E’ TEMPO DI REMTECH!
Si terrà negli spazi di Ferrara Expo, dal 17 al 19 Settembre p.v., l’edizione 2025 di Remtech, hub tecnologico ambientale, specializzato sui temi del risanamento, della rigenerazione e dello sviluppo sostenibile dei territori. Giovedì 18 Settembre, ANBI organizzerà, a partire dalle ore 15.00, il convegno
“Le interconnessioni di rete e i valori ecosistemici per l’economia dell’acqua. L’uomo, la natura e le future generazioni”. Interverranno: Franco Masenello, Amministratore Delegato Almaviva BlueBit Spa; Donato Pasquale, Responsabile Settore Water & Waste Water Schneider Electric; Luigi Esposito, La Pegna, Presidente Smart Point SA; Paolo Bianchini, Amministratore Delegato Officine Maccaferri Italia; Lorenzo Borghi, Business Development Evomatic srl; Salvatore Micoli, Fondatore di CERgo e Direttore Generale Ergontech Srl.
Le conclusioni saranno affidate a Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, mentre ad introdurre i lavori sarà Massimo Gargano, Direttore Generale Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue, che il giorno dopo, venerdì mattina, interverrà agli “Stati Generali dei cambiamenti climatici e cooperazione internazionale: l’alleanza istituzioni-imprese per i territori” sempre nell’ambito di Remtech.
AVVIO DEI LAVORI ALL’INVASO DI CAMPOLATTARO
GARGANO
“SI CHIUDE UNA PAGINA NEL LIBRO DELLE GRANDI INCOMPIUTE E FINALMENTE SI APRE UN CAPITOLO RICCO DI PROSPETTIVE PER L’ECONOMIA DEL SUD ITALIA”
“L’avvio dei lavori all’invaso di Campolattaro per la distribuzione sul territorio della risorsa idrica, trattenuta dalla diga, pone l’auspicata parola fine ad una delle grandi incompiute del nostro Paese. Se da un lato, infatti, proponiamo un Piano Nazionale di Bacini Multifunzionali, dall’altro sosteniamo la necessità di efficientare e laddove necessario completare l’esistente.”
A dichiararlo è Stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, presente alla cerimonia svoltasi a Ponte, in provincia di Benevento.
“Oggi, a Campolattaro si apre una pagina nuova per l’economia del territorio e di cui va dato atto alla determinazione del Governo e del Vicepremier, Matteo Salvini, coadiuvato dal Commissario Straordinario, Attilio Toscano e dall’impegno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, unitamente alla volontà delle realtà locali, fra le quali un ruolo di primo piano ricopre il Consorzio di bonifica Sannio Alifano. La realizzazione del masterplan irriguo, attualmente in fase di conclusiva definizione, permetterà, grazie ad impianti irrigui ed acquedotti rurali moderni ed efficienti, l’utilizzo di circa quarantotto milioni di metri cubi annui a servizio delle aree agricole della provincia di Benevento, valorizzando la qualità dei prodotti e della zootecnia attraverso la garanzia dei necessari fabbisogni d’acqua. La superficie irrigata sarà più che quadruplicata, raggiungendo i 18.000 ettari, garantendo maggiore sicurezza di reddito ad agricoltori che, è bene sempre ricordarlo, producono cibo in un territorio, quello campano, dalle straordinarie e più volte dimostrate potenzialità.”
UN’IMPORTANTE OPERA ATTESA DA MOLTI ANNI
IN EMILIA ROMAGNA DISCO VERDE ALL’INVASO DI VETTO: REALIZZARLO È LA SCELTA MIGLIORE, LO ATTESTA LO STUDIO DI FATTIBILITA’ DELLE ALTERNATIVE PROGETTUALI
VINCENZI
“ORA NON PREVALGA LA SINDROME DI NIMBY”
Sussistono le condizioni tecniche, economiche e di sostenibilità ambientale per un invaso lungo il corso del torrente Enza tra i comuni di Vetto, in provincia di Reggio Emilia e di Neviano degli Arduini, in provincia di Parma: ad attestarlo è il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOC.F.A.P.) relativo alla realizzazione di un bacino a scopi plurimi in Val d’Enza, commissionato dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale anche per conto della Regione Emilia-Romagna e del Consorzio di bonifica Parmense.
