OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
IN SARDEGNA E’ ALLARME ROSSO: STANNO ESAURENDOSI LE RISERVE D’ACQUA!
MANCA LA NEVE SULLE MONTAGNE DEL NORD MENTRE SONO ATTESE TEMPERATURE DESERTICHE NEL SUD ITALIA
VINCENZI “QUESTA IMPREVEDIBILITA’ CLIMATICA DIMOSTRA LA NECESSITA’ DI NORMATIVE EUROPEE DECLINATE SULLE SPECIFICITA’ DI TERRITORI DIVERSI”
Se sulle Alpi la crisi climatica con l’innalzamento delle temperature sta provocando lo scioglimento dei ghiacciai, in Sardegna dopo 2 anni di siccità sta causando l’esaurimento dei bacini. Le foto realizzate dal satellite Copernicus Sentinel-2, evidenziano la gravità della situazione idrica, che continua ad attanagliare molti territori italiani: emblematico è il progressivo prosciugamento del lago Omodeo, il più importante serbatoio sardo ed il più grande bacino artificiale d’Europa, autorizzato a contenere quasi quattrocentoventi milioni di metri cubi d’acqua, ma che ora dopo la stagione autunnale (generalmente piovosa) ne trattiene solo poco più di centottantasette (il 44%), perdendo in soli 12 mesi un volume idrico pari a mln. mc. 69,27 e addirittura mln.mc. 161,6 rispetto al 2023.
Tale invaso sul fiume Tirso non solo rappresenta la più importante riserva idrica in una delle zone più aride della Sardegna Centrale (Ottana è una sorta di Death Valley italiana, dove le temperature non di rado sono le più alte d’Europa), ma è anche un importante sito turistico e naturalistico. Ora i volumi trattenuti dagli sbarramenti dell’Isola ammontano complessivamente a mln. mc. 638,34, quando la sola capacità totale del lago Omodeo è di oltre settecentonovanta milioni di metri cubi! Gli ultimi scampoli 2025 stanno regalando giornate eccezionalmente calde su gran parte della Penisola con temperature massime (le più alte nel Continente), che continueranno anche nei prossimi giorni a raggiungere attorno ai 20 gradi al Sud (ad esempio, a Napoli ed in alcune località siciliane ma anche a Roma si sfioreranno i 18°), eguagliando quanto si registrerà in alcune zone desertiche desertiche del Maghreb; le minime, anche al Nord, solamente in rari casi scenderanno sotto lo zero e solo a quote alte. Una perturbazione generata dall’incontro tra le correnti fredde atlantiche ed i venti caldi in risalita dall’Africa ha prodotto, nei giorni scorsi, piogge intense sulle regioni settentrionali e tirreniche (sulla Liguria di Levante si sono registrate cumulate pluviometriche fino ad una novantina di millimetri) così come sulle isole maggiori. Le recenti settimane sono state funestate da migliaia di vittime nel mondo, colpite dall’estremizzazione degli eventi climatici: nel Sud-Est asiatico il drammatico bilancio delle tempeste tropicali di inizio mese è di circa milleottocento morti.
Tornando al nostro Paese, in leggera ripresa sono i livelli dei grandi laghi dell’Italia settentrionale (fatta eccezione per quello d’Iseo in forte calo): Verbano al 81,5% di riempimento, Lario al 34,1%, Benaco al 78,6%, Sebino al 57,1%.
In Valle d’Aosta si riducono le altezze idrometriche di Dora Baltea e torrente Lys; fatta eccezione per un paio di stazioni nivometriche sopra i 2500 metri s.l.m., il manto nevoso al suolo, anche sopra m. 2000, è inferiore al metro.
Lungo l’intera asta, la portata del fiume Po risulta fortemente deficitaria ed inferiore rispetto anche allo scorso biennio: ad Isola S. Antonio, nell’Alessandrino, i flussi sono di circa il 48% sotto alla media, a Pontelagoscuro il deficit è del 43%.
In Piemonte, nell’alveo del fiume Tanaro, scorre solo il 33% dell’acqua rispetto alla media e scarsi sono anche i flussi nella Toce e nella Stura di Lanzo.
