C’E’ UN’ITALIA CHE NON SI ARRENDE ALLA CULTURA DEL CEMENTO CHE STA PREGIUDICANDO LA SICUREZZA IDROGEOLOGICA DEL PAESE
IL CNEL APPROVA DISEGNO DI LEGGE
SU NUOVO RUOLO DEI CONSORZI BONIFICA PER LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO
VINCENZI: “ANCORA UNA VOLTA AL SERVIZIO DEL PAESE PER GARANTIRE MIGLIORI CONDIZIONI DI VITA E SVILUPPO A CITTADINI ED IMPRESE”
“All’indomani dei dati del Servizio Nazionale di Protezione Ambientale sulla crescente fragilità idrogeologica del territorio italiano e l’evidente preoccupazione di fronte all’estremizzazione degli eventi meteo, va quantomai valorizzata l’importante approvazione di un Disegno di legge , da parte dell’Assemblea del CNEL, per rafforzare il ruolo dei Consorzi di bonifica nella manutenzione e tutela del territorio”: a sottolinearlo è stato il Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue), Francesco Vincenzi, che ha proseguito: “Desidero ringraziare il Presidente del CNEL, Renato Brunetta, per la sempre affermata stima nei nostri confronti e che adesso trova concreta dimostrazione.”
Il testo del Ddl, che propone l'aggiunta dell'articolo 62 bis al Decreto Legislativo. n. 152/2006 (Norme in materia ambientale), intende valorizzare la riconosciuta capacità dei Consorzi di bonifica nell’assicurare una costante azione preventiva di gestione del territorio. Si propone quindi di conferire a Regioni ed enti territoriali la facoltà di stipulare convenzioni con i Consorzi di bonifica per affidare loro attività di manutenzione, progettazione e realizzazione lavori, relative al più generale reticolo idrografico ed agli interventi di mitigazione del dissesto. Tali convenzioni potranno riguardare la manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua di competenza regionale e comunale, nonché la realizzazione di nuove opere idrauliche, come il Piano Invasi, promosso da ANBI e Coldiretti. Potranno inoltre prevedere l’attivazione di una filiera di economia circolare del legno e l’applicazione della legge di orientamento, valorizzando le imprese agricole locali e offrendo una risposta concreta all’impoverimento imprenditoriale delle aree interne.
“Precisiamo che non intendiamo sottrarre competenze ad altre realtà, bensì metterci a servizio del territorio, proponendo la nostra professionalità a chi, per molteplici motivi, non è in grado di adempiere ad una costante manutenzione idrogeologica, indispensabile garanzia di vita e di sviluppo economico per le comunità. È null’altro che l’applicazione del principio di sussidiarietà” ha chiosato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
“L’approvazione, da parte dell’Assemblea del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, di questo Disegno di legge da presentare in Parlamento – ha aggiunto il relatore dell’iniziativa legislativa e Consigliere del CNEL, Paolo Pirani – rappresenta la conclusione di un percorso portato avanti dalle parti sociali nella ricerca di un concreto equilibrio per migliorare le attività di contrasto al rischio idrogeologico.”
Al proposito va evidenziato che i danni da fenomeni alluvionali e idrogeologici costano mediamente circa tre miliardi e mezzo di euro all’anno per lo Stato, senza considerare che attualmente il ristoro reale per le comunità è pari solo al 10% circa dei danni subiti.
“Non dimentichiamo – ha concluso Francesco Vincenzi – che la prima attività di resilienza alla crisi climatica deve essere l’efficienza idraulica dell’esistente, cui affiancare nuove infrastrutture capaci di rispondere alle mutate condizioni meteorologiche, perché la prevenzione idrogeologica è condizione indispensabile ad ogni ipotesi di sviluppo.”

IL CRESCENTE CONSUMO DI SUOLO PENALIZZA GLI ECOSISTEMI ED AUMENTA IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
ANBI LANCIA L’ALLARME: SI STANNO CREANDO LE CONDIZIONI PER NUOVI EVENTI DISASTROSI SOPRATTUTTO LUNGO LE COSTE
NEL 2025 FINORA 309 TORNADO SULLE COSTE ITALIANE
“Quando non avremo più campagne, né campi da coltivare, solo allora ci accorgeremo che il cemento non possiamo mangiarlo”: parafrasando un antico adagio, Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, non ha potuto che commentare così i recenti dati sul consumo di suolo, resi noti dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA); ha proseguito: “Ancora una volta non possiamo che appellarci alla politica, ribadendo l’urgenza di provvedimenti contro l’abbandono dei territori nelle aree interne e la inarrestabile cementificazione delle zone costiere, che notoriamente aumenta fragilità e rischio idrogeologico ed esposizione ad incendi”.
