Anno XXVII, n. 31 venerdì, 8 agosto 2025

IN TUTTA ITALIA I CONSORZI DI BONIFICA MONITORANO LA RISALITA DEL CUNEO SALINO: ESEMPI IN VENETO E TOSCANA

NEL BASSO VENEZIANO IL PROGETTO VENUS: SI SPERIMENTANO NUOVE COLTURE PER I TERRENI MEDITERRANEI MINACCIATI DI SALINIZZAZIONE

VINCENZI: “I CONSORZI DI BONIFICA PARTNER IN IMPORTANTI PROGETTI INTERNAZIONALI”

Nelle aree più depresse della gronda lagunare di Venezia, dove il terreno giace sotto il livello del mare fino a 4 metri, è in corso una sperimentazione all’interno del progetto internazionale VENUS (operazione finanziata con oltre quattro milioni di euro dal programma PRIMA di Horizon 2020) per comprendere e contrastare gli effetti del cambiamento climatico e della crescente salinizzazione dei suoli.
La regione mediterranea, infatti, è un epicentro di pressioni ambientali: Il riscaldamento globale, l'aumento demografico, l’estremizzazione degli eventi meteo stanno erodendo la disponibilità d’acqua dolce e la produttività dei terreni agricoli. Di fronte a queste sfide, il progetto VENUS nasce con l'obbiettivo di dimostrare il potenziale ambientale ed economico di specie vegetali “dimenticate” o sottoutilizzate (NUS): si tratta di piante resilienti che, richiedendo poca acqua, possono adattarsi a suoli aridi e salini, trasformando terreni marginali in aree produttive, migliorando la qualità del suolo.
In 2 aree sperimentali nel comprensorio del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, nei pressi degli impianti Gesia a Cavarzere (4.000 metri quadrati) e Zennare a Chioggia (8.000 metri quadrati), sono state trapiantate alcune varietà, i cui parametri sono confrontabili con quelli di altre zone coinvolte a livello internazionale: la Salicornia, l'Atriplex, la Beta Marittima, la Salsola oppositifolia e la Suaeda Maritima. In alcuni casi, queste piante sono state abbinate a coltivazioni di pomodoro, per verificare l’esito colturale in terreni limosi e salsi, tipici della gronda lagunare; i primi risultati sono incoraggianti: tutte le specie stanno trovando un ambiente favorevole, dimostrando la loro intrinseca resilienza.
"Ci sono grosse aspettative soprattutto per capire quanto queste piante possano aiutare concretamente la desalinizzazione dei suoli” ha annunciato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Tra qualche mese, le prime analisi, che saranno condotte da un laboratorio greco, determineranno il valore e la quantità dei principi attivi, contenuti nelle coltivazioni: è un aspetto importante, poiché si tratta principalmente di piante con un elevato potenziale per l'industria farmaceutica. Il progetto VENUS, che coinvolge 12 partner da 8 Paesi mediterranei (Italia, Grecia, Spagna, Egitto, Giordania, Marocco, Algeria, Tunisia), non si limita alla sperimentazione agronomica; il suo orizzonte è molto più ampio: si mira a costruire una filiera completa ed un mercato, che possa rendere remunerativa la produzione di queste colture.
Lorenzo Frison, ingegnere del Consorzio di bonifica Adige Euganeo (con  sede ad Este, in provincia di Padova) e responsabile del progetto, non nasconde l'ambizione: "La speranza è quella di offrire una nuova possibilità di coltura a quelle aree che, purtroppo, lottano ogni giorno con la salinizzazione dei suoli.”
Per questo, il progetto prevede un confronto costante e capillare con i partner internazionali ed il coinvolgimento diretto degli operatori agricoli nei territori interessati. La collaborazione con gli altri Paesi, infatti, è fondamentale per integrare conoscenze tradizionali e tecniche moderne, sviluppando soluzioni adattabili alle specifiche condizioni dell’area mediterranea. Il prossimo appuntamento internazionale sarà il 10 e 11 Settembre, quando si terrà un incontro sull'isola greca di Chios per valutare l’iter delle sperimentazioni. Intanto, per gli agricoltori e la cittadinanza del territorio, il Consorzio di bonifica Adige Euganeo sta organizzando un “open day” presumibilmente nel mese di novembre.
“Sarà un’ulteriore occasione per far conoscere l'innovazione che, partendo dalla ricerca sperimentale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, si proietta a livello internazionale per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo, perché la risalita del cuneo salino è uno dei fenomeni più preoccupanti per gli ecosistemi e gli equilibri dei territori costieri” ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Anche il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto), ad esempio,  monitora costantemente la salinità in alcune aree significative ed a rischio del suo comprensorio, in provincia di Grosseto. Il risultato più importante è arrivato sul fiume Ombrone, ad Alberese, nel futuro punto di presa di un nuovo impianto irriguo: qui la salinità è praticamente nulla. Ad Orbetello, nel bacino dell’idrovora di Talamone, si registra invece una modesta salinizzazione delle acque superficiali. Infine, a Capalbio, nei bacini delle idrovore, alcuni recenti interventi idraulici hanno permesso di migliorare la situazione, ma permane una presenza salina, piuttosto importante.
“La salinità è un parametro chiave per l’irrigazione, ma non solo – ha concluso il Presidente dell’ente consorziale, Federico Vanni – Lo dimostra il progetto di recupero dell’area umida Diaccia Botrona per contrastarne la salinizzazione, tutelando un meraviglioso scrigno di biodiversità.”

