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Azione cofinanziata dalla Commissione Europea
Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull'uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.

Acqua

22/12/2021

C’è un’immagine ricca di suggestioni: l’Italia innervata dalla cosiddetta rete idraulica minore; se i fiumi maggiori  sono le grandi arterie idriche del territorio, i capillari sono gli affluenti, i canali, le rogge che trasportano l’acqua a servizio del territorio, del suo ambiente e della sua economia. Questo incredibile flusso continuo è una potenziale ricchezza, che dobbiamo imparare ad utilizzare in maniera sostenibile.

È affascinante pensare agli oltre 200.000 chilometri di alvei, che attraversano il Paese, come ad un enorme serbatoio di energia rinnovabile, grazie alla produzione idroelettrica che l’innovazione oggi permette di attivare grazie anche a piccoli salti d’acqua. Non solo: sono una straordinaria ricchezza di biodiversità sia diretta, grazie agli habitat naturalistici creati, sia indiretta per le influenze sul microclima così importante per le tipicità agricole, che fanno unica la Penisola.

Eppure, da questa eccezionale risorsa ci siamo progressivamente allontanati, trasformandola da “madre” a “matrigna”, relegandola entro confini innaturali ed accusandola ogni qualvolta si ribella, ricordandoci che non siamo onnipotenti e che la natura è più forte di noi.

Ora, nella crescente ricerca del benessere, sentiamo il bisogno di ricostruire un rapporto positivo con la primaria risorsa di vita, recuperando la cultura della bellezza, racchiusa lungo le sponde.

È un sentire maturato negli anni soprattutto all’estero, dove per prima è arrivata la coscienza di un turismo lento e sostenibile nel nome di un colloquio da ricucire con il nostro Pianeta. Se ce la faremo a preservarlo, sarà grazie anche a nuove responsabilità individuali, maturate magari pedalando o camminando lungo i corsi d’acqua.

Il nostro dovere è di arrivare in tempo ed è per questo che abbiamo avviato un lavoro comune con altri soggetti, portatori d’interesse e di scienza: noi mettiamo la “materia prima”, che manteniamo quotidianamente nell’interesse comune.


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