OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ESTATE INFINITA CON RUBINETTI A SECCO: IN PUGLIA E BASILICATA DIFFICOLTA’ ANCHE PER IL SERVIZIO POTABILE
VINCENZI: “I DATI DIMOSTRANO CHE SERVONO NUOVE INFRASTRUTTURE IDRAULICHE PER RACCOGLIERE E TRASPORTARE L’ACQUA AUMENTANDO LA RESILIENZA DEI TERRITORI ED EVITANDO RICORRENTI EMERGENZE”
A causa della scarsità di precipitazioni, il Mezzogiorno sta sprofondando in una crisi idrica senza precedenti con le residue scorte d’acqua, che vanno rapidamente esaurendosi e con la disponibilità delle sorgenti, ridotta ai minimi: dopo aver compromesso la produzione agricola, gli effetti del perdurare di tale situazione stanno ora condizionando anche il servizio potabile, costringendo ad erogare minori quantitativi d’acqua ai cittadini delle regioni maggiormente colpite dalla siccità (soprattutto Puglia e Basilicata) ed a programmare interruzioni notturne, come nei territori materani, nel Vulture Melfese e nell’Alto Bradano.
Ciò accade, mentre l’Italia centro-meridionale e le isole maggiori sono ancora alle prese con una coda d’estate, che appare infinita e temperature, che nei prossimi giorni torneranno a raggiungere i 24 gradi sulla costa Sud-Orientale della Sicilia; tali anomalie si ripercuotono sulle temperature marine, che nel Mediterraneo sono tornate a salire, superando la media stagionale di 1,5 ° in buona parte del bacino e di 2° nella fascia meridionale tra Spagna e Nord Africa fino al Medio-Oriente, dove le acque raggiungeranno addirittura picchi di 25°-26°C (fonte: Copernicus e Meteored).
Così sarà proprio tra Sud Italia ed Isole che si riproporrà lo scontro tra le miti temperature del Sud Europa e le gelide correnti artiche, a causa di una perturbazione atlantica, che dapprima investirà la Sardegna e la Sicilia per poi, dopo aver incrociato le correnti calde in risalita dal Nord Africa, attraversare la parte meridionale dello Stivale prima di oltrepassare il mare Adriatico. Secondo l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche è realistico temere che si possano sviluppare i temibili V-shaped (temporali autorigeneranti) dopo un mese classificatosi al terzo posto fra gli Ottobre più caldi di sempre con una temperatura media globale di 15,14 gradi ed un’anomalia positiva di 0,69°C (fonte: Copernicus, elaborazione ANBI).
La drammaticità della peggiore situazione idrica di sempre in Basilicata è ben rappresentata dai numeri: -24 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al 2024 nei bacini, dove i volumi rimanenti sono mln. mc.86,43; le più grandi dighe della regione (monte Cotugno e Pertusillo) trattengono complessivamente mln. mc.63,6, quando il solo serbatoio di monte Cotugno ha una capacità di mln.mc. 272! Senza un netto cambio di tendenza meteorologico nei prossimi mesi, è facile immaginare altre stagioni difficili per gli agricoltori lucani.
Sono le stesse preoccupazioni, che sta vivendo la provincia di Foggia, dove nonostante i rilasci idrici centellinati, i bacini si stanno inesorabilmente svuotando; a meno di provvidenziali precipitazioni, l’invaso di Occhito toccherà il volume morto nella prossima settimana (mancano solo mc. 1.792.000) con conseguente stop ai prelievi, se non a fini emergenziali. Sulla regione, Ottobre è stato particolarmente generoso in termini di precipitazioni cumulate, ma i territori con precipitazioni scarse sono state la costa ionica salentina e proprio la Capitanata, dove gli accumuli si sono aggirati sui sessanta millimetri e l’auspicata ripresa dei livelli degli acquiferi è stata nuovamente disattesa.
Guardando alle Isole, la condizione idrica della Sicilia è migliore dell’anno scorso, soprattutto grazie ai maggiori apporti pluviali (su gran parte dell’Isola, Ottobre ha regalato tra gli 80 e gli oltre cento millimetri di pioggia con punte di quasi duecentocinquanta millimetri sul Messinese); ciò nonostante, i primi 20 giorni del mese scorso hanno comportato una riduzione di oltre nove milioni di metri cubi nei volumi idrici nei bacini.
In Sardegna, i bacini trattengono solo il 37% dell’acqua invasabile ed il deficit sul 2024 è di ben 54 milioni di metri cubi. I volumi attualmente trattenuti nei serbatoi sono i più scarsi da almeno 15 anni: a Nord-Ovest, nella Nurra, mancano all’appello oltre cento milioni di metri cubi d’acqua e quella, che rimane, costituisce appena il 5,88% dei volumi d’invaso autorizzati; è crisi anche nell’Alto Cixerri (i bacini sono al 7,27% dell’invasabile) e nel sistema idrico di Posada (il bacino Maccheronis trattiene soltanto il 7,85% del volume autorizzato). Positivo è invece il bilancio idrico nell’Ogliastra (invasi al 76,59% di riempimento) e nell’Alto Taloro (61,69%).