Tale soluzione è ritenuta più idonea rispetto alle alternative, che prevedono due serbatoi: il primo sugli affluenti Lonza e Bardea, il secondo alla stretta delle Gazze. I contenuti del documento, estremamente complesso vista l’importanza dell’opera, dovranno ora essere ulteriormente approfonditi sul piano tecnico, ai fini della sua validazione definitiva.
“E’ un atto importante. Auspichiamo che gli step successivi siano scevri da strumentalizzazioni ed interessi egoistici, ad iniziare dalla sindrome di Nimby, che spesso ostacola la realizzazione di opere quantomai utili al territorio ed urgenti di fronte alle conseguenze della crisi climatica” ha auspicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“E’ opportuno ricordare – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – che l’agricoltura produce cibo e che la sua tutela così come la prevenzione idrogeologica sono interessi primari per il futuro del nostro Paese. Mercoledì saranno avviati i lavori per l’utilizzo delle acque del bacino di Campolattaro, in Campania, mentre la settimana prossima sarà inaugurato un nuovo distretto irriguo dall’invaso di Montedoglio in Toscana: così come la riconosciuta fattibilità della diga di Vetto, testimoniano il lavoro per aumentare la resilienza dei territori, ma bisogna fare di più e farlo bene, investendo risorse ed accelerando gli iter burocratici pur nel rispetto delle normative.”
Lorenzo Catellani, Presidente del Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia), ha espresso piena soddisfazione per il DOC.F.A.P. appena depositato: “Dopo tanti anni siamo finalmente riusciti a compiere il primo, fondamentale passo verso la realizzazione di un’opera di importanza strategica per il futuro delle nostre comunità.”
Ulteriore soddisfazione viene anche espressa da Francesca Mantelli, Presidente del Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella capoluogo di provincia): “Questo risultato rappresenta un importante punto di partenza. Siamo fiduciosi che gli sforzi corali consentiranno finalmente di fornire una risposta concreta ad un territorio, che attende quest'opera da tanti anni.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
LA CRISI CLIMATICA NON È ANDATA IN VACANZA: SUD ITALIA ASSETATO MENTRE EVENTI ESTREMI COLPISCONO LA PENISOLA
VINCENZI
“SERVE MAGGIORE CULTURA DELL’ACQUA PERCHE’ L’ITALIA SI CONFERMA UN HUB DELLE NUOVE TENDENZE METEO NEL MEDITERRANEO”
L’Italia si trova in mezzo ad un ciclone generato dallo scontro tra il fronte instabile in discesa dall’Europa settentrionale e le correnti caldo-umide della regione mediterranea, provocando nubifragi, nonché i cosiddetti “V-Shape”, cioè i temporali rigeneranti, capaci di scaricare quantità enormi di pioggia in uno stesso luogo. Ne sono testimonianza d’attualità, gli allagamenti a Bibione nel Veneto (245 millimetri di pioggia in poco tempo) e Portoferraio sull’ isola d’Elba (caduti oltre centoventi millimetri d’acqua), ma anche gli eventi estremi, che hanno colpito le province settentrionali toscane (mm. 167 su Carrara), i comuni a Nord di Roma (mm.130 su Manziana) ed altre province dell’Italia Centrale (mm.126 su Frosinone). Secondo le previsioni sono molte le regioni italiane a rischio per via di già previsti eventi estremi con la Campania proprio al centro del fronte temporalesco.
