PIEMONTE
METEO: SITUAZIONE DIFFICILE
Situazione meteo critica per il Piemonte: il lago Maggiore ha attualmente raggiunto una portata di afflusso, che è tra i massimi storici. Il fiume Po ha raggiunto una portata di poco inferiore ai duemila metri cubi al secondo, mentre la Dora Baltea ha una portata, per ora stabile, di mc/s 1600 ed alla traversa di Mazzè la sala macchine, nonchè gli uffici sono stati parzialmente allagati.
La vigilanza è stata rinforzata. La notte scorsa, il fiume Sesia ha raggiunto a Borgo Sesia il livello di m. 7,5 ,ben oltre alla soglia di pericolo, fissata m. 6,30, con esondazioni nel comune di Borgo Vercelli; dopo questo picco, il corso d’acqua è tornato sotto il livello di guardia (m.4,95).
Molti ponti sono stati interdetti all’attraversamento, sin dalla mattina, dalla Protezione Civile. Sul territorio di competenza dell’Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara), come del resto su tutta la regione Piemonte, sono in atto intense precipitazioni, con medie giornaliere, che hanno superato mm. 300. Si tratta di un fenomeno di tipo alluvionale, che di solito si registra in autunno.
Una delle cause, che contribuisce ad amplificare l’effetto delle precipitazioni, è dato dagli accumuli nevosi e dal loro parziale scioglimento. Il personale A.I.E.S. sta monitorando le varie criticità, rimanendo in costante contatto con Prefetture e Sindaci. L’afflusso nella rete consortile è stato ridotto al minimo già da un paio di giorni per consentire lo smaltimento delle acque dei bacini idrografici, che scaricano nelle rogge, per prevenire ed affrontare quella, che dai modelli è apparsa da subito come una concreta situazione limite.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
CRISI CLIMATICA: IL MEDITERRANEO È UN HOTSPOT E L’ITALIA NE È LA CHIAVE. DATI SCIENTIFICI EVIDENZIANO COME LA PENISOLA SIA ATTRAVERSATA DA UN NUOVO “EQUATORE”
VINCENZI “SIAMO DIVENTATI UN PAESE AD ALTA INCERTEZZA IDRICA”
Un’Europa Centro-Occidentale (Nord Italia compreso) molto più piovosa del consueto, flagellata da fenomeni meteo violentissimi e molto frequenti (almeno trecentotrentacinque vittime e circa quattrocentotredicimila persone coinvolte) ed un’Europa Sud-Orientale (comprensiva anche dell’ Italia Meridionale) colpita da temperature altissime e da precipitazioni scarse, registrando l’ondata di caldo più lunga di sempre (a Luglio con una durata di 13 giorni consecutivi), nonché il numero record di giorni con “forte stress da calura” (66) e notti “tropicali” (23): in questo quadro del 2024 “anno più caldo di sempre”, disegnato dal rapporto European State of the Climate 2024, pubblicato il 15 Aprile scorso dal Copernicus Climate Change Service (C3S) e dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), l’Italia ha ricoperto il ruolo di linea di demarcazione fra le due aree climatiche del Vecchio Continente. Secondo il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico I.P.C.C. (International Panel of Climate Change), l'Europa è una delle aree con il maggior incremento del rischio di inondazioni e dove l’innalzamento del riscaldamento globale di 1,5º potrebbe causare 30.000 morti all'anno per il caldo estremo! Inoltre continuano ad essere preoccupanti i dati relativi alle temperature del mar Mediterraneo: attualmente sul settore settentrionale (coste spagnole, francesi e tirreniche settentrionali italiane) registrano incrementi tra 1,5° e 2,5° con ulteriore pericolo di fenomeni meteorologici estremi e per la conseguente tenuta idrogeologica dei territori.
“Di fronte a tali dati ed alle preoccupanti notizie, che stanno arrivando sulla situazione idraulica nel Nord-Ovest d’Italia, è perfino superfluo ricordare che siamo pericolosamente indietro nell’adattamento dei territori alla nuova condizione climatica – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) – Ribadiamo che i nostri Piani per l’Efficientamento della Rete Idraulica e per la realizzazione di Bacini Idrici Multifunzionali sono a disposizione del Paese.”
Nell’analisi di “Copernicus” si riflette la situazione idrica italiana con un Settentrione, che da oltre un anno è abbondante d’acqua ed un Sud che, dopo un anno accompagnato da piogge insufficienti, in molti territori si trova ancora a dover fare i conti con invasi vuoti e campagne a secco.
E’ questo il caso della Sicilia, che ha recuperato terreno rispetto al sitibondo 2024 (+64,75 milioni di metri cubi, grazie alle piogge nei primi mesi di quest’anno), ma che allo stato attuale, per varie concause, si troverà ad affrontare la stagione estiva con oltre 1/3 degli invasi (12 su 30) più vuoti dell’anno passato (Arancio, Comunelli, Garcia, Gorgo, Paceco, Piana degli Albanesi, Poma, Dirillo, Rosamarina, San Giovanni, Santa Rosalia, Trinità) ed altri con volumi, che poco si discostano dall’anno scorso. In totale i volumi idrici trattenuti dalle dighe siciliane ammontano a mln. mc. 376,48 pari al 54% dell’acqua invasabile ed al 68% di quanta normalmente dovrebbero contenerne in questo periodo.
