Anno XXVII, n. 34 lunedì, 22 settembre 2025

IN TOSCANA

AVVIATO A CONCLUSIONE IL “PARADOSSO MONTEDOGLIO” UNA GRANDE INCOMPIUTA ITALIANA
SOTTOSCRITTO ANCHE IL PATTO PER L’ACQUA CHE IMPEGNA A LAVORARE PER POTENZIARE LE RETI COLLETTIVE
VINCENZI: “UN NUOVO DISTRETTO IRRIGUO È UNA RICCHEZZA PER L’INTERO TERRITORIO”

Un sogno, che diventa realtà per gli agricoltori della toscana Val di Chiana, costretti a subire da oltre mezzo secolo l’incredibile paradosso di vedere una grande disponibilità idrica, senza poterla utilizzare: a Foiano della Chiana è stato finalmente attivato un gruppo di consegna e l’acqua del lago artificiale di Montedoglio bagna ora i primi campi.
Il lungimirante progetto di dotare la vallata di un’adeguata infrastrutturazione irrigua, maturato già a cavallo degli anni ‘60/’70, si era arenato per decenni a causa della mancanza di risorse. Il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) si è da sempre impegnato a riportare il “paradosso Montedoglio” al centro dell’agenda politica, considerando il completamento di tale sistema, un passaggio fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura nell’area e la resilienza alla crisi climatica. Ora, dopo anni di impegno, è arrivato il primo risultato concreto: 7 milioni di euro di risorse ministeriali si sono trasformati, in soli 7 mesi, in oltre quattro chilometri di rete, quasi tre chilometri di condotta principale, circa un chilometro e mezzo di diramazioni secondarie per portare l’acqua a 12 punti di consegna, collegati a 21 gruppi di erogazione, capaci di garantire una portata di 10 litri al secondo.
“La realizzazione del distretto irriguo è articolata in 3 stralci e, una volta completato, servirà 2.300 ettari con 42 unità irrigue e circa quaranta chilometri di rete, garantendo fino a settecentoquaranta litri al secondo. Per completare l’infrastruttura servono, però, altri 44 milioni e mezzo di euro” ha indicato Lorella Marzilli, ingegnere caposettore irrigazione dell’ente consorziale.
“La distribuzione collettiva dell’acqua è strategica per contrastare la siccità e rafforzare la competitività delle filiere agricole, assicurando risorsa idrica in modo regolare, efficiente e mirato” ha commentato la Presidente “Alto Valdarno”, Serena Stefani.
“La nuova rete rappresenta un’infrastruttura moderna e sostenibile, in grado di ottimizzare l’uso della risorsa idrica, migliorando la qualità ambientale ed assicurando maggiore competitività alle aziende in un territorio a forte vocazione agricola” ha aggiunto il Direttore Generale dell’ente consortile, Tulio Marcelli.
“L’acqua è un fattore produttivo determinante, perché garantisce reddito agli agricoltori, tutela del suolo, sicurezza alimentare e contribuisce a frenare lo spopolamento delle aree interne – ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) – Basti pensare che un ettaro di terra coltivabile vale mediamente 10.000 euro, che quadruplicano se l’appezzamento può essere irrigato.”
“L’avvio di un distretto irriguo non porta benefici solo all’agricoltura, ma all’intero territorio, grazie ai vantaggi ambientali ed ecosistemici – ha concluso il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi - Con l’avvio di un nuovo distretto irriguo, la Toscana sceglie una politica dell’acqua moderna e strategica, impegnata a coniugare competitività delle produzioni, sostenibilità ambientale e coesione territoriale. Siamo orgogliosi di essere protagonisti di questo processo, da cui dipende l’85% della produzione agricola italiana.”
La cerimonia inaugurale, organizzata in collaborazione con ANBI Toscana, si è conclusa con la firma del Patto per l’Acqua, un documento condiviso da Istituzioni, Consorzi di bonifica ed Organizzazioni Professionali Agricole, in cui si definiscono 10 impegni, tra cui migliorare la gestione e l’efficienza delle risorse idriche, potenziare e completare le infrastrutture irrigue collettive, garantire equità e sicurezza nell’approvvigionamento d’acqua, valorizzare il ruolo dell’agricoltura nella tutela del paesaggio e nella resilienza climatica.
Tante le Autorità di ogni livello presenti all’evento: tra gli altri il Presidente, Eugenio Giani e l’Assessore all’Agricoltura di Regione Toscana, Stefania Saccardi; i Segretari delle Autorità di Bacino, Gaia Checcucci (Appennino Settentrionale) e Marco Casini (Appennino Centrale). Da remoto è anche intervenuto Nicola Dell’Acqua, Commissario Straordinario Siccità.


