Anno XXIV, n. 37 venerdì, 14 ottobre 2022

GARGANO: “DI FRONTE ALLA CRISI CLIMATICA SERVE UNA CULTURA DELLA PROGRAMMAZIONE: IN LUGLIO POCHE GOCCE DI PIOGGIA HANNO FATTO CANCELLARE 10 MILIARDI CONTRO LA SICCITA’”

“In Luglio, il Governo aveva destinato 10 miliardi per il contrasto alla siccità; sono bastate poche gocce di pioggia e la crisi politica per annullare quello stanziamento”: a ricordarlo è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, in apertura della Settimana Nazionale della Protezione Civile, il cui Capo Dipartimento, Fabrizio Curcio, ha ricordato come “in Italia si parli di prevenzione in emergenza per poi rapidamente dimenticarsene”.
“Non solo tale atteggiamento è inconcepibile in un Paese, dove il 94% dei Comuni è toccato dal rischio  idrogeologico e dove si continuano a cementificare, ogni giorno, 19 ettari di territorio – ha insistito il DG  ANBI - ma è ormai anche eticamente insostenibile, considerato che, dati alla mano, viene risarcito solo il 10% dei danni subiti dai cittadini in un quadro, che comunque costa al Paese una media annuale di 7 miliardi per riparare le conseguenze da eventi naturali. È necessario quindi rigettare l’incultura della programmazione ed in questo la Protezione Civile, esempio dell’Italia migliore, può giocare un ruolo importante nel coordinare un crescente senso civico, che sta nascendo dal basso per preservare un territorio ad alto rischio come quello italiano. Oltre agli interventi infrastrutturali, dall’efficientamento della rete idraulica al Piano Laghetti – ha concluso Gargano - al nuovo Governo chiediamo l’avvio di una campagna di prevenzione civile per insegnare alla popolazione a difendersi dall’estremizzazione degli eventi atmosferici, recuperando una cultura del territorio oggi dimenticata, così come elementari norme di prudenza, dalla cui conoscenza può dipendere la salvaguardia delle vite umane, come dimostrato anche nelle recenti vicende alluvionali.”

LOMBARDIA: ACQUA, È ANCORA ALLARME: IL TAVOLO REGIONALE DIVENTA PERMANENTE

Dopo un’estate tra le più calde e siccitose di sempre, non migliora la situazione idrologica in Lombardia, dove resta significativamente critica: rispetto alla media, il deficit idrico resta oltre il 53% con pesanti riflessi sui livelli dei laghi e sulle portate dei fiumi ancora a livelli minimi.
Di fronte a questa situazione, resta alta l’attenzione e l’impegno di tutti i soggetti legati alla gestione dell’acqua. Raccogliendo la proposta di ANBI Lombardia, la Regione  ha reso permanente il Tavolo regionale per l'utilizzo in agricoltura della risorsa idrica, che tornerà così a riunirsi periodicamente. La Lombardia è la prima regione a prendere questa decisione. Nel 2022 gli effetti della siccità e delle elevate temperature sono costati alle imprese agricole lombarde quasi mezzo miliardo di euro, mettendo a repentaglio la tenuta economica del settore e con evidenti riflessi anche sui consumatori.
I Consorzi di bonifica lombardi, anche grazie al coordinamento di ANBI, hanno a disposizione un centro dati (il CeDATeR) ed una grande capacità progettuale; sono già pronti progetti esecutivi per dare soluzioni concrete agli obbiettivi di ammodernamento della gestione irrigua e di difesa idraulica: dal telecontrollo alla realizzazione di bacini multifunzionali di accumulo sino al riuso in piena sicurezza delle acque depurate. Ora è però necessario che Governo ed Enti Locali facciano la loro parte per consentire l’avvio dei cantieri, garantendo il supporto finanziario indispensabile.