In Puglia, i 2 milioni di metri cubi d’acqua, affluiti questa settimana negli invasi della Capitanata, sono un’inezia, se confrontati con l’enorme deficit idrico che da un anno sta interessando il territorio (-mln. mc.83); attualmente le 4 dighe, che dovrebbero fornire le risorse idriche ad uno dei “granai d’Italia”, trattengono solo il 34% dei volumi di riempimento autorizzati.
In Basilicata, negli scorsi 7 giorni, si è registrato un incremento di 3.800.000 metri cubi, ma è ancora lontano il pareggio di bilancio idrico col 2024 (-mln. mc. 60 ca.).
Tra le altre criticità italiane vanno ricordate quelle, che riguardano la Sardegna occidentale, dove le assetate campagne della Nurra possono contare solo sul 17% d’acqua negli invasi.
In Campania, le portate dei fiumi Sele e Volturno sono decrescenti nelle rilevazioni a monte ed in crescita nelle sezioni in prossimità verso la foce; sono in calo anche i livelli del Garigliano.
Nel Lazio preoccupa la decrescita costante del lago di Albano alle porte di Roma: secondo i dati dell’ Autorita' di Bacino Distrettuale dell'Appennino Centrale (AUBAC), se nel trimestre Ottobre-Dicembre 2024 il deficit medio rispetto all’anno precedente era stato di cm. 33, tra Gennaio e Marzo la differenza è salita a cm. 40; nella regione sono altresì stabili le portate dei fiumi Tevere, Aniene e Velino.
In Umbria si registrano 3 centimetri in più nel livello del lago Trasimeno e crescono anche le altezze dei fiumi Topino, Chiascio, ma soprattutto Paglia.
In Abruzzo si registra un calo importante nel livello del fiume Sangro (-m. 1,95) così come nei fiumi Alento e Sinello.
Nelle Marche sono decrescenti i livelli dei fiumi Potenza, Esino e Tronto, mentre crescono quelli di Sentino e Nera; gli invasi sono ai livelli massimi per questo periodo, trattenendo mln. mc. 55,99, cioè mancano solo circa nove milioni di metri cubi per raggiungere il colmo.
Sulla Toscana, le cumulate pluviometriche settimanali hanno in molti casi superato i cento millimetri (soprattutto a Prato, Pistoia e Lucca, così come sul Mugello). Il fiume Arno è arrivato a superare di 10 volte la portata media del periodo, così come la Sieve, mentre nel Grossetano l’Ombrone ha sfiorato i duecento metri cubi al secondo, quando solo una settimana fa era a mc/s 9.
In Liguria, cumulate pluviometriche importanti si sono registrate sullo Spezzino (Sarzana: mm. 87 in 24 ore); crescono i livelli nei fiumi dei bacini di Levante (Entella, Vara, Magra), mentre stabile a Ponente è l’Argentina.
Il report dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche conferma come molto diverso sia complessivamente lo stato delle risorse idriche nelle regioni del Nord Italia, nonostante la poca neve in quota ed i continui saliscendi nelle altezze idrometriche dei corsi d’acqua. I livelli idrometrici dei grandi laghi sono ben al di sopra della media con il Benaco, che da circa due settimane registra valori tra i più alti per il periodo: il Verbano si è impennato al 134,3%, mentre il Lario è al 50% ed il Sebino al 77,1%.
In Veneto, i flussi in alveo dei fiumi sono in crescita, pur attestandosi al di sotto dei valori medi storici di Aprile. Nel settore delle Alpi Orientali, il deficit nivale è del 48%, mentre in Friuli Venezia Giulia tale deficit è del 66% nel bacino del Tagliamento.
Anche in Lombardia lo stato delle riserve idriche è condizionato dal marcato deficit nivale (-30%). Attualmente il totale dei volumi idrici, comprensivi del dato SWE (Snow Water Equivalent), si attesta a mln. mc. 2851,2. Nella scorsa annata, caratterizzata da importanti apporti nevosi vernino-primaverili sul settore alpino, le riserve idriche regionali erano di oltre il 44% superiori alle attuali.
In Emilia-Romagna, infine, le portate dei fiumi appenninici sono cresciute negli scorsi 7 giorni.
Ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI: “L’analisi dei dati del nostro report conferma la necessità di monitorare con attenzione la condizione idrica del Paese: se al Sud è conclamato un altro anno complicato, al Nord l’attuale esuberanza d’acqua, nell’impossibilità di poterla adeguatamente stoccare per mancanza di invasi e per la carenza di riserve nivali, potrebbe velocemente esaurirsi, in vista delle calure estive, a fronte di lunghi periodi siccitosi come quelli, cui ci ha già abituato la crisi climatica. Non solo, l’irregolarità nelle portate dei corsi d’acqua sottopone l’assetto idraulico a forti stress: quindi, nessun allarmismo, ma non può mancare una generale consapevolezza che la posizione geografica del Paese ci sottopone a costanti e crescenti rischi, da cui deriva la nostra, costante richiesta di accelerare i tempi per avviare programmi di intervento, finalizzati ad aumentare la resilienza dei territori.”
