ANBI: E’ GIA’ CRISI IDRICA IN EMILIA ROMAGNA, LOMBARDIA E VENETO. CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER I PROSSIMI MESI
Inverno stabile senza periodi piovosi significativi: questa la sintesi meteoclimatica sul Nord Italia, resa nota dall’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), i cui Consorzi di bonifica monitorano costantemente l’evolversi della situazione, partecipando attivamente ai “tavoli di concertazione” attivati dalle Regioni per contemperare i diversi interessi gravanti sulla risorsa idrica, ferme restando le priorità normative: dopo l’uso umano c’è quello agricolo.
Arriva da Piacenza il più recente segnale sulla crescente crisi idrica, che interessa le regioni settentrionali del Paese. Di fronte alla preoccupante situazione nei bacini delle dighe di Mignano (oggi è al 29% della capacità d’invaso) e di Molato (al 18% della capacità di invaso), il locale Consorzio di bonifica ha invitato gli agricoltori a riprogrammare semine e trapianti, poichè il livello delle falde pregiudica anche la possibilità di emungere dai pozzi in alcune zone del comprensorio. La piovosità registrata in corrispondenza delle dighe piacentine, nel primo trimestre 2017, è stata di circa 70 millimetri contro una piovosità media nello stesso periodo di oltre 300 millimetri a Mignano e di oltre 200 millimetri a Molato. Complessivamente le anomale condizioni climatiche, con il perdurare della siccità invernale e primaverile, hanno portato la disponibilità idrica nei terreni dell’Emilia Romagna a livelli talmente bassi da compromettere, soprattutto nei territori occidentali della regione, la crescita delle piante e addirittura, in taluni casi, la germinazione.
Situazione di dichiarata criticità idrologica anche nel Veneto dove, nel mese di marzo, sono caduti 24 millimetri di pioggia contro una media di mm. 69 (- 66%). Nei sei mesi tra ottobre e marzo si sono registrate sul Veneto precipitazioni per circa 352 millimetri, mentre la media del periodo 1994-2016 è di mm. 524: gli apporti del periodo risultano quindi inferiori del 33% sulla media. I principali invasi del fiume Piave trattengono attualmente circa il 63% del volume massimo invasabile così come l’invaso del Corlo lungo il fiume Brenta. I livelli delle falde, nell’area centrale del Veneto (storicamente uno degli acquiferi più ricchi d’Europa) sono prossimi o inferiori ai minimi assoluti degli ultimi 20 anni, mentre sono già in fase di esaurimento gli apporti ristoratori, derivanti dallo scioglimento delle nevi. Su tutti i principali fiumi veneti le portate registrate si mantengono nettamente inferiori alle medie storiche ed ormai prossime a quelle minime delle recenti annate siccitose. Sorvegliato speciale è il fiume Adige, la cui portata è ridotta di circa il 60%, creando preoccupazione anche per le conseguenze della risalita del cuneo salino.
Anche i dati della Lombardia evidenziano un netto deficit idrologico per l’area prealpina ed alpina, che può contare su una riserva pari a 1.086 milioni di metri cubi d’acqua, fornita dal manto nevoso e dai laghi. Il totale della riserva, invasata nei grandi laghi, risulta inferiore sia alla media del periodo (- 45,7%), sia ai quantitativi dell’anno critico 2007. Tutti i grandi laghi si trovano in deficit idrico, ma la situazione peggiore si registra per i laghi di Como e d’Iseo largamente al di sotto delle medie stagionali. Il contributo della neve risulta inferiore del 62% rispetto alla media annua di riferimento e del 30% rispetto a quanto registrato nell’anno critico 2007. Per quanto riguarda gli invasi artificiali, si registra una diminuzione del 31% , sulla media stagionale, nel volume d’acqua presente nei serbatoi del bacino dell’Oglio mentre, per gli invasi artificiali afferenti al bacino del fiume Adda, la diminuzione è del 5%.