In Lombardia, le riserve idriche ammontano a 1517 milioni di metri cubi: un valore simile a quello dello scorso anno (-2%), ma di molto inferiore alla media storica (-38,3%): ad influenzare questo dato è soprattutto l’apporto nivale, che è ad oggi è praticamente nullo, quando invece mediamente in questo periodo dovrebbe registrarsi un indice SWE (Snow Water Equivalent) pari mln. mc. 859,3 (fonte: ARPA Lombardia).
In Veneto, ad aumentare significativamente sono i flussi del fiume Piave, mentre Muson dei Sassi ed Adige registrano una sostanziale invarianza; Livenza, Bacchiglione, Brenta hanno invece andamento idrometrico negativo e portate molto al di sotto della media (rispettivamente -44%, -44% e -57%).
In Emilia-Romagna le portate dei fiumi continuano a ridursi con il Taro, che è sceso fino al 14% della portata media del periodo, il Reno al 16%, Santerno ed Enza al di sotto dei valori minimi storici (fonte ARPAE).
In Liguria, le piogge hanno fatto alzare il livello del fiume Argentina, che rispetto alla scorsa settimana è maggiore di quasi ottanta centimetri; in crescita è anche l’Entella, mentre resta stabile la Vara e cala la Magra.
In Toscana sono stabili le portate dei fiumi Serchio e Sieve, mentre a calare sono i livelli dell’Arno, nel cui alveo scorre solamente il 20% dell’acqua, normalmente presente in questo periodo; in calo è anche l’Ombrone.
Nelle Marche, segno negativo per i fiumi Potenza, Esino e Sentino, i cui livelli idrometrici sono i più bassi del recente quinquennio.
In Umbria la già ridotta altezza del lago Trasimeno perde un ulteriore centimetro; a crescere sono però le portate fluviali di Paglia e Chiascio.
Nel Lazio tornano purtroppo a riabbassarsi i livelli idrometrici dei laghi romani, sempre più sofferenti e per i quali si attendono, così come per il Trasimeno, misure straordinarie, che ne rallentino l’ormai decennale declino: in un solo anno il bacino di Albano si è abbassato di ben 61 centimetri, mentre il calo nell’invaso di Nemi è quantificabile in mezzo metro. Scarse sono le portate dei fiumi Tevere (-53% sulla media dello scorso quinquennio), Aniene (-55%) e Velino (42%).
Drastiche sono le diminuzioni di livello nei fiumi della Campania: le altezze idrometriche sono molto più basse della norma stagionale e, in particolare, preoccupa il Garigliano, che in questo periodo dello scorso lustro è stato almeno mezzo metro più alto.
In Basilicata, l’accrescimento poderoso dei volumi idrici, trattenuti dalle dighe (in sole 3 settimane avevano permesso di invasare quasi trentaquattro milioni e mezzo di metri cubi d’acqua) ha subito questa settimana, complici tempo stabile e temperature primaverili, una battuta d’arresto con un afflusso ridotto a soli 1.440.000 metri cubi.
“Servirà comunque ancora tanta acqua per tornare all’agognata normalità per popolazione ed imprese lucane, che patiscono da due anni gli effetti feroci dell’acutizzarsi della crisi climatica. Servono risposte territoriali, capaci di aumentare la resilienza delle comunità, ad iniziare da nuove infrastrutture idrauliche per raccogliere l’acqua piovana, quando arriva e trasportarla laddove serve” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
In Puglia, invece, non solo non è entrata nuova acqua negli invasi della Capitanata, ma un po’ si è dovuto anche rilasciare: i bacini di Capaccio e San Pietro continuano ad essere sostanzialmente vuoti, quello di Capacciotti contiene il 13% dell’acqua autorizzata, mentre il bacino più importante del territorio appulo-molisano, Occhito, è fermo al 19% del riempimento.
“Il 2025 va a concludersi con le stesse criticità, con cui era iniziato, cui vanno ad aggiungersi nuovi, preoccupanti segnali proprio da quei territori, che fino a pochi mesi fa avevano goduto di un’abbondanza d’acqua, che perdurava da quasi due anni e mezzo – ha concluso Francesco Vincenzi, Presidente ANBI ed appena riconfermato Vicepresidente Irrigants d’Europe – L’imprevedibilità nelle disponibilità idriche è la palese dimostrazione di quanto sia impossibile una burocratica applicazione di normative comunitarie, come il Deflusso Ecologico che, seppur condivisibili negli obbiettivi, rischiano di avere conseguenze penalizzanti, non considerando le peculiarità di aree, i cui ecosistemi sono ulteriormente diversificati dalla crisi climatica.”