VENETO
BOLLETTINO DISPONIBILITA’ RISORSA IDRICA
Nel Veneto, in virtù delle piogge invernali, la stagione irrigua, almeno nella sua prima fase, non soffrirà certo di siccità.: ad affermarlo è ANBI Veneto attraverso il Bollettino regionale Disponibiità Risorsa Idrica. Marzo, infatti, ha confermato il trend di piovosità, che si sta registrando dall’inizio dell’anno.
Nel mese, infatti, sulla regione sono cadute precipitazioni circa doppie rispetto alla media storica, abbastanza uniformemente distribuite su tutto il territorio regionale (mm.132 di precipitazioni contro la media nel periodo 1994-2024 di mm. 67, secondo i dati Arpav – Agenzia regionale protezione ambiente veneto). La temperatura media del mese di marzo è stata complessivamente mite (+1,3°).
La fase centrale del mese di marzo è stata più fredda, tanto da registrare localizzate precipitazioni nevose, pur permanendo una situazione di generale deficit di risorsa nivale rispetto alle medie storiche. Vista la scarsità di neve, la preoccupazione al momento è concentrata per quello, che potrebbe accadere nel picco del fabbisogno estivo.”
CALABRIA
PARTE LA STAGIONE IRRIGUA NEL CROTONESE
Con 7.500.000 metri cubi d’acqua nella vasca di Sant’Anna il Consorzio di bonifica Calabria (con sede a Catanzaro) ha avviato la stagione irrigua dalla valle del Tacina verso l’altopiano di Isola Capo Rizzuto.
Indubbie le condizioni migliori rispetto agli altri anni, la stagione 2025 deve comunque caratterizzarsi per la capacità di risparmio ed ottimizzazione d’uso, rafforzata anche dall’installazione di circa millecinquecento idrocontatori con scheda prepagata che, assieme alle indispensabili turnazioni, potranno centrare l’obbiettivo primario di garantire il servizio durante le stagioni irrigue.
Martedì 22 Aprile p.v. partirà anche il servizio verso la valle del Neto che, con le medesime attenzioni e peculiarità, potrà contare sull’ adduzione dalla Vasca di Calusia.
I CONSORZI DI BONIFICA FINALMENTE NELLE COMUNITA’ ENERGETICHE RINNOVABILI
VINCENZI “GIUSTO RICONOSCIMENTO A CHI DA MOLTI ANNI PRODUCE GREEN”
“La possibilità di partecipare alle comunità energetiche da parte dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, sancita in sede di conversione del Decreto Legge 19/25, è il giusto riconoscimento ad una realtà, che da molto tempo opera nel campo della produzione di energia rinnovabile in una logica di sostenibilità. Per tale importante risultato, un grazie particolare va al Vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Francesco Battistoni, primo firmatario ed a tutti gli altri sottoscrittori del relativo emendamento”: a dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, in relazione all’importante risultato ottenuto oggi.
“In questa, nuova prospettiva assume rinnovato slancio il Piano Bacini Idrici Multifunzionali, da noi proposto insieme a Coldiretti anche per la produzione di energia idroelettrica e fotovoltaica: 10.000 invasi da realizzare entro il 2030 e di cui circa 400 sono pressoché cantierabili – ha aggiunto il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano.
Già oggi gli enti consortili, associati ad ANBI, producono ogni anno mediamente circa 697.237.000 kilowattora da idroelettrico (342 impianti) e circa 8.032.000 kilowattora da fotovoltaico, utilizzando 110 impianti posti sui tetti di edifici (caselli, capannoni, immobili di servizio) o galleggianti su bacini idrici. Pur essendo quella dei Consorzi di bonifica una riconosciuta attività energivora a servizio dell’intero territorio e delle sue comunità, solo una parte dell’energia elettrica prodotta può però essere autoconsumata, diminuendo gli oneri a carico dei consorziati.
LOMBARDIA
AL VIA PROGETTO ITALO-SVIZZERO
Si è tenuto a Verbania il “kickoff meeting” del progetto Interreg Italia-Svizzera “WINCA4TI - Water Interactions with Nature, Climate and Agriculture for the Ticino”, cui hanno partecipato i capofila italiano e svizzero, diversi enti ed i referenti di altri progetti Interreg affini, recentemente finanziati. Le attività previste dal progetto, che si protrarrà sino al 30 Giugno 2027, mirano ad analizzare e descrivere le complesse interazioni tra acqua, economia, ambiente ed agricoltura, esistenti nel bacino del fiume Ticino in un contesto di significativo cambiamento climatico.