                                                                          

IL PROGETTO EUROPEO ARSINOE PER LA RESILIENZA CLIMATICA

L’IRRIGAZIONE COLLETTIVA ECCELLENZA DEL MODELLO ITALIANO FA SCUOLA ANCHE IN GERMANIA

VINCENZI: “INNOVAZIONE E SUSSIDIARIETA’ PER L’AUTOGOVERNO DEL TERRITORIO TROVANO NEI CONSORZI DI BONIFICA DALL’ EMILIA ROMAGNA UN ESEMPIO DI INTERESSE INTERNAZIONALE”

Il modello italiano d’irrigazione collettiva presente anche in Emilia-Romagna è stato al centro del focus per l’avvio di un importante confronto con il sistema tedesco a Nord della Baviera, dove l’irrigazione è in larga parte ancora basata sull’autoapprovvigionamento e mancano infrastrutture di distribuzione collettiva: ad illustrare il “know-how” italiano è stata una delegazione di ANBI Emilia-Romagna e del Consorzio di 2° grado C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo nel corso di una visita tecnico-istituzionale a Würzburg, nel cuore della Franconia, dove il dialogo con le principali autorità del bacino del fiume Meno ha offerto spunti concreti per lo sviluppo di strategie comuni nella gestione della risorsa idrica con particolare attenzione alla realizzazione di infrastrutture condivise e di strumenti digitali per la previsione dei fabbisogni irrigui, sviluppati dal Centro di Ricerca “Acqua Campus”, a Budrio nel Bolognese.
“La nostra capacità di coniugare innovazione tecnologica, partecipazione degli utenti, sostenibilità ambientale nel segno dell’autogoverno e della sussidiarietà è un esempio virtuoso, che può ispirare altri territori europei nella costruzione di sistemi resilienti e condivisi” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e  Acque Irrigue, nonché ANBI Emilia-Romagna.
La visita italiana in Germania è stata organizzata nell’ambito del progetto europeo ARSINOE, finanziato dal programma Horizon 2020, per promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una “governance” innovativa delle risorse idriche.
“Il modello di gestione irrigua dei Consorzi di bonifica in Emilia-Romagna rappresenta un unicum a livello europeo – ha sottolineato Raffaella Zucaro, Direttrice Generale Consorzio C.E.R. (con sede a Bologna).
Durante la tre giorni, la delegazione italiana, composta da amministratori e ricercatori, ha visitato alcuni dei maggiori siti locali per l’efficienza irrigua, confrontandosi direttamente con esperti scientifici, autorità idriche e rappresentanti delle “utility” locali, illustrando le proprie conoscenze sulle strategie di resilienza, l’utilizzo di invasi aziendali per la gestione della risorsa idrica, l’adozione di strumenti come IRRIFRAME, il sistema di miglior consiglio irriguo, voluto da ANBI.
“Il nostro sistema è un laboratorio a cielo aperto, cui guarda un crescente numero di Paesi per individuare soluzioni di adattamento alla crisi climatica. L’attenzione di aree scevre da problematiche idriche fino a poco tempo fa dimostra quanto l’estremizzazione degli eventi meteo sia problema, che ormai accomuna l’intera Europa e cui la UE deve dare una risposta complessiva, ma articolata sulle specificità territoriali” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“Momenti di confronto come quello di Würzburg sono fondamentali per migliorarci ulteriormente – ha chiosato il Presidente Consorzio C.E.R., Nicola Dalmonte, presente in Germania – L’interscambio di buone pratiche e l’analisi comparativa con altri contesti europei ci permettono di affinare le nostre strategie e rafforzare la cooperazione internazionale.”
“La gestione sostenibile dell’acqua è una sfida, che possiamo vincere solo attraverso la collaborazione e l’innovazione per garantire la produzione alimentare di qualità e la tutela degli ecosistemi rurali” ha concluso Stefano Francia, Presidente Consorzio di bonifica Romagna (con sede a Ravenna) ed anch’egli componente della delegazione italiana.
L’iniziativa si è conclusa con un dibattito aperto tra tutti i partner ed i portatori di interesse locali, confermando il ruolo del progetto ARSINOE come piattaforma europea di scambio e cooperazione per la costruzione di soluzioni concrete di resilienza climatica.


