OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
IL PENDOLO DELL’ACQUA: TORNA L’OMBRA DELLA SICCITA’ AL NORD MENTRE SI AGGRAVA L’EMERGENZA IN SARDEGNA E MIGLIORA LA CONDIZIONE IDRICA DEL SUD ITALIA
VINCENZI: “PRIMI SEGNALI DEVONO INDURRE ATTENZIONE COLLETTIVA PERCHE’ L’ESPERIENZA SIA DI LEZIONE”
Proprio quando si intravvedono flebili segnali di ripresa nelle riserve d’acqua in qualche regione dell’Italia meridionale, alcuni indizi provenienti dai territori del Nord lasciano presagire nuovi scenari di crisi idriche lì dove, fino a pochi mesi fa, l’acqua era sovrabbondante.
A lanciare l’alert è l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che segnala come prime avvisaglie arrivino dal Nord-Ovest e nello specifico dal Piemonte, dove l’autunno boreale (da Settembre a Novembre) è stato tra i più siccitosi degli scorsi 70 anni con una media di -40% nella pioggia e le precipitazioni novembrine sono state del 68% inferiori alla media storica con punte di -83% sulla fascia occidentale e di -78% su quella orientale; il deficit a livello di bacino ha raggiunto anche - 90% su residuo Po confluenza Dora Baltea, residuo Po confluenza Dora Riparia e Stura di Lanzo. L’indice SPI (Standardized Precipitation Index) a 3 mesi evidenzia una situazione di siccità severa-estrema nel Torinese e nel Cuneese. Il valore complessivo delle riserve idriche regionali (invasi+Lago Maggiore+equivalente idrico nivale) è attualmente del 30% inferiore alla media, soprattutto a causa delle scarse nevicate cadute finora in quota (indice SWE – Snow Water Equivalent: -50% a livello regionale, ma oltre -70% su Piemonte settentrionale ed occidentale). Questi deficit hanno influito negativamente anche su portate fluviali che, a fine Novembre, erano fino all’85% sotto la norma del periodo come nei casi dei fiumi Varaita, Polonghera, Palestro, Sesia, Tanaro e Farigliano; deficitari ed in ulteriore calo continuano ad essere i flussi in diversi corsi d’acqua, tra cui Stura di Demonte, Stura di Lanzo e Toce (fonte: ARPA Piemonte).
Segnali negativi arrivano anche dalla Valle d’Aosta (a Dicembre: -73% di pioggia), che nei precedenti mesi autunnali aveva potuto beneficiare di piogge abbondanti; la portata della Dora Baltea si mantiene esigua, registrando un deficit idrico fino al 30%, così come in riduzione sono i flussi del torrente Lys.
In Lombardia è la mancanza di apporti nivali consistenti (in questo periodo normalmente dovrebbero ammontare ad un indice SWE di circa seicento milioni di metri cubi) a condizionare il bilancio idrico; nel complesso le riserve ora disponibili sono stimabili in mln mc.1554,5, cioè un valore inferiore di quasi il 30% alla media (fonte: ARPA Lombardia).
Nella scorsa settimana caratterizzata da una generalizzata stabilità atmosferica e da temperature particolarmente miti (condizione, che si protrarrà almeno fino alla metà di Dicembre), si sono ridotti i livelli idrometrici dei grandi laghi del Nord Italia, che però, fatta eccezione per il Lario, rimangono al di sopra dei valori tipici del periodo.
I flussi nel fiume Po risultano sostanzialmente stabili con leggeri incrementi nella sezione più a monte ed impercettibili riduzioni di portata nella frazione prossima al delta.
Anche sul versante alpino orientale l’autunno è stato avaro di pioggia, ma i deficit pluviometrici, grazie soprattutto agli abbondanti apporti pluviali settembrini, risultano più contenuti.