“Sono i fatti a dimostrare la necessità di una maggiore cultura idraulica in un Paese che, mentre lavora per aumentare la resilienza dei territori, deve abituarsi a convivere con un crescente rischio idrogeologico” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
L’European Severe Weather Database (ESWD) segnala come in Agosto siano stati molti gli eventi di intensità anomala, interessanti la nostra Penisola: ben 431 fra tornado, grandine grossa e “bombe d’acqua”. Questa situazione va ad inserirsi in un anomalo contesto climatico, caratterizzato a livello globale da temperature ampiamente superiori alla media: se il mese di agosto è stato il terzo più caldo della storia (fonte: Copernicus), in Europa settentrionale è stato però più fresco del normale mentre ondate di calore hanno colpito i Paesi affacciati sul bacino mediterraneo occidentale. Dal punto di vista idrologico, l’estate non ha mutato il quadro complessivo nel nostro Paese: Nord Italia ricco d’acqua, Meridione sempre più in crisi, regioni centrali alle prese con manifeste problematiche legate non soltanto alla crisi climatica, ma anche alla gestione del territorio (antropizzazione eccessiva) e ad una generalizzata inadeguatezza dell’infrastrutturazione idraulica.
“I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono e saranno protagonisti di una stagione delle inaugurazioni legate ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma non solo. Ora, però, è urgente avviare la programmazione del futuro” ha ricordato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Al Nord le piogge agostane sono state più che abbondanti su quasi tutte le regioni.
I grandi laghi continuano a registrare livelli idrometrici nettamente superiori alla media e valori di riempimento che, nel caso di Benaco e Verbano superano il 70%, mentre per Lario e Sebino sono oltre il 50%.
La portata del fiume Po è deficitaria e supera la media solo alle stazioni di Borgoforte, nel Mantovano (+9,2%) e Pontelagoscuro, nel Ferrarese (+4,8%).
In Valle d’Aosta sono superiori alla media i flussi in alveo della Dora Baltea.
In Piemonte, i mesi di luglio e di agosto sono stati più “umidi” del consueto: le piogge agostane hanno superato del 37% quelle medie storiche mensili, raggiungendo addirittura +60% nella parte orientale della regione. Ciò nonostante, le portate dei fiumi stanno registrando adesso valori sotto media, pur non discostandosi molto da quelli tipici del periodo.
In Lombardia, piogge superiori addirittura del 110% al consueto sono state registrate nel mese di Agosto, quando gli apporti pluviali nella seconda metà del mese hanno portato ben 173 millimetri d’acqua. Le riserve idriche regionali erano, a fine Agosto, pari a 1592 milioni di metri cubi, vale a dire quasi il 12% più del solito ed anche superiori ai valori registrati nella già fortunata annata 2024; unica eccezione: il bacino del fiume Brembo con un deficit pari al 24% circa.
In Veneto, le portate dei fiumi Adige, Livenza e Brenta sono sovrabbondanti (+13% per l’Adige e +25% per gli altri due), mentre sotto media sono i flussi di Muson dei Sassi e Bacchiglione. Anche qui, Agosto è stato più piovoso del normale: + 53% su base regionale con punte del 96% sul bacino dell’Adige e addirittura del 110% sul bacino scolante nella Laguna di Venezia.
In Emilia-Romagna i corsi d’acqua di origine appenninica, con le eccezioni di Panaro e Santerno, registrano livelli inferiori alle medie storiche e, nel caso della Secchia, anche al di sotto dei minimi storici.
In Liguria, dopo Genova è ora il Levante ad essere interessato da forti perturbazioni; attualmente i livelli dei fiumi superano i valori medi di riferimento.
In Toscana i flussi dei fiumi Serchio e Sieve sono superiori alla media, mentre scarse restano le portate dell’Ombrone, inferiori anche al Deflusso Minimo Vitale.
Nelle Marche i livelli dei fiumi Tronto, Nera e Potenza sono inferiori a quanto registrato nello scorso quinquennio. Le riserve idriche rimanenti negli invasi sono ancora abbondanti in questi ultimi scampoli d’estate, superando i quarantadue milioni di metri cubi: in anni recenti, tale valore è secondo solo al 2023, che fu particolarmente fortunato dal punto di vista idrico nella regione.
