Anno XXVII, n. 35 venerdì, 26 settembre 2025

IN SARDEGNA UNA SENTENZA CHE FA SCUOLA

IL GESTORE DI UN TERRENO IMPEDISCE L’ACCESSO PER AGGIUSTARE UN GUASTO IRRIGUO: CONDANNATO DAL TRIBUNALE DI SASSARI

VINCENZI: “RIBADITO IL DIRITTO-DOVERE DEI CONSORZI DI BONIFICA AD ESEGUIRE LE NECESSARIE MANUTENZIONI IDRAULICHE”

Il conduttore di un terreno, dove si trovano impianti ed infrastrutture di un Consorzio di bonifica, deve sempre permettere l’accesso agli addetti alla manutenzione, soprattutto nel caso di un’emergenza come quella, che si è verificata lo scorso Luglio all’interno di uno dei comprensori dell’ente consortile Nord Sardegna (con sede ad Ozieri, nel Sassarese): è quanto stabilisce una sentenza del Tribunale di Sassari, destinata a fare scuola e che ha anche condannato i resistenti al pagamento delle spese.
Una rottura verificatasi lungo una condotta irrigua consortile aveva infatti provocato l’interruzione dell’erogazione dell’acqua a decine di aziende agricole del comprensorio. I tecnici consorziali, chiamati ad intervenire con urgenza per la riparazione, si erano però trovati di fronte ad ostacoli e resistenze da parte del conduttore del terreno, che aveva più volte impedito l’accesso all’area interessata dal guasto anche all’impresa addetta alle manutenzioni. La vicenda era quindi approdata al Tribunale di Sassari, che con recente ordinanza ha riconosciuto la piena legittimità dell’operato del Consorzio di bonifica.
“La decisione del giudice – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - ha confermato non solo il diritto, ma anche il dovere del Consorzio di bonifica ad accedere ai fondi attraversati dalle condotte per eseguire le manutenzioni necessarie, indipendentemente dalla presenza di plantumazioni o manufatti.”
“L’ordinanza del Tribunale sassarese rappresenta un segnale chiaro a tutela di tutte le aziende agricole che, soprattutto nei mesi estivi, dipendono dall’acqua per garantire la sopravvivenza delle colture” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“E’ raro che i tecnici e le imprese, che eseguono la manutenzione idraulica, si trovino sbarrati gli accessi ai fondi soprattutto in caso di guasti, perché i consorziati sono consapevoli che si tratta di una rete irrigua, estesa per chilometri e che attraversa diverse proprietà. Il caso, che si è verificato a Luglio, andava però in direzione opposta a questo fondamentale spirito di collaborazione, che è alla base del funzionamento di un consorzio” ha spiegato Toni Stangoni, Presidente Consorzio di bonifica Nord Sardegna.
“Con questo pronunciamento – ha concluso Giuseppe Bellu, Direttore Generale dell’ente consortile sardo - il Tribunale ha fissato un precedente giurisprudenziale di grande valore per tutti, riaffermando il principio che la gestione e la salvaguardia del servizio irriguo, bene primario per l’agricoltura, non possono essere ostacolate da iniziative individuali.”


                                                                                                     

AREE UMIDE: REALIZZATI NEL VENEZIANO 10 ETTARI DI BIODIVERSITA’ A DIFESA DELLA LAGUNA E DEL TERRITORIO

VINCENZI: “ECCO UN ESEMPIO DI COME CONIUGARE AMBIENTE E SICUREZZA IDRAULICA”

