LUNEDI SALVINI E PICHETTO FRATIN A CONCLUSIONE CELEBRAZIONI CENTENARIO MODERNA BONIFICA
Si terrà lunedì 20 Marzo p.v. (inizio ore 10.00), nel Teatro Civico di Vercelli, il convegno conclusivo dell’anno celebrativo per il Centenario della moderna Bonifica.
Alla tavola rotonda finale (“L’acqua volano di crescita ed occupazione. Infrastrutture per un’Italia più sostenibile e competitiva”) con il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverranno Matteo Salvini, Ministro Infrastrutture e Trasporti; Gilberto Pichetto Fratin, Ministro Ambiente e Sicurezza Energetica; Alessandro Morelli, Sottosegretario Presidenza Consiglio Ministri; Luigi D’Eramo, Sottosegretario Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste; Giorgio Maria Bergesio, Vicepresidente Commissione Agricoltura Senato; Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte. Nel corso della mattinata, dopo i saluti istituzionali sarà presentato il volume #anbi 100 “ANBI e i Consorzi di bonifica protagonisti per un’Italia resiliente, sostenibile e moderna”, presenti i co-autori Elisabetta Novello (Docente Università Padova) e Massimo Gargano (Direttore Generale ANBI).
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
NORD A SECCO SCOMPARSI I GRANDI FIUMI D’ITALIA
VINCENZI: “SERVONO REALISMO ED INTERVENTI INFRASTRUTTURALI I DISSALATORI POSSONO ESSERE SOLO UNA SOLUZIONE D’EMERGENZA”
“L’analisi delle situazioni di crisi idrica nel Paese dimostra come i tanto citati dissalatori possano essere una soluzione per emergenze localizzate, non certo risolutivi per un fattore esteso quale la siccità penalizzante l’agricoltura e l’ambiente in un territorio come quello italiano. Non solo: va sempre ricordato che l’altrettanto citato Israele, con il quale i nostri Consorzi di bonifica mantengono costanti rapporti di reciproca collaborazione, ha trasformato il deserto in area verde; noi, invece, il giardino lo abbiamo ed il nostro compito è mantenerlo. Non mi pare proprio la stessa cosa…”
E’ entrato con determinazione Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), sul tema del giorno e, per far comprendere i contorni assunti dalla siccità nell’ “Italia idricamente rovesciata”, cita un dato del C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche), che indica come, in 24 mesi, cioè da Febbraio 2021, ben il 38% delle aree agricole irrigue sia stato interessato da siccità severa-estrema.
“E’ pensabile risolvere il problema, dissalando l’acqua del mare? Se parliamo di isole sì, sostituendo le obsolete e costosissime “bettoline” del mare. Molti dubbi, invece, se farlo nel resto del Paese, soprattutto avendo come riferimento nazioni prettamente desertiche, dove l’economia del petrolio finanzia abbondantemente tale pratica – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – I costi metterebbero fuori mercato il made in Italy agroalimentare, aumentando i costi dei prodotti sullo scaffale. Insieme all’efficientamento della rete idraulica ed all’ottimizzazione dell’utilizzo irriguo, non è più logico creare le condizioni per trattenere e trasferire le acque di pioggia, migliorando al contempo l’ambiente attraverso una rete di laghetti multifunzionali ad iniziare dal riutilizzo delle migliaia di cave abbandonate?”
Il settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, pur di fronte ad un contesto leggermente migliorato, certifica una verità: l’Italia non ha più grandi fiumi. Resta largamente insufficiente, infatti, la portata del Po che, pur godendo di un leggero incremento nel tratto iniziale, permane abbondantemente sotto il minimo storico mensile nel tratto lombardo-emiliano, toccando, nel rilevamento finale a Pontelagoscuro, la portata di 604,23 mc/s, inferiore di ben il 14% rispetto ai valori minimi del periodo. In Veneto, l’Adige scende al di sotto dei -4 metri sullo zero idrometrico: non era mai successo dal 2015! Ai livelli più bassi del recente passato è anche la Livenza, mentre cala la Piave e restano sostanzialmente stabili Bacchiglione e Brenta.
Scarse permangono le precipitazioni, certamente insufficienti a risolvere una situazione di grave crisi idrica; sulle Dolomiti, l’altezza media del manto nevoso si attesta sui quaranta centimetri (fonte: ARPAV). Inarrestabile in Lombardia è il tracollo dell’Adda, le cui portate rimangono addirittura inferiori a quelle dell’anno scorso; sono in calo anche gli altri fiumi della regione, dove le riserve idriche erano inferiori sia alla media storica (-61%!) che al siccitoso 2022 (-11%).