MENTRE È ANCORA SICCITA’ SU LARGA PARTE D’ITALIA CRESCE IL RISCHIO ALLUVIONI

APPELLO ANBI: VERIFICARE LA PULIZIA DELLE CADITOIE E L’EFFICIENZA DELLE RETI DI SCOLO URBANE

In Nord Italia, l’attesa di precipitazioni intense e regolari per riequilibrare il grave deficit idrico del 2022 continua a protrarsi, sistematicamente disattendendo le speranze di piogge provvidenziali (per esempio: da inizio d’Ottobre su Udine, Pordenone, Trieste, nell’ormai ex “catino d’Italia” del Friuli Venezia Giulia, non si è finora registrato un significativo evento meteo) ed aumentando contestualmente il rischio idrogeologico su corsi d’acqua oggi irriconoscibili.
La percezione dell’alto pericolo idraulico si ha evidente, osservando la condizione del Piemonte dove, ad una timida ripresa della Stura di Lanzo (risalita a 9,5 metri cubi al secondo, ma l’anno scorso era  mc/s 18 e nel 2020 era mc/s 23!)  si contrappone la persistente  “asciutta” di corsi d’acqua, temuti per il regime torrentizio ad alto rischio come la Bormida e l’Orba; nella confinante Valle d’Aosta, dove le precipitazioni settembrine sono state inferiori alla media, si sono dimezzate le portate della Dora Baltea.
“Molti degli alvei oggi in secca sono stati, nel recente passato, protagonisti di disastrose esondazioni; i Consorzi di bonifica monitorano il territorio di competenza, ma va sollecitata l’attenzione anche delle comunità locali, perché un territorio arido è uno straordinario acceleratore della velocità delle acque di pioggia, le cui previsioni hanno dimostrato di non poterne determinare con precisione né la quantità, né le modalità” ha ricordato preoccupato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Esemplare della grave crisi idrica, che si sta continuando a registrare nell’Italia settentrionale, è la situazione della Lombardia, dove permane in sofferenza il fiume Adda, nonostante il “sacrificio” del lago di Como, che sta rilasciando una portata quasi doppia di quella in entrata, immolandosi ad un crescente deficit che, in assenza di piogge, ne fa facilmente presagire l’insostenibilità; sono dimezzate anche le riserve idriche della regione, dove i bacini montani contengono solo il 30% dell’acqua, che normalmente hanno in questo periodo.
Tutti i grandi laghi del Nord sono prossimi ai livelli minimi, quando l’anno scorso segnavano percentuali di riempimento pari almeno al 60%. In Veneto calano i livelli dei fiumi (la Livenza  ha toccato m. 1,80  sotto  quanto registrato l’anno scorso), pregiudicando la ricarica delle falde mai così basse in tempi recenti: in gran parte del trevigiano, nella fascia occidentale della provincia di Venezia, nella parte settentrionale del padovano  ed in alcune zone del medio-basso Polesine, è indicata una condizione di siccità estrema (fonte: A.R.P.A.V.).  Il fiume Po è quasi ovunque nuovamente sotto il minimo storico: al rilevamento di Pontelagoscuro si è sfiorata ancora la soglia limite per contrastare l’intrusione salina (mc/s 450 mc), registrando una portata inferiore di quasi il 75% a quella registrata lo scorso anno e addirittura -87% sul 2020! Per i fiumi appenninici dell’Emilia Romagna, l’estate non sembra finire con portate ferme ai valori tipici dei periodi più siccitosi.
Dopo gli exploit di fine settembre-inizio ottobre, le portate dei fiumi toscani  registrano ora cali generalizzati. Lo scenario cambia man mano, che si scende verso Sud. Nelle Marche, i corsi d’acqua principali  si mantengono ad un buon livello idrometrico. Analizzando i dati pluviometrici, l’Osservatorio ANBI  Risorse Idriche evidenzia un asse latitudinale, che va dall’alluvionata Senigallia alla livornese San Vincenzo, su cui in Settembre si sono rovesciate le maggiori precipitazioni, che sulle località toccate in Umbria hanno registrato una media di 167 millimetri (quasi 400 millimetri a Pieve di Saddi); a conferma dell’ormai consolidata localizzazione degli eventi estremi, nella stessa regione sono in calo i livelli del fiume Tevere, ma soprattutto del lago Trasimeno, sceso a  –m.1,54 contro una media di +m.0,72!
Nel Lazio, in linea con quanto verificato a monte, calano i livelli del fiume Tevere, così come del Sacco e del lago di Nemi, mentre crescono le portate di Liri ed Aniene. Buoni, seppur in calo, sono i flussi negli alvei dei fiumi campani, tra cui spicca la buona performance del Garigliano. Le alte temperature  proseguono la necessità di apporti irrigui  per le campagne di Basilicata e Puglia, i cui bacini hanno visto calare i volumi trattenuti rispettivamente di 6 e 5 milioni di metri cubi in una settimana. In Calabria, analogia situazione si registra nel crotonese, dove  l’invaso di Sant’Anna è al minimo in anni recenti.
Infine, la Sardegna, i cui invasi trattengono complessivamente una quantità d’acqua (circa un miliardo di metri cubi) inferiore alla media del decennio, ma sono bastati solo una trentina di millimetri di pioggia per allagare Orosei.
“E’ evidente che le situazioni soprattutto urbanistiche sono differenti, ma è altrettanto vero che la prevenzione civile parte ovunque dall’ordinaria manutenzione – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Per questo ci appelliamo ad Amministrazioni Comunali e cittadini perché, in una situazione di conclamato rischio come l’attuale, mantengano alta l’attenzione sull’efficienza delle reti idrauliche nei centri urbani ad iniziare dalla pulizia di caditoie e fossi anche privati: la caduta autunnale delle foglie, infatti, può trasformarsi in un drammatico tappo al fluire delle acque in condizioni di criticità.”