“Tale situazione è esemplare della necessità di implementare le infrastrutture, già presenti in Sardegna ma non nel resto d’Italia, per trasportare le acque da un territorio all’altro” ha chiosato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Tornando sulla Penisola, nel Lazio vanno segnalati, oltre alla conclamata crisi idrica dei laghi ai Castelli Romani, gli scarsi flussi in alveo del fiume Tevere, la cui portata si aggira su settantanove metri cubi al secondo, quando normalmente, in base alle rilevazioni del recente quinquennio, dovrebbe attestarsi intorno ai cento (elaborazione ANBI su dati AUBAC); stabile, seppur anch’esso deficitario, l’Aniene mentre in Alta Sabina cresce il Velino.
In Abruzzo, la diga di Penne trattiene ancora mezzo milione di metri cubi d’acqua.
Livelli idrometrici dei fiumi tra i più bassi dell’ultimo decennio vengono registrati anche nelle Marche, dove però gli invasi mantengono volumi d’acqua piuttosto elevati per il periodo (il bacino di Castreccioni conserva indicativamente la stessa quantità d’acqua dell’anno scorso, cioè poco più di trenta milioni di metri cubi).
In Umbria, le portate dei fiumi sono stabili, ma più scarse del normale, mentre viene registrata una crescita di cm. 6 nell’altezza idrometrica del lago Trasimeno; la diga Arezzo trattiene ancora 1.550.000 metri cubi d’acqua.
Continua a piovere molto sulla Toscana, soprattutto sulle province settentrionali: negli scorsi 7 giorni si sono registrati accumuli anche superiori a mm. 200, che salgono fino a 500 millimetri nel computo mensile in diverse stazioni pluviometriche delle province di Lucca, Massa e Pistoia. In forte crescita è quindi la portata del fiume Serchio, che registra ora oltre centodieci metri cubi al secondo, superando di quasi il 58% il flusso medio in questo periodo; positive anche le performances di Arno ed Ombrone.
In Liguria, abbondanti piogge hanno interessato il Levante con conseguente crescita dei livelli idrometrici dei fiumi Magra, Vara ed Entella.
Anche nel resto del Nord sono positive le prestazioni settimanali, registrate dai corpi idrici superficiali.
In Valle d’Aosta è in crescita la portata della Dora Baltea, che attualmente supera di quasi il 92% la media mensile; segno positivo anche per il flusso nel torrente Lys.
In Piemonte l’inizio dell’anno idrologico è stato all’insegna della discontinuità con quello precedente: dopo un’annata 2024-2025, che si è chiusa con un + 20% d’acqua, il mese di ottobre ha segnato un significativo deficit di precipitazioni (-64% con punte dell’84% sul bacino Residuo Po – Confluenza Dora Riparia e dell’82% su Residuo Po-confluenza Dora Baltea) ed una perdita dell’81% nell’indice SWE (Snow Water Equivalent) nel Piemonte meridionale. In crescita, ma deficitarie sono le portate dei fiumi Stura di Lanzo, Stura di Demonte e Toce.
“Se la situazione sarda è dimostrazione della necessità di completare ed ampliare gli schemi idrici, quanto sta accadendo a Nord-Ovest testimonia l’urgenza di avviare il Piano Invasi Multifunzionali per trattenere le acque quando arrivano, creando riserve da utilizzare per i momenti di bisogno. Nuove infrastrutture idrauliche sono indispensabili per aumentare la resilienza dei territori” ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
In Lombardia, le riserve idriche si stanno attualmente riducendo poco al di sotto della media storica e registrano un gap considerevole nel confronto con il 2024 (-28,74%).
Anche in Veneto i fiumi sono in crescita e le portate sovrabbondanti rispetto alla media mensile (Brenta +26%; Bacchiglione +38%; Muson dei Sassi +76%!); fa eccezione l’Adige, i cui flussi sono più scarsi della media (-27%).
Settimana piovosa anche sull’Emilia-Romagna, dove le precipitazioni hanno rinvigorito le portate dei fiumi appenninici, che sono tornati a crescere al di sopra dei valori medi del periodo (Taro +156%, Enza +197%, Secchia +221%, Reno +72%!).
Incrementano, infine, anche i flussi nel fiume Po, pur registrando sostanziosi deficit di portata rispetto alle medie storiche (a Pontelagoscuro -42%).
