OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
IN PIEMONTE IL POLLO DI TRILUSSA NASCONDE IL DRAMMA DEI TERRITORI
IN VENETO L’ACQUA DEL MARE RAGGIUNGE SAN DONA’
In questo inizio di primavera idrica sorride la Valle d’Aosta, ma non certo il confinante Piemonte. Nella regione montana, infatti, i 72 millimetri di pioggia, caduti a Marzo, sono superiori alla media storica mensile, nella quale invece rientra l’indice SWE (Snow Water Equivalent), nonostante uno scioglimento anticipato delle nevi e di cui beneficia la portata della Dora Baltea, che comunque è al 30% circa di quanto mediamente registrato in Aprile (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, il Piemonte, dove da inizio anno è piovuto e nevicato la metà del consueto, è sempre più stretto nella morsa della siccità con un deficit pluviometrico mensile, che si attesta al 40%, ma che a livello di bacini fluviali arriva a toccare l’81% sull’Orba, il 74% sulla Bormida il 67% sul Cervo, il 62% su Scrivia Curone. Per quanto riguarda la neve, nel bacino piemontese il deficit si attesta al 48%, ma solo perché nel macrobacino della Dora Baltea, in continuità con quanto rilevato nella vicina Valle d’Aosta, la situazione risulta essere nella media (per la pioggia c’è addirittura un surplus); negli altri bacini fluviali, invece, si registrano deficit di manto nevoso fino al 100% sul Cervo, 99% sul Tanaro, 85% sulla Stura di Demonte, 82% sul Ticino (fonte: ARPA Piemonte). Calano le portate di tutti i fiumi: Tanaro ha oltre l’80% in meno di acqua, Toce -75%, Stura di Lanzo -72%, Stura di Demonte -70%. Le risorse idriche disponibili complessive sono inferiori del 45% alla media, ma solo perché a falsare i dati statistici è ancora il macrobacino della Dora Baltea (-7%), senza il quale lo scarto salirebbe addirittura al 73% nel Piemonte meridionale (Piemonte settentrionale -59%, orientale -54%, occidentale -52%). Ovviamente non va meglio per le acque sotterranee, le cui analisi evidenziano ovunque una situazione di criticità diffusa.
“Sembra senza fine la crisi idrica del Piemonte, la cui condizione è destinata ad aggravarsi per la mancata sommersione di oltre 8.000 ettari di risaie, che svolgevano una straordinaria funzione ambientale, contribuendo a rimpinguare le falde e ad irrorare i territori – ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - E’ incredibile e preoccupante che ampie zone della regione siano toccate da una siccità definita estrema, cioè l’anticamera della desertificazione.”
In Lombardia restano stabili, ma molto scarse come l’anno scorso, le portate del fiume Adda e continuano a calare anche i livelli di Serio ed Oglio, mentre il Mincio, grazie ad un maggiore afflusso dal lago di Garda, guadagna qualche millimetro. Le riserve idriche scarseggiano sempre più: - 56,7% con apici nei bacini Toce-Ticino-Verbano (-76,4% sulla media e - 41,2% sul minimo storico!!!), Brembo (-74,7%), Serio (-72,4%). La neve presente al suolo è il 66% in meno di quanta ve ne dovrebbe essere ed è inferiore del 13% al minimo storico (fonte: ARPA Lombardia). Nel Veneto, alla buona performance del fiume Adige, che in una settimana cresce di ben 90 centimetri, si contrappone la condizione del Piave ormai in balia della risalita del mare, già segnalata ad oltre trenta chilometri dalla foce, inaridendo le sponde.