Nonostante i deflussi ridotti al minimo, il lago di Garda resta in grave crisi: da settimane staziona vicino al minimo storico. I restanti bacini lacustri del Nord Italia registrano innalzamenti di livello con il Lario, che ormai sfiora la media, sotto la quale invece restano Verbano e Sebino. In Valle d’Aosta è tornata finalmente a vedersi un po’ di neve: sui rilievi occidentali, l’altezza media del manto nevoso, sale di quasi mezzo metro (da cm. 56 a cm. 99); lungo la fascia centrale, si passa da cm. 44 a cm. 67; in quella orientale, l’aumento è stato di circa sessanta centimetri (da cm. 52 a cm. 111).
Grazie a precipitazioni significative (mm. 63 a Nus), aumentano le portate del fiume Dora Baltea e del torrente Lys. Restano invece scarse le precipitazioni nel confinante Piemonte (solo una ventina di millimetri nel novarese); ciò nonostante i fiumi Pesio, Tanaro e Stura di Demonte segnano una leggera crescita, mentre restano stabili Stura di Lanzo ed Orco (fonte: ARPA Piemonte).
In Liguria, importanti fenomeni piovosi si sono registrati nell’entroterra genovese, dove sono caduti fino a circa settanta millimetri di pioggia; sul Ponente della regione, le precipitazioni sono state quasi nulle, mentre hanno raggiunto la ventina di millimetri sul Levante. I livelli dei fiumi Entella e Vara crescono di quasi mezzo metro, mentre restano sotto media Magra ed Argentina. In Friuli Venezia Giulia si alzano i livelli dei fiumi Cellina (restano però inferiori a quelli del 2022) e Tagliamento, nonché del torrente Cornappo.
Sui rilievi ha ripreso a depositarsi un po’ di neve, principalmente nella zona Nordoccidentale della regione (Alpi e Prealpi Carniche) dopo un Febbraio senza pioggia e con le nevicate più scarse da 50 anni (fonte: Protezione Civile Regione Friuli Venezia Giulia). In Romagna, dopo i forti apporti pluviali della settimana scorsa, tornano sotto media i fiumi Savio e Lamone, che però si mantengono sopra i livelli del recente quadriennio; crescono la Trebbia ed il Reno, la cui portata è inferiore di quasi il 57% alla media, ma superiore di oltre il 400% rispetto a quella del 2022.
Calano, invece, i livelli dei fiumi dell’Emilia Centrale, quali Enza e Secchia (fonte: ARPAE). Sono in calo anche i livelli dei corsi d’acqua del Centro Italia, dove non si sono registrati significativi eventi meteo. In Toscana diminuiscono le portate dei fiumi Serchio, Arno, Sieve ed Ombrone; nelle Marche, quelle di Esino, Sentino e Potenza mentre, grazie allo scioglimento delle nevi, aumentano i volumi d’acqua trattenuti dalle dighe: oggi sono superiori di oltre quattro milioni di metri cubi a quanti ve ne fossero l’anno scorso. In Umbria, l’altezza del lago Trasimeno continua ad essere inferiore alla media (-73 centimetri) e si abbassa di quasi quaranta centimetri, il livello del fiume Tevere, che decresce anche nel Lazio, dove invece restano sostanzialmente stabili i livelli degli altri corpi idrici. In Abruzzo, a Febbraio, si sono registrati deficit pluviometrici, più marcati sulla provincia teatina (-63% a Celenza).
La media delle temperature massime ha toccato +4,6 gradi a Sulmona, mentre a Campo Imperatore restano 58 centimetri di manto nevoso, altresì praticamente scomparso nel vicino Molise, dove cala la portata iniziale del fiume Volturno, i cui livelli restano però superiori a quelli dell’anno scorso nel tratto in Campania, così come quelli di Liri- Garigliano e Sele. Dopo gli exploit delle scorse settimane calano le disponibilità idriche nei bacini di Basilicata (-1.700.000 metri cubi) e Puglia (- cinque milioni circa).
Tende infine a migliorare la condizione idrica in Calabria, dove il mese di marzo si sta mostrando particolarmente umido nella provincia di Reggio Calabria dove, da inizio mese, i giorni piovosi sono stati una decina, arrivando a registrare cumulate fino a centoquaranta millimetri; anche nel cosentino tirrenico sono stati numerosi i giorni piovosi, ma con precipitazioni inferiori a quelle reggine.

