ANBI: “BUON LAVORO AL NUOVO GOVERNO: AUSPICHIAMO CHE LA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO E DELLE RISORSE IDRICHE SIANO TRA LE PRIORITA’ DELLA SUA AZIONE. I CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE SONO A SERVIZIO DEL PAESE”
“Nell’esprimere piena soddisfazione per la prima nomina di una donna a Capo del Governo, auguriamo buon lavoro alla Presidente, Giorgia Meloni ed a tutto il Consiglio dei Ministri, la cui azione collegiale è iniziata significativamente un lunedì, giornata deputata alla ripresa delle attività del Paese”: a sottolineare la beneaugurante coincidenza è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, che ha proseguito:
“I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono da sempre al servizio della comunità e delle Istituzioni, che la rappresentano. Auspichiamo che l’Esecutivo, guidato da Giorgia Meloni, ponga, tra le priorità della propria azione, la salvaguardia del territorio, dove il 94% dei comuni è ormai interessato dal rischio idrogeologico e lo stato delle riserve idriche preoccupa ogni giorno di più: sono entrambi fattori fondamentali per lo sviluppo e la qualità della vita. È fondamentale, quindi, dare concreto seguito all’inserimento della rete idraulica tra le infrastrutture strategiche dell’Italia e pervenire, al più presto, all’approvazione di una legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, che quotidianamente sottrae 19 ettari all’agricoltura ed all’ambiente.”
Ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI: “Serve un’assunzione di responsabilità collettiva, cui i Consorzi di bonifica ed irrigazione concorrono con esperienza operativa e capacità progettuale: il Piano Laghetti, il Piano per l’Efficientamento della Rete Idraulica ed il Piano Invasi, nonché tutta l’innovazione contenuta nel sistema irriguo Irriframe e nella certificazione GocciaVerde, sono a disposizione per contribuire ad incrementare la resilienza alla crisi climatica e favorire la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile. Contiamo di avviare al più presto la necessaria interlocuzione con il nuovo Governo.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
L’ITALIA DEL CONTRAPPASSO IDRICO: PIOVE FINALMENTE A NORDOVEST MA LA CALABRIA ENTRA IN GRAVE SICCITA’ ED IN UMBRIA SI SECCANO LE SORGENTI
CRESCONO I GRANDI LAGHI MA IL PO E’AL 30% DELLA MEDIA
Piove finalmente a NordOvest, ma è dichiarato lo stato di siccità severa nel Centro Italia ed in Calabria: sono queste le due facce, segnalate dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, in un Paese che si conferma a più velocità anche nelle disponibilità d’acqua.
“E’ sempre più evidente la necessità di interventi infrastrutturali, che fungano da calmieratore, trattenendo le acque di pioggia, quando arrivano per utilizzarle nei momenti di bisogno. In gioco non c’è solo il futuro dell’agricoltura e del made in Italy agroalimentare, ma a soffrire sono ormai anche le risorse idropotabili” ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Le maggiori precipitazioni si sono registrate nella fascia settentrionale della Lombardia tra le province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo, ma anche in Valle d’Aosta, lungo la linea di confine con la Francia, dove su alcune località sono caduti fino a centosettanta millimetri di pioggia, mentre sul resto della regione se ne sono registrati una sessantina; la portata della Dora Baltea cresce così di oltre ceno metri cubi al secondo. In Piemonte, le piogge si sono concentrate soprattutto sui monti: sul macrobacino del Ticino sono caduti circa centoquarantotto millimetri di pioggia e su quello della Dora Baltea mm 86,3, ma a Torino, Asti ed Alessandria non si è raggiunto il millimetro. Ne consegue che crescono in maniera significativa la portate di Sesia, Stura di Lanzo, Pesio, mentre restano azzerate quelle di Ellero ed Orba, così come Bormida e Varaita superano di poco il metro cubo al secondo.
Analogo discorso vale in Lombardia, dove a secco è rimasta la Pianura Padana: nei 15 giorni scorsi sono caduti 12 millimetri di pioggia a Milano, 5 millimetri a Pavia e non è mai piovuto a Brescia.
