Anno XXIV, n. 9 lunedì, 14 marzo 2022

MARTEDI’ 15 FOCUS SULL’ITALIA IDRICAMENTE ROVESCIATA

In vista del Centenario del Congresso di San Donà di Piave, si terrà martedì 15 Marzo p.v. dalle ore 11,00, in sede ANBI a Roma, una conferenza stampa dal titolo “Focus sull’Italia idricamente capovolta (siccità al Nord, piogge e neve al Sud)”. Interverranno: Dalila Nesci, Sottosegretario a  Sud e Coesione Territoriale; Francesco Vincenzi, Presidente ANBI; Gianpaolo Vallardi, Presidente Commissione Agricoltura Senato; Filippo Gallinella, Presidente Commissione Agricoltura Camera; Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI; Elisabetta Novello, Docente Università Padova.

L’ITALIA IDRICAMENTE CAPOVOLTA

E’IN SICILIA LA ZONA PIU’ UMIDA D’ITALIA MENTRE AL NORD CONTINUANO A DIMINUIRE LE DISPONIBILITA’ D’ACQUA PER IL TERRITORIO

E’ ormai  il CentroSud l’area complessivamente più “bagnata” d’Italia: la conferma arriva dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, analizzando i dati annuali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR IBE Climate Service), che indica  come il catanese, nell’area orientale della Sicilia, sia addirittura la zona più umida d’Italia, avamposto di una progressiva tropicalizzazione del clima.
“Incrociando i dati – ha commentato  Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – emerge in grande evidenza la priorità del problema infrastrutturale per l’isola, dove è necessario non solo raccogliere l’acqua piovana, riducendo il rischio idrogeologico, ma poterla trasferire in quelle zone, che sono paradossalmente a rischio desertificazione.”
E’ il percorso del fiume Po, invece,  a certificare la “grande sete” del Nord Italia: la leggera ripresa di portata a monte scompare lungo il percorso, non riuscendo ad incidere sui flussi, che dal tratto lombardo-emiliano fino al delta segnano i nuovi record di minimo storico; ne è campione il rilevamento di Piacenza (-69% sulla media mensile), dove portate invernali così ridotte sono pari a quelle registrate tra fine Giugno ed inizio Luglio di un anno molto siccitoso come il 2021.
L’analisi dei dati piemontesi (le principali portate fluviali sono più che dimezzate rispetto allo scorso anno) ben disegna scenari di grande preoccupazione idrica. A Febbraio le precipitazioni sono calate dell’87,1% sulla media (con punte anche oltre -90%) dopo un Gennaio, che aveva registrato addirittura -92,7%.  Le temperature massime, nel mese scorso, in quasi tutta la regione sono state tra i 4 e i 5 gradi superiori alla media, mentre minime sono state le precipitazioni nevose nei bacini di Ticino, Cervo, Stura di Lanzo, Maira e nei settori delle Alpi Pennine, Graie e Cozie.
Si parla addirittura di siccità estrema per il Canavese, dove è prosciugato il lago di Ceresole ed il fiume Orco ha una portata pari a 2,7 metri cubi al secondo contro i mc./sec. 6,6 dell’anno scorso ed i mc./sec. 10,8 del 2020.Una situazione di inusuale siccità si sta registrando in Valle d’Aosta, dove ai minimi livelli della neve si accompagna l’assenza di precipitazioni, che si riflette sul calo di portata della Dora Baltea, che scende sotto il livello dello scorso anno (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).
Situazione idrica largamente deficitaria anche in Lombardia, dove le riserve nivali segnano -53,5 % sulla media (fonte: ARPA Lombardia) ed il fiume Adda tocca il minimo del decennio. Nel  grave panorama del Nord Italia non fa eccezione il Veneto: a Febbraio sono caduti 29 millimetri di pioggia (solo mm. 3 a Rovigo), corrispondenti a -52% sulla media storica (-70% nei bacini di pianura di Livenza, Piave, Lemene, Fissero-Tartaro-Canal Bianco, Tagliamento). 
L’indice SPI (Standardised Precipitation Index) di medio periodo (6 mesi) evidenzia siccità severa nel quadrante sud-orientale della regione e addirittura siccità estrema nelle province di Venezia, Padova e Rovigo. Per quanto riguarda la neve, il deficit sulle Dolomiti è pari al 30%, mentre sulle Prealpi sale al 45%.
