Anno XXVII, n. 30 lunedì, 4 agosto 2025

RAPPORTO ISPRA SU DISSESTO IDROGEOLOGICO IN ITALIA

ANBI PROPONE ALLE FORZE PRODUTTIVE UN’ALLEANZA PER IL TERRITORIO. L’ECONOMIA DELLA MANUTENZIONE È UN FATTORE DI SVILUPPO

Come costantemente segnalato dall’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, l’Italia è un Paese a crescente rischio idrogeologico: a certificarlo è il 4° Rapporto Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) presentato a Roma; ad essere in pericolo è il 23% del territorio nazionale, interessando il 94,5% dei comuni, dove vivono 5.700.000 persone, di cui 1.280.000 in zone ad elevata o molto elevata pericolosità; ad essere minacciate sono oltre cinquecentottataduemila famiglie, 742.000 edifici, quasi settantacinquemila unità produttive, 14.000 beni culturali.
I dati evidenziano come il rischio idrogeologico sia un fattore non solo sociale, ma economico: intervenire in prevenzione costa assai meno che riparare i danni, senza considerare che l’insicurezza da frane ed alluvioni rallenta fortemente lo sviluppo locale.
“Da anni non si stanziano adeguate risorse per la salvaguardia del territorio, privilegiando gli interventi in emergenza – ha ricordato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) - Di fronte all’accentuata fragilità orografica e ad una rete idraulica inadeguata all’estremizzazione degli eventi atmosferici, i dati dimostrano che c’è urgente necessità di programmare un Piano Straordinario di Manutenzione del Suolo, finanziato con almeno un miliardo di euro all’anno.  Contestualmente servono misure per contrastare il progressivo abbandono delle aree interne, pari al 60% della Penisola e dove vivono oltre tredici milioni di abitanti: sono zone determinanti per la sicurezza idrogeologica degli insediamenti urbani a valle.”
“Per questo – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - il permanere dei servizi essenziali ad una comunità non può essere valutato solo in termini di bilancio economico, ma si devono considerare quantomeno i benefici ecosistemici, garantiti dalla presenza dell’uomo sul territorio, che riteniamo debba essere il perno di un nuovo modello di sviluppo per il Paese.  I Consorzi di bonifica ed irrigazione continueranno a fare la loro parte e rilanciano la proposta di un’alleanza per il territorio con le altre forze produttive del Paese: l’economia della manutenzione è un’opportunità per tutti e tutela le nostre comunità!”


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

TEMPERATURE TORRIDE E PIOGGE SCARSE MINACCIANO IL BACINO MEDITERRANEO: IN ITALIA A RISCHIO CENTOMILA ETTARI DI BOSCHI MENTRE IN PUGLIA VA ESAURENDOSI IL GRANDE BACINO DI OCCHITO

VINCENZI: “NON BASTA UNA GENERAZIONE PER RICREARE OMBRA SU UN SUOLO BRUCIATO”