In Umbria, la pioggia caduta ad Agosto è stata mediamente pari a mm. 118 circa, un quantitativo superiore a quello registrato nello scorso quinquennio. Nonostante ciò, la situazione del lago Trasimeno, il cui livello si è ridotto di ulteriori 3 centimetri nel mese scorso, resta fortemente critica (- cm. 68 rispetto alla media). Nell’invaso di Maroggia, alla fine d’Agosto, i volumi residui erano di poco inferiori ai due milioni di metri cubi. I flussi in alveo del fiume Chiascio sono superiori alla media, mentre quelli del Topino sono assai più scarsi del normale.
Nel Lazio “bombe d’acqua”, brevi e violente, hanno interessato anche la città di Roma con cumulate, che hanno raggiunto i 70 millimetri su alcune zone urbane. Continua altresì ad acuirsi la critica situazione idrica dei laghi di Bracciano, Albano e Nemi: gli ultimi due, preziosi scrigni di biodiversità sui Castelli Romani, vedono ridursi i livelli idrometrici rispettivamente di cm.15 cm e cm.13, nonostante i circa 30 millimetri di pioggia, caduti nella seconda metà d’Agosto. A Castelgandolfo, il declino del lago, che dura da almeno un trentennio (nei recenti due anni, il livello del lago si è abbassato di un ulteriore metro), è drammaticamente testimoniato dai ruderi di infrastrutture costruite all’epoca nel bacino e che ora sono lontane dall’acqua (a esempio, le ormai iconiche piattaforme per gli sport acquatici realizzate per le Olimpiadi del’60).
In Abruzzo, nell’Aquilano, Agosto è stato particolarmente piovoso: oltre il 60% più della media; alla fine del mese, la diga di Penne tratteneva ancora 1,80 milioni di metri cubi d’acqua.
In Puglia, la Capitanata è il territorio, che maggiormente sta soffrendo per la mancanza d’acqua nei 2 anni recenti; dopo innumerevoli limitazioni nei prelievi, i bacini insistenti in questo territorio sono riusciti a preservare fino ad oggi quasi sessanta milioni di metri cubi d’acqua (pari al 18% della capienza autorizzata), sacrificando però buona parte della produzione agricola.
In poco più di un mese le riserve idriche, presenti nei bacini della Basilicata, si sono ridotte di circa cinquanta milioni di metri cubi: ora ne restano solo mln. mc. 135,34. Ora si guarda alle attese piogge autunnali per riuscire finalmente a ricaricare invasi essenziali per l’economia lucana e per l’approvvigionamento idrico vita anche di regioni limitrofe.
Quest’anno, in Sicilia si sono registrate minori criticità per il comparto potabile, grazie al 37% d’acqua invasata in più, ma lo stato di severità idrica per il comparto agricolo è continuato ad essere molto alto.
In Sardegna, infine, le criticità maggiori continuano a riscontrarsi nei territori dell’Alto Cixerri e della Nurra, dove restano pochi milioni di metri cubi di riserve d’acqua, nonostante la stagione irrigua non sia mai partita. Quasi al termine della stagione turistica, che impatta in maniera significativa sulle risorse naturali dell’Isola, i volumi invasati rimanenti sono pari a mln. mc.784,11: è il valore più basso nei recenti 15 anni.

VENETO
EVENTO ESTREMO NEL VENEZIANO
Un evento meteorico di straordinaria intensità si è abbattuto sul Veneto Orientale tra la notte del 9 e il pomeriggio del 10 Settembre u.s., riversando sul territorio tra i comuni veneziani di San Michele al Tagliamento e Caorle oltre duecento millimetri di pioggia.
Una situazione critica si è verificata nella località balneare di Bibione, dove mm. 240 di pioggia hanno comportato vasti allagamenti soprattutto in territorio urbano, al punto che il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha decretato lo stato di emergenza; allagamenti hanno interessato anche aree agricole di un territorio che soggiace al livello del medio mare e necessita pertanto di scolo meccanico delle acque da parte del Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia).
Proprio l’ente consortile ha sollevato in più occasioni il tema della fragilità idraulica della zona e della necessità di intervenire con un piano strutturato. Solo recentemente è stato approvato un primo documento di fattibilità tecnica economica degli interventi urgenti, secondo quanto previsto nel Piano Comunale delle Acque, redatto dal Comune di San Michele al Tagliamento, in collaborazione con l’ente consorziale.
