OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
IL PUZZLE DELL’ACQUA ESPONE SEMPRE PIU’ L’ITALIA A GRANDI RISCHI: DALL’ARIDITA’ DEL NORD ALLE ALLUVIONI AL SUD
“In assenza di infrastrutture calmieratrici, come i serbatoi previsti dal Piano Laghetti ed i bacini di espansione indicati nel Piano Invasi, siamo destinati a ricorrenti emergenze idriche per troppa od insufficiente acqua”: a sottolineare l’evidenza di un preoccupante futuro per un Paese in grave ritardo rispetto alla crisi climatica, è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), davanti all’immagine del “puzzle idrologico”, che emerge dall’analisi delle tendenze evidenziate dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
Gli esempi opposti arrivano dalla Campania e dal Veneto.
Nella regione meridionale si è sfiorata un’altra “tragedia annunciata” sulle province di Avellino e Salerno, dove rispettivamente il 23,3% ed il 22,1% del territorio è ad elevato rischio idrogeologico con 130.000 abitanti in pericolo di allagamento ed oltre centosettantamila minacciati da frane (in Campania, oltre millecentodiciotto chilometri quadrati, cioè l’8,2% del territorio, sono ad elevato rischio idrogeologico con poco meno di quattrocentodiecimila persone insediate in zone altamente alluvionabili ed oltre duecentottantasettemila, che vivono in aree soggette a franamenti): su Montella, nell’avellinese, in poco più di trenta ore si sono rovesciati oltre duecentotrenta millimetri di pioggia, ricoprendola di fango ma, nel solo 4 Novembre, mm. 100 sono caduti su Ercolano e, nel salernitano, mm. 145,8 su Baronissi, mm. 133,2 su Pizzolano, mm. 132,8 su Giffoni Valle Piana; numerose sono state le esondazioni con il fiume Ofanto, che è cresciuto di quasi tre metri in sole 8 ore!
“E’ evidente che ovunque, se alla fragilità anche infrastrutturale del territorio, si somma un’urbanizzazione spesso incontrollata – ha proseguito il Presidente ANBI - il rischio idrogeologico si moltiplica. Per questo ribadiamo la richiesta di porre l’approvazione della legge contro l’eccessivo consumo di suolo tra le priorità del Governo.”
La perturbazione dei giorni scorsi si è poi estesa alla provincia di Foggia, dove su Torremaggiore, Chieuti, Serracapriola, San Paolo Civitate sono caduti oltre cento millimetri di pioggia in poche ore, mentre perturbazioni minori si sono registrate sul versante adriatico del basso Salento e sulla costa ionica fino ad arrivare alle poche gocce di pioggia, che hanno bagnato il territorio barese.
“Di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici emerge chiaramente un dato: laddove esistono bacini di accumulo idrico non solo si riduce il rischio di gravi conseguenze per il territorio, ma si migliora la condizione delle riserve d’acqua; l’esempio arriva dalla provincia dauna, dove gli invasi della Capitanata, localizzati proprio nei distretti maggiormente interessati dalla perturbazione, segnano +3,6 milioni di metri cubi nel totale dei volumi invasati, vale a dire un patrimonio d’acqua a disposizione dell’agricoltura e del territorio” ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
La situazione idrologica è diametralmente opposta al Nord, dove i grandi laghi sono ancora in forte deficit (ad eccezione del Lario, che ora è sopra la media storica): il Maggiore è circa settanta centimetri sotto il livello medio del periodo, così come il Sebino che, pur crescendo, resta sotto media di oltre venticinque centimetri. La situazione più preoccupante è quella del lago di Garda, la “cassaforte” idrica dell’Italia centro-orientale nei mesi di siccità e che con un riempimento pari al 28,6% è largamente sotto media, puntando verso il minimo storico.