A Mira, nel Veneziano, sono stati inaugurati i lavori di sistemazione idraulica, rinaturalizzazione e riqualificazione paesaggistica della rete di scolo nel contesto del Parco delle Giare, realizzati dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre): grazie a questa nuova area, l’acqua viene ripulita dalle sostanze inquinanti attraverso processi fitodepurativi; i primi dati elaborati dall’Università di Padova sono molto confortanti ed il Consorzio di bonifica stima un abbattimento annuale pari 0,14 tonnellate di fosforo e 1,37 tonnellate di azoto.
“E’ un intervento di straordinaria importanza, ma è anche la conferma che sappiamo spendere bene i finanziamenti assegnati” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“La nuova area – ha illustrato il Direttore dell’ente consorziale, Carlo Bendoricchio - interessa una vasta zona di oltre dieci ettari che, dopo essere stata oggetto di esproprio, è stata perimetrata con arginature alte in media 1 metro rispetto al piano campagna per accogliere un volume d’acqua di circa ottantatremila metri cubi. Le acque sono derivate dallo scolo Giare mediante un impianto di sollevamento alimentato da due elettropompe con una portata complessiva di 150 litri al secondo e viene scaricata nella laguna di Venezia per mezzo di un secondo impianto di sollevamento dotato di due elettropompe della capacità di 50 litri al secondo ciascuna.”
“Abbiamo scavato 25.000 metri cubi di terra senza movimentare un solo mezzo operativo fuori dall’area, ricreando un ambiente ideale, dove hanno già trovato dimora molte specie di flora e fauna” ha aggiunto Federico Zanchin, Presidente “Acque Risorgive”.
“Quanto realizzato a Mira – ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – è l’ulteriore esempio di una delle sfide, in cui sono impegnati i Consorzi di bonifica ed irrigazione: realizzare opere idrauliche con molteplici funzioni nell’interesse del territorio. Quello delle aree umide sarà tema di nostre, prossime iniziative."
Il Parco delle Giare è dotato di un’area attrezzata e di un laboratorio didattico, composto da un fabbricato in legno per attività ricettiva; al termine dei lavori sono state messe a dimora circa seimila piante.
“Questa nuova area rinaturalizzata arricchisce il nostro paesaggio, assumendo un grande valore anche dal punto di vista ricreativo ed educativo” ha confermato Marco Dori, Sindaco Mira.
“Quelli per la tutela dell’ambiente – ha affermato Roberto Marcato, Assessore Regione Veneto per Riconversione Polo Industriale di Marghera e Legge Speciale per Venezia e che ha reso possibile l’intervento, grazie ad un finanziamento di 2.697.000 euro – sono soldi sempre ben spesi. In questi anni, considerato che la Legge Speciale per Venezia non viene più finanziata dal 2011, ci siamo impegnati a racimolare anche l’ultimo centesimo per finanziare opere come questa che, oltre a garantire il miglioramento delle acque sversate in laguna, consentono di accrescere la sicurezza idraulica del territorio.”
“E’ un ulteriore tassello, che si aggiunge ai già numerosi interventi di riduzione del rischio idraulico, realizzati in questi anni dai Consorzi di bonifica veneti – ha chiosato il Presidente ANBI Veneto, Alex Vantini.
Durante i lavori del cantiere sono stati ritrovati anche resti archeologici in argilla, risalenti all’Età del Bronzo: una sorprendente scoperta, sul cui valore la Soprintendenza per la Città Metropolitana di Venezia sta facendo approfondite indagini.


VENETO

UNA NUOVA AREA DI RICARICA DELLA FALDA

Una nuova area per la ricarica della falda sta sorgendo a Carmignano sul Brenta, in prossimità dell’area d’infiltrazione Bosco Limite: a realizzarla è il Consorzio di bonifica Brenta (con sede a Cittadella, in provincia di Padova), in virtù di un accordo ventennale con il Gruppo San Pellegrino S.p.A. e che prevede un finanziamento aziendale di 1 milione di euro per l’intervento.
L’area si articola su 2 bacini e consentirà di ricaricare l’acquifero con 758.000 metri cubi d’acqua all’anno; la società Etifor | Valuing Nature, spin-off dell’Università di Padova, ne curerà la riqualificazione ambientale attraverso la messa a dimora di 7.900 piante erbacee e forestali, nonchè la ricostituzione di prati stabili, destinati all’agricoltura rigenerativa.
“San Pellegrino” non si limita, quindi, solo a prelevare risorsa per le sue attività industriali, ma si pone anche il problema di salvaguardare la risorsa per il futuro: l’accordo con l’ente consorziale va in una giusta direzione collaborativa.


