100% COERENTI CON GLI INTERESSI DEL PAESE
UN INTERVENTO DA OLTRE 27 MILIONI DI EURO: NEL BERGAMASCO OLTRE 1.880 ETTARI SERVITI DA NUOVI SISTEMI IRRIGUI A PRESSIONE
È stato inaugurato dal Consorzio di bonifica Media Pianura Bergamasca un importante intervento di ammodernamento della rete irrigua, finalizzato alla conversione dell’irrigazione “da scorrimento a sistemi a pressione”, più efficienti e sostenibili: l’intervento ha richiesto un investimento complessivo di oltre ventisette milioni di euro, di cui circa diciasette finanziati con fondi pubblici ed oltre dieci milioni a carico dell’ente consortile da ripartire su 20 anni. Si tratta di un progetto ambizioso nato nel 2017, quando l’ente consortile presentò una domanda di sostegno nell’ambito del Piano Sviluppo Rurale Nazionale 2014-2020 per accedere ai fondi destinati al miglioramento delle infrastrutture agricole; il Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (oggi M.A.S.A.F.) accolse la proposta nel 2019, riconoscendone il valore strategico; da quel momento è iniziato un percorso complesso, ma virtuoso, che ha visto l’adeguamento del quadro economico per far fronte all’aggiornamento dei prezzi, alle risultanze delle gare d’appalto ed all’introduzione di varianti progettuali migliorative.
“E’ un’ulteriore sfida, che abbiamo vinto – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Oltre che di efficienza operativa è una dimostrazione della capacità progettuale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione: è la strada, che dobbiamo continuare a percorrere, soprattutto ora che in Italia si ricomincia quantomeno a parlare di programmazione. Di fronte alla crisi climatica, l’agricoltura, che produce cibo, sarà sempre più irrigua.”
“Le aree interessate dai nuovi impianti d’irrigazione sono 3 per oltre milleottocentottanta ettari: la roggia Nuova, nel comune di Zanica; la roggia Borgogna, che attraversa i comuni di Bagnatica, Bolgare, Calcinate, Cavernago e Costa di Mezzate; il comprensorio di Caravaggio, che comprende anche i comuni di Capralba e Mozzanica – ha precisato Mario Reduzzi, Direttore ANBI Lombardia e dell’ente consortile bergamasco - In tutte queste zone si è proceduto alla sostituzione dei vecchi sistemi irrigui “a scorrimento” con moderni impianti di pluvirrigazione, capaci di garantire un risparmio d’acqua, stimato tra il 35% e il 50%. “
“Non si tratta soltanto di una scelta tecnica, ma di una precisa strategia di adattamento ai cambiamenti climatici e che mira a rendere il sistema irriguo più resiliente nei mesi estivi, caratterizzati da siccità crescenti, assicurando una gestione più razionale della risorsa idrica” ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
I nuovi impianti non solo riducono i consumi idrici, ma ne migliorano l’efficacia agronomica, consentendo di ottenere produzioni più abbondanti e di qualità superiore; le dotazioni irrigue previste sono calibrate per garantire flessibilità e adattamento anche in scenari climatici estremi, arrivando fino a 60 litri al minuto per ettaro in caso di necessità. Dal punto di vista tecnico, i lavori hanno previsto la realizzazione di stazioni di pompaggio, reti adduttrici e distributrici, idranti, nonchè l’infrastruttura necessaria per assicurare agli agricoltori un accesso semplice e funzionale all’acqua: ogni comprensorio irriguo è stato progettato per rispondere alle specifiche esigenze del territorio, sia in termini di pressione che di tipologia d’adacquamento.
“Con questo intervento, abbiamo raggiunto un traguardo importante, ponendo solide basi per il futuro dell’agricoltura nel territorio – ha dichiarato il Presidente Consorzio di bonifica Media Pianura Bergamasca, Franco Gatti - La realizzazione di impianti efficienti, sostenibili ed all’avanguardia rappresenta non solo un vantaggio per gli agricoltori, ma anche una risposta concreta alle sfide ambientali e climatiche.”
Alla cerimonia inaugurale dell’importante intervento ha presenziato il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana.