A sommarsi alla grave crisi del più grande lago italiano c'è la mancanza quasi totale di piogge ottobrine sul Veneto: -86% con aree, che superano -90% fino a toccare -96% nel bacino Fissero-Tartaro-Canal Bianco; ciò si ripercuote ovviamente sia sui corpi idrici superficiali (il livello del fiume Livenza, che ha esaurita una delle due sorgenti, è ancora m. 1,80 più basso rispetto all'anno scorso, mentre Adige, Brenta e Bacchiglione hanno portate largamente inferiori alle medie storiche: rispettivamente -41%, -66%, -85%) sia sulle falde, che in molti casi sono di oltre mezzo metro inferiori ai livelli minimi degli scorsi venti anni. Sulle Dolomiti Bellunesi si è arrivati a registrare oltre quattro gradi di temperatura in più rispetto alla media del periodo (fonte: Arpav).
Non va certo meglio in Toscana dove, in un Ottobre fra i più secchi della storia, il deficit pluviometrico regionale medio ha raggiunto il 93,7% con 112,8 millimetri in meno, combinandosi con temperature medie, che hanno superato ogni record! Salvo locali piogge ristoratrici, i livelli di falda hanno segnato il livello più basso mai raggiunto, così come il lago di Massaciuccoli (–52,2 centimetri sullo zero idrometrico, quando il livello minimo registrato nello scorso ventennio è stato di cm. -29) o il fiume Serchio, che supera appena il Deflusso Minimo Vitale e l’ Arno, che rimane ancora sotto media con una portata di soli 7,68 metri cubi al secondo. Permane la grave crisi del fiume Po (citata anche in sede di Cop 27), che a Torino segna una portata inferiore ai sedici metri cubi al secondo contro una media pari a circa mc/s 95! In Piemonte solo pochi fiumi registrano un incremento di portata dopo un Ottobre “boccheggiante”: tra questi, la Stura di Demonte e la Sesia, che rimangono però rispettivamente a -64,71% e -83,46% sulla media storica! Il perché di tale crisi idrica risulta evidente, leggendo i dati delle precipitazioni: se a livello regionale, nel mese scorso è mancato all'appello il 36,1% di pioggia, nei singoli bacini si sono toccate punte di -85,7% per la Bormida o -80,2% per Scrivia Curone; segno + solo sui bacini di Dora Baltea, Toce e Ticino. In Valle d'Aosta, dove la scorsa settimana sono caduti mediamente circa diciassette millimetri di pioggia, la portata della Dora Baltea è in discesa, mentre cresce quella del torrente Lys.
In Lombardia scende la portata del fiume Adda ma, grazie al contributo delle piogge cadute nelle scorse settimane, il gravissimo deficit nelle riserve idriche si è ridotto dal 44,2% al 29,7%. È piovuto anche sul Friuli Venezia Giulia con apporti importanti sulla provincia di Udine (oltre 85 millimetri a Cividale del Friuli, mm. 82,8 a Bicinicco, mm. 72,8 a Gemona del Friuli). In Liguria, anch’essa colpita dalla carenza di pioggia ottobrina, le precipitazioni dei giorni scorsi (superiori ai cento millimetri solo sulla Val Trebbia) non hanno influito significativamente sull'innalzamento dei corpi idrici, che continuano a versare in condizioni critiche con livelli al di sotto dei valori minimi mai registrati; a risentirne sono anche i livelli di falda, che in questa regione dipendono strettamente da quelli delle acque di superficie e che presentano livelli di soggiacenza pari o prossimi ai minimi storici. Il versante padano della regione è l'unica zona ad aver registrato un innalzamento significativo nel livello dei corsi d’acqua (fonte: Omirl).
In Emilia Romagna, dove da inizio Ottobre sono finora mediamente caduti solo 24 millimetri di pioggia e dove le uniche zone ad aver beneficiato di precipitazioni consistenti sono i bacini montani dal Parma al Trebbia (mm.65 ca. dal 1° Ottobre e di cui mm.37 a Novembre), gli invasi piacentini trattengono solamente 230.000 metri cubi d'acqua e le portate dei fiumi appenninici, pur in leggerissima crescita, registrano scarti negativi sulla media mensile che vanno dal 93% della Secchia all'89% del Savio, al 75% dell'Enza fino al 92% del Taro. In Umbria non migliorano le critiche condizioni del lago Trasimeno (m. -1,54, quando la soglia minima è indicata a m. -1.20) e l'invaso di Maroggia trattiene soltanto 690.000 metri cubi d’acqua. Nelle Marche i fiumi tornano sui livelli minimi degli anni più recenti.