“Si ripete ancora una volta il paradosso delle situazioni di crisi idrica – ha avvertito Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - A fronte di un’emergente stato di siccità aumenta il rischio idrogeologico, derivato da terreni aridi, incapaci di assorbire eventuali, copiose piogge, la cui aumentata violenza e ricorrenza è conseguenza acclarata dei cambiamenti climatici, che qualcuno si ostina a negare. Possiamo, quindi, solo sperare che le auspicate precipitazioni non accentuino le criticità di territori già in difficoltà. Purtroppo, solo negli anni più recenti sono stati avviati progetti di sistemazione idrogeologica ad iniziare dai grandi centri urbani.”
“Ora, però, c’è bisogno che gli investimenti che il Paese ha scelto di fare non vengano bloccati dalle burocrazie e che le stesse si rendano concretamente disponibili verso una scelta di ammodernamento infrastrutturale, di reddito delle imprese e di occupazione che rischia di essere negata all’interesse generale della collettività tutta per l’indifferenza di pochi – ha concluso il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano - Bisogna rendere concreta la fondamentale scelta di fare del reticolo idraulico una delle grandi opere infrastrutturali per il Paese.”
VENETO - VERSO UN NUOVO CONTRATTO DI FIUME
Nella sede del Consorzio di bonifica Veronese, nella città scaligera, si sono incontrati i principali enti, Istituzioni e associazioni aventi competenza in materia di risorse idriche sull’ambito territoriale consortile, compreso fra i comprensori Adige-Garda, Agro Veronese Tartaro Tione, Valli Grandi e Medio Veronese; fra i partecipanti anche la Regione Veneto, ANBI Veneto e molti Comuni del territorio. Motivo dell’incontro è stata la proposta, da parte dell’ente consorziale, di avviare l’iter di processo e di progetto, sulmodello dei Contratti di Fiume, per la gestione integrata e partecipata delle risorse idriche, la valorizzazione del territorio unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, la cooperazione per lo sviluppo locale.
A seguito di studi e ricerche svolti nell’ultimo anno è stata presentata l’iniziativa progettuale, auspicando il coinvolgimento attivo dei soggetti istituzionali presenti per l’avvio concreto dell’iter di processo che, attraverso attività di “analisi e ascolto del territorio”, potrà condurre alla sottoscrizione del “Contratto di Fiume Veronese”.
Il Contratto di Fiume è lo strumento più vocato per elaborare una programmazione strategica, integrata e partecipata per raggiungere obbiettivi come la tutela, la riqualificazione, lo sviluppo del territorio secondo criteri di sostenibilità ambientale e socio-economica. In un territorio dalle specifiche criticità idrauliche (il rischio siccità di questi giorni con la sofferenza del fiume Adige ne è una prova) appare necessario uno strumento di governance dell’acqua, capace di coinvolgere dal cittadino alle Istituzioni regionali e nazionali. L’ente consortile ne sente la responsabilità e si mette a disposizione della comunità.
L’ambito territoriale di interesse di questo Contratto di Fiume, così come per gli altri guidati da Consorzi di bonifica veneti, ha la peculiarità di interessare non esclusivamente i territori lungo un singolo corso d’acqua, ma quelli riferiti ad un sistema complesso di acque, che riferiscono alle Unità Territoriali Omogenee di rischio idraulico e idrogeologico. L’incontro si è rivelato un’importante occasione di confronto e può facilitare la costituzione di un “gruppo promotore”, che nel breve tempo porterà alla sottoscrizione di un primo documento di intenti, dando formale inizio alle attività previste.
TOSCANA - I MIGRANTI COLLABORANO ALLA MANUTENZIONE DI OASI NATURALISTICHE
VINCENZI: “ORGOGLIOSI CHE L’INIZIATIVA DI UN CONSORZIO DI BONIFICA VENGA PRESA AD ESEMPIO DI BUONA PRATICA IN QUESTI TEMPI DIFFICILI”
Una bellissima mattinata all’insegna della salvaguardia dell’ambiente, della conoscenza del territorio e della promozione dell’accoglienza e dell’integrazione: si può riassumere così l’appuntamento che, nell’oasi del Bottaccio a cavallo tra Capannorese e Bientinese in provincia di Lucca, ha visto impegnati circa 150 tra studenti, volontari delle associazioni ambientaliste e migranti richiedenti asilo politico, provenienti da Costa d’Avorio, Gambia, Nigeria, Senegal ed ospitati in case di accoglienza a Capannori: tutti insieme, per rendere più pulito, bello e fruibile questo angolo di territorio.