Ora, però, un alert in più è arrivato dall’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che segnala come l’impermeabilizzazione dei territori lungo le fasce costiere (la percentuale di suolo consumato nei primi 300 metri dal mare, cioè il 22,9%, è addirittura più del triplo che sul resto del territorio nazionale!), accompagnata da una crescente pressione antropica dovuta all’esodo dalle aree interne, indebolisce la resilienza verso l’estremizzazione degli eventi meteo, che sempre più spesso colpiscono proprio le zone litoranee a causa di una delle più evidenti conseguenze della crisi climatica: lo scontro fra correnti fredde nordiche e temperature mediterranee troppo miti. Basti pensare che, dall’inizio dell’anno, ben 309 località costiere italiane sono state colpite da tornado, con un aumento di questi fenomeni rispetto allo stesso periodo del 2024 di quasi il 18% e di +368% rispetto a soli 10 anni fa (elaborazione ANBI su dati ESWD - European Severe Weather Database).
“Di fronte a questi dati è evidente l’esponenziale aumento di rischio idrogeologico lungo i litorali. La prevenzione da disastri naturali non può prescindere dalla coscienza dei pericoli, che incombono: per questo, contrastare l’eccessiva urbanizzazione lungo le coste, creando al contempo i presupposti, perché il presidio umano continui a popolare anche le aree marginali, deve essere il primo obbiettivo per garantire sicurezza dagli eventi estremi ed evitare disastri annunciati” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“Se a questi dati aggiungiamo ulteriori 1.303 ettari di suolo consumato nelle zone a pericolosità idraulica media e 600 ettari in più nelle zone a pericolo frana, nonché circa duecentosettantaquattro ettari artificializzati addirittura in aree protette, comprendiamo la necessità di una grande azione di cultura del territorio ad ogni livello. In gioco c’è il futuro dell’Italia” ha concluso Francesco Vincenzi.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
NESSUN LUOGO E’ ORMAI LONTANO: L’URAGANO NEI CARAIBI DEVE PREOCCUPARE ANCHE NOI
VINCENZI: “AGRICOLTURA E BELLEZZA DEI TERRITORI: SONO A RISCHIO DUE ASSET FONDAMENTALI DELL’IMMAGINE ITALIANA NEL MONDO”
Mentre l’uragano Melissa va esaurendosi, lasciando una scia di morti e centinaia di migliaia di sfollati nei Caraibi, c’è un ulteriore dato, che deve indurre i soggetti decisori del nostro Paese ad una concreta e sollecita riflessione: se dall’inizio di quest’anno, sull’Italia, il numero di eventi estremi (nubifragi, grandine grossa, ecc.) è diminuito del 17% rispetto all’anno scorso e del 14% sul 2023, il numero di tornado è rispettivamente cresciuto del 17% e del 63% (!!) a fronte di un territorio idrogeologicamente sempre più fragile: a segnalare il pericoloso “trend” è stato il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che ricorda anche altri numeri preoccupanti della “guerra climatica”, che stiamo subendo: il 2025 sta caratterizzandosi come il terzo anno più caldo di sempre dopo il 2023 ed il 2024, quando il record assoluto (+ 60% di giorni con stress termico e + 93% di notti tropicali nell’ Europa Sud Orientale comprendente anche il nostro Meridione) ha causato nel Vecchio Continente la morte di 63.000 persone, di cui 19.000 italiane, a seguito di ondate di calore.
“Sta cambiando il mondo e noi fatichiamo a prenderne coscienza” ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
In Italia, Basilicata e Puglia continuano a rappresentare la sofferenza del Sud di fronte all’implacabilità della crisi climatica: permane deficitario il bilancio idrico con scarse precipitazioni insufficienti a rigenerare le riserve idriche, che vanno rapidamente esaurendosi.
Per la prima volta gli invasi lucani trattengono meno di novanta milioni di metri cubi d’acqua; il precedente primato negativo, stabilito l’anno scorso nella prima settimana di Dicembre, è stato ampiamente superato con oltre un mese e mezzo d’anticipo: attualmente il deficit rispetto ad un anno fa è già di ben 26 milioni di metri cubi! La diga in terra più grande d’Europa (Monte Cotugno) contiene ormai solo 38 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua sugli oltre 272 milioni che sarebbe autorizzata ad invasare.