Questo consentirà di individuare possibili rischi, opportunità e sfide per il territorio transnazionale del bacino idrologico in tema di politiche gestionali e rinnovamento tecnologico. I risultati del progetto saranno fondamentali per poter creare un forum partecipato, dove tutti gli “stakeholders” del territorio avranno modo di restare informati e portare il proprio contributo per uno sviluppo sostenibile verso la realizzazione di una Water-Smart Society secondo le indicazioni dell’EU Blue Deal, che pone al centro un cambio di paradigma. In base a quest’ultimo il ruolo dell’acqua dovrà essere riconosciuto e valorizzato per garantire la disponibilità idrica, la sostenibilità e la resilienza; tutte le fonti idriche dovranno essere gestite in modo da evitare la scarsità d’acqua e l’inquinamento.
Capofila italiano è il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano), che si troverà ad operare accanto ai seguenti partner italiani: Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto di Ricerca sulle Acque – sede di Verbania) ed Università di Pavia (Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura). Sono inoltre partner associati la Fondazione Bolle di Magadino e la Fondazione Patrimonio Cà Granda. Capofila svizzero è invece la Scuola Universitaria Professionale Svizzera Italiana (Istituto Scienze della Terra - Dipartimento Ambiente, Costruzione e Design) accanto ai partner elvetici: Cantone Ticino - Dipartimento Territorio e Divisione Ambiente - Ufficio Protezione Acque ed Approvvigionamento Idrico. Il C.N.R. - Istituto di Ricerca Sulle Acque, partner di progetto, si occuperà, in particolare, di analisi meteoclimatiche all’interno del bacino di studio, definendo l’evoluzione climatica futura ed il bilancio idrologico del lago Maggiore.
Insieme al SUPSI-Dipartimento Ambiente Costruzioni e Design, congiuntamente all’Università di Pavia, realizzerà un’area sperimentale per la misura dei parametri meteorologici e di umidità del suolo, nonché per la definizione del microclima in aree agricole ed in aree coperte da vegetazione arbustiva ed arborea.
SIGLATO PROTOCOLLO D’INTESA ANBI-LIPU PER TUTELA E SVILUPPO BIODIVERSITA’
NUOVE AREE NATURALISTICHE NEL CASERTANO E BASSO VALDARNO
In Italia sono circa duecento le aree naturalistiche, idraulicamente regolate da Consorzi di bonifica e gestite da associazioni ambientaliste nazionali e locali: è in questo quadro che è maturato il Protocollo d’Intesa siglato da ANBI e LIPU, finalizzato a “sviluppare attività congiunte di ricerca per monitorare lo stato della biodiversità nelle aree di interesse comune, utilizzando dati e risultati per diffondere le pratiche di gestione sostenibile delle risorse naturali”. L’accordo mira ad offrire, soprattutto a Regioni e Province, nuove opportunità di sviluppo per un turismo responsabile verso il rispetto della natura, dei suoi ecosistemi e dell’agricoltura irrigua.
“E’ un’applicazione concreta di quella economia della manutenzione da noi sostenuta e che deve affermarsi lungo tutta la Penisola, sviluppando un turismo di prossimità, al cui centro c’è il ruolo dell’agricoltura come custode del territorio” ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
A siglare il Protocollo d’Intesa con ANBI è stato il Presidente della Lipu, Alessandro Polinori, presenti anche Ugo Faralli, Responsabile Oasi dell’associazione ambientalista e Francesco Todisco, Commissario Straordinario del Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno, oltre al Vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Francesco Battistoni che, elogiando l’intesa, ha sottolineato il ruolo centrale, assunto dalla moderna visione di manutenzione del territorio, praticata dai Consorzi di bonifica ed irrigazione.
"In tempi di grave crisi climatica e della biodiversità – ha dichiarato Alessandro Polinori, Presidente Lipu - le Istituzioni europee hanno indicato come si debba partire proprio dalla tutela della natura per cercare di rendere i territori più resilienti con preziosissimi effetti sulla collettività, grazie ai numerosi servizi ecosistemici. La firma del Protocollo d'Intesa rappresenta un impegno importante in tale direzione e dovrà rappresentare lo strumento, lungo i corsi d'acqua più importanti dal punto di vista naturalistico, per avviare collaborazioni locali, relative al miglioramento delle tecniche di intervento e dei loro tempi. Fondamentale in questo contesto – ha concluso il Presidente Lipu - sarà l'attività di monitoraggio delle presenze degli uccelli e di altra fauna selvatica, accanto ad iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione della popolazione, a partire dal mondo della scuola.”
Dopo numerose esperienze maturate dagli anni ’90 lungo lo Stivale sono ora Campania e Toscana ad essere interessate dallo sviluppo di nuove oasi naturalistiche, che vedono la collaborazione fra Consorzi di bonifica e Lipu: nella prima sarà interessata l’area delle Soglitelle, nel Casertano; nella seconda, il Padule di Fucecchio ed il lago di Sibolla nel comprensorio Basso Valdarno. Obbiettivo comune è la tutela della biodiversità: basti pensare che in Italia si riproduce il 30% degli aironi europei.
“Ricerchiamo quotidianamente – ha concluso il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano – la maggiore compatibilità possibile fra le crescenti esigenze di salvaguardia idrogeologica del territorio, dettate dall’estremizzazione degli eventi meteo ed il rispetto dei tempi della natura, a tutela del patrimonio ambientale ed agricolo dei nostri, straordinari territori: noi la chiamiamo manutenzione gentile.”

