L’ACQUA CHE UNISCE IL PAESE:
AL VIA LA SETTIMANA NAZIONALE DELLA BONIFICA E DELL’IRRIGAZIONE
Sfidano gli eventi meteo, gli appuntamenti del primo week-end della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, promossa da ANBI e la cui 23° edizione si articolerà lungo la Penisola, fino al 21 Maggio p.v., attorno al tema “Acqua, risorsa di vita e di coesione sociale”.
“Quest’anno – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI) – accanto alla tradizionale attenzione per il mondo delle scuole ed al cartellone di appuntamenti per avvicinare l’opinione pubblica alla quotidiana attività dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, abbiamo voluto inserire un elemento di riflessione sulla risorsa acqua e sulla sua importanza non solo come elemento vitale, ma come collante per le comunità.”
“Il lockdown pandemico – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – ha confermato l’intuizione originaria della Settimana di fare delle vie d’acqua, l’asse innervante per un nuovo modello di sviluppo. Così come unisce, l’acqua però può dividere ed è per questo che occorre una gestione condivisa nel rispetto delle priorità di legge e di un assunto fondamentale: le risorse idriche sono un patrimonio comune.”
Già sede del Centenario della moderna Bonifica, è San Donà di Piave, nel veneziano, a dare il via al cartellone di appuntamenti lungo lo Stivale: l’inaugurazione avviene nel nome dell’arte con il concerto “L’acqua risuona nel canto” della Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro e la mostra dell’artista Giovanni Cesca all’interno di alcune idrovore nel Veneto Orientale.
Sabato 13 Maggio p.v. sono programmate molte manifestazioni sul territorio: dall’AperYoga in occasione dell’apertura straordinaria della Presa del Canale San Pietro a Vignola (Modena) alle visite guidate al Museo del Truciolo in un antico manufatto idraulico a Villarotta di Luzzara (Reggio Emilia); dalle gite in barca sul lago Superiore di Mantova alla passeggiata nell’oasi WWF di Macchiagrande a Fiumicino (Roma).
Domenica 14 Maggio, accanto alle visite guidate negli impianti idraulici, sarà la volta delle ciclopasseggiate alla scoperta del territorio (Canale Emiliano Romagnolo; Ecomuseo del Litorale Romano; Siccomario pavese, ecc.), ma anche dell’open day sulle dighe nelle Marche e del “plogging”, attività fisica con raccolta dei rifiuti abbandonati (sulla Diaccia Botrona nel grossetano, nella laguna di Venezia).
Singolare quanto accadrà a Tregozzano di Arezzo, dove avrà luogo la giornata ludico-esperienziale “Per crescere un bambino ci vuole un villaggio”, organizzata nella cornice del Contratto di Fiume Abbraccio d’Arno: un’avventurosa iniziativa, in cui i bambini (materne ed elementari) creeranno ed animeranno un vero e proprio villaggio sulle sponde del torrente Chiassa.
Nell’impianto idrovoro di Stellata di Bondeno, nel ferrarese, si terrà, invece, uno “show cooking” dedicato ai panini gourmet. Gli appuntamenti della Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione proseguiranno nei giorni a venire: il programma completo è consultabile sul sito www.anbi.it.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
SIAMO COME NEL 2022 LE PIOGGE MIGLIORANO LA SITUAZIONE IDRICA MA SENZA NUOVI INVASI LA CRISI È SEMPRE DIETRO L’ANGOLO
“Ciò che sta meteorologicamente accadendo sul Paese è l’evidente dimostrazione di quanto ripetutamente previsto e cioè di come, su ampie zone del Nord, ad un lungo periodo di siccità stiano seguendo abbondanti piogge, il cui apporto non però è tesaurizzabile per la mancanza di adeguate infrastrutture di stoccaggio. È una potenziale ricchezza d’acqua, che rischiamo di rimpiangere da qui a qualche settimana con l’arrivo del grande caldo. Per questo è necessario programmare un futuro idrico che, avviando concretamente un piano di invasi medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, eviti il ripetersi delle litanie degli stati d’emergenza; i progetti ci sono”: a dirlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In generale, l’apporto pluviale di queste settimane e le temperature di un Aprile mediamente più fresco della norma hanno contribuito sia a ritardare lo scioglimento del manto nevoso che a rivitalizzare i corpi idrici che, come i Grandi Laghi, hanno sofferto durante un’annata 2022 ed un inverno 2023 estremamente secchi.