VENETO: EMANATA PRIMA ORDINANZA ANTI SICCITA’
Solo 3 millimetri di pioggia caduta in Veneto nel Febbraio 2023, cioè il 96% in meno rispetto alla media storica del mese: il dato, che ancora una volta fotografa un aggravamento della siccità, apre il Bollettino mensile di ANBI Veneto sulla risorsa idrica, pubblicato il 14 Marzo u.s., il giorno stesso, in cui il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha emanato l’ordinanza per la tutela della poca risorsa rimasta.
L’attenzione è massima, visto che, ad un mese dall’inizio della stagione irrigua, tutti i fiumi registrano valori di portata gravemente sotto la media, con casi estremi come l’Adige, che questa settimana ha registrato, a Boara Pisani, valori intorno ai cinquanta metri cubi al secondo, ben peggiori rispetto alla soglia critica di mc/s 80, sotto la quale inizia la risalita del cuneo salino.
La grave situazione in Veneto è resa ancora più preoccupante dalla mancanza di nevi in montagna e dai livelli delle falde (tutte o quasi allo zero percentile). In questo contesto, l’ordinanza del Governatore prevede misure generalmente previste nei mesi più caldi: dalla chiusura delle fontane pubbliche a getto continuo all’attenzione per l’inaffiamento delle piante da giardino (utilizzando, specifica l’ordinanza, acqua di lavaggio delle verdure); tra i principali punti: provvedere, ove possibile e nel rispetto del Deflusso Minimo Vitale /Deflusso Ecologico, l’accumulo di risorsa negli invasi, la promozione dei sistemi di consiglio irriguo per l’utilizzo efficiente della risorsa, la predisposizione di campagne informative per l’uso consapevole della risorsa.
CAMPANIA: IRRIGAZIONE ASSICURATA IN QUATTRO COMPRENSORI CASERTANI
Con l’approssimarsi della stagione calda, il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno (con sede a Caserta) ha predisposto gli impianti per distribuire acqua a scopo irriguo nei 4 comprensori casertani attualmente in gestione ed in uso, derivando la risorsa idrica dalle traverse fluviali di Capua sul fiume Volturno e di Suio sul Garigliano; al momento entrambi i corsi d’acqua non soffrono particolarmente per il calo delle precipitazioni, avvenuto nel Febbraio scorso e si profila una stagione irrigua nei limiti della regolarità.
La risorsa raggiungerà circa diciottomilaquattrocento ettari di colture irrigue.
Al fine di informare l’utenza, l’ente consortile ha provveduto a pubblicare i manifesti irrigui per tutti i comprensori. Nel comprensorio irriguo di Parete (8.000 ettari in sinistra Regi Lagni), la distribuzione irrigua sarà avviata nella prima decade del mese di aprile ed è prevista fino alla prima decade del prossimo Ottobre.
Il servizio irriguo sarà invce attivato dalla prima decade di Maggio nel comprensorio irriguo di Mazzafarro (2.500 ettari in destra Volturno) ed è previsto rimanere attivo fino alla prima decade di Ottobre 2023. Nel comprensorio irriguo di Santa Maria La Fossa (3.000 ettari in sinistra Volturno) il servizio sarà attivato nella prima decade di Maggio ed è previsto terminare entro la prima decade del prossimo Ottobre.
Infine, sarà attivato dalla prima decade di Maggio anche il servizio irriguo nel comprensorio Aurunco (oltre quattromilanovecento ettari), che attinge acqua dal fiume Garigliano ed è previsto concludersi nell’ultima decade di Settembre 2023.
ANBI: VENTI MILIONI DAL MIT ALLE AUTORITA’ DI DISTRETTO SONO UN SIGNIFICATIVO TASSELLO PER LA SFIDA DEL PAESE ALLE CONSEGUENZE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI DAL PIEMONTE ALLA SICILIA
“E’ un significativo atto concreto in linea con il dichiarato impegno del Governo nel contrasto alla siccità ed alle conseguenze della crisi climatica. Non possiamo che essere grati per la conclusione di un lungo viaggio autorizzativo”: Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ha commentato così la notizia dei 7 decreti che, per iniziativa del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, destinano quasi venti milioni di euro alle altrettante Autorità di Distretto.