EMILIA ROMAGNA

PROGETTO EUROPEO LIFE CLAW: EVENTO DIVULGATIVO E DIMOSTRATIVO

È stato Gossolengo a fare da cornice all’evento  “Acqua, prevenzione e biodivesità: tra ricerca ed innovazione” organizzato dal Consorzio di bonifica Piacenza (con sede nella città capoluogo) in collaborazione con ANBI Emilia Romagna, Parco Nazionale Appenino Tosco Emiliano, Ente Parchi Ducato, Università Pavia.
La mattina si è aperta alla biblioteca comunale “P. Boiardi” con i saluti istituzionali, cui è seguito un primo blocco di interventi svolti dai tecnici dei Consorzi di bonifica emiliano romagnoli, che hanno all’attivo progetti europei, legati alla salvaguardia del territorio e degli ecosistemi; ha chiuso un secondo blocco di interventi, dedicato al contrasto alle specie aliene invasive con lo scambio di buone pratiche a partire dall’esperienza maturata all’interno del progetto europeo Life Claw e da 3 testimonianze di rilievo internazionale.
Il momento di maggior rilievo è stato quello pomeridiano, dove i tecnici dell’ente consorziale piacentino hanno messo in atto quella, che a livello progettuale si definisce “azione di replicabilità e trasferibilità”: in pratica, relatori, portatori di interesse e uditori hanno raggiunto il Parco Fluviale Regionale Trebbia per assistere ad una dimostrazione pratica del contenimento del gambero della Louisiana; tale azione è compiuta da quattro anni anche grazie ai volontari delle associazioni piscatorie piacentine e parmensi, che hanno effettuato una formazione ad hoc.
Il Procambarus clarkii (gambero della Louisiana o gambero killer) è un crostaceo di origine nord-americana, introdotto in Europa negli anni ‘70 a scopo alimentare e poi proliferato fino a diventare la specie di gambero d’acqua dolce, più traslocata al mondo e presente ora in tutti i continenti, eccetto Antartide ed Oceania; tra i danni causati da questo gambero: instabilità degli argini e delle sponde di corsi d’acqua, fenomeni di intorbidimento delle acque, riduzione della presenza di vegetazione nelle zone umide,  attività di predazione e competizione ai danni di altre specie (tra cui quella autoctona).
Il progetto Life Claw (Crayfish lineages conservation in North-Western Apennine) è cofinanziato dall’Unione Europea attraverso lo strumento LIFE e ha come obbiettivo quello di conservare e migliorare le popolazioni dell’autoctono gambero d’acqua dolce “Austropotamobius pallipes” in Emilia Romagna ed in Liguria; per questo è previsto anche il contrasto al “Procambarus clarkii”.
I partner del progetto Life Claw sono: il Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano (coordinatore), il Consorzio di bonifica Piacenza, l’Ente Gestione Parchi e Biodiversità Emilia Occidentale, il Parco Naturale Regionale Antola, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Venezie, l’Università Cattolica Sacro Cuore, l’Università Studi Pavia, l’Acquario di Genova-Costa Edutainment, il Comune Fontanigorda e l’Unione Comuni Montana Lunigiana.


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

LA “PENTOLA” DEL MEDITERRANEO METTE L’ITALIA IN EMERGENZA CONTINUA: DAGLI ALLAGAMENTI AL NORD ALLA SICCITA’ DEL SUD

VINCENZI: “DOBBIAMO ASSUMERNE CONSAPEVOLEZZA COLLETTIVA”