In questa situazione critica, i livelli di tutti i fiumi inevitabilmente precipitano addirittura sotto i livelli del siccitoso 2017: l’Adige è 90 centimetri più basso dell’anno scorso ed il Brenta è a -1 metro e mezzo. Tra i grandi laghi, anche il Garda decresce, avvicinandosi al dato medio, sotto il quale sono da tempo gli altri specchi lacustri come l’Iseo, cui mancano all’appello 83 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla media storica. In Emilia Romagna calano ulteriormente i già esangui corsi d’acqua appenninici e le dighe piacentine contengono meno della metà dei volumi dello scorso anno, scendendo ampiamente sotto la media decennale. Nella zona ferrarese  del Nord Reno, con soli 12 millimetri di pioggia caduta in 2 mesi,  si sfiora lo stato di siccità estrema.
“Le conseguenze dell’emergenza idrica, che si sta evidenziando nel Nord della Penisola, rischiano di impattare pesantemente su due criticità del sistema Paese, evidenziate dalle emergenze pandemica ed ora bellica: l’autosufficienza alimentare ed energetica – ha segnalato Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI– Nell’immediato occorrono politiche di coesione fra tutti i soggetti interessati e che, nel rispetto delle priorità di legge, garantiscano il miglior utilizzo dell’acqua disponibile; contestualmente bisogna avviare investimenti per nuovi invasi multifunzionali.”
Idricamente aggregata al Nord Italia è ormai la Toscana, dove i fiumi soffrono da molti mesi ed hanno portate ridotte a meno del 25% della media (Arno: mc/sec 24,10 contro uno storico mensile pari a mc/sec 104,94). Un caso di studio sta diventando l’Ombrone (a lungo l’anno scorso sotto il Minimo Deflusso Vitale), nel cui bacino le precipitazioni scarseggiano anche quando il resto della Toscana è interessato da perturbazioni; esemplare il caso della località grossetana di Rispescia, dove dall’inizio dell’anno sono caduti solo 33,4 millimetri di pioggia (-76,66%), contro i mm. 161,2 dell’anno scorso ed i mm. 143,08 della media decennale.
Nelle Marche i fiumi hanno portate in calo, ma in linea con gli anni scorsi, mentre i bacini regionali  registrano invece un aumento dei volumi, superiore al milione e mezzo di metri cubi e le ultime precipitazioni hanno riequilibrato gli indici SPI di breve periodo anche nelle province (Macerata ed  Ascoli), che stavano maggiormente soffrendo.
In Umbria, a Febbraio sono caduti meno di quarantadue millimetri di pioggia; i livelli del lago Trasimeno e del bacino di Maroggia sono ai minimi del decennio così come il fiume Tevere al rilevamento di Monte Molino, nella bassa valle: m.0,50 a fronte di una media storica di m.1,39. Nel Lazio, le portate dei fiumi Liri-Garigliano e Sacco sono ai minimi dal 2017. In Campania, i livelli idrometrici dei fiumi Sele e Sarno sono in aumento, in discesa invece i livelli del Volturno mentre il Garigliano è ai minimi dell’ultimo quinquennio. Si segnalano in lieve ripresa i volumi dei bacini del Cilento, mentre è in calo il lago di Conza (entrambi, però, abbondantemente sotto i livelli dell’anno scorso). Smentendo la storia idrologica del Paese, al Sud si incontra una situazione sorprendentemente positiva.
In Basilicata, bagnata da abbondanti piogge, le disponibilità idriche sono aumentate di quasi sedici milioni di metri cubi in una settimana, pur rimanendo complessivamente  al di sotto dell’ottimo 2021(fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale). In Puglia (a Febbraio, sulla Capitanata, sono caduti 84 millimetri di pioggia contro una media di  mm. 38), il volume d’acqua, trattenuto nei serbatoi, è cresciuto di 22,6 milioni di metri cubi in 7 giorni. Confortanti ed in media con gli anni scorsi sono i volumi idrici, trattenuti negli invasi della Calabria.
Infine, è sostanzialmente in media con gli anni scorsi la situazione della Sardegna dove, dopo un Gennaio particolarmente asciutto (-50% di piogge con punte di -75% in Nurra, Olbiense ed aree centrali dell’isola), le disponibilità idriche sono comunque calate di oltre duecento milioni di metri cubi rispetto ad un anno fa (fonte: Autorità di bacino regionale della Sardegna).



