Anno XXIV, n. 15 venerdì, 22 aprile 2022

GIORNATA DELLA TERRA: “GARGANO GREEN COMMUNITY” PROGETTO PARTECIPATIVO PER UN TERRITORIO

VINCENZI: “MA CHE FINE HA FATTO LA LEGGE CONTRO IL CONSUMO INDISCRIMINATO DI SUOLO?”

“In occasione della Giornata della Terra,  torniamo a chiedere, come ormai da troppi anni: che fine ha fatto la legge contro il consumo indiscriminato di suolo, dispersa nei meandri parlamentari? E’ bene ricordare che in Italia continuiamo a cementificare o abbandonare 14 ettari al giorno, aumentando le difficoltà di un territorio già fragile, dove il 94% dei comuni è ormai toccato dal rischio idrogeologico”: è pressoché un mantra, quanto continua a ricordare Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Intanto, arriva dal pugliese Gargano la “best practise” resa nota dall’ANBI in occasione della Giornata della Terra.
Con il progetto “Gargano Green Community”, il locale Consorzio di bonifica montana si pone l’obbiettivo di guidare la transizione dell’economia territoriale verso la sostenibilità, valorizzando  tradizione, cultura ed economia circolare.
Le amministrazioni e le aziende aderenti alla “Green Community”  lavoreranno su progetti utili a rendere maggiormente fruibile ed attrattivo il territorio, puntando a nuove forme di turismo naturalistico attraverso la promozione della mobilità ecocompatibile, promuovendo il benessere e la salute, grazie ad un migliore habitat, in cui vivere.
“Forti dei principi di autogoverno e sussidiarietà – ha commentato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano – i Consorzi di bonifica ed irrigazione si confermano elementi, propulsori di un nuovo modello di sviluppo, che abbia il territorio al centro, superando l’evidente schizofrenia di una società, dove alle affermazioni di principio non seguono azioni coerenti. La gestione del suolo abbisogna di una visione politica di medio-lungo termine, difficile a trovarsi nell’Italia contemporanea.”
“Il nostro, infatti, è un progetto strategico, che vogliamo presentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alla Regione Puglia, affinché ne garantiscano la continuità anche negli anni a venire – ha evidenziato Michele Palmieri, Presidente Consorzio di bonifica montana Gargano - Partendo da storia e tradizioni contadine, legate alla sostenibilità delle produzioni  locali, al riciclo ed al riuso dei materiali, vogliamo proiettarci nel futuro, coinvolgendo l’intera comunità garganica in nuovi modelli di consumo e compatibilità ambientale. La creazione di una comunità di cittadini responsabili è la nuova sfida da aggiungere ai progetti ambientali, puntando soprattutto sui giovani,  che saranno protagonisti in iniziative di cittadinanza attiva con un’attenzione particolare per le aree interne.”


CAMPANIA: EARTH DAY 2022 CONSORZI DI BONIFICA SENTINELLE DELL’AMBIENTE

“Tutelare la risorsa acqua, utilizzarla incrementando la capacità di resilienza dei territori, aumentare le superfici irrigue, pari oggi 104.570 ettari, usando meno acqua ed al tempo stesso operare per la tutela del paesaggio e per la difesa idrogeologica dei 286.000 ettari di terreni serviti da opere di scolo: è questa l’ opera costante dei Consorzi di bonifica della Campania – si legge in una nota – che da sempre inverano quella, che oggi è chiamata economia circolare e che da sempre è  il faro, che guida le opere ed il lavoro dei bonificatori: l’utilizzo ottimale della risorsa. I Consorzi di bonifica – ricorda ANBI  Campania – sono oggi più che mai protesi verso la sperimentazione di nuove tecnologie per affinare ulteriormente la missione affidata dal legislatore: dall’ordinato decorso delle acque ed il razionale sfruttamento dei suoli agricoli fino all’adozione delle migliori pratiche per l’agricoltura, come l’ottimizzazione di sostanza organica e di nutrienti: tutto questo serve a preservare non solo la produzione agricola, ma l’intero agrobioecosistema”.