VENETO
IL CUNEO SALINO FA MENO PAURA L'AGRICOLTURA RIUTILIZZA L'ACQUA DI BONIFICA
Con l’entrata in funzione, ad inizio Giugno, della nuova centrale irrigua Goro, ad Ariano nel Polesine, il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) ha completato il piano di “Adeguamento della rete irrigua di distribuzione dell’Isola di Ariano”, reso possibile grazie ad un finanziamento di € 9.816.637,00 stanziati dal Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste tramite P.S.R.N. (Piano Sviluppo Rurale Nazionale) 2014-2020.
La progettualità si è articolata in 3 interventi finalizzati a recuperare le funzionalità di parte della vetusta rete irrigua già esistente, migliorarne la capacità d’invaso e, soprattutto, riutilizzare l’acqua meteorica e di bonifica per rimetterla nella rete. Così facendo è ora possibile, in caso di risalita del cuneo salino, chiudere le vecchie prese irrigue sul fiume Po, garantendo comunque l’irrigazione. La nuova centrale “Goro”, con relativo potenziamento della rete irrigua connessa al canale Veneto, interessa il territorio di Ariano e Taglio di Po, mentre gli altri 2 interventi riguardano il territorio di Taglio di Po, nelle località Mazzorno e Cornera.
In sintesi, anziché azionare le pompe per riversare l’acqua dolce in mare, le si aziona per reimmetterla nella rete irrigua e per far questo sono state realizzate nuove centrali di pompaggio, reti intubate, manufatti di regolazione, sensoristica e sistemi di telecontrollo.
Il principale dei 3 interventi ha come oggetto il canale Veneto, la dorsale di scolo dell’isola di Ariano dove, nel suo punto conclusivo, pochi metri prima dell’idrovora Goro, è stato realizzato l’impianto, che intercetta l’acqua dolce di bonifica, altrimenti destinata a mare e la reimmette nella rete irrigua, che prosegue verso l’estremo meridionale dell’isola.
A beneficiarne sono 1.500 ettari di campagna, che altrimenti non avrebbe garanzia di risorsa nel periodo estivo, dato che l’unica rete precedentemente in funzione derivava acqua direttamente dal fiume Po e veniva dunque chiusa nei periodi di risalita del cuneo salino. Con la nuova centrale, parte delle obsolete e deteriorate canalette in calcestruzzo sono state sostituite da condotte tubate per complessivi 5 chilometri.
La condotta principale, dal diametro di 1 metro, è in grado di trasportare fino a 1.000 litri al secondo; il tratto terminale, lungo circa tre chilometri, si conclude in località Bacucco, nella punta dell’isola di Ariano, rivitalizzando un’agricoltura fino ad oggi maggiormente soggetta a salinizzazione. Lo stesso principio di riutilizzo delle acque meteoriche riguarda il nuovo impianto di Mazzorno Destro, località del comune di Taglio di Po ed attrezzato con una pompa da l/s 75, alimentano una nuova condotta di m. 1.500 a servizio di un’area di 100 ettari. Infine, rientra sempre nel P.S.R.N. 2014-2020 l’intervento realizzato in località Cornera, sempre a Taglio di Po, dove una condotta irrigua, che deriva acqua dal Po di Venezia, è stata prolungata con 2 chilometri di condotta tubata a beneficio di 500 nuovi ettari di campagna.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
LA CRISI CLIMATICA FA RAGGIUNGERE TEMPERATURE RECORD AL MEDITERRANEO
VINCENZI: “NELLA TEMPESTA CLIMATICA NAVIGHIAMO A VISTA”
Il riscaldamento dei mari (ad iniziare dal Mediterraneo) comporta la dilatazione delle molecole idriche che, per raffreddarsi, abbisogneranno di tempi largamente superiori: ecco, perché il top di temperatura raggiunto dal mare Nostrum è foriero di conseguenze, che fanno presagire scenari ancora insondati.