 

VENETO: GRAVE EMERGENZA SICCITA’ NEL BACINO PIAVE

In un contesto generale di sofferenza idrica, desta particolare attenzione la situazione nel bacino del fiume Piave. La situazione è di grave emergenza e si aggiunge alla già critica situazione economica delle aziende agricole.
Il Consorzio di bonifica Piave (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso) è impegnato a mettere in atto tutte le azioni necessarie  per fronteggiare la situazione, anche se l’unica via d’uscita certa sono le piogge, che dovranno essere estese e persistenti, ma che purtroppo non sono previste neppure nei prossimi 10 giorni, mentre sarà possibile un progressivo aumento delle temperature, visto l’imminente avvento della primavera.
I dati parlano chiaro: le riserve idriche nivali sono assai scarse e poco superiori ai valori di un mese fa: a fine Febbraio sono stimabili in meno centocinquanta milioni di metri cubi nel bacino montano del Piave (negli ultimi 15 anni solo il 2012 e 2017 presentavano un volume minore), meno di novanta milioni di metri cubi nel bacino del fiume Cordevole.
Se non vi saranno nuovi apporti consistenti lo scioglimento durerà poco e solo una piccola parte potrà essere trattenuta negli invasi montani. I laghi alpini, significativi sotto il profilo dei volumi disponibili (Mis, Pieve e S.Croce), sono complessivamente al 48% del volume massimo invasabile, in leggera risalita o stabili nell’ultimo periodo. Negli anni recenti, il volume attuale risulta superiore solo al 2018 (+Mmc.11,6  ), al 2012 (+Mmc.34 ) e circa il doppio del 2006 (minimo storico per il periodo con Mmc.41,3).
Le portate del Piave sono tutte attestate su valori di Deflusso Minimo Vitale: 12 metri cubi al secondo a Fener e mc./sec. 10,2 a Nervesa della Battaglia. Conseguentemente  le derivazioni sono sensibilmente ridotte rispetto ai valori invernali.
Per porre rimedio almeno parziale a questa situazione, il personale dell’ente consorziale intende mettere in pressione gli impianti di distribuzione tubati, che raggiungono 30.000 ettari di campagna, che si sta preparando alla semina: non è detto che se continuano le attuali condizioni si raggiunga il totale riempimento, né tantomeno che si renda possibile il soddisfacimento dei pur minimi fabbisogni iniziali della stagione irrigua.

EMILIA ROMAGNA: DIGHE SOTTO MEDIA DECENNALE

Aumenta la preoccupazione del Consorzio di bonifica di Piacenza (con sede in città) per la carenza idrica, che sta caratterizzando il territorio e, in modo particolare, per la disponibilità d’acqua presente nelle dighe piacentine, polmoni fondamentali per la distribuzione irrigua provinciale.
Alla diga del Molato mancano 3.100.000 metri cubi rispetto alla media dello scorso decennio (escludendo il 2017, annata straordinaria per la crisi idrica). Alla diga di Mignano  mancano invece 3.700.000 metri cubi rispetto alla media dell’ultimo decennio (sempre escludendo il 2017).La preoccupazione è tanta, perché gli invasi sono ampiamente sotto media e tutti i modelli previsionali convergono su una stabilità climatica con scarse piogge e temperature in crescita.
Se nelle prossime settimane non s’interromperà questa situazione di siccità, si preannuncia una grave crisi idrica, che potrà mettere a rischio le colture di pregio piacentine. L’ente consortile sta andando nella direzione di una gestione sempre più efficiente della risorsa idrica con una serie di progetti già in fase di realizzazione ed altri, che sono in attesa di finanziamento: tra tutti, la condotta di 20 chilometri in pressione e che partirà da Castell’Arquato per arrivare ad Alseno, la ricostruzione del Traversante Mirafiori a Rivergaro, i laghi irrigui in val Arda e val Tidone.


