino.
EMILIA ROMAGNA: OSPITI INTERNAZIONALI
Nell’ambito delle attività di ricerca e cooperazione internazionale, svolte ad Acqua Campus (il polo tecnico-scientifico targato ANBI), il Consorzio di 2° grado Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) ha ospitato la visita congiunta delle delegazioni della FAO (Food and Agriculture Organization – Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) e della SIO (Saudi Irrigation Organization – l’Organizzazione per il governo delle acque irrigue istituita dal Ministero dell’Ambiente, Acqua e Agricoltura dell’Arabia Saudita).
Presso l’area ricerche Acqua Campus, a Budrio, sono state presentate le soluzioni adottate dall’ente consortile per far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici e le numerose innovazioni nel campo dell’irrigazione sostenibile di particolare interesse per i Paesi esteri.
È proprio grazie allo scambio di esperienze, idee e case-histories che è possibile progredire insieme nella ricerca e nell’ individuazione di soluzioni utili ad affrontare le attuali sfide socio-economiche ed a fronteggiare le emergenze climatiche.
LIGURIA: PARTE LA SFIDA SUL RIUSO DELLE ACQUE REFLUE
Il riutilizzo delle acque reflue depurate è pratica, che consente di ottimizzare l'utilizzo della risorsa idrica e di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici; in questa direzione si stanno muovendo il Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia di La Spezia) e Acam Acque, d’accordo ad avviare uno studio per realizzare un progetto con l’obbiettivo di destinare le acque trattate agli utilizzi consentiti.
È quanto emerso dal convegno (tema: “Usi e riusi dell’acqua”) organizzato nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario dell’ente consortile; dai lavori è emerso anche l’auspicio di accelerare sui progetti per aumentare la sicurezza idrogeologica del territorio e si è posto l’accento sulle risorse in arrivo grazie al Decreto Siccità.
Presenti le parlamentari, Stefania Pucciarelli e Maria Grazia Frijia (in rappresentanza del Ministro, Lollobrigida), nonché l’Assessore Protezione Civile Regione Liguria, Giacomo Giampedrone, sono intervenuti anche il Presidente, Francesco Vincenzi (“ Senza un salto culturale sul tema dell’acqua rischiamo di trovarci casi come Conselice in ogni parte d'Italia.
Non dobbiamo dimenticarci l'emergenza appena è finita per evitare il ripetersi di altre") ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano (“Il Consorzio di bonifica Canale Lunense è parte esemplare della comunità consortile, che si mobilita per aiutare la Romagna alluvionata e propone l'efficientamento della rete idraulica, nonchè nuovi invasi per contrastare le conseguenze della crisi climatica”). Il Direttore dell’ente consortile ospite, Corrado Cozzani, ha invitato i maggiori player dell’acqua alla collaborazione su progetti di riutilizzo della risorsa idrica, siglando una sorta d’accordo per valutare ipotesi di fattibilità, prime nella provincia della Spezia.
Infine, Francesca Tonelli, Presidente dell’ente consorziale, ha illustrato una serie di iniziative volte ad ottimizzare la distribuzione, la raccolta, l'utilizzo ed il riutilizzo della risorsa idrica, partendo dal rinnovamento delle reti e passando per la creazione di invasi medio-piccoli per l'accumulo di acqua piovana.
TOSCANA: IL SABATO DELL’AMBIENTE SI ALLARGA
Fine settimana intenso per alcune associazioni di volontariato vecchianesi, che per la prima volta hanno preso parte al Sabato dell'Ambiente, la pulizia partecipata dei corsi d'acqua, promossa dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca), che coinvolge i Comuni, le associazioni e le aziende di rimozione dei rifiuti.
La formula collaudata da oltre cinque anni in altre zone dei territori, dove opera l’ente consortile (Lucchesia, Piana, Versilia e Lunigiana), per la prima volta ha visto la partecipazione di alcune realtà della Consulta del volontariato di Vecchiano, grazie all’accordo raggiunto con il Comune. Lungo i corsi d’acqua Bartalini e Nodica c’era il circolo giovanile ARCI Vasca Azzurra; la Pubblica Assistenza Migliarino era sul fosso Reale; Code nel Cuore e la Pro Loco di Vecchiano hanno operato sul canale Separatore; i Fruitori di Bocca di Serchio si sono occupati del canale dei Poderi.
Tutti i volontari si sono dati appuntamento di prima mattina sui propri corsi d’acqua ed al termine del giro di ispezione hanno relazionato al Consorzio di bonifica; già la prima esperienza si è rivelata interessante: alcuni fossi erano ben puliti, senza rifiuti ed in buone condizioni idrauliche, mentre in altre zone del territorio i volontari hanno raccolto plastiche e materiali abbandonati, che sono stati poi rimossi dall’azienda rifiuti.
VENETO: CONCLUSO PROGETTO SCUOLA
Con le premiazioni del concorso “Le Stagioni della Sostenibilità” si è concluso il progetto scuola “Acqua, ambiente, territorio. Bonifica è sostenibilità” promosso da ANBI Veneto, Regione Veneto ed Ufficio Scolastico Regionale.
L’iniziativa si inserisce in un’ampia progettualità didattico-formativa, che prevede anche il progetto “Il mio amico canale” rivolto alle scuole primarie e PCTO (alternanza scuola-lavoro) con attività professionalizzanti per studenti delle scuole secondarie di secondo grado, coordinati dai Consorzi di bonifica. Complessivamente il progetto scuola coinvolge 1.500 studenti e 80 classi da tutti i comprensori di bonifica, vale a dire da tutte le province, esclusa Belluno. Il progetto scuola di ANBI Veneto sta crescendo sia in termini numerici che, a giudicare dai lavori prodotti dai ragazzi, anche qualitativi.
Al concorso-percorso “Le Stagioni della Sostenibilità” hanno partecipato oltre quaranta classi secondarie di primo e secondo grado per un totale di 800 studenti, articolandosi in 2 sezioni: la prima, rivolta ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, ha comportato la realizzazione di 4 pannelli a tecnica libera (disegni, foto, collage ) su tematiche inerenti l’utilizzo della risorsa ed il lavoro degli enti consaorziali; la seconda sezione, rivolta ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, ha invece portato alla realizzazione di un video. In entrambe le situazioni i ragazzi sono stati accompagnati da una lezione introduttiva e da una visita guidata in un luogo d’interesse della Bonifica.
Le prime 3 classi di ciascuna sezione hanno ricevuto in premio un assegno da investire nell’acquisto di materiale didattico. Particolarmente originale è stato il lavoro svolto dai ragazzi della classe 3^D di Pozzonovo, che hanno ritratto alcuni manufatti di bonifica con stili pittorici di altre epoche storiche, aggiudicandosi così il primo premio nella sezione delle Scuole Secondarie di primo grado.
VINCENZI IN TOSCANA
Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà nella mattinata di venerdì 9 Giugno p.v. al convegno “Più sicuri e più belli. La manutenzione gentile dei corsi d’acqua” organizzato da ANBI Toscana a Massaciuccoli, in provincia di Lucca; l’appuntamento è nella Sala Gronchi del Parco Migliarino, in località San Rossore
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