Anno XXVII, n. 9 venerdì, 7 marzo 2025

BRUTTO SEGNALE PER L’ECONOMIA AGRICOLA ITALIANA: IL GRANAIO D’ITALIA È RIMASTO SENZ’ACQUA NIENTE IRRIGAZIONE PER IL TAVOLIERE DELLE PUGLIE

VINCENZI: “È DISARMANTE CONSTATARE CHE DOPO ANNI NON È ANCORA ATTIVA

UNA CONCRETA COLLABORAZIONE FRA REGIONI VICINE”

Dopo i preoccupanti segnali sulle prospettive idriche dell’Umbria si appalesa lo scenario peggiore per uno dei “giacimenti” dell’agroalimentare italiano: quest’anno non ci sarà acqua per l’agricoltura foggiana. A confermarlo è stato il Presidente Consorzio di bonifica Capitanata, Giuseppe De Filippo, audito dalle commissioni V e Speciale per la Crisi idrica del Consiglio Regionale Puglia: l’insufficienza idrica è già tale da far prevedere l’impossibilità di avviare la stagione irrigua, che interessa il 30% del comprensorio consortile. Si calcola che l’impatto negativo sull’economia agricola della provincia daunia sarà di almeno un miliardo e quattrocento milioni di euro (oltre all’indotto) su un prodotto complessivo di circa sette miliardi.
“Per il breve periodo – ha spiegato il Direttore Generale dell’ente consorziale, Francesco Santoro - sembra anche difficile poter contare sul ventilato accordo con il Molise, in quanto in quella regione si dovrebbero realizzare infrastrutture, che al momento non hanno copertura finanziaria; tale accordo, se attuato, sarebbe altresì un toccasana, perché permetterebbe di destinare, agli assetati campi del Tavoliere, le eccedenze d’acqua molisane, altrimenti destinate a terminare inutilizzate in mare.”
“E’ disarmante constatare come negli anni non si sia ancora riusciti ad attivare un sicuro trasferimento idrico dalle regioni vicine in soccorso di terre storicamente considerate uno dei granai d’Italia” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In prospettiva si dovrebbe procedere alla progettazione della diga di Palazzo d’Ascoli, nel Basso Tavoliere, per la quale ci sono 8 milioni di investimento, ma i tempi sono evidentemente lunghi.
“Noi gestiamo 4 dighe, che possono trattenere 300 milioni di metri cubi d’acqua – precisa il Direttore dell’area Ingegneria dell’ente consorziale, Raffaele Fattibene – In genere cadono annualmente sul comprensorio circa tre miliardi di metri cubi di pioggia e noi, quindi, riusciamo ad invasarne soltanto il 10%. Dei 300 milioni di metri cubi ne diamo 60 ad Acquedotto Pugliese e con gli altri 240 milioni serviamo i 140.000 ettari irrigati. Con l’incremento della risorsa stoccata, attraverso l’efficientamento delle opere esistenti e la realizzazione di nuovi invasi, non solo potremmo affrontare meglio una gestione idrica pluriennale, necessaria ad assorbire eventuali periodi siccitosi, ma potremmo ampliare i comprensori raggiunti dall’irrigazione.”
“Ciò, che sta accadendo nel Nord della Puglia, è la concreta rappresentazione della necessità di quanto da tempo andiamo proponendo: efficientamento dell’esistente, nuove infrastrutture a partire dal Piano Invasi, completamento degli schemi idrici. Serve una più decisa volontà politica per superare gli ostacoli, spesso solo burocratici, che si frappongono all’apertura di cantieri per aumentare la resilienza dei territori, evitando pesanti conseguenze economiche e sociali per il Paese” ha concluso  Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.

                                                                                                  

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

AL NORD LA POCA NEVE PREOCCUPA COME NEL 2022 MENTRE LE CAMPAGNE FOGGIANE SONO ORMAI SENZ’ACQUA

VINCENZI: “E’ SEMPRE PIU’ PESANTE L’IMPATTO DELLA CRISI CLIMATICA SULLA VITA DEL NOSTRO PAESE”