I disastrosi incendi di Villasimius, in Sardegna e Riserva dello Zingaro, in Sicilia (centinaia di ettari di preziosa vegetazione sono andati distrutti oltre a beni mobili ed immobili, mettendo a rischio anche la vita di tante persone) sono l’esempio delle migliaia di roghi, che stanno bruciando la Penisola; secondo Legambiente, dal 1 Gennaio al 18 Luglio 2025, le fiamme hanno incenerito oltre cinquantaduemila ettari di vegetazione boschiva e spontanea, registrando un incremento del 35% rispetto al 2024. Secondo l’associazione ambientalista, l’ISPRA (Istituto Superiore Protezione Ricerca Ambientale) e le Regioni, i danni diretti ed indiretti del fuoco (3000 interventi antincendio in 7 giorni) potrebbero quest’anno già aver raggiunto il miliardo e mezzo di euro, senza considerare che solitamente l’ “estate dei roghi” inizia adesso e dura fino a Settembre, quando l’aumento di questi fenomeni arriva a toccare +70%, come accaduto l’anno scorso, col rischio quindi che il 2025 veda andare in fumo ben 100.000 ettari di boschi!
“Un  bosco, che brucia, non significa solo la perdita di massa legnosa, bensì la fine di una fucina di servizi ecosistemici: dalla salvaguardia idrogeologica alla preservazione della biodiversità. Per ripristinarli non basta una generazione” ha commentato preoccupato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Non è però solo l’Italia ad affrontare questo dramma, bensì tutti i Paesi del bacino mediterraneo, esposti alle conseguenze della crisi climatica, provocate da mesi di temperature torride e precipitazioni pressoché assenti; tra gli incendi più devastanti avvenuti nel solo mese di luglio, l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche ricorda: in Spagna, la regione di Segarra, in Catalogna (5000 ettari in fiamme) più le province di Tarragona (oltre tremilatrecento ettari) e Toledo (3000 ettari); Creta (bruciati oltre settemila ettari); Cipro (100 chilometri quadrati di territorio vinicolo); in Grecia, il Peloponneso insieme all’Attica ed all’isola di Citera (non è ancora possibile stimare quante migliaia di ettari boscati siano andati distrutti); Albania (18 focolai d’incendio con fiamme, che hanno devastato anche il Parco Nazionale di Lura); inoltre, il Portogallo (Centro e Nord), la Turchia, la Bulgaria, ecc. .
Per quanto riguarda il clima, i venti freschi dell’anticiclone atlantico, accompagnati da rovesci sparsi e talvolta violenti (un centinaio di eventi nella scorsa settimana tra nubifragi, tornado e grandinate), hanno mitigato le temperature sia dell’aria che del mare, dove la colonnina è ridiscesa stabilmente sotto i 30°, riducendosi anche di oltre tre gradi tra le coste di Francia Meridionale, Corsica e Sardegna occidentali, cioè la zona più surriscaldata del mar Mediterraneo (fonte: CEAM).
“L’analisi della situazione conferma la critica situazione, che va creandosi sull’Europa meridionale e per la quale sollecitiamo l’attenzione di Bruxelles. Non accettarne la specificità, modulando adeguatamente provvedimenti e risorse, condannerà quei territori ad un inesorabile declino ambientale ed agricolo, proprio quando le contingenze internazionali dimostrano l’importanza anche strategica dell’autosufficienza alimentare” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Le recenti piogge non hanno interessato omogeneamente l’intera Penisola, latitando proprio sui territori colpiti da siccità grave. In Puglia, questo è testimoniato dal bilancio idrico sempre più in rosso degli invasi della Capitanata: in una settimana, i volumi stoccati nei bacini si sono ridotti di oltre cinque milioni e mezzo di metri cubi, scendendo a mln. mc. 71,54 comprendendo però anche i 40 milioni del “volume morto” previsto nella diga di Occhito. È lecito quindi ipotizzare che, proseguendo l’attuale trend meteorologico, il grande invaso appulo-molisano esaurirà, prima della fine dell’estate, i residui 23 milioni di metri cubi d’acqua, destinati al solo consumo potabile.
