OSSERVATORIO ANBI SULLE RISORSE IDRICHE
AL NORD, I LAGHI MAGGIORE E LARIO SONO IN GRANDE SOFFERENZA IDRICA. AL CENTRO, CALO DI PRECIPITAZIONI. AL SUD PROSEGUE UNA STAGIONE SICCITOSA
Sono i laghi Maggiore e Lario, gli attuali osservati speciali della stagione irrigua nel Nord Italia; sotto media è anche il lago d’Iseo, mentre continua a tenere il lago di Garda, i cui livelli sono comunque in discesa.
“Di fronte alle allarmanti conseguenze anche ambientali per la condizione idrica di un famoso lago come il Maggiore, si evidenzia la necessità di una programmazione dei rilasci e dei livelli, che superi qualsiasi logica egoistica nel rispetto delle priorità sull’uso dell’acqua, come previsto dalla normativa” ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Sono praticamente dimezzate rispetto alla media, le portate del fiume Po, che restano comunque migliori dello scorso anno. Pur in rapido calo, restano in linea, con il 2019, le portate dei principali fiumi piemontesi (Dora Baltea, Sesia, Stura di Lanzo), così come Savio e Reno in Emilia Romagna, dove altresì Trebbia, Secchia e Panaro sono abbondantemente sopra la media stagionale, mentre l’Enza è invece sotto il minimo storico.
“Prosegue – ha aggiunto il Presidente ANBI - un andamento pluviometrico, conseguenza dei cambiamenti climatici con precipitazioni concentrate nel tempo e nello spazio. È necessario aumentare la resilienza dei territori ed auspichiamo che le annunciate scelte legate al Recovery Fund vadano anche in questa direzione.”
A condizionare sempre più le disponibilità idriche sono, infatti, le piogge (non di rado, purtroppo, disastrose) “a macchia di leopardo” come testimoniato anche dalle portate dei principali fiumi lombardi: Mincio e Chiese in crescita, Adda e Ticino in calo. A beneficiare delle recenti precipitazioni sono i fiumi veneti, tutti con portate superiori o in media con gli anni più recenti. Analizzando l’andamento pluviometrico del mese di luglio, il Veneto si conferma in linea, mentre il Piemonte segnala -5,2% rispetto alla media storica e la Toscana indica un mese secco ad eccezione che sull’Appennino lucchese e fiorentino (l’invaso del Bilancino è in calo rispetto al biennio scorso). Rilevante è stato il calo di piogge registrato in Luglio sulle Marche dove, con 12,43 millimetri, si segnala l’apporto più basso del recente quinquennio; conseguentemente, i bacini della regione stanno trattenendo 37,92 milioni di metri cubi, superiori solo al siccitoso 2017.
Nel Lazio sono in costante calo il livello del lago di Bracciano (comunque ancora superiore allo scorso anno) e le portate del fiume Liri, mentre in Campania sono confortanti le condizioni idriche sia di Sele che Volturno. Al Sud, continua inesorabile il calo di disponibilità idrica soprattutto in Basilicata (quasi due milioni di metri cubi al giorno in meno, segnando attualmente un deficit di circa quarantanove milioni sul 2019) e Puglia (circa settantaquattro milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso). Infine, gli invasi della Sardegna restano in linea con le disponibilità 2019, nonostante segnino -8 milioni di metri cubi nel mese di Luglio.
“L’approssimarsi della conclusione della stagione estiva – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – indurrebbe a ritenere pressoché terminate le necessità irrigue. In realtà, i moderni cicli colturali e temperature mediamente più elevate ampliano i bisogni idrici nelle campagne soprattutto mediterranee, il cui futuro è sempre più legato alla disponibilità d’acqua. Per questo, l’infrastrutturazione irrigua è un asset strategico per garantire prospettive di qualità e reddito all’agricoltura italiana.”