Nel Lazio calano ulteriormente i livelli del lago di Nemi, così come quelli del fiume Liri, mentre crescono il Tevere e finalmente l'Aniene, le cui portate però mantengono un impressionante gap con le medie storiche. In Basilicata, le consistenti precipitazioni soprattutto nelle zone confinanti con la Puglia (mm. 73,7 a Melfi, mm. 54 a Ripacandida) non hanno beneficato gli invasi regionali, che in una settimana segnano un ulteriore decremento di circa sette milioni di metri cubi.
Infine, situazione diversificata in Sardegna: se nel Sud la condizione idrica degli invasi è confortante, è altresì definita di allerta per i bacini settentrionali (addirittura d’emergenza per il serbatoio Maccheronis), che trattengono volumi d’acqua superiori all’anno scorso, ma inferiori alla media dei recenti 12 anni.

VENETO: SI CONTINUA AD IRRIGARE
Le alte temperature e la straordinaria siccità, che persevera anche a Novembre, stanno causando una richiesta d’acqua per le colture ben fuori dalla tradizionale stagione irrigua. Il terreno secco, infatti, sta creando problemi alla semina del grano, che si sta svolgendo proprio in questi giorni, così come in difficoltà, in alcune zone del Veneto, è la coltivazione dei radicchi, tradizionali produzioni invernali. Per far fronte alle esigenze degli agricoltori, diversi Consorzi irrigui stanno fornendo acqua pur fuori stagione, in attesa delle precipitazioni, che sporadicamente stanno finalmente arrivando.
Nel frattempo, il Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità della risorsa idrica, relativo al mese di ottobre (consultabile dalla home page del sito www.anbiveneto.it) conferma il fatto che il nuovo anno idrologico (iniziato il 1° Ottobre) presenta gravi elementi di continuità con il precedente. Le precipitazioni del mese si sono infatti attestate molto al di sotto della media storica, con un dato ben oltre il -80%.
L’indice, che misura la siccità in campagna (S.P.I.) continua a segnalare uno stato di severità estrema nella parte meridionale della regione. Sotto osservazione anche le riserve nivali: sempre ad Ottobre, la temperatura in montagna (ad esempio: le Dolomiti) si è attestata su valori anormalmente alti (anche +5,6°C nell’ultima decade rispetto alla media). Continua, infine, lo stato di grave criticità per le falde acquifere, in molti casi al livello minimo degli ultimi 20 anni. Le sporadiche piogge e nevicate di questo inizio Novembre non permettono di essere fiduciosi sulla quantità d’acqua in accumulazione nei depositi naturali di risorsa, rappresentati da falde acquifere e nevi in alta quota, fondamentali per la stagione irrigua.
PIEMONTE: SICCITA’: ATTENZIONE VERSO LE DIFFICOLTA’ DEGLI AGRICOLTORI
L’Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara), per venire incontro alle note difficoltà in cui versa parte della propria utenza a causa della siccità 2022, ha stabilito la possibilità di chiedere, entro il 30 novembre, una dilazione di pagamento per la seconda e la terza rata da saldare comunque entro e non oltre il 28 Febbraio 2023 per poter usufruire del servizio irriguo per la prossima stagione irrigatoria estiva 2023.
La proposta di piano di rientro è vincolata alla presentazione delle tabelle contenenti i dati catastali dei terreni danneggiati dalla siccità e della sottoscrizione di un’autocertificazione per assunzione di responsabilità che quanto dichiarato corrisponda al vero.
Sono esclusi dalla dilazione gli utenti, che risultino morosi di annualità precedenti o della prima rata 2022.