IL MINISTRO SALVINI FIRMA IL VIA DEFINITIVO AL PNIISSI
ANBI ESPRIME GRANDE SODDISFAZIONE “SI APRE UNA PAGINA DAVVERO NUOVA PER LE POLITICHE DELL’ACQUA”

“La firma del Vicepremier, Matteo Salvini, al Decreto, che approva lo stralcio 2025 del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico (P.N.I.I.S.S.I.), pari ad oltre novecentocinquantasettemilioni di euro, segna un punto di svolta nelle politiche dell’acqua e per questo esprimiamo grande soddisfazione ed un doveroso grazie al Governo, al Ministro ed al Dicastero delle Infrastrutture e Trasporti. Nella fase conclusiva dei cantieri finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si riafferma così una logica programmatoria, dimenticata da troppi anni.”
A dichiararlo è stato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.
“Il provvedimento è un concreto atto per migliorare la resilienza delle nostre comunità di fronte alle conseguenze della crisi climatica. Per questo all’importante giornata odierna dovranno seguirne altre ed é proprio in questo momento di gioia per gli interessi del Paese che ci corre l’obbligo di ricordare la necessità di riaprire i termini di aggiornamento dei progetti ammessi nel P.N.I.I.S.S.I., cui non mancherà il contributo anche di quelli redatti in attesa del cosiddetto Piano Nazionale Bacini Idrici Multifunzionali, da noi proposto insieme a Coldiretti”: a dirlo, in conclusione, è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, ricordando anche il recente avvio a soluzione di 2 grandi incompiute idrauliche come i bacini di Campolattaro, in Campania e Montedoglio, in Toscana.


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
È UN SETTEMBRE CHE SEMBRA AGOSTO SPERANDO NELLE PIOGGE AUTUNNALI LA DESERTIFICAZIONE MINACCIA LO STREMATO NORD PUGLIA
VINCENZI“TUTTI DOBBIAMO ACCELERARE SUGLI INTERVENTI DI ADATTAMENTO ALLA CRISI CLIMATICA”