Le portate degli altri corsi d’acqua, in calo dalla seconda decade del mese di Gennaio, si mantengono nettamente inferiori alle medie storiche (Brenta: -55%) e non di rado anche al minimo storico mensile (Bacchiglione: -71%). Sul Veneto, a Marzo, sono caduti mediamente 37 millimetri di pioggia a fronte di una media mensile di mm. 65 (-43%) con il deficit maggiore, registrato nel bacino della Livenza (-55%); dall’inizio dell’anno idrologico mancano all’appello 6 miliardi e 333 milioni di metri cubi d’acqua. Lo spessore del manto nevoso è inferiore alla norma: sulle Dolomiti il deficit è del 52% rispetto alla media e nelle Prealpi raggiunge l’ 86%. A fine Marzo, i livelli di falda in alta pianura sono inferiori ai minimi assoluti, registrati in questo periodo negli ultimi 20 anni; in media e bassa pianura, la situazione è leggermente migliore, anche se i livelli sono ben inferiori ai valori attesi per il periodo (fonte: ARPAV). E’ sostanzialmente stabile la condizione dei grandi bacini naturali del Nord: il lago di Garda resta vicino al minimo storico con una percentuale di riempimento del 37,9% quando l’anno scorso era superiore all’80%! Restano sotto media anche gli altri bacini lacustri con Sebino e Lario in leggera ripresa. Il dramma del fiume Po è ora evidente lungo tutta l’asta: ovunque la portata decresce vistosamente ed è inferiore ai minimi storici e addirittura al siccitosissimo 2022; giorno dopo giorno i deficit di portata aumentano, tanto che all’ultimo rilevamento a Pontelagoscuro, dove lo scarto è del 72% sulla media storica, si è già scesi a 433,28 metri cubi al secondo, sfondando la soglia di mc/s 450, sotto cui il fiume non è in grado di opporre resistenza alla risalita del cuneo salino. Esaurita la neve quasi ovunque, in Liguria si abbassano i livelli dei fiumi Entella (cm.68 inferiore alla media mensile) e Vara; stabili Magra ed Argentina. Anche in Emilia Romagna resta qualche centimetro di neve solo su alcune zone dell’Appennino; nel settore centrale della regione, i fiumi tornano a scendere e, tranne la Trebbia, presentano attualmente portate inferiori anche al 2022 con la Secchia, che torna addirittura sotto il minimo storico. Curioso quanto sta accadendo nel piacentino, dove l’invaso di Mignano è riuscito a riempirsi all’80%, mentre l’altro bacino artificiale della provincia (Molato) è solo al 15% di riempimento.
In Toscana si riducono le portate dei fiumi Ombrone, Serchio e Sieve, mentre aumenta quella dell’Arno, unico sopra media (fonte: entro Funzionale Regione Toscana). Andamento idrologico discontinuo anche nelle Marche dove, complice la fine degli apporti nivali, tornano a decrescere i fiumi Potenza ed Esino, mentre crescono Sentino e Nera, che invece decresce nel tratto umbro, così come il Tevere, mentre resta invariato il Chiascio. Confortante è la condizione degli invasi, che segnano la migliore performance dal 2019: trattengono oltre cinquantatre milioni di metri cubi d’acqua.
In Umbria è invece contrastante la condizione dei laghi: mentre il Trasimeno ristagna al livello più basso dal 2019, cresce di circa cinquecentomila metri cubi, il volume idrico trattenuto dalla diga di Maroggia. Nel Lazio, l’attuale altezza idrometrica del fiume Tevere è in linea con quella del recente biennio, mentre si riducono le portate di Aniene, Liri e Sacco; calano leggermente anche i livelli dei laghi di Nemi e Bracciano.
Netta è invece la riduzione di portata nel fiume Volturno sia nella sezione molisana a monte, che in Campania, dove decrescono i livelli anche di Sele e Liri- Garigliano. In Basilicata, le cospicue piogge cadute sui bacini di Monte Cotugno e Pertusillo hanno accresciuto, con circa otto milioni di metri cubi, la quantità d’acqua complessivamente invasata, riavvicinando i valori della scorsa, positiva annata idrologica nella regione (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale).
In Puglia, invece, gli invasi della Capitanata rilasciano qualche centinaio di migliaia di metri cubi d’acqua, ma mantengono un confortante surplus su quanto trattenuto nella scorsa primavera (+ 6,51 milioni di metri cubi).
In Calabria, infine, si conferma un andamento idrologico disomogeneo tra le varie province: se, infatti, l’invaso di Monte Marello segna un record positivo rispetto agli ultimi anni, la diga di Sant’Anna, nel crotonese, registra la peggiore prestazione dal 2017.
PRIMO CASO IN ITALIA QUEST’ANNO: IN LOMBARDIA RINVIATA L’IRRIGAZIONE
Il persistere di un grave deficit nelle riserve idriche della Lombardia ha costretto al rinvio della stagione irrigua, già previsto per lo scorso weekend nel quale, invece, decine di migliaia chilometri di rogge e fossi sono rimasti “in asciutta”.