Di quasi sette milioni di metri cubi è altresì la contrazione settimanale dei volumi invasati nei bacini di Basilicata: le due più grandi dighe della regione (monte Cotugno e Pertusillo) trattengono complessivamente ben 46 milioni di metri cubi d’acqua in meno dell’anno scorso.
In controtendenza è invece la crescita idrica di circa novantatre milioni di metri cubi, registrata negli invasi della Sicilia durante la prima settimana di Luglio, rispetto al drammatico 2024. Le temperature record di Giugno erano state invece causa della diminuzione di quasi venti milioni di metri cubi nelle riserve idriche regionali.
In Sardegna, i territori occidentali di Nurra ed Alto Cixerri continuano a pagare l’altissimo costo della siccità estrema, che incide pesantemente su economia ed ecosistemi locali.
In Abruzzo, la quota del lago di Penne si è abbassata di poco meno di un metro in una settimana.
Nel Centro Italia continua ad aggravarsi la condizione dei laghi naturali; nel Lazio, sorvegliati speciali sono i laghi vulcanici dei Castelli Romani, dove il livello dei bacini continua ad abbassarsi sempre più rapidamente: Albano è calato di 3 centimetri in una settimana, arrivando a toccare l’altezza idrometrica di m. 1,84 (da Settembre 2023 il livello del lago si è abbassato di cm. 82); anche il piccolo lago di Nemi è calato di 3 centimetri in una settimana, perdendo cm. 24 negli scorsi 12 mesi  e cm.  73 in 4 anni, accentuando quindi il deficit.
In Umbria, le recenti piogge hanno rinvigorito i flussi dei fiumi, ma non la condizione del lago Trasimeno, che invece ha subìto una decrescita di cm. 4.
Nei giorni scorsi, nubifragi hanno interessato il Sud delle Marche e tutti i fiumi della regione hanno registrato importanti incrementi di portata; gli invasi, ancora oggi idricamente ricchi (mln. mc. 47,4), continuano ad erogare acqua al ritmo di circa un milione di metri cubi a settimana in favore delle attività agricole.
In Toscana si segnala il considerevole aumento di portata del fiume Arno, che in una settimana ha registrato un incremento di flusso pari al 44% circa; l’Ombrone rimane invece sotto la portata media mensile, nonché il Deflusso Minimo Vitale.
La distribuzione parcellizzata e di differente intensità delle precipitazioni, che hanno interessato le regioni alpine, è il motivo principale della disomogenea crescita dei livelli idrometrici nei corpi idrici dell’Italia Settentrionale.
In Liguria crescono i livelli dei fiumi Vara, Magra, Entella a Levante, mentre stabile è l’Argentina a Ponente.
In Piemonte sono decrescenti le portate dei fiumi Stura di Lanzo, Stura di Demonte e Toce.
In Valle d’Aosta si riducono i flussi nel torrente Lys e nella Dora Baltea (al rilevamento di Nus, mc/s 11,80 contro una media mensile di mc/s 44,20!).
Le percentuali di riempimento dei grandi laghi vanno dal 41,8% del Lario (unico sotto media) al 72% del Maggiore e dal 75,7% del Benaco all’85,7% del Sebino.
Tra le regioni più colpite dal maltempo e dai fenomeni estremi nell’ultima decade di Luglio,  il Veneto registra aumenti significativi dei flussi in tutti i principali fiumi, consentendo loro di tornare perlomeno in media con gli usuali valori mensili; gli incrementi maggiori sono quelli di Muson dei Sassi (+182%!!), Livenza (+67%) e Brenta (+35%).
In Emilia-Romagna sono in aumento i flussi soprattutto negli alvei dei fiumi Savio e Secchia.
Infine, le portate del fiume Po, pur crescendo dall’ Alessandrino al delta, rimangono largamente deficitarie rispetto ai valori storici di riferimento: Piacenza -42%, Pontelagoscuro -34%.