A segnalarlo è l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che indica come il Mediterraneo occidentale e l’Atlantico Nord-Orientale si stiano riscaldando ben più di quanto accada nel resto dei mari: se infatti le anomalie marine a livello globale si attestano in questi giorni sui +0,37° rispetto alla media 1991-2020 e sono inferiori a quelle registrate nello scorso biennio (fonte: Copernicus Climate Change Service - ECMWF), il Mare Nostrum sta invece facendo segnare le temperature più alte mai rilevate e questo nonostante, nella parte orientale del bacino, le acque dell’Egeo fino a quelle, che lambiscono le coste orientali egiziane (con l’esclusione della porzione di mare, che bagna il Medioriente), risultino maggiormente in linea con le temperature medie, se non localmente addirittura più fresche del normale; questo significa che il Mediterraneo occidentale è un “brodo”, dove le anomalie termiche arrivano a superare i cinque gradi tra Spagna, Francia, Corsica e Sardegna occidentale. Nei prossimi giorni tra mar Tirreno e Ionio (così come nelle acque, che bagnano le coste meridionali di Turchia, Siria, Israele, ecc.) le temperature raggiungeranno i 29° e non scenderanno sotto i 27°: come già segnalato, si è in anticipo di almeno una settimana sullo scorso anno (il più caldo in assoluto per temperature marine globali), quando nella prima settimana di Luglio si raggiunsero i 30°.
Quanto poi questo influisca sul clima della terraferma è testimoniato dai dati: lì, dove a Maggio il mare è stato più freddo (ad Est, compreso il mar Nero), anche la temperatura dell’aria è stata più fresca del consueto; nell’Europa Occidentale, dove invece Mediterraneo ed Atlantico registrano record di temperature, il mare non riesce più ad assolvere al compito di mitigare le correnti calde, senza contare i rischi meteorologici, dovuti all’energia scaturita dall’incontro tra correnti calde ed umide con quelle più fredde d’alta quota dell’Artico.
“La crisi climatica, seppur largamente predetta, sta subendo una straordinaria accelerazione soprattutto nell’area mediterranea, dove i territori sono esposti a crescenti rischi” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Accanto ad un programma pluriennale di opere infrastrutturali, accompagnato ad un grande sforzo in ricerca ed innovazione, sono necessari interventi, che invertano l’esodo dalle aree interne del Paese: abbandonare quei territori, accentuando la pressione antropica lungo le coste, nei nuovi scenari climatici può diventare un pericoloso boomerang” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Per tutto il mese di giugno l’Italia è stata stretta nella morsa del caldo africano e le temperature in alcune zone hanno già toccato i 40°. Nei prossimi giorni si prevede che le zone più calde siano quelle interne della Sardegna Occidentale, la Pianura Padana e la fascia tirrenica; il record dovrebbe toccarsi sui colli attorno a Roma, città dove negli anni a venire ci si aspetta un aumento di ondate di calore estive fino al 186% (fonte: CMCC). Nel fine settimana andrà un po’ meglio al Sud, dove in linea di massima le temperature dovrebbero essere più sopportabili. Il report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche registra, questa settimana, perlopiù una decrescita generalizzata dei livelli idrometrici dei corpi idrici lungo la Penisola per via della stabilità atmosferica e delle alte temperature: al Sud la situazione è sempre più difficile, mentre al Centro preoccupano i livelli idrometrici dei laghi.
Al Nord i grandi bacini naturali mantengono percentuali di riempimento, che vanno dal 71,2% del lago di Como al 95,4% del Maggiore.
Le portate del fiume Po hanno subìto una drastica riduzione: a Pontelagoscuro il flusso si è ridotto di circa il 25% in 7 giorni.
In Valle d’Aosta calano i livelli idrometrici di Dora Baltea e torrente Lys.
Anche in Piemonte si riducono le portate fluviali di Stura di Demonte, Stura di Lanzo e Toce; in crescita, invece, quelle del Tanaro.
In Liguria calano i livelli nei bacini di Levante; stabile quello dell’Argentina, a Ponente.
Nel Veneto le portate dei fiumi scendono sotto le medie storiche mensili: attualmente l’Adige registra un deficit del 45,6%, mentre quello del Brenta si aggira attorno al 50%.
In Emilia-Romagna tornano ad essere deficitari i flussi nei fiumi beneficiari, la scorsa settimana, di forti apporti pluviali: caso emblematico è quello della Secchia scesa dai mc/s 50,25 di una settimana fa ad una portata inferiore al metro cubo al secondo.
In Toscana calano i livelli dei fiumi Arno e Serchio, mentre Sieve ed Ombrone registrano una sostanziale invarianza.