ARRIVA LA PRIMAVERA E PER I CONSORZI DI BONIFICA È TEMPO DI MANUTENZIONE GENTILE
DAL RISPETTO DELLE COVATE ALLE SCALE DI RISALITA PER I PESCI COSTANTE ATTENZIONE AD ESIGENZE E TEMPI DELLA NATURA
VINCENZI “TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ E DEGLI ECOSISTEMI SONO CULTURA DEL NOSTRO MONDO”
“La chiamiamo manutenzione gentile ed è la costante ricerca del possibile equilibrio fra le esigenze operative della prevenzione idrogeologica ed il loro inserimento nel contesto ambientale: lungo la Penisola sono tanti gli esempi di una prassi divenuta cultura del nostro mondo”: ad affermarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, cui ha fatto eco il Direttore Generale, Massimo Gargano: “Le scale di risalita per i pesci a lato degli sbarramenti idraulici sono sicuramente uno dei più singolari esempi dell’attenzione, che i Consorzi di bonifica ed irrigazione dedicano al mantenimento degli ecosistemi.”
La più recente testimonianza arriva dalla Toscana dove, nel comune di Pratovecchio Stia, il fiume Arno ha ritrovato il suo equilibrio ambientale, grazie alla realizzazione di un “sentiero blu” nell’ambito della manutenzione ordinaria, programmata dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno per la riduzione del rischio idraulico: il ripristino di una soglia in massi ciclopici, rinforzata con soglia in cemento, si è accompagnato alla creazione di un corridoio, lungo circa 12 metri, per superare gli ostacoli artificiali, che interrompevano il percorso migratorio di molte specie con il rischio di comprometterne la riproduzione e, in qualche caso, la sopravvivenza stessa. L’opera, realizzata a secco esclusivamente con roccia arenaria autoctona e sedimenti litoidi fluviali, è stata completata con un deflettore in legno, studiato per regolare il flusso dell’acqua e rendere il passaggio dei pesci più agevole.
“L’opera è stata pianificata con attenzione per ridurre al minimo l’impatto sul territorio e garantire un perfetto inserimento nel contesto naturale” ha spiegato Enrico Righeschi, ingegnere del settore difesa idrogeologica e Referente dell’ente consortile per l’area del Casentino.
“È una conferma dell’impegno e dell’attenzione poste dai Consorzi di bonifica nel coniugare la necessità di interventi idraulici con la tutela dell’ecosistema fluviale” ha aggiunto la Presidente dell’“Alto Valdarno”, Serena Stefani.
“Prima dell’intervento – ha precisato Nicola Venturini, Presidente dell’Associazione Pescatori Casentinesi - la fauna ittica è stata catturata e temporaneamente rimossa per ridurre al minimo l’impatto dei lavori. Queste acque infatti sono popolate da numerosi esemplari di trote fario, cavedani e barbi. Abbiamo individuato anche alcuni ghiozzi, che sono simbolo di un ambiente di grande qualità.”
Nel tratto, che accoglie la scala, si apre ora la stagione della pesca “no kill” (con rapido rilascio del pesce catturato), che ogni anno richiama centinaia di appassionati italiani e stranieri, diventando anche importante asset turistico per il territorio.
TOSCANA
SCRIGNI DI BIODIVERSITA’ AL VIA RESTAURO ECOLOGICO
Le aree umide sono uno degli ecosistemi più caratteristici, pregiati ma anche delicati del Parco Naturale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli: scrigni di biodiversità sono zone in pericolo a cause dell'erosione costiera, dell'avanzamento del cuneo salino e dell'invasione dI specie aliene.
Da tempo il Parco è al centro dell’impegno del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa) sia per lavori di natura idraulica che per lo studio e l’attuazione di misure volte alla tutela della biodiversità; nel corso degli anni ente Parco ed ente consortile hanno effettuato il recupero di alcune zone umide e l’eradicazione di specie invasive, nonchè realizzato un sistema di chiuse manuali per la gestione delle acque.
Con il progetto di restauro ecologico, che si è ora aggiudicato un finanziamento di 624.000 euro da fondi europei, già nei prossimi mesi partiranno una serie di azioni, che andranno ad intervenire nella salvaguardia delle aree umide di San Rossore: con un programma specifico, diversificato per zona umida, saranno effettuate eradicazioni della pianta aliena invasiva “Baccharis halimifolia”, nonchè la gestione delle praterie umide, dei canneti e dei giuncheti; inoltre 6 cataratte saranno automatizzate, permettendo il permanere d’acqua dolce e contrastando l'ingresso d’acqua salmastra, così come alcuni canali saranno rimodellati per migliorare l'assetto idraulico.
Il programma di interventi è stato elaborato da un team composto anche da esponenti di Regione Liguria, Università di Sassari e di Pisa. Con il nuovo progetto sarà possibile portare avanti un restauro ecologico della ZSC/ZPS Selva Pisana (un’area di straordinario valore ambientale, scientifico e culturale) con l’obbiettivo di migliorare il mantenimento delle acque dolci nelle zone umide e contrastare l’ingresso d’acqua salmastra, ma anche di controllare la popolazione di specie invasive.
