Anno XXIV, n. 45 martedì, 13 dicembre 2022

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

PER L’ITALIA I DATI INDICANO UN DESTINO IDRICO SEGNATO: AL NORD PIOVE SEMPRE MENO E LA POCA ACQUA TERMINA IN MARE AL SUD INVECE GLI EVENTI METEO FANNO SEMPRE PIU’ PAURA

VINCENZI: “CHIEDIAMO DI DESTINARE AL PIANO LAGHETTI MULTIFUNZIONALI LE RISORSE CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO NON ANCORA ASSEGNATE NEL PNRR”

Per il momento pare decisamente compromessa la condizione idrologica del Nord Italia, dove le piogge di questi giorni ristorano solo marginalmente il deficit accumulato: a segnalarlo è stato il settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che registra una situazione di sofferenza idrica perdurante dal 2021 su ampie zone del Paese (le portate del fiume Po, attualmente in leggera crescita, sono addirittura sotto media da fine 2020!).
“Emerge sempre più evidente – ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) – la necessità di capitalizzare gli apporti pluviali che, nelle attuali condizioni infrastrutturali, terminano al 90% in mare, ristorando solo superficialmente il territorio, non creando riserva idrica per i mesi a venire.”
“Per questo – ha aggiunto il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – chiediamo che i circa due miliardi e mezzo per il dissesto idrogeologico, che risulterebbero non ancora destinati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, possano essere indirizzati su alcuni dei progetti multifunzionali, ma soprattutto cantierabili in tempi celeri,  del Piano Laghetti, da noi presentato con Coldiretti.”
In Piemonte, l’indicatore SPI (Standard Precipitation Index) a 12 mesi definisce “estrema” la condizione di siccità su tutta la regione (uniche eccezioni, i bacini di Dora Baltea ed Alto Po, la cui crisi idrica è classificata “severa”). Dopo un Ottobre già senza pioggia, il deficit pluviometrico di Novembre è stato, ancora una volta, altissimo: -48,8%; in diversi bacini ha sfiorato o toccato -60% (Toce, Orco, Stura di Lanzo, Residuo Po confluenza Dora Riparia).
Le portate dei fiumi, al netto dei rialzi dei giorni scorsi, registrano scarti, che vanno dal -63% della Toce al -91% del Tanaro. Il maltempo di questi giorni ha portato mediamente circa trentotto millimetri di pioggia, con punte nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola (mm. 80,4 a Domodossola). La neve ha fatto capolino ovunque tranne che sulle Alpi Pennine ed alle quote più basse di quelle Lepontine (fonte: ARPA Piemonte).
In Veneto, a Novembre, si segnala un deficit idrico regionale del 21% con il record nel bacino del Piave (-50%). Questo inizio d’anno idrologico (Ottobre-Novembre), conferma un apporto pluviometrico dimezzato (mm.127 contro una media di mm. 247). Nonostante qualche timida ripresa, nella maggior parte delle stazioni di rilevamento le falde sono ben al di sotto dei minimi storici (in qualche caso oltre i sessanta centimetri).
Non va meglio alle acque superficiali: il volume invasato nei bacini del Piave si attesta complessivamente al 45% del consueto. Rispetto alla media storica, le portate dei fiumi risultano mediamente inferiori del 38% sull’Adige, del 59% sul Po, del 60% sul Brenta, dell’81% sul Bacchiglione; dato positivo è la ripresa della Livenza, il cui livello sale di oltre un metro (fonte: ARPAV). Il lago di Garda ha toccato il minimo storico, ma tutti i grandi laghi settentrionali sono sotto media. In Lombardia le riserve idriche stoccate sono deficitarie del 57,6% rispetto alla media storica!
