CALABRIA: LE CAMPAGNE CROTONESI SONO ASSETATE, L’ACQUA C’E’ MA 200 MILIONI DI METRI CUBI OGNI ANNO SI BUTTANO IN MARE
ANBI: “E’UN ESEMPIO DELLA CULTURA CHE MANCA. I CAMBIAMENTI CLIMATICI ACCENTUANO I CONFLITTI SULLA RISORSA IDRICA”
La Calabria è assetata, ma 200 milioni di metri cubi d’acqua finiscono annualmente in mare: a denunciarlo è l’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) su indicazione del Consorzio di bonifica Ionio Crotonese, che ha documentato la vicenda.
“Le difficoltà di approvvigionamento irriguo e le conseguenze economico-sociali non sono una novità per il territorio calabrese, ma quest’anno la situazione sta precipitando a causa della siccità” ha segnalato con preoccupazione Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
E’ per questo che il Consorzio di bonifica si rivolge alle più alte cariche istituzionali, sollecitando attenzione sul ciclo idrico nella provincia di Crotone, dove una società privata è stata legittimata a produrre energia e profitti con concessioni d’uso di risorse idriche pubbliche che, al termine dello sfruttamento, sversa però in mare, nonostante la sete dei campi coltivati e dei cittadini! Verso la fine dello scorso Marzo, il Consorzio di bonifica, di fronte alle condizioni climatiche che si andavano registrando, aveva chiesto l’autorizzazione all’irrigazione di soccorso per completare il ciclo colturale dei prodotti autunno–vernini: vennero così concesse le derivazioni minime necessarie, con conseguente diminuzione, però, dei volumi idrici previsti per l’intero 2021 e già ridotti di 3 milioni di metri cubi, “anticipati” l’anno scorso. Non solo: nelle scorse settimane, durante la fase più delicata per i raccolti (soprattutto pomodori, angurie e mais) si è diminuita la portata disponibile, impedendo così il servizio irriguo agli agricoltori delle zone più alte e riducendo ulteriormente la quantità d’acqua trattenuta nell’invaso di Sant’ Anna che, scendendo sotto la soglia dei 4 milioni di metri cubi, non potrà più soddisfare le esigenze dell’irrigazione dovendo, per legge, garantire l’uso idropotabile al comune di Isola Capo Rizzuto.
“Ciò provocherà danni alle colture e quindi all’economia del territorio, esacerbando gli animi e creando fibrillazioni sociali. Intervenendo nei tempi dovuti, come più volte richiesto, tutto questo si sarebbe potuto evitare!” ha evidenziato Roberto Torchia, Presidente Consorzio di bonifica Ionio Crotonese.
L’insufficiente situazione idrica costringerà l’ente consortile anche ad interrompere la fornitura di “acqua grezza” a servizio degli insediamenti turistici della fascia ionica.
“Di fronte a questa situazione – ha proseguito il Presidente Cdb Ionio Crotonese - non ci si può più limitare a lettere e tavoli tecnici, sempre convocati in emergenza, anche perchè c’è un’ulteriore questione sul tappeto: la concessione attualmente in vigore con la società A2A nulla prevede in merito all’obbligo di conservazione dell’acqua nei due laghi silani Arvo ed Ampollino, che svolgono funzione di serbatoi per l’accumulo idrico. Infatti, i due invasi, il cui volume complessivo è pari a 130 milioni di metri cubi, vengono riempiti e svuotati ciclicamente, mentre i cambiamenti climatici imporrebbero cautelativamente di trattenere acqua sufficiente a sopperire ad almeno un paio d’annate di possibile siccità, così come avviene per capienti invasi in altre zone del Meridione. Tale obbligo di conservazione non dovrebbe riguardare solo il fine idropotabile, ma anche il fabbisogno agricolo, che la legge determina prioritario dopo l’uso umano. Anche per questo – conclude Roberto Torchia - si auspica una revisione della concessione prima della scadenza naturale al 2029.”
“La vicenda calabrese, su cui invitiamo la Regione ad intervenire sollecitamente – ha aggiunto il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – è solo un esempio di conflitti fra interessi, che seppur legittimi vanno contemperati per il bene della collettività e nel rispetto delle normative di legge, di cui chiediamo l’applicazione. Siamo consci delle nuove responsabilità, cui chiamano i cambiamenti climatici e per questo le nostre progettazioni, già ora rispondono alle esigenze della multifunzionalità. C’è una grande questione culturale sul futuro delle risorse idriche e l’insensibilità, che denunciamo in Calabria, è lì a dimostrarlo: si può per mero profitto penalizzare risorse vitali come il cibo e l’ambiente?”