“E’ un intervento, che pur sbloccando finalmente interventi già in itinere, sa di futuro, perché non è mirato solo alle regioni settentrionali oggi in grave crisi idrica, bensì è suddiviso fra tutte le aree del Paese, anticipando possibili evoluzioni climatiche – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – In particolare, evidenziamo le progettazioni per interventi nel trapanese che, andando a realizzare le interconnessioni fra le dighe Rubino e Paceco nonché fra gli invasi Garcia ed Arancio con il bacino Trinità, completeranno schemi idrici, fondamentali per l’ottimizzazione d’uso delle risorse idriche come altri interventi già localmente finanziati dal Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste. Siamo sicuri che le professionalità presenti anche nel Consorzio di bonifica Trapani 1 sapranno proficuamente contribuire a quella, che è una sfida del Paese e di cui i finanziamenti annunciati dal M.I.T. non possono che essere solo l’inizio.”
VENETO: FINANZIATA PROGETTAZIONE BARRIERA ANTISALE
Dopo anni di analisi, studi e confronti finalizzati ad individuare una soluzione definitiva al problema causato dalla risalita del cuneo salino lungo i rami terminali del fiume Po (ha ormai coinvolto tutto il delta fino all'incile del Po di Goro), il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato in questi giorni il decreto, con il quale viene finanziata l'attività di progettazione del Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) per una nuova opera a protezione dell'intrusione del cuneo salino da realizzare alla foce del più lungo fiume italiano.
Si tratta di un'unica opera da realizzare nel tratto terminale del Po di Pila e che andrà a risolvere il problema della risalita del cuneo salino lungo tutti i rami del delta, ideata e localizzata dopo aver analizzato ipotesi alternative, che però non garantivano lo stesso beneficio complessivo a tutta l’area.
Dopo anni di confronti, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato avvio alla fase di progettazione dell'opera, grazie alla proposta formulata dalla Regione Veneto nell'ambito del proprio P.R.R.R. (Piano Regionale Ripresa Resilienza) ed alle analisi dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, che ha valutato positivamente la proposta e l'idea progettuale, ma anche grazie all'interessamento di tutti coloro (Organizzazioni Professionali Agricole, Comuni, associazioni) interessati all'annosa soluzione di un problema che, negli anni, ha aumentato la gravità e le sue conseguenze, aumentando il rischio di "desertificazione" in aree sempre più ampie del Delta del Po.
L’ente consortile è già al lavoro per comporre lo staff progettuale, al fine di ridurre al massimo le tempistiche necessarie alla presentazione del progetto e all'iter procedurale.
ANBI: LA SICCITA’ MINA LA COESIONE NAZIONALE ACCENTUANDO IL CONTRASTO FRA INTERESSI ECONOMICI
PER AVVIARE IL PIANO LAGHETTI SERVE ALMENO UN MILIARDO ALL’ANNO (LA SICCITA’ NE È COSTATA 13 NEL 2022…)
“La crisi idrica è una minaccia per la coesione nazionale. Si amplificano, infatti, i contrasti fra i portatori d’interesse: dalle Regioni agli utenti, dal mondo agricolo ai produttori di energia: a dirlo è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, intervenuto ad un convegno organizzato dai Consorzi di bonifica mantovani nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario dello storico Congresso di San Donà di Piave; Gargano ha proseguito:
“Guardiamo perciò con grande attenzione all’annunciato Decreto Acqua previsto dal Governo per il prossimo 16 Marzo e che dovrebbe definire una cabina di regia contro la siccità, nonché eventuali commissariamenti di opere incompiute, oltre a destinare risorse per avviare interventi di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici. In Italia, la legge 152 indica, dopo quello umano, la priorità dell’uso agricolo per le risorse idriche; è però ripetutamente disattesa sull’ara dei forti interessi concorrenti, cresciuti negli anni. Il futuro dell’Italia – ha aggiunto il DG ANBI - deve essere legato ad un modello identitario di valorizzazione del territorio, che non può essere caratterizzato dagli stati d’emergenza. Il paradosso è la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo: tutti, a parole la vogliono; in realtà giace dispersa nei meandri parlamentari dall’epoca del Governo Monti nel 2013!”