Le piogge più copiose si sono registrate sulla provincia di Varese (Mondonico: mm. 91 in 24 ore), mentre gli accumuli maggiori di neve al suolo  ci sono stati a Ponte in Valtellina (cm.109). In Emilia-Romagna restano “a secco” i bacini irrigui piacentini, i cui i volumi idrici stoccati sono addirittura inferiori a quelli del 2017, anno di grande siccità. Comunque, si segnala un cospicuo aumento di portata nei fiumi Secchia, Enza e Taro (gli ultimi 2 abbondantemente superiori alle portate medie mensili). Una congiuntura idricamente favorevole accomuna 2 regioni confinanti ed entrambe finora colpite da importanti condizioni di siccità: in Toscana, infatti, le forti piogge cadute soprattutto sul Grossetano (Roccalbegna: mm. 96,2) hanno ingrossato i corsi d’acqua, tanto che l’Albegna è cresciuto in 9 ore di oltre 3 metri ed il Fiora di m. 2,85.
Precipitazioni abbondanti si sono registrate anche sulle province di Firenze, Pisa, Pistoia e Lucca; tutti i fiumi hanno registrato aumenti di portata notevoli: se Ombrone e Sieve sono ora ben al di sopra dei livelli in  anni recenti, si evidenzia il caso del Serchio che, nonostante un forte incremento nei flussi, resta deficitario rispetto alle medie. Continuano a scendere i livelli dei corsi d’acqua marchigiani, mentre è da segnalare la crescita di oltre due metri nel livello alla diga di Corbara.
Nel Lazio, il lago di Nemi cresce di 6 centimetri, mentre resta sostanzialmente stabile quello di Bracciano che, rispetto ai valori del 2021, segna -cm. 26. Complici abbondanti piogge (mm. 100 sul litorale romano), il livello del Tevere cresce di circa un metro e segna +60% di portata in soli 3 giorni; ancora meglio fa l’Aniene, il cui flusso tocca i 36,71 metri cubi al secondo (mc/s), triplicandolo in soli 2 giorni e superando anche la media storica, così come crescono abbondantemente i livelli fiumi Liri e Sacco (+ m.1,85 in una settimana). Curiosa è la condizione del comune di Cerveteri, che resta la zona meno piovosa d’Italia.
In Campania, la prima rilevazione di Dicembre 2022 presenta una netta inversione di tendenza: i fiumi Volturno e Sele sono in calo, presentando livelli idrometrici inferiori alla media del quadriennio 2018/2021; il Sarno è in calo lungo tutto il corso; il Garigliano è in crescita nel basso corso, ma resta al di sotto delle medie dell’ultimo quadriennio. Intanto, il lago di Conza sul fiume Ofanto presenta un ulteriore, notevole incremento dei volumi, mentre sono in calo i bacini del Cilento sul fiume Alento (fonte: Centro Funzionale Protezione Civile regionale ed Ente per l’Irrigazione di Puglia Lucania Irpinia).
Si conferma il positivo trend idrico di Basilicata e Puglia: nella prima regione, i volumi invasati dalle dighe sono cresciuti di 14 milioni di metri cubi in soli 3 giorni, mentre abbondanti precipitazioni si sono registrati sul Tarantino e nell’entroterra brindisino (Avetrana: mm. 80 in una notte); le disponibilità d’acqua nei bacini della Capitanata sono cresciute di quasi due milioni e mezzo di metri cubi.
Nonostante le perturbazioni abbiano coinvolto un po’ tutta l’Italia, continua ad essere il Meridione la zona più umida del Paese, dove l’estremizzazione degli eventi meteo mette alla prova la resilienza dei territori. I fenomeni più violenti si sono manifestati in Calabria ed in Sicilia (province di Messina e Catania). Nella prima delle due regioni, abbondanti e violente precipitazioni (a Roccabernarda: mm.108 in 2 ore, sommate ai mm. 84 caduti nelle ore precedenti ed alle diffuse piogge dei giorni prima) hanno provocato esondazioni del fiume Tacina; esemplare è la condizione del territorio di Pagliarelle, nel crotonese, dove dal 26 Novembre sono caduti oltre trecentoquaranta millimetri di pioggia!
In Sicilia le celle temporalesche hanno colpito maggiormente la zona di Novara, nel messinese, dove in sole 2 ore si sono abbattuti ben 150 millimetri di pioggia! In Sardegna, infine, le precipitazioni di inizio Dicembre sono state inferiori a quelle registrate nelle altre regioni: sul Medio Campidano sono caduti circa quindici millimetri d’acqua, mentre nel resto della regione in pochi casi si è toccata la doppia cifra; da Gennaio ad oggi, nell’isola si va dal minimo di pioggia, registrato a Santa Teresa di Gallura (mm. 406,9),  al massimo di mm. 1063,6 a Desulo Perdu Abes, sulle montagne del Nuorese.