EMILIA ROMAGNA
PIANO MARSHALL DELL’ACQUA ULTIMATO IL 45,3% DEGLI INTERVENTI PREVISTI
Proseguono i lavori di “rifunzionalizzazione” della traversa sul torrente Enza, in località Cerezzola, tra il Reggiano ed il Parmense, così come continuano l’intervento, giunto ormai all’80%, sull’impianto Cavaliera di Bondeno nel Ferrarese per migliorare il sistema idraulico del bacino Burana - Po di Volano ed il cantiere per l’aumento dell’efficacia idrico-idraulica nei territori, dove scorre il canale “Fosso Vecchio” (comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Cotignola, in provincia di Ravenna): avanza il “Piano Marshall dell’acqua”, varato dalla Regione Emilia-Romagna.
Si tratta di oltre ottocento milioni di euro investiti per opere irrigue, cui si aggiungono altri 362 milioni per interventi inerenti la sicurezza del territorio dopo le alluvioni del 2023 e 2024; il tutto per un totale di circa milleduecento milioni nel periodo, che va dal 2018 al 2025. Sono 1.371 gli interventi sul territorio regionale, di cui il 45,3% ultimati: una trentina valgono più di dieci milioni di euro ciascuno. Diverse le fonti di provenienza dei finanziamenti: Programmazione Sviluppo Rurale e Fondi Sviluppo e Coesione, Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, Piano Invasi, fondi ministeriali, risorse regionali, ordinanze commissariali. Il punto è stato fatto durante la conferenza “Il Piano Marshall dell’acqua”, organizzata da Regione E.R. ed ANBI Emilia-Romagna.
“Lo scopo di questi interventi – ha commentato l’Assessore regionale Agricoltura, Alessio Mammi – è garantire l’acqua per le produzioni agricole ed alimentari, risparmiare acqua e rendere il territorio più sicuro, grazie ad importanti interventi manutentivi. Con la manutenzione e le opere infrastrutturali, che stiamo realizzando, siamo in grado di garantire 60 milioni di metri cubi annui d’acqua in più rispetto al 2018 ed un risparmio energetico, stimato in 3 milioni di kilowatt all’anno. L’acqua è vita e, se viene a mancare, gli approvvigionamenti di cibo sono a rischio. Abbiamo bisogno soprattutto di invasare l’acqua, quando c’è per poi utilizzarla nei momenti, in cui serve.”
“Con la Regione Emilia-Romagna si lavora e collabora ogni giorno su questi temi così rilevanti e le nostre maestranze si adoperano con il massimo impegno per centrare tutte le scadenze previste – ha sottolineato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – Il nostro traguardo, però, non si ferma qui perché, conclusi questi interventi, abbiamo già nuove opere per migliorare la resilienza dei territori e l’uso consapevole dell’acqua a sostegno del mondo agricolo che per noi, come per l’intero Paese, è fondamentale.”
Realizzazione di invasi a scopo irriguo, casse di espansione, impianti idrovori per lo scolo e l’irrigazione, ma anche interventi per rendere più efficiente la rete di adduzione e distribuzione oltre ad opere di prevenzione del dissesto idrogeologico, in collina ed in montagna. Il 45,3% dei lavori del Piano è già stato ultimato, il 25,64% è in corso di realizzazione il 7,7% è in fase di conclusione, mentre la fase progettuale interessa il 14,53%; il 3,42% è nella fase di affidamento dei lavori ed un altro 3,42% è in attesa dei decreti di attuazione.
In Emilia-Romagna ci sono 8 Consorzi di bonifica più 1 di 2° grado. La rete idraulica gestita è lunga quasi ventiduemila chilometri, che distribuiscono 1 miliardo di metri cubi d’acqua e contribuiscono ad irrigare 300.000 ettari di terreni, che interessano le attività di 34.000 aziende, da Piacenza a Rimini dove sono attivi 398 impianti irrigui, 69 piccoli invasi, 2 dighe, 61 casse di espansione, 220 impianti di scolo.
Questi numeri sono destinati a crescere con i lavori più recenti: solo in montagna, in 6 anni verranno realizzati 5.500 lavori di bonifica. La contribuenza consortile vale 180 milioni di euro, impiegati per il 26% in attività irrigue, per il 61% nella difesa idraulica e per il 13% nel presidio idrogeologico del territorio.
LOMBARDIA
RISICOLTURA E RISORSE IDRICHE
Nell'Aula Magna dell'Università di Pavia, la locale Coldiretti ha organizzato il convegno “Il futuro del riso inizia con l’acqua. Agricoltura e cambiamento climatico: strategie per uno sviluppo sostenibile”, coinvolgendo agricoltori, esperti ed Istituzioni per un confronto sulle prospettive del settore risicolo.
“La risicoltura pavese sta affrontando sfide senza precedenti: dalla siccità alle piogge eccessive, dagli accordi commerciali sleali alla crisi dei prezzi – ha dichiarato la Presidente di Coldiretti Pavia, Silvia Garavaglia, aprendo i lavori.