In Puglia, nella Capitanata, nonostante i pesanti sacrifici idrici, richiesti agli agricoltori per non prosciugare gli scarsi volumi ancora stoccati nei bacini, si continua ad assistere al calo delle riserve idriche foggiane, ormai inferiori al 15% del volume possibile; il bacino di Occhito è sempre più vicino a trattenere il solo volume morto.
“La situazione è talmente compromessa che solo l’urgente realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche potrà contrastare il declino produttivo di importanti economie agricole del Paese. Insieme alla bellezza dei territori sono a forte rischio due asset di qualità, che fanno l’immagine dell’Italia nel mondo e per questo torniamo a segnalare la grande opportunità costituita dal Piano Invasi, che abbiamo presentato insieme a Coldiretti” ha segnalato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Risalendo lo Stivale, nel Lazio continua a peggiorare la condizione idrica dei laghi “romani” con i livelli di Sabatino ed Albano, che si abbassano di ulteriori 2 centimetri (Nemi: -cm. 1); crescono invece i livelli dei bacini viterbesi di Vico (+cm. 1) e Bolsena (+ cm. 5!). Aumentano anche i flussi idrici nei fiumi Aniene, Velino e Tevere, che rimane comunque ampiamente deficitario: -28% sulla media del più recente quinquennio (elaborazione ANBI su dati AUBAC).
In Umbria si registra stabilità idrometrica, fatta eccezione per il fiume Topino, che registra un vistoso decremento dei flussi.
Nella Marche, i livelli dei fiumi sono da settimane tra i più bassi da almeno un quinquennio.
In Toscana, la portata del fiume Serchio, influenzata dai violenti nubifragi della scorsa settimana, ora torna a decrescere, pur rimanendo eccezionale (+150%!); in crescita è anche il livello idrometrico dell’Arno, mentre l’Ombrone continua a registrare portate scarse (-86%) ed inferiori anche al Deflusso Minimo Vitale (DMV).
In Liguria, i fiumi Magra ed Entella, che avevano registrato un’impennata dei livelli idrometrici a causa di abbondanti precipitazioni, ora sono in decrescita come, a Ponente, l’Argentina, mentre un’ulteriore, leggera crescita viene segnalata per la Vara.
Segno positivo per i fiumi appenninici dell’Emilia-Romagna con Secchia, Enza, Panaro e Lamone, che registrano flussi superiori alla media mensile.
Positivo è anche l’andamento di crescita nei bacini fluviali del Veneto, dove però in alveo si mantengono flussi generalmente più scarsi del consueto (Adige -30%, Brenta -43%, Piave -34%) con l’eccezione della Livenza (+4%; elaborazione ANBI su dati ARPAV).
In Lombardia continuano a registrarsi riserve idriche abbondanti sulla media (+6%), seppur inferiori al 2024 (-26%).
In Piemonte, flussi in diminuzione per i già deficitari fiumi Stura di Lanzo e Toce, mentre rimane stabile l’andamento della Stura di Demonte.
In Valle d’Aosta si registra un surplus di portata nella Dora Baltea (+299%!), il cui trend continua a crescere, mentre i livelli idrometrici del torrente Lys sono in calo.
I flussi del fiume Po mostrano segni di flessione nelle stazioni di rilevamento più a monte, mentre le portate da Cremona al delta sono in aumento, pur rimanendo sotto ai valori medi di riferimento (a Pontelagoscuro: -36%).
Al Nord, infine, i grandi laghi registrano livelli idrometrici in calo e, nei casi di Sebino e Lario, inferiori alla media storica.
UN ESEMPIO DI ADATTAMENTO ALLA COMPLESSITA’ DELLA CRISI CLIMATICA
DIGHE GONFIABILI PER DEVIARE L’ACQUA IRRIGUA SENZA CREARE OSTACOLO IN CASO DI PIENA
LA NOVITA’ IN MAREMMA
VINCENZI:
“INNOVAZIONE E RICERCA SONO CAPISALDI DELLA NOSTRA STRATEGIA DI RESILIENZA”
L’estremizzazione degli eventi atmosferici con il repentino passaggio da un eccesso all’altro obbliga a soluzioni, in grado di adattarsi alle mutevoli condizioni create dalla crisi climatica.