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

ALLARME ROSSO NELLE AREE IN CRISI IDRICA TORNA IL GRANDE CALDO

VINCENZI: “I DATI RIBADISCONO L’URGENZA DI UN PIANO NAZIONALE DI MANUTENZIONE DEL TERRITORIO”

Gli effetti benefici dell’anticiclone delle Azzorre sull’Europa Occidentale si stanno gradualmente esaurendo: dopo gli oltre 40 gradi già registrati sulla Penisola Iberica,  le correnti calde dal Sahara stanno per raggiungere l’Italia, causando in molte regioni un nuovo innalzamento della colonnina sopra i consueti valori del periodo. Dopo il Giugno più caldo di sempre in molti Paesi europei, tra cui l’Italia (mediamente +3 gradi rispetto alla norma), la tregua dall’afa, oltre ad aver reso più vivibili le città, ha permesso alle acque del mare Mediterraneo di rinfrescare, riavvicinandosi alle temperature tipiche del periodo, lì dove per oltre un mese si erano registrate anomalie record anche superiori a +5°C.
Ciò nonostante, su Italia Centrale (esclusa la Toscana), Mezzogiorno ed Isole si registrano criticità idriche, aggravatesi dove erano già conclamate ed accompagnate, lungo la Penisola, da molti eventi meteo estremi (secondo i dati dello European Severe Weather Database, solo a Luglio ne sono stati registrati 318 tra tornado, bombe d’acqua e grandine grossa): a segnalarlo è l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
“I dati confermano come le attuali modalità di pioggia, conseguenza della crisi climatica, incidano più sul rischio idrogeologico che sulle disponibilità d’acqua” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Da qui l’evidenza di dotare urgentemente il territorio di nuove infrastrutture idrauliche, tra cui bacini multifunzionali, capaci di trattenere le acque di pioggia, creando riserve e salvaguardando il territorio da eventi calamitosi. Noi stiamo operando in quella direzione con opere e progetti, ma serve un Piano nazionale di manutenzione del territorio con finanziamenti pluriennali e certi” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Secondo i dati diffusi dall’Autorità del Bacino Distrettuale Appennino Centrale, l’anno idrologico fino a Giugno è stato deficitario, dal punto di vista degli accumuli di pioggia, soprattutto sul Lazio (-19%) ed Umbria (-14,6%).
Le note più dolenti continuano però ad arrivare dal Sud, dove la persistente assenza di precipitazioni ed il riaffacciarsi dell’anticiclone africano lasciano presagire ulteriori scenari di criticità ancor più severi, rispetto a quelli già complessi del recente biennio
In Campania, le portate delle sorgenti di Cassano Irpino registrano un deficit di 1100 litri al secondo (!!) mentre quello della fonte di Sanità è di l/s 750 (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale).
In Calabria è dichiarata severità idrica alta per le province di Reggio e Crotone.
In Puglia, diverse stazioni pluviometriche, collocate nella penisola salentina (soprattutto sull’Alto Salento) hanno registrato nei mesi di giugno e luglio cumulate di pioggia pari a zero o comunque non superiori a mm. 2. Gli invasi della Capitanata trattengono solo 67,45 milioni di metri cubi d’acqua, vale a dire mln. mc. 1,11 in meno dello scorso anno e le previsioni meteorologiche indicano la provincia di Foggia tra le aree, che nei prossimi giorni subiranno un più marcato aumento di temperatura.
In Sardegna l’impatto del turismo sui consumi idrici è più che mai evidente: a Luglio i volumi invasati nei bacini dell’Isola si sono ridotti di ben 134,39 milioni di metri cubi; sulla costa occidentale, i territori della Nurra possono ormai contare solo sul 12% delle riserve idriche autorizzate (13 milioni di metri cubi su mln. mc. 109 ca.!), mentre quelli dell’Alto Cixerri addirittura su meno dell’11% (mln. mc. 2 sui circa diciannove invasabili).