                                                                     

TOSCANA

POTENZIATI IMPIANTI IRRIGUI

Si è svolta a Venturina Terme, sede del Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa nel comune di Campiglia Marittima, l'inaugurazione dei lavori di adeguamento e potenziamento degli impianti irrigui nel distretto della fossa Calda.
Il progetto prevede la realizzazione di una tubazione in pressione con lo scopo di collegare i 2 distretti irrigui, consentendo il trasferimento e la compensazione d’acqua tra le rispettive vasche di carico. Questo intervento garantirà la possibilità di bilanciare la disponibilità idrica nei due distretti, ottimizzando la gestione delle risorse ed assicurando un'adeguata fornitura idrica in caso di necessità.
La cerimonia ha visto la partecipazione anche dell’Assessore Agricoltura Regione Toscana, Stefania Saccardi.
Il potenziamento degli impianti irrigui è parte di un più ampio progetto di valorizzazione delle risorse naturali e di sostegno all’agricoltura, che ha visto la collaborazione tra ente consortile, Regione e Comune: il lavoro, infatti, si inserisce in un contesto di sviluppo sostenibile con l’obbiettivo di migliorare la gestione delle acque e di rispondere alle crescenti necessità del settore primario.


LOMBARDIA

STAGIONE IRRIGUA FRA DEFICIT E RIPRESA

Il mese di giugno ha segnato deficit pluviometrici molto marcati su tutto il territorio della pianura lombarda, nonchè intense anomalie di temperatura in aumento e che hanno consumato velocemente le riserve idriche; Luglio è stato, quindi, cruciale per definire le sorti della stagione irrigua in corso. Per valutare al meglio la situazione e definire eventuali azioni da intraprendere, sono stati organizzati 3 importanti momenti di coordinamento.
Nel corso dell’Osservatorio permanente Utilizzi Idrici Distretto Idrografico fiume Po si è potuto constatare, anche attraverso i valori degli indicatori idrometeorologici, come il mese di giugno sul distretto padano sia risultato nel complesso largamente deficitario, evidenziando una tendenza al peggioramento e mostrando sottobacini già con criticità acute. In Lombardia è stata richiamata l’attenzione sui casi specifici dei bacini non regolati dei fiumi Brembo e Serio e dei laghi Maggiore e Lario, i cui livelli idrometrici erano in rapido calo.
A queste attenzioni si erano poi aggiunte le segnalazioni di alcuni enti consortili per gli impianti di sollevamento da Po e dal tratto terminale dell’Oglio, prossimi a raggiungere la quota minima di pescaggio.
Nel corso dell’Osservatorio, Regione Lombardia ha espresso l’intenzione di mantenere la gestione cautelativa della risorsa ed a tal proposito i Consorzi di bonifica si erano già attivati per cercare di risparmiare quanta più risorsa possibile condividendo, in occasione dell’Assemblea ANBI Lombardia, l’opportunità di procedere con riduzioni comuni nei prelievi in atto. Nei giorni successivi si è fortunatamente assistito ad un radicale cambiamento di scenario con perturbazioni, che hanno finalmente raggiunto il Nord Italia, portando precipitazioni a carattere temporalesco, ma diffuse su tutta la pianura lombarda.
Dopo un Giugno pluviometricamente drammatico (-81% rispetto al valore medio sulla pianura), Luglio si è concluso con un surplus registrato in un momento prezioso della stagione irrigua e che ha consentito di ripristinare, almeno in parte, i livelli dei grandi laghi regolati.
È evidente, comunque, che la gestione della risorsa idrica rappresenta una delle sfide principali per la Lombardia e per questo la Regione ha  pubblicato un bando da 7 milioni di euro in favore delle aziende agricole, affinchè efficientino i propri sistemi irrigui. Dai dati e segnalazioni pervenuti dagli enti consortili resta sotto attenzione solo il bacino non regolato del Brembo.
“Per il futuro”, ha evidenziato ANBI Lombardia, “l’auspicio è che si possa decidere in merito all’innalzamento sperimentale dei livelli di regolazione dei laghi non in funzione della situazione a valle, ma della situazione delle riserve idriche a monte. È essenziale, infatti, che l’accumulo di risorsa negli invasi venga effettuato preventivamente alla situazione di severità media, al fine di evitarla e non trovarsi in una situazione deficitaria”.
Regione Lombardia ed Autorità Distrettuale di Bacino del fiume Po (AdBPo) hanno condiviso l’opportunità di rivedere le regole di invaso nei grandi laghi; è inoltre intenzione di AdBPo di attivare un tavolo sul riso con particolare riferimento alla pratica irrigua in sommersione, fondamentale per la ricarica della falda e la protezione degli ecosistemi.
Infine, nell’ultimo appuntamento di Luglio, l’Osservatorio distrettuale ha sancito la condizione di severità idrica “bassa con precipitazioni” per il distretto padano, con l’eccezione di parte del Piemonte già in severità idrica “media” e del bacino del Brembo, sul quale si manterrà costante l’attenzione. Dei bacini regolati, invece, solo quello dell’Adda ha mostrato nuovi segni di sofferenza che, a seconda di come si distribuiranno le prossime precipitazioni, potrebbero tradursi in riduzioni nelle erogazioni alle utenze di valle.


