Anno XXIV, n. 25 venerdì, 1 luglio 2022

VERSO L’ASSEMBLEA ANBI 2022

In un momento di grande preoccupazione per la condizione delle risorse idriche del Paese e con lo stesso spirito di 100 anni fa al Congresso di San Donà di Piave, i Consorzi di bonifica ed irrigazione chiamano al confronto docenti universitari, tecnici e politici per attrezzare il territorio italiano alle evenienze, causate dai cambiamenti climatici, nonché dalle conseguenze delle emergenze pandemica e bellica.
Ciò avverrà all’Assemblea ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), che si terrà martedì 5 e mercoledì 6 Luglio p.v. all’Hotel Sheraton Parco de’ Medici, a Roma.
Ai lavori è prevista la partecipazione dei ministri Stefano Patuanelli, Mara Carfagna, Renato Brunetta.
La mattina di mercoledì 6 Luglio si terrà una conferenza stampa per la presentazione del Piano Laghetti.

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

SICCITA’: MARCHE, TOSCANA, EMILIA ROMAGNA, LAZIO DA BOLLINO ROSSO. SENZA NEVE I LAGHI SI STANNO PROGRESSIVAMENTE SVUOTANDO

Le piogge, che non hanno allentato la morsa della siccità sul bacino padano, hanno spostato l’ epicentro della grande sete sul Centro Italia, coinvolgendo pienamente anche le Marche, dove ormai si rischia il razionamento degli approvvigionamenti idrici: a soffrire maggiormente sono le zone di Ascoli Piceno e Fermo, ormai in condizione di siccità estrema per la perdurante assenza dell’80% delle piogge; i volumi d’acqua, trattenuti negli invasi, calano di 1 milione di metri cubi a settimana per riuscire a dissetare le campagne e tutti i fiumi hanno portate inferiori alle annate scorse (record storico negativo per il livello del Sentino: - 38 centimetri).
In Toscana (il 90% del territorio è in una condizione di siccità estrema) non si ferma la riduzione delle già esigue portate dei fiumi: il Bisenzio è quasi azzerato (0,30 metri cubi al secondo contro una media di mc/sec 2,42) e l’Ombrone è oramai trasformato in un rigagnolo da 500 litri al secondo,  quando il Deflusso Minimo Vitale è indicato in mc/sec 2 (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana)! Drammatico è lo stato della risorsa idrica nel Lazio, dove a Roma, dall’inizio dell’anno, è piovuto il 63% in meno e nella provincia si sono registrati, in pochi giorni, ben 496 interventi dei Vigili del Fuoco per spegnere altrettanti incendi: l’Aniene è praticamente dimezzato rispetto alla portata media, il Tevere registra livelli più bassi anche del “siccitosissimo” 2017, Liri e Sacco segnano il dato più basso in anni recenti, il lago di Nemi è di  oltre 1 metro più basso del 2021 e Bracciano è a -32 centimetri dal livello dello scorso anno.
In Campania, tutti i fiumi sono in deficit rispetto allo scorso anno (portata odierna del Liri-Garigliano: mc./sec. 36; nel 2021: mc./sec. 100), mentre in Abruzzo è la zona di Chieti a soffrire maggiormente per la mancanza d’acqua. Al Sud sono le temperature particolarmente alte di aria e mare a caratterizzare il periodo: ne sono evidente conseguenza gli oltre undici milioni di metri cubi  d’acqua, prelevati in una settimana dagli invasi della Basilicata, le cui disponibilità idriche stanno segnando un  deficit di circa trentasette milioni di metri cubi sull’anno scorso (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale); resta, invece, ancora positivo il bilancio dei principali bacini pugliesi, nonostante un prelievo settimanale superiore ai quattordici milioni di metri cubi.
