ALL’INDOMANI DEL DECRETO AIUTI BIS
ANBI: “IL MIGLIOR MODO PER NON METTERE LE MANI IN TASCA AGLI ITALIANI È NON CARICARLI DI ONERI EVITABILI”
NON PERMETTERE AI CONSORZI DI BONIFICA LO SCAMBIO ELETTRICO SUL POSTO COSTERA’ 270 MILIONI IN PIU’
La bolletta dell’energia elettrica, a carico dei Consorzi di bonifica (e quindi dei cittadini) sta assumendo dimensioni insostenibili: in media, il sistema consuma annualmente 600.000 MegaWattora, ognuno dei quali sul mercato libero, nel 2021, costava € 125,46, oggi invece è salito a € 441,65! A ciò si aggiunge un incremento del 30% nei costi e nei consumi per il 2022, dovuto alla necessità di contrastare siccità ed alte temperature nelle campagne; il che significa una previsione di spesa complessiva pari a € 344.487.000, cioè circa 269.211.000 euro in più rispetto all’anno scorso!
Così, all’indomani del decreto “Aiuti bis”, ANBI torna a proporre la paradossale vicenda del cosiddetto “scambio elettrico sul posto”.
“L’esempio che segue è quantomai esemplificativo – ha precisato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) – considerato l’interesse pubblico di entrambe le attività: far pagare, a prezzi di mercato, l’energia necessaria alla gestione idraulica per la salvaguardia dalle alluvioni e la distribuzione irrigua per produrre cibo, è come far pagare l’acqua ai vigili del fuoco per spegnere gli incendi.”
“Non solo – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono produttori di energia rinnovabile, idroelettrica e fotovoltaica, ma ne possono utilizzare solo la minima parte necessaria all’esercizio dell’impianto in loco; il resto della produzione la devono cedere ad un ente gestore per poi riacquistarla ad un prezzo maggiorato. La nostra richiesta, già prevista in un emendamento al precedente Decreto Aiuti ma mai arrivato in Aula, è di poter utilizzare l’energia autoprodotta per la gestione di tutti gli impianti dell’ente consortile.”
La vicenda ha assunto contorni di straordinaria importanza di fronte ad una bolletta quadruplicata nel giro di un anno.
“A questo punto – ha evidenziato il Presidente ANBI – è bene ricordare che i costi della gestione ordinaria dei Consorzi di bonifica sono suddivisi fra i consorziati, che sono proprietari di immobili e, nel caso dell’irrigazione, aziende agricole. E’ evidente che le amministrazioni consortili, che non hanno scopo di lucro e non possono chiudere i bilanci in rosso, riverseranno i maggiori oneri sull’ammontare dei contributi consortili con scontate conseguenze sui bilanci familiari e sul costo dei prodotti agricoli. Questo, nonostante ci sia la palese possibilità di abbassare sensibilmente i costi energetici!”
“Quello elettrico è un onere (a carico della comunità anche attraverso un inevitabile aumento dei costi dei prodotti alimentari), che potrebbe essere in larga parte abbattuto permettendo, ai Consorzi di bonifica ed irrigazione, l’utilizzo dell’energia autoprodotta per tutti i compiti d’istituto e non solo a servizio dell’impianto di produzione. La soluzione – conclude il DG ANBI - è talmente lapalissiana e nell’interesse collettivo che la domanda sorge spontanea e la risposta è pressoché scontata: a chi giova non permetterlo?”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ACQUA: È L’ANNO DEI RECORD NEGATIVI! LA VALLE D’AOSTA NON È PIU’ FELIX MENTRE IL 13% D’EUROPA È A RISCHIO DESERTIFICAZIONE
In un contesto, in cui il 45% dell’Europa è in sofferenza idrica e ben il 13% del continente è colpito da siccità estrema (fonte: EDO – European Drought Observatory), le recenti piogge cadute “a macchia di leopardo” su parte della Penisola non hanno risolto i problemi dei corpi idrici italiani.