“La forte localizzazione di violenti eventi atmosferici tende a non farci percepire il quadro complessivo: in questo passaggio di stagione la nostra Penisola è in costante emergenza meteo, dalla siccità alle alluvioni” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Se, infatti, il mar Mediterraneo sta registrando anomalie termiche, anche superiori di 2 gradi alla norma, è tra le coste della Sardegna ed il Sud della Francia che tale gap raggiunge i 3°C (fonti: Copernicus; Ceam), creando i presupposti, affinché lo scontro con le fredde correnti atlantiche generi quegli eventi meteo estremi, che in 3 giorni hanno interessato una novantina di località italiane (fonte: ESWD), provocando danni, allagamenti e frane: ad indicarlo è il settimanale bollettino dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che evidenzia anche come le coste, principalmente quelle tirreniche, siano state battute da violente trombe marine, ma i danni maggiori siano stati causati dalle enormi quantità di pioggia, cadute soprattutto sul Nord-Ovest d’Italia e localmente anche su altre regioni distanti dalla catena alpina (isole campane e Sardegna, ad esempio).
In Lombardia i pericoli maggiori sono derivati dalla tracimazione del fiume Seveso, sul cui bacino sin sono rovesciati ben 200 millimetri di pioggia in appena 8 ore; l’esondazione del lago di Como ha allagato strade e piazze della città; nel Lodigiano i chicchi di grandine hanno raggiunto il diametro di cm. 5,5, superiore a  quello di una pallina da golf. In Piemonte, la provincia di Alessandria ha pagato il prezzo più alto per i danni provocati dal maltempo: le cumulate registrate in poche ore, così come in alcuni comuni astigiani, hanno superato quasi dappertutto i mm.100 (a Pareto, mm. 340 in 10 ore; a Ponzone, mm. 267; ad Ovada, mm. 239).
In emergenza anche la Liguria soprattutto nelle zone montane del Savonese e della provincia di Genova: i 213 millimetri di pioggia caduta in 7 ore su Cairo Montenotte sono stati la causa dello straripamento del fiume Bormida, provocando l’evacuazione di cittadini da diversi quartieri; in Valle Stura, le cumulate di pioggia hanno superato mm. 280 in 7 ore a Rossiglione. Se la sono vista brutta, però, anche sull’isola d’Ischia, che soffre di una conclamata fragilità idrogeologica e dove, in pochi minuti, oltre sessanta millimetri di pioggia hanno trasformato le strade in veri e propri torrenti.
“L’Italia si conferma un hub della crisi climatica, di cui dobbiamo assumere maggiore consapevolezza, accompagnando i necessari interventi infrastrutturali con una diffusa cultura della prevenzione dal rischio” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Non ribolle però solamente il Mediterraneo: le temperature del mar Glaciale Artico, del mare di Barents e di ampie porzioni degli oceani  superano di 2°C e, in alcuni casi anche di 3°C, quelle medie del periodo; globalmente le temperature marine continuano a registrare anomalie, che attualmente si aggirano sui +0,38°C rispetto alla media e che sono concausa degli ultimi eventi calamitosi, che hanno colpito Filippine (tifone Ragasa), Niger e Pakistan (inondazioni).
In questo quadro gli enti, che regolano i grandi laghi dell’Italia Settentrionale si trovano a gestire afflussi eccezionali come quelli del Lario, arrivati a +6% sul massimo storico; l’altezza idrometrica è cresciuta di cm. 38 in 2 giorni. Il Verbano ha registrato una crescita di 53 centimetri in 3 giorni (fonte: Enti Regolatori dei Grandi Laghi).
In Valle d’Aosta i flussi della Dora Baltea si sono accresciuti rispetto alla scorsa settimana del 574%  mentre quelli del torrente Lys di oltre 10 volte (!!). A Donnas-Clapey, nel Sud Est della regione, le precipitazioni cumulate in 24 ore hanno superato i 130 millimetri.