A proposito di bilanci idrici, risalendo al Nord, è di ben 2527 milioni di metri cubi (!!!), il volume idrico necessario al lago Maggiore per tornare in media, nonostante il suo livello  sia cresciuto di quasi dodici centimetri in 7 giorni. Gli altri, grandi bacini settentrionali  sono tutti in calo ed abbondantemente sotto media con il Lario, che registra addirittura solo l’ 11,2% del riempimento. Sconcertante è il confronto con i volumi invasati negli anni scorsi: in questo periodo, lo scioglimento delle nevi provocava un picco, mentre quest’anno i laghi, privi di apporti nivali, si stanno svuotando!
“E’ una situazione, che esemplifica la funzione calmieratrice dei grandi bacini, ormai insufficienti, però, a rispondere da soli alle esigenze di territori arsi dalla siccità, creando una situazione critica anche dal punto di vista ambientale. Per questo, è necessario l’ausilio di una rete di bacini medio-piccoli e multifunzionali come quelli previsti dal Piano Laghetti, da noi proposto insieme a Coldiretti” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In Valle d’Aosta, piogge abbondanti hanno arricchito la portata della Dora Baltea (mc./sec. 113,20 contro media Giugno pari a mc/sec 107; fonte: Centro Funzionale Regionale), così come le precipitazioni sull’intero distretto hanno dato sollievo alla portata del fiume Po, che a Pontelagoscuro è risalita a 200 metri cubi al secondo, quando comunque l’allarme cuneo salino scatta già a mc./sec. 450 (infatti, l’ingressione marina è ormai segnalata a 30 chilometri dalla foce).
L’incremento di portata non risolve il problema del gravissimo deficit idrico nel Grande Fiume, ma scongiura, per ora, lo stop ai prelievi e che comporterebbe enormi danni all’agricoltura. Tornano, sul Piemonte, le piogge a “macchia di leopardo”: più abbondanti sul bacino del fiume Sesia, meno intense su quello del Tanaro. I flussi in alveo sono in leggera in crescita, ma non permettono ai fiumi della regione di uscire dallo stato di estrema crisi: Maira, Ellero, Orba e Bormida hanno portate quasi azzerate (portata Orco: mc./sec. 1,6 contro mc./sec. 16,7 nel 2021; fonte: ARPA –Piemonte). In Lombardia continuano a calare, restando deficitarie, le portate dei fiumi  Brembo ed Adda, al minimo in anni recenti (mc./sec. 162); le riserve idriche segnano -62,7% rispetto alla media storica e – 66,54% sull’anno scorso (fonte: ARPA Lombardia).
E’ situazione di crisi idrica profonda in Emilia-Romagna, dove le portate dei fiumi continuano a scendere (Reno con mc./sec. 0,1 ed Enza con mc./sec. 1,1 segnano il minimo storico)  e l’80% della regione pare destinato ad entrare in zona rossa entro un paio di settimane (accadde già nel 1990).  Situazione di deficit costante per i fiumi veneti con l’unica eccezione del Piave; sono al minimo le altezze idrometriche di Adige (dal 2014) e Livenza (dal 2017). Infine, nel vicino Friuli Venezia Giulia sono stati necessari rilasci dal bacino dell’Ambiesta per rimpinguare il fiume Tagliamento, mentre il razionamento irriguo è in atto in alcune zone centrali a causa delle falde troppo basse.
“La violenza di alcuni episodi meteo registrati al Nord – ha concluso Massimo Gargano,  Direttore Generale ANBI – è indicativa del paradossale rischio, cui la siccità sottopone il nostro territorio: rovesci copiosi ed improvvisi su terreni aridi, li trasformano in moltiplicatori del rischio alluvionale, perché incapaci di assorbire forti quantità d’acqua. L’inarrestabile cementificazione di ampie porzioni di territorio e la più volte denunciata inadeguatezza della rete idraulica dopo anni di mancati investimenti per la prevenzione idrogeologica  ci rendono oggi più che mai vulnerabili.”