“Quanto queste piogge contribuiscano a risolvere l’insufficienza idrica, lo si potrà vedere solo nelle prossime settimane – ha precisato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Si sta infatti riproponendo la situazione del 2022, allorchè uno sprazzo di primavera piovosa fece sperare in un’inversione di tendenza dopo l’inverno più arido da 70 anni; quando le piogge esaurirono i benefici sul clima, le anomalie di temperatura si acuirono con le conseguenze, che ancora si riverberano sulla scarsità di risorsa idrica.”
Dal settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche risalta l’importante dato di accrescimento nei bacini lacustri: il Maggiore sale di quasi quarantanove centimetri, superando il dato medio storico, così come i laghi di Como, che è cresciuto di 36 centimetri e d’Iseo (+ cm.33,8).
Tardano invece le buone notizie per il più grande bacino italiano: il lago di Garda raggiunge il 51,4% di riempimento, ma resta abbondantemente sotto media. Analizzando le regioni, in Valle d’Aosta, a seguito di un aumento delle temperature (sulle Grand Murailles in Valtournenche, a 2600 metri d’altezza, nella scorsa settimana le temperature non sono scese sotto lo zero), il manto nevoso si è assottigliato con conseguente incremento delle portate in alveo dei corsi d’acqua, innanzitutto la Dora Baltea, che supera la media storica di Maggio (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).
Cresce anche il fiume Po, che però, pur nel miglioramento, evidenzia tutta la sua fase di crisi: dopo la piena “morbida” dei giorni scorsi non riesce a mantenere un livello di portata in linea con le medie e addirittura al rilevamento di Cremona ridiscende sotto il minimo storico. A Pontelagoscuro, la piena del 3 Maggio ha toccato il picco di 1055 metri cubi al secondo per poi ridiscendere a mc/s 675,88, ma è sconcertante pensare che la portata media mensile, in quella stazione, è pari a mc/s 1999! In Piemonte, piogge sparse stanno ristorando il territorio dopo un mese di aprile deficitario per quanto riguarda le precipitazioni (-47% e addirittura -70% sui bacini di Bormida e Residuo Tanaro; fonte: Arpa Piemonte); sulla regione il bilancio nivale dice -38%, ma arriva a -89% sul Piemonte meridionale.
Permane grave la situazione dei corpi idrici sotterranei, i cui valori sono generalmente inferiori di oltre il 75% al consueto; crescono, invece, le portate dei fiumi, seppur minori dello scorso anno. In Lombardia migliora sensibilmente la situazione del fiume Adda, la cui portata sale in una settimana da mc/s 68 a mc/s 117; un tale incremento non riguarda, però, Serio e Mincio, mentre il livello dell’Oglio cresce di circa mezzo metro. Le riserve idriche nella regione sono superiori di quasi il 30% al 2022, ma praticamente dimezzate rispetto alla norma (-50,5%). I fiumi della Liguria non sembrano aver beneficiato da piogge poco consistenti, rimanendo stabili su bassi livelli. In Emilia Romagna, dopo l’emergenza alluvionale, le portate di molti fiumi appenninici sono ridiscese al di sotto dei valori medi mensili a dimostrazione dell’accentuazione del carattere torrentizio assunto. Interessante è notare come la parte occidentale della regione sia stata quasi completamente esclusa dalle piogge primaverili, confinando fiumi come il Taro ad un soffio dal livello minimo storico.