L’irrigazione è una sfida cruciale per il futuro delle agricolture mediterranee e la Maremma potrà presto contare su un’infrastruttura di nuova concezione: si sono infatti conclusi i lavori per l’installazione di un sistema di sbarramenti mobili in gomma flessibile per uso irriguo, lungo i canali di bonifica Padulino e Barbicato, ad Alberese, nel Grossetano. Si tratta di un impianto a sostegno dell’agricoltura di qualità nel territorio contiguo al Parco Regionale della Maremma e che sarà utilizzato per irrigare il comprensorio “Piana dell’Alberese”, gestito dal Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) con importanti benefici anche di carattere ambientale.
“Il funzionamento è semplice – ha spiegato Valentina Chiarello, Direttore dei lavori – Con l’opera di presa sul fiume Ombrone si preleva l’acqua, che viene invasata in una rete di canali a cielo aperto, grazie ad un sistema di dighe gonfiabili. Saranno poi i consorziati a distribuire l’acqua nei loro appezzamenti tramite pompe.”
Il tutto senza aggravare i rischi in occasione di eventuali piene dell’Ombrone: al termine della stagione irrigua, infatti, gli sbarramenti mobili saranno sgonfiati, le pompe saranno rimosse e verrà chiusa la tubazione di mandata.
“L’adattamento alla crisi climatica deve affrontare la complessità del fenomeno, affrontandone le svariate conseguenze: per questo, innovazione e ricerca, ma anche infrastrutture, manutenzione e promozione della cultura idrica sono i capisaldi della nostra strategia di resilienza” ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Quanto si sta realizzando in Maremma è un diverso esempio del principio alla base del Piano Invasi da noi proposto con Coldiretti: trattenere l’acqua, quando c’è per utilizzarla nei momenti di bisogno” ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Le operazioni di collaudo termineranno il 31 Dicembre p.v. e nella prossima stagione irrigua potrà essere servita la parte più a Nord del comprensorio, composta da circa quattrocento ettari.
Il Consorzio di bonifica Toscana Sud potrà attivare il pompaggio nel periodo 1° Aprile?30 Settembre di ogni anno per una portata massima di 400 litri al secondo. Il volume annuo prelevato non supererà i 2.100.000 metri cubi con una portata media di 68,70 litri al secondo. Molto soddisfacenti sono i primi test: in 26 ore di pompaggio sono stati prelevati 17.800 metri cubi d’acqua, pari a 190 litri al secondo, in linea con il punto di lavoro ottimale delle 2 pompe installate. In realtà, però, le dighe mobili previste sono 3, ma quella più grande deve essere ancora realizzata.
“L’importo complessivo del progetto – ha precisato il Presidente Consorzio di bonifica Toscana Sud, Federico Vanni – era superiore al finanziamento da 1.140.000 euro, concesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Piano Straordinario di Interventi nel Settore Idrico.”
Così, la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori è stata indetta con la possibilità di realizzare, oltre alle opere coperte dal finanziamento ministeriale, anche ulteriori lavori (oltre al sistema di telecontrollo prevedono la realizzazione della diga mobile più grande sul canale Essiccatore principale dell’Alberese), per i quali l’ente consorziale è impegnato nella ricerca della copertura finanziaria.
“Abbiamo presentato – ha aggiunto Federico Vanni – il progetto di miglioramento funzionale dell’impianto d’irrigazione in un bando regionale per il supporto ad interventi su infrastrutture irrigue consortili pubbliche e siamo stati ammessi in graduatoria. Ci auguriamo di poter ottenere il finanziamento nei primi mesi del 2026, così da poter completare tutti i lavori e servire le circa 100 aziende agricole, presenti su oltre mille ettari, già nella stagione 2027.”
“Abbiamo condiviso questo progetto con il Parco della Maremma – ha chiosato Francesco Vincenzi – perché il mantenimento di adeguati livelli idrici nei canali, oltre a rispondere alle necessità irrigue dei consorziati, contribuisce a sostenere i naturali processi di ricarica delle falde, rappresentando un importante servizio ecosistemico.”