SICCITA’: RESILIENZA E NUOVE OPERE

IN ATTESA DELLE DECISIONI DEL GOVERNO LE RUSPE DEI CONSORZI DI BONIFICA IN AZIONE PER PORTARE ACQUA ALL’AGRICOLTURA

“Giorno dopo giorno si allarga il dramma per campagne arse dalla siccità in un momento fondamentale del processo colturale. Per questo, chiediamo al Governo di accelerare la decisione su una scelta che, permanendo le attuali condizioni climatiche,  appare ineludibile: la creazione di una cabina di regia per la gestione delle risorse idriche sotto il coordinamento della Protezione Civile.”
A ribadirlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI,  mentre le ruspe continuano ad essere le protagoniste della lotta contro il tempo (anche meteorologico), ingaggiata dai Consorzi di bonifica ed irrigazione per salvare i raccolti.
E’ così a Boretto, nel reggiano, dove ogni giorno mezzi meccanici del Consorzio di bonifica Emilia Centrale sono all’opera per evitare l’insabbiamento delle pompe idrovore, nonostante il fiume Po sia ai minimi storici; è un’opera continua, che aggrava i bilanci dell’ente, che già registrano spese non preventivate per 150.000 euro, che rischiano di ricadere su consorziati già penalizzati nel reddito agricolo.
Ruspe in azione anche nella toscana Valdichiana, dove la diga di Montedoglio  rimane un prezioso serbatoio  d’acqua di qualità e l’impegno principale è aumentare le reti irrigue per ottimizzarne l’uso a servizio dell’economia rurale, evitando qualsiasi spreco e riducendo  gli attingimenti da corsi d’acqua superficiali o dal sottosuolo.
“In questa fase storica, dove l’emergenza idrica ha allarmanti conseguenze  sull’agricoltura e non solo, noi siamo in cantiere per la posa delle tubazioni di un nuovo distretto irriguo, in comune di Castiglion Fiorentino. Qualche tempo fa avevamo annunciato il completamento del progetto; a  pochi mesi di distanza, siamo riusciti ad avviare il cantiere per la realizzazione dell’infrastruttura. Si tratta di un’opera particolarmente attesa in una  zona, dove prevalgono produzioni vivaistiche, colture floricole ed orticole  di pregio” ha evidenziato Serena Stefani, Presidente Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno.
“E’ la prova del lungimirante lavoro anche di prospettiva, che gli enti consorziali stanno portando avanti in tutta Italia e che vorremmo esteso all’amministrazione pubblica ad ogni livello – ha commentato il Presidente ANBI – Il nostro impegno spazia dallo sviluppo delle progettazioni alla ricerca dei finanziamenti necessari per dare forma alle reti idriche. In questo caso si è riusciti ad intercettare le risorse messe a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana.”
“L’intervento – ha spiegato Lorella Marzilli, ingegnere del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno –  prevede la creazione di una rete di distribuzione irrigua, che interessa una superficie di 200 ettari. Lungo la rete saranno posizionate camere di manovra per alloggiare le apparecchiature necessarie alle operazioni di gestione e monitoraggio dei  parametri idraulici principali; sarà inoltre dotata di un sistema di telecontrollo, che ne consentirà la gestione in tempo reale e lungo il suo sviluppo verranno posizionati 17 punti di consegna.”
I lavori dovrebbero essere completati entro l’autunno-inverno per consentire alle imprese del territorio di aprire le condotte già dalla prossima stagione irrigua.
In Calabria, invece, nel territorio di San Giovanni in Fiore, il lavoro delle ruspe ha finalmente comportato l’inaugurazione della diga Re di Sole, il cui invaso  fornirà acqua a circa 1000 ettari  e potrebbe produrre energia idroelettrica. La messa in esercizio arriva a distanza di ben 32 anni dalla conclusione dei lavori. Progettata alla fine degli anni ’50 per consentire l’approvvigionamento idrico di gran parte dei terreni agricoli della Sila (in località Serrisi, Germano ed Olivaro), ma anche delle popolazioni dell’Alto Crotonese, la diga venne completata alla fine degli anni ’80, ma non entrò mai in funzione.
“E’ l’autogoverno dei Consorzi di bonifica calabresi a permettere che un invaso destinato  a rimanere un’incompiuta cattedrale nel deserto possa oggi essere un fiore all’occhiello dell’intera provincia cosentina. Dal Sud al Nord Italia siamo impegnati a dare risposte concrete al territorio; come confermeremo anche in occasione della nostra Assemblea Nazionale (5 e 6 Luglio, a Roma), abbiamo centinaia di progetti cantierabili, che migliorerebbero la resilienza delle comunità ai cambiamenti climatici. Noi possiamo solo metterli a disposizione del Paese e della sua classe politica” ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.