DI FRONTE AD UNA CRISI IDRICA SENZA FINE IN SARDEGNA E’ CORSA CONTRO IL TEMPO: AL VIA INTERVENTI STRATEGICI PER L’AGRICOLTURA
VINCENZI: “PREVENIRE SIGNIFICA ELIMINARE LENTEZZE DECISIONALI E BUROCRATICHE”
È corsa contro il tempo in Sardegna di fronte ad una crisi idrica, che si aggrava settimana dopo settimana con invasi, che si stanno esaurendo. Il Consorzio di bonifica Nord Sardegna (con sede ad Ozieri, in provincia di Sassari) ha ufficializzato cinque nuove convenzioni con la Regione: un pacchetto di opere dal valore complessivo di oltre ventitre milioni di euro (Fondi FSC e Piano Regionale di Bonifica). L’obbiettivo è di trasformare la gestione dell'acqua, rendendola più sicura, moderna e capace di resistere alla crisi climatica con immediata operatività: nei primi mesi del 2026 si darà il via alla progettazione esecutiva ed alle procedure di gara per i lavori più urgenti.
“Ancora una volta, i Consorzi di bonifica ed irrigazione dimostrano un’efficiente capacità operativa a fronte di tempistiche dei soggetti decisori, ormai incompatibili con la velocità dei cambiamenti climatici. La prevenzione nasce anche dallo snellimento degli iter burocratici” ha ricordato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“E’ l’avvio di una programmazione attesa da anni – ha aggiunto il Presidente del Consorzio di bonifica Nord Sardegna, Anton Pietro Stangoni - Grazie alle risorse FSC ed ai fondi del Piano Regionale di Bonifica, possiamo ora intervenire sui punti più fragili e strutturali della rete. È una scelta strategica e concreta a servizio dell’agricoltura riconosciuta valore economico e sociale del nostro territorio."
Ecco gli interventi nel dettaglio:13.400.000 euro sono destinati alla Piana di Chilivani con la nuova derivazione dal rio Mannu: l'imponente opera garantirà una fonte d'acqua sicura per un distretto cruciale; 4.500.000 euro andranno all’impermeabilizzazione del canale irriguo di Perfugas per evitare dispersioni; 3.100.000 euro serviranno alla rete Chilivani-San Nicola per eliminare l’interferenza della condotta anello con il quartiere di San Nicola; 1.760.000 euro prenderanno la via della Bassa Valle del Coghinas per la razionalizzazione del settore irriguo a La Muddizza; 250.000 euro saranno infine utilizzati per la manutenzione degli impianti di sollevamento di Sugliana a Valledoria.
"Una parte importante di questi investimenti riguarda la Piana di Chilivani, un’area agricola fondamentale per allevamenti e colture foraggere – ha sottolineato il Vicepresidente dell’ente consortile, Francesco Pala - Con i nuovi interventi avremo una rete più sicura e ridurremo i rischi di fermo irriguo, grazie alla derivazione dal rio Mannu. Per gli agricoltori significa programmazione, affidabilità e minori vulnerabilità".
Il Direttore Generale dell’ente consortile, Giuseppe Bellu, ha evidenziato invece la visione tecnica: "I progetti, che ora prendono avvio sono frutto di un lavoro tecnico multilivello: analisi idrauliche, rilievi infrastrutturali e confronto con i distretti. Sono opere pensate non solo per risolvere criticità attuali, ma per costruire un sistema più moderno, digitale ed interconnesso. Ora inizia la fase operativa, con progettazioni esecutive, autorizzazioni e programmazione dei cantieri."
Il Consorzio di bonifica Nord Sardegna organizzerà, come consuetudine, una serie di incontri informativi con gli agricoltori prima dell’avvio dei cantieri.
VENETO
L'ANNO IDROLOGICO PARTE COL SEGNO MENO
Dopo un’estate piovosa, in Veneto, l’anno idrologico, periodo che va da Ottobre a Settembre dell’anno successivo, è iniziato con il forte segno meno: -37% di piogge ad Ottobre ed a Novembre.