Il Veneto si trova però a fare i conti con la scarsità di pioggia (-20%): a Dicembre il deficit è stato finora del 37%, ma raggiunge -49% sul bacino del Piave e -42% su quello del Po; al 1° Dicembre la risorsa nivale era stimabile mediamente in 27 milioni di metri cubi nella Regione. Scarse sono anche le portate dei fiumi, che questa settimana hanno subìto un ulteriore decremento: il deficit dell’Adige è del 30% e quello della Livenza del 37%, mentre superiori al 40% sono i disavanzi registrati da Bacchiglione (-41%), Muson dei Sassi (-46%), Brenta (-53%).
“Al tempo della crisi climatica, ogni anno fa storia a sé, ma i dati indicano un trend simile, ma anticipato, rispetto a quanto registrammo 2 anni fa. Per ora l’invito è a vigilare, ciascuno per le proprie competenze ma unitariamente, affinché si tragga lezione dalla recente esperienza” ha chiesto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In Liguria decrescono i livelli idrometrici dei fiumi nei bacini di Levante; in crescita, invece, il torrente Argentina a Ponente.
In Emilia-Romagna, dopo le ottime “performances” della settimana scorsa, tornano ad essere deficitari i flussi fluviali: nel Savio scorre solo il 14% della portata consueta, mentre per Taro e Reno il deficit idrico è -76%!
In calo sono anche i livelli idrometrici dei fiumi nelle Marche; fa eccezione il Tronto, che registra un aumento di portata. Negli invasi, al netto dei periodici svuotamenti per lavori di manutenzione, restano 37 milioni di metri cubi d’acqua.
In Umbria, il mese di novembre ha registrato mediamente accumuli di pioggia di circa novanta millimetri con un deficit di oltre il 30%. Cresce di 1 centimetro il livello idrometrico del lago Trasimeno, mentre sono in riduzione le portate dei fiumi Paglia e Topino.
Nel Lazio, il trend idrometrico è negativo sia per i fiumi che per i laghi vulcanici: solamente i bacini di Nemi e Bolsena vedono crescere di 1 centimetro le rispettive altezze idrometriche.
In Campania, i flussi del fiume Garigliano sono i più bassi del recente quinquennio, discostandosi molto dai valori consueti di questo periodo.
“L’impressione è che si stia rovesciando il pendolo idrico dell’Italia, che si conferma hotspot climatico nel Mediterraneo – ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – Manutenzione straordinaria del territorio e nuove infrastrutture idrauliche devono essere il mantra un Paese, che deve contrastare, cercando di prevenirla, l’estremizzazione degli eventi meteo.”
Le buone notizie arrivano dalla Basilicata, nei cui bacini sono affluiti, in una sola settimana, circa diciasette milioni di metri cubi d’acqua; l’incremento registrato nelle scorse 3 settimane ammonta ad oltre trentaquattro milioni. E’ ancora lontano il ritorno alla normalità ma, dopo 2 anni di grave siccità, sta riaffiorando un barlume di ottimismo per territori fortemente penalizzati dalla crisi climatica.
Incrementi molto più contenuti sono quelli registrati negli invasi foggiani (sotto i due milioni di metri cubi in una settimana); anche qui la speranza è che ritorni la regolarità meteorologica, necessaria per produrre quelle eccellenze agricole, fondamentali per la Cucina Italiana e cui si è dovuto rinunciare a causa dell’esaurimento delle riserve idriche.
In Sicilia, si è bloccato il trend di crescita dei volumi invasati almeno fino alla seconda decade di Novembre; le copiose piogge cadute negli ultimi giorni del mese dovrebbero però aver ristorato i territori dell’isola prima del ritorno del clima caldo e secco di inizio Dicembre.
In Sardegna la situazione idrica è purtroppo in peggioramento: i mln. mc 638,34 d’acqua trattenuta nei bacini rappresentano appena il 35% dei volumi invasabili; particolarmente critica rimane la situazione in alcuni settori dell’isola, dove le riserve idriche sono da tempo esaurite o in via di esaurimento. A pagarne il prezzo non è più solo il comparto agricolo, stremato dalla perseverante siccità, ma anche i cittadini, cui viene ridotta l’erogazione dai rubinetti domestici: è quanto accade a Nord-Ovest, nei cui serbatoi rimangono meno di dieci milioni di metri cubi d’acqua, ma da monitorare con attenzione sono anche altri sistemi idrici in sofferenza come quello del Medio Flumendosa, Posada ed Alto Cixerri (fonte: Agenzia Regionale del distretto idrografico della Sardegna).