Mentre le campagne foggiane sono rimaste senz’acqua, la domanda da porci al termine di questo inverno meteorologico (1 Dicembre - 28 Febbraio) dovrebbe essere: c’è stato un vero inverno?  Ad interrogarsi è l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, perché quasi sempre si sono registrate anomalie di temperatura positive su gran parte della Penisola con ondate di caldo fino ad 8 gradi superiori alla norma su larga parte del territorio nazionale; in molte città dell’Italia centro-meridionale quasi mai si è scesi sotto lo zero e nei prossimi giorni, sulle regioni del Mezzogiorno, le temperature si aggireranno sui venti gradi come fosse piena primavera. Gli scenari sono ancora più preoccupanti, allargando l’orizzonte al resto del Pianeta: la regione artica, comprensiva delle coste nord-orientali della Groenlandia e dei Paesi scandinavi, è colpita da un’ondata di calore, che ha innalzato le temperature fino ad oltre dodici gradi sopra la media (fonte: Copernicus).
“Lo scorso anno – ha precisato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - le anomalie termiche sull’Italia furono ancora più accentuate ed il dato è che il riscaldamento globale sta marcatamente impattando sulla vita di persone, ecosistemi ed economia del nostro Paese. Dal 2000 ad oggi, i ghiacciai mondiali hanno perso  il 5% ca. del ghiaccio, causando, tra l’altro, un crescente  innalzamento dei livelli del mare e conseguente aumento del cuneo salino, che oggi minaccia circa ottantasette milioni di ettari nel mondo (otto milioni ca. nel Mediterraneo, tra cui anche ampie zone costiere italiane).
Nel nostro Paese si aggrava la situazione in Puglia, dove si attende ancora la svolta, che scongiuri una nuova annata idricamente negativa: nonostante un incremento di mezzo milione di metri cubi in 7 giorni, le dighe della Capitanata trattengono ora mln. mc. 77,72 cioè il 23,42% dell’acqua invasabile; nel 2024 la sola diga di Occhito, in analogo periodo, ne raccolse quasi undici milioni mentre, nella corrente annata idrologica, iniziata a Dicembre, gli invasi del Tavoliere, già in  grave sofferenza, hanno complessivamente raccolto solo 43 milioni di metri cubi d’acqua (l’anno scorso, quasi cento miliardi di litri d’acqua in più non furono sufficienti ad irrigare i campi nell’estate più calda della storia!).
La Sicilia, beneficata da piogge abbondanti nei recenti 2 mesi, continua invece, seppur lentamente, a migliorare la situazione idrica, superando i trecentotrentuno milioni di metri cubi nello stock di riserve d’acqua (47,5% ca. dei volumi invasabili) di cui, però, meno di duecentodieci milioni sono realmente utilizzabili (fonte: Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia).
Anche in Sardegna le dighe regionali hanno visto affluire volumi idrici consistenti durante il mese di febbraio: + mln. mc. 88,16 . Restano però in emergenza i sistemi idrici dei territori sud-occidentali (nell’Alto-Cixerri invasi al 13,98% di riempimento, mentre Monte Pranu nel Basso Sulcis è al 38,15%) e nord-occidentali dell’isola, dove i 5 bacini trattengono il 44,81% dell’acqua invasabile. Vanno meglio le cose per Gallura, Alto Taloro, Ogliastra, Posada, dove i bacini sono pieni all’80% e, nel caso di Maccheronis, al 97,87% (fonte: Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna).
In crescita costante sono le riserve stoccate negli invasi di Basilicata, dove si registra un ulteriore incremento di 2,75 milioni di metri cubi in 7 giorni, seppur il deficit sul 2024 rimanga alto (- mln. mc. 69,26).
In Campania si segnalano portate in aumento per i fiumi Volturno, Sele e Garigliano.
In Abruzzo la diga di Penne trattiene attualmente mln. mc. 4,65  d’acqua (lo scorso anno erano appena mln.mc. 1,45); in crescita sono i flussi dei fiumi Sinello, Sangro ed Alento.
Nel Lazio si registrano timidi accenni di ripresa per i laghi vulcanici della provincia romana, che restano comunque abbondantemente sotto i livelli dell’anno scorso (fonte: AUBAC); va segnalata anche la performance del fiume Tevere, che a Roma segna una portata media di 164,45 metri cubi al secondo, aumentando  il proprio flusso del 69% in 7 giorni; pur rimanendo sotto la media storica è però superiore del 19% ai valori medi registrati nello scorso quinquennio. In crescita sono anche i flussi di Aniene e Velino.