“E’ una situazione idricamente critica, che abbisognerà di tempo per essere recuperata, perché stiamo utilizzando riserve pluriennali – ha precisato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Serviranno condizioni meteorologiche favorevoli, ma soprattutto un territorio infrastrutturato per raccogliere ogni apporto di pioggia. Dati alla mano, sembra purtroppo che l’esperienza degli anni più recenti, caratterizzati dall’estremizzazione degli eventi atmosferici, abbia insegnato davvero poco.”
Settimana dopo settimana il report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche cancella certezze climatiche: questa settimana tocca alla verdeggiante Valle d’Aosta, dove l’indice SPI (Standard Precipitation Index) a lungo termine (12 mesi) indica livelli di siccità estrema per tutta la fascia centro-meridionale della regione (fonte: Centro Funzionale Regionale), facendo tornare la mente al periodo medievale, quando in quei territori crescevano gli ulivi. Le recenti piogge hanno portato la media mensile di luglio a 25 millimetri, cioè circa il 30% di quella storica. Le precipitazioni fin qui registrate nel 2022 sono prossime ad inedite performances negative, ma le alte temperature, favorendo lo scioglimento anche delle nevi perenni, hanno per paradossale conseguenza, una delle stagioni più favorevoli per la Dora Baltea. Nel mese appena concluso la temperatura media è stata di ben 3 gradi superiore alla norma, sfiorando addirittura i 40 gradi nelle località Saint Marcel e Saint Christophe.
“La situazione valdostana è la testimonianza di quanto si stia alzando la fascia equatoriale e di come l’acqua sia fondamentale per mantenere anche le caratteristiche paesaggistiche del territorio: per quanto belli, i panorami italiani sono apprezzati anche per i colori, che la siccità inevitabilmente impallidisce” ha precisato Massimo Gargano. Direttore Generale ANBI.
Ancora a proposito di record, la portata media del fiume Po a Pontelagoscuro (ultimo rilevamento prima del delta) è stata, in Luglio, pari a 160,48 metri cubi al secondo, cioè addirittura il 32,29% in meno del precedente record negativo di portata media mensile, registrato nel Luglio 2006; non solo: quest’anno è stato toccato anche il nuovo record di portata minima con soli 104,3 metri cubi al secondo (24 Luglio). Tra i laghi del Nord continua a decrescere il livello del lago Maggiore (rimane circa il 10% di risorsa ancora utilizzabile), mentre il Lario segna --0,6% sullo zero idrometrico (nuovo apice negativo: - cm. 39.9), il Garda è al 29,3% e l’Iseo è al 5,7% del riempimento. Il fiume Po, corroborato da temporali localizzati, ha registrato leggeri aumenti di portata, ma le rilevazioni più recenti dimostrano quanto effimeri siano i benefici, che le piogge hanno apportato (in Piemonte sono caduti circa trenta millimetri di pioggia in 7 giorni, nel Ferrarese meno di diciassette millimetri in un mese…).
In Piemonte c’è da registrare solo l’incremento di oltre 27 metri cubi al secondo nella portata del fiume Tanaro, quasi azzerata la settimana scorsa, così come la Sesia. Le dighe della Baraggia Biellese e Vercellese (Ingagna, Ostola e Ravasanella) stanno trattenendo appena 4,83 milioni di metri cubi d’acqua, cioè quasi il 50% dei volumi registrati nel siccitosissimo Luglio 2017 e circa il 60% in meno della media del periodo. In Lombardia sembra stabilizzarsi in basso la portata del fiume Adda, cui mancano, rispetto al 2021, ben mc. /sec 427, cioè quasi l’80% dei flussi (!!); in linea con questo dato, l’acqua trattenuta oggi nei bacini della regione segna -66% rispetto alla norma e -67% rispetto all’anno scorso. In Emilia-Romagna, i fiumi appenninici restano più o meno stabili su livelli molto bassi: solo la Trebbia, sul cui bacino a luglio sono caduti circa ventisette millimetri di pioggia, ha registrato un significativo incremento di portata. In Veneto, le falde sono praticamente a secco (fonte: ARPAV): quasi ovunque i livelli sotterranei sono i più bassi dei recenti 20 anni. Le piogge cadute a Luglio sono state il 41% in meno rispetto alla media storica, ma in alcuni bacini il deficit ha superato il 60% (Sile: -69%).