SARDEGNA
NEL SUD DELL’ISOLA SI PROGRAMMA IL FUTURO IRRIGUO
Cinquecentomila euro per realizzare il progetto di fattibilità tecnico-economica per la "Riconversione ed efficientamento del sistema di approvvigionamento idrico nell’agro di Decimoputzu, Villasor e Villaspeciosa" sono stati destinati al Consorzio di bonifica Sardegna Meridionale (con sede a Cagliari) dalla Giunta Regionale dell’Isola: si tratta di un importante passo avanti nella riconversione e infrastrutturazione irrigua del territorio in alternativa all’utilizzo dei pozzi e della rete potabile; in sostanza si andrà a progettare una condotta adduttrice di alimentazione dalla diga di Genna Is Abis, finalizzata alla salvaguardia ambientale di un territorio a forte vocazione agricola con effetti benefici sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale delle aree interessate.
In primo luogo si intende salvaguardare le acque di falda, consentendone la ricarica, riducendone lo sfruttamento, preservando gli equilibri ambientali, evitando la risalita del cuneo salino. Gli effetti benefici potranno garantire anche un migliore apporto d’acqua dolce al compendio lagunare di Santa Gilla, limitando la quantità d’acqua svasata dalla diga in caso di piena, perché buona parte destinata a soddisfare il fabbisogno irriguo dell’area agricola dei 3 comuni interessati.
Si tratta di un’azione strategica in un contesto di cambiamenti climatici ed eventi estremi, che sta caratterizzando la Sardegna, favorendo la valorizzazione in chiave produttiva ed ambientale del bacino sul rio Cixerri, già intrapresa con la messa in funzione della stazione di sollevamento di Uta Nord. Si tratta di un passo importante con un costo stimato di circa quattordici milioni di euro per la realizzazione del primo lotto dell'intervento.
TOSCANA
GREEN SPONGE
Venturina Terme ha ospitato una giornata dedicata al progetto “Green Sponge”, iniziativa europea, che punta a rendere le città e i territori più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici. L’evento, organizzato dal locale Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa con il supporto di partner scientifici (Scuola Superiore Sant’Anna, Iridra e Codesign) vedrà la partecipazione di amministratori locali, esperti e cittadini.
L’incontro è stato occasione per parlare di come la natura possa diventare una risorsa strategica per affrontare eventi estremi (alluvioni e siccità) e migliorare la qualità della vita. Si è discusso di soluzioni innovative, che trasformano il territorio in una “spugna” capace di assorbire e trattenere l’acqua, restituendo benefici ambientali e sociali.
La giornata ha previsto anche momenti di confronto e laboratori partecipativi aperti a tutti per raccogliere idee ed immaginare insieme spazi verdi, fiumi più sani e città più vivibili. “Green Sponge” è finanziato dal programma europeo “Horizon Europe” nell’ambito del progetto “Spongeworks” e si inserisce in una visione di lungo periodo, che guarda alla sostenibilità come chiave per il futuro della Val di Cornia.
ANBI PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE
PROGETTO VENUS ALLA PROVA DECISIVA: SI TESTANO SPECIE NEGLETTE E SOTTOUTILIZZATE PER CONTRASTARE LA SALINIZZAZIONE DEI TERRENI
VINCENZI: “E’ PARTE DELLA NOSTRA STRATEGIA DIFFUSA PER RIVITALIZZARE LE AREE MARGINALI”
Il progetto internazionale “Venus” è entrato in una fase decisiva dopo quasi due anni di sperimentazione in campo: campioni di biomassa di 4 specie di piante resilienti (Atriplex, Beta Marittima, Salsola oppositifolia, Suaeda Maritima) sono stati inviati al Dipartimento Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche Farmaceutiche Università Campania "Luigi Vanvitelli" Caserta; questo invio rappresenta il culmine della fase agronomica, condotta dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo (con sede ad Este, in provincia di Padova) in 2 siti sperimentali nel Veneziano: 4.000 metri quadrati presso l’impianto idraulico Gesia, a Cavarzere e 8.000 metri quadrati presso l’impianto Zennare, a Chioggia.