IN TRENTINO ALTO ADIGE: INAUGURATO INNOVATIVO IMPIANTO ECOSOSTENIBILE PER MISCELAZIONE PRODOTTI FITOSANITARI E LAVAGGIO MEZZI AGRICOLI
“In una settimana caratterizzata da molteplici echi sul tema della sostenibilità, una proposta concreta arriva dal Trentino Alto Adige dove, in località Canè di Mezzocorona, il Consorzio di bonifica Trentino (con sede a Trento) ha inaugurato un nuovo impianto per la miscelazione ed il lavaggio dei mezzi agricoli, capace di depurare e riutilizzare il 95% dell’acqua utilizzata, mentre una frazione minima del 5% viene stoccata in apposite vasche interrate, dalle quali sarà successivamente prelevata ed inviata in centri di smaltimento specializzati”: a renderlo noto è stata l’ANBI. Per quanto riguarda le ricadute e le esternalità positive, garantite dal nuovo impianto, va evidenziata la messa in sicurezza dei processi di lavaggio dei mezzi agricoli e di preparazione degli interventi fitosanitari, con importanti benefici sul rapporto fra agricoltura, cittadinanza ed ambiente.
“Il nuovo sistema di lavaggio ha un valore strategico per assicurare una gestione sostenibile delle attività di difesa in agricoltura. Per questo – ha annunciato il Presidente dell’ente consortile, Luigi Stefani – è in previsione la realizzazione di altri centri di questo tipo lungo tutta l’asta del fiume Adige.”
Il servizio è a disposizione di tutti i contribuenti del Consorzio di bonifica Trentino, operanti in un raggio di 4 chilometri attorno alla nuova struttura, corrispondenti a circa mille ettari di territorio: gli agricoltori potranno accedere all’impianto, 24 ore al giorno, tramite un badge per il lavaggio dei mezzi utilizzati negli interventi fitosanitari, usufruendo del servizio di pulizia “a circuito chiuso”. La struttura consiste in due stazioni di lavaggio, coperte e dotate di lance ad alta pressione, spazzole collegate ad un braccio rotante per la pulizia dei mezzi, un locale tecnico. Ciascuna piazzola è inoltre dotata di un punto di carico acqua, orientabile e flessibile, per la preparazione e miscelazione dei prodotti fitosanitari con la possibilità, in caso di sversamenti, di convogliarli al depuratore in assoluta sicurezza.
“E’ questo un intervento tangibile a servizio del territorio nel solco di una moderna Bonifica, che ha nella salvaguardia ambientale, uno degli obbiettivi, che affiancano i tradizionali scopi di tutela e gestione delle acque irrigue, nonché di prevenzione del rischio idrogeologico” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
La realizzazione del lavaggio per mezzi agricoli ha comportato una spesa complessiva di 555.900 euro coperti in parte (200.000 euro) da fondi del P.S.R. (Piano Sviluppo Rurale), gestiti attraverso il G.A.L. (Gruppo di Azione Locale), mentre il rimanente è stato interamente coperto dall’ente consorziale tramite fondi propri.
“La sostenibilità ambientale è un principio, che deve essere costantemente perseguito dai Consorzi di bonifica ed irrigazione nell’assoluta consapevolezza però che, per essere pratica realmente applicabile, deve essere coniugato con gli obbiettivi di sostenibilità economica e sociale” ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
L’Amministrazione Provinciale di Trento ha già esternato interesse per altri impianti di questo tipo, che rappresentano un’anticipazione delle misure e delle linee di indirizzo europee in tema di qualità dell’ambiente; a tal proposito è già stato confermato l’avvio di altri progetti sperimentali in accordo con le rappresentanze del mondo agricolo.
NEL GROSSETANO SI SPERIMENTERA’ LA RACCOLTA AUTOMATICA DELLE PLASTICHE FLOTTANTI SUI FIUMI
“Mentre la Cop 27 evidenzia, ancora una volta, le forti divisioni internazionali sul contrasto ai cambiamenti climatici, è quantomai importante un’assunzione di quotidiana responsabilità collettiva nella lotta all’inquinamento”: a dirlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, presentando il sistema di intercettazione dei rifiuti plastici flottanti, che sarà realizzato dalla start up Blue Eco Line ed installato dal Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud nel grossetano.
L’impianto, che sarà posizionato sulla sponda dell’emissario San Rocco, entrerà in funzione entro la primavera e raccoglierà le plastiche in modo completamente automatizzato, trasportandole al piano stradale per consentire una gestione dei rifiuti fluviali, integrata all’interno dei processi di raccolta urbani.