ANBI - L’ITALIA RATTOPPATA: DALLE MARCHE ALLA SARDEGNA STORIE ESEMPLARI DI UN TERRITORIO IN DRAMMATICO RITARDO SULLA CRISI CLIMATICA

“Solo dopo l’alluvione, il Consorzio di bonifica Marche è stato nominato, dalla Regione, soggetto attuatore per la messa in sicurezza del reticolo idrografico minore; questo gli consente di agire con più velocità. Se i soldi promessi dal Governo arrivassero domani, dopodomani si potrebbero già cantierare gli interventi, garantendo grande efficienza”: a dichiararlo è             stato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, che ricorda come i Consorzi di bonifica siano deputati ad occuparsi solo della manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua minori; il resto, come i grandi fiumi, compete alle Regioni, che però devono perlopiù attendere i finanziamenti ministeriali.
“Già dalla tragica notte del 15 Settembre scorso, il Consorzio di bonifica Marche si è immediatamente attivato e da allora sono stati eseguiti 89 interventi in emergenza a Senigallia e in altri paesi dell’entroterra pesarese ed anconetano – ha evidenziato il Presidente dell’ente consorziale, Claudio Netti,  che all’indomani della tragedia di Senigallia denunciò le lentezze burocratiche, concause della drammatica alluvione –  Sono stati spesi finora oltre settecetotremila euro, molti dei quali probabilmente non saranno neanche recuperati dai fondi stanziati per l’emergenza. Non solo, dopo la ricognizione dei nostri tecnici sul territorio, sono stati programmati altri 64 interventi, alcuni dei quali molto importanti, il tutto per una spesa stimata di circa quattro milioni e ottocentosessantaseimila euro.”
In Sardegna, invece, il caso simbolo del disastro ambientale è il comune di Bitti, dove ci fu un’alluvione nel  Novembre 2020. I lavori di messa in sicurezza sono stati affidati al Consorzio di bonifica Sardegna Centrale, nonostante il comune barbaricino interessato non rientrasse nel comprensorio consortile; ciò, perché il “Sardegna Centrale” è l’unico ente del territorio a possedere i mezzi e le competenze idonei a garantire gli interventi contro il rischio idrogeologico. La struttura sta attualmente portando avanti, nel proprio comprensorio, progetti e cantieri per circa quaranta milioni di euro, tra cui anche i lavori per Bitti, territorio che 2 anni fa fu travolto da un fiume di fango e detriti: 5 i progetti affidati, in via straordinaria, dalla Protezione Civile e di cui 3 già conclusi, mentre i restanti 2 sono in corso di realizzazione.
“Sono questi, 2 esempi della riconosciuta capacità operativa dei Consorzi di bonifica italiani. Da sola, però, non basta di fronte alla velocità della crisi climatica ed all’estremizzazione degli eventi atmosferici. Serve una visione politica, che ponga il territorio al centro, ad iniziare dall’approvazione della legge contro il consumo di suolo, che giace da 2legislature in Parlamento. Dopo tante dichiarazioni sarebbe una concreta assunzione di responsabilità” ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.

EMILIA ROMAGNA: LA SFIDA DELLE GRANDI OPERE

Il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha approvato il bilancio preventivo dell’esercizio 2023, che si prospetta particolarmente delicato per via dell’incremento dei prezzi delle materie prime (su tutte, l’energia elettrica) e del relativo carovita.
Nonostante ciò, nella prossima annata l’ente consortile ha “in pancia” nuovi progetti da realizzare per un importo stimato pari a circa cinquanta milioni di euro (cifra mai raggiunta nei precedenti esercizi) inerenti la realizzazione di nuove importanti opere di bonifica ed irrigazione a tutela del territorio gestito.
Si è infine provveduto anche all’approvazione dell’ultima parte del Modello Operativo previsto dalla Legge, che disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato e finalizzata  a garantire un maggior grado di controllo nell’operatività dell’ente.

