Anno XXII, n. 17 venerdì, 1 maggio 2020

#VERSOLARIPRESA: NONOSTANTE TUTTO, ANCHE UNA BUONA NOTIZIA: L’ECOSISTEMA RESPIRA

ANBI: IN VERSILIA SONO TORNATI I TRITONI, INDICATORE BIOLOGICO DI QUALITA’ AMBIENTALE

Il forzato rallentamento delle attività umane, dovute al lockdown pandemico, deve essere occasione anche per  una riflessione sui limiti della pressione antropica sull’ambiente: lo afferma l’ANBI, segnalando il caso della Versilia, dove a colonizzare l’habitat non è stavolta una specie aliena, ma il significativo ritorno dei tritoni scoperti nei fossi della pineta di Levante a Viareggio; non è usuale osservare tali specie, perché  l’inquinamento è  una delle cause principali di riduzione degli anfibi che, per una spiccata sensibilità alle sostanze chimiche, hanno la funzione di bioindicatori: in pratica sono segnali spia sulla qualità dell'ecosistema. Osservati da vicino, i tritoni appaiono come piccoli “draghi”, che vivono tutto l’anno nel letto di foglie e sotto le radici delle piante; in periodo primaverile è più facile osservarli, perché raggiungono le acque, a lento scorrimento, di fossi e canali per deporre le uova; si nutrono di larve di zanzara e per questo sono anche ottimi alleati dell’uomo.
“Accertare la presenza di tritoni all’interno di un habitat palustre è una notizia importante per l’ecosistema, perché questi piccoli animali sono un segnale inequivocabile che l’ambiente non è inquinato – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
I tritoni sono stati scoperti durante i lavori del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) per liberare i principali corsi d’acqua della pineta dai rifiuti abbandonati e dai rami caduti; l’intervento è stato svolto manualmente, prestando particolare attenzione ai “ritrovati” anfibi.
“Mi complimento con gli addetti alle operazioni di pulizia per averli individuati, segnalati e per avere adottato tutte le misure idonee a non interferire con la loro presenza” ha precisato con soddisfazione il Presidente dell’ente consortile, Ismaele Ridolfi.
“E’ questa la dimostrazione della nuova sensibilità, che permea l’attività idraulica dei Consorzi di bonifica – ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Per tutelare la presenza delle popolazioni di anfibi nella macchia lucchese, il locale ente consortile ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Legambiente Versilia, che monitora i livelli della falda ed effettua il censimento delle specie. Le collaborazioni con le associazioni ambientaliste sono d’ausilio, in tutta Italia, a tenere alta l’attenzione sulla tutela degli habitat autoctoni, oggi minacciati non solo dall’invadente presenza dell’uomo, ma anche dall’incedere di specie alloctone, ennesima conseguenza dei cambiamenti climatici.”


EMILIA ROMAGNA: LA “RIPARTENZA” IMMEDIATA DELLA BONIFICA

Trentuno progetti da realizzare al più presto in tutto il comprensorio per un ammontare complessivo di oltre duemilionisettecentomila euro: è questa l’energica cura con cui il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) rilancia, da subito, l’operatività d’intervento al di là delle funzioni essenziali, mantenute anche nel corso del periodo emergenziale, causato dal Coronavirus.
Le modalità operative in smart-working hanno consentito il prosieguo dell’attività consortile, garantendo la piena e completa organizzazione anche nelle fasi di progettazione e pianificazione dei lavori. Nel completo rispetto delle indicazioni governative in termini di sicurezza sul lavoro, i cantieri contribuiranno notevolmente all’incremento della difesa idraulica, alla regimazione dei flussi idrici in aree montane, al miglioramento ed all’ottimizzazione dell’estesa rete di canalizzazioni consortili ed arginature, alla sistemazione di strade, al consolidamento dei versanti, alla prevenzione da fenomeni franosi e smottamenti, all’ammodernamento ed all’efficienza degli impianti idraulici. Rappresenteranno, insomma, uno stimolo positivo all’economia locale, visto il contestuale coinvolgimento di numerose imprese del territorio, oggi penalizzate dall’obbligato periodo di stop.
Le opere pianificate riguarderanno numerosi comuni in 3 province: Albinea, Baiso, Boretto, Canossa, Castelnovo ne’ Monti, Castelnuovo di Sotto, Casalgrande, Castellarano, Quattro Castella, San Polo d’Enza, Ventasso, Vetto, Vezzano sul Crostolo, Viano (provincia di Reggio Emilia); Carpi, Frassinoro, Lama Mocogno, Montefiorino, Palagano, Pavullo nel Frignano, Prignano, Polinago, Sassuolo, Serramazzoni  (provincia di Modena); Tizzano Val Parma, nel parmense.