Le recenti piogge hanno apportato un momentaneo beneficio agli esangui corsi d’acqua, che però rimangono ai livelli più bassi in anni recenti. Il bacino del Corlo sul fiume Brenta registra il riempimento minimo dopo quelli del 2000, 2003 e 2006. Va segnalato che sul Trentino sono caduti nei giorni scorsi tra i 30 ed i 70 millimetri di pioggia con punte di mm. 90 registrati in un solo giorno su alcune località della Valsugana. Peggiora la situazione idrologica nelle regioni centrali, che non hanno beneficiato (o solo in maniera modesta) degli apporti pluviali, che hanno toccato territori del Nord Italia. In Toscana, i fiumi Greve e Bisenzio sono quasi in secca, l’Arno supera di poco i cinque metri cubi al secondo, il Serchio i mc. /sec. 3, mentre l’Ombrone da un mese ha una portata inferiore al metro cubo al secondo.
Anche le Marche, che avevano sofferto meno durante l’inverno e la primavera, oggi registrano dati addirittura peggiori delle siccitose annate 2021 e 2017; emblematico è il caso del fiume Sentino, il cui livello è 10 centimetri più basso dei minimi registrati nel 2018 e l’anno scorso. La crisi idrica dell’Umbria è ben rappresentata dal lago Maroggia, che oggi trattiene solo 1/3 dei volumi che generalmente conserva in questa stagione. Nel Lazio i laghi calano di altri 3 centimetri, così come il fiume Tevere, il cui livello scende di un ulteriore mezzo metro in soli 7 giorni; le portate dell’Aniene sono fino al 50% inferiori alla media, mentre il Sacco continua a calare da diverse settimane.
In Molise, il livello del bacino del Liscione è calato di oltre quattro metri in un mese e mezzo. In Campania, i livelli idrometrici dei fiumi danno informazioni diversificate: il Volturno è nuovamente in calo, il Garigliano è in aumento, mentre è stabile il Sarno; si segnalano altresì in deciso calo i volumi nei bacini del Cilento e del lago di Conza. Permane così stabile la condizione di siccità nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno e nella bassa valle del Sele.
Infine, le disponibilità idriche negli invasi di Basilicata e Puglia sono calate, in una settimana, rispettivamente di 14,50 e 8,58 milioni di metri cubi; ciò incrementa a 45,3 milioni di metri cubi, il deficit lucano rispetto all’anno scorso, mentre nella confinante regione pugliese resta uno scarto positivo, che tocca gli undici milioni di metri cubi sul 2021.

LOMBARDIA: SICCITA’ DERIVAZIONI LACUSTRI FERMATE O RIDOTTE
Considerata la situazione del sistema lago Maggiore/fiume Ticino, il Consorzio Ticino (con sede a Milano) ha disposto una drastica diminuzione dell’erogazione agli utenti da 114 metri cubi al secondo a mc./sec. 60. Si conclude così la turnazione tra canale Villoresi e naviglio Grande sino all'eventuale raggiungimento di un livello del lago di -15 centimetri, come disposto dal Consorzio Ticino.
In riduzione è anche il lago di Como: a causa del perdurare della condizione di criticità idrica, il Consorzio Adda (anch’esso con sede nel capoluogo lombardo) ha sensibilmente diminuito le portate derivate dai singoli utenti irrigui, tra cui il naviglio Martesana, fissando il riparto al 35% delle rispettive competenze.
Il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede nella città meneghina) ha dato inizio alle manovre di riduzione per allinearsi al riparto fissato dal regolatore del Lario. Prosegue, infatti, l’emergenza idrica: con il trascorrere delle settimane, a fronte di precipitazioni scarse ma talvolta violente, la situazione non accenna a migliorare. Giunti a questo punto, l’ente consortile può disporre di soli mc. /sec. 14,5 sul Naviglio Grande e di mc./sec. 6 sul Villoresi, ben rappresentativi della criticità del momento. L’acqua disponibile in tutta la stagione irrigua è stata meno della metà di quella in concessione.
Allo scopo di contenere gli effetti di una carenza idrica mai verificatasi in 70 anni, l’ente consorziale ha messo in campo tutta la competenza e l’impegno del proprio personale, attivando turnazioni tra i canali, mai sperimentate prima. Lo sforzo ora non può che essere indirizzato alla ricerca dei finanziamenti necessari a migliorare l’efficienza dei canali nella distribuzione idrica e per fronteggiare al meglio fenomeni di grave siccità.