Questa iniziativa si inserisce nel più ampio contesto di un'operazione internazionale da oltre quattro milioni di euro, finanziata dal programma “Prima” di Horizon 2020 per affrontare l'acuirsi di problematiche ambientali in aree depresse della Città Metropolitana di Venezia, dove il terreno giace significativamente sotto il livello del mare e la minaccia della salinizzazione è sempre più pressante; l'obbiettivo è dimostrare la fattibilità ambientale ed economica di una risposta con locali specie vegetali, neglette e sottoutilizzate (NUS), verificando come queste specie possano adattarsi agli effetti del cambiamento climatico e della crescente salinità dei suoli. Le NUS, infatti, richiedendo un basso apporto idrico e adattandosi a condizioni estreme, sono capaci di trasformare terreni marginali in aree produttive e di migliorare la qualità del suolo.
“E’ questa una delle sperimentazioni, che vedono protagonisti i Consorzi di bonifica alla ricerca di ogni possibile soluzione, che migliori la resilienza dei territori. La salinizzazione dei terreni li rende non coltivabili con il conseguente loro abbandono – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Noi stiamo cercando di individuare nuovi strumenti di contrasto nonchè opportunità, affinchè le popolazioni locali mantengano il fondamentale presidio del territorio. Ne parleremo a Febbraio in una specifica iniziativa nazionale in Toscana.”
“Non solo sale la linea del fico d’India lungo lo Stivale, ma aumenta la pressione del mare lungo le coste ed anno dopo anno cresce l’intrusione salina, ormai registrata a decine di chilometri nell’entroterra con pesanti ripercussioni sugli ecosistemi e la vita delle comunità. I tempi della risposta infrastrutturale con la realizzazione di barriere antisale sono lunghi ed è quindi alla natura, che ci si rivolge per individuare possibili risposte, anche recuperando culture del passato, ma che tornano di grande attualità’’ ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
I risultati in campo sono stati finora incoraggianti: tutte le specie testate dall’ente consorziale in terreni limosi e salsi hanno dimostrato intrinseca resilienza; unica eccezione è stata la Salicornia, che ha mostrato di necessitare probabilmente di una maggiore concentrazione salina nei suoli. Tuttavia, la “prova decisiva” è ora attesa dal laboratorio dell'Università Vanvitelli, dove i campioni vengono sottoposti a rigorose analisi al carbonio. Questa fase è fondamentale: i dati raccolti stabiliranno con precisione la “water use efficiency” delle quattro essenze inviate, cioè l’efficienza con cui la pianta utilizza l’acqua per fissare il carbonio durante la fotosintesi, vale a dire quanto bene la pianta riesca a mantenere la produttività, riducendo le perdite d’acqua. Sarà quindi un parametro determinante per stabilire, se le piante hanno trovato un habitat idoneo e se sono in grado di svolgere pienamente il ruolo ecologico di adattamento e riqualificazione, per il quale sono sperimentate.
Il Progetto “Venus”, che unisce 12 partner da 8 Paesi mediterranei (Italia, Grecia, Spagna, Egitto, Giordania, Marocco, Algeria, Tunisia), punta a costruire una filiera completa ed un mercato per queste nuove colture.
"Le previste plantumazioni rappresentano un azzardo alle nostre latitudini, sebbene il cambiamento climatico e la progressiva salinizzazione dei suoli potrebbero rendere alcuni nostri habitat ideali per queste specie" ha dichiarato Lorenzo Frison, ingegnere dell’ente consortile, che ha aggiunto: "Un secondo passo decisivo sarà trovare il loro campo d'impiego: sebbene il progetto consideri l'industria farmaceutica come destinazione primaria, ritengo che possano trovare ottimo impiego anche nelle aree residuali, dove la loro presenza arricchirebbe significativamente la biodiversità."