“Quella, che stiamo inevitabilmente per affrontare sarà l’ottava annata siccitosa nei recenti 20 anni e la terza consecutiva, così da poterla difficilmente considerare un evento eccezionale, bensì un fatto ormai endemico almeno in alcune aree del Paese – ha commentato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi - Per questo, chiediamo l’operatività del Piano Idrico Nazionale, prologo all’auspicato Ministero dell’Acqua già presente in Spagna. Vanno superati rapidamente gli ostacoli finanziari, ma soprattutto burocratici, all’avvio del Piano Laghetti: destinare un miliardo all’anno sarebbe già un segnale importante; basti pensare che, solo nel 2022, la siccità è costata 13 miliardi al sistema Paese, di cui 6 di mancata produzione agricola, penalizzando non solo il settore primario, ma l’obbiettivo della sovranità alimentare.”
EMILIA ROMAGNA: TRIPLO INTERVENTO
Sono terminati 3 interventi di manutenzione, finanziati per 76.000 euro dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) e che contribuiranno ulteriormente alla messa in sicurezza del territorio del comune di Castellarano: si tratta della sistemazione della scarpata in località Sabbioni e di alcuni movimenti franosi, nonchè della pulizia del rio di Roteglia.
Gli interventi realizzati dimostrano la capacità dell’ente consortile di operare, in sinergia e in collaborazione con le Amministrazioni Comunali, sulle criticità, che il territorio montano e collinare frequentemente presenta sotto il profilo della stabilità dei versanti e della corretta regimazione dei corsi d’acqua.
21 MARZO, SAN BENEDETTO LA RONDINE SOTTO IL TETTO (MA NON SOLO)
GRAZIE AL CONTRATTO DI FIUME A MONTELUPO FIORENTINO SI PREPARA IL “CONDOMINIO” PER IL RITORNO DELL’UCCELLO CHE FA PRIMAVERA
Sul grande muro di sponda del torrente Pesa, a Montelupo Fiorentino, è presente una delle colonie più stabili della Toscana di topino o rondine riparia (Riparia riparia): una scoperta valorizzata, grazie ad un “progetto rondini” con relativa campagna di sperimentazioni e di cartellonistica, realizzata dal Consorzio di bonifica Medio Valdarno con il patrocinio del Comune. La popolazione di questo uccello ha subito una forte diminuzione a livello regionale, così come sull’intero territorio nazionale, per cause in corso di studio e che possono mettere a repentaglio la sopravvivenza della specie.
Ai problemi più generali, la rara colonia fiorentina ne aggiunge un altro: l’edera che, scendendo lungo il muro di sponda, va a ricoprire i fori di accesso ai nidi (originariamente destinati al drenaggio dell’opera muraria) e che già si era cercato di aggirare con nidi artificiali sporgenti e tagli mirati.
La situazione si è complicata da un paio d’anni, tanto che le rondini trovano ormai difficile l’accesso all’entrata e pertanto necessita un urgente intervento di potatura precisa, sfoltendo l’edera solamente in corrispondenza dei nidi.
Dell’ intervento, sollecitato dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e dalla locale Amministrazione Comunale, se ne sta facendo carico il Consorzio di bonifica Medio Valdarno per fare in modo che le rondini riparie, solitamente attese sulla Pesa nel mese di marzo, ritrovino gli accessi ai loro nidi liberi da impedimenti e pronti ad accoglierle per “far di nuovo primavera”.
“E’ questo un ulteriore esempio della nostra missione ambientale, che va dai lavori puntuali per la tutela dei volatili alla progettualità nazionale del Piano Laghetti multifunzionali, capaci di dare risposta, oltre a quelle ambientali, alle esigenze irrigue, di produzione energetica e di fruizione sociale” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Sono questi gli interventi, che il Consorzio di bonifica mette velocemente in campo a seguito delle richieste di collaborazione costruttiva, che arrivano da tanti interlocutori sul territorio” ha aggiunto il Presidente dell’ente consorziale, Marco Bottino.
“Va infine evidenziato – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – che sulla Pesa si riesce a dialogare ed a lavorare per il bene comune del corso d’acqua, grazie al locale Contratto di Fiume, un innovativo strumento di gestione condivisa del territorio, di cui i Consorzi di bonifica sono soggetti protagonisti in numerose realtà italiane.”
TOSCANA: UN ALBERO IN PIU’, PIU’ OSSIGENO PER TUTTI
Prosegue la collaborazione tra il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ed il Comune di Barga per la forestazione urbana contro i cambiamenti climatici: dopo i 21 alberi collocati lo scorso anno a Fornaci, 4 ciliegi della specie fruticosa globosa sono andati ad arricchire il locale patrimonio forestale. La specie selezionata per questa plantumazione è molto robusta ed autoctona, diffusa sul territorio nazionale e spesso utilizzata anche per adornare parchi e giardini.