OSSERVATORIO ANBI SULLE RISORSE IDRICHE
IL PO È BUON TESTIMONIAL PER LE BATTAGLIE EUROPEE DI ANBI: IL REGIME ORMAI TORRENTIZIO DEI FIUMI IMPEDISCE L’APPLICAZIONE DI NORME UNICHE FRA NORD E SUD DEL CONTINENTE
Anche l’Italia dell’acqua conferma la fotografia di un Paese caratterizzato da un forte gap fra Nord e Sud, ma ciò che deve preoccupare di più è il marcato carattere torrentizio, assunto dal fiume Po che in un settimana, dopo un periodo di preoccupante siccità e grazie alle piogge a monte, si è riportato abbondantemente sopra media, più che raddoppiando le portate in Emilia Romagna, dove invece continuano a soffrire i livelli dei fiumi appenninici, soprattutto nel Piacentino, dove sono ben al di sotto del minimo storico mensile (Trebbia: mc/sec 0,3 ,ma l’anno scorso era mc/sec 24,28; il Nure è praticamente secco, mentre nell’Agosto 2020 aveva un flusso di mc/sec 40,68!). Sempre nel Piacentino, l’invaso di Mignano trattiene attualmente il 39,9% dei volumi autorizzati, mentre quello del Molato è al 25%: quindi nel mese di luglio sono stati utilizzati circa 6 milioni di metri cubi d’acqua, più di quanto registrato mediamente nel quadriennio, pur continuando a mantenere disponibilità idriche, superiori allo scorso anno. A Sud del Grande Fiume, in particolare in Romagna, le precipitazioni hanno continuato ad essere molto scarse (in Luglio: a Nord del fiume Reno, mm. 29; a Sud, mm. 21,6; sui bacini montani, mm.32).
“La diversificazione di disponibilità idriche tra aree perfino limitrofe è l’esempio evidente di come sia impossibile applicare in Italia regimentazioni idrologiche secondo parametri calcolati per i fiumi del Centro-Nord Europa, che hanno andamenti costanti e portate decisamente superiori ai corsi d’acqua italiani” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“E’ questo il senso della battaglia che, insieme agli altri Paesi mediterranei, conduciamo nell’Unione Europea attraverso l’associazione Irrigants d’Europe – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - L’obbiettivo del benessere degli habitat fluviali è condiviso, ma i modi per raggiungerlo devono essere calati su ogni singolo territorio, perché il regime idraulico è elemento fondamentale di aree fortemente diverse anche all’interno di uno stesso Paese come l’Italia. Applicare parametri identici in tutta la U.E. rischia di avere conseguenze devastanti per gli ecosistemi locali.”
Il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche segnala che quasi tutti i corpi idrici dell’arco alpino italiano stanno godendo di un’abbondanza di risorsa idrica, superiore agli anni passati. Le piogge hanno notevolmente migliorato la deficitaria situazione idrica del Piemonte, dove le portate dei corsi d’acqua sono in lieve crescita (fonte A.R.P.A. Piemonte), seppur inferiori al 2020 (ad eccezione di Dora Baltea e Stura di Lanzo) e solo il bacino del fiume Tanaro continua a denunciare uno stato di siccità severa (indice S.P.I.).
Gli eventi meteo hanno rimpinguato anche i grandi bacini del Nord, tutti ora sopra la media e con volumi superiori a quelli dell’anno scorso, nonchè il fiume Adda che , in Lombardia, incrementa fortemente la portata, più che raddoppiando quella del 2020 e segnando i livelli massimi del recente quinquennio. Pure in Veneto i fiumi hanno beneficiato delle abbondanti piogge di fine luglio e l’Adige segna la migliore performance dal 2014 (fonte: A.R.P.A. Veneto).