TOSCANA: PRONTA LA PROPOSTA 2023 PER LA MITIGAZIONE RISCHIO IDRAULICO

Parola d’ordine: prevenzione del rischio idrogeologico.
È questo il filo conduttore, che unisce i numerosi interventi, in cui si articola il Piano Attività 2023, elaborato dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) ed approvato all’unanimità dalla sua Assemblea. La proposta è il frutto dell’attento lavoro di ispezione, analisi, verifica e ascolto del territorio, effettuato dai tecnici dell’ente consortile, tenendo conto delle disposizioni impartite da Regione Toscana.
La versione definitiva del Piano, infatti, è stata redatta al termine degli incontri con i 54 Comuni del comprensorio e dopo la valutazione delle segnalazioni inoltrate dai cittadini. Le necessità idrauliche e le soluzioni adottate sono state   illustrate su base cartografica  per tutte le 6 unità idrografiche ed omogenee dell’Alto Valdarno dove, complessivamente nel 2023, saranno investiti in manutenzione ordinaria circa undici milioni di euro.
È stata inoltre potenziata la dotazione finanziaria per “rimettere in forma” i corsi d’acqua in collina ed in montagna, con la consapevolezza, purtroppo confermata dagli ultimi drammatici eventi nazionali, che è solo tenendo in piena efficienza il reticolo di queste zone che si riesce a difendere meglio in fondovalle. Le risorse saranno destinate al contenimento della vegetazione, al controllo e alla manutenzione delle opere idrauliche, alla risagomatura degli alvei.
Oltre centocinquantamila euro saranno utilizzati per l’organizzazione e lo svolgimento dell’attività di vigilanza. È aumentata la somma accantonata per fronteggiare, con interventi puntuali, eventuali criticità, attualmente non prevedibili. Il Piano delle Attività 2023 è stato inviato alla Regione Toscana per la necessaria istruttoria: gli interventi potranno iniziare a prendere forma solo una volta ottenuta l’approvazione da parte della Giunta regionale. Lavorare sulla prevenzione è essenziale.
Ma, per contenere i disastri, occorre uno sforzo importante anche sul fronte degli interventi strutturali, degli snellimenti burocratici, degli adeguamenti normativi, per gestire la risorsa acqua in modo attento e lungimirante.

EMILIA ROMAGNA: INCONTRI INFORMATIVI

Conclusa la stagione irrigua, il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede nella città capoluogo) ha incontrato i propri utenti con l’obbiettivo di informare, in merito agli oneri ordinari e straordinari di contribuenza irrigua per i 4 distretti gestiti dall’ente: Arda, Arda Po, Tidone e Trebbia.
È noto come la stagione appena terminata sia stata la più siccitosa da 70 anni, con una disponibilità di risorsa iniziale limitata negli invasi, nonchè la necessità di un maggior ricorso al prelevamento da corsi d’acqua e da pozzi, con un aggravio dei costi energetici, già incrementati dagli eventi straordinari di carattere internazionale.
Per questo, alla quota ordinaria dell’irrigazione, sarà necessario aggiungere un ulteriore contributo straordinario, relativo agli oneri supplementari di energia elettrica, che l’ente consortile si trova a sostenere come ogni altro soggetto energivoro. I contributi irrigui per la quota ordinaria sono già stati emessi, mentre sono in fase di definizione gli oneri straordinari, che verranno richiesti con un successivo documento.

TOSCANA: CONDOTTO PUBBLICO: VIA ALLA MANUTENZIONE

Sono stati aperti i cantieri di manutenzione sul Condotto Pubblico nelle frazioni lucchesi di San Marco, Acquacalda, San Pietro a Vico e Ponte a Moriano: ditte specializzate, tecnici ed operai del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) sono al lavoro per il taglio delle alberature pericolanti, per ripristinare alcuni tratti di murature danneggiate e per sistemare alcune delle cateratte presenti sul canale.
Gli interventi ammontano ad oltre 100.000 euro.
Per salvaguardare la fauna ittica, l’ente consortile ha previsto apposite misure di regolazione della portata idrica, messe in atto congiuntamente ai tecnici del Genio Civile. I lavori di manutenzione hanno interessato l'intero tratto del Condotto. Ogni anno l’ente consorziale effettua la manutenzione sul Condotto Pubblico in 2 momenti: il primo all'inizio della primavera, il secondo nei mesi di novembre e dicembre al termine della stagione irrigua e dopo l'appuntamento di Lucca Comics.
In entrambi i casi il “Toscana Nord” effettua più interventi in contemporanea, così da minimizzare i tempi di chiusura dei cantieri e ridurre i disagi per i cittadini. Con questo secondo lotto di interventi è stato completato il rivestimento del muro in cemento armato; l'opera, finanziata con 66.000 euro dalla Regione Toscana, prevede il riutilizzo delle pietre originarie del muro, recuperate nell'alveo del canale. Per il 2023, l'ente di bonifica ha incrementato le risorse destinate alla manutenzione del Condotto Pubblico, portando lo stanziamento a quasi trecentocinquantamila euro, con un aumento di 100.000 euro su base annua.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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