“E’ questa una risposta concreta, che nasce dal nostro mondo, al bisogno di fratellanza, che c’è in tempi bui come gli attuali. Tale obbiettivo è possibile, perché c’è un progetto per impiegare l’attività volontaria dei migranti, durante il periodo primaverile ed estivo, nella pulizia di luoghi dal grande pregio ambientale – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Siamo orgogliosi che la Regione Toscana abbia annunciato che questa sarà una delle buone pratiche portate, come esempio, durante un’iniziativa di confronto regionale, che sarà organizzata assieme alle associazioni, alle istituzioni ed a tutti i soggetti, che operano nell’accoglienza dei richiedenti asilo politico.”
La giornata, promossa dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca), assieme ai Comuni di Capannori e Bientina, nonchè alle locali associazioni Legambiente e WWF, è la prima di un lungo calendario che, fino alla fine dell’anno, vedrà volontari e migranti impegnati nella manutenzione e nella pulizia periodica (almeno una volta al mese) delle oasi del Bottaccio, del Tanali e del lago della Gherardesca.
“La scommessa innovativa di questo progetto è che l’integrazione, più che un problema, può essere vissuta come un’opportunità di sicurezza ambientale e idrogeologica per il nostro territorio – ha spiegato il Presidente dell’ente consorziale, Ismaele Ridolfi – Almeno una volta al mese, migranti richiedenti asilo politico e volontari delle associazioni ambientaliste torneranno insieme in queste oasi, dove si occuperanno, tra l’altro, di piccoli interventi di manutenzione dei sentieri e delle palizzate presenti, del taglio del legname, della raccolta delle ramaglie, dei rifiuti. Con questo lavoro, che è anche scambio di esperienze e culture, i migranti possono rendersi utili, a titolo volontario e gratuito, per la comunità che li ospita, acquisendo anche competenze, che possono servire per il loro futuro lavorativo. Iniziamo dalle aree naturali, ma progetti simili riguarderanno presto anche altri punti del territorio.”
LOMBARDIA - TAR RESPINGE RICORSO CONTRO PIANO CLASSIFICA
Il Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) per la Lombardia ha giudicato inamissibile un ricorso collettivo avverso l’approvazione e l’applicazione del Piano di Classifica del Consorzio di bonifica Dugali Naviglio Adda Serio (con sede a Cremona). A citare l’ente consortile, la Regione Lombardia ed il Comune cremonese erano stati una serie di soggetti pubblici e privati, che chiedevano l’annullamento, previa sospensione dell’atto consorziale.
TOSCANA - TRIBUTI PIU’ EQUI E MAGGIORE SICUREZZA IDRAULICA
Stanno iniziando ad arrivare, ai consorziati di tutta la Toscana, i nuovi bollettini con il tributo di bonifica (relativo all’annualità 2016), elaborato in base a parametri diversi rispetto al passato. In particolare, sono 1.600.000 i bollettini, che arriveranno; l’80% dei toscani pagherà meno di 50 euro. Le cifre sono basse soprattutto per le famiglie medie, mentre pagano somme maggiori i grandi proprietari immobiliari (solitamente enti pubblici, holding immobiliari, grandi proprietari terrieri, ecc.).
L’ammontare totale del tributo 2016 è di circa ottanta milioni di euro. A pagare l’avviso bonario, senza bisogno di ulteriore solleciti è (in base ai dati dell’ultimo invio) oltre il 90% dei toscani. A cambiare, rispetto al passato, in base alle linee guida dettate dalla Legge Regionale, sono i criteri individuati per ripartire, fra i consorziati, il tributo di bonifica e le modalità di organizzazione dell’intero settore della bonifica e della difesa del suolo. Da quest’anno, infatti, diventa interamente operativa la riforma che ha portato, in Toscana, ad un percorso virtuoso di razionalizzazione degli enti, che si occupano di Bonifica e difesa del suolo, passando dai precedenti 26 (13 Consorzi di bonifica e 13 Comunità Montane) a 6 (numero degli attuali enti di bonifica). È stata così data una risposta concreta all’esigenza di snellimento del settore: un passaggio, nel quale la Regione Toscana ha fatto da apripista e modello a livello nazionale.