LA CURIOSITA’ AGRONOMICA:

DIFENDERSI DAL FREDDO CON IL GHIACCIO IL SERVIZIO ANTIBRINA CREA UN IGLOO PER OGNI GEMMA

Prosegue sull’Italia settentrionale una situazione meteo-climatica particolarmente complessa: lo stato di perdurante stress idrico, caratterizzato dall’eccezionale siccità causata dalle mancate piogge nei mesi invernali, rende necessaria l’irrigazione già in avvio della stagione agricola anche per l’alternarsi di improvvisi sbalzi termici, che creano notevoli complicazioni alle prime fioriture stagionali.
“E’ soprattutto il settore dell’ortofrutta di qualità a rischiare per le disastrose gelate alle porte della primavera, con  fenomeni che portano ad un’escursione giornaliera anche di 20 gradi a  partire da sotto zero” ha precisato Francesco Vincenzi, imprenditore del comparto e Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue).
È in questo contesto, che arriva la decisione di numerosi Consorzi di bonifica dell’Emilia Romagna di attivare le pratiche antibrina, garantite da una singolare pratica irrigua. Mutuando sostanzialmente il principio degli igloo eschimesi, l’irrigazione antibrina consiste nel mantenere costante, attorno allo zero termico, la temperatura degli organi vegetali, ricoprendoli con uno strato di ghiaccio “protettivo”.
Questa tecnica “ad hoc” necessita della distribuzione costante di risorsa idrica, utile alla formazione del ghiaccio.
“Nonostante la quantità minima di risorsa idrica disponibile in questo periodo, gli imprenditori agricoli, utilizzando una semplice pratica agronomica, riescono a proteggere la prima fioritura stagionale dalle gelate, verificatesi in modo grave già negli anni scorsi – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - È un esempio evidente di ottimizzazione d’uso della risorsa idrica, dove proprio ogni goccia è garanzia di reddito per gli operatori del settore e tutela del nostro cibo.”

EMILIA ROMAGNA: RISORSE IDRICHE MINORI MA ANCOR PIU’ NECESSARIE

I dati relativi al livello del fiume Po e la scarsità di precipitazioni negli ultimi due mesi  hanno reso necessario il ricorso all'anticipo della stagione irrigua in alcune zone, in particolare del Basso Ferrarese. Si tratta di una situazione “emergenziale”.
La scarsità di precipitazioni sta spingendo le aziende agricole a chiedere l’irrigazione anticipata. Nel dettaglio, le richieste attuali sono relative ad oltre duemila ettari , in particolare investiti ad orticole (590 ettari), frutticole (ha. 445), bietola da seme (ha. 440), pisello (ha. 270) e grano (ha. 150). Anche quest’anno, il Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara (con sede nel capoluogo estense) scelto di anticipare la stagione irrigua al 1° Aprile, ma in queste condizioni climatiche non è sufficiente.
Ormai si può dire che la stagione è partita, di fatto, il 1° Marzo, perché alcune colture non potevano più attendere le piogge. Per l’ente consortile, questo significa anche avere un tempo più limitato per effettuare i lavori di manutenzione essenziali per garantire lamassima efficienza degli impianti. L’ente consorziale sta lavorando per adattare strutture ed operatività ai cambiamenti climatici anche attraverso l'utilizzo della capacità di invaso.
Con l’azienda Salvi Vivai, ad esempio, è stato redatto un progetto per far fronte alle esigenze irrigue fuori stagione. Dallo scorso anno è stata  immagazzinata l’acqua meteorica e di colatura invernale in canalette specializzate, tradizionalmente vuote nel periodo invernale.
L’azienda ha messo a disposizione le risorse per sezionare queste strutture e farvi confluire, appunto, l’acqua di rugiada. In questo modo sono stati garantiti gli apporti idrici, fondamentali per colture vivaistiche molto diffuse nel basso ferrarese.