EMILIA ROMAGNA: LA PRESA DI BORETTO, EMBLEMA DELLA SICCITA’

A causa dell’emergenza idrica e vista la rilevanza rivestita dal nodo idraulico sul fiume Po, il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha deciso di riunirsi, in via straordinaria, all’interno dell’impianto consortile di Boretto.
Dall’analisi dello stato dell’arte emerge come le complesse manovre eccezionali, effettuate giornalmente con impiego massiccio di uomini, mezzi e risorse economiche, stiano seguitando a garantire la continuità della derivazione, pur se in misura ridotta (60%), ma che le condizioni del fiume potrebbero, nel caso perdurasse l’assenza di significative precipitazioni, imporre eventuali riduzioni.
La “presa” di Boretto riveste un valore fondamentale per l’intero comprensorio irriguo dell’Emilia-Romagna centrale, poiché serve 210.000 ettari di territorio a forte vocazione agricola tra le province di Reggio Emilia, Modena e anche parte della destra mantovana.

NONOSTANTE QUALCHE PIOGGIA L’ITALIA RESTA IN EMERGENZA SICCITA’

LA BEST PRACTICE FERRARESE ED IL TESORETTO D’ACQUA DIMENTICATA IN CALABRIA

“Le piogge delle scorse ore non devono trarre in inganno: utili a ristorare il territorio, concedono solo qualche giorno di tregua alla grande siccità, che sta colpendo ampie zone del Paese;  a rischio c’è anche la produzione agricola della Lombardia, regione leader per valore economico del settore primario”: a ricordarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Non solo – gli ha fatto eco Sandro Folli, Presidente ANBI Lombardia - senza l’irrigazione nelle campagne sarebbero compromessi gli equilibri ambientali dell’intera pianura, compresa la ricarica delle falde sotterranee. La priorità è salvare il primo raccolto e, pur mantenendo severe scelte di razionamento irriguo, è necessario continuare a disporre almeno delle attuali portate dai fiumi, nonostante siano largamente inferiori alle necessità delle colture.”
“Sono ormai inevitabili – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – misure straordinarie come deroghe ai livelli di regolazione dei laghi, ma soprattutto la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale con l’attivazione di una cabina di regia sotto il coordinamento anche impositivo della Protezione Civile. Nell’attesa di decisioni, che paiono ineludibili, sottolineiamo l’esempio virtuoso e le raccomandazioni ai territori, lanciate dall’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici presso l’Autorità di Bacino del Fiume Po.”
In attesa delle scelte del Governo, continua il quotidiano impegno dei Consorzi di bonifica per contrastare la siccità, grazie anche ad ingegnose soluzioni  e tecniche innovative,  frutto di un patrimonio di conoscenza a servizio del territorio.
E’ il caso del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, che sta “riciclando l’acqua” grazie al lavoro di dieci pompe provvisorie che, associate allo spegnimento di alcuni impianti, reimmettono risorsa idrica nella rete di canali, altrimenti destinata a disperdersi in mare.  Il recupero straordinario di quest’acqua permette di mantenere livelli idrici nei canali, compatibili con il servizio irriguo, limitando i disagi per gli agricoltori in gran parte di un territorio da tempo in grave stress idrico.
“Questa manovra idraulica – ha precisato Stefano Calderoni, Presidente dell’ente consortile – è frutto di un difficile equilibrio e si tratta di una situazione limite, che difficilmente potrà essere mantenuta, se i livelli del Po riprenderanno a calare e se non vi sarà la collaborazione di tutti gli utenti.”
Al contempo, nel ferrarese sono state assunte  misure restrittive, in base agli scenari di rischio, come il divieto di metodi irrigui per sommersione su colture diverse dal riso.
“Chiediamo a tutti responsabilità  e parsimonia nell’utilizzo della risorsa idrica: ai cittadini, alle imprese, agli agricoltori – ha proseguito Calderoni - Purtroppo temiamo che il peggio non sia ancora passato.”
Infine, ANBI si fa interprete della richiesta del territorio alla Regione Calabria per sbloccare l'autorizzazione d’uso delle acque, a fini irrigui e idroelettrici, dalla diga di Metramo al Consorzio di bonifica Tirreno Reggino, che attende risposta dal 2015! Si tratta di 30 milioni di metri cubi trattenuti in un invaso in località Castagnara di Galatro, in provincia di Reggio Calabria. L’ente consortile aveva chiesto di poter realizzare le condotte per irrigare 20.000 ettari e, con investimenti privati, una centrale idroelettrica.
“I cambiamenti climatici, le cui conseguenze colpiscono anche la Calabria e la sua economia, non permettono ulteriori rinvii nell'utilizzo multifunzionale di questa preziosa risorsa. Servono nuove infrastrutture, ma la prima soluzione ai problemi del Paese è ottimizzare quanto disponibile, aumentando la resilienza dei territori” ha concluso Francesco  Vincenzi.