VENETO: SICCITA’ AMPLIATA ZONA ROSSA
Sul sito del Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) sono pubblicati gli aggiornamenti sullo stato di crisi idrica: tutte le prese dal fiume Muson Vecchio a valle di Camposampiero e dal fiume Tergola a valle di Villa del Conte sono state ridotte al minimo o chiuse.
A seguito di questo provvedimento le relative aree irrigue sono state poste in zona rossa, a causa della drastica riduzione dei flussi dalle risorgive e dai bacini di monte; si tratta di un ampio territorio, che interessa i comuni del Miranese e del Camposampierese.
Va ricordato che a seguito dello stato di crisi idrica, l’ente consortile ha predisposto una turnazione tra aree irrigue: prevede che solo una parte del territorio agricolo sia irrigabile, mentre altre parti siano non irrigabili, con finestre da 5 a 20 giorni, a seconda delle dimensioni e della presenza di colture irrigue come stimata sulla base delle informazioni presenti sulla piattaforma Irriframe e rilevate dal personale consorziale.
Poiché alcune derivazioni non sono più utilizzabili per la mancanza della risorsa, in alcune aree non è possibile esercitare l’irrigazione di soccorso almeno fino a quando le condizioni climatiche non avranno una significativa modifica.
La turnazione d’emergenza è stata avviata nel territorio dei bacini Riale, Tergola, Muson dei Sassi, Muson Vecchio, Serraglio, Naviglio Brenta, Taglio di Mirano, Novissimo, Marzenego, Dese, Zero, Sile. In tutti i casi, anche per le aree ancora in turnazione, “Acque Risorgive” potrebbe essere nelle condizioni di non poter soddisfare la richiesta idrica.
FRIULI VENEZIA GIULIA: AGGIORNAMENTO IDRICO MA NON SOLO
La campagna irrigua del Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) prosegue regolarmente, pur tra le problematiche correlate all’andamento meteorologico: il personale consortile si sta adoperando per ridurre al minimo eventuali disagi, specie nelle aree in cui è più marcato il calo dei livelli della falda freatica, in particolare tra Remanzacco e Premariacco, in alcune zone del Medio Friuli (comuni di Lestizza, Bicinicco, Mortegliano, Codroipo) e nella zona di Rivignano – Teor; in tali aree sono in corso interventi per garantire l’irrigazione, preservando l’integrità degli impianti di pompaggio.
La derivazione dal fiume Tagliamento ad Ospedaletto di Gemona del Friuli ha beneficiato delle piogge, che hanno consentito di ridurre temporaneamente le integrazioni dal serbatoio dell’Ambiesta.
È stato inoltre possibile ripristinare la portata del canale di Bressa e degli usi domestici di Dignano e Carpacco, riprendendo così l’irrigazione di soccorso.
Le precipitazioni nel bacino del Torre hanno avuto minore entità e non hanno consentito la riapertura della roggia Cividina. Nella zona Bassa Occidentale, l’area più critica rimane quella del comprensorio “Torsa Irriguo” nei comuni di Rivignano – Teor e Pocenia: qui non è possibile garantire il servizio irriguo a tutti i terreni, a causa della ridotta portata dei corsi d’acqua di risorgiva, da cui si attinge.
Nella zona Bassa Orientale non vengono segnalate particolari criticità, pur in una situazione particolarmente delicata, a causa del calo di portata dei corsi d’acqua di risorgiva.
Preoccupazione per l'andamento dei costi correlati all'esercizio degli impianti irrigui: l’energia consumata nel primo semestre 2022 è aumentata, rispetto al 2021, del 20% circa (passando da circa 6.800.000 kilowattora ad oltre kWh 8.400.000 ), mentre i costi rispetto al 2021 sono cresciuti del 65%, arrivando a circa due milioni e settecentotrentacinquemila euro rispetto a € 1.650.976,17 dell'anno precedente; la bolletta aumenterà in maniera ancor più evidente con i consumi di luglio, a causa dell'ulteriore incremento dei costi dell'energia.