8 MARZO 2022: CRESCE LA PARITA’DI GENERE NEI CONSORZI DI BONIFICA

VINCENZI: “LA STRADA È ANCORA LUNGA MA IL PERCORSO E’AVVIATO”

E’ il mestiere dell’idrovorista, l’immagine scelta da ANBI per celebrare la Festa Internazionale della Donna nell’anno in cui, dal 21 Marzo, si ricorderà il secolo di vita della moderna Bonifica.
“Emblematicamente – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – idrovorista è un termine eguale per entrambi i generi e la figura femminile, in un’attività fondamentale per la gestione idraulica dei territori, ha storicamente condiviso un compito di grande responsabilità: in passato, infatti, era l’intera famiglia ad essere partecipe delle fatiche e delle preoccupazioni  sia nella manutenzione quotidiana dell’impianto idraulico che nei momenti di emergenza meteo. Come testimoniato da uno studio dell’Università di Padova, nelle centrali idrovore, sparse nelle campagne, uomini e donne condividevano  il senso di isolamento e solitudine, ma anche l’orgoglio per un compito indispensabile, allora come oggi, alle comunità.”
Ad oggi sono oltre ottocento gli impianti idrovori operanti in Italia, in gran parte automatizzati e controllati da remoto; restano, però, numerosi i presidi umani accanto alle centrali, indispensabili soprattutto per i momenti d’emergenza. Dall’inizio degli anni ’60 del secolo scorso, meccanizzazione ed innovazione hanno  trasformato il lavoro ed anche la presenza femminile nei Consorzi di bonifica ed irrigazione, pur essendo ancora contenuta attorno al 25%, è cresciuta in tutti i ruoli, soprattutto amministrativi. Attualmente sono 15 i Consorzi di bonifica ed irrigazione presieduti da donne, mentre sono 11 quelli, dove è femminile  il ruolo di direttore generale.
“C’è indubbiamente ancora molta strada da fare ma, osservando i dati anagrafici, si può registrare come il cambio generazionale stia generando positive novità di genere nelle strutture consortili  - ha precisato Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI e Segretario di S.N.E.B.I. (Sindacato Nazionale Enti Bonifica Irrigazione) - L’impegno c’è, dimostrato anche dalla costituzione delle Commissioni Pari Opportunità istituite dal Consorzio di bonifica del Litorale Nord di Roma, perché, come recita il nostro Contratto Nazionale di Lavoro, relazioni interpersonali, improntate al rispetto reciproco, sono condizioni imprescindibili per la tutela della dignità umana, di cui l’organizzazione aziendale è tenuta a farsi carico.”