Non solo: per rispondere all’esigenza di una manutenzione idraulica sempre più attenta, un numero più alto di corsi d’acqua sarà soggetto a manutenzione da parte degli enti consortili: sono ,infatti, adesso loro affidati circa trentanovemila chilometri di fossi, canali e corsi d’acqua, con un aumento del 30% rispetto al passato (circa ventunomila chilometri). Il nuovo assetto degli enti consorziali in Toscana garantisce anche più equità fra i contribuenti, prevedendo pagamenti più omogenei in tutta la regione: le procedure sono state uniformate sulla base di stringenti direttive emanate dalla Giunta Regionale. Fra le tante novità, particolarmente significative quelle relative alle province di Firenze, Siena e Lucca. Nel primo caso, il tributo di bonifica, che fino allo scorso anno si pagava nell’hinterland e solo in alcune zone della città, è stato ripartito su tutta la città e tutta la provincia, incrementando il reticolo gestito, potenziando i lavori sull’Arno.
Questo ha portato ad un aumento del 65% nel numero dei bollettini (da 244.000 a 403.000) inviati a Firenze e provincia. Nella città di Firenze si passerà da 31.000 bollettini a 182.000; questo porterà ad un abbassamento della somma media da pagare del 6% nelle zone, che già pagavano. Processo simile su Lucca, dove si registra un dato generale di abbassamento del tributo, in modo differenziato in base alle zone. A Siena, il tributo di bonifica, che veniva pagato nei comuni dell’hinterland, è arrivato ora anche in città (con 23.000 avvisi nuovi), con una ripartizione più equa fra capoluogo e provincia e con un aumento del reticolo consorziale, che viene più che raddoppiato.
Attualmente il 75% delle entrate derivanti dal tributo si trasforma direttamente in interventi sul territorio; nel restante 25% trovano posto le spese di gestione dell’ente (pari al 24%) e i costi per gli organi di governo (inferiori all’1%).
“Adesso il lavoro dei Consorzi di bonifica”, ha spiegato ANBI Toscana, “ copre tutta la Regione, garantendo standard di attività uniformi. In alcune zone della regione, gli enti consortili hanno cominciato a gestire per la prima volta, in modo sistematico corsi d’acqua, fino ad oggi interessati solo ad interventi straordinari, magari dopo eventi calamitosi; questo significa controlli e pulizia periodici, sfalcio della vegetazione e verifiche sulle opere idrauliche presenti, come paratoie, idrovore, chiaviche, chiuse”.
MARCHE - TOLLERANZA ZERO VERSO I “FURBETTI” DELL’ACQUA
“Il servizio di fornitura d'acqua per l’irrigazione è riservato solo agli utenti in regola con i pagamenti”: a stabilirlo è l’articolo 21 del nuovo regolamento irriguo, approvato dal Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro).
In virtù di questo, l’ente consortile ha comunicato che a tutti gli utenti morosi verrà ritirato il contatore ed apposto un tappo di chiusura. Nel frattempo i morosi sono stati diffidati dal prelevare acqua in quanto non autorizzati.
EMILIA ROMAGNA - LAVORI POST TERREMOTO
Il Consorzio di bonifica Burana (con sede a Modena) ha reso noto che sono stati realizzati i lavori di ripresa frane e consolidamento spondale del dugale Zalotta, in località Quarantoli di Mirandola; il costo complessivo dell’opera, che permetterà una maggiore sicurezza idraulica del comprensorio, è di circa duecentomila euro di competenza degli oneri per la ricostruzione post terremoto.
La Provincia di Modena ha riaperto completamente il transito viario sulla strada. L’intervento è stato ora sospeso per permettere al terreno utilizzato come riempimento di assestarsi e consentire l’invaso ai fini irrigui del canale; riprenderanno ad Ottobre per le ultime sistemazioni.