In Umbria, la diga di Arezzo (Maroggia) ha attualmente invasato 2 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua. E’ in rialzo il livello idrometrico del lago Trasimeno, salito a -m. 1,33 ma ancora al di sotto sia dell’altezza media del periodo (- m. 0,44) che soprattutto del livello minimo vitale (-m. 1,20). Si registrano in crescita le portate dei fiumi Paglia, Topino e Chiascio.
Nonostante una leggera crescita perdura il deficit idrico dei fiumi nelle Marche e per questo l’ingente accumulo d’acqua negli invasi rappresenta un’importante garanzia per affrontare la futura stagione irrigua: attualmente, 4 dei 5 invasi (San Ruffino sul fiume Tenna è ancora vuoto) trattengono complessivamente 51,14 milioni di metri cubi d’acqua,  pari ad oltre il 78% del volume invasabile, cioè il valore più alto in anni recenti.
In Toscana sono in evidente flessione le altezze idrometriche dei fiumi Serchio, Sieve, Arno ed Ombrone: fatta eccezione per quest’ultimo (-32% ca.), i valori di portata risultano comunque in linea con quelli medi del periodo.
In Liguria sono in calo anche i livelli dei fiumi Entella, Vara, Magra ed Argentina.
Livelli idrometrici in crescita, invece, per i fiumi appenninici dell’Emilia-Romagna (Savio, Reno e Taro); restano ancora abbondanti, nonostante da un paio di settimana risultino in calo, le portate della Secchia, che ha registrato un flusso medio, superiore del 147% a quello tipico di questo periodo.  Nel Piacentino, le dighe di Mignano e Molato sono piene rispettivamente all’81,4% ed all’83,3%.
Risultano decrescenti da un paio di settimane i flussi in alveo del fiume Po: la portata a Pontelagoscuro è ora inferiore alla media del 22% circa.
In Veneto, i flussi idrici nei corsi d’acqua, fatta eccezione per l’Adige, sono in crescita, ma le portate risultano generalmente inferiori alle medie storiche.
Tra i grandi laghi, il livello del Benaco continua a crescere.
In Lombardia, il deficit nivale è  quasi del 30%: rispetto al 2024 mancano ben 444 milioni di metri cubi in corrispettivo d’acqua. Nel complesso, le riserve idriche della regione sono sotto media di oltre il 13%.
In Piemonte si è registrato a Febbraio un deficit di precipitazioni, mediamente pari a -38%, mentre l’indice SWE (Snow Water Equivalent) segna -19% (fonte: Arpa Piemonte). Le portate dei fiumi sono generalmente  decrescenti, in particolar modo per il Tanaro, che in 7 giorni ha ridotto il flusso di oltre il 60%; in evidente calo anche Stura di Demonte e Toce.
“L’Italia Settentrionale continua ad essere ricca d’acqua – ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – Sarà però necessario tenere monitorate alcune realtà locali, che negli ultimi tempi stanno evidenziando segnali di difficoltà e che già nel recente passato sono state avanguardia di una crisi idrica, che poi ha coinvolto pesantemente il resto del Nord Italia. Segnali di preoccupazione si registrano innanzitutto per la scarsa neve in quota, che rappresenta una straordinaria risorsa per il rimpinguamento dei corpi idrici a valle.”
A dover essere tenuto sotto osservazione è, ad esempio, il Piemonte meridionale, in quanto già negli anni scorsi aveva mostrato in più occasioni significative fragilità (le autobotti nelle valli del Cuneese e dell’Alessandrino solo un paio di anni fa…). Lì la neve è stata scarsa anche a Febbraio (-61%) come lo era stata a Gennaio (-45%) ed a Dicembre (-69%); a far ben sperare è la pioggia, che su quei territori, nella stagione autunno-vernina è stata superiore del 15% rispetto alla media, anche se, su alcuni bacini (come il Tanaro, ad esempio), il mese di febbraio è stato piuttosto avaro  dal punto di vista pluviometrico, con ammanchi superiori al 60%.
Anche in Valle d’Aosta, infine, il manto nevoso risulta inferiore all’anno scorso (Gressoney Saint Jean, - cm.62 ca.; Saint-Rhemy en Bosses, -cm.125 ca.); lo strato di neve più consistente lo si registra sulle Grandes Murailles (cm.172). In calo è la portata della Dora Baltea, mentre stabile è quella del torrente Lys.