Questo permetterà di avviare al riciclo il materiale plastico ed organico intercettato, utilizzando i mezzi già attualmente a disposizione delle aziende addette alla gestione dei rifiuti urbani, favorendo efficienza, ecosostenibilità e ridotti costi di gestione. Il sistema, denominato River Cleaner, verrà realizzato dall’ente consorziale in collaborazione con Comune di Grosseto, Regione Toscana ed ESTRA spa.
“E questo un ulteriore esempio dell’innovazione costantemente ricercata dai Consorzi di bonifica ed irrigazione e che ha nella Toscana, un laboratorio d’eccellenza nazionale” ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
VENETO: INCONTRO CON DELEGAZIONE ISRAELIANA
Nella sede del Consiglio Regionale Veneto, una delegazione di Consorzi di bonifica, guidata da ANBI Veneto, ha incontrato una rappresentanza dell’Ambasciata d’Israele per un'iniziativa finalizzata allo scambio di buone pratiche in ambito irriguo ed ambientale, presenti anche rappresentanti delle attività produttive a partire dalle Organizzazioni Professionali Agricole. Sono stati così illustrati aspetti relativi alla gestione dell’acqua irrigua e che pongono Israele all’avanguardia, a livello mondiale, nell’agricoltura di precisione.
Gli enti consortili veneti hanno espresso grande soddisfazione per un incontro, che dà continuità ad un rapporto avviato pochi anni fa con la visita tecnica, realizzata da dirigenti regionali della Bonifica nel Paese mediorientale. In una regione come il Veneto, solcata da numerosi fiumi, la situazione è ovviamente ben diversa da quella israeliana, dove l’acqua deve essere centellinata, ma anche riciclata e riutilizzata, con la massima attenzione per nutrire le piante nel quantitativo esatto per la maturazione. È importante evidenziare che in Veneto irrigazione significa anche preservare un paesaggio rigoglioso e ricco di biodiversità, proprio in virtù della pratica irrigua che si esercita da secoli.
"Tuttavia - hanno spiegato i vertici di ANBI Veneto - i mutamenti climatici impongono un continuo aggiornamento sulle strategie irrigue e sul contrasto alla desertificazione, che purtroppo sta cominciando ad interessare alcuni territori della regione.”
Oltre ad ANBI Veneto, all'iniziativa erano presenti i Consorzi di bonifica padovani Bacchiglione (con sede nel capoluogo patavino), Brenta (con sede a Cittadella) e Adige-Euganeo (sede ad Este).
CALABRIA: SODDISFAZIONE PER RINNOVATA COLLABORAZIONE CON REGIONE
ANBI Calabria ha espresso la più ampia soddisfazione, sia per il metodo adottato che per il merito, in riferimento alla pubblicazione del decreto regionale, che destina circa quindici milioni di euro ai Consorzi di bonifica calabresi per meglio disciplinare la gestione delle acque irrigue, investendo sull’installazione di sistemi di misuratori di portata di ultima generazione. Infatti, per la prima volta da 12 anni, si è pervenuti a questa decisione attraverso il metodo della concertazione- negoziazione con ANBI Calabria e la definizione, quindi, del fabbisogno di ciascun ente consorziale, nonché l’assegnazione delle relative risorse.
La concertazione instaurata ha consentito, al fine di realizzare un’economia di scala e l’omogeneità dei sistemi di misurazione, che la fornitura delle apparecchiature agli enti consortili avvenga, ricorrendo ad un'unica procedura concorsuale da esperirsi attraverso la Stazione Unica Appaltante regionale, che selezionerà il fornitore.
Infine, nel rispetto del Codice degli Appalti, i Consorzi di bonifica interessati dovranno provvedere autonomamente alla messa in opera dei nuovi sistemi di gestione idrica. Si sottolinea inoltre l’importanza dell’intervento, che consente a tutti gli impianti d’irrigazione di essere dotati di misuratori di primo e secondo livello consentendo, in alcuni casi particolari, anche l’installazione dei misuratori di terzo livello. Inoltre, ANBI e Regione calabresi hanno curato che il finanziamento risulti coordinato con l’ammodernamento delle reti, previsto dai finanziamenti nazionali e del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, pianificando così un più razionale utilizzo della risorsa idrica, nonché una riduzione dei costi di gestione e manutenzione, vale a dire dei tributi a carico dei consorziati.