VENETO

CONTRASTO AL CLIMA ESTREMO LA RISPOSTA È IN  AUTOMAZIONE ED INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Il recente completamento degli interventi necessari a gestire da remoto le paratoie dell’idrovora Vampadore, nel comune di Megliadino San Vitale, rappresenta un obbiettivo importante per la gestione dell’ impianto deputato allo sgrondo delle acque di oltre diecimilacinquecento ettari tra le province di Verona e Padova,  ma è solo l’ultimo tassello di un progetto complessivo del Consorzio di bonifica Adige Euganeo (con sede ad Este, in provincia di Padova).
Attualmente, il sistema di monitoraggio e telecontrollo dell’ente consortile interessa 80 impianti idraulici (43 idrovore, 14 sostegni, 23 impianti di sollevamento a uso irriguo), monitorati, automatizzati e telecomandati da remoto, assicurando un controllo costante sulla quasi totalità dei 120.000 ettari del comprensorio consortile e delle opere a servizio di una popolazione di circa duecentomila persone suddivise in importanti centri urbani come Noventa Vicentina, Montagnana, Este, Monselice, Conselve, ma anche in aree agricole come quelle di Cona, Cavarzere e Correzzola, dove l'automazione degli impianti idrovori è cruciale per contrastare le conseguenze di eventi meteo estremi, proteggendo abitazioni ed attività.
Gli investimenti per la realizzazione di questa imponente infrastruttura sono stati progressivi, frutto di risorse interne e finanziamenti pubblici: negli scorsi 10 anni, l’ente consorziale ha investito circa settecentomila euro in nuovi impianti.
Il percorso dell’ “Adige Euganeo” nell'automazione è un progetto in continua evoluzione; i prossimi obbiettivi prevedono: il “revamping” tecnologico delle periferiche obsolete per garantire piena compatibilità e maggiore affidabilità; l'estensione del telecontrollo e dell'automazione a tutti gli impianti, che ne sono ancora sprovvisti, per una copertura totale del comprensorio; l'integrazione di un modulo di Intelligenza Artificiale (AI) per l'analisi dei dati in linguaggio naturale, rendendo più intuitiva l'interpretazione delle informazioni; lo sviluppo di un prototipo avanzato basato su AI per la previsione idrogeologica, capace di elaborare previsioni in base ai parametri rilevati in tempo reale e alle caratteristiche del bacino.
Questi interventi rappresentano un passo decisivo verso una gestione idraulica predittiva, intelligente e completamente digitalizzata, in linea con le sfide ambientali e tecnologiche dei prossimi anni.


LOMBARDIA

INNOVAZIONE IN AREA AGRICOLA PERURBANA

Con l’avvio della stagione irrigua è stata completata l’installazione delle nuove paratoie completamente automatizzate e controllate a distanza dal Consorzio di bonifica Oglio Mella (con sede a Brescia). Sono 11 i manufatti idraulici interessati, che riguardano le opere di presa, gli scarichi nel fiume Mella ed i partitori del ramificato reticolo bresciano.
L’obiettivo primario è di poter gestire in maniera tempestiva i volumi d’acqua, derivati a fini irrigui per poter garantire, nel minor tempo possibile, un adeguato svuotamento del reticolo idraulico del territorio, appartenente al cosiddetto Nodo Idraulico di Brescia. Permettere lo smaltimento delle acque meteoriche in caso di intense precipitazioni è, infatti, un aspetto determinante per fronteggiare questi fenomeni sempre più frequenti.
A partire da Villa Carcina, passando per Concesio e Collebeato, le innovative macchine idrauliche, alimentate da pannelli solari, interessano gli alvei di Serioletta di Carcina, Celato, Massarola e Cobiada.
Arrivando a Brescia, le paratoie automatizzate consentono di regolare la presa del corso d’acqua Fossetta e Canalone dal torrente Garza, nonché i partitori del fiume Grande e del Vaso Garzetta delle Fornaci.
Oltre che per la sicurezza idraulica di un ampio territorio lungo l’asta del fiume Mella, le opere, interamente finanziate dalla Regione Lombardia per 450.000 euro, rappresentano un importante strumento per la gestione dell’irrigazione nelle aree agricole a Sud del capoluogo.
Il telecontrollo delle manovre idrauliche avviene, grazie ad apposite applicazioni informatiche mobili in dotazione al personale consortile. Tutte le informazioni (dati idrometrici, ecc.) vengono inoltre archiviate nel sistema informatico consorziale, che permette di avere in tempo reale il quadro completo di tutti i punti nevralgici della rete.
L’innovazione e lo sviluppo tecnologico sono elementi fondamentali, su cui l’ “Oglio Mella” intende continuare ad investire anche potenziando l’ufficio tecnico, che ha progettato questo intervento.