ANBI: IN PIEMONTE È PRONTO IL PRIMO PROGETTO MULTIFUNZIONALE PER PRESERVARE LA RISORSA IDRICA IN UN TERRITORIO

VINCENZI: “NEL RISPETTO DELLE PRIORITA’ DI LEGGE VA RICERCATA LA COMPATIBILITA’ FRA INTERESSI DIVERSI”

E’ nato in Piemonte un nuovo modello per la gestione efficiente della risorsa acqua, capace di contribuire al soddisfacimento del fabbisogno idrico di tutti gli attori in territori complessi (dall’agricoltura all’industria, dalla produzione di energia fino al consumo privato): l’approccio è multifunzionale, replicabile in ogni luogo, secondo le caratteristiche territoriali e mira ad aumentare la resilienza delle comunità attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche: a renderlo noto è stata ANBI.
“E’ un’ulteriore dimostrazione dell’indispensabile strategia di coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse nella gestione della risorsa idrica. Confinare la questione ad un mero problema agricolo è un grave errore strategico: basti pensare alla grande disponibilità d’acqua, di cui necessita il funzionamento dei macchinari per l’Intelligenza Artificiale. Senza mai dimenticare che acqua e cibo sono indispensabili elementi di vita, dobbiamo però cercare la compatibilità non lo scontro fra interessi diversi” ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Il progetto integrato è definito “Strategia di Ottimizzazione Idrica di un Comparto Territoriale” ed è il primo in Italia per la creazione di un Comparto Territoriale ad Alta Sostenibilità Idrica, realizzato dalle aziende aderenti al gruppo di lavoro di Assoreca (Associazione Ambiente, Energia, Sicurezza e Responsabilità Sociale) insieme alla società Acqua Novara VCO ed all’Associazione Irrigazione Est Sesia (A.I.E.S.), con il patrocinio della Regione Piemonte e coinvolgendo altri importanti partner, tra cui alcune tra le maggiori società di ingegneria ambientale italiane (AECOM, Anthemis, ERM, GM Ambiente, Gruppostante, Sinergeo, Sodai e WSP, Proger a Italfer).
“I cambiamenti climatici, che stiamo vivendo, richiedono risposte tarate sulle peculiarità dei diversi territori -ha  commentato Mario Fossati, Direttore A.I.E.S. - Insieme ad Assoreca proponiamo un modello territoriale, ma replicabile, capace di adottare il meglio delle soluzioni disponibili, secondo linee guida dettagliate; puntiamo così a  superare la concorrenza tra settore agricolo, industriale e civile per passare da un modello competitivo ad un modello sinergico nella gestione della risorsa idrica.”
Il primo passo per la realizzazione di questo modello olistico è stato redigere linee guida per assicurare la sostenibilità idrica di un comparto territoriale. Per elaborare uno standard operativo, applicabile in ogni territorio del Paese, si è scelto il complesso territorio di Trecate-Cerano, perché concentra, in un’area limitata, ogni tipo di esigenza idrica: industriale, civile, agricola, zootecnica. Il progetto prevede quattro diversi ambiti di intervento: recupero e riutilizzo agricolo delle acque depurate, stoccaggio di risorsa idrica, riutilizzo circolare delle acque di processo industriale, ricarica della falda. Oggi in Italia si riutilizza solo il 4% delle acque depurate, ma l’obbiettivo sollecitato anche dall’Unione Europea è di arrivare al 40% entro il 2030.
Per questo, il primo ambito d’intervento intende sfruttare in maniera sistematica gli oltre cinque milioni di metri cubi d’acqua, annualmente trattati dal depuratore di Cerano; una volta depurata, tale risorsa potrebbe essere stoccata nella vicina cava Cascina Nuova trasformata in un bacino di 135.000 metri quadrati, capace di trattenere 140.000 metri cubi d’acqua ad uso agricolo: un vero e proprio laghetto con annessi uno spazio ricreativo ed un impianto fotovoltaico. Il secondo ambito mira a trasformare i 325.000 metri quadrati della vicina cava Cascina Invernizi in un bacino capace di stoccare fino a novecentmila metri cubi d’acqua, riqualificando zone trascurate in termini ecologici ed ambientali.
A metà strada tra le 2 cave sorge il polo industriale di San Martino; il progetto prevede un’accurata analisi del consumo d’acqua da parte di aziende campione, fornendo indicazioni precise per l’ottimizzazione dei consumi, la riduzione dei prelievi dalla falda acquifera ed il riutilizzo della risorsa idrica. La falda è l’oggetto del quarto ambito, che mira a ricaricarla, utilizzandola come riserva, in cui convogliare l’acqua quando è in eccesso, in modo da preservarla per i momenti di bisogno. Il progetto prevede il prelievo dell’acqua dal fiume Ticino nei periodi non irrigui (Ottobre-Marzo); convogliata in aree specifiche attraverso la rete di canali, viene trasferita in falda tramite un sistema di “pozzi bevitori”. Il progetto consentirà di recuperare 18 milioni di metri cubi (l’ammontare del deficit idrico 2023) con costi limitati e quantificati tra 1,4 e 2,6 milioni di euro.
“La falda freatica ha un ruolo determinante per le interazioni con i corsi d’acqua superficiali soprattutto in quelle aree caratterizzate da depositi ghiaiosi-sabbiosi, che rendono difficoltosa la pratica agricola, come il territorio individuato per questo progetto pilota – ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Servono interventi innovativi, capaci di integrare soluzioni diverse per preservare una risorsa, come l’acqua, essenziale per ogni settore socio-economico.”
“Stiamo lavorando per cercare di garantire l’acqua a tutti con la possibile realizzazione di infrastrutture come, per esempio, il potenziamento dell’invaso sul Sessera, che risolverebbe i problemi d’approvvigionamento per il comparto agricolo della Baraggia” ha concluso l’Assessore Ambiente Regione Piemonte, Matteo Marnati.