Il progetto prevede un confronto costante e capillare con i partner internazionali: a Maggio è già in programma un “open day” rivolto agli “stakeholders” del mondo agricolo per un confronto su dati e potenzialità di tali soluzioni per un futuro agricolo più resiliente e sostenibile per l'intero bacino mediterraneo.
EMILIA ROMAGNA
DAGLI USA AD ACQUA CAMPUS
Ancora una volta Acqua Campus, il laboratorio tecnico scientifico del Consorzio di 2° grado C.E.R. -Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) si conferma centro d’avanguardia su scala internazionale per gli studi più avanzati sulla gestione della risorsa idrica, risparmio ed utilizzo consapevole della risorsa.
Le lezioni di approfondimento e la presentazione dei modelli virtuosi si sono tenute sui campi-prova a Mezzolara di Budrio, dove i ricercatori del settore agronomico del Consorzio C.E.R. hanno coinvolto gli studenti americani di One World Water Center (OWOW), provenienti dalla Metropolitan State University of Denver (MSU Denver) e dal Denver Botanic Gardens.
Nell’ambito del programma congiunto, che l’ente consortile realizza in partnership con il Dipartimento DICII (Dipartimento Ingegneria Civile e Informatica) dell’Università Roma Tor Vergata ed il CREA (Consiglio Ricerca Agricoltura ed Economia- Centro Ricerca per le Politiche Agricole e la Bioeconomia) si è svolto anche un sopralluogo all’impianto Palantone a Bondeno, modello virtuoso su larga scala per la sicurezza idraulica: qui infatti il Consorzio C.E.R. sta effettuando un importante intervento di risparmio idrico, efficientamento energetico e messa in sicurezza dell’area.
FRIULI VENEZIA GIULIA
DISCARICHE CAFFARO CONCLUSA MESSA IN SICUREZZA
Una corsa contro il tempo, ma il cronoprogramma dei lavori per la messa in sicurezza permanente di 2 discariche del sito inquinato di interesse nazionale Caffaro a Torviscosa è stato rispettato: conclusa il 9 Dicembre (restano da chiudere solo alcune finiture), l'opera, attuata dal Consorzio di bonifica Pianura Friulana su delega della Regione Friuli Venezia Giulia, rappresenta uno degli interventi, individuato come prioritario per il risanamento dei SIN (Siti di Interesse Nazionale) in un apposito Accordo di Programma.
La scadenza del 9 Dicembre era resa urgente da una procedura d’infrazione comunitaria, che gravava sin dal 2017 sulle discariche E ed F. Grazie alla elevata professionalità della struttura consortile, i lavori iniziati nel Maggio 2024 si sono conclusi in soli 18 mesi, consentendo la chiusura della procedura d’infrazione e, quindi, il contenimento degli oneri economici, che la stessa comportava.
L'intervento ha visto la copertura di 67.000 metri quadrati di superficie con uno strato impermeabile, che d'ora in poi impedirà alle piogge di dilavare i rifiuti (le ceneri) e trascinare gli inquinanti in falda. I complessi lavori di impermeabilizzazione sono stati accompagnati da una rete di drenaggio delle acque meteoriche.
LAZIO
COMPLETATA MANUTENZIONE IDRAULICA IN AREE INDUSTRIALI
Il Consorzio di bonifica a Sud di Anagni (con sede nella città frusinate) prosegue la sua attività, intervenendo anche nelle aree industriali e lungo la principale viabilità del comprensorio: si sono infatti conclusi gli interventi di manutenzione idraulica ordinaria nel fosso Rio S. Maria, che attraversa una vasta area del comune di Anagni a destinazione industriale.