In Basilicata il deficit idrico, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, è stimabile in -14,4%, corrispondente a -31,17 milioni di metri cubi.
Risalendo la Penisola, in Abruzzo la diga di Penne trattiene ancora 3,49 milioni di metri cubi d’acqua, cioè un quantitativo superiore allo scorso anno (si registravano mln. mc. 540.000), ma inferiore alla media degli ultimi 8 anni (-11%).
Nel Lazio continua il declino dei laghi “castellani” (l’altezza idrometrica di Nemi si è ridotta di ulteriori cm. 6  in una settimana, quella di Albano di cm. 4). I flussi in alveo dei fiumi romani Tevere ed Aniene sono in calo mentre, in Sabina, il Velino cresce e la portata è ora in linea con le medie degli anni più recenti.
In Umbria, il livello del lago Trasimeno ha recuperato 3 centimetri in 7 giorni, rimanendo però lontanissimo sia dall’altezza media (-cm. 77) sia dalla soglia critica; l’invaso di Maroggia trattiene mln. mc. 2,55 e crescono i livelli idrometrici del fiume Topino.
Le precipitazioni di Luglio sulle zone costiere delle Marche settentrionali hanno apportato un momentaneo beneficio alle disponibilità idriche locali, mentre le portate sono col segno meno per i fiumi della regione con decrescite più consistenti, registrate da Potenza, Esino e Sentino. Gli invasi marchigiani sono ancora ricchi d’acqua e trattengono oltre quarantasette milioni di metri cubi, un quantitativo recentemente inferiore solo al 2023.
In Toscana si registra un ulteriore incremento di portata nel fiume Arno, i cui livelli sono nettamente superiori alla media dello scorso ventennio. D’altronde la Toscana, in controtendenza rispetto alle confinanti regioni dell’Italia centrale, ha beneficiato, in questo ultimo anno idrologico, di un quantitativo di pioggia, superiore alla norma.
In Liguria sono in  crescita  i livelli idrometrici dei fiumi nei bacini di Levante.
Anche l’annata idrologica delle regioni settentrionali è stata finora molto generosa d’acqua, seppur con differenze fra bacini idrografici ed al netto dei deficit nivali, registrati in diversi settori alpini.
Un esempio è quello del Veneto, che anche nel mese di luglio ha goduto di precipitazioni largamente superiori alla media (+52% a livello regionale, mentre a livello di bacino: +143% sulla Livenza, +96% su pianura tra Livenza e Piave, +79% sul Sile, +73% sul Piave), mentre il surplus sull’anno idrologico si attesta, ad oggi, al 15% (fonte: ARPAV). Si evidenzia l’aumento dei flussi in alveo dei fiumi Adige e Bacchiglione, ma soprattutto del Brenta, la cui portata è del 76% superiore alla media.
Ad eccezione del lago di Garda diminuiscono i livelli idrometrici dei grandi bacini del Nord Italia: Verbano al 57,1% di riempimento, Lario al 39,4%, Benaco al 75%, Sebino all’83,6%.
In Lombardia le piogge delle scorse settimane hanno incrementato il quantitativo di riserva idrica stoccata, ora in linea con i valori medi del periodo.
In Piemonte sono decrescenti le portate dei fiumi Tanaro, Stura di Lanzo, Stura di Demonte e Toce.
In calo ed inferiore alla media è il livello idrometrico della Dora Baltea in Valle d’Aosta; stabile quello del torrente Lys.
Questa settimana, il fiume Po vede una riduzione di portata nel tratto da monte fino all’emiliana Boretto, mentre tra Borgoforte ed il Delta si registra un incremento dei flussi di nuovo prossimi ai valori tipici di questo periodo.
Infine, in Emilia-Romagna si registrano le decrescite delle portate dei fiumi Savio (comunque superiore alla media), Reno (sotto il minimo storico)  e Secchia; crescono invece i flussi di Lamone e Santerno, in Romagna. Le dighe piacentine di Mignano e Molato trattengono ormai s poco più di tre milioni di metri cubi d’acqua (-75% rispetto al 2024).