L’ITALIA FRA SPERANZE ED APPRENSIONI PER LE PIOGGE PREVISTE NEL FINE SETTIMANA
IN LOMBARDIA, RIDOTTE LE PORTATE DEI NAVIGLI. NEL FERRARESE TORNA LO SPETTRO DEL CUNEO SALINO
Tra Lombardia e Piemonte aumenta la preoccupazione per la scarsità d’acqua nel comprensorio, che utilizza l’acqua del fiume Ticino e quindi del lago Maggiore: in assenza di significative piogge, la situazione del sistema idrico si aggrava, sperando che le precipitazioni previste nel fine settimana siano utili per le campagne in un’annata purtroppo caratterizzata dal paradosso di un andamento siccitoso, accompagnato dalla violenza di concentrati fenomeni temporaleschi.
Per questo, da inizio settimana, il Consorzio Ticino (con sede a Milano) ha disposto drastiche manovre idrauliche per rendere disponibile risorsa idrica da utilizzare nella parte finale di una stagione irrigua atipica, che si sta prolungando soprattutto per le coltivazioni di riso. Il Naviglio Grande ha ridotto la portata da 38 a 25 metri cubi al secondo e così, grazie ad un’attenta regolazione, anche i Navigli Bereguardo e Pavese riescono a garantire gli equilibri idrici per le colture ancora in campo. La portata del canale Villoresi è stata, invece, ridotta da 27 a 11 metri cubi al secondo, scendendo al 20% di quella autorizzata (mc/sec 55), in modo da garantire, per quanto possibile, le esigenze colturali dei produttori di riso, nonché la salvaguardia della fauna ittica e delle aree a forte valenza ambientale.
“Purtroppo, l’assoluta mancanza di precipitazioni e la severa riduzione degli afflussi, che interessano il lago Maggiore, stanno minacciando la conclusione della stagione irrigua; l’andamento anomalo delle condizioni meteo, dovuto ai cambiamenti climatici, suggerisce l’urgenza di misure efficaci a difesa dell’agricoltura, dell’ambiente e di tutte le altre necessità di utilizzo della risorsa idrica. È necessario intervenire tempestivamente e in modo coordinato su problematiche destinate a segnare il prossimo futuro” ha commentato Alessandro Folli, Presidente Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano).
Praticamente dimezzate rispetto alla media, sono anche le portate del fiume Po, con il rischio di un’ulteriore conseguenza nei territori vicino al mare.
“Negli ultimi vent’anni l’acqua salata del mare è riuscita a risalire di quasi 30 chilometri lungo le foci deltizie; entrando nell’entroterra, mette a rischio migliaia di ettari a causa della presenza di maggiori valori di salinità sia nelle acque ad uso potabile che in quelle necessarie per l'irrigazione”: a riproporre attenzione sull’argomento è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
La risalita del cuneo salino nei rami del Delta del Po è un grande problema, che viene accentuato dalla siccità e da una regimazione non regolare. Per contrastare il fenomeno, si immette acqua dolce nel territorio, prelevata dalla rete idraulica di bonifica, permettendo la diluizione della salinità; tale funzione è svolta soprattutto dai canali di gronda, realizzati paralleli alla costa e che creano una barriera naturale, favorendo la vita della flora e la produzione agricola. A questo si aggiunge ora il progetto internazionale “Reservoir” per una gestione sostenibile delle acque sotterranee, gestito dal Consorzio di 2° grado C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) con l’obbiettivo di monitorare il fenomeno nella zona di Comacchio.
“Il cuneo salino è favorito dall’andamento climatico e dalla subsidenza, cioè l’abbassamento del suolo, dovuto a fenomeni naturali, nonché alle estrazioni sotterranee – ha ricordato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – Per salvaguardare l’ambiente e l’economia delle aziende agricole bisogna lavorare su più fronti, realizzando barriere antisale, ma anche una regimazione del Po, di cui si discute da anni e che, oltre a favorire la navigazione, renderebbe il fiume meno soggetto a magre estreme, contrastando con efficacia la risalita dell’acqua salata.”