A San Rossore la zona di maggior interesse è sicuramente quella delle 'Lame di Fuori', ma molto importanti sono anche aree umide come il Paduletto, le Colmate del Bozzone, il Padule dell'Ulivo, la Pastura delle Colmate.
VENETO
IN SOCCORSO DELLA LAGUNA
Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) è partner del progetto "Misp" (Misure Sperimentali nei corsi d'acqua per la cattura dei rifiuti e delle plastiche galleggianti) per individuare, analizzare e recuperare i rifiuti rilasciati nelle acque interne e destinati a raggiungere il mare Adriatico.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l'Autorità di bacino distrettuale Alpi Orientali ed il gestore dei servizi idrici integrati “Veritas”, sostenuta dal Ministero Ambiente attraverso finanziamenti previsti dalla legge Salvamare, si protrarrà fino a tutto il 2026 ed avrà, come ambito d’azione, la Laguna Veneta ed il suo bacino scolante.
Per raggiungere le finalità prefissate, la strategie si articola in 4 azioni: innanzitutto, verrà condotto uno studio sui percorsi preferenziali dei rifiuti in laguna ed in alcune foci fluviali, utilizzando dispositivi Gps, che consentiranno di individuare anche le zone di accumulo, monitorando i rifiuti quotidianamente, così da poter operare in modo più mirato al momento della raccolta; come secondo aspetto, c’è la creazione di un'imbarcazione a basso impatto ambientale, grazie alla quale Veritas potrà operare nelle stesse zone tracciate dal Gps e che sarà dotata di un sistema innovativo per la raccolta dei rifiuti galleggianti; nella terza fase, l’ente consortile predisporrà una serie di barriere galleggianti, poste in alcuni corsi d'acqua del bacino scolante, che faciliteranno la raccolta dei rifiuti trasportati dalla corrente; infine, grande importanza sarà riconosciuta all'attività di sensibilizzazione e di coinvolgimento di cittadini ed Istituzioni con lo scopo di trasmettere una mentalità rispettosa nei confronti dell'ambiente, a maggior ragione in un contesto come quello lagunare, parte del Patrimonio Unesco e protetto da Rete Natura 2000.
TOSCANA
SPONDE PIÙ SICURE, PISTA CICLABILE E PICCOLO PARCO FLUVIALE
Un progetto, che inquadra ed immagina il corso d’acqua a 360°, più sicuro ma al tempo stesso elemento chiave per la vivibilità del territorio, fruibile per gli abitanti: è il futuro che Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) e Comune di Camaiore hanno disegnato per il canale di “acque basse” Giraldina attraverso un intervento sinergico di riqualificazione idraulica, urbanistica ed ambientale del territorio di Lido di Camaiore.
Tre le azioni principali: ridurre il rischio idraulico, rendere il corso d’acqua più fruibile, migliorare anche la qualità dell’acqua.
Cosa prevede, in pratica, il progetto dell’ente consortile? Lo spostamento del corso d’acqua verso il mare (disalveamento), così da permettere la realizzazione di una pista di servizio sulla sponda sinistra e la realizzazione di una pista ciclabile in fregio alla sponda destra del corso d’acqua realizzando, dove necessario, protezioni spondali per ridurre i fenomeni erosivi. Infine, è prevista la creazione di un’area di laminazione delle acque della fossa Giraldina per creare un piccolo parco fluviale, che ha anche lo scopo di migliorare la qualità delle acque, in particolare in termini di trasporto solido in sospensione,
L’ente consorziale ha già progettato la realizzazione di tutte le attività di natura idraulica ed ambientale nell’ambito del piano FESR 2021-2027 (costo complessivo: 400.000 euro); nei giorni scorsi è arrivata la notizia che la Regione Toscana ha già ottenuto un primo parziale finanziamento, tramite il Documento Operativo Difesa Suolo, pari ad oltre duecentodiciottomila euro in attesa che siano rese disponibili ulteriori risorse.
Il “Toscana Nord” è l’unico Consorzio di bonifica della regione ad aver ottenuto 2 finanziamenti tramite questa linea di azione per un totale complessivo, pari a circa tremilioniquattrocentomila euro; le prime risorse assegnate erano 2.900.000 euro per il progetto di riqualificazione idraulica ed ambientale del sottobacino di bonifica Samminiata-Caprile nel comune di Massarosa.
MARCHE
ALLUVIONE CONSEGNATO NUOVO PONTE
“Due anni e mezzo fa, visitando questi territori post alluvione, sembrava qualcosa di impossibile poter garantire un ritorno anche dei soli servizi essenziali.
Oggi, vediamo una viabilità principale completamente ripristinata, nuovi ponti e tanti interventi realizzati per poter mettere in sicurezza il territorio”: con queste parole, l’Assessore Protezione Civile Regione Marche, Stefano Aguzzi, ha partecipato alla consegna del nuovo ponte nel comune di Frontone, commissionato al Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro).