LAZIO: INSEDIATO COMITATO PARI OPPORTUNITA’ ANBI REGIONALE

Si è insediato, l’8 Marzo, il nuovo Comitato Pari Opportunità di ANBI Lazio.
Presidente è stata nominata Patrizia La Rosa, avvocato, che in precedenza ha già ricoperto analogo incarico in contesti  come la Procura Repubblica Tribunale Velletri e l’Ordine Avvocati Velletri.
“Nonostante i grandissimi passi avanti e l’impiego di personale femminile ad ogni livello – spiega la neo Presidente Patrizia La Rosa –  le caratteristiche peculiari delle attività dei Consorzi di bonifica fanno sì che l’organizzazione interna del lavoro sia fondata su esigenze prettamente maschili. Da queste fondamenta – ha concluso La Rosa - abbiamo iniziato a discutere e a confrontarci per mettere in campo tutta una serie di iniziative volte a sensibilizzare il mondo della bonifica sulla cultura di genere”.
Faranno parte del Comitato Pari Opportunità  anche la Presidente, nonché promotrice del progetto, Sonia Ricci ed il Direttore di ANBI Lazio, Andrea Renna.
“I Consorzi di bonifica sono orgogliosi di essere espressione della società, ma di questa vivono anche le problematiche come il percorso ancora lungo, indirizzato a creare le condizioni generali per un’autentica parità di genere – ha dichiarato Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – La strada, però, è indicata da tempo ed un forte impulso sta arrivando dal cambio generazionale, che sta facendo emergere una classe dirigente, scevra da qualsiasi pregiudizio.”
Hanno dato il loro contributo all’evento numerosi rappresentanti istituzionali, tra cui Enrica Onorati, Assessore Agricoltura Regione Lazio, Giancarlo Amato, Procuratore Repubblica Tribunale Velletri, Ornella Segnalini, Assessore Infrastrutture e Lavori Pubblici Roma Capitale, Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, Svetlana Celli, Presidente Assemblea Capitolina di Roma e la moderatrice Francesca Cantini, giornalista del Tg5.

FRIULI VENEZIA GIULIA: BOLLETTA PIU’ LEGGERA E NIENTE SPRECHI

Reperire, ai prezzi più vantaggiosi possibili, l’energia necessaria per il funzionamento degli impianti, contenere i consumi idrici, evitare ogni spreco: sono le misure, che intende intraprendere il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede ad  Udine) e contenute in un documento; rivolti sia al servizio irriguo che a quello idraulico, gli interventi coinvolgono tutti i consorziati, chiamati a contribuire all’impegno di ridurre gli sprechi ed a limitare, quando non necessaria, l’irrigazione.
L’obbiettivo è duplice: contenere i costi e i consumi idrici. Le nuove misure dovrebbero portare a un risparmio in bolletta pari al 10% circa, oltre alla razionalizzazione della risorsa idrica e ad un suo utilizzo più oculato.
Per la Bonifica idraulica, il funzionamento degli  impianti idrovori privilegerà le ore notturne; vi sarà un miglioramento gestionale per l’irrigazione “a scorrimento”, i pozzi più energivori verranno attivati con un “timer” di accensione e spegnimento, anche con telecomando; nell’irrigazione “ad aspersione” sarà ridotta la pressione da minimo 0,1 bar a massimo 0,5 bar in tutti gli impianti; saranno posizionati pluviometri per verificare i millimetri di pioggia caduti e valutare di conseguenza la possibilità di spegnimento temporaneo degli impianti irrigui.
Infine, contribuiranno al risparmio anche l’illuminazione a led nella manutenzione e nell’efficientamento energetico dei motori elettrici delle pompe di sollevamento.
Nel 2021 l’ente consortile ha speso € 5.150.000,00 per l’energia elettrica; nel 2022, a parità di kilowattora (ventitre milioni circa) si spenderanno 6.850.000 euro (1.700.000 euro in più), stima calcolata con i prezzi di Gennaio e che già hanno subito notevoli aumenti. Già il 2021 è stato un anno record per la bolletta, ma non per i consumi: nel 2019, infatti, si consumarono kWh 25.400.00 per una spesa di 4.930.000 euro.
La volontà dell’ente consortile di mantenere i canoni invariati, come avviene sin dal 2013, era stata confermata anche per l’anno in corso ma, se l’aumento dell’energia verrà confermato al termine della compagna irrigua, ci si riserva di valutare eventuali aumenti dei canoni, poiché situazioni di disavanzo potrebbero mettere in pericolo la stessa capacità dell’ente consorziale nel  fornire i servizi richiesti.

TOSCANA: INTERVENTO PLURIENNALE

Proseguono i lavori del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) sul fiume Ombrone nella zona di monte Antico.
Si tratta di un progetto di 5 anni e che prevede la rimodulazione dell’alveo per limitare l’impatto delle piene del fiume: finora ha interessato circa 600 metri del corso d’acqua.
Questo importante intervento di manutenzione ha l’obbiettivo, in caso di esondazioni, di limitare danni alle proprietà ed alle infrastrutture: nella zona ci sono elettrodotti e, poco più a valle, un ponte, in pericolo a causa dalle erosioni spondali che vengono ciclicamente create dalle piene.