Ciò, che maggiormente impensierisce è la mancanza di neve in montagna: le poche nevi scese a Novembre si sono disciolte velocemente; i primi accumuli in linea con la media stagionale si registrano solo a partire dai 2.600 metri.
Male anche la situazione nei principali corsi d’acqua: a Novembre (mese tipicamente piovoso) tutte con il segno meno le portate dei grandi fiumi: Brenta (-44%), Adige (-22%), Bacchiglione (-36%), Po (-39%) [fonte: Arpav]. ANBI Veneto ricorda che le nevicate che scendono tra fine Ottobre e Dicembre, dal punto di vista della riserva idrica, sono le più importanti dell’inverno, perché attraverso il processo di fusione e riconsolidamento tipico di questa fase dell’anno si forma quello stratto di ghiaccio più solido, che si scioglie più lentamente, rilasciando acqua anche a stagione inoltrata.
Le previsioni elaborate dal Centro di Sperimentazione per l'Innovazione Irrigua Ce.Sp.II - Consorzio L.E.B. (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona), mettono in evidenza una fase caratterizzata da condizioni leggermente piu fredde della norma soprattutto nelle aree interne, mentre persiste, sulla zona costiera del Veneto, un effetto di mitigazione, prodotto dalla vicinanza al mare Adriatico, con temperature che si mantengono superiori alla norma.
Le precipitazioni risultano nel complesso inferiori alla media in ampie porzioni del territorio, con alcune anomalie positive più evidenti nelle zone meridionali.
IRRIGANTS D’EUROPE CONFERMATI VINCENZI VICEPRESIDENTE E BATTILANI SEGRETARIO GENERALE GARGANO ENTRA IN CONSIGLIO
VINCENZI: “CI ATTENDE UN GRANDE LAVORO PER AFFERMARE UNA VISIONE REALISTICA E NON IDEOLOGICA DELLA SALVAGUARDIA AMBIENTALE. L’APPLICAZIONE DEL DEFLUSSO ECOLOGICO E’ IL PRIMO BANCO DI PROVA”
Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, è stato confermato Vicepresidente Irrigants d’Europe (IE) dall’Assemblea dell’associazione, che ha eletto al vertice, per la terza volta, il portoghese Josè Nuncio, affiancato dagli altri Vice: Eric Fretillere (Francia) e Juan Valero de Palma (Spagna).
L’italiano Adriano Battilani rimane Segretario Generale, mentre il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, entra in Consiglio, vedendosi riconosciuto il ruolo attivo e l’impegno, che datano sin dalle fasi costitutive di IE.
Irrigants d’Europe, che raggruppa le associazioni più grandi d’Europa e tra le maggiori al mondo nella gestione collettiva delle risorse idriche in agricoltura (ad oggi copre circa l’80% delle aree irrigue nella UE), esprime le posizioni del settore su tutte le tematiche inerenti all’acqua ed al clima, coinvolgenti l’irrigazione e la difesa idrogeologica del territorio; difende l’agricoltura irrigua e la “governance” delle acque in agricoltura presso le Istituzioni dell’Unione Europea e collabora con diverse associazioni per lo sviluppo del settore.
Attualmente IE è attivamente coinvolta con le Direzioni Generali (DG) Clima, Ambiente ed Agricoltura della Commissione Europea per produrre linee guida e per altri aspetti applicativi di norme comunitarie: Water Framework Directive; Water Resilient EU; strategie per il suolo, il paesaggio rurale, la biodiversità, la bioeconomia ed il clima.
“Ci aspettano periodi di intenso lavoro per affermare visioni ambientaliste, che vanno calate sui territori in maniera realistica e non ideologica, rispettando realtà socio-economiche costruite da secoli di storia – ha affermato Francesco Vincenzi - Un esempio evidente è il Deflusso Ecologico che, pur con l’obbiettivo condiviso del benessere dei corpi idrici, non può essere applicato indistintamente dal Nord al Sud dell’Europa, penalizzando gli ecosistemi e le economie rurali dell’area mediterranea, dove l’acqua è un fondamentale fattore ambientale, ma anche produttivo, soprattutto di fronte all’estremizzazione degli eventi meteo, dovuta alla crisi climatica.”
