
22/12/2021
L’ECOMUSEO DEL LITORALE ROMANO, INTITOLATO A MARIA PIA MELANDRI
Attraversare l’Italia, sfruttando la grande opportunità del Villaggio degli Agricoltori Coldiretti, per promuovere le opportunità occupazionali, garantite dallo sviluppo dell’irrigazione: è questa l’obbiettivo dell’ Acqua Tour 2017-2018, partito da Milano e Napoli e che proseguirà, mese dopo mese, almeno fino alla prossima estate. Il tutto, proponendo anche un’immagine nuova: ad accompagnarci in questo viaggio, infatti, sono i sindacati di settore (FAI-Cisl; FLAI-Cgil; FILBI-Uil).
Questo metodo si chiama bilateralità: nel rispetto dei ruoli, la capacità di superare le divisioni per valorizzare ciò, che unisce nell’interesse dei lavoratori e, più in generale, del Paese. Incrementare la rete irrigua italiana, infatti, significa elevare la produttività e la qualità del prodotto dei campi, migliorando l’economia agricola e creando nuovi posti di lavoro; non solo: significa anche contribuire significativamente all’equilibrio ambientale, oggi minato da cambiamenti climatici, caratterizzati dal riproporsi di fenomeni meteorologici estremi: dalle “bombe d’acqua” alla siccità. Poter contare su un apporto idrico costante riduce lo stress delle piante, elevandone la qualità produttiva e migliorando la redditività di un settore, dove già oggi l’86% del “made in Italy” agroalimentare dipende dalla disponibilità d’acqua. L’Italia è tra i Paesi europei, che maggiormente fanno ricorso all’irrigazione: è seconda in termini di superficie irrigata solo alla Spagna e quarta in termini di incidenza della superficie irrigata (2.400.000 ettari) sulla S.A.U. (Superficie Agricola Utile) con circa il 9%, dopo Malta, Cipro e Grecia.
Da qui, la necessità di dar vita ad “Irrigants d’Europe”, l’organismo che riunisce gli enti deputati all’irrigazione nei Paesi mediterranei e che vuole porsi come interlocutore dell’Unione Europea in un settore determinante per lo sviluppo agricolo. La proposta ANBI si completa quindi con il Piano Nazionale degli Invasi, recepito ora nella Legge di Stabilità (50 milioni di euro annui per 5 anni) e destinato a creare una rete di bacini perlopiù medio-piccoli per raccogliere le acque di pioggia (oggi se ne trattiene solo l’11% dei 300 miliardi di metri cubi, che annualmente cadono sull’Italia), abbinando le funzioni agricole con quelle di difesa idrogeologica e di miglioramento, nonché fruizione ambientale.
Se a ciò, abbiniamo la ricerca applicata dai Consorzi di bonifica per l’ottimizzazione d’uso dell’acqua nei campi, abbiamo il quadro di una proposta per il Paese nell’ottica di un nuovo modello di sviluppo, incentrato sulla valorizzazione del territorio e delle sue risorse. Condividere questo disegno con le rappresentanze dei lavoratori è un valore aggiunto, che apre una pagina nuova, di cui andiamo orgogliosi.
FRANCESCO VINCENZI - PRESIDENTE ANBI
22/12/2021
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