Mentre ricorre il terzo anniversario della devastante alluvione delle Marche (400 millimetri di pioggia in circa sei ore provocarono 13 vittime, 50 feriti, 150 sfollati e danni economici per oltre due miliardi di euro), in Puglia solo un autunno piovoso potrà salvare dalla desertificazione i territori dell’assetatissima Capitanata, che da anni soffrono per via della siccità estrema e che già ora sono costretti a sacrificare le proprie pregiate colture: a lanciare il grave allarme per uno dei più importanti “giacimenti agricoli” italiani è stato l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che segnala come anche le piogge agostane siano state scarse su quei territori (nei serbatoi foggiani restano poco più di 58 milioni di metri cubi d’acqua), al contrario di alcune aree della Penisola Salentina dove si sono registrati accumuli superiori alla media.
Nella prima decade di settembre invece, non una singola goccia d’acqua è caduta sulla Regione. In tutto il Sud, alte temperature e poche precipitazioni sono causa di depauperamento delle ormai risicatissime riserve idriche.
In questo Settembre, che sembra Agosto, la riduzione settimanale dei volumi invasati nei bacini di Basilicata è enorme: dei mln. mc. 135,34 di 7 giorni fa ne rimangono mln. mc.126,5, cioè quasi nove milioni di metri cubi in meno, come fosse piena estate! Il deficit è di mln. mc. 27,5 sul già disastroso 2024.
In Sicilia, le riserve idriche tra Agosto e Settembre sono calate di oltre quarantasei milioni di metri cubi; rispetto allo scorso anno, i volumi invasati risultano superiori di quasi sessantatre milioni ma, rispetto alla media degli scorsi 15 anni, il deficit è circa il 30%.
“Di fronte al consolidarsi di condizioni meteo, diversificate fra territori limitrofi, è evidente la necessità di creare le condizioni di trasferimento dell’acqua, sollecitando intese fra Regioni e completando gli schemi idrici, nonché opere incompiute come si sta facendo per il bacino di Campolattaro, in Campania” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Le preoccupanti indicazioni dal Mezzogiorno arrivano in un periodo caratterizzato da una fase di stabilità atmosferica con temperature, che continueranno a crescere fino a toccare i trentacinque gradi nelle zone più interne della Sardegna centrale e che supereranno i trenta gradi non solo in molte località dell’Italia Centro-Meridionale, ma anche nei comuni più bassi della Valle d’Aosta (nel capoluogo regionale si dovrebbe arrivare a 32°!).
Inoltre lungo tutto l’arco alpino, anche alle quote più alte, la colonnina di mercurio non scenderà quasi mai sotto lo zero, continuando così a pregiudicare lo strato di permafrost dei residui ghiacciai alpini: proprio sulle montagne aostane, nel mese di agosto lo zero termico ha ripetutamente superato i cinquemila metri durante il giorno ed i quattromila di notte (fonte: Centro Funzionale Protezione Civile).
La funzione dei ghiacciai alpini è determinante per il bacino del fiume Po, perché in estate la fusione glaciale può contribuire fino al 40% del flusso nei bacini montani secondari; almeno il 60% della criosfera alpina, però, ha ormai raggiunto il “peak water” (picco dell’acqua da fusione), vale a dire quando la portata idrica dovuta allo scioglimento glaciale raggiunge il massimo per poi ridursi a causa della contrazione inarrestabile della massa di ghiaccio.
Nonostante i fiumi italiani siano meno influenzati dai ghiacciai alpini rispetto a quanto avviene in altre parti del Mondo, il loro contributo diventa importante nei periodi idricamente più critici, cioè quando la neve montana è ormai fusa e latitano le precipitazioni. La superficie dei ghiacciai italiani si è ridotta negli scorsi 100 anni di oltre il 50%, con un’accelerazione nei decenni più recenti causata dal progressivo aumento delle temperature.
La stragrande maggioranza di essi, inoltre, ha un’estensione inferiore a mezzo chilometro quadrato, che li rende vulnerabile alla crisi climatica. Come evidenziato dal rapporto Greenpeace-Comitato Glaciologico Italiano, il ghiacciaio del Lys (monte Rosa) ha perso il 33% della superficie dal 1860, mentre il ghiacciaio del Fellaria, in Valtellina, ha subìto una riduzione del 46% nello stesso periodo. Contestualmente, dopo una fase di raffreddamento in Agosto, sono tornate a scaldarsi le acque del mar Mediterraneo, che già ora registrano temperature mediamente superiori fino a due gradi, addirittura superandoli lungo le coste della Sardegna meridionale: tali temperature marine possono essere determinanti nella formazione di fenomeni atmosferici violenti, soprattutto con l’approssimarsi della stagione autunnale ed il conseguente transito nella regione mediterranea di correnti più fredde di origine artica. A livello globale, le temperature attuali sono inferiori solo al 2023.
“Di fronte a questi dati – ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – è quantomai evidente che, in attesa i provvedimenti planetari sulla mitigazione della crisi climatica, sia indispensabile realizzare interventi di adattamento per aumentare la resilienza dei territori. Un importante aiuto arriverà dagli oltre novecentocinquantasette milioni del primo stralcio del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico, appena firmato dal Ministro, Matteo Salvini.”
In Italia, questa settimana si registra un consolidamento dei valori di riempimento dei grandi laghi settentrionali (tutti nettamente sopra la media).
In Valle d’Aosta, la portata della Dora Baltea rimane stabile, mentre quella del torrente Lys registra una decrescita. Ad Agosto, nella regione si sono registrate mediamente anomalie termiche positive di1 grado e mezzo e, a differenza delle altre regioni settentrionali, precipitazioni più scarse del normale (-29%).
Il fiume Po, lungo tutta l’asta, subisce una riduzione dei flussi in alveo da monte fino alla stazione di rilevamento di Boretto, mentre le portate più prossime al delta sono di poco superiori alla media.
Anche in Piemonte si registrano cali idrometrici dei corsi d’acqua e portate inferiori alle medie del periodo.
In Lombardia l’acqua trattenuta nei laghi è superiore del 14,2% rispetto ai valori medi storici e del 3,9% rispetto al 2024; il totale delle riserve idriche ammonta a mln. mc. 1605,2.
In Veneto a crescere sono le portate del fiume Bacchiglione, mentre il trend è negativo per Adige, Brenta e Livenza.
In Emilia-Romagna i fiumi appenninici, con la sola eccezione dell’Enza, registrano portate in aumento (Secchia, Panaro e Santerno sono anche superiori alla media).
In Liguria crescono i fiumi Vara e Magra, mentre i livelli dell’Entella si riducono.
In Toscana sono scarse le portate del fiume Arno con un deficit, che al rilevamento di Pontedera si attesta al 35%; in calo sono anche i livelli del Serchio, mentre l’Ombrone rimane stabilmente al di sotto del Deflusso Minimo Vitale.
Nelle Marche è da segnalare la buona performance settimanale del fiume Tronto ed i livelli della Potenza, che al contrario sono tra i più bassi del recente quinquennio; negli invasi marchigiani i volumi idrici trattenuti sono ancora molto abbondanti (mln. mc. 41,7).
In Umbria cresce l’altezza idrometrica del fiume Topino, ma soprattutto del lago Trasimeno, che finalmente ha invertito la tendenza, guadagnando 2 centimetri.
Infine nel Lazio, dove crescono le portate dei fiumi (Tevere, Aniene e Velino), i primi 10 giorni di Settembre hanno visto nettamente crescere il livello del lago di Bracciano (+ cm. 8), ma purtroppo non è accaduto lo stesso ai 2 laghi “castellani” (Nemi ed Albano), che nella scorsa settimana sono calati rispettivamente di cm. 2 e cm. 1; per via della decrescita dell’altezza idrometrica del lago, a Castelgandolfo si è assistito dal 2022 ad un ampliamento della spiaggia di circa venti metri.