LOMBARDIA: CONFERMATA LA CHIUSURA DI ALZAIE E BANCHINE CICLOPEDONALI

Alla vigilia dell'avvio della cosiddetta fase 2 nella lotta al Covid-19, a fronte di alcune prime riaperture disposte del Governo, il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano), preso atto della situazione epidemiologica non ancora stabilizzata, ha confermato la misura adottata lo scorso 20 marzo e cioè l'interdizione, al traffico ciclopedonale, di alzaie e banchine (le strette strade, che costeggiano i canali consortili) gestite direttamente.
Si è infatti valutato come al momento (pur rappresentando le alzaie, in qualche occasione, percorsi alternativi per gli spostamenti casa-lavoro) non sussistano ancora tutti i presupposti di sicurezza, funzionali alla revoca della misura assunta, considerato che la natura e le caratteristiche di questi passaggi, necessari in primis all'accesso del personale e dei mezzi consorziali per la gestione dei canali, non consentono sempre il rispetto del divieto di assembramento e  spesso  neppure il mantenimento del distanziamento sociale.
A ciò si è aggiunge l'impossibilità, da parte del personale consortile, di assicurare una puntuale vigilanza su chilometri e chilometri di rete idrica. È stata così inviata una comunicazione ufficiale a tutti i Sindaci dei comuni attraversati dal Canale Villoresi, dalla Via d'Acqua Nord e da tutti i Navigli (Grande, Bereguardo, di Pavia, Martesana, di Paderno) per portarli a conoscenza dell'orientamento prudenziale adottato da ETVilloresi.

OSSERVATORIO ANBI SULLO STATO DELLE RISORSE IDRICHE:

È ALLARME IN VENETO, DOVE L’ACQUA DELL’ADIGE TERMINA INUTILIZZATA IN MARE CRESCE LA PREOCCUPAZIONE IN EMILIA ROMAGNA. LE PIOGGE MITIGANO IL DEFICIT IDRICO IN BASILICATA E PUGLIA

Si aggrava la situazione nei campi veneti: dopo settimane climaticamente miti, le colture hanno anticipato il ciclo vegetativo, ma le loro necessità irrigue non possono essere adeguatamente soddisfatte a causa di concessioni per prelievi idrici, inadeguate alla condizione di siccità, che si sta registrando quest’anno, pregiudicando i raccolti.
“È necessario che la Regione del Veneto riveda sollecitamente la modulazione delle derivazioni irrigue per far fronte alle criticità in atto, conseguenza dei cambiamenti climatici – ha chiesto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - In questo periodo, infatti, c’è disponibilità d’acqua nei fiumi, grazie allo scioglimento delle nevi in alta quota ed i bacini montani del Veneto sono mediamente  all'80% della loro capacità d'invaso. È un paradosso: i campi hanno sete ma, a causa di rigidità burocratiche, stiamo perdendo molta acqua dolce che, non potendo essere prelevata, dai fiumi va direttamente a mare.”
Il caso più eclatante è quello del canale L.E.B. - Lessinio Euganeo Berico, la principale asta irrigua veneta, che deriva acqua dal fiume Adige e la distribuisce su un territorio di oltre trecntocinquantamila ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia.
“Il Consorzio di 2° grado L.E.B. (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona) – ha spiegato Andrea Crestani, Direttore ANBI Veneto - sta prelevando, in questi giorni, 21 metri cubi d’acqua al secondo e ad inizio Maggio potrà aumentare la derivazione fino a 25 metri cubi, ma è sempre troppo poco rispetto alle attuali necessità irrigue. In questo inizio di primavera, il bisogno d'acqua nelle campagne è pari a quello di Giugno-Luglio, quando la concessione di derivazione del Consorzio L.E.B. arriva a 34 metri cubi al secondo; stiamo dunque prelevando 13 metri cubi d’acqua in meno, rispetto a quanto previsto in un’analoga situazione, seppur in un periodo diverso dell’anno. L'acqua nell’Adige c'è, ma non possiamo prelevarne a sufficienza."
Secondo i dati dell’Osservatorio ANBI sullo Stato delle Risorse Idriche, è lo scioglimento delle nevi a caratterizzare l’attuale situazione idrica nel Nord Italia; a beneficiarne sono soprattutto i grandi laghi: pur rimanendo sotto la media stagionale sono in ripresa il lago Maggiore ed il lago di Como, mentre il lago d’Iseo, dopo mesi di sofferenza idrica, è sopra la media stagionale così come il lago di Garda. Di riflesso ne beneficia anche il fiume Po che, lasciato il Piemonte e dopo centinaia di chilometri in deficit rispetto allo scorso anno, torna in media al rilevamento di Pontelagoscuro verso il delta. Analogamente sono in ripresa idrica i fiumi piemontesi Dora Baltea, Tanaro e Stura di Lanzo.
“E’ una ricchezza però che, in assenza di bacini di stoccaggio, defluirà rapidamente verso il mare; sono risorse, che rischiamo di rimpiangere di fronte a mesi, che si preannunciano idricamente complicati – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – È auspicabile che i gestori idroelettrici dei laghi alpini invasino ora più acqua possibile da rilasciare, però, in caso di bisogno a valle.”
Cresce intanto la preoccupazione per la situazione dei fiumi in Emilia Romagna: sotto le medie mensili, ad eccezione di Panaro, nel modenese e Nure, nel piacentino; nelle stesse province, altresì, Secchia e Taro hanno raggiunto il minimo storico. Sono, invece, le piogge ad aver lenito il grave deficit idrico, che si registra in Puglia e Basilicata, dove continuano a mancare rispettivamente 109 e 88 milioni di metri cubi negli invasi; a beneficiare delle precipitazioni sono stati soprattutto i bacini di Occhito e Pertusillo (il suo livello è ora addirittura superiore all’anno scorso). Resta largamente deficitaria la situazione idrica in Calabria e Sicilia (-62 milioni di metri cubi circa negli invasi dell’isola), mentre si conferma confortante l’accumulo idrico nei bacini della Sardegna, così come nell’Italia Centrale.