 

EMILIA ROMAGNA: L’ESTATE DEI RECORD: PO MAI COSI’ BASSO

I 7,26 metri sul livello del mare (mslm), registrati a Luglio a Quingentole di Mantova dall’Impianto Sabbioncello (pari a un livello reale di acqua poco oltre il metro) e i 2,30 metri sul livello del mare, registrati sempre a Luglio a Stellata di Bondeno  dall’Impianto Pilastresi (pari ad un livello di ottanta centimetri circa) sono numeri da record, purtroppo in negativo: si tratta della quota minima più bassa dal 2000, registrata dagli idrometri dei 2 impianti sul fiume Po, gestiti dal Consorzio di bonifica Burana (con sede a Modena).
Per l’Impianto Sabbioncello, di cui si dispone di una serie storica dal 1960, si tratta addirittura di un precedente da record: la quota di m. 7,26 slm è la più bassa registrata negli ultimi 62 anni. La scarsità di precipitazioni unita alle alte temperature (a  Giugno 2022 in Italia si sono registrate temperature di quasi tre gradi oltre la media) ha creato i presupposti della “tempesta perfetta”: l’estate dei record, tutti tristemente negativi. Nel 2022 l’ente consortile ha pompato quasi centosettantacinque milioni di metri cubi d’acqua per irrigazione ed ambiente dall’impianto  Pilastresi ed oltre centoventidue milioni dia quello Sabbioncello, restando abbastanza in linea con il dato degli anni recenti e riuscendo a salvare faticosamente la stagione irrigua.
È stato però  pagato un prezzo straordinario e non preventivabile in termini di costi energetici, di stress degli apparati meccanici, richiedendo al contempo una presenza assidua  del personale consortile. Ora sguardo all’inverno: come ogni anno in autunno, accanto alla propria attività di manutenzione, l’ente consorziale  rinnova l’invito ai proprietari di terreni ricadenti nel comprensorio a dare il proprio, fondamentale contributo in vista della stagione delle piogge: i fossi interpoderali di scolo abbisognano di alvei puliti, procedendo alla rimozione di rami e altro materiale infestante, che possa impedire il deflusso delle acque e causare ristagni od allagamenti.