Per quanto riguarda i grandi laghi, quello di Como è cresciuto di quasi un metro in una settimana, passando dal 9,4% di riempimento all’attuale 71,8% (!!), grazie a precipitazioni di oltre duecento millimetri in 4 giorni nelle zone attorno al bacino (oltre mm. 300 a Garzeno); a beneficiarne è anche il fiume Adda, che in una settimana ha visto quintuplicare la portata. Pur restando sotto media crescono anche i livelli del lago Maggiore (quasi mezzo metro in più, salendo dal 19,3% al 56% di riempimento) e del Sebino (27,9% di riempimento), mentre il Benaco resta invece sostanzialmente stabile al 22,9% della capacità.
Pur nella perdurante assenza di fenomeni meteorici di rilievo, i livelli dei corsi d’acqua del Veneto sono tornati a crescere di qualche centimetro come non accadeva da tempo e l’Adige è rientrato in media dopo mesi di record negativi (fonte: ARPA Veneto).
Nonostante un quadro complessivamente migliorato al Nord, resta grave la condizione del fiume Po, le cui portate addirittura calano al rilevamento finale di Pontelagoscuro, restando al di sotto del minimo storico mensile con un deficit del 72% sulla media storica!
Ad eccezione dell’Enza, continuano ad essere in grave sofferenza idrica i corsi d’acqua dell’Emilia Romagna, le cui portate sono al di sotto delle medie e prossime ai minimi storici in un territorio, che per metà non ha visto alcuna pioggia ottobrina e per l’altra metà ha ricevuto solo precipitazioni minime in un mese generalmente deputato a rimpinguare le riserve idriche.
La situazione addirittura si aggrava, scendendo in Centro Italia, dove il Sud della Toscana, l’Umbria, il Nord del Lazio (Tuscia e Reatino) così come la provincia di Frosinone ed il Sud delle Marche soffrono ancora per la carenza idrica, tanto che la competente Autorità di bacino distrettuale le definisce a “siccità severa”.
“Essendo in autunno, periodo generalmente piovoso, c’è da preoccuparsi per la ricarica della falda e per la prossima stagione irrigua, condizione prima per l’incremento dell’autosufficienza alimentare” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In Toscana tutti i fiumi sono in forte calo di portata ad eccezione dell’Arno; si conferma, in particolare, l’andamento ormai torrentizio del Serchio che, dopo settimane in forte ripresa, si è stabilizzato su una portata ben al di sotto del Minimo Deflusso Vitale (oggi scorrono 3,50 metri cubi al secondo contro un MDV fissato a mc/s 6,60).
In Umbria è critica perfino la condizione delle sorgenti, alla cui portata complessiva mancano 455 litri al secondo rispetto al fabbisogno medio del territorio; è in leggera decrescita la portata nell’alto corso del fiume Tevere, mentre il livello del lago Trasimeno (-m.1,55) resta abbondantemente sotto la soglia di criticità (-m. 1,20).
Calano anche i livelli dei laghi di Bracciano e Nemi nel Lazio, così come la portata del fiume Aniene, mentre cresce leggermente quella del Tevere e del Sacco.
In Abruzzo, dove il bilancio idroclimatico risulta essere in rosso, è pressoché “a secco” il bacino di Penne, esaurito dopo aver assolto alla funzione irrigua in una stagione particolarmente difficile.
In Campania lo stato dei corpi idrici offre informazioni difformi: i flussi nel fiume Sarno sono in calo, ma sono in crescita quelli di Volturno e Garigliano; aumentano i volumi idrici, trattenuti nel lago di Conza sul fiume Ofanto, ma diminuiscono quelli nei bacini del Cilento sul fiume Alento.
Mentre in Puglia si avvia a conclusione la stagione irrigua con i principali invasi, che ancora conservano oltre trentatré milioni di metri cubi in più rispetto all’anno scorso , nella vicina Basilicata i bacini continuano a rilasciare circa un milione di metri cubi d’acqua ogni giorno a testimonianza di un clima estivo, che non accenna a finire (l’annunciato anticiclone “Monster” manterrà temperature sui 30 gradi anche nei prossimi giorni).