Nelle Marche sono stabili le portate dei fiumi e ricca è ancora la dotazione d’acqua stoccata negli invasi (mln. mc. 53,2).
In Umbria il livello del lago Trasimeno si è ridotto di 5 centimetri in 7 giorni!
Nel Lazio l’abbassamento del livello del lago Sabatino è stato di 3 centimetri; continuano a decrescere anche i livelli nei 2 bacini vulcanici dei Castelli Romani: Nemi (-cm.3) ed Albano, che da Settembre 2023 è sceso di ben 63 centimetri! Cresce invece la portata del fiume Tevere, che però rimane ampiamente sotto media, seppur superiore allo scorso anno; sono stabili i flussi di Aniene e Velino (fonte: AUBAC).
In Abruzzo, il caldo non fa eccezione e, in un mese, la diga di Penne ha erogato, al netto dell’evapotraspirazione, un volume idrico pari a mln. mc.1,46.
Si aggrava la condizione idrica della Basilicata, dove i volumi contenuti negli invasi si riducono al ritmo di 1 milione di metri cubi al giorno ed ora rimangono mln. mc. 252,94!
In Puglia, infine, continua pressante l’attenzione per risparmiare la poca acqua contenuta negli invasi della Capitanata: i volumi trattenuti dalle dighe sono oramai inferiori ai cento milioni di metri cubi (lo scorso anno, già molto difficile, erano disponibili quasi cinquanta milioni in più…).

VENETO
FORTE ONDATA DI CALORE AUMENTA IL FABBISOGNO IDRICO SUL 60% DELLA CAMPAGNA VENETA
“La forte ondata di calore, che si preannuncia, comporterà un aumento della richiesta irrigua su gran parte del territorio regionale in un momento molto delicato soprattutto per il mais, che proprio ora comincia ad aver bisogno d’essere irrigato”: ad affermarlo è ANBI Veneto.
L’analisi dei dati probabilistici sulle previsioni del periodo 26 Giugno – 6 Luglio, condotta dal Centro Sperimentale CeSPII-Consorzio di bonifica L.E.B.-Lessino Euganeo Berico (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona) mostra una netta tendenza verso valori medio-alti di evapotraspirazione.
Quasi il 60% dei distretti irrigui del Veneto, cioè i territori di pianura e fascia pedemontana reggiungeranno, secondo le attuali previsioni più critiche, valori nettamente superiori alla media del periodo degli scorsi 10 anni. Si tratta di gran parte della pianura interna, dove l’evapotraspirazione registrerà valori fino a 10 millimetri superiori alla media con una dispersione in atmosfera, nei 10 giorni, fino a sessanta millimetri d’ acqua rispetto alla consueta cinquantina. Maggiormente a rischio saranno i territori ad Ovest dei colli Euganei, la pianura tra le province di Verona, Vicenza e la Marca Trevigiana al confine con il Friuli. Situazione nella media si dovrebbe registrare nel Polesine e nella fascia costiera.
“In questo periodo, in virtù delle forti piogge della prima metà dell’anno, non siamo in situazione di mancanza d’acqua, ma un’estate eccessivamente calda e poco piovosa potrebbe causare problemi già dal mese prossimo, considerato che nevi in montagna non ce ne sono ed il contributo dai ghiacciai è ormai minimo” conclude ANBI Veneto.
IL PROGETTO AGRICOLTORE CUSTODE DELL’APPENNINO
IN EMILIA ROMAGNA ESEMPLARE ESPERIENZA DI CONTRASTO ALL’ESODO DAI TERRITORI MONTANI
VINCENZI: “LA COESIONE TERRITORIALE SARA’ FRA I TEMI AL CENTRO DELLA PROSSIMA ASSEMBLEA DEI CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE ITALIANI”
Sono ben 22 i comuni ubicati sulle fasce appenniniche, pedemontane ed alto-collinari, coinvolti nel progetto “Agricoltore custode dell’Appennino” ideato dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) per contribuire a contrastare l’esodo della popolazione verso la pianura; l’obbiettivo è valorizzare il fondamentale ruolo del comparto rurale nella manutenzione del territorio di montagna, coinvolgendo l’imprenditoria locale nello sviluppo di un modello tecnico-amministrativo di organizzazione concertata degli interventi.