PUGLIA: NUOVO PIANO DI DISTRIBUZIONE IRRIGUA

Sulla base delle attuali disponibilità di risorsa negli invasi di Occhito e Capaccio, il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) ha deliberato il “Piano di distribuzione irrigua” per il Comprensorio del Fortore, rimodulato rispetto a quello precedentemente adottato, in considerazione degli incrementi di risorsa disponibile. L’apertura della stagione irrigua è stata fissata al 1° Giugno 2020 e fino all’esaurimento delle risorse disponibili per l’irrigazione; la dotazione è stata stabilita in 1000 metri cubi per ettaro.

VENETO: ANTICIPATE OPERAZIONI PER AVVIO STAGIONE IRRIGUA

Sono state avviate con 20 giorni di anticipo le operazioni di preparazione della rete del Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) per l’inizio della stagione irrigua; a partire dagli inizi di Maggio, la rete irrigua sarà in funzione al 100% per garantire a tutti un servizio efficiente. L’ente consortile sta eseguendo, già a partire dal 25 Marzo scorso, le operazioni necessarie all’attivazione della rete irrigua, attraverso la pulizia e la sistemazione delle canalette irrigue e degli impianti, per garantire il funzionamento ottimale del servizio.
La situazione è costantemente monitorata e sono state soddisfatte tutte le richieste pervenute dalle aziende agricole per sopperire alla siccità dei giorni scorsi nelle operazioni di semina. Grazie al canale Lessinio Euganeo Berico si sta distribuendo acqua sia nella zona dei Colli Euganei, sia lungo le aste del fiume Bacchiglione, nonché dei canali Naviglio Brenta e Nuovissimo, fino a Chioggia.

TOSCANA: SCATTA L’ALLARME NUTRIE

Con il lockdown, le nutrie sono diventate una vera e propria emergenza anche nel comprensorio del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), dove la loro massiccia presenza mina da tempo la tenuta e la stabilità degli argini. L’ente consortile è già stato costretto ad intervenire ripetutamente, anche durante l’emergenza sanitaria, per riparare i danni alle opere idrauliche, prodotti da un numero di esemplari in crescita; in Valdichiana, in Valdarno, alla periferia di Arezzo: tanti sono stati i lavori urgenti, realizzati in queste settimane per evitare il peggio.
Le tane scavate da questi animali, prolifici e voraci, infatti, creano ampie e profonde voragini all’interno delle sponde e degli argini dei corsi d’acqua; individuarle e ripararle in modo tempestivo è fondamentale, ma spesso è una lotta senza fine, poiché le popolazioni tendono a tornare ad insediarsi negli stessi punti. Ogni anno, questa battaglia si traduce in un impegno economico   sempre più pesante per l’ente consorziale che, in questi primi 4 mesi 2020, complici anche un inverno mite e la scarsa presenza dell’uomo sul territorio, ha dovuto far fronte ad un’autentica invasione, con uno sforzo organizzativo eccezionale. Le richieste del Cb2 alle autorità competenti sono un piano di contenimento delle nutrie e più in generale un piano di delocalizzazione di altre specie protette, pericolose per la stabilità degli argini.