FRIULI VENEZIA GIULIA: SICCITA’ E DEFICIT IDRICO

Le piogge hanno portato beneficio al comparto agricolo in ampie zone del Medio Friuli, ma non nell’intero comprensorio gestito dal Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede ad Udine). Restano pertanto valide le ipotesi di riduzione di portata in alcuni canali secondari, fino alla loro completa chiusura, nel caso in cui si ripresentasse una condizione di deficit idrico presso le opere di presa.
Permangono anche le problematiche legate al basso livello delle falde, che potranno aumentare nel medio termine solo grazie ad apporti meteorici frequenti ed alle “morbide” dei corsi d’acqua superficiali, in primis Tagliamento, Torre, Natisone, Cormor”.
A seguito delle precipitazioni sono stati spenti tutti gli impianti di pompaggio ed i pozzi nella zona del Medio Friuli, tranne alcuni impianti nei comuni di Bicinicco, Mortegliano e Lestizza, dove le precipitazioni si sono attestate a quindici millimetri circa, non sufficienti per la chiusura.
Nella Bassa Friulana, viste le scarse precipitazioni, rimangono attivi gli impianti di pompaggio e l’esercizio dell’irrigazione di soccorso, attingendo dai canali di scolo, appositamente invasati dal personale consortile.

VENETO: NON PIU’ RINVIABILE BARRIERA ANTISALE SUL PO

Il Consorzio di bonifica Delta  Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) torna a sollecitare la realizzazione di una barriera anti sale sul fiume Po per far fronte alla risalita del cuneo salino: è di questi giorni, infatti, l’appello agli organi statali e regionali per finanziare la progettazione esecutiva e la realizzazione di un’opera non più rinviabile alla luce dei mutamenti climatici e dei prolungati periodi siccitosi.
La crisi idrica sta evidenziando,  ancora una volta, le problematiche connesse alla risalita del cuneo salino nei rami nel Delta del Po, un fenomeno che si ripresenta con tempi di ritorno sempre più brevi. A Giugno, la portata del fiume ha registrato valori in rapida decrescita, toccando minimi estremi pari a 150 metri cubi al secondo, determinando una veloce e progressiva ingressione del cuneo salino entro i tratti terminali del Grande Fiume (ad oltre trenta chilometri dalla foce) e provocando drastiche interruzioni dei prelievi d’acqua dolce ad uso irriguo.
La situazione di questi giorni ha costretto gli operatori dell’ente consortile ad interrompere totalmente le derivazioni d’acqua dal Po a servizio di 15.000 ettari di terreni agricoli nel comune di Porto Tolle e di circa diecimila ettari nell'isola di Ariano, determinando quindi immediate ripercussioni sul mondo agricolo. Per far fronte a ciò, nelle aree dove servizio irriguo è stato interrotto, l’ente consorziale sta adottando sistemi alternativi, effettuando un razionamento dell'acqua, rimpinguando il più possibile la rete di bonifica, cercando di convogliare l'acqua con attrezzature d’ emergenza.