“E’ un’iniziativa certo non risolutiva ma che, insieme a nuove politiche per l’insediamento dei servizi essenziali, indica una strada per frenare il diffuso e progressivo abbandono dei territori alti, aggravando la fragilità geomorfologica del Paese, accentuata dalla crisi climatica: è un pericolo, che non ci stancheremo di segnalare” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
L'iniziativa prevede l'erogazione di un contributo massimo di 3.000 euro (non oltre il 70% della spesa complessiva) per gli agricoltori che realizzino, sui loro appezzamenti, opere che apportino un beneficio complessivo alla difesa del suolo quali, ad esempio, la manutenzione o realizzazione di fossi di scolo a salvaguardia della viabilità pubblica o degli abitati, interventi di manutenzione all’esistente rete scolante superficiale, la realizzazione di nuove scoline negli appezzamenti arativi, lavori di consolidamento di piccoli movimenti franosi sviluppatisi sui versanti costituendo rischio per fabbricati o infrastrutture, la sistemazione di viabilità poderale o vicinale, la manutenzione di alberature in area privata prospicente le strade di bonifica.
“Esaltando in questo modo il principio di sussidiarietà, i Consorzi di bonifica ed irrigazione si confermano enti di autogoverno del territorio ed unica esperienza italiana di federalismo fiscale applicato. Il tema della coesione territoriale sarà al centro di uno dei panel di discussione, previsti alla nostra Assemblea nazionale, in programma a Roma nei giorni 8 e 9 Luglio prossimi” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Siamo orgogliosi di testimoniare anche così il nostro impegno verso le aree montane e pedecollinari, consolidando la stretta alleanza con il settore agricolo – ha sottolineato il Presidente del Consorzio di bonifica Emilia Centrale, Lorenzo Catellani – Insieme avvieremo un’efficace azione integrata contro le criticità del territorio, garantendo non solo una maggiore sicurezza idrogeologica, ma anche un incremento delle opportunità occupazionali, che garantiscano reddito.”
I comuni coinvolti nel progetto “Agricoltore custode dell’Appennino” sono: Baiso, Carpineti, Casina, Castellarano, Castelnovo ne' Monti, Toano, Ventasso, Vetto d’Enza, Vezzano sul Crostolo, Viano e Villa Minozzo per la provincia di Reggio Emilia; Frassinoro, Lama Mocogno, Montefiorino, Palagano, Pavullo nel Frignano, Polinago, Prignano sulla Secchia e Serramazzoni nella provincia di Modena; Monchio delle Corti, Palanzano e Tizzano Val Parma in provincia di Parma.
Gli agricoltori interessati dovranno far pervenire la domanda al Consorzio di bonifica, compilando l'apposita modulistica scaricabile dal sito dell’ente entro il 31 Luglio p.v.; successivamente sarà stilata una graduatoria, che definirà i beneficiari.
EMILIA ROMAGNA
ECONOMIE A SERVIZIO DEL TERRITORIO
Settecentomila euro in più per l’efficientamento della rete dei canali e degli impianti consortili in pianura e 500.000 euro in più per la sistemazione idrogeologica in montagna: è pari a 1.200.000 euro, la cifra complessiva che il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) potrà reinvestire sul comprensorio gestito.
La scelta di incrementare ulteriormente le risorse per la lotta contro il dissesto idrogeologico nelle terre alte è frutto di responsabilità verso il distretto collinare montano ed è avvenuta in considerazione delle innumerevoli segnalazioni, che giungono rispetto al quadro delle criticità geomorfologiche, che si sono accentuate in alcune zone dell’Appennino.
Sono soprattutto gli interventi di manutenzione straordinaria, effettuati per la messa in sicurezza del territorio, gli imprevisti che la gestione consortile ha affrontato nel corso dello scorso anno riuscendo, grazie a virtuose e previdenti economie, a garantire ancora una volta un “tesoretto” da ridestinare a beneficio del comprensorio.