“Non è vero che nei prossimi anni al Nord pioverà di meno: semplicemente la pioggia cadrà in maniera più irregolare con lunghi periodi di siccità, alternati a brevi periodi, in cui cadrà tantissima pioggia” ha informato il meteorologo, Andrea Giuliacci.
“L’uso irriguo è prioritario” ha ribadito con forza Ettore Fanfani, Commissario Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara).
“L’ignoranza idraulica è talmente grande che ci si potrebbe ricaricare la falda!”: con questa battuta Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, ha risposto a chi considera la risicoltura soltanto una coltivazione “idroesigente”, dimenticando i suoi fondamentali servizi ecosistemici; ha poi denunciato la crescente rapacità degli interessi economici, che gravano sull’acqua, mettendo a rischio uno dei suoi usi primari: produrre cibo.
Un richiamo forte, ripreso dal Presidente ANBI Lombardia, Alessandro Rota, che ha sottolineato l’importanza delle progettualità messe in campo dal sistema consortile, perché “affrontare il cambiamento climatico richiede uno sforzo collettivo e integrato”.
Ai lavori è intervenuto da remoto anche il Presidente Coldiretti, Ettore Prandini.
TOSCANA
AUDIZIONE PARLAMENTARE
Il Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha preso parte all’audizione convocata dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame in sede referente della proposta di legge, recante disposizioni per il recupero e la ricostruzione delle bilance da pesca e dei ricoveri per barchini del lago di Massaciuccoli e del Padule settentrionale.
È stato così illustrato il ruolo operativo ed ambientale dell’ente consortile nella gestione del bacino lacustre, in particolare per quanto riguarda la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di bonifica, tra cui le arginature circondariali, che si estendono per circa quattordici chilometri e proteggono un territorio di centinaia di ettari mediamente al di sotto del livello del mare.
È stato anche evidenziato come l’ente consorziale sia pure responsabile del sollevamento meccanico delle acque tramite gli impianti idrovori, tra cui quello della Bufalina, che consente lo smaltimento delle acque verso il mare in condizioni di non deflusso naturale.
Il “Toscana Nord” aderisce al Contratto del lago di Massaciuccoli, strumento volontario di programmazione strategica per la gestione integrata e sostenibile del bacino e ha già collaborato con altri Enti Locali alla definizione di linee guida operative per il recupero delle bilance da pesca e dei ricoveri per barchini.
Durante l’audizione, è stato sottolineato come le bilance rappresentino un patrimonio storico e paesaggistico, ma la loro gestione sia resa complessa da un quadro normativo incerto, da uno stato diffuso di degrado e dalla molteplicità di competenze coinvolte; è stata così auspicata l’introduzione di disposizioni normative, che semplifichino il riconoscimento e la manutenzione di queste strutture, favorendone il recupero nel rispetto delle caratteristiche ingegneristiche e geotecniche delle arginature.
Il Consorzio di bonifica ha infine espresso apprezzamento per il percorso legislativo avviato, confermando disponibilità a collaborare con le Istituzioni competenti per la tutela e la valorizzazione del lago di Massaciuccoli.
VENETO
OLTRE 70 MILIONI PER FUTURO AGRICOLTURA
Il Consorzio LEB – Lessinio Euganeo Berico ed il Ce.Sp.I.I. (Centro Sperimentazione Innovazione Irrigua (entrambi con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona) hanno raccontato, in occasione dell’evento “Coltivare il Futuro”, l’impegno profuso per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla crescente pressione sulla risorsa idrica.
La capacità progettuale ha consentito di attingere a misure per oltre settantuno milioni di euro destinati a: efficientamento infrastrutturale, per garantire una distribuzione dell’acqua sempre più precisa, sostenibile e resiliente; ricerca per l’innovazione irrigua, con strumenti di supporto alle aziende, che spaziano dalla modellistica previsionale al monitoraggio ambientale fino alla valutazione degli impatti economici e agronomici dell’irrigazione.
Dopo alcuni interventi tecnici si è svolta la tavola rotonda “Agriconnessioni: Acqua e Territorio a Confronto”, che ha ribadito come l’agricoltura veneta sia un sostenibile motore economico e di innovazione, per il quale è indispensabile un lavoro sinergico tra ricerca, Istituzioni, territorio ed imprese. La chiusura dei lavori è stata affidata ad Alex Vantini, Presidente ANBI Veneto.
FRIULI VENEZIA GIULIA
AL VIA AMMODERNAMENTO IMPIANTI PLUVIRRIGUI
Il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) ha dato ufficialmente il via ai lavori di ammodernamento degli impianti pluvirrigui “Rf Flaibano” e “Rf Orzano e San Giusto”: si tratta dei primi 2 interventi di un ampio programma volto ad affrontare e risolvere l’obsolescenza di 7 comprensori irrigui “in pressione” nel Medio Friuli, finanzianti dall’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Friuli Venezia Giulia.