Le portate del fiume Po risultano superiori alla media lungo tutta l’asta e nella stazione alessandrina di Isola S. Antonio, la più interessata dai nubifragi, il flusso medio ha raggiunto mc/s 1043, cioè +216% rispetto alla settimana scorsa (fonte: ARPA Piemonte).
In forte crescita sono tutti i fiumi piemontesi: la Toce ha registrato un incremento di quasi duecento metri cubi al secondo in un solo giorno!
In Lombardia i dati sulla riserva idrica permangono superiori di oltre il 17% alla media.
Sorprendentemente diversa è la situazione a Nord Est, dove i fiumi, fatta eccezione per il Muson dei Sassi, sono tutti in calo: la riduzione di portata dell’ Adige si attesta intorno al 27%, quella della Livenza a -24%.
Tra i fiumi appenninici dell’Emilia-Romagna risultano ancora deficitarie le portate di Nure, Enza, Secchia, Reno e Savio.
Crescono invece ovunque i livelli dei fiumi in Liguria:  la Bormida di Spigno alimentata dalla piena del torrente Valla, la cui tracimazione nel Monferrato è costata la vita ad una turista,  a Piana Crixia ha registrato una crescita di m. 6,40 in circa sette ore!
Forti piogge hanno interessato anche la Toscana, incrementando le portate fluviali, che sono ora perlopiù sovrabbondanti: dopo mesi, quella dell’Ombrone ha superato il Deflusso Minimo Vitale, attestandosi a Sasso d’Ombrone su mc/s 18,40, cioè +320% rispetto alla media mensile dello scorso ventennio.
Scendendo lungo la Penisola varia molto l’entità e la diffusione delle precipitazioni: restano in molti casi a secco e soffocati ancora da temperature torride proprio quei territori, che maggiormente necessiterebbero di consistenti apporti pluviali per ridare vita alle esangui riserve idriche.
Nelle Marche restano sostanzialmente invariate le altezze idrometriche dei fiumi, mentre i bacini conservano ancora un patrimonio idrico di oltre quaranta milioni di metri cubi.
In Umbria il livello del lago Trasimeno, scendendo di 4 centimetri in una settimana, ha raggiunto la quota idrometrica di m. -1,56, mentre si registrano incrementi di portata per i fiumi Topino e Paglia.
Nonostante le piogge, che hanno bagnato Roma ed il suo hinterland, i livelli del bacino vulcanico di Albano hanno continuano a ridursi a dimostrazione che il suo incessante declino, così come quello del lago di Nemi, non è legato alla sola scarsità di precipitazioni, ma anche a fattori antropici, cui bisogna porre urgente rimedio per salvaguardare un tesoro paesaggistico italiano; in riduzione sono anche le portate dei fiumi Tevere a Roma  e Velino in Sabina.
Resta grave la situazione idrica nel Sud Italia. I volumi invasati nei bacini di Basilicata continuano quotidianamente a ridursi di oltre un milione di metri cubi: in soli 8 giorni, infatti, le riserve stoccate sono diminuite di ben mln. mc. 9,68. Il depauperamento continuo delle risorse idriche lucane è acclarato dal confronto con il 2024, quando, nonostante una crisi idrica drammatica che aveva pregiudicato l’economia agricola ed anche le forniture civili, le riserve erano superiori ad ora di quasi trenta milioni di metri cubi!
Ingannevole è infine il surplus idrico, registrato nell’assetata Capitanata di Puglia rispetto all’anno scorso (+mln. mc.13,33), perché questo è il frutto della drammatica decisione di sacrificare le produzioni irrigue delle campagne (già arcinote proprio per un’agricoltura redditizia e di qualità), destinando le acque residue nel grande bacino di Occhito al solo consumo potabile in una delle estati più calde mai registrate: rimangono mln.mc. 50,77, di cui mln. mc. 40 sono però “volume morto”.