La ricca fioritura ben apprezzata dagli insetti impollinatori è in grado di sostenere ed accrescere la biodiversità locale. Ogni albero è stato dedicato a bambini nati durante l’anno.
Piantare alberi è una delle azioni, che l’ente consortile conduce per contribuire a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, poiché le piante hanno straordinarie capacità di catturare i dannosi gas serra ed allo stesso tempo di donare ossigeno.
Sono già stati messi a dimora 2121 alberi e l’obbiettivo è di arrivare a 3000 entro la fine dell’anno.
CALABRIA: PROSEGUE IL TOUR
Prosegue il tour nei Consorzi di bonifica calabresi. Questa volta è il turno del Consorzio di bonifica Bacini Meridionali Cosentino (con sede a Cosenza). L’ente consortile uno staff tecnico che ha ricevuto uno dei massimi riconoscimenti nel segmento della progettazione, la certificazione UNI EN ISO 3001:2015 per servizi di ingegneria.
Ciò ha consentito all’ente consorziale di diventare organismo di certificazione, che permette di effettuare la verifica preventiva della progettazione di opere pubbliche ai fini della validazione per un importo compreso tra un milione e venti milioni di euro. Il comprensorio del “Bacini Meridionali Cosentino” abbraccia un distretto di 135.183 ettari ricadenti in 48 comuni della provincia di Cosenza e che si distingue in 2 zone: una di pianura e collinare, in cui ricade il distretto del Mucone e l’altra ricadente nell’altopiano silano. Il distretto irriguo del Mucone prende il nome dall’omonimo fiume affluente del Crati e si dirama in una serie di condotte per un’estensione di circa duecentosessanta chilometri a servizio di una superficie attrezzata di circa tremilanovecentotrentotto ettari; ricade nei territori dei comuni di Bisignano, Luzzi, Tarsia e Santa Sofia d’Epiro.
L’area servita è dedita a tipiche produzioni agroalimentari con elevato valore e produzioni di qualità (DOP e IGP): olio extravergine di oliva “Bruzio”, fichi di Cosenza ed olio di Calabria. Considerata l’importanza di questo comprensorio irriguo, si è provveduto sia all’installazione di misuratori agli idranti (importo € 7.011.316,00 a valere sul Piano Sviluppo Rurale Nazionale) che al miglioramento ed all’ adeguamento dei sistemi di adduzione e delle reti di distribuzione con 2 progetti finanziati dall’ex Mi.P.A.A.F. per un importo totale di € 21.316.311,62; attualmente sono in corso le relative procedure di gara. Il Distretto Irriguo del Mucone è anche “green”, avendo puntato sulle energie rinnovabili: sull’energia solare con un impianto fotovoltaico avente una produzione annua di circa duecentoquarantamila kilowattora e sull’energia idroelettrica con l’inizio dei lavori per la realizzazione di una centrale idroelettrica.
Nell’altopiano silano, il Consorzio di bonifica Bacini Meridionali Cosentino gestisce 17 impianti irrigui, che insistono nei comprensori dell’Alto Savuto, dell’Arvo, del Neto e che ricadono in un territorio, che comprende 5.899 ettari di superficie attrezzata, prevalentemente dedicati alla produzione della patata silana IGP.
Anche qui, l’ente consortile si è focalizzato sul miglioramento delle reti, mediante un ulteriore progetto a valere sui fondi P.N.R.R. e per il quale oggi c’è il finanziamento di 8 milioni di euro. Oltre alla gestione degli impianti asserviti alle eccellenze agricole, l’ente consorziale si distingue per la gestione di 2 invasi, che oggi finalmente possono definirsi fiore all’occhiello dell’intera provincia cosentina: la diga Redisole e la diga Votturino; al fine di rendere funzionanti i 2 sbarramenti e le reti irrigue sottese, è stato ottenuto un finanziamento regionale a valere sui fondi APQ “Tutela delle Acque e Gestione Integrata delle Risorse Idriche”, pari a € 1.946.810,00.
AGENDA
Nella mattinata del 22 Marzo, Giornata Mondiale dell’Acqua, il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà invece all’ Evento, organizzato da The European House Ambrosetti, in occasione della presentazione della 4° edizione del Libro Bianco Acqua per l’Italia; l’appuntamento è dalle ore 9.10 nel salone dell’Acquario Romano, nella Capitale. |