La struttura, sul fosso Cinisco, collega la frazione di Foce agli impianti di risalita del monte Catria; è il secondo manufatto realizzato a Frontone dopo la scogliera già consegnata qualche mese fa ed anticipa solo di qualche settimana altri 2 ponti, entrambi nel territorio frontonese, in fase di ultimazione.
Il ponte di Frontone è la quinta delle 10 opere affidate all’ente consortile, terminata e restituita alla cittadinanza: lo hanno preceduto il ponte fra Serra de’ Conti e Montecarotto, quello del Vallone a monte di Senigallia, quello di Serra Sant’Abbondio e la scogliera di Frontone; mancano all’appello ancora i 2 restanti ponti di Frontone, altri 2 manufatti a Serra Sant’Abbondio ed un ultimo a Serra de’ Conti.
Tutti i ponti sono stati pensati e realizzati non solo per garantire un rapido ritorno alla normalità, ma anche e soprattutto per prevenire il ripetersi di situazioni simili: i ponti, senza pile in alveo ed a campata unica, rendono agevole il deflusso delle acque. Insieme alla progettazione ed alla realizzazione di ponti, sempre in accordo con la struttura del Sub-Commissario per l’Alluvione, l’ente consorziale ha realizzato e sta realizzando numerosi interventi in somma urgenza sul reticolo idrografico, con l’obbiettivo primo, anche in questo caso, di ripristinare i danni provocati dalla violenza degli eventi atmosferici e di mettere in sicurezza il territorio. Molte delle fragilità emerse con gli eventi alluvionali, possono essere risolte attraverso una programmazione della manutenzione del reticolo idrografico e la realizzazione di opere di difesa.
Il Consorzio di bonifica Marche, in merito all’alluvione 2022, ha concluso 40 interventi in somma urgenza nei comuni di Pergola, Serra dei Conti, Arcevia, Frontone, Serra Sant’Abbondio, S. Lorenzo in Campo, Senigallia, Sassoferrato, Montecarotto Poggio San Marcello, Castelplanio, Barbara, Cantiano, Castelleone di Suasa Genga, Cingoli, Cerreto d’Esi, Cagli, Acqualagna e Frontone: si tratta di operazioni di riprofilatura e risagomatura della sezione ordinaria di deflusso, rimozione delle ostruzioni e delle alberature cadute e compromesse; finanziate per oltre sei milioni di euro dalla struttura commissariale interessano 90 chilometri nella provincia di Ancona, km. 55 nella provincia di Pesaro-Urbino e km. 5,50 in quella di Macerata.
Nel solo comune di Cantiano, visti gli ingenti danni provocati dall’evento alluvionale del 15 Settembre 2022, sono stati eseguiti 6 interventi in somma urgenza, finanziati dalla struttura commissariale con oltre un milione di euro. Allocare i 400 milioni, destinati dal Governo Meloni all’alluvione 2022, ha richiesto uno sforzo enorme e condiviso da parte di tutti i soggetti attuatori, coinvolti nella realizzazione di migliaia d’interventi: dalla pulizia dei corsi d'acqua, al rifacimento dei ponti, alle opere di mitigazione del rischio.
L'obiettivo è quello di continuare ad operare con spirito di collaborazione, serietà, determinazione e con la convinzione di arrivare alla fine dello stato d’emergenza, restituendo un territorio un po’ più sicuro rispetto al passato.
LOMBARDIA
INDIVIDUATI RESPONSABILI ACQUA BLU
Dopo 2 anni di indagini è stato individuato il responsabile del fenomeno dell’acqua blu, durato circa una settimana, nei canali del Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po (con sede a Mantova): risulterebbe essere un’azienda locale di espurgo e pulizia fognature che, in più occasioni, avrebbe smaltito reflui industriali con sostanze inquinanti superiori ai limiti di legge e che avrebbero provocato malfunzionamenti al depuratore di Guastalla.
I responsabili sono stati denunciati per scarico abusivo di sostanze inquinanti, smaltimento illecito di rifiuti liquidi pericolosi e per inquinamento ambientale. Ciò, grazie all’accurato lavoro dei Carabinieri Forestali di Gualtieri e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale di Reggio Emilia.
La colorazione insolita ed improvvisa dell’acqua nel canale principale aveva destato forti timori, soprattutto per la paura che tale situazione potesse ripresentarsi durante la stagione irrigua. Forti dell’esperienza si sta proponendo, a livello pianificatorio in Emilia Romagna e Lombardia, che il processo di depurazione debba prevedere vasche aggiuntive di sicurezza, da utilizzare in casi come questo.
VENETO
INSIEME PER LA SICUREZZA DEL COMUNE
Il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, in provincia di Rovigo) ha partecipato al tavolo tecnico, presso il comune di Rosolina, per affrontare il tema degli allagamenti derivanti da piogge intense sempre più frequenti in epoca di cambiamento climatico: oltre all’ente consortile ed all’Amministrazione Locale ha partecipato al tavolo anche il gestore del servizio idrico integrato “Acquevenete”.
Criticità sono state riscontrate, in particolare, nella località balneare di Rosolina Mare più volte interessata da allagamenti.