                                                                                                       

VENETO
DELTA PO STAGIONE IRRIGUA SALVA, MA RIMANE IL PROBLEMA DELLE PORTATE FLUVIALI

L’estate 2025, sebbene non abbia fatto registrare particolari criticità nella disponibilità di risorsa idrica, ha visto confermare ancora una volta l’eccezionalità negativa del delta del fiume Po per quanto riguarda le portate di Adige e Po, entrambi con il segno meno, nonostante le frequenti piogge scese tra Luglio ed Agosto sul Nord Italia.
Il Po a Pontelagoscuro ha registrato una portata del 16% inferiore rispetto alla media del periodo, mentre l’Adige a Boara Pisani è a -19%; sono invece ben al di sopra della media le portate di Agosto di Brenta, Bacchiglione, Livenza, Gorzone. Il bilancio generale della stagione irrigua rimane comunque positivo sia per la disponibilità di risorsa, sia dal punto di vista dell’intrusione salina, che si è fatta sentire solo alle foci del Po per un breve periodo tra Giugno e Luglio, quando la portata è scesa a 520 metri cubi al secondo (a Pontelagoscuro), causando una risalita dell’acqua salata di 8 chilometri, provocando derivazioni irrigue, aperte a singhiozzo, fortunatamente per pochi giorni.
La stagione irrigua si conclude ufficialmente il 30 Settembre p.v., ma le temperature miti, che si preannunciano per il mese di ottobre, stanno spingendo diverse aziende agricole, soprattutto del comparto orticolo, a richiedere al Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) il prolungamento di un mese della stagione irrigua.