I fondi assegnati per l’intero programma ammontano a circa settantasette milioni. L’obbiettivo degli interventi (il riordino fondiario di Orzano e San Giusto sarà completato entro l’inizio della stagione irrigua) è quello di ottimizzare la gestione della risorsa idrica, favorendone il risparmio e migliorando le infrastrutture esistenti.
I lavori si sono aperti formalmente con un sopralluogo al cantiere in comune di Flaibano, cui hanno partecipato, oltre ai vertici e ai tecnici consorziali, l’Assessore Risorse Agroalimentari Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, consiglieri regionali e diversi Sindaci del territorio.
I cantieri comprendono i comuni di Coseano, Dignano, Flaibano e Sedegliano, Premariacco e Remanzacco; prevedono la rimozione delle ormai quarantennali condotte in fibrocemento e delle parti in acciaio, soggette a corrosione, sostituite da nuove tubazioni realizzate con materiali moderni (PVC-A, vetroresina, polietilene).
È prevista anche l’installazione di un’innovativa rete LoRaWAN per garantire un monitoraggio preciso e continuo di pressione e portata, al fine di individuare rapidamente le anomalie e controllare i consumi anche nell’ottica di una potenziale tariffazione ad hoc.
Nel frattempo, gli uffici consortili stanno già predisponendo i progetti esecutivi di ulteriori 3 interventi, che avranno avvio nel 2026; la conclusione di tutti i 7 interventi finanziati è prevista entro il 2029.
EMILIA ROMAGNA
INTERVENTI COMPLETATI OD IN FASE CONCLUSIVA
Proseguono ad opera del Consorzio di bonifica Romagna Occidentale (con sede a Lugo, in provincia di Ravenna) gli interventi di consolidamento e ripristino lungo il Canale di bonifica in Destra Reno, localizzati in 2 tratti distinti: nel reparto Canal Vela (comune di Conselice) e in località di Sant’Alberto e Mandriole: queste opere rappresentano un tassello fondamentale nel programma di difesa idraulica, avviato dopo l’alluvione del Maggio 2023, considerando che il Canale è il principale ricettore delle acque del distretto di pianura.
Nel tratto compreso tra botte Santerno e botte Senio a Conselice sono in fase conclusiva i lavori di consolidamento spondale del collettore generale, necessari per contrastare i gravi fenomeni erosivi, generati dagli eventi alluvionali. In questa fase si stanno completando le opere di finitura, tra cui la distribuzione del materiale di risulta, derivante dagli scavi.
L’intervento ha comportato un investimento complessivo di 4.725.000 euro. Nel tratto del Canale Destra Reno in località Sant’Alberto e Mandriole si sono invece conclusi i lavori di consolidamento delle sponde. Gli interventi hanno previsto opere strutturali di consolidamento dei rilevati arginali, sistemazione dei manufatti idraulici esistenti, escavazioni mirate e misure di controllo della stabilità delle sponde per un investimento complessivo di 4.240.000 euro.
Nello stesso tratto di canale sono attesi altri interventi di consolidamento, sia in sinistra che in destra idraulica, finanziati tramite la Regione Emilia-Romagna con i fondi per il contrasto alla subsidenza e per i quali è previsto l’affidamento nei prossimi mesi.
VENETO
NUOVO PIANO PER LA SICUREZZA DI UN TERRITORIO ORA SI CERCANO I FONDI
Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) ha presentato alla Città Metropolitana di Venezia un ambizioso piano per la messa in sicurezza e rinaturalizzazione del fiume Muson Vecchio.
Si tratta di un progetto di fattibilità tecnico-economica, che accorpa diversi interventi per un fabbisogno complessivo pari a 25 milioni di euro, che la Città Metropolitana punta ad ottenere dalla pubblicazione di bandi attuativi di programmi di investimento pubblico o nell’ambito della programmazione dell’Unione Europea per le politiche di coesione nel settennato 2028/2034.
Il progetto, che ha raccolto la manifestazione di interesse anche da parte di 7 Comuni veneziani attraversati dal corso d’acqua, prevede casse d’espansione, interventi di by-pass a mulini, l’efficientamento di un nodo idraulico.
I Comuni interessati hanno espresso pieno apprezzamento all’intervento proposto, volto a scongiurare fenomeni di esondazione con conseguenti allagamenti già accaduti in passato. I 3 bacini di laminazione interesseranno una superficie complessiva di oltre quarantasette ettari ed avranno una capacità di invaso superiore a seicentosessantamila metri cubi.
Il progetto porta con sé anche importanti benefici per l’irrigazione, in quanto immagazzinando l’acqua nei nuovi bacini si potrà renderla disponibile nei periodi siccitosi; significativi saranno anche i benefici ambientali, creando vere e proprie aree umide per il miglioramento della qualità delle acque attraverso la fitodepurazione in un territorio caratterizzato da una forte pressione antropica.