“Allo stesso tempo – ha concluso Franco Dalle Vacche, Presidente Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara (con sede nella città estense) – sono necessarie azioni per la salvaguardia della coltura del riso, che è una barriera naturale contro la salinizzazione dei terreni; purtroppo si registra, invece, una forte contrazione delle aree deltizie coltivate, con il conseguente abbandono della risicoltura, a causa della concorrenza internazionale."

VENETO: VIOLENTO EVENTO METEO, DANNI CONTENUTI GRAZIE ANCHE AI CONSORZI DI BONIFICA
Nei giorni scorsi si è abbattuto sul Veneto un evento meteorologico di straordinaria violenza, che ha causato gravi danni soprattutto in alcune aree delle province di Verona, Vicenza e Padova. Particolarmente flagellata è stata la città di Verona con l’allagamento di gran parte del centro storico a causa delle forti piogge e dell’ostruzione di tombini, che ha impedito lo scolo dell’acqua.
Danni si sono registrati anche nelle campagne, soprattutto nella Valpolicella, situata a Nord di Verona e nell’area padovana dei Colli Euganei, attorno a Monselice. A martoriare le colture è stata soprattutto la grandine; le forti piogge hanno invece causato allagamenti a strade (soprattutto nella Bassa Padovana in zone prive di fossati) e ad interrati di alcune abitazioni in campagna. Soprattutto tra le province di Padova e Vicenza, dove si sono abbattute le piogge più intense, il bilancio dei danni avrebbe potuto essere più pesante, se non fosse stato per la pronta reazione dei Consorzi di bonifica Adige Euganeo (con sede ad Este, nel padovano) ed Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, nel veronese), che hanno mantenuto operative le idrovore, sorvegliato la rete di scolo nelle campagne, governando i livelli delle acque. Notte di grande lavoro anche per gli uomini del Consorzio di bonifica Veronese (con sede nella città scaligera) impegnati, in coordinamento con Protezione Civile e Vigili del Fuoco, a rimuovere gli alberi schiantati dal vento nel centro del capoluogo.
Purtroppo, in un contesto generale di mutamenti climatici, tali episodi non sono più un’eccezione. Le uniche risposte possono venire da attività di prevenzione ben pianificate nel tempo e da un utilizzo del suolo, che non può più prescindere dalle peculiarità dei territori.
EMILIA ROMAGNA: L’ACQUA DEL CONSORZIO È IDONEA ALL’USO AGRICOLO
I dati del monitoraggio A.R.P.A.E. (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Emilia Romagna) , validati dall’Istituto Zanelli e disponibili sul web, confermano già da anni che lo stato della risorsa idrica, derivata dal fiume Po, non presenta rischi per le produzioni agricole. Rispondendo ad alcune insinuazioni giornalistiche, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia), ente gestore di un’importante derivazione dal Po a Boretto, premette innanzitutto che la competenza istituzionale in materia di qualità delle acque superficiali spetta ad A.R.P.A.E. e non all’ente consortile.
Tuttavia, per senso di responsabilità verso i propri consorziati, da oltre dieci anni l’ente consorziale si è fatto carico di monitorare, in collaborazione con l’Istituto Zanelli ed A.R.P.A.E., la qualità delle proprie acque irrigue, tra cui quelle prelevate a Boretto, rendendo disponibili agli interessati l’esito di tali analisi alla pagina web https://www.emiliacentrale.it/consorzio-trasparente/informazioni-ambientali/ . Le migliaia di dati raccolti nel tempo confermano che lo stato delle acque derivate dal Po risulta idoneo all’uso irriguo, non presentando rischi per le produzioni agricole. L’Autorità Distrettuale del fiume Po ha confermato il trend positivo della qualità idrica del Grande Fiume, alla luce del continuo incremento nel numero dei depuratori presenti nel bacino fluviale.
Allo stato attuale, pertanto, la questione della qualità delle acque irrigue, derivate dal fiume Po, non risulta essere allarmante come lasciano, invece, intendere alcune dichiarazioni riportate dalla stampa locale. Il monitoraggio sussisterà in modo costante anche in futuro a garanzia di una costante trasparenza sulla qualità della risorsa irrigua dei canali consortili.