TOSCANA
CONIUGARE SICUREZZA E TUTELA TERRITORIO

Parco della Maremma e Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) sono al lavoro per la costituzione di un tavolo tecnico, che possa mettere insieme esigenze di natura idraulica ed ecologica nella gestione dei fiumi; l’idea è di avviare sperimentazioni su tratti fluviali per studiare le differenze tra i vari tipi di intervento anche alla luce dei cambiamenti climatici, nonchè della costante necessità di modificare le tecniche e l’approccio verso la vegetazione e le aree boschive:
questo è il principale risultato del primo incontro tra i vertici dei 2 enti e che si è tenuto nella sede del Parco di Alberese.
Il confronto è nato a seguito della decisione dell'ente Parco di chiedere maggiori garanzie rispetto al taglio della vegetazione ripariale lungo un tratto del fiume Ombrone e ha dato il via ad un accordo, che coinvolgerà più soggetti determinati a lavorare per il bene comune del fiume.
Anche l’ente consortile è intervenuto sull’argomento, evidenziando come l’azione di difesa delle comunità dal rischio idraulico, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di tutela dell’ambiente, non può che andare di pari passo con tecniche di taglio sempre più in armonia con natura e biodiversità.
Il tavolo tecnico avrà il compito di sperimentare nuove tecniche di taglio e di reimpianto, misurando effetti e impatti; inoltre, si occuperà di fare valutazioni e studi per interventi sul reticolo secondario, i cui fossi e canali rappresentano habitat importanti per molte specie di rettili e uccelli. Al vaglio ci sono anche alcune ipotesi di ricostruzione di habitat e di interventi compensativi.
L’idea è quella di mettere a sistema le rispettive competenze, ma anche quelle di esperti delle Università toscane.


PER INIZIATIVA DI ANBI I CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE SI SONO CONFRONTATI CON IL FUTURO AL REMTECH DI FERRARA

“Ciò’, che non si rigenera, degenera”: nello spirito di questa affermazione del filosofo Edgar Morin, ANBI ha ospitato, nell’ambito di “Remtech - hub tecnologico ed ambientale”, gli esponenti di vertice di 6 selezionate aziende (Franco Masenello, Amministratore Delegato Almaviva Bluebit Spa; Donato Pasquale, Responsabile Settore Water & Waste Water Schneider Electric; Luigi Esposito La Pegna, Presidente Smart Point SA; Paolo Bianchini, Amministratore Delegato Officine Maccaferri Italia; Lorenzo Borghi, Business Development Evomatic srl; Salvatore Micoli, Fondatore CERgo e Direttore Generale Ergontech srl) per presentare le proprie proposte, in una logica di networking, ai Consorzi di bonifica ed irrigazione, che hanno affollato la sala di Ferrara Expo. Così, nel corso del workshop, sono state illustrate nuove soluzioni nei campi della digitalizzazione, efficienza energetica, engineering, tracciabilità, informatica, energia rinnovabile.
“Non bisogna avere paura della tecnologia, ma bisogna imparare a governarla nell’interesse dei territori e delle loro comunità ad iniziare dall’adattamento alla crisi climatica – ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Dobbiamo imparare a contaminarci di futuro!”
“I Consorzi di bonifica ed irrigazione frequentano costantemente l’innovazione applicata. Ora è tempo di interconnettere reti ed esperienze” ha aggiunto Stefano Calderoni, Vicepresidente ANBI e Presidente Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara (con sede nel capoluogo estense).
“La logica è quella della sfida con noi stessi ed anche questa volta sapremo vincerla – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – Tornare al Remtech per parlarne è la testimonianza della nostra volontà.”