VENETO

DIMENSIONARE RETE IDRAULICA A SCENARI CLIMATICI PEGGIORI

“I fenomeni temporaleschi, che si sono abbattuti sul Veneto ed i conseguenti allagamenti, confermano ancora una volta come i temi del cambiamento climatico e della sicurezza idraulica debbano essere posti in cima all’agenda politica ed affrontati con adeguati finanziamenti perché, come troppo spesso accade, stiamo rincorrendo l’emergenza”.
Ad affermarlo è stata ANBI Veneto, aggiungendo che è necessario attuare un grande piano per dimensionare l’intera rete idraulica regionale al clima, che cambia, realizzando opere, che sappiano far fronte agli scenari peggiori, tenendo cioè in considerazione che, studi alla mano, entro la fine del secolo la frequenza di episodi estremi potrebbe aumentare in certe zone anche dell’80% rispetto ad oggi.


TOSCANA

MANUTENZIONE CONTINUA

Il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) continua l'attività di manutenzione ordinaria sul territorio del comune di Monteroni d’Arbia, particolarmente attenzionato perché a forte rischio idraulico.
Stavolta, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è stato eseguito un intervento di manutenzione ordinaria sulla paratoia e nella vasca di carico di raccolta delle acque piovane dell'abitato di Ponte d’Arbia. Questo intervento, che si ripete regolarmente, ha come scopo la corretta gestione di un'opera idraulica realizzata per rendere più sicure le abitazioni.
In caso di abbondanti precipitazioni e pericolo idraulico incombente, infatti, l'acqua in eccesso viene pompata con un'idrovora mobile e rilasciata nell'affluente, che poi si immette nel torrente Sorra grazie ad una paratoia.
Non è casuale la tempistica scelta per intervenire in previsione del periodo nel quale sono attese più precipitazioni. È costante l’impegno dell’ente consortile anche sui corsi d’acqua della città di Siena: tra quelli regolarmente attenzionati c’è il fosso Ravacciano.
Il più recente intervento, nell’area artigianale di viale Toselli, è stato eseguito in collaborazione con il Comune per la riqualificazione dell’area del parcheggio situato in prossimità del corso d’acqua. “Cb6” si è occupato della decespugliazione del fosso per ripristinare il regolare scorrimento delle acque verso valle.


EMILIA ROMAGNA

LAVORI INDISPENSABILI SUL RIO

È al via il cantiere per la sistemazione idraulica del letto del rio Blogna, che confluisce nel torrente Setta, nella parte urbana Sud di Vado, frazione di Monzuno: Si tratta di un breve corso d'acqua naturale di competenza regionale, ma il cui corso di sviluppa in acuta pendenza.
Gli eventi alluvionali del Maggio 2023 avevano causato l'esondazione del Blogna, che ha coinvolto abitazioni limitrofe, oltre ad erosione spondale e danni alle opere idrauliche esistenti. Successivamente, le alluvioni dell'autunno 2024 hanno peggiorato drasticamente le condizioni del letto del rio, soprattutto nell'area di confluenza nel torrente Setta.
L’attuale intervento di messa in sicurezza interessa 375 metri lineari, dove il letto del Blogna verrà riprofilato, sistemate le sponde erose, così come le difese spondali. Quest'opera è uno dei dieci interventi straordinari in Appennino, finanziati dalla Struttura Commissariale per la Ricostruzione Post Alluvione, la cui progettazione ed attuazione è affidata al Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna), in accordo con le Amministrazioni Locali.
L'intervento, che è stato intrapreso a tutela dell'abitato di Vado, comporta un investimento complessivo di 633.000 euro. Nel 2025, nell'area collinare e montana del comprensorio, l’ente consortile sta realizzando lavori di contrasto al dissesto idrogeologico per oltre otto milioni e mezzo di euro e sta progettando ulteriori investimenti per 2.200.000 euro.


TOSCANA

PROTEZIONE CIVILE GIORNATA FORMAZIONE

Il personale tecnico-operativo del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con  sede a Firenze) si è riunito nella sede operativa di Ponte Sala a Osmannoro, nel comune di Sesto Fiorentino, per una mattinata di formazione sul sistema di Protezione Civile, dal nazionale al locale.
Il ruolo del Consorzio di bonifica nel sistema di protezione civile non è formalmente declinato dalla vigente normativa, ma in considerazione soprattutto di recenti eventi meteo più intensi e ripetuti, in cui personale e mezzi consortili sono stati coinvolti in diverse operazioni di pronto intervento e poi in interventi di somma urgenza.
L’intenzione è quindi quella di essere sempre più integrati con il sistema e dunque essere a disposizione delle istituzioni competenti negli scenari di crisi, che sempre più frequentemente, anche in funzione dei cambiamenti climatici, vanno presentandosi sui territori.
A margine della mattinata è stato ricevuto anche un nuovo mezzo operativo: un trattore agricolo gommato (valore: duecentomila euro c.), che va ad integrare il parco mezzi consorziali per eseguire le manutenzioni ordinarie sui corsi d’acqua del reticolo idrografico in gestione. Proprio in queste settimane, infatti, l’ente consortile sta procedendo ovunque nel comprensorio ad eseguire l’ultimo dei passaggi di sfalcio lungo argini, tratti urbani, opere e sistemazioni idrauliche in maniera da prepararsi al meglio alla stagione autunno-invernale.