Considerata la scarsità di risorsa, a volte disponibile anche solo per poche ore nei momenti di bassa marea, la distribuzione avviene in maniera razionata ed "a turnazione" per cercare di servire quante più aziende agricole possibile anche in base alla domanda, al tipo di coltura ed ai limiti imposti dalle condizioni del territorio. Le conseguenze della risalita del cuneo salino nel Delta del Po stanno compromettendo la risorsa acqua per quanto riguarda gli usi idropotabile ed agricolo, determinando inoltre un'alterazione permanente delle falde in un territorio ubicato mediamente circa tre metri sotto il livello del mare e la conseguente perdita delle caratteristiche ambientali, provocando danni permanenti all’ecosistema deltizio.
Il Consorzio di bonifica Delta Po ha già predisposto studi preliminari ed analisi di fattibilità per la barriera antisale di Pila, evidenziando benefici  a tutto il bacino idrografico del fiume.

LIGURIA: SI PROGETTANO NUOVE TECNICHE IRRIGUE PER BATTERE L’EMERGENZA SICCITA’

Il Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia di La Spezia) ha incontrato il mondo dell’agricoltura per fare il punto sul servizio d’irrigazione nel comprensorio (ancora su buoni livelli, nonostante il periodo di siccità generalizzata), rivolgendo lo sguardo anche alle strategie per battere le emergenze climatiche ed assicurare il fabbisogno d’acqua alle esigenze agricole; si è così discusso principalmente su come affrontare i cambiamenti climatici in modo strutturale e non emergenziale, evitando limitazioni al servizio irriguo sotto l’incalzare di prossime emergenze, causate da estate torride. In questi giorni di afa, la distribuzione dell’ “oro blu” per l’agricoltura in Val di Magra sta avvenendo con regolarità.
L’ente consorziale, comunque, ha preparato un piano nell’eventualità si verificasse un’emergenza idrica come avvenne nel 2017. Le associazioni agricole  hanno ricordato che, a prescindere dall’irrigazione, il grande caldo sta assestando colpi durissimi ed in anticipo  al settore olivicolo collinare. Per quanto riguarda la produzione orticola, la situazione è abbastanza sotto controllo, ma la mancanza di pioggia ha aperto un fronte critico, localizzato in Val di Vara, per la produzione di fieno e foraggi.
L’ammodernamento e l’efficientamento della rete irrigua, per aumentare le risorse idriche a disposizione, sono uno dei principali obbiettivi dell’ente consortile. Nel corso della riunione sono stati presentati una serie di progetti consorziali, a vario titolo in corsa per i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.): dalle nuove linee irrigue “a pressione” (ma non sarà del tutto abbandonata la distribuzione a scorrimento attraverso le classiche canalette) alla realizzazione di piccoli invasi, ipotizzati in ex cave a Castelnuovo Magra e Santo Stefano.
Il “Canale Lunense” ha chiesto stretta collaborazione per l’avvio di un censimento delle aziende del territorio, in vista della strategia operativa riguardante la nuova fase strutturale della rete d’ irrigazione; ha anche dato disponibilità a fornire acqua irrigua ad aziende e nuove imprese operanti fuori dal comprensorio, in particolare quelle a monte del canale Lunense.