È questa un’altra prova della bontà del percorso intrapreso da ANBI Calabria con l’Assessorato Politiche Agricole e Sviluppo Agroalimentare Regione Calabria, auspicando che possa indurre ad un condiviso rilancio dei Consorzi di bonifica nell’interesse dell’agricoltura calabrese.
CAMPANIA: UNA PRESENZA ATTIVA
Il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno è intervenuto all’Assemblea di ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) Campania, che si è tenuta a Caserta, sede dell’ente consortile che, per vastità del comprensorio e per i picchi di antropizzazione in talune aree, si pone come laboratorio naturale per la sperimentazione della cooperazione tra enti locali e di bonifica.
Ampie sono le modalità di collaborazione, che oggi sono a disposizione, a cominciare dalla possibilità di sviluppare convenzioni; la Legge Regionale accorda tale possibilità ai Comuni interessati dal beneficio di scolo, ma le più recenti intese tra ANCI ed ANBI consentono una collaborazione più fitta, basata su uno scambio di informazioni quotidiano ed una condivisione di banche dati, a partire dalla concertazione preventiva fra enti consorziali e Comuni per l’elaborazione dei piani generali di bonifica fino alla condivisione della gestione di programmi di monitoraggio dello stato delle acque, del suolo e dell’ambiente, passando per progetti pilota innovativi per il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici e per l’incremento della resilienza del territorio. Il momento chiave per sviluppare tutto ciò sono le conferenze territoriali ed il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno sta in tal senso procedendo.
FRIULI VENEZIA GIULIA: SIGLATO IL PRIMO CONTRATTO DI FIUME
Una strategia di sviluppo condivisa, l’impegno a lavorare assieme (Comuni, enti, associazioni ) per valorizzare un bene identitario per la comunità; un percorso partecipativo che, dopo 5 anni di lavoro, giunge al primo traguardo: la firma dell’Atto di Impegno del Contratto di Rio. Protagonista di questa serie di azioni congiunte è il rio Roiello, per il cui sviluppo si sono accordati (sottoscrivendo il documento a Palazzo Belgrado in Udine) la Regione Friuli Venezia Giulia, i Comuni di Udine e Pradamano, il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) come soggetto responsabile dell’attuazione del Contratto, il comitato Amici del Roiello di Pradamano, Legambiente Fvg.
L’impegno sottoscritto interessa il territorio dei comuni di Udine e Pradamano; l’obbiettivo comune è quello di tutelare, valorizzare e promuovere il rio Roiello attraverso azioni strategiche condivise, programmate, negoziate. Si tratta di una grande opportunità per il territorio attraversato dal Roiello, del quale si intende garantire la manutenzione e la salvaguardia della risorsa idrica con nuovi progetti ed interventi strutturali lungo l’alveo, ma anche, attraverso eventi culturali, lo sviluppo di una coscienza collettiva di tutela e valorizzazione del paesaggio e della natura, della storia e della comunità, che attorno al Roiello si raccoglie e riconosce.
Dal 2017 ad oggi, dopo l’iniziale Documento d'Intenti sono stati approvati l'analisi conoscitiva preliminare integrata, il documento strategico, il programma d’azione, il quadro finanziario di sintesi del programma d’azione, un report del processo partecipativo. Il Comitato di Coordinamento, costituito da un referente per ciascun firmatario, affiancherà il soggetto responsabile nelle scelte per concretizzare la programmazione negoziata entro i termini previsti. Negli anni a venire il programma d'azione potrà essere sviluppato ulteriormente, valutando ed eventualmente aggiungendo nuove azioni (e sottoscrittori) con l'obbiettivo di cogliere tutte le opportunità, che si dovessero presentare.
È questo il primo Contratto di Fiume ad essere siglato in Friuli Venezia Giulia ed il risultato maggiore di questa attività partita dai territori è il voler condividere finalità e progettualità in una prospettiva di sistema; adesso tutti sono chiamati a mettere in pratica le azioni previste. Per il Comune di Udine significa, tra le altre, la realizzazione del parco urbano per il Roiello di Pradamano, ma anche attività per l' educazione ambientale, individuando percorsi di mobilità sostenibile, visite guidate per conoscere Udine ed il Roiello.