EMILIA ROMAGNA: LA PRIMA VOLTA
Per continuare a garantire, al comparto agricolo di 1500 ettari in Val d'Enza, la risorsa necessaria a portare a maturazione, nelle prossime 2 settimane, i prodotti del ciclo finale del ramo colturale locale (mais, soia, foraggere), nonchè fornire sollievo all’ecosistema ed all’habitat ecologico della zona, il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio”) ha effettuato il prelievo d’acqua dalla cassa di espansione di monte sul fiume Enza, nel comune di Montechiarugolo, per immetterla nel torrente Spelta, fortemente in sofferenza a causa del persistere della severità idroclimatica.
Per la prima volta è stata verificata la possibilità di un prelievo alternativo all’interno del comprensorio, individuando l’acqua ove disponibile per portarla dove più è necessaria. E’ stato necessario un iter burocratico non semplice e complesse sono state anche le operazioni sul campo.
Questa è una soluzione che, grazie all’impegno dell’ente consortile, offre un’ulteriore, pronta risposta in fase emergenziale, ma che non può diventare la regola; serve una strategia di pianificazione mirata su più fronti: occorrono invasi, laghetti e bacini di captazione, un efficientamento della rete irrigua, il riutilizzo delle acque reflue opportunamente trattate e raffinate.
VENETO: INTERVENTO IN SITUAZIONE ECCEZIONALE
Su richiesta del Genio Civile di Treviso e del Comune di Ponte di Piave, il Consorzio di bonifica Piave (con sede a Montebelluna, nel trevigiano) è intervenuto per concorrere ad alleviare la quasi totale assenza d’acqua, riscontrata lungo il fiume Negrisia e causata dalla grave crisi idrica e probabilmente da prelievi non autorizzati.
Il fiume Negrisia, la cui competenza spetta al Genio Civile, nasce da risorgiva a Cimadolmo e dopo un percorso di circa dodici chilometri ad elevato pregio naturalistico ed ambientale, sfocia nel fiume Piave. La soluzione consiste nell’attrezzare, in emergenza, un prelievo da falda superficiale con pompa allo scopo di ripristinare, per quanto possibile, una portata minima e continua lungo il corso d’acqua.
L’attivazione del pozzo è avvenuta in tempi strettissimi per risolvere una criticità ambientale importante ed avrà una durata limitata alla risoluzione del fenomeno; l’intervento è finalizzato alla salvaguardia del prezioso habitat ambientale non alla pratica irrigua. L’ente consortile, con l’occasione, ha lanciato un nuovo appello al senso civico dei cittadini per evitare che prelievi non autorizzati in alveo possano compromettere gli sforzi.
TOSCANA: RISCHIO DESERTIFICAZIONE NELLA MAREMMA SENZA INVASI
Grande partecipazione si è registrata all’incontro promosso da Coldiretti Grosseto, nella Tenuta di Alberese, sul tema “I cambiamenti climatici in Maremma: criticità, prospettive e soluzioni”. Proprio la Maremma è infatti tra i territori della Toscana, più colpiti dall’emergenza siccità.
La risposta strutturale è riattivare gli invasi, laddove sono già esistenti e crearne di nuovi in quei territori, che ne sono sprovvisti. In questo senso, la Regione Toscana, che aveva approvato il fondo di rotazione da 1.200.000 euro, sta lavorando, insieme a tutti gli attori coinvolti, per una legge, che semplifichi la realizzazione di bacini.
All’incontro ha partecipato anche il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, che ha ricordato come “sia necessario almeno triplicare la quantità di pioggia raccolta a terra e che oggi è appena l’11%.
Il Piano Laghetti è una sfida per il futuro e che offriamo al Governo in un’ottica di visione collettiva”; presenti al simposio erano anche il Presidente, Fabio Bellacchi ed il Direttore, Fabio Zappalorti, del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede nel “capoluogo della Maremma”).
LOMBARDIA: SI RAFFORZA IL RUOLO DEI CONSORZI DI BONIFICA
Per regolamentare le risorse idriche, la Regione Lombardia si è dotata di uno strumento pianificatorio, costituito dal Piano di Tutela delle Acque che, approvato nel 2016, è in corso di modifica per recepire le novità apportate dal Piano di Gestione delle Acque del Distretto Idrografico Padano del 2021.