LOMBARDIA: LAVORI TERMINATI

Sono terminati i lavori del Consorzio di bonifica Garda Chiese (con sede a Mantova)per la sistemazione del nodo idraulico “Quattro Strade” di Asola.
L’ente consortile ha ricostruito il ponte stradale ammalorato e ha sistemato le importanti paratoie di regolazione del canale Tartaro Fuga, bisognose di manutenzione straordinaria: un intervento di ristrutturazione generale, necessario per garantire la regolazione delle portate di piena verso i centri abitati di Mariana Mantovana e Redondesco.
Il progetto, che ha comportato un investimento complessivo di 200.000 euro, rientra nella convenzione annuale(€ 500.000,00) per la gestione del reticolo idrico regionale, stipulata dall’ente consorziale con la Regione Lombardia.
I fondi della convenzione si dividono tra opere in conto capitale e spese correnti: queste ultime, per esempio, possono riguardare i costi del personale, che sorveglia i canali durante gli eventi di piena; fanno parte, invece, delle opere in conto capitale, la sistemazione di argini ed il posizionamento di nuove “periferiche” di telerilevamento dei livelli dei canali.
Grazie a questi lavori viene garantita la sicurezza idraulica del territorio e, limitando perdite e sprechi, l’utilizzo dell’acqua in maniera più consapevole.

TOSCANA: MANUTENZIONE IDRAULICA D’AREA

Continuano i lavori del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede nella “città della torre pendente”) per il ripristino dei principali canali della Bonifica di Tombolo, nel comune di Pisa. Per i lavori è stato investito un importo stimato in circa settantacinquemila euro.
L’intervento prevede il ripristino delle sezioni originali dei canali, consentendo di accrescere considerevolmente la capacità di deflusso e drenaggio di un’estesa area alle spalle degli abitati di Marina di Pisa e Tirrenia.
Questo tipo d’intervento prevede a monte un’accurata e puntuale programmazione, che parte in largo anticipo con l’effettuazione della campagna di analisi dei terreni, prosegue con la pianificazione annuale degli interventi ed il loro cronoprogramma.

LOMBARDIA: SINERGIE ANCHE CON  VOLONTARIATO PER PULIZIA NAVIGLI

Con i Navigli in asciutta non si arresta la costante azione di pulizia dei canali da parte del personale del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano): sorvegliato speciale è ora il Naviglio Pavese, oggetto di interventi nel capoluogo regionale e nel tratto ricompreso tra i comuni di Binasco e Giussago.
Per poter procedere in modo massivo alla raccolta dei rifiuti abbandonati (bottiglie di vetro e plastica, bicchieri ed involucri vari in grandi quantità) si attendeva che il livello idrico scendesse.
Nonostante l’asciutta in corso, infatti, attraverso un’opera di bacinizzazione, effettuata con la chiusura delle paratoie del Ticinello Residuo e di Conchetta, l’ente consortile ha provveduto a mantenere in questi mesi un certo livello d’acqua non solo nell’area portuale della Darsena, ma anche nei tratti di Naviglio ad essa prossimi.
Le operazioni adesso effettuate  sono state svolte con il contributo degli Angeli dei Navigli, sempre pronti ad attivarsi per mantenere il decoro degli storici canali; sul fronte della pulizia, dunque, non solo intese e sinergie con i Comuni e le Istituzioni in genere, ma anche con il mondo del volontariato.