In Calabria, infine, la situazione climatica si è fatta molto difficile con uno scenario di severità idrica, classificato da moderato ad alto: fiumi e i laghi sono in grande sofferenza idrica soprattutto nella Sila, dove la pioggia latita ormai dalla scorsa estate; non va meglio nelle città capoluogo, il cui deficit pluviometrico va dai 150 millimetri di Reggio Calabria agli oltre quattrocento millimetri di Vibo Valentia e Crotone, nella cui provincia sono forti le preoccupazioni sia per gli usi idropotabili che per l’irrigazione delle produzioni orticole stagionali. I livelli nei bacini delle dighe di Sant’Anna e monte Marello sono in deficit rispetto agli anni scorsi; il persistere di alte temperature (fino a 31 gradi nelle aree interne con +8° rispetto alla media del periodo) e l’assenza di precipitazioni all’orizzonte fanno incombere uno stato d’emergenza idrica a breve.
“Siamo consapevoli della grave situazione internazionale, nonché della complessa contingenza italiana e siamo soddisfatti di aver trovato, fra gli obbiettivi del Governo, la necessità di investimenti strutturali per affrontare l’emergenza climatica, le sfide ambientali, il rischio idrogeologico; ci permettiamo, però, di evidenziarne l’urgenza, ad iniziare da un’accelerazione negli iter burocratici, perché senza disponibilità d’acqua e sicurezza dai fenomeni naturali, nessun obbiettivo di sviluppo del Paese potrà essere raggiunto” ha concluso il Presidente ANBI.

SIAMO ANCORA AI TEMPI DEL “GATTOPARDO”
I DATI RIVELANO UNA VERITA’ ALLARMANTE: IN SICILIA SOLO LA CASUALITA’ HA EVITATO UNA NUOVA TRAGEDIA IDROGEOLOGICA
Le esondazioni dei torrenti Bajano e Verderame, che hanno allagato nei giorni scorsi Trapani e dintorni, senza fortunatamente provocare vittime, sono solo gli ultimi episodi, in ordine di tempo, di una serie di eventi estremi, che stanno caratterizzando questo inizio d’autunno soprattutto nel CentroSud, dove violenti nubifragi si accompagnano a periodi di caldo quasi estivo, caratterizzati da alte temperature sia dell'aria che del mare. Nello specifico, l'evento del 13 Ottobre scorso, che ha provocato la tracimazione dei due corsi d'acqua, ha visto rovesciarsi sulla città siciliana, in sole 2 ore, 80 millimetri di pioggia, quando in un intero anno ne cadono a malapena mm. 300. Seppur spalmate nell’arco di 48 ore, quantità di pioggia, superiori ai cinquanta millimetri si sono registrate, negli stessi giorni, anche in altre località siciliane, quali Cesarò (mm.82,4), Caronia (mm. 65,4), Sciacca (mm.51,2 ), Salemi (mm. 51), confermando l’Isola fra i territori più “umidi” di un’ “Italia idricamente rovesciata”.
Solo il caso ha voluto che i nubifragi abbiano colpito la provincia di Trapani, dove solo l'1,2% degli abitanti vive in zone soggette a medio-alto rischio di allagamento e lo 0,8% in zone ad elevato o molto elevato rischio di frane (fonte: ISPRA).
Ben diverse sarebbero state le conseguenze, se l’evento estremo si fosse abbattuto sulle province di Palermo (dove il medio-alto rischio idraulico interessa il 9,3% della popolazione ed il rischio frane tocca il 2,8% degli abitanti) o Messina, dove il medio-alto pericolo idrogeologico coinvolge il 9,7% degli abitanti, di cui il 2,4% è a rischio di frane.
“Tali dati – ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, al nuovo Governo – evidenziano, da un lato, la necessità di aumentare la resilienza delle comunità attraverso la realizzazione di adeguate infrastrutture, capaci di trattenere le ondate di piena, dall’altro, di provvedere celermente all’approvazione della legge contro l’eccessivo consumo di suolo, che giace da anni nei meandri parlamentari.”