Il documento prevede interventi per circa trenta milioni di euro nel solo bacino di Bibione, finalizzati all’adeguamento dei sistemi di deflusso e di invaso, nonché al potenziamento dell’impianto idrovoro. Servono risorse e temi veloci per interventi di sicurezza non procrastinabili.
Le statistiche storiche ufficiali indicano che un evento, come quello abbattutosi il 9-10 Settembre, abbia la probabilità di ripetersi una volta ogni 300 anni; è altresì evidente che il cambiamento climatico sta accelerando i tempi di ritorno in modo non prevedibile.
TOSCANA
RIUNITO TAVOLO IRRIGUO REGIONALE
Un tavolo regionale per discutere di irrigazione ed agricoltura, delineando necessità e possibilità di realizzazione di bacini ed invasi: si è svolto a Firenze un nuovo incontro operativo sul tema, organizzato da ANBI Toscana e cui hanno partecipato anche Stefania Saccardi (assessora all’agricoltura, Vicepresidente di Regione Toscana) e Gaia Checcucci (Segretario Generale) dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Settentrionale).
Uno dei nodi centrali della discussione è stata la necessità di progettare grandi invasi, ma anche di pianificarne piccoli, la cui realizzazione possa richiedere tempi più brevi e costi meno impegnativi. Da qui l’impegno congiunto a mettere a punto una mappatura di luoghi adatti ad ospitarli.
La realizzazione di bacini per l’accumulo dell’acqua porterebbe benefici multifunzionali sia per l’agricoltura che per la gestione del territorio ed il tavolo ha l’obbiettivo di promuovere un dialogo continuo con la Regione e tutti gli altri enti coinvolti per definire strategie immediate ed integrate per affrontare gli effetti della crisi climatica.
VENETO
AD AGOSTO PIOGGE E TEMPERATURE SOPRA LA MEDIA
Con un Agosto più caldo della media (+0,8°), ma ricco anche di precipitazioni (mm.155 contro la media di mm. 101) si completa un’estate meteorologica (Giugno, Luglio, Agosto), che quest’anno non ha fatto registrare particolari problematiche dal punto di vista della disponibilità di risorsa: in 90 giorni, infatti, sono scesi mm. 356 rispetto ai mm.289, che rappresentano il valore medio nel periodo 1994-2024; in termini percentuali è +23%. A segnalarlo è il mensile Bollettino ANBI Veneto.
Era cominciata male, con un mese di giugno molto caldo (+3,4°) e con precipitazioni inferiori del 35% rispetto alla media del periodo; poi la svolta: a Luglio, temperature mediamente sotto di 0,3° rispetto alla media con un +52% di piogge; ad Agosto, temperature che segnano +0,8°, +53% di precipitazioni.
E Settembre? Secondo le previsioni del Centro Sperimentale sull’Innovazione Irrigua, istituito presso il Consorzio LEB (CeSPII-LEB, con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona), la seconda decade del mese potrebbe registrare un’anomalia negativa delle precipitazioni nella zona Sud-Occidentale del Veneto a fronte di una situazione generalmente eterogenea, che mediamente porterà sul territorio regionale tra i 60 e i 130 millimetri di pioggia con quantità maggiori nei settori centro-settentrionali e pedemontani.
Con questo mese si concluderà, dunque, una stagione irrigua, le cui principali criticità sono legate ad episodi di forte maltempo ed eventi estremi (nubifragi, forti grandinate, trombe d’aria), che si sono abbattuti “a macchia di leopardo” un po’ su tutto il Veneto, a riprova della tropicalizzazione del clima, contro cui è necessario investire in opere strategiche multifunzionali, capaci di abbinare la garanzia della risorsa alla capacità di laminare le piene, giacchè molti dei parametri, su cui si basavano le opere idrauliche del passato, sono ormai obsoleti.
