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Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull'uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.

Acqua

22/12/2021

L’attenzione verso le “vie d’acqua” è nel DNA di FIAB: una delle prime iniziative della Federazione appena costituita fu pensata e guidata dall’allora presidente Gigi Riccardi, per noi indimenticabile: il 13 dicembre 1986 un piccolo gruppo di volontari si radunò a Cassina de' Pomm, armato di falcetti e roncole e iniziò a pulire la giungla di rovi e arbusti, che occupava lo spazio a fianco del Naviglio Piccolo milanese.

Nasceva in quel giorno e con quella iniziativa l'embrione di un'idea, la Ciclovia della Martesana, che da Milano, attraverso Greco e Crescenzago, avrebbe portato le bici fino a Trezzo e da lì a seguire il corso  dell’Adda, con le sue memorie leonardesche.

La ciclovia è oggi una realtà e rappresenta un elemento di unione tra la città e l'hinterland, non solo per il tempo libero, ma anche per la mobilità quotidiana (1).

Come allora fece Gigi Riccardi, la ricetta giusta è guardarsi attorno, per scoprire le risorse, che già ci sono in un territorio e lavorare con impegno per valorizzarle e renderle fruibili a tutti, non solo a chi va in bicicletta.

Guardarsi attorno...

Per chi come me vive in Liguria, con i suoi torrenti brevi ma sempre pronti a fare guai, passare l’Appennino e vedere un grande fiume o un canale, che scorre tranquillo  in un paesaggio curato, tra due bordi rilevati e senza accidenti, è una meraviglia, di cui è possibile non si renda ben conto chi ci vive da sempre.

Una bellezza e una risorsa, quella delle vie d’acqua, che in Italia abbiamo, ma che è in qualche modo nascosta e che non riusciamo a sfruttare in tutte le sue possibili valenze.

Ancor più ci accorgiamo di questo, quando viaggiamo in altri Paesi europei e vediamo che i grandi percorsi ciclabili internazionali, come quelli che la rete Eurovelo di ECF sta formando, sono quasi sempre legati ai grandi fiumi.

Eurovelo 6 da Nantes sull’Atlantico arriva al Mar Nero, con un percorso ciclabile che attraversa 11 nazioni ed è costruito su 6 grandi fiumi: si parte dalla Loira, collegata al bacino del Reno con la rete dei canali di servizio; dal lago di Costanza sul Reno si scavalca una facile collina e davanti si apre il Danubio, ancora giovane; e così via, attraverso Germania, Austria e i Balcani, fino ad Odessa: 4.500 km senza allontanarsi dall’acqua e praticamente senza una salita!

Così pure la ciclovia del Reno (storicamente la più gettonata in quanto a presenze) ed ora anche quelle della Senna, della Mosella, del Rodano; con un indotto dato dal turismo in bici, che in Europa supera ormai quello delle crociere (44 milioni di euro contro 39 M/€, secondo una recente ricerca dello Studio Ambrosetti).

Ma il turismo in bici non è quello delle crociere: è un turismo lento e consapevole, che porta ricchezza nei territori che attraversa; non è un mordi e fuggi da un porto all’altro, da un’isola all’altra.

Attorno agli itinerari ciclabili fioriscono i territori, con attività legate all’accoglienza e con lo sviluppo delle aziende già presenti, che trovano una nuova opportunità per far conoscere da vicino i frutti del proprio lavoro.

La realizzazione di una rete ciclabile è una formidabile opportunità: la Provincia Autonoma di Trento, con la legge 32/90, ha puntato sulla sua costruzione per affrontare una grave crisi ambientale e lavorativa, legata alla chiusura di alcune aziende locali, mirando al sostegno occupazionale e nel contempo al miglioramento della gestione del territorio.

Oggi il Trentino è all’avanguardia in Italia nel settore del cicloturismo con 2,5 milioni di passaggi all’anno su 400 chilometri di rete ciclabile e un ritorno di 110 milioni di euro all’anno, pari a 12 volte la spesa di investimento iniziale (2).

Ma perchè una rete ciclabile funzioni e sia attrattiva è fondamentale che sia continua: è proprio questo il motivo, per cui la trama delle acque è perfetta per supportare lo sviluppo del cicloturismo.

È esattamente quello, che ci vuole: una rete già esistente di percorsi, che possono quindi non richiedere pesanti interventi di infrastrutturazione, che sono legati alla memoria storica del territorio nella sua più ampia accezione e soprattutto, che sono già naturalmente e necessariamente connessi.

Per noi che andiamo in bici (penso in genere per tutti quelli, che lo vedono “da fuori”), quello della gestione delle acque è un mondo non facile da capire: tante regole diverse, tanti problemi, tante amministrazioni di riferimento.

Nella pratica vediamo che da alcune parti si passa e da altre no: la stessa strada d’argine può essere sistemata e segnalata per le bici con l’invito a percorrerla e poi ad un tratto ci si trova davanti ad un divieto; magari perché è cambiato l’ente gestore, che valuta diversamente i fattori di rischio, come accaduto, ad esempio, sul Canale Cavour.

Invece, un’infrastruttura come il Cavour deve poter essere fruita nella sua interezza, nella complessità di un’opera d’arte, che innerva un vasto territorio e che sembra fatta apposta per diventare un grande itinerario di attraversamento della pianura tra Torino e Milano, senza che la sua unità sia spezzata da una suddivisione amministrativa.

Ovviamente la sovrapposizione di un nuovo utilizzo (cofunzionalizzazione è il termine usato nella legge 2/2018)  non deve andare a scapito delle funzioni attuali, di chi già lavora e di chi deve badare alla manutenzione e alla sicurezza degli argini di un fiume o di un canale.

Devono essere trovati dei giusti modi di convivenza, che da un lato amplino le possibilità di utilizzo dei bordi di un corpo idrico, ma che dall’altro non vadano a scapito dello stato attuale.

Su questi temi e con queste prospettive FIAB può impegnarsi a dare il proprio contributo, mettendo a disposizione la conoscenza approfondita del territorio, che viene  dalle migliaia di soci, che lo percorrono abitualmente in bici.


Note:

(1) FIAB Milano Ciclobby: pagina per la dedica della Ciclovia Martesana alla memoria di Luigi Riccardi

(2) Sergio Deromedis: Il manuale delle piste ciclabili e della ciclabilità, Ediciclo 2019

FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta è l’associazione che raggruppa circa 20.000 persone, che in Italia usano la bicicletta per turismo, per sport, per andare a scuola o al lavoro: il mezzo più semplice per spostarsi in modo agevole, divertente ed economico.


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