EMILIA ROMAGNA

CONCLUSO INTERVENTO RIGENERATIVO

Il Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna) ha completato un importante lavoro di ripristino funzionale e tecnologico sul nodo idraulico di bonifica della chiavica Marciapesce, in località Paltrone, ad Anzola.
Questa chiavica a porte vinciane si trova nel punto, in cui il canale emissario Marciapesce si connette al rio Martignone per poi confluire insieme nel torrente Samoggia. Si tratta del manufatto, che impedisce che le acque del Martignone rigurgitino nei suoli a monte, quando il Samoggia è in piena e non riesce a ricevere altre acque dalla pianura. Si tratta di un nodo idraulico che tiene asciutti circa millecento ettari di pianura in un'area, che anticamente si chiamava Vallette, in ricordo della naturale vocazione ad essere allagata.
L'opera rigenerata risale agli anni ‘50 del secolo scorso ed è stata danneggiata dagli eventi alluvionali del Maggio 2023. Sono state sostituite le porte vinciane, ripristinata la paratoia e adeguate le opere elettromeccaniche che le movimentano.
Inoltre, si sono restaurate le volte e le strutture murarie storiche della chiavica e dei  ponti, oltre a risagomatura e potenziamento spondale dei 2 corsi d'acqua.
Quest'opera strategica per la prevenzione del rischio idraulico ad Anzola ha comportato un investimento di 600.000 euro. Si tratta del 57° intervento concluso dall’ente consorziale, tra Giugno 2023 ed oggi, sulle 115 opere progettate per la completa rigenerazione della rete e delle strutture idrauliche di bonifica. I restanti 58 interventi sono già in fase attuativa. In totale, si tratta di oltre centosessantasette milioni di euro impiegati per potenziare la sicurezza idraulica e la disponibilità idrica nella pianura tra i corsi d’acqua Samoggia e Sillaro.


TOSCANA

PUNTO SUI LAVORI

Il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze) ha completato la demolizione del ponte sul torrente Rimaggio a Sesto Fiorentino, idraulicamente inadeguato ed all’origine dell’alluvione del 14 Marzo u.s.; tale operazione è la più simbolica fra i tanti interventi per il ripristino di briglie e difese spondali, nonchè per il miglioramento dell’officiosità idraulica del corso d’acqua, condotti in somma urgenza dall’ente consortile. L’obbiettivo, dal punto di vista idraulico, è ristabilire ed aumentare la sezione utile per il deflusso regolare in alveo prima di metà Settembre e quindi del prossimo autunno-inverno.
L’ente consorziale è al lavoro anche per la sistemazione del fosso Acqualunga nella zona tra Chiazzano e la zona industriale Castelletto di Agliana, in comune di Pistoia. L’intervento in corso è finanziato dalla Regione Toscana, tramite fondi di Protezione Civile, per un totale di 1.800.000 euro; con questo lotto, gli investimenti per l’Acqualunga ammontano, in soli 4 anni, ad un totale di 3.500.000 euro per la maggiore sicurezza idraulica nella zona di Pistoia.


EMILIA ROMAGNA

INTESA OPERATIVA

Intesa operativa tra il Comune di Sala Baganza ed il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”): sottoscritto un accordo preliminare per la prioritaria risoluzione delle criticità idrogeologiche sul territorio.
Sul tavolo c’è inoltre una proposta, affinché l’Ufficio Progettazione dell’ente consortile possa redigere un primo Studio di Fattibilità per la sistemazione delle criticità idrogeologiche, riscontrate in località Limido, zona soggetta al pericolo di allagamenti e sulla quale si intende intervenire a protezione della viabilità della strada comunale.