PUGLIA: PROSEGUE VALORIZZAZIONE AREE NATURALI

Sono stati avviati i lavori di valorizzazione delle aree naturali della Collina Pastromele, in agro di Carpino.
L’iniziativa è frutto della sinergia istituzionale tra il Consorzio di bonifica Montana del Gargano (con sede a Foggia) ed il Comune di Carpino, che hanno ottenuto un finanziamento di circa centottantatremila euro nell’ambito del Piano Sviluppo Rurale 2014-2020.
La realizzazione del progetto prevede interventi selvicolturali di miglioramento della biodiversità, nonché per la protezione e la ricostituzione di habitat forestali di pregio, minacciati dall’azione della fauna selvatica, dal pascolo o dall’attività antropica. Verranno inoltre poste in essere staccionate, attrezzate aree di sosta e ludiche, ripristinati circa tre chilometri di sentieri  con la realizzazione di un cutino per la fauna acquatica, della segnaletica e di un punto panoramico.
Questo progetto assume una particolare valenza per 2 ordini di motivi: in primo luogo, rafforza la collaborazione dell’ente consortile con i Comuni del comprensorio di bonifica; nel contempo, gli interventi sono finalizzati ad accrescere la resilienza ed il pregio ambientale degli ecosistemi forestali, esprimendo anche un’importante funzione per la valorizzazione paesaggistica del territorio ai fini della sua fruibilità turistica.

VENETO: CONCLUSA PRIMA FASE FORMAZIONE SU MANUTENZIONE GENTILE

Si sono tenuti gli incontri formativi sulla gestione ambientale dei corsi d’acqua, destinati al personale del Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova): l’obbiettivo è una maggiore attenzione agli aspetti ambientali nella manutenzione degli scoli.
Per semplicità, il nuovo approccio, le relative valutazioni e le nuove modalità di intervento sono stati sintetizzati in due parole: “manutenzione gentile”.
Dopo l’approvazione del programma annuale, che ha previsto l’introduzione della “manutenzione gentile”, si è provveduto alla formazione del personale interno con la collaborazione del Centro Biodiversità Vegetale e Fuori Foresta di Montecchio Precalcino di “Veneto Agricoltura”.
Durante gli incontri sono stati affrontati i principi generali del nuovo approccio con un focus specifico sui singoli corsi d’acqua, valutando ed analizzando lo stato di fatto e le potenzialità ambientali di ciascuno, delineando tempistiche e tecniche necessarie per favorire le specie vegetali autoctone, contrastando lo sviluppo delle piante invasive.
L’obbiettivo, che l’ente consorziale si pone, è di valorizzare le potenzialità ambientali della rete idraulica in gestione, intraprendendo una nuova modalità di manutenzione degli scoli consorziali, in modo da coniugare le esigenze di sicurezza idraulica ed irrigazione con il miglioramento degli ecosistemi.
Le fasi esecutive della “manutenzione gentile” prenderanno il via con le prossime operazioni di manutenzione della vegetazione su tutta la rete idraulica consortile.

SOLIDARIETA’ ALL’UCRAINA:

I CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE SI METTONO A DISPOSIZIONE PER AIUTARE I PROFUGHI

A FIRENZE LA PRIMA INIZIATIVA

La disponibilità ad iniziative di aiuto concreto verso le persone riuscite a scappare dall’Ucraina è stata chiesta ai Consorzi di bonifica ed irrigazione in una lettera a firma di Presidente, Francesco Vincenzi e Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, unitamente al Presidente S.N.E.B.I., Alessandro Folli.
Nel messaggio si sottolinea come, fra tutte le atrocità della guerra vi è anche quella dei profughi, bambini e donne soprattutto, in fuga dalla propria terra.
Primo a rispondere è stato il Consorzio di bonifica Medio Valdarno, che ha deciso di mettere a disposizione uno spazio, nella sede di Firenze, dove poter avviare una raccolta interna, libera e volontaria per contribuire all’invio di beni di prima necessità alla popolazione colpita dal conflitto. Sono stati presi contatti con la Federazione Misericordie della Toscana che, in collaborazione con il Consolato Ucraino fiorentino,  si muove in maniera organizzata per raccogliere farmaci ed alimenti non deperibili, trasportandoli con una propria colonna mobile fino alle zone di confine di Polonia e Romania, dove si stanno spostando i profughi.
“I Consorzi di bonifica – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – sono espressione della generosa comunità italiana. Per questo, si mettono a disposizione per affiancare quanti sono già impegnati in una straordinaria missione umanitaria.” 

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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