CAMPANIA: EMERGENZA SICCITA’ E LA SFIDA DEGLI INVASI

Quella in corso è senz’altro la siccità più critica in anni recenti, peggiore persino delle annate con siccità record: 2003, 2011, 2015, 2017; non solo non piove, ma siamo oppressi da un costante aumento delle temperature e delle ondate di calore, particolarmente pregiudizievoli per le produzioni agricole e zootecniche.
Purtroppo, da qualche decennio, per via dei cambiamenti climatici, la siccità sta diventando ripetuta normalità con crescenti danni all’economia ed all’ambiente. Sulla questione è intervenuto anche il Presidente di Regione Campania, Vincenzo De Luca che ha dichiarato: “Vorrei varare un grande piano per la realizzazione di una decina di invasi collinari e concentrare l’attività della Regione su obbiettivi di medio-lungo periodo dal punto di vista delle risorse idriche.”
Condividendo la presa di posizione, il Consorzio di bonifica Vallo di Diano e Tanagro (con sede a Sala Consilina, in provincia di Salerno) ha inviato una specifica nota alla Regione e con la quale si è fatto presente che l’ente consortile è alle prese con la sfida degli invasi già da 2 anni e che da poco più di un mese ha ottenuto un finanziamento di 2 milioni di euro dal Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali per la progettazione di opere irrigue strategiche di rilevanza nazionale, tra cui la diga di Casalbuono.
Concentrare ed accelerare gli investimenti sulle infrastrutture irrigue,  in grado di accrescere la resilienza dei territori rispetto ai sempre più evidenti e devastanti impatti della siccità, è l’unica risposta possibile per affrontare in maniera strutturale e con efficacia i problemi di scarsità idrica, superando in questo modo la logica delle emergenze.

TOSCANA: PIU’ SICURO L’ACCESSO IN CITTA’

Il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) è intervenuto sul torrente Sorra per la manutenzione ordinaria sul tratto, che scorre a ridosso delle abitazioni a Pian delle Fornaci, nel comune di Siena. L’intervento prevede la decespugliazione manuale della vegetazione erbacea e la messa in sicurezza della strada provinciale 73 bis, sotto la quale scorre il torrente ed è molto trafficata, dando accesso alla città.

LAZIO: SOTTOSCRITTO ESEMPLARE ACCORDO

E’ stata siglata un’importante convenzione tra il Comune di Tarquinia ed il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma); oggetto dell’intesa: i lavori di manutenzione di opere di scolo di competenza comunale.
L’accordo, che ha valenza per il corrente anno, nasce dalla necessità di poter dar seguito alla richiesta dell’Amministrazione Comunale di poter assicurare alcuni delicati interventi legati allo sfalcio delle banchine e delle cunette anche con l’utilizzo degli escavatori consortili in caso di  necessità.
A margine dell’intesa si è aperto un confronto su ulteriori azioni, che i due enti analizzeranno nelle prossime settimane per verificarne la pronta fattibilità.
Il Sindaco, Alessandro Giulivi, Vicepresidente di ANCI Lazio, ha assicurato che si farà portavoce in questo importante consesso associativo , al fine di poter duplicare interventi come quelli pianificati nel comune etrusco anche in altre realtà laziali.