Anche sul Nord Est d’Italia, un freddo mese d’aprile non è stato generoso di piogge: in Veneto gli apporti meteorici sono stati inferiori del 24% alla norma (bacino della Livenza: -48%); la risorsa nivale è simile all’inverno scorso mentre, per quanto riguarda le acque sotterranee, permane la condizione di scarsità idrica con livelli di falda, in alta pianura, prossimi od inferiori ai minimi assoluti, registrati in questo periodo nei recenti 20 anni, con punte fino ad oltre -120% (fonte: ARPAV). In Toscana tornano a ridursi le portate fluviali, dove spicca la performance negativa del Serchio, i cui flussi sono ben al di sotto delle medie storiche (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
Restano sostanzialmente stabili, invece, i livelli dei fiumi nelle Marche, dove i bacini artificiali, nonostante gli attingimenti, continuano a mantenere un quantitativo di risorsa superiore agli anni scorsi. In Umbria, nonostante un mese di aprile ed un inizio di Maggio piuttosto generosi in termini di piogge, non migliorano le condizioni del lago Trasimeno, cala il livello del fiume Nera mentre resta stabile quello del Chiascio. Nel Lazio crescono le portate dei fiumi Aniene, Liri ed anche del Tevere, che mantiene una portata media di mc/s 92 in centro a Roma; aumentano i livelli dei laghi di Nemi e di Bracciano.
In Abruzzo, Aprile è stato più fresco della media e buono è il bilancio idrico in tutta la regione con anomalie positive, più marcate nella provincia di Pescara. In Molise, il livello dell’acqua nella diga del Liscione è più alto di oltre tre metri rispetto al 2022. In Campania, i livelli dei fiumi Volturno e Sele sono superiori a quelli dello scorso quinquennio (fonte: Centro Funzionale Multirischi Protezione Civile Campania). In Basilicata, le piogge della settimana scorsa hanno regalato circa diciotto milioni di metri cubi d’acqua in più nei bacini della regione (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale); nella vicina Puglia, la crescita è stata solo di un paio di milioni di metri cubi.
In Calabria, la diga di Sant’Anna, grazie all’apporto di 7 milioni di metri cubi d’acqua, ha recuperato quasi tutto il deficit accumulato negli scorsi mesi che, in controtendenza con il resto della regione, erano stati particolarmente secchi sulla provincia crotonese; intense piogge, addirittura estreme si sono registrate su alcune località della Sila (a Longobucco, dove si è verificato il crollo di un viadotto, sono caduti 200 millimetri di pioggia in 2 giorni).
Violenti nubifragi si sono abbattuti localmente anche sulla Sicilia, dove mm. 223 di pioggia in un paio di giorni sono stati registrati ad Antillo, nel messinese. Infine, una situazione pluviale molto diversa si registra in Sardegna dove, escluso quello della Liscia, tutti gli invasi settentrionali restano in una condizione idrica, che la Regione indica di pericolo; stessa condizione vale per i bacini del settore centro-orientale (Nuorese).
Complessivamente, rispetto al 2022, nell’isola mancano all’appello ben 158 milioni di metri cubi d’acqua (fonte: Autorità di bacino regionale Sardegna).

EMILIA ROMAGNA: IMPEGNO A TEMPO PIENO PER ALLONTANARE LE ACQUE
A seguito delle intense piogge ANBI Emilia-Romagna ha comunicato che, dopo un prolungato periodo di siccità, il fronte dell’alta pressione, che si è spaccato in questi ultimi giorni, ha favorito l’ingresso di una perturbazione, che sta interessando pressoché tutta l’Europa ed, in particolare, il nostro Paese da Sud a Nord
Le precipitazioni cadute continuativamente, in modalità più o meno intensa, su terreni resi impermeabili dalla stessa aridità del suolo, accumulata nei mesi precedenti, ha giocoforza generato un innalzamento dei livelli di risorsa idrica presente ed una conseguente, quanto immediata attenzione massima sulle reti di canalizzazioni, da parte dei Consorzi di bonifica regionali.
In particolare, le zone dell’Emilia Orientale (Modena, Ferrara e Bologna) e della Romagna (Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) vedono costantemente impegnati, già da alcuni giorni, uomini e mezzi delle Bonifiche nelle operazioni di scolo e di allontanamento delle acque.
VENETO: UN TESORO IDRICO DISPERSO IN MARE
Dalla siccità all’allarme allagamenti: anche il Veneto è stato colpito da un’ondata di maltempo, che ha comportato problemi in alcune aree, soprattutto nel Basso Veronese, nel Polesine e nella Bassa Padovana, dove in poche ore sono scesi oltre centotrenta millimetri di pioggia con punte superiori a mm.180.