Nel Centro Italia, invece, non migliora la situazione idrica ad iniziare dalla Toscana, dove solo il Serchio è sopra la media, addirittura dimezzata per quanto riguarda l’Ombrone. Resta grave la situazione nelle Marche, dove i fiumi hanno portate largamente deficitarie (fonte: Protezione Civile Marche) ed i bacini trattengono 36,53 milioni di metri cubi d’acqua contro una capacità complessiva, pari a Mmc. 65,32. Tra Lazio e Campania, pur rimanendo in linea con l’anno scorso, sono in decrescita i flussi dei fiumi Liri, Sacco e Garigliano, mentre solo il Volturno ha indice positivo. In Basilicata è in media l’altezza idrologica del fiume Agri mentre, a causa dei fabbisogni irrigui, le disponibilità idriche nei bacini lucani calano di oltre sedici milioni di metri cubi in una settimana, così come scendono di quasi quattordici milioni, quelle pugliesi. Infine, gli invasi della Sardegna, pur diminuendo la quantità trattenuta (-150 milioni di metri cubi in un mese) mantengono volumi leggermente superiori a quelli già confortanti dello scorso anno.

PARMA È IDRAULICAMENTE PIU’ SICURA GRAZIE AL 3 X 3 DELLA BONIFICA
“Uno scolmatore atteso dalla città e che trasforma l’acqua da possibile calamità a sicura opportunità”: a dirlo è stato Michele Alinovi, Assessore del Comune di Parma.
Ora, infatti, un’area agricola di 2000 ettari (soprattutto erba medica, mais, foraggi e soia), compresa tra la zona Sud del comune ed il territorio di Sorbolo Mezzani, beneficia di un nuovo e più efficiente nodo idraulico, in località Casalbaroncolo; il manufatto denominato “Aielle”, assomma il duplice obbiettivo di una corretta funzionalità irrigua, unita alla messa in sicurezza idraulica dei territori.
“Ecco la caratteristica delle nostre progettazioni: la multifunzionalità, che deve contemperare, nel rispetto delle priorità di legge, i molti e crescenti interessi sulla risorsa idrica. E’ a questo obbiettivo, che si richiamano gli 858 progetti del nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica, di cui chiediamo l’inserimento nel P.N.R.R. . Con un investimento di circa quattro miliardi e trecentotrentanove milioni di euro sarebbero attivati oltre ventunmila posti di lavoro” ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
L’area di intervento è posta all’interno dell’ intersezione tra due canali consortili: il Cavo Gambalone Vivo (circa dieci chilometri ad uso promiscuo, cioè sia irriguo che di scolo) ed il Cavo Gambalone Diversivo (poco meno di tre chilometri e mezzo e con funzione soltanto di scolo, ma fondamentale per limitare le portate di piena in modo da proteggere i centri abitati, posti a Nord, da eventuali allagamenti). Per contenere le dispersioni ed ottimizzare il servizio irriguo, una squadra consortile di soli 3 uomini ha provveduto a realizzare, in appena 3 mesi, alcuni diaframmi impermeabili, recuperando anche parti “storiche” del manufatto e creando una sorta di “opera scultoria”, che ricorda l’impegno dell’uomo nella costruzione di opere a difesa del territorio.
“E’ questo un emblematico esempio dell’efficienza operativa dei Consorzi di bonifica e che, unita all’avanzato iter procedurale delle progettazioni presentate, è garanzia per rispettare i tempi del Next Generation EU: obblighi burocratici completati entro il 2023, opere realizzate e rendicontate entro il 2026. Ogni giorno, che passa, rende più impervia la sfida soprattutto per un Paese come l’Italia” ha ricordato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“Siamo fieri di quest’opera – hanno sottolineato la Presidente, Francesca Mantelli ed il Direttore Generale Consorzio di bonifica Parmense, Fabrizio Useri – Crediamo che soprattutto in un’epoca di cambiamenti climatici la difesa idrogeologica debba essere una priorità.”
Ed è al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.) che Parma guarda per realizzare anche altri decisivi interventi sui canali Naviglio, Burla e Fossetta Alta: un segnale importante verso il territorio per un’operatività indirizzata alla prevenzione da emergenze, che annualmente costano 7 miliardi di euro al Paese.
LIGURIA: OPERE ESISTENTI E NUOVE STRUTTURE AI RAGGI X
Il Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana in provincia della Spezia) ha ricevuto i rappresentanti dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale.