TOSCANA: DOPO L’INCENDIO AUMENTA IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

La Giunta della Regione  Toscana ha dato il via libera ai lavori di manutenzione straordinaria sul reticolo idraulico delle zone colpite dall'incendio del 18 Luglio scorso.
Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in Lucchesia), grazie a uno stanziamento di 342.000 euro, potrà procedere alla realizzazione di importanti interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nei comuni di Massarosa, Camaiore e Lucca.
Grazie all'uso dei droni si è stati in grado di mappare rapidamente le situazioni di maggiore criticità, velocizzando così i tempi di progettazione. Ora si passa alla realizzazione di quegli interventi di ingegneria ambientale, fondamentali per affrontare la stagione invernale.  Occorre avere la massima attenzione, perché ceneri e terreni dilavati, in caso di forti piogge, rappresentano un fattore di rischio molto elevato; le manutenzioni straordinarie servono proprio ad evitare il più possibile l'ostruzione dei corsi d'acqua, mitigando il rischio idrogeologico.
Sono 3 i lotti previsti dalla delibera regionale: i primi 2 riguardano il territorio comunale di Massarosa, mentre il terzo interessa i comuni di Camaiore e Lucca. I lavori sul primo e terzo lotto inizieranno nei prossimi giorni per terminare entro la fine dell'anno; la partenza dei lavori sul secondo lotto è prevista invece nel mese di novembre, con consegna entro il 28 febbraio 2023.