ANBI Veneto segnala che le situazioni più difficili si sono registrate nei comuni di Castagnaro e Villa Bartolomea, dove il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nella città scaligera) ha attivato gruppi idrovori per favorire il deflusso delle acque e poco più a valle tra i comuni di Badia Polesine, Occhiobello e Salara nel comprensorio del Consorzio di bonifica Adige Po (con sede a Rovigo).
Nel capoluogo polesano, l’esondazione del canale Ceresolo ha comportato l’allagamento di alcune campagne in prossimità del centro abitato. Allagamenti anche nella Bassa Padovana, a Megliadino San Vitale e Monselice, con situazione di grande attenzione per il fiume Fratta. In ripresa sono le portate dei grandi fiumi, pur senza destare particolare apprensione. In questo Maggio dal sapore molto autunnale si registrano anche significative nevicate in montagna, ma è ancora presto per capire come incideranno nel bilancio idrico regionale.
Quel che è certo, al di là dei disagi per gli allagamenti, è che dopo mesi di siccità ora l’acqua sta scendendo e sta finendo a mare per l’impossibilità di trattenerla in adeguate opere d’invaso.
EMILIA ROMAGNA: UN UTILE CHIARIMENTO
I Consorzi di bonifica gestiscono la propria rete scolante artificiale composta di canali, casse di espansione, pompe idrovore di sollevamento e migliaia di altri manufatti idraulici collegati; compete invece alla Regione Emilia Romagna la gestione di fiumi, torrenti, rii collinari e dei canali storici Navile e Savena Abbandonato.
Il controllo delle piene si basa sulla divisione, nello spazio e nel tempo, tra acque piovute sull’Appennino e acque piovute sulla pianura: fiumi e torrenti hanno il compito di trasportare al mare le piene di montagna, di solito impetuose, ma rapide; l’ente consortile immette, nei fiumi e torrenti regionali, le acque di pioggia di pianura, utilizzando impianti a gravità o sollevandole con le pompe idrovore. In situazioni critiche, il Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna) è in grado di accantonare le acque in eccesso nei propri canali e casse di espansione, fino ad una capacità di 58 milioni di metri cubi di pioggia.
Le rotture ed i sormonti arginali dei torrenti Sillaro, Gaiana, Quaderna ed Idice hanno scaricato le acque di piena montane sulla pianura, allagando oltre duemila ettari nel bolognese; dall'attivazione dell'allerta, gli operatori consorziali hanno collaborato con Comuni e Protezione Civile nelle zone allagate. Sotto il coordinamento della Regione si sono effettuate le manovre idrauliche, utili per liberare i terreni dalle acque appenniniche; uomini e mezzi della “Renana” (escavatori, pompe idrovore mobili e impianti di sollevamento) stanno lavorando ininterrottamente per alleggerire il carico dei corsi d'acqua regionali.
AUDIZIONE AL SENATO SUL DECRETO LEGGE SICCITA’
“Ringraziamo il Governo per l’attenzione e la sensibilità dimostrata con il Decreto-legge Siccità, che però offre risposte ad una situazione emergenziale. A questo bisogna affiancare soluzioni infrastrutturali per uscire da una persistente condizione di insufficienza idrica, che sta colpendo ampie zone del Paese. Per questo poniamo con forza la necessità di un piano pluriennale per realizzare bacini irrigui multifunzionali, indispensabili a garantire la produzione di cibo, l’occupazione agricola e l’equilibrio ambientale. Il Piano per invasi medio-piccoli, il cosiddetto Piano Laghetti ecocompatibili e da noi proposto con Coldiretti fin dal 2017, va nella direzione di incrementare l’11% d’acqua piovana attualmente trattenuta al suolo, aumentando le riserve idriche per avvicinarci al 35%; non sono opere grigie, perché a basso impatto ambientale e perché tutelano la biodiversità, favorendone la fruibilità da parte delle comunità locali”: a dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI, audita dalle Commissioni congiunte Ambiente ed Agricoltura del Senato in sede di consultazioni per l’esame del Decreto Legge Siccità. Si è evidenziata la necessità di un ulteriore approfondimento rigoroso sulle conseguenze ambientali dell’ipotizzata desalinizzazione di acque marine per contrastare la siccità, da parte di Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, intervenuto nella stessa sede.