Tra gli aspetti salienti della proposta di delibera, approvata dalla Giunta Regionale, è previsto il rafforzamento del ruolo dei Consorzi di bonifica per la tutela delle acque e come fornitori di servizi idrici.
“Un riconoscimento importante”, ha commentato ANBI Lombardia, “frutto dei risultati ottenuti negli anni dai Consorzi da sempre impegnati su questi temi”.
In particolare, l’azione regionale sarà focalizzata sul contrasto alla scarsità idrica e recepirà gli indirizzi nazionali ed europei in tema di sviluppo sostenibile, adattamento ai cambiamenti climatici e biodiversità.
SARDEGNA: DISSERVIZIO POTABILE CONSORZIO ESTRANEO
Il Consorzio di bonifica Gallura (con sede ad Arzachena, in provincia di Sassari) è del tutto estraneo ai disservizi riguardanti l'erogazione di acqua potabile da parte di Abbanoa s.p.a. nella città di Olbia e nelle frazioni: la comunicazione si è resa necessaria solo per fare chiarezza alla luce di notizie riportanti che i disagi sarebbero dovuti a lavori in svolgimento da parte dell’ente consortile. In realtà, l’ente consorziale ha concluso il proprio intervento in poco più di 24 ore, non causando particolari disagi, in quanto la vasca di calma di Pinnacula, dove c'è la presa per il potabilizzatore del Cipnes, risultava essere piena.
TOSCANA: RIPRISTINO TORRENTIZIO
Interventi di manutenzione ordinaria per riportare in sicurezza il torrente Vincio sono stati effettuati dal Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa) in un tratto compreso tra i comuni di Cerreto Guidi e Vinci, ripristinando la funzionalità idraulica.
I lavori hanno permesso di consolidare la banchina del torrente e, nel tratto interessato, è stato effettuato anche un intervento di manutenzione gentile, abbinando, alla gestione ottimale del corso d’acqua, il rispetto della flora e dalla fauna, che vi vivono.
LOMBARDIA: PRESENTATO PROGETTO RICONVERSIONE CAVA DISMESSA
A Firenze l’Accademia dei Georgofili ha ospitato la giornata di studio “Arginare eccessi pluviometrici e garantire la risorsa idrica durante la siccità”, organizzata dal Collegio Nazionale dei Periti Agrari.
Nel quadro delle politiche orientate al recupero e all’accumulo delle piogge, il Consorzio di bonifica Oglio Mella (con sede a Travagliato, in provincia di Brescia) ha presentato l’esperienza lombarda di promozione del recupero delle cave dismesse per la creazione di invasi.
È stato così illustrato il progetto esecutivo, elaborato dall’ente consortile per il ripristino di una cava dismessa, presente nel territorio di Castrezzato, in prossimità della roggia Trenzana – Travagliata. L’intervento, che gode del sostegno pubblico, porterà alla realizzazione di un bacino di stoccaggio di acque di natura meteorica e provenienti direttamente dalle rogge, oltre a fungere da vasca di laminazione.
Al termine dei lavori, che si concluderanno entro l’anno, l’invaso disponibile sarà di 150.000 metri cubi complessivi: di questi, mc. 75.000 saranno destinati ad uso irriguo per l'integrazione delle risorse disponibili; il restante volume sarà invece riservato alle funzioni di bonifica.
TOSCANA: SABATO DELL’AMBIENTE: OTTIMI RISULTATI
Decine i volontari, che hanno partecipato in Lucchesia al Sabato dell'Ambiente, organizzato dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca), in collaborazione con associazioni, scuole, Amministrazioni Comunali ed aziende dei rifiuti.
Le prime operazioni sono iniziate all'alba con i volontari del Cisom (Corpo Italiano Soccorso Ordine Malta), che si sono ritrovati a Lucca per ripulire il fossato delle mura e gli spalti. Alle ore 7 sono partiti i volontari di Legambiente Capannori e Piana Lucchese, che nella zona di Marlia sono intervenuti su canale Nuovo, canale Giallo, rio Nocella e rio Arnolfini.