TRENTINO ALTO ADIGE: STRUMENTI  DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Dalle bonifiche agrarie ad un ruolo attivo ed innovativo nel campo della salvaguardia e razionalizzazione della risorsa idrica, ma anche attore dello sviluppo locale per un modello di agricoltura attenta alla compatibilità ambientale e ai diritti del consumatore; ruotano, attorno a questi assi di sviluppo, le traiettorie future del Consorzio  di bonifica Trentino (CTB), che si occupa della salvaguardia dagli allagamenti in un’area di oltre quattordicimila ettari lungo la valle dell’Adige, da Roverè della Luna fino a Borgo Sacco. Sono queste le conclusioni della giornata di studio, promossa nell’avveniristica struttura del  Muse in collaborazione con l’ANBI, in occasione del Centenario della moderna Bonifica.
“L’attività del Consorzio – ha spiegato  davanti al folto pubblico il Presidente dell’ente consortile, Luigi Stefani – è passata dalla classica Bonifica alla gestione oculata dell’acqua fino allo sviluppo complessivo dell’agricoltura. È necessario quindi  proseguire nel lavoro fin qui svolto con Provincia Autonoma, Comuni, Consorzi di Miglioramento Fondiario, organizzazioni agricole e cooperative per delineare le linee future dell’agricoltura trentina.”
Captazione ed accumulo, distribuzione oculata della risorsa idrica e sviluppo infrastrutturale del territorio agricolo, saranno pertanto le strategie del futuro per un ente che (grazie all’utilizzo di misure e risorse a livello europeo, nazionale e provinciale) ha messo a punto nuovi investimenti per un totale di oltre trentadue milioni di euro.
Il convegno, dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Trento (Franco Ianeselli), del Presidente della Provincia Autonoma (Maurizio Fugatti), delle rappresentanze del mondo agricolo e cooperativo, è entrato nel vivo con la relazione del noto meteorologo televisivo, Andrea Giuliacci. che ha evidenziato  come gli scorsi anni anni siano stai i più caldi in assoluto dal 1880 con una punta massima, verificata nel 2016 e l’ estremizzazione progressiva dei fenomeni climatici cpn l’aumento di 4 gradi entro fine secolo; ciò significherà l’aumento del livello dei mari ed il progressivo innalzamento delle temperatura delle loro acque, il restringimento fin quasi alla scomparsa dei ghiacciai alpini, la drastica diminuzione della disponibilità d’acqua dolce in tutta l’area mediterranea. “Per questo – ha concluso Giuliacci – è necessario difendere l’acqua come risorsa primaria e difendersi dall’acqua quando, in conseguenza del climate warming, essa diventa una minaccia”.
“Di fronte a questa situazione - ha affermato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, è necessario un impegno della politica verso la salvaguardia del territorio agricolo, la lotta al consumo di suolo ed alla cementificazione, l’avvio di cospicui investimenti pubblici in favore della sicurezza e manutenzione del territorio, nonché della salvaguardia e gestione dell’acqua.”
Claudio Geat, già direttore dell’ente consorziale ed oggi storico della Bonifiche, ha sottolineato, fra l’altro, la fondamentale funzione di protezione civile e di sicurezza del territorio, garantita dai 170 chilometri di canali di scolo e dalle 27 idrovore collocate nei punti nevralgici della valle.
Alberto Bellin e Riccardo Rigon del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università di Trento hanno poi delineato un quadro, che indica la diminuzione delle falde, della portata idrica e della temperatura dei corsi d’acqua in Trentino dalla metà degli anni ‘90 del secolo scorso con la progressiva scomparsa di diversi ghiacciai, fra i quali quello del Careser in particolare.
Di fronte a tutto questo è necessario un piano di infrastrutturazione del territorio per rispondere alle future emergenze idriche anche attraverso l’utilizzo oculato della nuove tecnologie sugli oltre quattrocentosettanta ettari serviti dal CTB (con sede nel capoluogo provinciale) nelle aree di Zambana, Mezzolombardo e Mezzocorona.
Michele Bernabé, direttore del Consorzio  di bonifica Trentino, ha ricordato gli interventi, che prenderanno avvio nell’immediato futuro e che riguarderanno innanzitutto altri 700 ettari di territorio, irrigati con sistemi innovativi “a goccia” nella zona di Mezzocorona, San Michele, Nave San Rocco e Terre d’Adige. Sono inoltre previsti interventi di conversione irrigua nei distretti di Chizzola d’Ala e Mattarello, nonché la razionalizzazione di impianti idrici, esistenti a Pressano, Zambana ed  Ischiello di Lavis.
È stato inoltre presentato il nuovo impianto di lavaggio dei mezzi agricoli, costruito nelle campagne di Mezzocorona iper consentire la gestione sostenibile dei fitofarmaci utilizzati in agricoltura. È stato infine annunciato l’avvio di un importante progetto d’irrigazione (anche con finalità rivolte all’utilizzo civile dell’acqua ed in funzione antincendio), che verrà realizzato in Val di Gresta.
“Questi progetti e queste realizzazioni – ha concluso il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi - fanno dei Consorzi di bonifica, veri e propri strumenti della transizione ecologica. È necessario pertanto  lavorare sulla crescita culturale al fine di migliorare il rapporto fra il mondo agricolo e i cittadini/consumatori. Al contempo  è necessaria una politica, che privilegi l’importanza di investimenti strutturali, sbloccando sia risorse europee che nazionali a partire dalla prossima Legge Finanziaria.
“Nei prossimi anni – ha concluso Giulia Zanotelli, Assessore Agricoltura Provincia Autonoma Trento - investiremo  ulteriori 116 milioni di euro nel dopo Vaia . Sui temi della razionalizzazione ed accumulo della risorsa idrica, la Provincia ha istituito un tavolo di coordinamento per attivare un confronto con il nuovo governo, facendo particolare riferimento agli impianti irrigui soprachioma,  che consentono interventi alternati di fertirrigazione, antibrina e difesa.
Nel corso della mattinata sono stati anche presentati il nuovo filmato, realizzato da ANBI Trentino Alto Adige nell’ambito della collana nazionale “Storie di uomini e donne dell’acqua” ed il volume “Dalle bonifiche allo sviluppo sostenibile”, edito in occasione del Centenario della moderna Bonifica.