Tali interventi hanno visto numerose somme urgenze per il ripristino di diverse infrastrutture colpite duramente e più volte dal maltempo per un importo complessivo pari a € 1.146.388,00. L’ importante e positivo risultato gestionale, derivato dalla costante attenzione alle varie voci di costo e di ricavo durante la fase esecutiva, consentirà quest’anno la realizzazione di diversi investimenti per la manutenzione della rete idraulica e prevede anche l’acquisto di nuove pompe mobili per fronteggiare i momenti di emergenza, così come è successo durante gli eventi di Giugno/Ottobre 2024, quando l’esigenza risultò, purtroppo, superiore rispetto alla dotazione del Consorzio.
Va segnalata inoltre l’attenzione costante dell’ente consortile nell’intercettare i finanziamenti ministeriali e regionali oltre alle procedure di rinnovo della certificazione di qualità UNI ISO 9001, richiesta dal M.A.S.A.F. (Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste) per facilitare le difficili fasi di rendicontazione di alcuni progetti finanziati.
TOSCANA
LAVORI IN CORSO
Dopo le difficoltà primaverili per le intense precipitazioni è entrato nel vivo il programma di interventi del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto), previsti nel piano delle attività della bonifica.
Per quanto riguarda l’unità idrografica Pianura Grossetana, “Cb6” è recentemente intervenuto sul torrente Ampio, nel territorio comunale di Castiglione della Pescaia, con una manutenzione ordinaria per la rimozione della vegetazione infestante, che limitava il regolare scorrimento delle acque verso valle.
Un nuovo intervento di manutenzione ordinaria è stato effettuato dall’ente consortile anche in provincia di Siena, intervenendo sul fosso Stagno a Pienza per rimuovere la vegetazione infestante, presente in eccesso.
L'intervento è stato richiesto dal locale Comune e l’ente consorziale si è subito attivato, integrando quanto già previsto nel piano delle attività della bonifica. Infine, come ogni estate, l’isola del Giglio sarà più sicura, grazie alle manutenzioni ordinarie sui corsi d’acqua, svolte dal “Toscana Sud” sui fossi, che necessitavano di maggiore attenzione, seguendo un programma annuale che prevede una doppia campagna: una ad inizio estate (anche per fare in modo che il territorio sia più curato durante la stagione turistica), l’altra in autunno prima delle piogge invernali.
EMILIA ROMAGNA
PRIMA CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Si è concluso con successo il percorso del Consorzio di bonifica Renana (con sede a Bologna) per conseguire la certificazione del proprio Sistema di Gestione dell’Energia: l’ente ha ottenuto il riconoscimento, secondo lo standard internazionale ISO 50001:2018.
L'energia è fattore strategico principale per la gestione del complesso sistema di impianti idrovori di tale realtà consortile: con 72 impianti di sollevamento (tra strutture di scolo e irrigue) sono azionate 172 pompe idrovore fisse, con un utilizzo medio di 7 milioni di kilowattora annui per il loro funzionamento.
L'attività d’analisi e verifica è stata svolta dall'ente certificatore nazionale Kiwa Cermet, che ha ufficialmente attestato la conformità del Sistema di Gestione energetico dell’ente consorziale alle norme UNI CEI EN ISO 50001:2018. Si tratta della normativa internazionale, che supporta enti ed aziende nello sviluppo di politiche e processi finalizzati al miglioramento continuo dell’efficienza energetica. Il percorso di certificazione fornisce elementi certi per la razionalizzazione dei costi energetici e rende possibile un tangibile risparmio economico, ma è utile anche per verificare l’aderenza alle normative vigenti in materia di energia ed ambiente; inoltre consente l'accesso ad eventuali incentivi ed agevolazioni: infatti, le realtà certificate possono beneficiare di sgravi fiscali o contributi per l’efficienza energetica, senza dimenticare che la certificazione energetica conferma la volontà della “Renana” di operare secondo criteri di sostenibilità, responsabilità ed innovazione.
VENETO
EX IDROVORA DIVENTA CENTRO CULTURALE
Non di rado i manufatti idraulici, gestiti dai Consorzi di bonifica, continuano a vivere anche una volta cessata la loro funzione originaria a protezione di campagne e centri abitati.
In Veneto il caso più recente viene dal Polesine, dove un’idrovora storica, ormai dismessa, viene consegnata alla società civile per ospitare attività ricreative e culturali. Il Consorzio di bonifica Adige Po (con sede a Rovigo) ha, infatti, affidato al circolo Legambiente Adria-Delta del Po la gestione dell’ex impianto idrovoro “Chiavica Emissaria” di Baricetta, un luogo ricco di storia e identitario nel comune di Adria.