FRIULI VENEZIA GIULIA

MANUTENZIONE E MAGGIORE SICUREZZA IDRAULICA PER IL CORMOR

Riunione informativa a Udine, nella sede del Consorzio di bonifica Pianura Friulana, tra i vertici dell’ente consortile e gli Assessori Comunali di Tavagnacco e Pagnacco: oggetto dell’incontro, la manutenzione e la messa in sicurezza idraulica del torrente Cormor.
L’ente consortile sta infatti predisponendo il progetto di fattibilità tecnica ed economica, cui seguiranno l'iter autorizzativo ed il progetto esecutivo, per un impegno di spesa previsto in € 344.000,00 . Entro l’inverno 2025-26 sarà sistemata la “Strada di Gris”, dove transitano mezzi pesanti agricoli; in fase di studio è la realizzazione di un arginello di contenimento delle piene, a protezione della chiesetta di Vanelis, interessata da allagamenti. Prossimamente sarà effettuato un sopralluogo in loco per stabilire ulteriori priorità.


IN TOSCANA

NEL CUORE DELLE FORESTE CASENTINESI CHIUSA LA DIRETTRICE ESCURSIONISTICA PER L’EREMO DI  CAMALDOLI

TRASLOCATI TRITONI, SALAMANDRE E RANE TEMPORARIE

VINCENZI: “E’ UN CANTIERE STRATEGICO CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO UN ESEMPIO DI CURA DEGLI ECOSISTEMI APPENNINICI E TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ NELLE AREE INTERNE”

Dopo i pesci, è toccato a salamandre pezzate, tritoni e rane temporarie cambiare provvisoriamente  casa: il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, prima di dare ufficialmente il via al maxi cantiere per il ripristino delle briglie montane sul fosso della Bernardina e sul fosso di Camaldoli, ha infatti trasferito anche gli anfibi, che ne popolano le acque nei pressi di Poppi verso il millenario Eremo aretino, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e della Riserva Naturale Biogenetica.
“Si tratta di lavori indispensabili per la tutela del territorio, diventati però anche un modello di attenzione e cura nei confronti degli ecosistemi appenninici; la sicurezza in pianura nasce a monte” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Prima dell’apertura del cantiere è stato effettuato un attento monitoraggio degli alvei e delle zone limitrofe, prelevando in sicurezza numerose specie di anfibi particolarmente sensibili alle alterazioni dell’habitat fluviale – ha precisato Enrico Righeschi, ingegnere dell’Ufficio Difesa del Suolo e referente della Unità Idrografica Omogenea Casentino - Tutti gli esemplari sono stati ricollocati in ambienti idonei, così da garantire la prosecuzione dei lavori in condizioni di piena compatibilità ecologica.”
“E’ un esempio concreto di come l’attività svolta dai Consorzi di bonifica per la mitigazione del rischio idrogeologico sia pienamente compatibile con la tutela degli ambienti naturali più fragili, nonché in sintonia con una  gestione responsabile e sostenibile del territorio montano” ha sottolineato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
Per consentire lo svolgimento in sicurezza delle operazioni è stata disposta la chiusura temporanea (almeno fino a Settembre) del sentiero CAI n. 74, che collega Camaldoli a monte Faggiolo attraverso le foreste casentinesi, offrendo ambienti ricchi di biodiversità e scorci di grande valore paesaggistico ad escursionisti, naturalisti, pellegrini indirizzati ora ad utilizzare percorsi alternativi.
“Capiamo il disagio in piena stagione estiva, ma lì, più che in altri luoghi, è d’obbligo coniugare la manutenzione idraulica al pieno rispetto dei ricchi e vari ecosistemi locali. La tutela della biodiversità è stata posta come priorità assoluta fin dalle primissime fasi del progetto con un approccio integrato tra ingegneria naturalistica e salvaguardia della fauna. L’obbiettivo è quello di restituire un ambiente più sicuro ed ancora più ricco di valore ecologico” ha concluso Serena Stefani, Presidente Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, con sede ad Arezzo.