EMILIA ROMAGNA

NUOVE SOLUZIONI PER FRONTEGGIARE ESTATI SEMPRE PIÙ CALDE E SICCITOSE

Anche in Emilia Romagna l’estate 2025 sta creando problematiche idriche soprattutto in zone ad alta criticità, come quella compresa tra il fiume Panaro ed il torrente Samoggia, che combattono già abitualmente con problemi di carenza d’acqua.
L’intervento previsto dal Consorzio di bonifica Burana (con sede a Modena) riguarda la cassa di espansione del torrente Samoggia, in località Le Budrie di San Giovanni in Persiceto: un invaso di 100 ettari contenente mediamente 700.000 metri cubi d’acqua dalla duplice funzione idraulica ed ambientale. Grazie ad un nuovo impianto di sollevamento, galleggiante e modulare (dotato ad oggi di una sola pompa sommersa da 150 litri al secondo, ma con la possibilità di poter installare sino a 3 pompe in linea per una portata massima di l/s 450) posto nel bacino d’acqua a Nordovest della cassa, si può dare un aiuto alle aziende agricole della zona dando, allo stesso tempo, un beneficio all’ecosistema territoriale, legato al reticolo secondario.
Il reticolo di canali, infatti, colpito dal perdurare di gravi crisi idriche, può contare su un apporto d’acqua proveniente dalla cassa di espansione del torrente Samoggia, convogliata nello scolo Mascellaro e da qui distribuita nel territorio; oltre al beneficio agricolo, l’avifauna della zona troverà così nell’habitat naturalistico e paesaggistico una rete d’acqua di ristoro durante i periodi più siccitosi. L’importo dei lavori è di € 135.508,00.


PUGLIA

IMPORTANTE RIPARAZIONE

Il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) ha ultimato un intervento per la riparazione di un’importante condotta irrigua; la tubazione è al servizio del Distretto 6/B Fortore in agro di San Giovanni Rotondo.


EMILIA ROMAGNA

CONCLUSI LAVORI

Nel pieno rispetto delle tempistiche, il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella ”città del eatro Regio”) sta ultimando i lavori di sistemazione idrogeologica a protezione della viabilità comunale a Felino; l’intervento, finanziato dall’ente consortile, ha visto la costruzione di opere drenanti e la  stabilizzazione di un movimento franoso, interessante un'importante via di collegamento con Langhirano. Nei giorni scorsi l’area è stata oggetto di un sopralluogo congiunto.


VENETO

A MARGHERA TRA INVASI, BOSCHI E PERCORSI CICLOPEDONALI

Nasce a Marghera il parco Lusore: si tratta di un’opera, progettata dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) e che avrà un grande valore strategico, coniugando sicurezza idraulica, riqualificazione ambientale e fruibilità pubblica.
Il progetto si inserisce nell’ambito dell’Accordo di programma per la gestione dei fanghi di dragaggio dei canali di grande navigazione e la riqualificazione ambientale, paesaggistica, idraulica e viabilistica dell’area di Malcontenta – Marghera (il cosiddetto Accordo di Programma Moranzani) ed è finanziato dal Commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nel Veneto; l’importo dei lavori è di 3.537.603 euro. Il futuro parco fluviale si svilupperà su un’area di circa quaranta ettari dove, grazie alla rimodellazione morfologica dei terreni, sarà creato un bacino di allagamento controllato e successivamente si provvederà alla plantumazione di migliaia di piante ed alla realizzazione di una rete di percorsi ciclopedonali.
Nello specifico, il progetto prevede la creazione di una rete di canali con andamento sinuoso e che sfoceranno nel canale Fondi a Nord; il materiale di scavo verrà riutilizzato per modellare le aree in rilievo rispetto al piano campagna.
All’interno della rete di canali sono previste ampie golene con lieve pendenza ed  aree umide più profonde. In questo modo si favorirà il diffondersi della biodiversità e la creazione di differenti habitat con miglioramento in termini ambientali di tutta l’area, che ha, come scopo primario, la mitigazione del rischio idraulico, grazie all’accumulo di oltre centoquarantamila metri cubi d’acqua.