CAMPANIA: COLLABORAZIONE ANBI – REGIONE

La presentazione dell’aggiornamento del Piano di classifica del Consorzio di bonifica Napoli e Volla (con sede nel capoluogo regionale campano), ospitata all’Università di Napoli «Parthenope», è stata occasione per 2 eventi importanti: Regione Campania ha chiesto aiuto ad ANBI regionale per lanciare un piano invasi, rivolto ad affrontare in maniera strutturale il problema della siccità; ANBI Campania, Centro Studi sulle bonifiche nell’Italia Meridionale (Cesbim) ed A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Campania hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per rilanciare la collaborazione tra Comuni e Consorzi di bonifica.
Il Vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, ha illustrato le azioni, che la Regione Campania intende al più presto mettere in campo per risolvere, nel medio termine, l’ormai ricorrente problema della scarsità della risorsa idrica che, proprio in questi giorni, sta assumendo caratteri drammatici in molte regioni d'Italia.
La proposta di Regione Campania  è quella di far ricorso ad "invasi minori" da realizzare laddove possibile in tutto il territorio regionale, principalmente ad uso irriguo, ma anche potabile, idroelettrico e ambientale.
“La soluzione prospettata – ha commentato il Presidente ANBI Campania, Vito Busillo - ricalca esattamente il Piano Invasi, che ANBI  ha concepito già alcuni anni or sono e portato avanti con costanza ed insistenza su tutto il territorio nazionale, raccogliendo unanimi consensi e, da qualche anno, importanti finanziamenti”.
E’ stato anche sottoscritto il Protocollo d'Intesa tra ANBI Campania, ANCI Campania e Cesbim (Centro Studi sulle bonifiche nell’Italia meridionale. L’accordo regolamenta regionalmente l’accordo nazionale siglato tra ANCI e ANBI, per l’avvio di una proficua collaborazione finalizzata per la costruzione della cosiddetta rete delle “Città dell’Acqua”.

VENETO: RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE

Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) dà il via al progetto di riqualificazione ambientale del basso corso del fiume Marzenego per la riduzione ed il controllo dei nutrienti sversati in laguna di Venezia.
L’intervento, finanziato dalla Regione Veneto con 5 milioni di euro, prevede la deviazione del corso d’acqua, nel tratto che prende il nome di Osellino, all’interno della nuova varice già predisposta su lato sinistro. In una prima fase verranno aperti i varchi sull’attuale argine del fiume, necessari a consentire il transito dell’acqua ed il passaggio delle imbarcazioni nel nuovo tracciato; nella fase successiva si provvederà all’opera di rinterro dell’alveo attuale con la creazione di un’area golenale.
Per la prima fase, l’ente consortile stima una settimana di lavoro, salvo imprevisti; più complesso il secondo intervento, che richiederà qualche settimana di lavoro.

TOSCANA: SABATO DELL’AMBIENTE, VOLONTARI AL LAVORO SU 10 CORSI D’ACQUA

Alle ore 7 del mattino è iniziata la prima operazione di pulizia e monitoraggio dei corsi d'acqua del “Sabato dell'Ambiente” in Lucchesia, organizzata dal Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca).
I volontari del circolo Legambiente Capannori e Piana Lucchese sono partiti per rimuovere i rifiuti lungo i canali Giallo e Nuovo, nonché lungo i rii Nocella e Arnolfini. Oltre ai rifiuti, i volontari hanno monitorato argini, griglie e prese d'acqua.
Poco dopo le 8.30 sono invece partite le squadre della VAB di Lucca (torrente Visona nel tratto di Sant'Andrea di Compito) e dei Donatori Fratres di San Ginese e Colognora (zona di via delle Barche). Nonostante il caldo di questi giorni, decine di persone si sono mobilitate per prendersi cura dell'ambiente e del territorio.
Sul fiume Serchio, in zona Nave, sono intervenuti i volontari dell'associazione Percorso in Fattoria - Riva degli Albogatti che hanno controllato il greto del fiume. Una ruota di un'automobile è stata estratta dal fosso Frizzone dove a ripulire gli argini sono arrivati i volontari del gruppo Donatori di sangue Fratres di Paganico.
Al lavoro, anche Anpana (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente) sul torrente Freddana e l'associazione Natura di Mezzo, che ad Altopascio ha operato sulla Gora del Mulino e sul fosso Giardino. La giornata di pulizia di fiumi, torrenti e canali è proseguita con 2 interventi pomeridiani condotti dall'Associazione donatori Fratres di Lunata sul canale Ozzoretto e dall'associazione Il Faro, in località Carraia.
L'ultimo intervento verrà effettuato questo week-end dalla sezione di Vorno dell'associazione La Racchetta.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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