VENETO: RETE DI SCOLO ANTI ALLAGAMENTI NEL VICENTINO

Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) sta redigendo il Piano delle Acque di Malo, con l’obbiettivo di individuare tutte le criticità dal punto di vista idraulico. I lavori, che saranno realizzati dall’ente consortile in base ad un accordo di programma con il Comune e la Regione Veneto, avranno un costo complessivo di 130.500 euro, dei quali 50.000 provenienti da Palazzo Balbi.
Nello specifico, si tratta del rifacimento della rete di scolo delle acque meteoriche a garanzia della sicurezza viaria in caso di maltempo: in passato, l’arteria di collegamento con il limitrofo comune di Thiene era stata chiusa al traffico, a causa di un nubifragio.

EMILIA ROMAGNA: PER UN FUTURO IDRAULICAMENTE PIU’ SICURO

Il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città) prosegue nei suoi compiti di difesa e regolazione delle risorse idriche, secondo i criteri di prudenza e tutela e nel rispetto delle restrizioni imposte dal Governo per la gestione dell’emergenza sanitaria. Tra gli interventi portati a termine rientra anche la manutenzione dei canali di scolo, presenti nella zona centrale di Calendasco con l’obbiettivo di alleggerire il carico delle acque piovane che, in caso di eventi meteorologici intensi, ha già portato ad allagamenti, che hanno coinvolto anche le abitazioni.
Nei mesi scorsi, l’ente consortile aveva anche provveduto a pulizia, sistemazione e regolazione della pendenza dei canali di scolo che attraversano il territorio comunale verso il Po, affiancando la manutenzione dei pozzetti, operata dall’Amministrazione Comunale. A ciò si aggiungono altri lavori effettuati nei comuni della bassa Val Tidone di concerto con la società Ireti e con il Comune di Rottofreno a prevenzione di eventi meteorici futuri.

TOSCANA: PRIMA DI TUTTO LA SICUREZZA

Il Percorso della Pesa, lungo il principale torrente del Chianti è a servizio delle attività di vigilanza e manutenzione della bonifica, nonché uno spazio di laminazione delle piene ed infine anche un percorso fruibile dal pubblico, seppur con la massima attenzione per i rischi legati alla sua percorrenza. I primi lavori di ripristino dei tratti danneggiati dalle grandi piene di Novembre e Dicembre sono stati realizzati da San Vincenzo a Torri, dove maggiori erano stati i danni, con interi tratti di sponda e di tracciato completamente spazzati via dalle acque. In molti altri tratti, lungo la bassa sponda, si era invece assistito alla totale asportazione della terra battuta del fondo della pista, rimasta soltanto una distesa di grandi ciottoli difficilmente percorribile.
Sull’intera estensione del Percorso, il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze) aveva effettuato una ricognizione per individuare problemi e possibili soluzioni, condividendo una dettagliata relazione con il Genio Civile Regione Toscana ed i Comuni interessati; obbiettivo: ribadire la natura e funzioni del Percorso, chiedendo che gli altri soggetti istituzionali coinvolti facessero la loro parte per una più chiara definizione della natura giuridica di questa opera idraulica. Alle molte richieste di riparazione del Percorso, l’ente consortile ha sempre risposto con chiarezza: appena possibile sarebbero stati fatti i lavori di ripristino dei tratti danneggiati, ma per garantire innanzitutto l’esecuzione delle manutenzioni estive lungo il torrente, piuttosto che per la fruibilità pubblica, che resta a rischio e pericolo dei frequentatori delle aree di demanio regionale.
L’auspicio dell’ente consorziale è che si possa giungere presto, insieme a Comuni e Regione Toscana, ad una definizione giuridica del tracciato che permetta, dopo questi giorni di permanenza forzata a casa, di tornare con tranquillità lungo i fiumi.