L’attuale condizione idraulica conferma la visione profetica, espressa dal principe, Fabrizio Salina, ne “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: "...questo clima che c'infligge sei mesi di febbre a quaranta gradi; li conti, Chevalley, li conti: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre; sei volte trenta giorni di sole a strapiombo sulle teste... e poi l'acqua che non c'è o che bisogna trasportare da tanto lontano che ogni sua goccia è pagata da una goccia di sudore; e dopo ancora le piogge, sempre tempestose che fanno impazzire i torrenti asciutti, che annegano bestie e uomini proprio lì dove una settimana prima le une e gli altri crepavano di sete...".
“A 64 anni dalla pubblicazione del libro, nulla è cambiato” ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
VENETO: LA VIA POLESANA AL CONTRASTO AI MUTAMENTI CLIMATICI
Stesso obiettivo, strategie diverse a seconda delle caratteristiche dei territori. Il "Piano laghetti" che ANBI Veneto proporrà alla Regione entro Novembre, finalizzato ad aumentare la capacità dei territori di trattenere acqua da utilizzare nei periodi siccitosi, non può prescindere dalla specificità geografiche delle aree interessate: se nelle zone di pedemontana la soluzione passa attraverso la riconversione di ex cave di ghiaia esaurite, in altre zone l'approccio è molto diverso.
È il caso del Polesine, dove la soluzione passa per l’ampliamento della capacità di invaso di corsi d’acqua già esistenti e la realizzazione di barriere in grado di trasformare, in ampi bacini d'acqua dolce, rami della foce del Po, con valenza fondamentale anche in ottica di contrasto alla risalita del cuneo salino.
Il punto sulle progettualità per il contrasto dei mutamenti climatici nella provincia di Rovigo è stato fatto giovedì 27 nel convegno “I consorzi di bonifica del Polesine incontrano le istituzioni. Siccità e crisi idrica: uno sguardo al futuro” alla presenza, tra gli altri, dell'assessore Territorio Regione Veneto, Cristiano Corazzari e del Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.
PUGLIA: CIS ACQUA BENE COMUNE: IL CONSORZIO DI BONIFICA MONTANA DEL GARGANO CANDIDA 12 PROGETTI
Il Consorzio di bonifica montana Gargano (con sede a Foggia) ha candidato 12 progetti per investimenti volti a rendere più efficiente e sostenibile l'utilizzo delle risorse idriche ed a mitigare l'emergenza siccità, da finanziare nell'ambito del CIS ACQUA (Contratto Istituzionale di Sviluppo Acqua bene comune): un passo importante contro il cambiamento climatico e per lo sviluppo socio economico del promontorio.
Si tratta di una proposta di oltre ottantuno milioni per interventi finalizzati ad implementare il sistema irriguo (anche con riutilizzo di acque reflue e piccoli invasi), ad ampliare la rete di acquedotti rurali nelle aree interne, a ripristinare la funzionalità di antiche “piscine” ad uso zootecnico e per la lotta agli incendi boschivi, a ripristinare e monitorare le preziose sorgenti garganiche.
TOSCANA: UN SALVAGENTE DI RIGENERAZIONE FLUVIALE
Il torrente Corsalone, nell’omonima comune, era da tempo un “osservato” speciale: oggi, a lanciare “un salvagente” all’area, dove insistono abitazioni, aule e infrastrutture è un’Ordinanza Commissariale: 230.000 euro di finanziamento, che il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) trasformerà a breve in lavori di consolidamento della sponda.
Il progetto è pronto e attende solo il via libera del Genio Civile Valdarno Superiore per poter essere realizzato; una volta scattato il semaforo verde, saranno rimosse le gabbionate metalliche, ormai tanto degradate da essere esposte al rischio crollo e ribaltamento in alveo.
La vecchia protezione di sponda in massi ciclopici sarà quindi smontata, adeguata e prolungata a monte e a valle. Obbiettivo? Ripristinare la funzionalità idraulica e la piena efficienza delle opere, senza alterare la sezione originale di deflusso.