TOSCANA

CACCIA’ ALLE SPECIE ALIENE

Promossa dal Comune di Montignoso e dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Firenze, con il patrocinio e l’importante collaborazione del Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) si è tenuta un’iniziativa per la rimozione di piante aliene nella zona del lago di Porta; i volontari di Legambiente hanno rimosso una grande quantità di Miriofillo dalla fossa Fiorentina: si tratta di una pianta acquatica esotica, che rischia di distruggere importanti specie autoctone.
Così, associazioni ed Istituzioni hanno convenuto di attivare un percorso sistematico e non più occasionale per rimuovere definitivamente il Miriofillo; l’area del lago, nonostante le tante criticità  da risolvere, rappresenta infatti una ricchezza ambientale e naturalistica di estrema importanza per tutta costa apuoversiliese e proprio l’unione delle competenze e delle risorse può migliorare la situazione con il supporto scientifico delle Università attraverso studi, ricerche e progetti improntati a garantire il benessere dell’area umida.
L’iniziativa di rimozione del Miriofillio rappresenta un tassello importante ed è intenzione dell’ente consorziale riprendere e migliorare il percorso del Contratto di Lago per dare una svolta alla tutela e valorizzazione del bacino lacustre di Porta.


LOMBARDIA

PRESENTATO MASTERPLAN SIN "BRESCIA-CAFFARO” PER AREE AGRICOLE

Il Sito d'Interesse Nazionale "Brescia-Caffaro" vanta il triste primato di essere una delle aree inquinate, più vaste della Lombardia e del Paese: 260 ettari compromessi per la matrice suolo, collocati in un perimetro ben più ampio di oltre duemila ettari, posti a Sud-Ovest di Brescia, dove ad essere contaminata è la falda.
In questo contesto, 65 ettari di superfici agricole sono ormai da oltre venti anni escluse dall'attività produttiva.
Il lungo e complesso iter di bonifica e di messa in sicurezza ha visto impegnato il Consorzio di bonifica Oglio Mella (con sede nella “città della Leonessa”), che ha consegnato, ad Ersaf (Ente Regionale Sviluppo Agricoltura Foreste) e Regione Lombardia, il masterplan per le aree agricole contaminate, ossia uno studio per sviluppare i possibili utilizzi multifunzionali di questo territorio, dove rimane interdetta la coltivazione; un ampio capitolo del lavoro riguarda il reticolo idrico, presente nell’areale ed utilizzato per l’irrigazione di oltre cinquecento ettari di agricoltura periurbana.


VENETO

UN CONVEGNO PER CELEBRARE UN ILLUSTRE CONCITTADINO BONIFICATORE

Cittadino illustre di San Donà di Piave, dove nacque nel 1892, Vittorio Ronchi è stato agronomo, bonificatore, ma anche tecnico nonchè dirigente politico e aziendale. A lui si deve infatti il rilancio dell’azienda agricola Maccarese, che sorge alle porte di Roma, realizzata nel 1925 nel contesto di un importante intervento di bonifica, in gran parte compiuto da manovalanze venete.
Ronchi ricoprì il ruolo di Direttore Generale della tenuta Maccarese dall'Aprile 1937 a Luglio 1944 e da Dicembre 1945 a Luglio 1947, quando lasciò in seguito alla nomina di Alto Commissario per l'Alimentazione; assumerà anche la carica di Dirigente Agrario.
Alla figura di Ronchi è stata dedicata la sala convegni nella sede del Consorzio di bonifica Veneto Orientale a San Donà di Piave, in provincia di Venezia; per commemorare l’importante personalità della storia politica ed agronomica italiana è stato anche organizzato un convegno dal titolo “Dal Veneto a Maccarese”, presenti lo storico Alfredo Martini e Giovanni Zorzi (Ecomuseo Litorale Romano), nonché alcuni eredi di Ronchi, che hanno condiviso ricordi di famiglia.


TOSCANA

POTENZIATO CALL CENTER

Nessuna chiusura per ferie: il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno resta operativo anche ad Agosto; tutte le strutture consorziali proseguono il lavoro per garantire sicurezza idraulica, efficienza nei servizi irrigui ed assistenza ai consorziati.
Per essere ancora più vicino ai cittadini e facilitare il dialogo con l’utenza, dal 1° Agosto l’ente consortile, con sede ad Arezzo, ha potenziato il servizio di call center, ampliando l’orario per fornire informazioni, chiarimenti ed assistenza personalizzata sul contributo di bonifica: ogni giorno dalle ore 08:00 alle ore 18:00 (2 ore in più rispetto a prima) ed apertura anche al sabato mattina.
Con questo rafforzamento del servizio telefonico, che proseguirà anche nei prossimi mesi, l’ “Alto Valdarno” conferma la propria volontà di ascolto, trasparenza e vicinanza e ai cittadini.



                                                                                                       

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
Sito internet: anbi.it - eMail: anbimail@tin.it

Disiscriviti ? Aggiorna preferenze