TOSCANA: SALVAGUARDIA E TUTELA DEL PADULE
Sono ripresi in Luglio e proseguiranno fino al 18 Settembre p.v. i lavori finanziati dalla Regione Toscana (5 milioni di euro) per il progetto di rinaturalizzazione all’interno del Padule di Fucecchio e portati avanti dal Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa). I lavori sono iniziati con gli interventi all’invaso del Coccio (sottobacino Le Morette), nonché il taglio e lo scavo del tratto finale del Canaletto.
Inoltre, all’interno delle due riserve “Monaca-Righetti” e “Morette” (a partire dal 10 Agosto in accordo con la Regione Toscana) è stato ampliato il taglio della vegetazione infestante e sono stati realizzati interventi per la salvaguardia e la tutela del Padule. A questi lavori si aggiungono opere complementari, che interessano diversi sottobacini.
Nel sottobacino Fabbronese è in corso la revisione della cateratta esistente a Casin del Lillo, mentre nel sottobacino Invaso del Coccio sono stati già completati gran parte degli interventi previsti; è in corso, invece, la realizzazione di altre piccole opere accessorie e complementari. Già dal prossimo inverno l’invaso del Coccio si riempirà naturalmente d’acqua, arrivando a contenere fino a sessantamila metri cubi, con una profondità fino a due metri; successivamente lì saranno convogliate le acque depurate dal depuratore di Pieve a Nievole. Sono stati tutti portati a termine, gli interventi nel sottobacino Fosso del Canaletto. Si trattava di opere previste per il 2019, ma rimaste da eseguire perché la presenza d’acqua aveva reso inaccessibili i luoghi interessati. Ulteriori interventi sono in corso nel sottobacino Monaca-Righetti; infine, nel sottobacino Le Morette sono stati ultimati gli scavi del nuovo fosso centrale.
Restano da ultimare il taglio della vegetazione e lo scavo di fossi perimetrali, ma si procederà anche a sistemare la viabilità, a realizzare una nuova cateratta ed una nuova traversa in legno sul Canale del Terzo. Infine, sono stati completati i lavori di manutenzione ordinaria, che consistono principalmente nel taglio della vegetazione su 11 corsi d’acqua: Canale del Capannone, Controfosso Canale del Capannone, Fosso della Traversa, Fosso del Canaletto, Fossa del Prete, Canale del Terzo, Fosso della Nievolina, Fosso di collegamento Canale Capannone con la Pescia di Pescia, Fosso del Capitolo, Fosso del Pratogrande e Argine, Fosso della Croce. Restano infine da portare a termine anche altri piccoli interventi.
VENETO: NUOVA TASSELLO PER SICUREZZA BACINO COLLI EUGANEI
E’ previsto a Montegrotto Terme, per fine Agosto, l’inizio dei lavori per la messa in sicurezza di via Sabotino, una strada stretta sulla sommità dell’argine destro dello scolo Menona; in occasione di condizioni meteoriche avverse, come nel Febbraio 2014, il collegamento viario risulta a rischio in quanto posizionato a quota insufficiente per contenere le acque. Per alzare la quota della strada e prevenire allagamenti, il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) prevede la difesa spondale dello scolo Menona, mediante infissione di pali in legni e posa di sasso, per un tratto di circa centosettanta metri.
E’ prevista, inoltre, la costruzione di un muretto di contenimento delle acque sulla banchina stradale e la realizzazione di condotte per lo scarico delle acque piovane. L’intervento fa parte dei “Lavori di ripristino e adeguamento delle arginature del nodo idraulico di Montegrotto Terme (euro 2.500.000,00)”, finanziati con fondi del Dipartimento Nazionale Protezione Civile, assegnati alla Regione Veneto per interventi urgenti in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici dell’ottobre 2018 (“tempesta Vaia”). Il termine dei lavori è previsto per la fine del mese di settembre.