LOMBARDIA

RIUSO DELLE ACQUE REFLUE SFIDE ED OPPORTUNITA’

Presente Alessandro Beduschi, Assessore Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste Regione Lombardia (ha ricordato come Milano faccia parte di un sistema virtuoso di gestione dell’acqua che vede nei Consorzi di bonifica la realizzazione di una visione oculata e lungimirante che resiste da secoli), l’Ordine Ingegneri della provincia di Milano ha organizzato nella città capoluogo il convegno “Aspetti territoriali, economici e tecnologici per una circolarità nell’uso delle acque” con l’obbiettivo di affrontare la tematica del riuso idrico.
Il convegno si inseriva nella più ampia rassegna di MilanoSweek, che propone incontri, workshop ed eventi per affrontare i temi cruciali della trasformazione urbana e sociale. Le nuove sfide emerse più volte nel corso del convegno sono quelle della conflittualità negli usi (resa oggi ancora più complessa dalla diffusione delle pompe di calore e dalla comparsa dei “data center” particolarmente idroesigenti), il mutamento delle disponibilità di risorsa idrica e lo smaltimento dei quantitativi d’acqua abbondanti e localizzati, scaricati sul territorio da precipitazioni a carattere tropicale.
Di questi temi si è discusso nella tavola rotonda, cui ha partecipato anche ANBI Lombardia. Dagli interventi è emerso come il riuso sia imprescindibile per realizzare la circolarità dell’uso dell’acqua, ma anche come sia necessario affiancarlo ad altri temi ugualmente importanti come quello della qualità dell’acqua restituita e dell’efficientamento dei sistemi di utilizzo.
ANBI Lombardia ha voluto rimarcare la necessità di una attenta pianificazione dei territori, in cui il riuso verrà maggiormente utilizzato, auspicando che nel frattempo il quadro normativo possa divenire più chiaro: in Italia siamo infatti in attesa che vengano elaborati i Piani di gestione dei rischi, che stabiliranno i parametri chimico-fisici per il riutilizzo dell’acqua.
Il riuso potrà senz’altro rappresentare un aiuto fondamentale in aree cronicamente soggette a scarsità idrica, purché venga applicato in maniera coordinata ed in sinergia con i Consorzi di bonifica, che gestiscono le reti irrigue, mentre invece sono da scoraggiare singole adesioni disorganizzate e discontinue, che sposterebbero di poco il bilancio idrico complessivo.


NOVITA’

Ada Francesconi, laureata in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio all’Università Bologna, sarà la nuova Direttrice Generale del Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia): da Gennaio 2026 riceverà il testimone dall’avv. Domenico Turazza, DG dal 2011. L’ing Francesconi, nominata all’unanimità dai consiglieri del Consiglio d’Amministrazione dell’ente consortile, è entrata a far parte dello staff dell’ “Emilia Centrale” nel 2019  in qualità di coordinatore tecnico e dal 2023 è Capo Settore Ufficio Studi Progetti Strategici dell’ente consortile, occupandosi della progettazione di opere idrauliche di bonifica.
L’Ufficio di Presidenza del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha esaminato e condiviso con il Presidente di Regione Toscana, Eugenio Giani, la nomina di Norberto Petriccioli, quale nuovo Direttore dell’ente consortile. Figura di comprovata esperienza manageriale ed amministrativa, Petriccioli ha ricoperto ruoli di rilievo sia in ambito pubblico che privato, collaborando con diverse amministrazioni, nonchè aziende di livello nazionale e internazionale. Dal 2019, inoltre, è amministratore unico del Consorzio Zona Industriale Apuana.


AGENDA

Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nel pomeriggio di martedì 30 Settembre p.v. al convegno “Dove scorre il futuro: l’acqua risorsa preziosa”, che A.R.T.E. – Associazione Reseller e Trader di Energia organizza nella sala Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini, a Roma.
Mercoledi’ 1 e giovedì 2 Ottobre sarà invece, con il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, all’Assemblea S.N.E.B.I. (Sindacato Nazionale Enti Bonifica Italiani), in calendario all’hotel Almar di Villasimius, nella provincia di Sud Sardegna.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
Sito internet: anbi.it - eMail: anbimail@tin.it

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