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

SICCITA’ SEMPRE PIU’ GRAVE LA CONDIZIONE DEL PO GRANDE PREOCCUPAZIONE PER LA STAGIONE AGRICOLA

In uno scenario idricamente deficitario (Piemonte e Lombardia sono le regioni maggiormente in crisi secondo l’indice SPI - Standardized Precipitation Index nei primi 3 mesi del 2022), i primi caldi rappresentano un problema in più, poiché l’evapotraspirazione riduce i benefici delle sporadiche piogge primaverili, laddove neanche lo scioglimento dello scarso manto nevoso riesce a contrastare la crescente siccità.
A segnalarlo è il settimanale report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che indica come continui anche  la discesa dei livelli dei  maggiori laghi subalpini: il Maggiore  è 80 centimetri al di sotto della media storica e in una settimana è sceso  dal 30% al 22,7 % di riempimento; dopo aver registrato alcuni minimi storici, il Lario è ora al  6,5% del proprio potenziale volume , mentre anche il livello del Garda è in repentino calo, scendendo sotto il 70% della capacità d’invaso.
In Lombardia si stanno già dissolvendo i recenti, seppur  esigui apporti di neve, il cui manto, in una sola settimana, è calato del 21,65%, assestandosi a  -66,7% sulla media del periodo; a ben rappresentare il quadro complessivo di sofferenza idrica è soprattutto la condizione del fiume Adda, la cui portata è in ulteriore calo a quasi la metà di quanto registrato nel 2017, la peggiore annata in tempi recenti.
Se in Valle d’Aosta lo scioglimento della neve (a Courmayeur , l’altezza del manto è scesa, in 7 giorni, da cm. 60.50 a cm. 25,50 contro una media storica di cm.85) sta ristorando le portate della Dora Baltea e del torrente Lys, in Piemonte i flussi dei fiumi sono largamente inferiori allo scorso anno (Tanaro: oggi, mc/sec.23,1; Aprile 2021, mc/sec 83,9).
Non fa eccezione il Po, classificato in condizione di estrema siccità idrologica e le cui portate sono addirittura inferiori a quelle registrate nelle estati più torride: al rilevamento di Piacenza il record negativo era di 232,34 metri cubi al secondo, registrato il 9 Agosto del siccitosissimo 2017; oggi si è scesi a mc/sec 170,6! Stesse performance con il segno meno si registrano a Cremona e Boretto.
Restando in Emilia-Romagna, oltre ai territori compresi nei bacini montani tra i fiumi Parma e Trebbia, entrano in zona rossa anche le aree  a Nord della foce del Reno, dove dall’inizio dell’anno idrologico (1° ottobre) sono caduti solamente 191 millimetri di pioggia e la siccità sembra essere diventata ormai endemica  (da Gennaio 2021 si sono registrati appena  mm. 471 di pioggia). A soffrirne sono principalmente i fiumi, che perlopiù ristagnano con portate largamente sotto media (Secchia, Enza e Trebbia stabiliscono il nuovo minimo storico), così come il volume idrico invasato nei bacini piacentini di Mignano e Molato.
In Veneto, dove si è alla vigilia dello stop al 50% dei prelievi irrigui, sono  decrescenti i livelli di tutti i corsi d’acqua:  esemplare è il livello dell’Adige, ridotto  di ulteriori 35 centimetri in 7 giorni.
“Le paventate restrizioni ai prelievi irrigui influiranno significativamente sulle produzioni agricole proprio nel momento, in cui le emergenze pandemica e bellica pongono l’autosufficienza alimentare come elemento centrale per il futuro del Paese – ha osservato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Così come si stanno cercando soluzioni energetiche alternative, è indispensabile avviare urgentemente un piano per adeguare ed implementare un conclamato asset strategico come le infrastrutture idrauliche.”
“Vista anche la multifunzionalità delle nostre proposte per nuovi invasi, contiamo che su questo obbiettivo possa evidenziarsi quella coesione nazionale, che, nonostante le priorità di legge, spesso latita fra interessi concorrenti di fronte a risorse idriche insufficienti” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Permangono sotto media i principali corsi d’acqua della Toscana: il Serchio è al 25% ca. della portata, l’Ombrone al 30% ca., il Sieve al 50% ca.
Le portate fluviali decrescono complessivamente anche in Centro Italia, seppur in maniera disomogenea: a stare meglio sono le Marche, dove le portate fluviali sono in linea con gli anni scorsi mentre, nel Lazio, l’Aniene registra una portata più che dimezzata rispetto alla media storica ed il Sacco è al minimo dal 2017.
In Abruzzo, nonostante il deficit pluviometrico di Marzo, il bacino della diga di Penne è al massimo livello in anni recenti a conferma dell’inversione di tendenza, registrata  sul versante adriatico centro-meridionale dall’autunno 2021 dopo un’annata idrologicamente negativa. In Campania crescono mediamente i livelli dei fiumi Garigliano, Sele e Volturno.
In Basilicata, dove la stagione irrigua è avviata da settimane, i volumi idrici invasati si riducono di quasi 5 milioni di metri cubi, scendendo leggermente sotto quanto trattenuto lo scorso anno; curiosamente analogo quantitativo d’acqua è invece  l’incremento registrato nei bacini d Puglia, dove l’invaso di Capacciotti raggiunge, per il secondo anno consecutivo, il massimo livello  consentito.
In Calabria, Aprile ha mediamente portato finora circa trentatre millimetri di pioggia, consentendo volumi invasati nella media.
In Sicilia, i volumi invasati sono complessivamente superiori di circa novantadue milioni di metri cubi a quelli dell’Aprile 2021;  le precipitazioni sono stati più abbondanti in provincia di Palermo (mm. 50,3 sulla città capoluogo), nel Siracusano (mm. 53,6 sull’antica Ortigia) ed  a Messina (mm. 43,1), mentre ha piovuto meno nell’entroterra (mm.7 a Caltanissetta, mm. 19,3 ad Enna), a Catania (mm. 22 caduti, però,  in un solo giorno) e ad Agrigento (mm. 4).
In Sardegna, infine, ad Aprile sono caduti mediamente 23 millimetri di pioggia; nei bacini della regione, però, mancano all’appello circa novantaquattro milioni di metri cubi pari indicativamente al 5%.