L’obiettivo è costruire un piano di azioni (anche in chiave preventiva), che possano tutelare territorio e cittadini, partendo dall’analisi dei dati storici e delle problematiche riscontrate. Grazie alle mappature messe a disposizione è infatti possibile individuare i punti critici e quindi le prime azioni da intraprendere: a soffrire maggiormente sono le aree densamente popolate, che spesso non sono provviste di reti fognarie adeguate.
TOSCANA
A SERVIZIO DELLE COMUNITA’ LOCALI
Prosegue la collaborazione tra il Comune di Capalbio ed il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto) per la messa in sicurezza della strada della Barucola: mentre continuano i lavori per la realizzazione di un ponte, che permetterà di proteggere una zona oggi a rischio inondazioni, è stata firmata una convenzione per disciplinare un intervento per il rifacimento del manto stradale, in località Borgo Carige.
L’ente consortile si è occupato della progettazione esecutiva e delle procedure di affidamento dei lavori; poi, come stazione appaltante e di ufficio direzione dei lavori, avrà anche il compito di curare la contabilità ed il collaudo dei lavori. Si conferma così la vicinanza dell’ente a tutti i Comuni del comprensorio: “Cb6” è al servizio del territorio e la struttura consortile, nei limiti delle competenze e nel rispetto delle priorità statutarie, è a disposizione delle comunità.
PUGLIA
ARCIVESCOVO IN VISITA
L’ Arcivescovo di Foggia-Bovino, Giorgio Ferretti, ha fatto visita al Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia).
L’incontro è stato occasione per far conoscere le attività ed i progetti dell’ente consorziale, da sempre impegnato nella gestione delle risorse idriche, nella salvaguardia ambientale e nel supporto al mondo agricolo della provincia dauna. La visita ha rappresentato un momento di dialogo tra istituzioni civili e religiose del territorio oltre che un segno importante di vicinanza nelle problematiche, che affliggono il comparto agricolo.
LOMBARDIA
IRRIGAZIONE E SICUREZZA IDRAULICA RESTANO INSCINDIBILI
L’Assemblea ANBI Lombardia è stata l’occasione per fare il punto sulle strategie messe in campo per efficientare il sistema irriguo regionale.
Investire in infrastrutture ed innovazione resta una priorità per l’agricoltura lombarda che, con i suoi 600.000 ettari irrigui, trova nell’acqua uno dei principali fattori produttivi; allo stesso tempo, senza una gestione attenta delle risorse idriche e senza l’attività consortile, un territorio fragile ed urbanizzato sarebbe ulteriormente a rischio. Irrigazione e sicurezza idraulica sono temi inscindibili quanto indispensabili per la Lombardia, dove uno straordinario patrimonio di canali permette di agire sui due fronti.
“Affrontare il cambiamento climatico richiede uno sforzo collettivo ed integrato; sono ancora moltissimi i progetti cantierabili, che attendono solo il finanziamento per poter essere realizzati, consentendo di dare risposte concrete al territorio ed ai consorziati” ha affermato Alessandro Rota, Presidente ANBI Lombardia.
Tale impostazione è stata condivisa da Massimo Sertori, Assessore di Regione Lombardia (Enti Locali, Montagna, Risorse Energetiche, Utilizzo Risorsa Idrica), che ha sottolineato come “Regione ed ANBI in questi anni si sono confrontati in maniera proficua, affrontando situazioni difficili, che hanno creato un patrimonio di esperienze molto importante; il tavolo regionale sulla gestione della risorsa idrica ha messo a fattore comune tutte le problematiche ed ha permesso di collaborare per un’ottimizzazione d’utilizzo dell’acqua”.
Diversi i temi affrontati con un focus sullo stato delle riserve idriche, il cui livello complessivo è di poco inferiore al valore medio. Le recenti, abbondanti precipitazioni hanno consentito di innalzare i livelli di riempimento dei laghi regolati, ma tuttavia c’è preoccupazione per la scarsità di risorsa nivale che, in un’ottica di medio periodo, richiede di tenere monitorata la situazione per prevenire l’insorgere di criticità ai sistemi irrigui. Nel corso dell’Assemblea è stata presentata in anteprima una nuova funzionalità del portale del centro dati CeDATeR, realizzata totalmente “in house” e riguardante i dati delle precipitazioni provenienti da 105 sensori della rete regionale ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale), per i quali ANBI Lombardia riceve i dati in tempo reale, grazie ad una convenzione in essere.
VENETO
NUOVO PRESIDENTE ANBI REGIONALE
Alex Vantini, 34 anni, Presidente Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) e Vicepresidente Coldiretti regionale, è stato eletto al vertice ANBI Veneto; suo Vice sarà Roberto Branco, Presidente Consorzio di bonifica Adige Po (con sede a Rovigo).
Efficientamento nella distribuzione della risorsa idrica, nuove infrastrutture, invasi multifunzionali, contrasto alla desertificazione del suolo ed alle specie aliene rappresentano alcune delle sfide più importanti, che caratterizzeranno l’operato dei Consorzi di bonifica veneti nei prossimi anni.

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