MARCHE: ACQUA TORNA A SCORRERE IN SICUREZZA
Nei giorni scorsi è stato portato a termine un complesso intervento di pulizia in un fosso a Monsampolo del Tronto. Il tratto interessato dai lavori, lungo circa quattrocento metri, presentava un gran numero di arbusti anche di dimensioni importanti (oltre a detriti e terra), che ostruivano il deflusso dell’acqua.
L’intervento del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) si è avvalso anche di numerosi mezzi meccanici, calati nell'alveo. Al termine dell’intervento, il tratto è tornato ad essere sicuro e decoroso.
TOSCANA: AL LAVORO SUI CORSI D’ACQUA, “OASI VERDI” PER LA FAUNA
Prosegue a pieno ritmo la manutenzione ordinaria sui corsi d’acqua di Montevarchi: 150.000 gli euro investiti dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo)per mitigare il rischio idraulico nel capoluogo e nelle frazioni. Dopo il consueto stop ai cantieri, richiesto dalla normativa vigente a protezione della fauna nidificante, l’ “operazione fiumi sicuri” è ripartita con decisione già all’inizio di Luglio.
I primi a passare “sotto i ferri” sono stati, come sempre, i torrenti Dogana e Borro del Giglio, che attraversano i quartieri più densamente popolati ed urbanizzati della città. Uomini e mezzi si sono poi spostati sui principali affluenti del Dogana: operazioni di contenimento della vegetazione hanno interessato il Borro dell’Ornaccio alla Ginestra, il Borro Vigna Borranicchi e il Borro Rosso al Pestello.A breve toccherà al Borro dello Spedaluzzo, al Fosso Reale ed al torrente Valdilago alle porte di Levanella, al torrente Caposelvi nel tratto, che attraversa la frazione di Mercatale Valdarno e nel tratto vallivo, in prossimità dell’immissione nel fiume Arno.
La manutenzione ordinaria prevede il taglio della vegetazione, che potrebbe ostacolare il transito della corrente, con l’obiettivo di ripristinare il regolare deflusso delle acque; in alcuni tratti fluviali sono state, però, conservate fasce di arbusti vicino al livello dell’acqua di magra: una soluzione, che serve a ridurre il fenomeno di surriscaldamento delle acque per insolazione, tipica del periodo.
Si tratta di interventi programmati con cadenza annuale dall’ente consortile, approvati dalla Regione Toscana e definiti con il contributo dei Comuni, tenendo conto delle necessità, che si manifestano sui territori e delle segnalazioni che arrivano all’ente e che i tecnici hanno il compito di verificare e valutare. All’interno dell’Assemblea dell’ente consorziale è stato individuato un referente per ciascuna area: una sorta di “antenna” capace di cogliere e trasferire i bisogni delle U.I.O. (Unità Idrografia Omogenea), che compongono il comprensorio Alto Valdarno.
CAMPANIA: RIPARATA CONDOTTA PRINCIPALE ACQUA POTABILE
Gli operai del Consorzio di bonifica Paestum (con sede a Capaccio Scalo, in provincia di Salerno) hanno eseguito operazioni di manutenzione straordinaria alla condotta principale dell’acqua potabile, sita in località Matinella nel comune di Albanella. La riparazione si è resa necessaria a seguito di un grave danneggiamento, dovuto probabilmente ad eccessivo sovraccarico negli ultimi giorni, durante i quali, tramite un by-pass, l’ente pestano ha provveduto ad alleviare le difficoltà della comunità albanellese anche in ragione delle torride temperature estive.
Al riguardo viene evidenziato che l’ente consortile sta facendo quotidianamente il possibile per garantire la fornitura idrica, sottolineando comunque che l’uso razionale e parsimonioso della risorsa idrica è sempre doveroso, ancor di più in piena estate.
LAZIO: LA SFIDA PIÙ UTILE: OPERE IDRAULICHE PER RINNOVARE LA RETE
“I Consorzi di bonifica dovranno essere in grado di avere sempre più i cassetti pieni di progetti esecutivi, pronti e finanziabili. Adesso è arrivato il momento di dare la svolta per poi presentarli”: Così ANBI Lazio ha commentato la notizia dell’approvazione del bando di selezione delle proposte progettuali (a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020) per interventi nelle infrastrutture irrigue, bonifica idraulica, difesa dalle esondazioni, bacini di accumulo, programmi di assistenza e consulenza. Importante è la dotazione finanziaria, che ammonta a 86 milioni di euro, di cui l'80% destinata a finanziare progetti per il Sud Italia e il rimanente per Centro e Nord.