L’impatto pratico delle attività di Irrigants d’Europe è indirizzato alla strutturazione di norme e regolamenti UE ed al riconoscimento del ruolo determinante dell’irrigazione e dello stoccaggio della risorsa idrica all’interno della Visione per il Futuro dell’Agricoltura e della Strategia per la Resilienza; oltre a ciò, interviene nella strutturazione di linee guida e documenti di indirizzo, che influiscono sui criteri applicativi e sui regolamenti, ad esempio, delle Autorità di Distretto.
Non ultimo, il dialogo costante con le componenti delle diverse Direzioni Generali ha consentito di sviluppare una migliore comprensione del settore irriguo sinora poco conosciuto da burocrazie provenienti da aree dell’Unione Europea, in cui il nesso acqua/agricoltura ha una diversa caratura per l’economia agroalimentare.

EMILIA ROMAGNA
SI INTERVIENE IN UN TERRITORIO PRODUTTIVO MA FRAGILE
Il Consorzio di bonifica Burana (con sede a Modena) opera in un territorio, che nella parte di pianura è nel cuore della produzione agroalimentare del Paese, la cui vitalità è strettamente connessa all’attività irrigua.
L’altra faccia della medaglia è legata alle problematiche di scolo, considerato che l’ente consorziale ha il difficile compito di difendere il grande territorio di pianura (tra gli argini dei fiumi Po, Secchia, Panaro e Samoggia) dagli allagamenti, nonché il territorio collinare e montano dal dissesto idrogeologico.
Proprio per salvaguardare e valorizzare un territorio economicamente tanto avanzato quanto fragile, l’ente consorziale è stato considerato meritevole di un importante finanziamento tramite fondi P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) per € 162.441.337,17; tra gli interventi previsti c’è il nuovo impianto Cavaliera (importo € 68.182.614,83) : si tratta di un’opera a servizio di 324.000 ettari, in cui vivono 335.000 abitanti e che conta quasi centotredicimila imprese con 476.742 addetti tra le province di Modena, Ferrara e Mantova; nasce come impianto di sollevamento per un più efficiente scolo delle acque (potenzialità fino a 60 metri cubi al secondo) in un territorio dalle esigenze profondamente mutate a causa dell’urbanizzazione e dell’estremizzazione dei fenomeni meteo.
Caldeggiato dall’ente consortile da oltre 27 anni (a seguito dell’alluvione del 1996), oggi finalmente è in fase di realizzazione ed il termine lavori è previsto al 30 Marzo p.v.. Sono anche previsti 3 interventi (importo complessivo € 95.960.699,13 su finanziamento dell’allora Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) per aumentare la resilienza dell’agrosistema irriguo, favorire il risparmio della risorsa idrica, ridurre perdite ed energia consumata, aumentare la sicurezza idraulica del territorio: ammodernamento canalette di distribuzione della risorsa idrica nel distretto irriguo di Nonantola-Ravarino (€ 30.345.724,45); riqualificazione sistema irriguo del distretto di Fossalta, Sermide, Felonica e Bondeno (€ 38.372.163,38); riqualificazione sistema irriguo distretto Sabbioncello, Diversivo di Burana - Diversivo di Cavezzo, Finale E., San Felice s/P, Mirandola, Medolla, Cavezzo, San Prospero, Bomporto e Camposanto (€ 26.930.306,26).
TOSCANA
RICUCITO UN DISSESTO STORICO
Sono terminati i lavori di consolidamento della sponda sinistra del torrente Trigesimo, in località Caposelvi, nel territorio comunale di Montevarchi. Il tratto interessato dai lavori rappresenta un luogo simbolico per la comunità: qui, negli anni ‘50, una piena distrusse il vecchio ponte di Caposelvi.
La struttura fu ricostruita poco più a valle, negli anni ‘60, ma gli eventi meteorologici, che si sono intensificati negli ultimi decenni, hanno nuovamente compromesso le opere esistenti. Il progressivo degrado dei gabbioni e delle scogliere ha finito con rendere l’area particolarmente fragile.