VENETO
PREVEDERE I FUTURI SCENARI CLIMATICI

Un importante momento di confronto tra consorzi di bonifica ed Istituzioni venete si è tenuto a Santo Stefano di Zimella in occasione dell’incontro pubblico “Il governo delle acque e le sfide di un futuro sostenibile,” promosso dal Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) in collaborazione con ANBI ed ANBI Veneto.
In un anno caratterizzato da una buona disponibilità di risorsa, a creare numerosi problemi è stato il maltempo con fenomeni estremi che, a “macchia di leopardo”, hanno interessato un po’ tutto il territorio regionale.
Lo scenario climatico attuale e le proiezioni future sono state al centro del confronto tra il Presidente ANBI Veneto, Alex Vantini ed il docente di Ingegneria Civile dell’Università di Padova, Marco Marani che ha spiegato come i modelli previsionali dicano che, entro la fine del secolo, gli eventi estremi aumenteranno, a seconda delle zone, tra il 30% e l’80% rispetto ad oggi e che la temperatura potrebbe continuare a crescere anche di 2 gradi entro il 2100.
L’incontro era stato aperto da un intervento del direttore di ANBI Veneto, Silvio Parizzi, mentre la chiusura è stata affidata al Presidente dell’ente consortile promotore, Claudio Zambon; presenti, tra gli altri, Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura Senato e Roberto Ciambetti, Presidente Consiglio Regionale Veneto.


EMILIA ROMAGNA
CONCLUSO INTERVENTO IDRAULICO E VIARIO

Si è concluso il ripristino del canale Marescalchi, che connette il territorio di Molinella con quello di Argenta: un canale di bonifica, destinato principalmente allo scolo di aree depresse e che era stato devastato dalle acque fuoriuscite dal torrente Idice nel Maggio 2023;
infatti, durante l'emergenza alluvionale di 2 anni fa, sia il canale (per la sua intera lunghezza di oltre quattro chilometri), sia i suoi manufatti di regolazione idraulica sono stati sommersi dalle acque appenniniche dell'Idice, giunte sin lì a causa del mancato funzionamento di alcune chiaviche, di una rottura d'argine e delle portate eccezionali in arrivo dal sistema scolante.
I lavori di ripristino furono affidati a fine Ottobre 2024 ed in 200 giorni lavorativi se ne è recuperata la completa funzionalità idraulica sia scolante che irrigua: le sponde del canale Marescalchi, infatti, erano erose e compromesse con cedimenti diffusi; è stato necessario rimuovere i sedimenti portati dalle acque di piena e che avevano interrito il canale, riscavarne la sezione idraulica e quindi la capacità d'invaso.
Inoltre, le sponde sono state rivestite e stabilizzate completamente da scogliere in massi; infine sono state rifatte le travate Roncassani e Giardini Pederzani, per la regolazione idraulica del canale. Grazie alle economie conseguite nell'attuazione dell'intervento idraulico, è stato possibile anche rifare, in accordo col Comune di Molinella, tutto il manto stradale della viabilità pubblica di prossimità.
Si tratta di una delle opere finanziate dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione post Alluvione.
L'importo investito ammonta a € 2.470.000,00 e corrisponde al 59° intervento concluso dal Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna), dal Giugno 2023 ad oggi, sulle 115 opere progettate per la completa rigenerazione della rete e delle strutture idrauliche di bonifica; i restanti 56 interventi sono già in fase attuativa. In totale, sono oltre centosessantasette milioni di euro impiegati dall’ente consortile nel potenziamento della sicurezza idraulica e della disponibilità idrica della pianura tra Samoggia e Sillaro.