“Con la Regione, insieme alle Organizzazioni Professionali Agricole ed a tutti gli attori del settore, abbiamo condiviso la priorità di favorire l’invaso dei laghi oggi sotto media – ha spiegato Alessandro Rota, Presidente ANBI Lombardia - Una scelta obbligata e non indolore, indispensabile però per arrivare a gestire una stagione irrigua, che si preannuncia nuovamente difficile.”
L’irrigazione è fondamentale per l’agricoltura lombarda, che rappresenta più del 16% del valore economico della produzione agroalimentare italiana, grazie a 600.000 ettari, che costituiscono oltre il 23% della superfice irrigua nazionale; non solo: il mantenimento di una diffusa pratica irrigua “a scorrimento” garantisce l’equilibro ambientale e funzioni ecosistemiche, fondamentali come quella di ricarica della falda che, secondo i dati di A.R.P.A. (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) Lombardia, è più che dimezzata rispetto alla media, abbassandosi fino a 5 metri a causa della riduzione delle precipitazioni, ma anche della notevole diminuzione dei volumi irrigui, registrata l’anno scorso.
“E’ la dimostrazione di quanto errato sia ritenere la siccità, un problema solo agricolo e di come l’irrigazione sia un’importante pratica di riequilibrio idrologico” ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Pur apprezzando l’impegno di Regione Lombardia per la revisione del quadro normativo sull’attingimento provvisorio di acque superficiali e sul complesso tema dei pozzi, ANBI evidenzia anche la necessità di coordinamento con i gestori degli invasi idroelettrici e di interlocuzione con la Regione Valle d’Aosta. È altresì importante aprire il confronto con i bacini del Trentino, fondamentali per la gestione del lago d’Idro.
“E’ quantomai evidente – ha aggiunto il Presidente ANBI – che accanto alla gestione del contingente bisogna creare le condizioni per contrastare le conseguenze di ricorrenti insufficienze idriche. Restano, ad esempio, da dirimere i conflitti d’interesse anche transfrontalieri sui livelli del lago Maggiore.”
“E’ ormai improcrastinabile – indica il Presidente ANBI Lombardia – dare soluzione concreta alla revisione delle regole del Deflusso Minimo Vitale.”
“Allo stesso modo - conclude Vincenzi - è necessario dare concreto avvio ad articolati interventi, che incrementino la capacità di trattenere acqua sul territorio: dal pieno ripristino della capacità dei bacini esistenti alla bacinizzazione dei canali consortili fino alla diffusa realizzazione di multifunzionali invasi medio-piccoli, vale a dire il cosiddetto Piano Laghetti, da noi proposto insieme a Coldiretti. Lungo la Penisola si parla di oltre duecentotrenta progetti già cantierabili, cioè in attesa dei necessari finanziamenti per essere appaltati.”
OPERE INCOMPIUTE: NON SOLO SUD ITALIA IN TOSCANA C’E’ IL CASO MONTEDOGLIO
Nell’Italia idricamente rovesciata, se al Nord i territori soffrono la siccità, al Sud esistono almeno una trentina di opere idrauliche incompiute, ben rappresentate finora dall’invaso campano di Campolattaro, colmo d’acqua inutilizzabile per mancanza delle necessarie condutture, ma il cui paradosso sembra ora avviato a soluzione; non è così però anche per la diga di Montedoglio che, con i suoi 140 milioni di metri cubi d’acqua, rappresenta in Toscana l’invaso più importante dell’Italia centrale: la sua acqua non arriva alle coltivazioni del territorio!
“Le condotte primarie ci sono, i laghetti di accumulo pure, ma ormai da anni mancano le reti per consegnare la risorsa alle aziende agricole che, causa siccità, fanno fatica a continuare a produrre ed a rimanere sul mercato”: a richiamare l’attenzione sul caso è stata Serena Stefani, Presidente Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, che prosegue: “L’ente consortile si deve confrontare ogni giorno con la difficoltà di portare acqua all’agricoltura della Valdichiana Senese e Aretina, nonché della Valtiberina, dove insistono imprese competitive, il cui sviluppo è rallentato o minato dall’assenza di risorsa idrica. Eppure, in questo territorio l’acqua non manca, perché la diga di Montedoglio rappresenta un ‘polmone’ importante, ma è impossibile completare i distretti irrigui per la mancanza di risorse e di un adeguato supporto normativo.”