Oltre alle fondamentali operazioni di pulizia sono stati effettuati i monitoraggi dei corsi d'acqua, che hanno portato alla segnalazione di un piccolo cedimento di muretto. Sulla riva destra del fiume Serchio, tra Nozzano e Santa Maria a Colle, ad operare sono state 2 associazioni: “Uniti per l'Oltreserchio” e “Bucaneve”. Alte 5 iniziative si sono svolte sul rio di Vorno e sul canale Rogio grazie i volontari de “La Racchetta di Vorno”, mentre nella zona di Ponte del Giglio ad occuparsi della ripulitura sono stati i soci di “Anpana”.
Hanno partecipato al Sabato dell'Ambiente anche l’“Atletico Gragnano”, la “Fattoria Urbana”, i “Donatori” di Paganico, l'associazione Il Faro. Sono state 4 le iniziative del Sabato dell'Ambiente, interessanti la provincia di Massa-Carrara: 3 in Lunigiana e 1 a Canevara, nel comune di Massa. Il primo appuntamento a Pontremoli, nei dintorni del Ponte della Crësa, dove l’associazione Pietro Ravera onlus ha svolto la pulizia delle sponde del torrente Verde. A Filattiera, “Alfa Victor” si è invece data appuntamento per controllare il canale Gora del Mulino ed effettuare una pulizia approfondita.
A partecipare al Sabato dell'Ambiente è stata anche l'associazione La Cuccia di Meme, che ha operato nella zona di Fosdinovo. L’ultima iniziativa della giornata si è tenuta a Massa, in località Canevara, dove sul fiume Frigido sono intervenuti i volontari di “Apuania Frigido”.
Si è trattato di un'iniziativa importante con un forte valore educativo e che continua a dare ottimi risultati: anche questo sabato, infatti, in molte zone interessate dal Sabato dell'Ambiente sono diminuiti i volumi dei rifiuti raccolti, a testimonianza di come un costante presidio del territorio abbi un effetto dissuasivo nei confronti di chi abbandona sacchi di spazzatura e plastica lungo fiumi, torrenti e canali.
LAZIO: QUASI COMPLETATA RIORGANIZZAZIONE TERRITORIALE
E’ stato siglato a Latina, davanti all’assessore all’agricoltura di Regione Lazio, Enrica Onorati, il Protocollo d’ Intesa, che disciplina la consegna dei beni da parte del Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno (con sede a Caserta) al Consorzio di bonifica Lazio Sud Ovest (con sede a Latina), in attesa della sottoscrizione dell’intesa tra Regione Lazio e Regione Campania.
Questo trasferimento del territorio di Bonifica (quasi quattromila ettari nei comuni di Minturno, Santi Cosma e Damiano, Castelforte) è fondamentale, poiché coincidente con la delimitazione geografica del Lazio ed è in linea con la riforma degli enti consortili avviata nel 2016 e che alla sua conclusione vedrà 4 grandi realtà in grado di rispondere alle esigenze del territorio laziale.
Nel comprensorio latinate ci sono oggi 16 impianti irrigui, che stanno cercando di garantire l’irrigazione in un momento di crisi idrica con turnazioni da parte del personale tecnico e con aumenti dei costi di energia elettrica; per questo, è stato chiesto alla Regione Lazio un contributo sui ruoli irrigui 2022.
Nell’occasione, ANBI Lazio ha ribadito la necessità di raggiungere un patto per il suolo, fondamentale in virtù dei cambiamenti climatici ed in grado di individuare progetti come il Piano Laghetti.
NOVITA’
Il sig. Peter Clementi è stato eletto Presidente del Consorzio di bonifica Foce Isarco – Monte (con sede a Bronzolo, in provincia di Bolzano).
Nel Lazio si è invece insediata ufficialmente la dott.ssa Sonia Ricci, neo Commissario ai Consorzi di bonifica del frusinate (Conca di Sora, con sede a Sora; A Sud di Anagni, con sede ad Anagni; Valle del Liri, con sede a Cassino).
La dott.ssa Raffaella Zucaro è la nuova Coordinatrice di ANBI Emilia Romagna, mentre l’ing. Paolo Magri è stato nominato Direttore del Consorzio di bonifica Garda Chiese (con sede Mantova).

|