Il colpo finale è arrivato con la piena del 6 Novembre 2016, che ha provocato il crollo in alveo della massicciata di protezione. Grazie ad un finanziamento regionale di 140.000 euro, il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), dopo la rimozione dei vecchi gabbioni con il recupero dei materiali idonei come riempimento, ha ricostruito la scogliera di fondazione, con massi ciclopici di grande pezzatura, intasati con calcestruzzo per garantire massima resistenza all’erosione; ha realizzato un muro in massi ciclopici squadrati, posizionati come un mosaico di pietra naturale per assicurare stabilità ed integrazione paesaggistica; infine ha creato una protezione del piede della sponda con massi provenienti dal fondo alveo.
L’opera è stata dimensionata per resistere a eventi di piena con tempo di ritorno fino a 200 anni; il risultato ottenuto, grazie alla stretta collaborazione tra ente consorziale, Genio Civile Valdarno Superiore e Comune, è significativo, non solo sul piano idraulico, ma anche sul piano estetico: l’aspetto finale della scogliera, infatti, ricorda le antiche opere in pietra dei borghi valdarnesi e riesce a coniugare sicurezza ed armonia paesaggistica.
LOMBARDIA
AL VIA I LAVORI SUI POZZI
L’area omogenea d’irrigazione, denominata “Fontanili Pozzi Scorrimento” (poco meno di quattromila ettari) rappresenta oltre un quarto delle superfici irrigue, gestite dal Consorzio di bonifica Oglio Mella (con sede a Brescia), in cui sono raggruppati i distretti serviti dai fontanili e impinguati da 13 pozzi con una complessiva portata concessa di 2.000 litri/secondo.
Per questo importante territorio, l’ente consortile ha ottenuto dalla Regione Lombardia il finanziamento del progetto presentato nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale: si tratta di un contributo di oltre un milione duecentomila euro, pari al 90% dell’investimento. Gli interventi progettati puntano al miglioramento delle infrastrutture irrigue, con l’obbiettivo principale di incrementare l’efficienza energetica, riducendo così i costi unitari di funzionamento. Il progetto ha individuato un’ulteriore linea d’azione orientata alla riduzione delle perdite di percorso nel reticolo idrico, alimentato dal sistema dei pozzi e dei fontanili.
Le opere consisteranno nella posa in opera di canalette in cemento nei tratti appositamente individuati. I lavori, che si avvieranno prima della prossima stagione, riguarderanno principalmente gli impianti di emungimento. Laddove necessario è prevista la manutenzione straordinaria e la rigenerazione dei pozzi artesiani per migliorare le condizioni di esercizio (pulizia di camicie, filtri di captazione, dreno, ecc.).
A questo si aggiungerà la sostituzione delle tubazioni obsolete. Per i pozzi di più vecchia realizzazione si interverrà con l’installazione di nuove elettropompe e di motori a magneti permanenti, che consentono una riduzione non trascurabile del consumo energetico.
Quest’ultimo è assicurato anche dall’installazione di convertitori di frequenza che, opportunamente programmati, riducono i picchi di assorbimento in fase di avviamento e arresto dei motori, permettendo inoltre l’utilizzo delle elettropompe nei punti di massimo rendimento, evitando sprechi. In anni recenti i costi energetici hanno inciso considerevolmente nei distretti serviti da pozzi e da impianti di sollevamento: basti pensare che il prezzo medio per megawattora è passato indicativamente da €195 del 2019 agli attuali €262, con picchi di 376 nel 2022 e € 317 nel 2023.
Da qui l’impegno dell’ente consortile per il rinnovamento degli impianti, che hanno già visto il rifacimento complessivo della stazione di sollevamento di Capriolo a servizio della rete in pressione della Franciacorta, interamente finanziato con risorse regionali.
VENETO
PERCORSO ACCADEMICO SUI RISCHI IDROGEOLOGICI
Il Consorzio di bonifica Adige Euganeo (con sede ad Este, nel Padovano) e l’Università di Padova consolidano una collaborazione fondamentale nel settore della gestione del rischio idrogeologico.
La sinergia si è concretizzata attraverso il contributo dell'ente consortile al percorso formativo del Corso di Laurea Magistrale in “Water and Geological Risk Engineering”, gestito dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (DICEA). Questo percorso accademico mira a formare nuove figure professionali, capaci di ricoprire ruoli di leadership, a livello nazionale ed internazionale, nell’analisi, nel monitoraggio e nella mitigazione dei rischi connessi ai fenomeni calamitosi di origine idrologica e geologica.