“Di fronte alla crisi climatica non solo è necessario realizzare nuovi bacini per trattenere le acque di pioggia sul territorio – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Bisogna efficientare la rete idraulica esistente, completando gli schemi idrici e ripulendo bacini, la cui capienza è complessivamente ridotta di oltre il 10% per la presenza di sedime sul fondale. Il Piano ANBI, a disposizione del Paese, prevede 858 interventi per un investimento di quasi quattro miliardi e trecentoquaranta milioni di euro, capaci di garantire oltre ventunmila posti di lavoro. Non è infatti possibile perseguire l’obbiettivo dell’autosufficienza alimentare, senza garantire una risorsa indispensabile come l’acqua.”

VENETO: SICCITÀ: INCONTRO CON I SINDACI
Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) ha incontrato i Sindaci del comprensorio, che interessa oltre 50 comuni, per fare il punto su una stagione estiva, che rischia di essere in grave deficit idrico.
La scarsità di piogge e la poca neve caduta durante l’inverno rendono ancora più grave la carenza d’acqua, che si era già manifestata la scorsa estate, costringendo l’ente consortile ad attivare un calendario di turnazioni anche per l’irrigazione di soccorso.
Tale calendario sarà costruito attraverso le informazioni raccolte, grazie alla piattaforma Irriframe, alla quale possono accedere gli agricoltori, così da massimizzare l’efficacia nella distribuzione dell’acqua, che sarà disponibile.
Al di là dei pochi interventi possibili a breve termine, l’ente consorziale ha aggiornato i “Primi Cittadini” sulle progettualità a medio termine: si è dunque parlato del “Piano Laghetti” proposto da ANBI e Coldiretti, mirato a realizzare 10.000 invasi medio-piccoli e multifunzionali entro il 2030, nonchè del riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, vale a dire una risorsa che una volta depurata, anziché finire direttamente in laguna, può essere reimpiegata a scopi agricoli.
Coerentemente con l’Ordinanza del Presidente Regione Veneto, Luca Zaia, l’ente consortile ha ricordato ai Sindaci di attivare campagne di comunicazione verso la cittadinanza per promuovere un uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica.
LOMBARDIA: PRIME MANOVRE SUL NAVIGLIO GRANDE
Dopo la fine dell’ “asciutta”, a Turbigo le prime manovre hanno ridato acqua al Naviglio Grande. La risorsa utilizzata è quella già derivata per garantire il funzionamento della locale centrale termoelettrica, che raffredda i suoi impianti proprio grazie al Naviglio Grande.
La ripresa del deflusso inizierà a rimpinguare la falda ed è destinata ad alimentare il primo tratto del Naviglio Grande ed il Naviglio di Bereguardo. In occasione della fine del periodo di “asciutta”, Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) e Comune di Boffalora Sopra Ticino hanno accompagnato più di centocinquanta studenti della scuola primaria ad assistere all'arrivo dell’acqua lungo lo storico canale milanese. I piccoli hanno seguito l’evento con entusiasmo, trasformando il momento in una festa gioiosa fatta di sorrisi e colori.
Per sensibilizzare i cittadini sul tema dell'acqua e del suo valore, l’ente consortile ha anche allestito a Corbetta la mostra Acquachefà e, in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua 2023, ha organizzato visite con le classi de locale Istituto Comprensivo Aldo Moro ed un momento pubblico, incentrato sull’attuale crisi idrica e sulle misure che l’ente consorziale intende attuare per mitigare gli effetti della siccità.
EMILIA ROMAGNA: PONTE SUL CENO DI NUOVO IN SICUREZZA
È terminata la messa in sicurezza del ponte sul fiume Ceno, nel tratto lungo la strada di bonifica "Legnago di Serravalle", importante arteria viaria, che collega i nuclei dei centri abitati di Legnago di Serravalle e di Foroli, nel comune di Varano dè Melegari; l’intervento finanziato dalla Regione Emilia-Romagna per un importo complessivo di 300.000 euro ha visto il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio”) impegnato nella progettazione e direzione lavori.