Il bando è rivolto agli enti irrigui per interventi di potenziamento di infrastrutture irrigue collettive, la cui rilevanza strategica sarà valutata in base alle intrinseche finalità di miglioramento delle condizioni ambientali, economiche e generali del contesto, sul quale vanno ad insistere. Da quando ha iniziato il nuovo corso, ANBI Lazio è impegnata nel coniugare efficienza irrigua e servizi ecosostenibili.
TOSCANA: GRANDE SUCCESSO
Tante persone si sono fermate a visitare lo stand di ANBI Toscana a Festambiente: anche quest’anno, infatti, a suggellare la loro sinergia con Legambiente, i Consorzi di bonifica della regione sono stati presenti alla 32ª edizione della manifestazione, che si è tenuta a Rispescia , offrendo ai cittadini la possibilità di scoprire da vicino il ruolo di tali enti nella tutela della sicurezza idraulica, ma anche nella difesa dell’ambiente.
Tanto interesse, soprattutto da parte dei più piccoli, l’ha suscitato la canaletta didattica, realizzata dal laboratorio di idraulica fluviale del dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze: uno strumento utile per capire, nel dettaglio, come operano gli enti consorziali sul territorio ed imparare, divertendosi, qualcosa di più sulla tutela dei corsi d’acqua e dell’ambiente.
VENETO: A SETTEMBRE TORNA TERREVOLUTE, IL FESTIVAL DELLA BONIFICA
Il Coronavirus non ferma Terrevolute, il Festival della Bonifica, organizzato da ANBI Veneto con i suoi 11 Consorzi e dall’Università di Padova con la stretta collaborazione di ANBI . La terza edizione della manifestazione, dopo lo stop forzato di Maggio, è stata infatti spostata dall’11 al 13 Settembre p.v., nella consueta cornice di San Dona di Piave, con due eventi collaterali a Vo’, il 18 Settembre ed a Noale, il 2 Ottobre.
Nel rispetto delle misure anti Covid-19, il Festival mantiene il format, che ha caratterizzato le prime 2 edizioni: un articolato programma di mostre, spettacoli e visite guidate ai luoghi della Bonifica veneta, con l’obbiettivo di sensibilizzare i cittadini sul delicato equilibrio tra uomo, acqua e territori di pianura. Tra i protagonisti degli spettacoli di quest’anno figurano Andrea Pennacchi, Banda Osiris con Telmo Pievani, Mirko Artuso e Giovanna Digito. I dettagli del programma e le modalità di partecipazione su www.festivalbonifica.it/2020 .
Prosegue così il percorso di avvicinamento all’evento che fra 2 anni celebrerà il centenario del Congresso Regionale delle Bonifiche Venete, tenutosi proprio a San Donà di Piave nella primavera del 1922 e che pose le basi per l’attuale Bonifica integrata, che unisce tecniche di sanificazione del territorio a pratiche irrigue. Proprio in previsione del 2022, ad impreziosire questa edizione del Festival, sarà la tavola rotonda dal titolo “Agenda 2030: un’opportunità e una sfida per le terre di bonifica”, durante la quale verranno anticipati i temi scientifici del Centenario: a discuterne saranno i rappresentanti del Comitato Scientifico di Terrevolute 2022, coordinato da ANBI e dalla curatrice del Festival, Elisabetta Novello; proprio a San Donà di Piave, nei giorni del Festival, è infatti prevista la prima riunione operativa del Comitato Scientifico, che di fatto rappresenta la componente “accademica” (sono coinvolti docenti di diverse Università italiane) dei diversi gruppi di lavoro, impegnati nella stesura dei documenti, che verranno dibattuti nel 2022. |