“Oggi, solo il 40% dell’acqua trattata diventa dolce, il residuo è una salamoia inquinante e complesso da smaltire; oltre a ciò, vanno considerati gli importanti costi energetici, che possono essere sostenuti con facilità da economie, che hanno nel sottosuolo gas come Israele o petrolio come i Paesi Arabi, ma non certo dall’agroalimentare italiano – ha proseguito Gargano - Nel nostro Paese, la desalinizzazione può andare bene solo per situazioni localizzate, come le piccole isole, perché sostitutiva del traffico di “bettoline”, che attraversano il mare per rifornirle d’acqua dolce.”
“Stiamo inoltre lavorando – ha concluso il Presidente ANBI - con tutte le componenti interessate per trovare una soluzione finalizzata ad un maggiore utilizzo delle acque reflue; accanto a ciò è necessario continuare ad investire in innovazione. I Consorzi di bonifica ed irrigazione lo stanno facendo e sono pronti con soluzioni immediatamente operative. Recentemente alla Fiera internazionale Macfrut di Rimini, siamo orgogliosi di aver presentato il progetto Gocciaverde, un marchio di certificazione sull’uso e la gestione sostenibile dell’acqua.”
LAZIO: INDISPENSABILI CONCERTAZIONE E SINERGIA PER RISPONDERE A CRITICITA’ CLIMA
“Come ANBI Lazio, ringraziamo il Presidente della XII Commissione Consiliare Permanente della Regione, Nazzareno Neri, per aver convocato un’apposita audizione per esaminare la grave situazione idrica nella regione, annunciando la creazione di un tavolo tecnico permanente”: così l’associazione dei Consorzi di bonifica ed Irrigazione laziali ha commentato la riunione, cui hanno preso parte anche i direttori delle strutture consortili.
La sensibilità dimostrata rappresenta, senza dubbio, un ottimo punto di partenza per quella concertazione e sinergia necessarie ad affrontare le problematiche scaturite dai cambiamenti climatici, esaminando i nostri progetti e le eventuali soluzioni. Sono ormai 3 anni che la stagione irrigua viene avviata in anticipo un po’ ovunque nel perimetro regionale; nell’area romana e nella piana di Tarquinia è stata iniziata a metà Febbraio con 3 mesi di anticipo dopo che era stata chiusa a Dicembre.
Gli enti consortili hanno lavorato, mirando all’efficientamento con progetti cantierabili per il recupero dei volumi invasabili in bacini già esistenti, per nuovi invasi in grado di raccogliere e mantenere l’acqua piovana, verso l’ammodernamento delle condotte e delle tubazioni; nonostante ciò, c’è bisogno di cogliere tutte le opportunità, che possano scaturire da finanziamenti comunitari e ministeriali insieme a quanto, come programmazione, anche la Regione Lazio intenderà garantire.
“Per questo”, conclude ANBI Lazio, “restiamo a disposizione e concretizzeremo, come da impegno assunto, un documento, che consegneremo a stretto giro in Regione Lazio dove, oltre a presentare le nostre strutture, indicheremo le varie progettualità sin d’ora disponibili unitamente alle criticità da superare per dare un nuovo corso alla nostra attività a vantaggio dei cittadini e delle imprese”.
VENETO: BARRIERA ANTISALE ADIGE, ULTERIORE FINANZIAMENTO MIT
Il Ministero Infrastrutture Trasporti ha stanziato 22 milioni euro, oltre ai 20 milioni già previsti, per la barriera anti sale sul fiume Adige; il committente è il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo), con la collaborazione di Regione Veneto e Governo.
Fondamentale per far fronte allo scenario ingenerato dal cambiamento climatico, il nuovo sistema sarà costituito da 14 paratoie atte a fermare la risalita del cuneo salino e trattenere l'acqua dolce.
L’attuale opera, realizzata negli anni '80 tra i comuni di Chioggia e Rosolina, è ormai inadeguata, perché dimensionata su portate superiori agli 80 metri cubi al secondo, quando, l'anno scorso, si è scesi per mesi sotto mc/s 30. Il cantiere sorgerà a 4 chilometri dalla foce.