LE CONSEGUENZE DELLA SICCITA’:

VERSO L’IRRIGAZIONE DIMEZZATA IN VENETO A RISCHIO 6 MILIARDI DI PRODUZIONE AGRICOLA

A causa della siccità, il Veneto si accinge ad assumere drastici provvedimenti  restrittivi sugli utilizzi idrici: è attesa a breve la decisione della Regione di dimezzare i prelievi a fini agricoli in quasi tutti i bacini idrografici (unica eccezione, il Brenta: -40%); ad anticiparlo è l’ANBI.
“Nonostante le conseguenze dei cambiamenti climatici siano evidenti da tempo, si è finora disattesa la necessità di infrastrutturare il territorio, soprattutto nel Nord Italia, con bacini capaci di trattenere le acque di pioggia, rispondendo così ad esigenze agricole, idrogeologiche, energetiche, ambientali ed alla bisogna anche idropotabili – ha commentato  Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Nel Veneto, in particolare, ci sono molte cave dismesse, che potrebbero essere destinate a tale scopo, in tempi relativamente brevi.”
D’altronde, in assenza di significative piogge, i dati sullo stato dei fiumi non ammettono scampo: Brenta, Bacchiglione ed Astico hanno segnato o stanno per segnare il minimo storico del periodo.  Ancora più preoccupante è la condizione dell’Adige, vittima di una crescente intrusione salina, che pregiudica le falde più vicine alla foce; non solo:  ulteriori problematiche potrebbero derivare dal fatto che, nel caso permanesse la presente congiuntura climatica, le portate necessarie ai prelievi irrigui, seppur fortemente ridotti, potrebbero essere raggiunte solo con l’apporto aggiuntivo di risorse idriche, attualmente nelle disponibilità dei bacini montani delle Province autonome di Trento e Bolzano.
“E’ l’evidente esempio di interessi concorrenti su una risorsa scarsa, nonostante la legge preveda che, dopo l’uso idropotabile, sia prioritario quello agricolo. È un contrasto, che assume i caratteri della drammaticità, se consideriamo che autosufficienza alimentare ed energetica sono entrambi obbiettivi, che le emergenze pandemica e bellica hanno reso prioritari per il Paese – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Entro breve, presenteremo i primi progetti del cosiddetto Piano Laghetti, lanciato con Coldiretti e che fa seguito al Piano Invasi, redatto nel 2017 con l’allora Struttura di Missione #italiasicura. Speriamo che questa volta si destinino le necessarie risorse per quello, che la realtà dimostra essere ormai un asset strategico.”
“Alla luce dell’attuale, difficile situazione, i Consorzi di bonifica sono impegnati anche nel sensibilizzare gli agricoltori ad utilizzare software per il miglior consiglio irriguo, come Irriframe, preparandosi alla riduzione di disponibilità idrica – ha evidenziato  il Presidente ANBI Veneto, Francesco Cazzaro – È comunque surreale che 6 miliardi di euro della produzione agricola veneta siano a rischio, perché non siamo in grado di attrezzarci di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici con crescenti periodi siccitosi. È evidente che non possiamo più perdere neanche una goccia di pioggia e che è necessario avviare un piano per la realizzazione di bacini  per lo stoccaggio delle acque.”