L’incontro ha permesso di visionare le opere gestite dall’ente consortile, in particolare l’opera di presa ed alcuni scorci lungo l'asta irrigua con tappa anche agli impianti idrovori e di irrigazione della Piana di Luni. Il sopralluogo si è concluso con la visita all'Anfiteatro romano di Luni, dove l’ente consorziale collabora con il Comune e la Sovrintendenza per la fruizione del sito attraverso specifiche azioni di gestione delle acque e bonifica proprio nell’area del sito archeologico.
Oltre al Segretario Generale, Massimo Lucchesi, erano presenti alla visita i tecnici dell'Autorità di bacino per studiare la possibilità di individuare una nuova area pilota, dove realizzare Nature Based Solutions (NBS), sul modello del progetto Phusicos già sperimentato nell’area del lago di Massaciuccoli, con l’obbiettivo di mitigare il rischio idrogeologico e migliorare la qualità della risorsa idrica, attraverso soluzioni non impattanti sui delicati sistemi ambientali.
TOSCANA: IMPORTANTE INTERVENTO
Il corso d’acqua è tornato nel suo tracciato: l’intervento, studiato e realizzato dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), è servito per rimettere in forma il Borro di Cappiano, nel comune di Figline e Incisa Valdarno, provvedendo al taglio della vegetazione su circa cinquecento metri ed alla risagomatura dell’alveo con l’asportazione dei sedimenti per un tratto di 350 metri.
Il materiale rimosso (oltre duemilacinquecento metri cubi di terra) non si è trasformato in rifiuto da smaltire, ma in materiale utile per curare le “lesioni”, presenti sulle sponde del fiume Arno in località Matassino e quindi per “curare” un’area di 5.500 metri quadri. Sempre nel comune di Figline e Incisa Valdarno, intervento di manutenzione idraulica anche per il Borro del Bagnoli: la terapia qui è scattata su 2 briglie ubicate a monte di un tratto tombato, provvedendo a rimuovere il materiale terroso e litoide, che si è depositato nel tempo, andando progressivamente a limitare la funzionalità delle opere. In tutto sono 17 i camion di sedimenti recuperati e conferiti per rimodellare, sull’Arno, la golena interessata da fenomeni erosivi oltre che le banche e le piste di accesso.
L’obbiettivo è di migliorare la funzionalità idraulica, ottimizzando le risorse: l’attività di prevenzione viene coniugata con il contenimento dei costi e conseguentemente del contributo di bonifica; le spese per lo smaltimento dei materiali terrosi sono azzerate come quelle per l’acquisto dei materiali necessari per eseguire gli interventi di ripristino delle criticità.
VENETO: COMPLETATI LAVORI IN ZONA TERMALE
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha concluso i lavori di sistemazione della maglia idraulica territoriale nel comune di Montegrotto Terme.
Il ripristino della funzionalità originaria della fossatura garantirà il corretto deflusso delle acque ed una maggiore sicurezza idraulica del territorio.
Il progetto è frutto dell’accordo tra Regione Veneto, Comune ed ente consortile, che ha provveduto alla sistemazione della rete idraulica minore per una lunghezza complessiva di circa due chilometri; inoltre sono stati approvati e realizzati i lavori aggiuntivi di sistemazione della maglia idraulica territoriale non previsti nel progetto iniziale che hanno interessato un tratto di ulteriori cinquecento metri circa.
L’importo complessivo dei lavori sulla maglia idraulica è stato pari a 178.500 euro, di cui 128.500 euro finanziati dal Comune termale.
TOSCANA: QUESTIONE DI TERME
Realizzazione di scogliere di protezione, ma anche riescavi e riprofilature degli alvei per ripristinare il regolare scorrimento idico sul Borro delle Ripi e sul Borro Madonna al Colle: è il progetto del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) e che ha, come obbiettivo, quello di difendere l’abitato di Rapolano Terme dalle esondazioni.
I lavori costeranno 300.000 euro finanziati con fondi della Regione Toscana; gli studi idraulici approvati sono attualmente in aggiornamento dopo la variante al Piano strutturale intercomunale di Asciano e Rapolano Terme.
Le scogliere di protezione, posizionate nei tratti maggiormente soggetti ad erosione, saranno realizzate con tecniche di ingegneria naturalistica: piante autoctone potranno attecchire attraverso la tecnica del taleaggio.mL’avvio dei lavori, dopo l’approvazione del progetto esecutivo, è previsto entro la fine dell’anno 2021.