QUANDO L’ORDINARIO FA NOTIZIA: I CORSI D’ACQUA COME LE STRADE
A FIRENZE ED IN TOSCANA TRA UCCELLI MIGRATORI, SITI UNESCO ED EVENTI METEO SI RICENTRANO I FIUMI
VINCENZI
“SIAMO PORTATORI DI UNA GESTIONE IDRAULICA DEL TERRITORIO CHE FA SCUOLA NEL MONDO”
Così come si fa manutenzione per un’infrastruttura viaria, il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha raddrizzato una “strada dell’acqua”, cioè quasi quattrocento metri del fiume Versilia: un intervento importante per la gestione del rischio idraulico.
“Nulla di eccezionale per un Consorzio di bonifica, ma la conferma della qualità della cultura idraulica, di cui sono portatori” ha precisato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Accade nel territorio di Seravezza, in Lucchesia, dove il fiume Versilia compie 2 curve successive, causa di altrettanti fenomeni collegati, ma contrapposti: il deposito di sedimenti nelle parti interne delle anse, portando alla formazione di isole fluviali, mentre nelle aree esterne si registrano fenomeni di erosione, dovuti alla maggiore velocità della corrente. L’ente consorziale ha così provveduto a rimettere in asse il corso d’acqua, ricentrandolo attraverso la movimentazione dei sedimenti che, prelevati dall’alveo mediante appositi mezzi meccanici, sono stati posizionati sulla sponda, dove il flusso dell’acqua aveva causato un'erosione della banchina: lo scopo principale, infatti, è stato ripristinare la stabilità dell’argine, creando una protezione naturale e sostenibile contro ulteriori fenomeni erosivi. Questo tipo d’intervento ha minimizzato l'impatto sulle condizioni ecologiche dell'area fluviale, in quanto non si è fatto ricorso all’apporto di materiale esterno, ma si è riutilizzato quello in loco.
Intanto, in un altro comprensorio della regione, migrati i gruccioni, gli operai e le macchine del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) hanno completato in tempi record l’intervento sul fiume Arno, in località Ponte a Poppi, nell’Aretino, temporaneamente sospeso per evitare la distruzione dei nidi e consentire lo sviluppo dei pulcini della variopinta specie di uccelli.
“Per mettere in sicurezza l’area, prima del periodo autunnale, abbiamo accelerato le operazioni – ha spiegato Chiara Lilli, ingegnere del Settore Difesa Idrogeologica dell’ente consortile - Nel giro di pochissimi giorni, la sponda interessata da profonde erosioni è stata stabilizzata con un intervento, che ha previsto la movimentazione di oltre 10.000 metri cubi di sedimenti fluviali e la ricentratura dell’asse dell’Arno”.
“In questo modo – ha sottolineato la Presidente dell’ “Alto Valdarno”, Serena Stefani - siamo riusciti a garantire due obbiettivi: la protezione degli uccelli, che avevano nidificato sulle sponde erose, ma anche la mitigazione del rischio idraulico, contenendo i rischi, che si potrebbero verificare con le prime piene autunnali.”
La manutenzione delle sponde del celebre fiume toscano viene effettuata anche dal Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede nel capoluogo regionale), grazie anche ad un macchinario speciale, in grado di galleggiare per operare sotto i più famosi ponti dell’area Unesco a Firenze: si tratta di uno speciale escavatore anfibio per la manutenzione delle sponde nei tratti, in cui è impossibile operare con i mezzi e la strumentazione tradizionali, riprofilando le sponde dove, piena dopo piena, si accumulano sabbie e detriti da rimettere in corrente, mentre tronchi e rifiuti vengono raccolti e fatti smaltire.
“Uno spettacolare lavoro idraulicamente utile, che migliora anche il colpo d’occhio sulle sponde dell’Arno nel centro storico fiorentino – ha commentato il Presidente dell’ente consorziale, Paolo Masetti – E’ proprio il caso di dire che la sicurezza genera bellezza, cioè le capacità tecnico-operative dei Consorzi di bonifica contribuiscono anche alla tutela del paesaggio e dei siti storici, attraversati dalle arterie idriche sia in campagna che in città.”