Tali fenomeni includono sia gli eventi legati all'eccesso d’acqua, come alluvioni e frane, sia quelli connessi alla sua carenza, quali gli eventi siccitosi. Nella formazione di questi studenti, quasi tutti provenienti da Paesi stranieri, il Consorzio di bonifica Adige Euganeo concorre, fornendo una prospettiva territoriale reale. La partecipazione si è concretizzata con una lezione, che ha illustrato il ruolo strategico dell’ente consorziale in un territorio fragile come quello compreso tra i fiumi Adige e Bacchiglione e le nuove sfide portate dal cambiamento climatico.
A ciò si è aggiunta la visita ai principali impianti, che insistono nell’area a ridosso della laguna di Venezia, dove il fenomeno della subsidenza è uno dei fattori, che sta contribuendo a modificare il paesaggio. Gli studenti hanno potuto visitare l’idrovora Buoro a Cavarzere, il ponte sospeso sulla Strada Provinciale Chioggia Sp4 dove l’abbassamento repentino del territorio è particolarmente evidente, il nodo idraulico delle Trezze, l’idrovora Casetta, l’idrovora Ca’ Bianca e l’idrovora Zennare, nel comune di Chioggia.
A conclusione della collaborazione didattica, uno studente del corso svolgerà uno stage presso il Consorzio di bonifica per lavorare ad un importante progetto previsionale.
TOSCANA
NUOVA COLLABORAZIONE SCOLASTICA
Un interessante incontro nella sala riunioni del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) ha sancito l’inizio di una nuova collaborazione tra l’ente consortile e l’Istituto Agrario Leopoldo II di Lorena; al centro della mattinata, la cosiddetta Bonifica per colmata, che nel corso dei decenni, attraverso le acque limacciose del fiume Ombrone, ha trasformato il paesaggio e la vita del capoluogo della Maremma.
Nella seconda parte della mattinata i ragazzi hanno potuto osservare, su un plastico, che riproduce un ambiente fluviale, lo sviluppo di un corso d’acqua ed il complesso rapporto tra uomo ed ambiente con i rischi legati all’eccessiva antropizzazione.
Si è trattato del primo appuntamento di un progetto, che l’Istituto ha proposto all’ente consortile: nel mese di gennaio è prevista una lezione in classe, in cui si entrerà più nel dettaglio dell’attività svolta dall’ente sul territorio, mentre a primavera si scenderà in campo con 3 uscite didattiche alla scoperta di luoghi ed impianti, simbolo della Bonifica.
L’idea alla base della mattinata era avvicinare i ragazzi all’attività consorziale, partendo dalla storia della Bonifica per arrivare poi a descrivere in maniera più puntuale e precisa quello, che si faccia oggi. L’utilizzo di un modello fluviale ha permesso ai ragazzi di verificare gli aspetti teorici, illustrati nella presentazione.
EMILIA ROMAGNA
TERMINATE ELEZIONI CONSORTILI
Si sono ufficialmente svolte e concluse le elezioni per il rinnovo del Consiglio d’Amministrazione del Consorzio dI bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio), indette in relazione al mandato amministrativo 2026-2030. Si è votato nelle 5 sedi in città a Parma e nelle 21 sedi della provincia.
L’iter prevede che i prossimi passi si svolgano come segue: il Comitato Amministrativo, entro il 14 Gennaio p.v., prenderà visione dei verbali e degli atti e proclamerà i risultati delle votazioni ed i nominativi degli eletti. Successivamente verranno nominati i 3 Sindaci od Assessori delegati, di cui uno in rappresentanza dei Comuni montani, che faranno parte del nuovo Consiglio d’Amministrazione, che verrà convocato in seguito per l’elezione del Presidente e del nuovo Comitato Amministrativo, oltre alla nomina dei membri effettivi e supplenti del Collegio dei Revisori dei Conti. Informazioni sui risultati del voto e sui dati dell’affluenza sono consultabili sul portale istituzionale della “Bonifica Parmense” alla pagina bonifica.pr.it/2025/09/29/elezioni-consortili-2025/.

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