L’operazione “difesa e valorizzazione del Corsalone” non si ferma qui: lo stesso tratto di torrente, infatti, sarà interessato anche da un intervento di manutenzione ordinaria, che prevede la rimozione di piante morenti o deperite, che sono potenziali ostacoli allo scorrimento delle acque. L’intervento, eseguito entro il 2023, sarà riprogrammato con cadenza biennale.
La messa in sicurezza dell’area, tra l’altro, è il fulcro attorno a cui ruota “Laudato Sii”, il grande progetto di rigenerazione culturale e responsabile delle comunità rurali, elaborato dai Comuni di Ortignano Raggiolo e Chiusi della Verna, reso possibile dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza: parte delle risorse andranno al Corsalone per creare un ampio parco fluviale, destinato a diventare punto di riferimento per la comunità locale e fattore di attrazione turistica.
EMILIA ROMAGNA: RESTAURATO LAVATOIO STORICO
È stato inaugurato il restauro del vecchio lavatoio di Pian del Voglio, noto a tutta la comunità locale con il nome “2 Pozzi”; un tempo il lavatoio era alimentato da una sorgente, oggi scomparsa.
L’intervento di recupero dello storico lavatoio ha concluso le attività di sistemazione idraulica, da parte del Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna), dei rii comunali: il rio Lagaccio tra questi, infatti è stato pulito, rinforzato con difese spondali adeguate e dotato di brigliette in pietrame. La riqualificazione del lavatoio di Pian del Voglio è stata voluta dall’Amministrazione Comunale di San Benedetto, con l’intento di conservare uno degli elementi di memoria storica e culturale del paesaggio tradizionale, che, come tale, contribuisce a rendere questo territorio un luogo ed un ambiente accogliente e fruibile.
La vecchia struttura è stata recuperata ed attrezzata con una fontana ed una seduta, creando un luogo comodo ed utile per la sosta; nella scelta dei materiali si è privilegiata la pietra serena ed il legno di castagno, elementi caratterizzanti del paesaggio appenninico e degli interventi dell’ente consorziale in montagna.
TOSCANA: SEMPRE PIU’ GREEN
Si è ampliata la flotta aziendale sostenibile del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca), che ora è stata potenziata con l'arrivo di 2 scooter elettrici di nuova generazione, confermando il processo di transizione ecologica, avviato 3 anni fa in linea con le strategie europee per la riduzione delle emissioni entro il 2030 (pacchetto climatico fit for 55).
L'acquisto dei nuovi veicoli elettrici a due ruote era previsto nel Piano triennale per la lotta ai cambiamenti climatici e per le energie rinnovabili dell’ente consortile, dove sono indicate le future fasi per la progressiva sostituzione del parco veicoli con modelli a propulsione elettrica e zero emissioni per l’ambiente.
Gli scooter faranno il pieno di energia alle colonnine ricaricabili, alimentate da pannelli solari di proprietà consorziale, in un processo virtuoso di utilizzo e ricarica ad impatto ambientale nullo.
VENETO: COMPLETATO IL RESTAURO DEL CASELLO CENTENARIO
Con una festa rivolta, i Consorzi di bonifica veronesi Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio) e LEB-Lessinio, Eugarico, Berico (con sede a Cologna Veneta) hanno inaugurato ad Arcole la ristrutturazione del casello idraulico della Bonifica zerpana, risalente al 1921.
In questo contesto, coerentemente con lo spirito festoso della giornata presentata come “Festa delle Famiglie della Bonifica”, si è svolta, in collaborazione con FIAB Verona, una biciclettata“ alla scoperta della Valle Zerpana”.
La Valle Zerpana, situata nella parte orientale della provincia di Verona, oggi si presenta come una vasta campagna produttiva ma per secoli è stata caratterizzata da paludi causate da esondazioni dei fiumi Adige ed Alpone. Il lavoro di bonifica iniziato in epoca napoleonica si è concluso solo nella metà degli anni ’70 del secolo scorso.
L’iniziativa, in coordinamento con ANBI e ANBI Veneto era inserita in #ANBI100 e #Terrevolute100.
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