“E’ questo un tassello della costante azione di prevenzione idrogeologica, svolta dai Consorzi di bonifica lungo la Penisola, soprattutto in vista della stagione autunnale, che si auspica possa essere regolarmente piovosa - ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Per questo, da tempo abbiamo proposto un Piano di efficientamento della rete idraulica del Paese, indicando 858 interventi, che con un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro garantirebbero oltre 21.000 posti di lavoro.”
EMILIA ROMAGNA
NUOVI INTERVENTI ALLO SBOCCO DELL’IDICE
Conclusa con una corsa contro il tempo la sempre più complessa fase progettuale, autorizzativa e di appalto, il Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna) ha avviato alcuni importanti lavori per il potenziamento della sicurezza idraulica nel territorio di Argenta, in provincia di Ferrara e che dovranno terminare entro la primavera 2026.
Nello specifico, si tratta di ripristino, messa in sicurezza ed elettrificazione delle chiaviche Punta e Idice Vecchio e di quelle afferenti al canale Bonlea; a ciò si aggiungono gli interventi di adeguamento elettromeccanico delle chiaviche Bastia e Contropunta, nonchè dello scaricatore Cassa: tutte strutture consortili, poste nel tratto finale dell'Idice e che ne regolano il complesso rapporto idraulico con le circostanti casse d’espansione. Prevista è anche la completa ricostruzione degli scaricatori Cassa Lugo e Romanette.
Questi interventi rientrano in un disegno generale, che prevede la possibilità futura di scaricare le acque degli invasi consortili anche nel torrente Idice, oltre che nel fiume Reno, come attualmente avviene, grazie ad idonei risezionamenti dei collettori di connessione.
Obiettivo è poter ridurre i tempi critici, dettati dalle fasi di piena di Reno e Idice, che ostacolano l'immissione delle acque di pianura in tali alvei per essere poi portate al mare. Per questi lavori l'investimento complessivo ammonta a € 8.700.000,00 finanziati dalla Struttura Commissariale per la Ricostruzione post Alluvione 2023.
Si tratta di opere di bonifica ammesse a finanziamento 10 mesi fa; in totale sono 115 gli interventi attuati o in attuazione da parte dell’ente consortile per la completa rigenerazione della rete e delle strutture idrauliche di bonifica.
TOSCANA
LA REPLICA: L’AREA NON È IN ABBANDONO, MA C’E’UN PRECISO ITER
“Trattandosi di area vincolata, la manutenzione nel Padule è soggetta ad approvazione regionale attraverso un iter, che è in fase di conclusione.
Niente è stato abbandonato”: il Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa) replica così all'associazione Proprietari area Padule di Fucecchio, che ha lamentato la mancata manutenzione dell’area, denunciandone lo “stato di abbandono e degrado” per il mancato intervento dell’ente consortile. Ecco, nel dettaglio, l’iter della procedura: il Consorzio di bonifica adotta il Piano delle Attività di Bonifica (P.A.B.), che viene approvato, previa istruttoria degli uffici regionali del Genio Civile ai fini del rilascio dell’autorizzazione idraulica; le perizie di intervento, come quella denominata VN10 in area vincolata, richiedono la Vinca (Valutazione di incidenza ambientale).
Questo procedimento è stato avviato lo scorso Giugno e si concluderà a breve grazie all’attenzione degli uffici regionali. L’ente consorziale è comunque pronto all’avvio dei lavori, poiché gli affidamenti sono stati già perfezionati.
Per il prossimo anno, visto il disciplinare approvato, il procedimento autorizzativo potrà essere avviato all’approvazione del P.A.B..
AGENDA
Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno nella mattinata di martedì 16 Settembre p.v. all’evento “Montedoglio: l’irrigazione motore di sviluppo per l’agricoltura e la bellezza del territorio”, che il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno organizza, a partire dalle ore 10 a Foiano della Chiana, nell’Aretino, in occasione dell’inaugurazione del distretto irriguo 23. Gargano parteciperà inoltre, mercoledì mattina 17 Settembre, alla conferenza stampa di presentazione del salone Macfrut 2026, prevista al Romano Palace Hotel di Catania. |