La struttura funzionerà con l'idea del Mose: quando sarà necessario e la portata del fiume sarà insufficiente, verranno alzate le paratoie per impedire l’ingressione salina e garantire un bacino d’acqua dolce di 80 milioni di metri cubi nel fiume. La stessa idea sarà applicata su Adige, Brenta e Po, come su altri fiumi nel resto di Italia: ha il duplice vantaggio di trattenere l'acqua dolce a monte e fermare l'acqua salata in mare.
Secondo le previsioni, la fase di progettazione e di autorizzazioni sarà conclusa entro il 2023 ed il cantiere partirà ad inizio 2024.
LAZIO: PIU’ SCUREZZA IDRAULICA
Grazie a diversi finanziamenti per un importo complessivo di €. 4.398.863,56, concessi dalla Regione Lazio nell’ambito del Piano di Sviluppo e Coesione (FSC 2021-27), il Consorzio di bonifica Valle Liri (con sede a Cassino, in provincia di Frosinone) potrà realizzare interventi di sistemazione idraulica in diversi comuni dell’area di competenza.
In particolare, si tratta del rio Corvo (S. Angelo in Theodice di Cassino, per € 591.642,00), del fosso Capo d’Acqua (Cassino, per € 327.000,00), del rio Martinello (S. Andrea del Garigliano, per € 920.000,00), del fosso della Zoppa (Arce, per € 1.024.221,56) e delle Forme di Aquino (Castrocielo, Aquino, Pontecorvo ed altri comuni, per € 1.536.000,00). L’iter procedurale per l’esecuzione degli interventi è nella fase progettuale, che precede l’appalto per l’esecuzione dei lavori.
I lavori riguarderanno opere di consolidamento spondale; risagomatura e regolarizzazione degli alvei; rimozione di materiale di sedime fluviale, vegetazione e piante spontanee; riqualificazione del sito e l’inserimento di briglie per ridurre il deflusso di sedime e per stabilizzare il fondo del corso d'acqua dall'erosione della corrente. L’obbiettivo generale dei lavori da realizzare è quello di ridurre i fattori di rischio in aree notoriamente soggette a dissesto idrogeologico o idraulico.
TOSCANA: OPERAZIONE SPONDE SICURE
E’ partita, con un ultimo sopralluogo e la consegna dei lavori, l’operazione “sponde sicure” nel comune di Monterchi: 180.000 euro messi a disposizione dalla Protezione Civile per il ripristino dei dissesti generati dagli eventi alluvionali del Novembre 2019 sui corsi d’acqua Cerfone e Padonchia.
Quattro i punti che versano in condizioni di estrema gravità, su cui si concentreranno le lavorazioni che, complessivamente interesseranno uno sviluppo lineare di circa mezzo chilometro.
Grazie al lavoro dei tecnici, che svolgono una costante vigilanza sul territorio, il Consorzio di bonifica Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), in sinergia con l’Amministrazione Comunale aveva individuato le situazioni di rischio idrogeologico presenti sui 2 torrenti, riuscendo ad ottenere le risorse necessarie per progettare ed eseguire l’intervento, che sarà realizzato nei prossimi mesi.
L’intervento interessa un’area particolarmente frequentata, adiacente al parco comunale e alla pista ciclabile, circondata da campi coltivati.
EMILIA ROMAGNA: MIGLIORA QUALITA’ ACQUA CONSORTILE
Migliora anche per il 2022 la qualità dell’acqua della rete idrica consortile: a certificarlo sono le analisi di Bonifica Parmense LAB, specializzato in analisi scientifiche sullo stato della risorsa dei canali consortili, la cui base tecnico-logistica è situata presso l’impianto idrovoro del Travacone, nel comune di Colorno.
Il quadro appare rassicurante, nonostante la progressiva emergenza siccità, confermando il positivo trend delle precedenti annate; a partire dal 2017, data d’inizio delle rilevazioni, il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio”), nonostante non abbia competenza diretta sulla qualità delle acque, ha progressivamente potenziato questo servizio per fornire agli agricoltori un ulteriore strumento conoscitivo: una positiva stabilità nei dati, relativamente alle classificazioni di qualità “ottima” e “buona” per l’uso irriguo; inoltre, sotto il profilo dello stato ecologico, è da evidenziare che il torrente Enza, in località Cerezzola, è tra le stazioni indagate di qualità ecologica elevata.