TOSCANA: PATTO COMUNI-CONSORZIO

Il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) ha incontrato tutti i Sindaci della Valtiberina per illustrare la bozza del Piano delle attività, elaborata per la vallata: da Anghiari a Caprese Michelangelo, da Sansepolcro a Monterchi, da Pieve Santo Stefano a Badia Tedalda per arrivare fino a Sestino.
Anche nel 2023 saranno circa un centinaio i chilometri, su cui tecnici e operai effettueranno il contenimento della vegetazione, la risagomatura degli alvei ed i ripristini delle opere idrauliche; grande attenzione, come sempre, sarà posta sulle aste fluviali, che attraversano i centri abitati e che scorrono in prossimità di infrastrutture importanti, ma una cura speciale, nel 2023, sarà dedicata  ai tratti montani ed alla cura di briglie e sbarramenti.
Ascoltare i bisogni di tutti i Comuni è strategico per pianificare interventi “su misura”: i Primi Cittadini, grazie all’approfondita conoscenza delle criticità presenti sul loro territorio, contribuiscono a perfezionare la programmazione degli interventi consortili. Nel corso delle riunioni, è stata anche illustrata e diffusa una brochure consorziale, a disposizione dei tecnici comunali e dei cittadini, con il riepilogo della normativa vigente, delle responsabilità che coesistono sui corsi d’acqua, della tipologia di interventi che rientrano nella manutenzione ordinaria.

EMILIA ROMAGNA: AL LAVORO PER EFFICIENTAMENTO IRRIGUO E MOBILITA’ DOLCE

Migliorare la funzionalità irrigua di un canale e, al contempo, porre in sicurezza la sede stradale, oltre ad integrare e sviluppare la rete ciclopedonale nel territorio del comune di Novi di Modena attraverso la realizzazione di un nuovo itinerario: così il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia), in stretta sinergia con la locale Amministrazione Comunale), sta portando avanti la realizzazione di una pista ciclopedonale tra Rovereto Secchia e Sant’Antonio in Mercadello, prevedendo, nello specifico, la sostituzione dell’alveo del canale Rovereto Basso con la posa di uno scatolare orizzontale (importo complessivo: 270.000 euro, di cui 170.000 stanziati dal Comune di Novi).
L’intervento è previsto da una convenzione ad hoc  per creare il sedime del percorso ciclopedonale, permettendo anche di ottimizzare la distribuzione delle acque irrigue e di sistemare i manufatti idraulici presenti lungo il canale.

VENETO: DELEGAZIONE SENEGALESE IN VISITA

Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) ha recentemente ricevuto la visita di  una delegazione proveniente dall’Université Assane Seck di Ziguinchor, in Senegal; gli ospiti hanno potuto visitare gli impianti idrovori del Termine e di Cittanova, nonché il sostegno di Brian, apprendendone l’importanza nell’ambito della gestione sostenibile della risorsa idrica. L’incontro si inserisce nel quadro di un progetto di cooperazione internazionale, che vede l’ente consortile impegnato come partner tecnico, al fianco degli Atenei spagnoli di Barcellona e di Vic nonché dell’Università Politecnica della Marche, in un progetto di lotta alla salinizzazione dei terreni agricoli della Casamance, regione a forte vocazione agricola nel Sud del Senegal. Questa esperienza permette anche di  valutare con attenzione i rischi connessi al cambio climatico ed alla  desertificazione dei suoli:  in Casamance, un  cambio climatico con salinizzazione e desertificazione dei suoli è avvenuto negli anni '80 del secolo scorso.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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