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Ambiente

12/07/2016

La tutela degli ambienti d’acqua passa anche dalla fotografia. Lo sa bene Antonio Lopez, giornalista, autore televisivo, divulgatore scientifico, fotoreporter e scrittore di saggi e guide. Classe 1957, nato in Puglia, a Margherita di Savoia, città celebre per le sue saline popolate dai fenicotteri rosa e da una particolarissima fauna, è cresciuto con la passione per l’acqua e per i suoi abitanti. Prima ancora di diventare vice capo servizio della redazione di “Airone” e di iniziare a vivere fra Milano e Lastra a Signa (Firenze), è stato fra i fondatori di Legambiente in Puglia e si è impegnato per far crescere nell’opinione pubblica, proprio attraverso reportage e inchieste, la consapevolezza del valore del patrimonio naturale italiano.

Una passione innata questa per l’acqua?

“Sicuramente una passione legata alla mia biografia. Sono nato a Margherita di Savoia, dove oltre al mare ci sono le saline più importanti d’Italia, estese su 4.000 ettari. Qui ho lavorato per circa dodici anni e ho capito subito che il loro valore non era solo legato alla produzione di 5-6 milioni di quintali di sale ogni anno. Quelle saline erano e sono una piattaforma di sopravvivenza per molte specie, con circa 50.000 presenze stanziali di media. Così ho iniziato a impegnarmi per tutelare questo patrimonio e sono stato fra i fondatori di Legambiente in Puglia.”

Che ruolo ha avuto la fotografia in questo percorso?

“Ho iniziato a documentare il valore degli ambienti acquatici proprio attraverso i miei scatti. Nelle saline di Margherita di Savoia si trovano la più importante colonia di fenicotteri del sud Italia e un’infinità di altri animali. Ho documentato questo patrimonio eccezionale.  Di scatto in scatto, sono arrivato ad  Airone per una scelta etica, con l’obiettivo di usare la parola e l’immagine per raccontare e difendere la natura e, oltre a inchieste e reportage, mi sono dedicato a curare guide turistiche a tema, realizzando quelle di tutti i parchi naturali italiani, quando ancora la sensibilità verso questi temi non era scontata.”

Cosa è cambiato in questi anni?

“La situazione è decisamente migliorata. Airone è stato fra i primi in Italia a raccontare la natura, a spiegare come viaggiare in bici, a piedi o a cavallo sia un modo diverso e più interessante per scoprire il territorio. E questo ha contribuito molto a diffondere una sensibilità diversa. Alla fine degli anni ’80 solo il 3-4% del territorio nazionale era protetto. Poi, anche grazie alle Legge Quadro del 1991, i parchi nazionali hanno cominciato a essere considerati una risorsa, anche turistica ed economica. Oggi si stima che i 24 parchi nazionali italiani siano visitati ogni anno da 50 milioni di persone. Le aree protette in Italia sono 800-1000, sommando quelle nazionali, regionali e locali e il turismo ambientale continua a non conoscere crisi, come dimostra il boom dell’agriturismo.”

Anche la qualità delle acque è migliorata?

“Molto. Negli anni ‘60-‘70 i fiumi erano sostanzialmente cloache a cielo aperto e piene di scarichi industriali. Oggi i corsi d’acqua sono molto più puliti e curati, pur restando il rischio della presenza di metalli pesanti sul fondo. C’è una grande attenzione delle istituzioni e dei vari enti che operano su fiumi e torrenti, oltre a una sensibilità importante dei singoli cittadini. La stessa balneazione marina ha visto un salto qualitativo importante grazie anche a tante iniziative di divulgazione e sensibilizzazione.”

Come si può migliorare ancora?

“Facendo vivere alle persone la natura e i corsi d’acqua, in particolare, in modo corretto. Oggi c’è la sensibilità giusta: basti pensare che i telegiornali nazionali aprono periodicamente con servizi dedicati all’ambiente e agli animali, cosa un tempo impensabile. Far scoprire alle persone il bello dell’ambiente, anche semplicemente a due passi da casa, è fondamentale per tutelarlo. E in questo percorso di scoperta e conoscenza il giornalismo e la fotografia possono continuare a dare un contributo importante.”

 

Lisa Ciardi - ANBI Toscana


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