MARCHE: NUOVE AREE CAMPER

Non solo grandi infrastrutture come a Monte Cerignone, dove è stato abbattuto e sarà ricostruito il ponte Amelia, ma anche opere di valorizzazione del territorio ed utilità per i futuri turisti. Il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) si muove a 360° e sono pronti, per altrettanti comuni, due progetti attesi e molto interessanti: a Montefortino e Palmiano, località rispettivamente nel Fermano e nell’Ascolano, vedranno la luce 2 aree camper attrezzate, progettate e realizzate dall’ente consortile in stretta collaborazione con le Amministrazioni Locali.
La prima interesserà il lago di Gerosa, dalle potenzialità turistiche inespresse e dove sorgeranno piazzole con tutti i servizi necessari, chioschetti per la vendita dei prodotti tipici marchigiani, uno spazio attrezzato per il canottaggio e un’area adibita al campeggio libero; non mancheranno punti fuoco per cucinare in sicurezza, bagni, cassonetti per i rifiuti, fontane e recinzioni adeguate. Il secondo progetto prevede, invece, 5 piazzole in una zona molto importante del territorio palmianese, altrimenti adibita dalla Protezione Civile ad “area di ammassamento” in caso di emergenza.

EMILIA ROMAGNA: NEI PIATTI IL RACCONTO DEL TERRITORIO

Risorse naturali, acqua in primis, materie prime per una tavola sana, studio, creatività e molto impegno personale “a distanza”: sono stati questi gli ingredienti, che hanno consentito ad oltre duemila studenti emiliano-romagnoli di sfidare l’attuale “lockdown”, oltrepassando le barriere fisiche imposte dallo stop Covid-19. SFIDE ha consentito, ai ragazzi coinvolti da ANBI Emilia Romagna, l’opportunità di rendersi primi attori di un progetto articolato al fine di promuovere le eccellenze gastronomiche italiane, oggi più mai da valorizzare al meglio vista la crisi incombente economica. 
I ragazzi hanno così ideato e realizzato progetti complessi a “sfondo gastronomico” come veri e propri professionisti della comunicazione e della promozione on-line: dai post su Facebook alle stories di Instagram, passando per le chat di Whatsapp fino ad arrivare a video su YouTube e Tik Tok, senza tralasciare il mail marketing. Alla base dei messaggi lanciato online la consapevolezza diffusa che un piatto non è solo un insieme d’ingredienti, ma racconta una storia e i valori di un territorio, legati anche alla sostenibilità alimentare e ambientale. Il bilancio della partecipazione al concorso-progetto SFIDE ha dato esiti decisamente soddisfacenti: le persone raggiunte dalla comunicazione degli studenti sono state oltre ventimila con più di ottomila interazioni e 5.000 “mi piace” alle foto dei piatti in gara.
I vincitori social-contest, con il numero maggiore di “like”, sono stati i ragazzi della classe 3° IPS Istituto Salesiano di Bologna e la 3°A IIS Remo Brindisi di Comacchio. Per la categoria ANBI #dallacquallatavola è risultata vincitrice la classe 4^ F dell’IIS Nelson Mandela di Castelnovo ne’ Monti, con il progetto dal titolo: “Torta di riso salata al parmigiano”. Inoltre, si è deciso di premiare con una menzione speciale, la classe 2^CA della Scuola Alberghiera IAL di Ferrara, per il progetto dal titolo “(G)rosso cappellaccio dry – #staiserenonettuno. I progetti premiati sono in linea con la filosofia d’utilizzo sostenibile e razionale dell’acqua nella vita quotidiana ed in agricoltura, risorsa alla base di una sana alimentazione; proprio con l’obbiettivo di incrementare la consapevolezza su queste tematiche, studenti e docenti si sono anche sfidati nella sezione ANBI E.R. “Acqua e Territorio” del concorso SFIDE: attraverso l’utilizzo di strumenti artistici (pittura, scultura, illustrazioni, fotografia e video-composizione) o di scrittura (racconti, poesie, articoli, elaborati teatrali) hanno focalizzato il loro lavoro su sostenibilità, tutela del territorio, difesa idrogeologica, irrigazione, agricoltura, rispetto per il tempo e la stagionalità, lotta agli sprechi.
Con il protrarsi dell’emergenza Covid-19, ANBI Emilia Romagna ha dovuto gioco forza sospendere il concorso ma, al fine di non disperdere l’impegno ed il prezioso lavoro fatto dai ragazzi, ha deciso di assegnare comunque un premio speciale “I FUORI CLASSE” (un piccolo contributo per l’acquisto di materiali didattici e/o sanitari) alle classi 5^ D di Pavullo nel Frignano, 5^ di Santarcangelo di Romagna e 5^ di Ligonchio di Ventasso. Compatibilmente con l’emergenza sanitaria, tutte le classi saranno premiate a Settembre durante un evento a loro dedicato.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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