“L’irrigazione è uno degli scopi istitutivi del nostro sistema consortile; per questo ci aspettano nuove sfide come la lotta all’intrusione del cuneo salino” ha concluso il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
VENETO
UN INNOVATIVO PROGETTO DI ANALISI AMBIENTALE
Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) è partner dell'associazione Wigwam, Associazione Nazionale di Protezione Ambientale, nel progetto LAGUNAS (Localizzazione Avifauna per una Gestione Netcentrica Ambientale Sostenibile), che prevede un monitoraggio automatico sullo stato attuale dell’ecosistema nella Laguna Nord, effettuato attraverso telecamere 4k installate sui tetti di 2 impianti idrovori consorziali.
Obiettivo delle osservazioni è raccogliere informazioni sullo stato attuale dell'ecosistema lagunare e, al tempo stesso, verificare ulteriori modificazioni attraverso correlazioni tra gli animali selvatici, che si osservano ed i fattori ambientali, come i dati meteo ed antropici od il traffico su gomma in un'area turistica tra le più frequentate d'Europa.
Il fine del progetto, che si basa sulla tecnologia innovativa “The Edge Company”, è fornire elementi oggettivi e verificabili in vista di una pianificazione a medio e lungo termine delle azioni di governo in ambienti sensibili come le aree lagunari.
EMILIA ROMAGNA
DAL GIAPPONE PER STUDIARE LA DIFESA IDRAULICA
Una delegazione giapponese, costituita da imprese ed associazioni specializzate nella produzione di pompe idrauliche per fiumi, è stata ospite del Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) per studiare le funzionalità del nodo idraulico consortile di Bocca d’Enza e dell’impianto idrovoro della Bassa.
Il nodo idraulico, nel territorio di Sorbolo Mezzani, è strategico e di rilievo per un territorio di ben 4.000 ettari: un’area agricola, vocata ad alcuni tra i più importanti prodotti tipici della “Food Valley” quali pomodori, mais, soia, ma anche produzioni necessarie al Parmigiano Reggiano, quali foraggi ed erba medica, essenziali per l’alimentazione degli animali della filiera lattifera.
Grazie alla sua riqualificazione, avvenuta pochi anni fa (lavori effettuati dall’ente consortile, finanziati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dalla Regione Emilia-Romagna) l’impianto idrovoro è oggi in grado di funzionare anche in caso di elevati livelli idrici nel torrente Enza e nel fiume Po, svolgendo la sua funzione di difesa idraulica anche in situazioni di sostenuta criticità.
TOSCANA
RESTAURATO IMPIANTO IDRAULICO
Si sono conclusi i lavori in località Rinalda, nella zona Castelletti di Signa, realizzati dal Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze).
Si tratta del completo aggiornamento di un impianto, che risaliva alla fine degli anni ’90 quando, a seguito della realizzazione di una cassa d’espansione sul torrente Vingone, venne realizzato un impianto di sollevamento denominato “Rinalda” per drenare il reticolo idraulico minore, scaricandone le acque all’interno dell’area di laminazione, evitando allagamenti della viabilità pubblica, che porta all’abitato di Lecore.
Ora il sistema è stato completamente restaurato con nuove condotte in acciaio inox, una più sicura valvola a clapet ed un rinnovato quadro elettrico, grazie ad un investimento di 120.000 euro derivanti dal contributo di bonifica. Prima dell’intervento, le idrovore erano azionate unicamente da galleggianti con un sistema puramente elettromeccanico; oggi, invece, un sensore di livello comunica l’altezza d’acqua ad un computer (PLC) posto nel quadro elettrico, che aziona 1 o 2 pompe, permettendo l’azionamento ed il monitoraggio del corretto funzionamento anche da remoto.
Signa è attraversata da un sistema idraulico complesso, che richiede attenzione, manutenzione e costante aggiornamento tecnologico; questo intervento va proprio in questa direzione: si tratta di un intervento tecnico di grande importanza, che unisce innovazione, efficienza energetica e sicurezza.
LAZIO
A TUTELA IDRAULICA DI UN OSPEDALE
Il Consorzio di bonifica Valle Liri (con sede a Cassino, in provincia di Frosinone) sta completando i lavori di manutenzione del reticolo idrografico nell’area del presidio ospedaliero Santa Scolastica, zona cassinate, storicamente soggetta a rischio idraulico per le caratteristiche morfologiche e l’andamento del fiume Rapido, che in caso di piena ostacola il deflusso delle acque superficiali.
Gli interventi (realizzati sulla base di uno studio idrologico-idraulico dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, finanziati dal Ministero Infrastrutture e Trasporti) hanno migliorato la capacità di deflusso, nonchè di invaso della rete esistente (fosso Nocione, fosso San Domenico Vertelle, fosso Fiumicello), prevedendo anche la costruzione di nuovi canali di raccordo e di un impianto idrovoro sul fosso Fiumicello, che solleva le portate di piena verso il rio Inferno.