Le operazioni hanno previsto interventi mirati a garantire il libero deflusso delle acque mediante sfalcio e trinciatura della vegetazione presente nell’alveo e lungo le sponde; nel corso dei lavori si è inoltre proceduto alla risagomatura e riprofilatura dell’alveo, nonché alla rimozione dei sedimenti accumulati lungo tutto il tratto interessato.
Parallelamente, l’ente consortile ha ultimato anche i lavori nel torrente Rio nel comune di Montelanico e nel torrente Alabro nel comune di Ferentino.
VENETO
MANUTENZIONE STRAORDINARIA INTERVENTI SU IDROVORE ED INFRASTRUTTURE IDRAULICHE
Il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) ha avviato gli accantieramenti per 8 interventi di manutenzione straordinaria su impianti ed infrastrutture idrauliche del comprensorio. I lavori sono possibili, grazie alle risorse stanziate con il Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, a seguito dell’accordo siglato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel Novembre 2023. Gli interventi sono suddivisi su 2 progettualità con finalità di sicurezza idraulica per un valore complessivo di 1.800.000 euro.
Con l’anno nuovo si darà corso ad un importante piano di manutenzione, che si articola in particolare su interventi chirurgici ai cuori elettrici degli impianti, ma anche ad infrastrutture ammalorate dal tempo ed ormai inadeguate. La prima progettualità è stata finanziata con 1 milione di euro e si articola su 5 interventi per la “Messa in sicurezza e riordino idraulico della rete idraulica secondaria nel territorio compreso tra i fiumi Brenta e Po”; 3 di questi interventi riguardano il vasto territorio di Porto Viro: sarà interamente ricostruito il manufatto “attraversamento via Rusconi” lungo il canale Negrelli che consente di scaricare le acque nel canale Passatempo; il secondo intervento riguarda l’impianto elettrico dell’idrovora Ca’ Giustinian con la revisione delle valvole “clapet” e la sostituzione dei quadri elettrici su 2 elettropompe; il terzo riguarda il recupero delle funzionalità delle opere elettromeccaniche dell’idrovora Passatempo che solleva le acque del bacino Cavana per recapitarle nel fiume Po di Levante.
Gli altri 2 interventi riguardano l’idrovora di Rosolina (verrà revisionata la cabina di media tensione, realizzato un nuovo quadro elettrico, sostituiti 2 trasformatori) e l’idrovora Busiola a Sant’Anna di Chioggia (si interverrà sulla componente elettromeccanica delle paratoie del bacino, con parziale ricostruzione della muratura strutturale). La seconda progettualità è stata finanziata con 800.000 euro e si articola su 3 interventi di “Adeguamento della rete secondaria, manufatti e ripresa franamenti del territorio del Delta del Po – 1° stralcio”: 2 interventi riguardano il territorio di Porto Tolle (verrà ripristinata la funzionalità idraulica di un tratto del canale Ca’ Zuliani, compromesso dalla subsidenza che ha modificato le quote di fondo alveo, comportando cedimenti spondali e si interverrà sull’idrovora Boscolo nel bacino Camerini con il rifacimento della cabina e del quadro elettrico), mentre ad Ariano Polesine si metterà mano al motore elettrico di una delle 7 pompe dell’idrovora Goro, che sarà revisionata e riparata in alcuni suoi componenti fondamentali.
TOSCANA
PAB 2025: ULTIMI INTERVENTI SUI CORSI D’ACQUA
Il conto alla rovescia verso la fine dell’anno coincide con la fase conclusiva degli interventi previsti dal Piano delle Attività 2025 del Consorzio di bonifica Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) per la sicurezza idraulica del territorio.
Particolare attenzione viene riservata in questo periodo ai tratti invasi dal Poligono del Giappone, una specie aliena ed invasiva, che colonizza rapidamente e mina la stabilità delle sponde; le aree più colpite si trovano nell’Unità Idrografica Omogena (UIO) Valdarno, dove sono interessati i torrenti Resco e Faella, nonchè alcuni tratti del Ciuffenna nei comuni di Reggello, Castelfranco Piandiscò e Terranuova Bracciolini: gli operatori stanno eseguendo sfalci mirati con successiva combustione dei residui vegetali sul posto per tentare di contenere la diffusione della pianta infestante, secondo le procedure già sperimentate nel pieno rispetto delle norme vigenti.