DEBUTTA AMICO CBAI
L’ASSISTENTE VIRTUALE CHE RIVOLUZIONA IL RAPPORTO TRA CONSORZIO DI BONIFICA E CITTADINI
VINCENZI
“INNOVAZIONE ED INTELLIGENZA ARTIFICIALE FONDAMENTALI ALLEATI PER LA MIGLIORE GESTIONE DELL’ACQUA”
È ufficialmente entrato in funzione AMICO CBAI, l’assistente virtuale intelligente, ideato per semplificare il dialogo con i cittadini, velocizzare la gestione documentale, ridurre i tempi d’attesa, garantire trasparenza ed ottimizzare il lavoro degli uffici. Lo strumento pilota (www.cbaltovaldarno.it), frutto della collaborazione tra Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, Università di Firenze e Lascaux, azienda specializzata in tecnologie informatiche ed innovazione digitale, è stato presentato ad Arezzo durante un vertice dei Consorzi di bonifica toscani.
Il sistema, che consente di dialogare con l’ente consortile 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, si compone di due strumenti principali: una “chatbot” specializzata, in grado di rispondere a domande su manutenzione dei corsi d’acqua, contributo di bonifica, fornitura d’acqua irrigua ed altre attività consortili; un portale del consorziato, attraverso cui ogni utente può verificare direttamente la propria posizione, inoltrare richieste e consultare informazioni personalizzate.
Il vantaggio è misurabile in modo chiaro: ogni anno il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) riceve circa mille segnalazioni di criticità idrauliche; gestirle richiede mediamente 90 minuti ciascuna ed il coinvolgimento di più operatori.
“Con AMICO CBAI in un anno si possono risparmiare fino a 180 giornate di lavoro: un tempo prezioso, che possiamo investire in nuove attività per il territorio – ha evidenziato la Presidente dell’ente consortile, Serena Stefani - Capace di apprendere e migliorare giorno dopo giorno, AMICO CBAI diventa un alleato strategico, che unisce la nostra conoscenza territoriale ad una moderna intelligenza digitale.”
“La piattaforma – ha spiegato Giuseppe Bistoni, Presidente e CEO “Lascaux” – si distingue per la capacità di integrare tecniche di intelligenza artificiale generativa con le basi di conoscenza dei Consorzi di bonifica, garantendo risposte precise, pertinenti e tempestive. Inoltre, supporta il personale nella redazione automatizzata di documenti amministrativi, contribuendo a snellire i processi ed a ridurre i tempi di lavorazione.”
“Vogliamo che l’intelligenza artificiale sia uno strumento al servizio del cittadino – ha dichiarato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Grazie a questo progetto, il Consorzio di bonifica rende più trasparente ed accessibile la propria attività, offrendo un dialogo immediato e verificabile sul valore del proprio operato per il territorio.”
“Innovazione tecnologica ed intelligenza artificiale sono parole chiave, con cui affronteremo le sfide future: dalla gestione degli enti consortili alla digitalizzazione della rete idraulica per l’efficientamento d’utilizzo dell’acqua – ha aggiunto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Esperienze come quella di AMICO CBAI, debitamente istruite sulle singole realtà, sono esportabili in ogni territorio, perchè i Consorzi di bonifica hanno il dovere di garantire ai cittadini massima trasparenza, contatto diretto ed accesso alle informazioni. ”
Colorato, intuitivo e facile da usare, AMICO CBAI si presenta con un linguaggio chiaro e percorsi guidati per fornire risposte mirate.
“Per questo – ha concluso Paolo Masetti, Presidente ANBI Toscana – è destinato a diventare la voce digitale del Consorzi di bonifica, basata su prossimità, trasparenza ed innovazione.”

LA TEDESCA ENERGYMINER VINCE LA STARTUP COMPETITION “IL VALORE DELL’ACQUA 4.0”
VINCENZI: “L’ESPERIENZA DEI CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE È PARTNER IDEALE PER SVILUPPARE SOLUZIONI INNOVATIVE”
È la tedesca Energyminer, con base anche in Italia, la vincitrice della 6° edizione della Startup Competition “Il valore del’acqua 4.0”, organizzata da Urban Hub Piacenza. “Energyminer” sta sviluppando una nuova forma di energia idroelettrica con centrali rispettose della fauna ittica: gli impianti proposti, infatti, galleggiano sul fiume, sono modulari e scalabili, nonchè funzionano in blocco; la tecnologia fornisce energia in modo continuo (giorno e notte) dai corsi d'acqua a flusso libero, colmando il divario tra le energie rinnovabili fluttuanti e la reale capacità di carico di base.