VENETO: BENE LETTERA DI ZAIA A DRAGHI PER RISPOSTA VELOCE A CRISI IDRICA

“I Consorzi di bonifica plaudono alla richiesta del Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, al Presidente del Consiglio, Mario Draghi e al Capodipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, di valutare la dichiarazione di “stato di emergenza” per la crisi idrica.
La strada intrapresa del Presidente, Zaia, è l’unica soluzione possibile per dare una risposta immediata alla crisi in atto. Nel frattempo, i Consorzi di bonifica, efficientando al meglio la distribuzione della poca risorsa idrica disponibile nelle campagne, stanno cercando di limitare i danni per l’agricoltura che, in mancanza di precipitazioni significative, potrebbero essere enormi”.
Ad affermarlo in una nota è ANBI Veneto, che prosegue: “Ragionando al di là dell’emergenza, è chiaro che serve un piano strategico per l’irrigazione, indirizzato a costruire una grande rete di invasi, articolata su più livelli: dal riutilizzo delle cave dismesse  ai bacini di pianura, dalla realizzazione di laghetti interaziendali alla ricerca di ulteriori forme di raccolta idrica come la possibilità di bacinizzare fiumi e canali, utilizzandoli, ove possibile, anche come superfici  per il posizionamento di pannelli fotovoltaici galleggianti”.


EMILIA ROMAGNA: VIGNETTE CONTRO LO SPRECO IDRICO

La siccità prolungata, solo parzialmente compensata da scarse piogge, sta mettendo a dura prova, in avvio di stagione irrigua, tutto il mondo agricolo e stimola i Consorzi di bonifica a mantenere l’attenzione altissima sui periodici indicatori idro-meteo-climatici in funzione dei bisogni delle imprese rurali.
Queste motivazioni hanno spinto il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”), in occasione della Giornata della Terra, a rilanciare il claim 2022 “Investi nel nostro pianeta”. Proprio per sensibilizzare maggiormente e meglio tutti gli utilizzatori, ma anche la cittadinanza intera, l’ente consorziale, oltre ad invitare alla consultazione della sezione dedicata al regolamento dell’irrigazione sul proprio portale (http://www.bonifica.pr.it/irrigazione/),  ha deciso di estendere la conoscenza delle norme legate alle buone pratiche dell’attività irrigua, grazie ad una serie di vignette esemplificative, realizzate da Anna Pini, nota illustratrice mantovana; le vignette saranno postate sui canali social della “Bonifica Parmense” (Facebook, Instagram e LinkedIn) ogni venerdì a partire da oggi, 22 Aprile.
Grazie al nuovo ed aggiornato regolamento per l’irrigazione, introdotto già la scorsa primavera in periodo emergenziale, l’ente consorziale ha potuto monitorare e stimare performances operative di ottimo livello; il risparmio generato con l’applicazione del modello di distribuzione della risorsa idrica garantisce, con maggiore precisione, che l’acqua, che arriva al campo, sia quella effettivamente necessaria e che l’utente consorziato paghi proporzionalmente a ciò, che realmente consuma.

TOSCANA: INTERVENTO POLIFUNZIONALE SULLA PESA

A San Vincenzo a Torri, in comune di Scandicci, si è inaugurata la nuova variante stradale: un’opera, che non serve soltanto a spostare gran parte del traffico all’esterno dell’abitato, ma che riguarda anche il tema della sicurezza idraulica dell’intera bassa valle del torrente Pesa.
Fin dalle prime fasi, infatti, l’allora Provincia di Firenze (oggi Città Metropolitana) e l’allora Consorzio di bonifica Colline del Chianti (oggi Consorzio di bonifica Medio Valdarno, con sede a Firenze) decisero per una progettazione integrata, che ottimizzasse i risultati: realizzare la nuova viabilità, ricavare più spazio per le pertinenze fluviali ed una nuova cassa di espansione a contenimento delle piene del Pesa.
Anche dal punto di vista idraulico e ambientale dunque l’opera appena inaugurata centra diversi obiettivi: è stata una realizzazione “circolare” e dunque ambientalmente più sostenibile, perché le terre scavate per abbassare le aree destinate a cassa di espansione sono servite per formare il terrapieno stradale; la cassa di espansione è un’ottima risorsa idraulica, in caso di eventi particolarmente importanti, perché entra in funzione, quando il livello del torrente Pesa è talmente alto che le sue acque risalgono verso il Fosso delle Fonti e di qui entrano nella cassa di espansione; viene delimitato uno spazio tra il corso d’acqua e la nuova viabilità, di cui ci si aspetta una progressiva rinaturalizzazione fluviale, con spazi di libera laminazione delle piene e nuovi habitat per piante e animali; con la nuova strada si è realizzata anche una pista ciclabile, che si riconnette con il percorso naturalistico, che interessa quasi tutti i 54 chilometri di lunghezza del torrente Pesa.
Questo è un esempio della progettazione circolare integrata che l’ente consortile sta sempre più ricercando per le nuove opere idrauliche, secondo il fondamentale principio della resilienza e della sostenibilità ambientale, al centro anche del locale Contratto di Fiume della Pesa.