LOMBARDIA

CONFERMATA CERTIFICAZIONE GOCCIA VERDE

Il Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po (con sede a Mantova) ha ricevuto esito positivo dall’annuale visita di sorveglianza, relativa alla certificazione Goccia Verde: una conferma importante per un riconoscimento ottenuto lo scorso anno e che ha visto l’ente consortile, terzo in Italia a conseguire questo prestigioso marchio.
“Goccia Verde” è un marchio di certificazione privata e volontaria, promosso da ANBI, che attesta un uso responsabile dell’acqua e la tutela qualitativa e quantitativa della risorsa idrica. L’obbiettivo è migliorare la sostenibilità dei processi connessi all’acqua e, al contempo, aumentare la competitività delle produzioni italiane sui mercati internazionali.
È necessario rispettare requisiti stringenti e adottare azioni virtuose, basate su indicatori misurabili e verificati da un ente certificatore terzo. Il disciplinare segue gli standard e le normative internazionali più rilevanti in materia di sostenibilità e gestione delle risorse.
L’adesione del Consorzio di bonifica allo standard consente anche alle aziende produttrici ed alle organizzazioni di produttori del comprensorio di intraprendere il percorso di certificazione.
Questo permetterà loro di apporre il marchio ed un QR code sui prodotti, offrendo trasparenza al consumatore e valorizzando la sostenibilità del processo produttivo.


VENETO

MUSEO BONIFICA ABBATTE BARRIERE ARCHITETTONICHE

Il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) ha completato  l’intervento di riqualificazione architettonica del Museo Regionale della Bonifica “Ca’ Vendramin”, reso possibile grazie a un finanziamento di 420.000 euro stanziati dal Ministero Cultura tramite il Piano Nazionale Ripresa Resilienza (P.N.R.R.).
Realizzato nel 1900, il complesso idrovoro è stato il primo ed il più importante nell’azione di bonifica dell’Isola di Ariano, nel Delta del Po; ha cessato le sue attività alla fine degli anni ’60 a causa della subsidenza.
Oggi, in virtù del pregio architettonico e dell’ottimo stato di conservazione degli interni, ospita il Museo Regionale della Bonifica ed è sede convegnistica anche internazionale.
Gli interventi sostenuti con il P.N.R.R. hanno consentito di rimuovere barriere architettoniche e riqualificare gli ambienti esterni; nello specifico, l’ente consorziale, che gestisce la struttura attraverso la Fondazione Ca’ Vendramin, ha provveduto a pavimentare il percorso d’ingresso, agevolando lo sgrondo delle acque meteoriche; ha posizionato rampe interne per facilitare l’accesso alle sale; ha creato bussole per migliorare la gestione degli ingressi e proteggere dalle intemperie; ha realizzato sedute e fontanelle, ripristinato murature storiche e messo a dimora piante ed alberi. Il complesso è stato inoltre attrezzato con un nuovo sistema di illuminazione esterna e videosorveglianza.


MARCHE

NUOVA PRESIDENTE

Dopo aver rivestito per 2 anni i ruoli di Presidente Assemblea Regionale Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) e di Presidente ANBI Marche, Francesca Gironi è stata nominata alla guida del nuovo Consiglio d’Amministrazione dell’ente consortile; a succederle, come Presidente dell’Assemblea Regionale, è stato eletto Stefano Mazzoni.
Laureata in giurisprudenza, Francesca Gironi, che raccoglie il testimone da Michele Maiani, è imprenditrice agricola ed allevatrice di cavalli.
A livello internazionale riveste il ruolo di Presidente della Commissione Femminile di Copa-Cogeca ed è componente della Commissione Femminile di Oma, l’Organizzazione Mondiale  Agricoltura. Per Coldiretti è Vicepresidente nazionale di Donne Impresa e Presidente di Donne Impresa Marche.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
Sito internet: anbi.it - eMail: anbimail@tin.it

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