All’inaugurazione, il cui taglio del nastro è avvenuto sulla carreggiata dell’infrastruttura, hanno preso parte numerose Autorità, tra cui l’Assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi e Andrea Massari, Presidente della Provincia di Parma. Il tratto oggetto dell’intervento di adeguamento e messa in sicurezza si sviluppa complessivamente su una lunghezza di 230 metri, all’interno di un’arteria viaria, lunga oltre un chilometro.
La strada oltrepassa il torrente Ceno ad una quota altimetrica di 301 metri s.l.m. e l’ente consortile è intervenuto, al fine di porre in sicurezza le condizioni di transito sul ponte.
TOSCANA: UN ESEMPIO DEL MODELLO TOSCANO DI PREVENZIONE IDROGEOLOGICA
Sono stati presentati, nella sede della Provincia Pistoia, gli investimenti ordinari e straordinari del Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze), grazie al contributo e in collaborazione con Regione Toscana. Sul bacino idrografico del fiume Ombrone, nella provincia di Pistoia si investono ogni anno circa sei milioni e mezzo di euro per le sole manutenzioni ordinarie: una cifra, cui si aggiungono le manutenzioni straordinarie ed i progetti strutturali su progetto, arrivando a sommare, negli ultimi 5 anni, più di quarantotto milioni di euro.
Oltre alle manutenzioni ordinarie, già confermate per il 2023, nella valle dell’Ombrone Pistoiese si sta procedendo speditamente con nuove sistemazioni e grandi opere con cantieri già in corso per 3.400.000 euro, tra cui il ringrosso arginale del torrente Agna, l’adeguamento delle arginature del fosso Acqualunga a monte della confluenza con il torrente Brana, l’implementazione della cassa di espansione Case Carlesi, la mitigazione del pericolo idraulico a Casalguidi nel comune di Serravalle Pistoiese, il riefficientamento idraulico della cassa Ombroncello in località Barba nel comune di Quarrata.
Già finanziati e prossimi all’avvio sono anche altri 3 milioni di euro per interventi su: torrente Settola, in comune di Montale; fiume Ombrone, nel comune di Pistoia; fosso Ombroncello, nei comuni di Pistoia e Quarrata; fosso Acqualunga; torrente Stella,in comune di Pistoia. Infine sono stati inseriti nel Piano Attività di Bonifica 2023, per la stessa area, ulteriori 4 milioni di euro richiesti per arrivare alla realizzazione di altri 16 progetti, grazie al cofinanziamento, il più delle volte, della Regione Toscana. Si tratta quindi di un lavoro di regimazione e difesa idraulica di uno dei territori più complessi e dunque anche più a rischio della Toscana, portato avanti dall’ente consortile in proficua sinergia con il Genio Civile Valdarno Centrale ed in stretto rapporto con le Amministrazioni Comunali pistoiesi ricadenti nel bacino dell’Ombrone: Agliana, Montale, Pistoia, Quarrata e Serravalle.
Ogni anno si eseguono sfalci nei tratti urbani dei corsi d’acqua e sulle opere idrauliche lungo 622 chilometri e più di sessantatre ettari; si lavora ai diradamenti selettivi, che servono a regolare e riqualificare la fascia arborea riparia, per una media di circa trentatre chilometri e si portano a conclusione una media di 93 interventi di manutenzione incidentale, cioè riparazioni, sistemazioni e lavorazioni varie che si rendono necessarie a seguito di piccoli e grandi eventi meteo, segnalazioni dei Comuni, delle associazioni e dei cittadini.
CAMPANIA: ACCORDO PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI COMUNI
Il Consorzio di bonifica Volturno (con sede a Caserta) conferma il suo interesse a promuovere accordi e collaborazioni con centri di ricerca, dipartimenti universitari e, più in generale, con le Università ed altri soggetti qualificati nel campo della ricerca, al fine di valorizzare le proprie attività istituzionali anche attraverso l'alta formazione universitaria.
Nel Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Napoli si è così siglato un accordo di collaborazione per la concertazione di attività condivise in tema di formazione e sviluppo territoriale. L’obbiettivo immediato è quello di collaborare all’ attuale edizione del master in “Beni Comuni e culture ambientali” con moduli specifici, tesi ad evidenziare il ruolo dei Consorzi di bonifica. Il bando del master sarà pubblicato sul web (https://www.unina.it/-/13241927-ma_spol_beni_comuni_culture_ambientali_scheda) e sul sito dell’ente consortile.