MARCHE: RIPRISTINATO REGOLARE DEFLUSSO
Sono ripresi a pieno ritmo i lavori di prevenzione e messa in sicurezza dei corsi d’acqua minori ad opera del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro).
Questa volta l’ente consortile ha dato risposta ad una segnalazione che riguardava il Fosso Foglia 2585, nel comune di Pesaro, dove i mezzi sono intervenuti per ripristinare il corretto deflusso delle acque in un tratto lungo 400 metri; è stato eseguito l’abbattimento di olmi secchi e numerose piante cadute in alveo oltre alla rimozione di materiale litoide e terroso, presente in alveo.
VENETO: DISAGI A FIN DI BENE
Proseguono a Cittadella i lavori di ripristino idraulico della Roggia Sansughe: ne dà notizia il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) alla vigilia dello stralcio di intervento che avrà maggiore impatto sulla viabilità comunale.
L’intervento di manutenzione programmata prevede l’aspirazione della condotta sotterranea attraverso un escavatore a risucchio, che permetterà di recuperare i rifiuti col tempo accumulatisi; stando a quanto già riscontrato in tratti della Roggia già ripuliti, ci si aspetta di trovare vario tipo di materiale: pezzi di legno, palloni di gomma, pneumatici, contenitori di plastica, residui di calcestruzzo scaricati da lavaggi di autocisterne.
L’intervento prevede l’aspirazione dei rifiuti e la pulizia delle condotte sotterranee, nonché il ripristino della vegetazione, avendo cura di mantenere, ove possibile, le alberature o siepi di pregio presenti nei tratti a cielo aperto.
LOMBARDIA: A CHE PUNTO SIAMO?
Ha preso forma, presso il cantiere della Chiavica Nuova di Chignolo Po nel Basso Pavese, il passaggio carrabile sul colatore Lambrino e che servirà anche per rimuovere i detriti dalla griglia della nuova idrovora, consegnata poco più di un mese fa.
Il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) ha sostituito intanton 3 trasformatori (non più ad olio, ma in resina e quindi maggiormente efficienti e sicuri) in modo da poter riattivare, in caso di necessità, il sistema di pompaggio dell’impianto.
VENETO: PROTOCOLLO D’INTESA PER SICUREZZA IDRAULICA
Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) ha siglato un Protocollo d’Intesa con il Comune di San Michele al Tagliamento per adeguare la rete di scolo di diverse aree del territori, dove in anni recenti si è evidenziato un sistema idraulico ormai inefficace, tanto da creare anche danni ingenti.
Nel quadro di tale accordo l'Amministrazione Comunale ha stanziato 100.000 euro per le spese di progettazione, al fine di perseguire alcuni obbiettivi previsti nel Piano delle Acque adottato; di fatto, la nuova intesa segna l’inizio di un percorso, che una volta ultimato permetterà di accorciare significativamente i tempi dell'operatività e, soprattutto, di accedere a finanziamenti.
Nei prossimi anni ben 10 milioni di euro saranno investiti sul territorio per la realizzazione di opere di potenziamento della rete idraulica ad iniziare da una condotta di scolo nella nota località balneare di Bibione.
LAZIO: PLAUSO ALLA REGIONE
“Commentiamo positivamente l’importante intervento della Regione Lazio”: così ANBI Lazio ha accolto il sostegno assicurato per i Consorzi di bonifica Valle del Liri (con sede a Cassino, in provincia di Frosinone) e Conca di Sora (con sede a Sora, sempre nel frusinate,) avvenuto tramite un contributo straordinario a fondo perduto, che rappresenta un forte segnale di quella ritrovata attenzione istituzionale, che rappresenta la migliore risposta alle esigenze dei territori.
ANBI Lazio sta concertando azioni ed attività, con le quali pianificare quanto necessario per far sì che il sistema regionale della Bonifica possa cogliere al meglio le opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la salvaguardia idrogeologica del territorio ed il miglioramento dei servizi idrici.