“Come ANBI sosteniamo questo genere di iniziative, contribuendo a dare visibilità alle idee più adatte al nostro mondo – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI– I Consorzi di bonifica ed irrigazione, autentici laboratori a cielo aperto, possono essere partner ideali per sviluppare nuove soluzioni.”
“D’altronde – ha aggiunto il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano - l’innovazione è uno dei capisaldi della nostra strategia di adattamento alla crisi climatica e che si basa anche su manutenzione, infrastrutture, cultura dell’acqua.”
Dopo una significativa selezione a sfidarsi sono state 8 startup con proposte in 4 settori e replicabili in diversi contesti: efficientamento energetico, contrasto all’inquinamento da materiali plastici, sistemi per l’agricoltura di precisione, monitoraggio del territorio e delle infrastrutture.
Le altre startup finaliste sono state: “eMomentum” (Milano), che sviluppa sensoristica utile all’individuazione dei malfunzionamenti di pompe e motori; “RiverCleaning” (Vicenza), che integra sensoristica multimodale (strumenti per la propagazione del suono sott’acqua e telecamere multispettrali), automazione ed algoritmi elaborati dall’Intelligenza Artificiale per identificare e separare in tempo reale plastica e detriti organici; “eWorking” (Pescara) che, grazie all’Intelligenza Artificiale, personalizza la formazione del personale di enti ed aziende, adattando i contenuti da esporre; “Neft Drone” (Milano) che, utilizzando droni industriali e modelli 3D interoperabili con altri software, conduce ispezioni di dighe, condotte e spazi confinati: “Avacam” (Mantova), che analizza e monitora movimenti franosi del terreno, scattando immagini in timelapse, restituendo mappe di cambiamento e previsioni in tempo reale; “Plantvoice” (Bolzano), che ha sviluppato un biosensore brevettato, che legge in tempo reale la linfa vegetale, rivelando stress idrico, nutrizionale o da patogeni; “Hestia Technologies” (Piacenza), che ha sviluppato Centinel, una piattaforma che ricrea una copia digitale in tempo reale dello spazio aereo e perimetrale attorno ad infrastrutture strategiche, trasformando la sicurezza da semplice sorveglianza a comprensione cognitiva dello spazio in tempo reale.
Alla Startup Competition “Il Valore dell’Acqua 4.0” contribuiscono il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città), il Consorzio di 2° grado C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna), la Facoltà di Scienze Agrarie Alimentari ed Ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (campus di Piacenza) con il supporto di Startupiacenza (incubatore e acceleratore di startup), ART-ER (società consortile dell’Emilia Romagna per lo sviluppo dell’innovazione), IN-ER (Incubators Network of Emilia-Romagna).
“Alcune startup in gara – ha commentato Luigi Bisi, Presidente Consorzio di bonifica Piacenza – hanno presentato soluzioni importanti, che meritano di essere portate agli occhi di chi può diventare un investitore o di chi, come gli enti di bonifica, può essere un utilizzatore finale. Aver coinvolto anche ANBI permette di avere una visione su scala nazionale.”
Per Raffaella Zucaro, Direttrice ANBI Emilia Romagna e Francesco Cavazza. Responsabile dell’Area Ricerca Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna), si è trattato di un’edizione di buon livello: “Le idee presentate propongono soluzioni con un importante valore innovativo che, in alcuni casi, potrebbe essere adottato da realtà consortili, la cui attività mira ad una gestione sempre più efficace in fase preventiva.”
Per l’Università Cattolica del Sacro Cuore (campus di Piacenza), da sempre sensibile all’imprenditorialità giovanile, è intervenuto il docente, Stefano Amaducci: “La porta dell’Ateneo è sempre aperta per individuare sinergie utili, affinchè queste startup possano continuare la ricerca sperimentale e lo sviluppo tecnologico delle loro idee. Da noi, diversi team di ricercatori sono impegnati in studi nazionali ed internazionali per sostenere la transizione ecologica.”
TOSCANA
RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE PER UNA CASE HISTORY
Da tempo il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze) sta investendo nella creazione di un avanzato sistema di telecontrollo e gestione da remoto di impianti idrovori, casse di espansione e paratoie meccanizzate, presenti perlopiù sulla porzione di comprensorio, che si estende nella piana di Firenze, Prato e Pistoia.
I risultati sono sempre più tangibili sia sotto forma di sicurezza idraulica (in occasione dell’ultimo grande evento meteo di Marzo 2025, grazie alla sensoristica ed ai dati raccolti si è potuto stimare che siano stati pompati più di quindici milioni di metri cubi d’acqua dai 5 principali impianti idrovori in gestione), sia in termini di riconoscimento tecnico-scientifico.