L’impianto riconosciuto di preminente interesse regionale e l’intero reticolo idrografico di circo nove chilometri sono oggetto di manutenzione ordinaria da parte dell’ente consortile, in convenzione con Provincia Frosinone e Regione Lazio.
Tali lavori sono fondamentali per la salvaguardia dell’area dell’ospedale di Cassino, punto di riferimento per tutto il Basso Lazio, Sugli interventi di manutenzione dei canali più importanti si stanno anche effettuando voli con il drone, le cui immagini sono pubblicate sui social Facebook e Instagram nelle pagine dell’ente consorziale.
FRIULI VENEZIA GIULIA
AL VIA NUOVI CANTIERI PER INTERVENTI DI DIAFRAMMATURA
Sono partiti i primi cantieri degli interventi di diaframmatura degli argini del fiume Isonzo, progettati e realizzati dal Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine), su delega della Regione Friuli Venezi Giulia, per un importo complessivo di circa novanta milioni di euro, di cui 80 finanziati da fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) ed erogati nell'ambito dell'Accordo Stato - Regione, sottoscritto l’8 Marzo 2024.
Si tratta di lavori ritenuti prioritari dall'Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali per la messa in sicurezza e la riduzione della vulnerabilità del territorio: si va infatti ad agire su aree potenzialmente allagabili, anche con piene con bassi tempi di ritorno e densamente popolate, con presenza di edifici strategici, nonché insediamenti produttivi e commerciali.
I primi 2 stralci, in fase di avvio, riguardano la sponda sinistra del fiume Isonzo per oltre cinque chilometri e verranno terminati nel corso del 2026. I lavori sono complementari a quelli del canale scolmatore, che dal torrente Cormor dovrà scaricare in galleria 100 metri cubi al secondo nel torrente Torre per la messa in sicurezza di un territorio, che comprende 25 comuni e 219.000 abitanti.
Quest'ultimo intervento richiede la messa in sicurezza del Torre - Isonzo attraverso la diaframmatura degli argini di questi fiumi. Al sopralluogo in cantiere, che ha aperto formalmente i lavori in comune di San Canzian d’Isonzo, hanno partecipato, oltre ai vertici e ai tecnici consortili, l'Assessore Difesa Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di Regione FVG, Fabio Scoccimarro ed il Segretario Autorità di Bacino Alpi Orientali, Marina Colaizzi.
L’ente consorziale ha ricevuto il finanziamento regionale a Dicembre 2024 e in meno di dieci mesi ha predisposto il progetto di fattibilità tecnico ed economica, ottenuto le autorizzazioni, predisposto i progetti esecutivi dei primi 2 stralci, concluso le procedure di appalto, avviato i lavori.
Nel frattempo, gli uffici consortili stanno già predisponendo i progetti esecutivi di ulteriori 2 lotti funzionali, che avranno avvio sempre nel 2026. La conclusione di tutti gli interventi finanziati è prevista entro il 2030.
TOSCANA
DAL PADONCHIA AL COLLEDESTRO LA MANUTENZIONE CHE PROTEGGE LA VALTIBERINA
Prosegue a pieno ritmo il programma di manutenzione ordinaria 2025 del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) in Valtiberina, dove è previsto un investimento complessivo di circa un milione e trecentomila euro.
Gli interventi, finalizzati alla tutela del territorio e alla riduzione del rischio idraulico, sono ormai in fase di conclusione e hanno interessato i principali corsi d’acqua della vallata, dal versante aretino fino al confine con le Marche. Nella frazione aretina di Palazzo del Pero si stanno completando le opere di sistemazione di alcune soglie sul torrente San Chimento, mentre in località Pieve a Ranco è stata eseguita la risagomatura del fosso di San Quirico.
Continuando a percorrere l’Unità Idrografica Omogenea Valtiberina, a Monterchi si sta concludendo la manutenzione sul torrente Padonchia mentre, nel comune di Anghiari, gli interventi hanno riguardato la rimozione della vegetazione anche dal fondo delle “reglie”.
Nel comune di Sestino sono terminati i lavori di ricostruzione di porzioni di una briglia sul torrente Fiumicello e di ripristino di soglie sul torrente Bornacchio; nel comune di Pieve Santo Stefano, sul torrente Colledestro, si è concluso il ripristino di una scogliera.