La Regione FVG si è impegnata a valutare le azioni di sviluppo di questo percorso e ne porterà l'esperienza nei prossimi Stati Generali per l'Ambiente che si terranno a Marzo, con l'intento di giungere ad una carta comune transfrontaliera per la tutela del territorio e all'avvio di azioni comuni di contrasto al cambiamento climatico.
CAMPANIA: INTESA CONSORZIO-COMUNE
Il Consorzio di bonifica Paestum (con edea Capaccio Scalo, in provincia di Salerno) ed il Comune di Albanella hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la mitigazione e la prevenzione dei rischi idrogeologici sul territorio albanellese.
L’accordo prevede che l’ente consortile si occupi della pulizia e manutenzione ordinaria e straordinaria degli alvei di corsi d’acqua, canali di scolo e raccolta acque piovane, soprattutto nelle contrade rurali. Al riguardo, sono già iniziati i lavori lungo il torrente Lusa ed è corso un’attenta ricognizione lungo il corso del torrente Malnome.
Tutti gli interventi saranno programmati ed eseguiti ,in base alle esigenze del Comune, anche in aree non di pertinenza consortile.
TOSCANA: NUOVE OPPORTUNITA’ PER IMPRENDITORIA AGRICOLA
Si aprono nuove opportunità di reddito per il settore primario locale, grazie al rinnovo dell’elenco degli operatori economici, cui il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) potrà affidare lavori di manutenzione sui corsi d’acqua del comprensorio: una strategia già avviata da tempo e che ora si rinnova, grazie alla pubblicazione di un nuovo avviso pubblico, riservato agli imprenditori agricoli, per la costituzione di elenchi di operatori economici, dai quali attingere per l’individuazione delle imprese da interpellare ed invitare alle procedure di appalto.
L’avviso prevede la possibilità di iscriversi a tutti coloro in possesso dei requisiti previsti da normative e linee guida dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (A.N.A.C.). Si consolida anche così, lavorando insieme ed offrendo opportunità di differenziazione del reddito alle aziende del settore primario, il rapporto della Bonifica con l’agricoltura.
LOMBARDIA: ACQUA UNDERGROUND PROTAGONISTA DI CULTURA
La riscoperta dei corsi d’acqua sotterranei (Bova e Celato) è da qualche anno una delle attrazioni di Brescia, grazie alla collaborazione tra il Consorzio di bonifica Oglio Mella (con sede in città) e l’associazione Brescia Underground.
Questo viaggio, che parte dal XIII secolo, è stato tra i protagonisti del quinto episodio della serie di Rai Cultura “Italia: viaggio nelle bellezza”. La riscoperta di queste architetture sotterrane a servizio della gestione dell’acqua è un’iniziativa, che si colloca nel solco dell’impegno di ANBI Lombardia per la valorizzazione del patrimonio del sistema consortile e che si aggiunge agli itinerari ciclabili delle “Vie della Bonifica”, presenti nel bresciano: I fontanili tra Oglio e Mella, il Naviglio Grande Bresciano e la Ciclovia del Chiese. L’episodio “Il ferro e la seta: Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023” della serie “Italia: viaggio nella bellezza”! è disponibile su Raiplay all’indirizzo: https://www.raiplay.it/video/2022/10/Italia-Viaggio-nella-Bellezza---Il-ferro-e-la-seta-Brescia-e-Bergamo-Capitale-Italiana-della-Cultura-2023-8d2b0f18-c710-4ec1-8e91-89a95997ff53.html
APPUNTAMENTI
Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno nella mattinata di giovedì 17 Novembre p.v. al convegno “Investire sull’acqua per il futuro della Lombardia #ANBI 100”, che si terrà, nella sala Buzzati della Fondazione Corriere a Milano; l’iniziativa, organizzata da ANBI Lombardia, rientra nel programma degli eventi di Bookcity.
I vertici ANBI saranno inoltre la mattina dopo, venerdì 18 Novembre, al convegno “La bellezza dei territori a servizio della qualità della vita e dell’economia. Le scelte di contrasto ai cambiamenti climatici al centro dello sviluppo sostenibile”, che il Consorzio di bonifica Burana organizza in Camera di Commercio a Modena. |