L’articolo “A Digital Twin Approach to Enhancing Water Infrastructure Management: The Case of Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno” di Elisabetta Giusti, ingegnere del Settore Telecontrollo e Impianti dell’ente consortile, è stato infatti selezionato per essere presentato nel convegno “European and Mediterranean nature-based digital and cyber-physical initiatives projects to innovate water management – Session 1” durante il recente salone Ecomondo 2025 a Rimini; l’articolo è stato inoltre scelto per la sottomissione alla rivista scientifica Procedia Environmental Science, Engineering and Management.
MARCHE
TEAM BUILDING IN DIGA
Bonifica Marche Service (società in house del Consorzio di bonifica Marche, con sede a Pesaro), che si occupa soprattutto di raccolta e gestione delle segnalazioni e dei successivi interventi sul campo, ha organizzato una giornata di team building aziendale alla diga di Castreccioni.
Accompagnati da guide, partecipanti hanno avuto modo di visitare gli scarichi di fondo, entrare eccezionalmente nei cunicoli che portano alle paratoie, salire sul coronamento, scoprire come l’opera di presa alimenti gli impianti irrigui, che da Cingoli arrivano a valle.
Nel pomeriggio, le attività sono proseguite con giochi creati ad hoc per consolidare il gruppo e lavorare sulla conoscenza delle rispettive competenze.
LOMBARDIA
IL PATRIMONIO DELLE ROGGE
Nel corso del convegno “Metrology for Archaeology and Cultural Heritage”, organizzato dall’Università degli Studi di Bergamo, il locale Consorzio di bonifica Media Pianura Bergamasca è stato invitato a tenere un intervento dedicato alla storia delle rogge nel territorio orobico.
È stato così ripercorso un arco temporale di 2000 anni, illustrando come le rogge grandi e piccole abbiano avuto un ruolo cruciale nella storia, nell’economia e nella società: se ne contano a decine, concentrate soprattutto in pianura, ma presenti anche nelle aree collinari e montane; persino la città capoluogo è attraversata da antiche vie d’acqua artificiali, oggi quasi tutte coperte.
Nel corso dei secoli, le rogge hanno assolto a funzioni diverse e fondamentali: dall’irrigazione alla fornitura d’acqua potabile fino al ruolo di fossato difensivo; le popolazioni locali le utilizzavano anche per pescare, lavare i panni, fare il bagno e raccogliere la legna lungo le sponde.
Con l’avvento dell’industria, l’acqua delle rogge divenne una preziosa forza motrice per i macchinari delle fabbriche e per la produzione di energia elettrica.
La gestione di questi corsi d’acqua è passata nel tempo dalle famiglie nobiliari a diverse istituzioni benefiche fino ad arrivare, dagli anni ‘50 del ‘900 – all’ente consorziale, che ancora oggi si occupa della loro manutenzione, conservandone l’efficienza e tramandandone la memoria
CAMPANIA
VERSO IL CENTENARIO STUDENTI IN VISITA
Un gruppo di studenti del locale Istituto d’Istruzione Superiore “Marco Tullio Cicerone” è stato ricevuto per una visita d’istruzione a Sala Consilina nella sede del Consorzio di bonifica Vallo di Diano e Tanagro.
L’attività didattica rientrava nel progetto “Girovagando per il Vallo”, finalizzato a far conoscere gli enti presenti sul territorio valdianese e le loro funzioni.
Si è trattato di un pomeriggio didattico-culturale per far conoscere l’opera di bonifica delle terre del Vallo di Diano e Tanagro, il ruolo strategico dell’ente consorziale, l’importanza di preservare il territorio e l’ambiente.
Nel Vallo di Diano, acqua vuol dire anche conservazione di beni monumentali di grande pregio come il Battistero di San Giovanni in Fonte, dove in pochi anni si sono registrati già 2 episodi critici, legati all’abbassamento del livello idrico. L’incontro è stato anche l’occasione per informare che l’ente consortile si appresta a compiere 100 anni trascorsi al servizio del territorio, che oggi si estende su 104.980 ettari, coprendo i territori di 30 comuni della provincia di Salerno.
LIGURIA
INSIEME PER LA PREVENZIONE
La campagna “Insieme per la prevenzione” (promossa da Lilt della Spezia e dal Consorzio di bonifica Canale Lunense (con sede a Sarzana, nella provincia spezzina) con Cai (Club Alpino Italiano), Donne Coldiretti e Comitato Folkloristico di Ponzano Superiore) ha unito movimento, sana alimentazione e socialità nel segno della prevenzione del tumore al seno.
Molti partecipanti hanno camminato lungo la ciclopedonale del canale Lunense e poi fino al paese di Ponzano Superiore, dove si è svolta una lezione dedicata alla scherpada, la tradizionale torta d’erbe della cucina contadina locale, seguita da un pranzo con piatti vegetariani e prodotti a chilometro zero.
L’iniziativa ha ribadito il valore della collaborazione tra realtà del territorio per promuovere la cultura della salute.
|