Grazie ad un progetto condiviso con WWF Rovigo ed associazione Il Tarassaco di Pettorazza Grimani, ma soprattutto grazie al contributo di quasi duecentomila euro ottenuto dal GAL (Gruppo Azione Locale) Polesine Delta del Po, l’edificio sarà presto riqualificato e trasformato in un centro culturale ed ambientale, aperto alla cittadinanza.
L’immobile si appresta infatti ad accogliere laboratori per scuole e adulti, iniziative culturali con esperti e docenti universitari, escursioni nella natura, attività creative e di cucina sostenibile: un’opportunità di crescita e condivisione per tutto il Polesine, derivante da un importante lavoro di rete tra associazioni del territorio.
TOSCANA
LA SCUOLA È FINITA!
Il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) chiude un anno scolastico, ricco di appuntamenti con “Percorsi d’acqua”, “Accadueò”, “Cronisti in Classe”, ma con la fine della scuola, terminano anche gli appuntamenti con bambini/e e ragazzi/e che, grazie a diversi progetti, l’ente consortile incontra ogni anno per raccontare dei fiumi, del lavoro di bonifica e di prevenzione dal rischio idraulico.
È dunque tempo di bilanci. Più che positivo è stato l’andamento del primo anno di “Percorsi d’acqua”, una nuova proposta didattica, completamente gratuita per le scuole primarie delle province di Firenze, Prato, Pistoia e che ha visto numeri interessanti: 140 kit classe distribuiti a 66 scuole, 85 insegnanti e 3.500 studenti con famiglie coinvolti. Gran finale di “Percorsi d’acqua” è stato lo spettacolo teatrale “Accadueò – otto piccole storie originali sull’acqua”, messo in scena al MAD – Murate Art District di Firenze. In collaborazione con ANBI Toscana si è tenuto anche quest’anno il progetto “Cronisti in Classe”, a cura del quotidiano La Nazione e che al termine ha visto la premiazione di tante classi di giovani giornalisti, che hanno approfonditi funzioni e attività dell’ente di bonifica, così come i temi della crisi climatica, del rischio idraulico e della sostenibilità ambientale. Non sono mancati, infine, anche incontri “fuori progetto”.
Alle paratoie tra fosso Reale e fiume Bisenzio, a San Donnino, si è tenuta una serie di visite da parte dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Felice Matteucci” di Campi Bisenzio. All’Istituto “Salvemini – Duca d’Aosta” di Firenze si è realizzata una conferenza dal titolo “Clima, alluvioni, siccità: vogliamo saperne di più – Gli studenti interrogano professori ed esperti in materia di rischio idrogeologico e idraulico”.
A Sambuca Val di Pesa, nel comune di Barberino Tavarnelle, particolarmente tenera è stata la visita sul torrente Pesa con i piccolissimi della scuola materna L’Asilo del Fiume. A Montelupo Fiorentino, sempre sulla Pesa, il personale dell’ente consorziale ha fornito supporto per le uscite di moltissimi ragazzi della locale scuola secondaria di primo grado, accompagnati da diverse associazioni firmatarie del Contratto di Fiume.
AGENDA
Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nella mattinata di martedì 1 Luglio p.v. alla presentazione del primo Rapporto AUBAC “Dati Climatici e risorse idriche 2024”, prevista nella Sala Stampa Camera Deputati a Roma.
La mattina del giorno dopo sarà relatore, sempre nella Capitale, all’evento “Resilienza dei Territori e cambiamenti climatici: il ruolo dei Consorzi di Bonifica, sfide e opportunità”, organizzato dal sindacato Filbi Uil nella sede del C.N.E.L. (Consiglio Nazionale Economia Lavoro); nel pomeriggio volerà in Sicilia per intervenire ad un incontro nell’ambito del Baaria Film Festival a Bagheria.
Infine, nella mattinata di venerdì 4 Luglio, parteciperà all’evento “Innovazione nel Settore delle Acque: Soluzioni e Strategie per un Futuro Sostenibile”, organizzato da Schneider Electric nella sede Ferrari, a Maranello. |