TOSCANA: DISCO VERDE A BILANCIO CONSUNTIVO
Controllo puntuale della situazione economica; piena realizzazione delle attività pianificate di manutenzione per la sicurezza idraulica ed ambientale del territorio; oltre un milione di euro tra utile, economie e fondi, destinati ad essere reinvestiti in interventi (come sugli impianti idrovori, su cui sono stati già investiti due milioni di euro per l’automazione ed il telecontrollo delle strutture, grazie al nuovo fondo per la manutenzione ciclica, previsto dalla Regione Toscana) e nel patrimonio consortile: il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord supera a pieni voti l’emergenza Covid come emerge dal bilancio consuntivo, approvato dall’assemblea consortile.
Durante questo anno caratterizzato dal blocco delle riscossioni delle cartelle Equitalia (quindi anche quelle del tributo di bonifica) effettuato dal Governo e con una diminuzione del flusso dei pagamenti del tributo di bonifica come conseguenza della difficoltà economiche delle famiglie e delle imprese, si è insistito per trasformare la crisi in una serie di possibilità; va in questa direzione, per esempio, la creazione dell’Ufficio Relazione con il Pubblico telematico (“il Consorzio a casa del cittadino”), che ha visto la modernizzazione pure dei front-office delle sedi consorziali. Sono state inoltre potenziate le strutture informatiche, attivato un comitato interno per la gestione dell’emergenza Covid-19 e abbiamo puntato sullo smart-working.
Ad oggi, l’ente consortile può contare su un patrimonio netto di oltre cinque milioni di euro e su un utile che nel 2020 è stato di quasi cinquacentomila euro, che saranno reinvestiti nel patrimonio e sul territorio. Complessivamente, grazie agli utili 2020 e degli anni precedenti, si potrà compiere un investimento complessivo di oltre un milione di euro sui beni e sul patrimonio consortile, nonchè sugli impianti idrovori.
LAZIO: L’AMMINISTRAZIONE DIRETTA PREMIA
Il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma) ha redatto un primo bilancio dello stato dell'arte dei lavori in amministrazione diretta, partiti ad inizio anno per le aree dei precedenti enti consortili Pratica di Mare e Maremma Etrusca, ricadenti nell’ambito del Programma di Manutenzione Ordinaria del Corsi d'Acqua e di cui risulta ultimato oltre il 50% di quanto programmato.
Dal mese di aprile sono iniziati i lavori del Servizio Pubblico di Manutenzione Tirreno: allo stato dell'arte risultano ultimate le manutenzioni dei fossi Palidoro e Tre denari nel comune di Città di Fiumicino e quella del fosso Zambra nel comune di Cerveteri; sempre all'interno del SPM Tirreno sono previsti, entro fine anno, interventi di manutenzione del fosso Sanguinara ricadente nel comune di Ladispoli e la pulizia del collettore allacciante nel comune di Santa Severa.
Numeri alla mano è stata effettuata, in amministrazione diretta ed in poco più di sei mesi, la manutenzione di oltre cinquanta chilometri di fossi, registrando, rispetto ai lavori di manutenzione effettuati in appalto negli anni scorsi, un anticipo di 3 mesi sulla consueta tabella di marcia.
SARDEGNA: TRASPARENZA E CHIAREZZA
I ruoli consorziali calcolati e recapitati quest’anno per i consumi 2018, come per ogni annualità di manutenzione, riguardano funzionamento e costo irriguo; la dimensione aziendale incide oltre che nei consumi anche nella ripartizione dei costi di manutenzione e bonifica, se l’azienda si trova nel comprensorio di Chilivani, Perfugas o Bassa Valle del Coghinas con conformazioni geografiche diverse e dove insistono quindi diverse tipologie di impianti; per stabilire i ruoli si parte da uno strumento importantissimo che è il Piano di Classifica: a dirlo è stato il Consorzio di bonifica Nord Sardegna (con sede ad Ozieri, in provincia di Sassari) nel confronto con le Organizzazioni Professionali Agricole.
Ad incidere positivamente sul costo delle cartelle è stato quest’anno anche il contributo straordinario concesso dalla Regione Sardegna e destinato dall’ente consorziale all’abbattimento dei ruoli 2018; tale importo ha determinato un risparmio del 49,65 % rispetto al costo per i consumi effettivi e del 37,47% rispetto a quanto riscosso nel 2017.
La media finale dei ruoli recapitati alle aziende dei 3 comprensori è dunque di 169,30 euro, ben al di sotto della soglia dei 200 euro, come obbiettivo stabilito di concerto con le associazioni di categoria.

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