Si sta inoltre lavorando agli ultimi interventi di dettaglio, ma strategici soprattutto in vista delle precipitazioni invernali, quando la capacità di drenaggio del reticolo idrografico viene messa alla prova. Nei primi giorni di Dicembre, nella UIO Valdichiana, sono stati effettuati alcuni ulteriori interventi di manutenzione ordinaria per chiudere tane di animali selvatici e per piccole riprofilature sul torrente Leprone nel comune di Civitella in Val di Chiana, sul torrente Esse e sul Rio Peciana in comune di Cortona.
Lavori di chiusura tane, ripresa di scoscendimenti e ripristino di alcune erosioni sono stati eseguiti anche sui tratti classificati in seconda categoria idraulica, su cui l’ente consorziale aveva precedentemente eseguito gli interventi di sfalcio, previsti in convenzione con Regione Toscana. Nelle UIO Casentino e Valtiberina, tra gli interventi eseguiti di recente, ci sono gli ultimi tagli selettivi per eliminare alberature malate od instabili, piccole movimentazioni di materiale per ripristinare il corretto profilo delle sezioni idrauliche, rimozione di materiali, che ostacolano il deflusso: particolarmente importanti sono quelli realizzati sul fosso Rignano e sul fosso Ristagno a Bibbiena, nel centro abitato di Badia Prataglia nel comune di Poppi e sul torrente Cerfone a Monterchi.
Nella UIO Arezzo sono programmati alcuni abbattimenti di alberature e rifiniture puntuali nei prossimi giorni. Controlli finali, verifiche delle criticità e sopralluoghi conclusivi chiudono il quadro di un’annualità operativa caratterizzata da un’attività costante, eseguita nel puntuale rispetto del cronoprogramma iniziale. Il 2025 si chiude con risultati concreti ed una base solida, su cui realizzare la programmazione del prossimo anno: la proposta (elaborata dall’ente consortile, tenendo conto delle indicazioni normative, delle segnalazioni dei cittadini e delle richieste degli amministratori locali) è attualmente al vaglio della Giunta Regione Toscana. Ottenuto il via libera, inizierà la progettazione e la programmazione degli interventi targati 2026.
RICAMBIO GENERAZIONALE: SEMPRE PIU’ SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO
L’ENTE BILATERALE SOSTIENE L’ACQUISTO DEI DPI NEI CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE
VINCENZI: “UN’ESPERIENZA POSITIVA CHE CONSOLIDA UNA VISIONE SOLIDALE FRA LE COMPONENTI DEL SISTEMA”
Un importante ampliamento delle prestazioni erogate a sostegno e tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto della Bonifica è stato approvato dall’assemblea dell’Ente Bilaterale Nazionale Consorzi Irrigui (EBNCI), rappresentando un passo significativo nel rafforzamento delle politiche di “welfare” settoriale.
“Un elemento di particolare rilievo riguarda il coinvolgimento dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, che potranno beneficiare di un sostegno dedicato all’acquisto di dispositivi di protezione individuale per il personale” ha informato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“Si tratta di un significativo atto per consolidare una visione improntata sulla sinergia e sull’alleanza tra tutte le componenti del sistema, caratteristica fondante il concetto di bilateralità – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Quanto deciso arriva al termine del primo anno di attività e segna un significativo avanzamento nella capacità di offrire risposte concrete ai bisogni di lavoratori e lavoratrici, verso cui, però, è necessario agire per ampliare la conoscenza sul valore delle prestazioni erogabili, affinchè se ne utilizzino pienamente le opportunità.”
L’EBNCI ribadisce così il proprio impegno a sviluppare strumenti sempre più efficaci ed inclusivi, in grado di rafforzare la tutela e la qualità del lavoro nel settore della bonifica. |