Per quanto riguarda il nuovo regolamento europeo, di cui la relazione delle acque 2022 tratta alcuni aspetti per la prima volta, emerge che la maggior parte dei casi analizzati rientra nei parametri chimici della classe A (la migliore).
La direzione intrapresa dalla Comunità Europea in merito al riuso ed al riciclo della risorsa appare ormai sempre più evidente: con diversi Stati membri, che soffrono sempre più la siccità, il riutilizzo dell'acqua dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane può diventare uno strumento essenziale per garantire una fonte d'acqua sicura riducendo, al contempo, la pressione sui corpi idrici e migliorando la capacità dell'UE di adattarsi ai cambiamenti climatici.
Il regolamento in materia, in corso di redazione ed applicazione prevista per il prossimo fine Giugno, stabilisce requisiti minimi di qualità dell'acqua, gestione del rischio e monitoraggio per garantirne un sicuro riutilizzo. L’attività 2022, in relazione alla qualità delle acque irrigue, si è basata sul campionamento e sull’analisi in ben 16 punti-stazione strategici: agli 11 punti indagati negli scorsi anni e considerati nodi irrigui significativi nei diversi bacini (Enza, Parma, Taro), in cui è suddiviso il comprensorio consortile, sono stati aggiunti i 5 relativi alle fonti di approvvigionamento e strategici della rete di distribuzione irrigua di pianura. I dati elaborati offrono anche nel 2022 un quadro rassicurante sulla qualità dell’acqua consortile, in quanto non si rilevano cambiamenti in negativo, confermando il più che valido “trend” delle annate precedenti dove, per la maggior parte dei casi, la classificazione risulta ottima o buona, con acque che concedono alcune limitazioni, in relazione a colture e metodo irriguo. Rari i casi di alcune stazioni nelle quali si possono riscontrare limitazioni all’esercizio irriguo.
È da sottolineare come, esaminando i risultati, si evinca chiaramente che i fattori limitanti più frequenti per lo sviluppo di habitat e biodiversità all’interno dei canali di bonifica siano la temperatura e la carenza di ossigeno, ma non la qualità dell’acqua. La risorsa idrica, che in provincia di Parma perviene al mondo agricolo in via prioritaria, grazie ai prelievi realizzati dall’ente consorziale mediante l’utilizzo degli oltre venti impianti irrigui e dei 10 pozzi consortili, conta anche una percentuale disponibile attraverso il trattamento delle acque opportunamente depurate dal servizio idrico Iren ed EmiliAmbiente Spa.
TOSCANA: UNO STORICO IMPIANTO TORNA A SPLENDERE
Lo storico impianto di Ragnaione, costruito intorno agli anni Venti per la Bonifica di Coltano, torna a splendere grazie ai lavori di restauro conservativo, portati avanti dal Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa) e per i quali sono stati investiti circa quattrocentocinquantacinquemila euro di fondi consortili.
Nell’area esterna è prevista la realizzazione di 3 manufatti, che consentiranno di installare nuove paratoie e sgrigliatori a servizio della vasca di carico, oltre alla sistemazione generale di tutte le aree in prossimità.
Questi nuovi lavori, da finanziare con il Piano Nazionale Ripresa Resilienza, prevedono un importo complessivo di progetto pari a circa un milione e trecentomila euro.
Al taglio del nastro erano presenti numerose Autorità, tra cui il Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo. Ragnaione è una struttura, che riveste un’importanza fondamentale per la storia della Bonifica di quest’area, ma rappresenta anche uno strumento di presidio del territorio, dato che le 4 pompe al suo interno, risalenti al 1922, sono attualmente in uso e perfettamente funzionanti: lavorano per tenere in sicurezza il bacino di bonifica di Coltano, pari a circa duemilacinquecento ettari.
La riqualificazione dell’impianto ha quindi una doppia valenza: tenere viva la storia e mantenere in efficienza uno strumento fondamentale. |