TOSCANA
LAVORO E BUONA TAVOLA PER CONOSCERSI

Si avvia a conclusione l’intervento di somma urgenza progettato e condotto dal Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze), in accordo con la Regione Toscana, per la rimozione dei rifiuti, che da una discarica si sono riversati a Marzo 2025 nel torrente Rovigo fra Palazzuolo sul Senio e Firenzuola: l’ultimo prelievo ha portato via dall’alveo i rimanenti “big bag” da smaltire; il totale si attesta a 447 sacconi per 178 tonnellate rimosse.
Già a Ferragosto il corso d’acqua era stato dichiarato sostanzialmente libero dalla gran parte dei materiali indifferenziati di ogni genere, insacchettati tratto per tratto con speciali escavatori “a ragno”.
Il lavoro è stato affidato ad alcune cooperative, che insieme a tecnici ed operatori specializzati, hanno assunto appositamente per questo intervento anche una quindicina di ospiti del C.A.S. (Centro Accoglienza Straordinaria per richiedenti asilo) di San Pellegrino (Firenzuola), nonché 4 ospiti minori del C.A.S. di Calenzano.
Proprio questi giovani e volenterosi lavoratori, che hanno raccolto a mano anche i rifiuti più piccoli tra le rocce e le radici delle piante sulle sponde del Rovigo, sono stati ospiti dell’ente consortile a cena con un menù di vari piatti etnici per conoscersi meglio e ringraziarli del lavoro svolto.
Il lavoro sul Rovigo non è stato così soltanto un intervento di grande successo sotto il profilo tecnico-operativo, ma anche dal punto di vista sociale e di comunità, creando un’occasione di lavoro per nuovi, giovani concittadini.


EMILIA ROMAGNA
FESTA DELL’ALBERO E DELLA NATURA

Sono stati oltre trecentosettanta gli studenti dell'Istituto Omnicomprensivo di Bobbio, partecipanti alla 16° edizione della “Festa dell'Albero e della Natura” alle Vallette di Ceci (Bobbio), organizzata dall’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta insieme alla scuola ed al Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città).
Alzabandiera, canto dell'Inno Nazionale e saluti delle Autorità presenti ad apertura giornata, seguiti da 15 laboratori didattici, cui hanno partecipato i ragazzi dai 6 ai 18 anni, provenienti dalle scuole di Ottone, Corte Brugnatella, Bobbio, Perino e Travo; tante le attività svolte, ma unico il tema: dare radici al futuro e permettere alle nuove generazioni di conoscere l’ambiente, in cui vivono ed essere, un domani, cittadini attivi e coscienziosi: radici degli alberi, ma anche radici delle persone a simboleggiare l'attaccamento ad un territorio da conoscere, vivere e ripopolare. I 15 laboratori svolti erano divisi in 4 filoni: ambiente e natura, volontariato ed associazioni, musica, sport e sane abitudini.
Durante la manifestazione sono state assegnate anche 8 borse di studio agli studenti più meritevoli dell’Istituto Omnicompresivo: ad Eva Alberti, Enea Morone e Giulia Pugni le borse di studio, offerte dal Lions Club di Bobbio; a Simona Smilkova la borsa di studio, offerta dall’associazione “Ponte Musicale”, in memoria di Giovanni Rossi; ad Alice Guastoni la borsa di studio, offerta dalla famiglia Mazzari-Gazzola, in memoria di Irene Gazzola; a Viktorija Terzijeva la borsa di studio, offerta da Rina Angiporti in memoria di Cristina Bricchi; a Orlando Rossi la borsa di studio, offerta dal circolo Auser “S. Colombano” di Bobbio; a Samuele Scazzariello la borsa di studio, offerta dalla famiglia Negri-Marzari in memoria di Miram Negri. In una precedente occasione, ma sempre riferita all’anno scolastico 2024-2025, la borsa di studio ad Elisa Castignola, offerta da Stefano Merli in memoria di Tommaso Granelli.
Infine, l’associazione Progetto Vita ha consegnato una targa al Sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali.


AGENDA

Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, interverrà, nella mattinata di martedì 23 Settembre p.v., all’apertura delle Giornate Scientifiche e Culturali (“Conservazione della biodiversità forestale e del castagno”), organizzate dall’Accademia Italiana di Agricoltura in Palazzo Sersanti, ad Imola.
Vincenzi sarà poi venerdì 26 Settembre all’inaugurazione della vasca di laminazione delle piene del Molgora, realizzata dal Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) a Carnate; nella stessa giornata il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, è annunciato all’incontro istituzionale, organizzato a Pisa, dal Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno nella propria sede legale di Palazzo Franchetti, in occasione dei 550 anni dalla istituzione dell’Offizio dei consoli del mare e dell’Opera della preparazione del contado, da cui prese avvio l’esperienza del locale ente consortile.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
Sito internet: anbi.it - eMail: anbimail@tin.it

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