EMILIA ROMAGNA: MESSI IN SICUREZZA IDRAULICA 21.000 PERSONE E 7200 ETTARI

Il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia)prosegue nell'attività di manutenzione delle canalizzazioni, completando la ricostruzione dell’argine del canale di Risalita, capillare elemento della rete consortile dalla duplice funzione, scolante ed irrigua: un intervento lungo, articolato, a tratti complesso, resosi necessario a seguito delle criticità meteorologiche che, nel Dicembre 2020, si erano abbattute su buona parte dei comprensori gestiti dall’ente.
Ora, grazie al finanziamento di 170.000 euro della Regione Emilia Romagna, è stato completato il primo stralcio di una serie di interventi di messa in sicurezza arginale (prossimamente anche sullo scolo Bruciate e sul canale Moranella) in provincia di Reggio Emilia, ponendo  in sicurezza il territorio compreso tra i comuni di Poviglio, Castelnovo Sotto e Campegine: un comprensorio. in cui risiedono 21.000 abitanti e dove il canale di Risalita, oltre alla funzione scolante, viene invasato per l’irrigazione durante il periodo estivo e, attraverso vari impianti di sollevamento, porta l’acqua in un areale vasto oltre settemiladuecento ettari, con una folta presenza di prati stabili e colture tipiche, tra cui varie tipologie di seminativi. Il canale Risalita, che scorre nella bassa pianura reggiana da Campegine a Poviglio, attraversando il comune di Castelnovo Sotto, drena un’importante porzione di territori della media pianura (circa ottocentonovantotto ettari), compresi tra il torrente Enza ed il torrente Crostolo.
Le sue arginature, già molto strette e ripide, hanno subito notevoli danni  a Campegine; l’intervento di ripristino e messa in sicurezza delle sponde si è concentrato nel tratto maggiormente compromesso attraverso l’ampliamento del corpo arginale.


TOSCANA: MANUTENZIONE CONTINUA

Proseguono gli interventi del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto), inseriti nel Piano della Bonifica 2022.
Lavori di manutenzione ordinaria hanno riguardato il fosso Madonna Nicola a Capalbio: attraverso la rimozione della vegetazione infestante è stato ripristinato il regolare scorrimento delle acque verso valle, limitando il rischio idraulico; i lavori hanno interessato un tratto di circa due chilometri.


VENETO: EFFICIENTAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE IRRIGUA

Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova), al fine di ottimizzare la distribuzione della risorsa idrica, realizzerà un intervento sul bacino Trezze nei comuni di Codevigo e Chioggia, rispettivamente nelle frazioni di Conche e di Valli. Si prevede la sostituzione di circa dieci chilometri di canalette a cielo aperto con un impianto di distribuzione irrigua, tubato in bassa pressione per fornire acqua alle aziende in maniera più efficiente.
È un intervento fondamentale per una zona con un elevato numero di aziende agricole; non solo: l’ intervento è importante anche dal punto di vista ambientale, perché contribuirà al disinquinamento della laguna, riducendo l’apporto di azoto e fosforo in eccesso. Si attende ora il decreto regionale di approvazione per procedere con l’appalto dei lavori.
Grazie a quest’opera si potranno risparmiare circa novecentomila metri cubi d’acqua all’anno. Per quanto riguarda la rete irrigua del bacino Trezze, l’ente consorziale ha già provveduto a realizzare un primo importante intervento: il rifacimento del ponte canale della roggia Barene sul canale Montalbano, permettendo di aumentare la portata d’acqua per l’area di Valli di Chioggia.


GARGANO A MESTRE

Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, concluderà, nella tarda mattinata di venerdì 29 Aprile p.v., il convegno “Sponde, rive, argini e banchine. Il passaggio è a regola d’arte”, organizzato a Venezia Mestre dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive; l’incontro si terrà al Centro Culurale Candiani.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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