LOMBARDIA - INTERVENTI SUL TERRITORIO
Il personale del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) è impegnato, in numerose zone del comprensorio, in puntuali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Sono stati avviati una serie di interventi nel Basso Pavese mentre, nella zona di Parabiago, si è provveduto, ad Ossona, al rivestimento di due sifoni del derivatore di Corbetta.
A Garbagnate, invece, è stato inaugurato il nuovo mezzo in dotazione per la pulizia dei canali; grazie ad esso, si è potuto intervenire efficacemente, in vista della prossima stagione irrigua, sui derivatori Bareggio, Corbetta, Cuggiono, Magenta, Passirana e Valle Olona/Settimo; nella zona di Caponago, precisamente in comune di Paderno d'Adda, sono stati invece preventivati alcuni interventi sul Naviglio di Paderno. Infine è stata disposta la chiusura temporanea della strada alzaia del Naviglio di Paderno nel comune di Paderno d’Adda per consentire alcuni lavori di manutenzione e ripristino del manto stradale al fine di accrescere la fruizione “ricreativa” del sistema dei Navigli milanesi e di parte del reticolo idrico consortile.
VENETO - UNA “BOTTE D’ACQUA” PER MIGLIORARE IL TERRITORIO
Dopo la costruzione della nuova botte a sifone, che permette allo scolo Rialto di versare tutte le acque piovane del bacino Colli Euganei (oltre undicimila ettari) nel canale Sottobattaglia ( affluente del fiume Bacchiglione) garantendo così la sicurezza idraulica dell’intera zona, la vecchia botte del Pigozzo ha acquisito una funzione idraulica meno importante; costruita nei pressi del Castello del Catajo, è un antico manufatto scavato in uno spuntone di roccia, su cui sorge un’antica chiesetta .
La tradizione vuole che proprio la conformazione del territorio abbia dato origine al nome pigozzo, cioè “picchio”, in dialetto, mentre altri sostengono che la voce debba collegarsi a “pizzocchero”, dalla comunità di monache pizzocchere, che un tempo risiedevano nella zona. I lavori di pulizia e risezionamento dell’alveo dello scolo Rialto, eseguiti dal Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova), oltre a creare una nuova pista di servizio per la futura manutenzione, costituiranno un importante intervento di vivificazione ambientale e riqualificazione paesaggistica.
Dopo un sopralluogo con il Sindaco di Battaglia Terme, l’ente consortile ha deciso di dare il via ai lavori.
CAMPANIA - TELECAMERE ACCESE SU ACQUA E PRODUZIONI AGRICOLE
La valorizzazione della risorsa acqua, l'implementazione di nuove metodologie per il monitoraggio delle colture, l'applicazione di satelliti e droni per l'irrigazione: la Piana del Sele è stata protagonista dello Speciale Tg1 Rai "Agricoltura 4.0", curato dal giornalista Igor Staglianò. Sotto i riflettori c’era il modello del Consorzio di bonifica Destra Sele (con sede a Salerno), nella Piana a Sud , per offrire una valida risposta alla domanda di nuovi servizi della cosiddetta “agricoltura 4.0” sempre più orientata a lavori di precisione, grazie all'utilizzo di tecnologie innovative.
Le tecnologie utilizzate per l'irrigazione e lo sviluppo di applicazioni per la gestione delle coltivazioni hanno contribuito alla crescita della produttività sul territorio. Grazie a sistemi tecnologici avanzati nella Piana del Sele, l’ente consortile è in grado di garantire acqua attraverso una precisa valutazione dell'intervento irriguo, rendendo l'uso della risorsa efficiente e riducendo i volumi necessari per il raggiungimento delle migliori produzioni. La troupe televisiva ha visitato la diga di Persano, la stazione di pompaggio e l’impianto irriguo in località Boscariello, prendendo visione del funzionamento del sistema automatizzato per la distribuzione di acqua e del telecontrollo.
Per migliorare ulteriormente la gestione dell'acqua nella Piana, è stato annunciato anche l'avvio, a breve, di nuove opere sul territorio, tra cui un progetto di elevata automazione della distribuzione irrigua nel comune di Eboli su un'area di circa trecento ettari.