EMILIA ROMAGNA
UN COMPLEANNO CENTENARIO
Presenti numerosi Sindaci e rappresentanti delle categorie economiche, il Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna), per celebrare il secolo di vita degli impianti idrovori di Saiarino e Valle Santa, ha organizzato un convegno, quale momento di riflessione politica e tecnica sul futuro idraulico del locale territorio; l'iniziativa ha riunito ad Argenta i rappresentanti di ANBI e dei Consorzi di bonifica regionali a confronto con il Presidente dell’Emilia Romagna, Michele De Pascale, che ha sottolineato l'importanza strategica della sinergia tra Regione, Protezione Civile, Comuni e Consorzi di bonifica.
Il convegno, dopo i saluti istituzionali, si è aperto con l'intervento di Valentina Borghi, Presidente dell’ente consortile ospite, cui è seguito un focus sugli scenari climatici del prossimo futuro a cura di Andrea Giuliacci, meteorologo e climatologo.
Alla narrazione della storia idraulica di Saiarino ha fatto seguito una tavola rotonda sulle strategie per la messa in sicurezza territoriale, presente anche Francesco Vincenzi, Presidente ANBI. Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, ha quindi evidenziato come la centralità operativa dei Consorzi di bonifica stia diventando palese all'intero Paese in un contesto di cambiamento climatico e di conseguenze drammatiche in termini di alluvioni alternate a siccità.
VENETO
SIMPOSIO SU BONIFICA ED IRRIGAZIONE
In occasione della pubblicazione del volume “Bonifica ed irrigazione” di Vincenzo Bixio, l’Associazione Triveneta Dirigenti Bonifica ha organizzato la giornata di studio “Sviluppi ella cultura tecnica nella progettazione delle opere di bonifica ed irrigazione”, tenutasi nella Sala dell’Archivio Antico del prestigioso Palazzo del Bo, sede centrale dell’Università di Padova.
L’incontro ha proposto una rassegna aggiornata su problemi, iniziative e prospettive della Bonifica impegnata a sostenere le esigenze idrauliche ed ambientali del territorio in un momento di particolare complessità climatica.
LAZIO
ANCHE QUEST'ANNO LE CORSE DELL'ACQUA

Anche quest'anno si terranno le Corse dell'Acqua: a confermarlo è stata ANBI Lazio che, nell’occasione, ha consegnato all’Assessore Agricoltura e Sovranità Alimentare di Regione Lazio, Giancarlo Righini, una targa riguardante la “Strafrosinone” giunta quest'anno alla 41° edizione ed intitolata a Luciano Renna, storico giornalista frusinate.
Tali manifestazioni podistiche, al di là dell'aspetto agonistico e sportivo, sono utili per rimarcare il ruolo e le attività che i Consorzi di bonifica assicurano in tutto il delicato territorio laziale.
MARCHE
NUOVI INCARICHI
Dopo le elezioni di fine Luglio, che hanno indicato Francesca Gironi quale nuovo Presidente e rinnovato il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro), prosegue l’iter di rinnovo delle cariche: Vicepresidente è stato nominato Bruno Bernabei, imprenditore in ambito florovivaistico di San Benedetto del Tronto. Nuovo Presidente ANBI Marche è stato invece eletto Tommaso Di Sante, viticoltore fanese.
AGENDA
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nel pomeriggio di lunedì 3 Novembre p.v. al convegno “Il futuro del riso inizia con l’acqua”, organizzato dalla locale Coldiretti nell’Aula Magna dell’Università di Pavia.
La mattina successiva, martedì, sarà in Palazzo Vecchio, a Firenze, per partecipare alla Conferenza Internazionale sulla Riduzione dei Rischi Idrogeologici, organizzata nell’ambito degli incontri promossi dal Comitato One Water.
Il 5 e 6 Novembre, il DG ANBI sarà invece a Rimini Expo per il salone Ecomondo: mercoledì mattina interverrà al convegno “Nuove strategie di pianificazione per la sicurezza del territorio come misura di adattamento climatico”; giovedì, insieme al Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, sarà al convegno “La digitalizzazione per la gestione resiliente delle risorse idriche in agricoltura”, organizzato dalla società “Almaviva-Bluebit” . Gli impegni della settimana si concluderanno con la presenza, nel weekend, al Villaggio Coldiretti, allestito a Bologna. |