Di recente, nell’ambito dell’accordo quadro con l’Università Vanvitelli, è stato stipulato un accordo operativo con il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, al fine di approfondire la conoscenza del patrimonio archeologico della piana campana e, in particolare, del comprensorio in sinistra dei Regi Lagni, oggetto di un importante progetto di ampliamento dei distretti irrigui.
Si sta inoltre per stipulare un ulteriore accordo con l’Ateneo Federico II per ospitare tirocini curriculari e con l’Università La Sapienza nell’ambito del dottorato di ricerca in “Heritage Science”.
TOSCANA: PULIR, CAMMINANDO
Le sponde del lago dell’Accesa e del primo tratto del fiume Bruna adesso sono più pulite: merito di un’iniziativa del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto), organizzata dal gruppo The Ploggers e patrocinata dal Comune di Massa Marittima; una quindicina le persone, che si sono armate di guanti e sacchetti per raccogliere rifiuti, nel corso di un trekking immerso nella natura.
“In compagnia della Bruna a levar spazzatura” ha permesso di raccogliere oltre quindici sacchi di rifiuti, poi rimossi e smaltiti dall’azienda Sei Toscana. Tra la vegetazione è stato trovato di tutto: plastica, ma anche palloni, un’anta di ferro, gommapiuma, pacchetti di sigarette, perfino mutande e costumi.
La bella giornata al lago dell’Accesa si è conclusa con una “festa del baratto”, che ha permesso di ridare vita ad oggetti, che non venivano più utilizzati dai proprietari.
La collaborazione tra ente consortile e The Ploggers proseguirà con altre 3 iniziative di pulizia dei corsi d’acqua, durante la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’ Irrigazione.
LIGURIA: PATTO DEL CONSORZIO CON LE SCUOLE
Il Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia di La Spezia) guarda al mondo della scuola, mentre festeggia il centenario dell’irrigazione in Val di Magra e si pone come obbiettivo, l’inizio di una nuova era di rigenerazione, sostenibilità ed innovazione, legata a doppio filo con il contrasto ai rischi di emergenza siccità e idrogeologici; 2 gli incontri ravvicinati con le scolaresche, i primi di una lunga serie, organizzati nel contesto dell’avvio alle iniziative per il prestigioso traguardo di attività: la partecipazione di 5 classi (dalla materna, alla primaria, alle secondarie di primo e secondo grado) alla cerimonia solenne di compleanno e poi la lezione di particolare rilevanza e livello tecnico, tenuta alle 2 classi della maturità dell’Istituto Agrario Parentucelli-Arzelà, sui temi dell’irrigazione e della Bonifica.
Durante i festeggiamenti del centenario, la sede storica dell’ente consortile ha ospitato oltre cento alunni: erano presenti le classi 4° dell’elementare Pavone di Sarzana, la 3° C della media Schiaffini di Santo Stefano Magra, la 3° A Meccatronica dell’istituto Capellini Sauro, la 3°M del Liceo Artistico di Carrara, la 4° G e 4° F della scuola Parentucelli Arzelà.
Nei giorni successivi, l’ente consorziale ha accolto, nel salone della palazzina storica, i prossimi diplomati periti agrari dell’Istituto Agrario di Sarzana, impegnati in attività di P.C.T.O. (Percorsi per Competenze Trasversali e Orientamento).
A MAGGIO, TORNA LA SETTIMANA NAZIONALE DELLA BONIFICA E DELL’IRRIGAZIONE
Si terrà dal 13 al 21 Maggio p.v. la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, giunta alla 23° edizione. Tema di quest’anno sarà “Acqua, risorsa di vita e di coesione sociale”. L’acqua è da sempre l’elemento primario, attorno al quale si riuniscono le comunità; oggi su di essa convergono però molteplici interessi (potabile, agricolo, energetico, ambientale, turistico, sociale…) ed è proprio l’accresciuta consapevolezza dei suoi limiti, che la rende ancora più preziosa. Il tema mette al centro, quindi, l’acqua come risorsa vitale per l’uomo, gli animali, l’ambiente e come bene produttivo in campo agricolo, energetico, industriale.
Per questo, ANBI crede doveroso impegnarsi, affinchè Istituzioni e cittadini colgano ancor più l’importanza della gestione della risorsa acqua-suolo, operata dai Consorzi di bonifica ed irrigazione.

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