VENETO

RIFACIMENTO IN TEMPI RECORD

Con un anno di anticipo rispetto al cronoprogramma, è stato completato a fine Febbraio il rifacimento del canale L.E.B.- Lessinio Euganeo Berico, principale opera irrigua del Veneto. I lavori, progettati e realizzati dal Consorzio di bonifica di 2° grado L.E.B. (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona), hanno interessato km.12,6  di infrastruttura nella provincia di Verona per un costo complessivo di circa sessanta milioni di euro, stanziati tramite P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa Resilienza).
Con queste risorse si è provveduto allo smantellamento ed allo smaltimento delle originarie lastre (sponde e fondale) ed alla posa di nuove, oltre al rifacimento di alcuni manufatti idraulici. Un lavoro che, nel complesso, ha comportato l’utilizzo di oltre cinquantamila metri cubi di calcestruzzo e 6.000 tonnellate di acciaio. Avviato nel 2020 ed articolatosi in 2 stralci, il cantiere ha operato nei mesi invernali per non compromettere il regolare svolgimento della stagione irrigua. Il nuovo canale L.E.B. recupera ogni anno 120 milioni di metri cubi di risorsa idrica, a vantaggio di agricoltura ed ambiente; tale efficientamento andrà a vantaggio diretto dell'agricoltura su 110.000 ettari di campagne tra le province di Verona, Vicenza e Padova.
Gli effetti ecosistemici interesseranno 350.000 ettari di territorio, inclusa parte significativa della provincia di Venezia, poichè le acque del canale, riversandosi nel fiume Bacchiglione, arrivano fino a Chioggia. Lungo km. 44, il canale L.E.B. inizia a Belfiore, nel Veronese e conclude il suo percorso a Montegaldella, nel Vicentino; assicura acqua derivata dall’Adige (pertanto di qualità) all'agricoltura di un territorio altrimenti attraversato da fiumi dall'andamento torrentizio e che d'estate non sono in grado di garantire l'irrigazione delle campagne.


TOSCANA

LAVORI DI RESTAURO ARGINALE

Nuovi lavori sui corsi d’acqua di Quarrata, con 2 interventi sul torrente Morione, operati dal Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze): il primo prende in considerazione un tratto di circa trenta metri, dove è stato riscontrato un principio di erosione alla parte inferiore dell’argine, per cui è prevista la realizzazione di una scogliera in massi ciclopici che penetrerà al di sotto del livello del fondo dell’alveo per almeno un metro; il secondo intervento è sito, dove sono state ripristinate le arginature sormontate ed erose nel corso dell’evento alluvionale di inizio Novembre 2023, provocando l’escavazione del fondo dell’alveo, che sarà ora stabilizzato con la posa di massi ciclopici per realizzare una sorta di vasca di dissipazione. Il costo complessivo dei 2 interventi sarà di 95.000 euro.
A Quarrata sono stati spesi più di tre milioni e mezzo di euro da Comune, ente consortile  e Genio Civile Regione Toscana in somma dopo l’alluvione del 2023; il Comune ha poi chiesto allo Stato oltre quindici milioni di euro per interventi e 135 milioni di euro sono stati chiesti dall’ente consorziale per mitigare il rischio idrogeologico nel territorio di Quarrata.


VENETO

INTERVENTI DI SICUREZZA IDRAULICA

Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha concluso i lavori di pulizia ed escavo del fondale dello scolo Fossò, nell’omonimo comune della Città Metropolitana di Venezia.
L’intervento, iniziato a Gennaio, è consistito nella rimozione di materiale terroso, depositatosi all’interno del corso d’acqua per un tratto di oltre due chilometri; obbiettivo dell’intervento: migliorare la sicurezza idraulica, ripristinando il corretto deflusso delle acque.
Le operazioni di espurgo hanno comportato la rimozione di 4.600 metri cubi di materiale terroso, poi deposto ai lati delle pertinenze idrauliche. Per un intervento concluso, un altro che inizia: l’ente consortile ha infatti avviato a Praglia di Teolo e Montegrotto Terme, nell’area termale dei Colli Euganei, 2 interventi per il ripristino di complessivi 300 metri di sponde dello scolo Rialto, soggetti a fenomeni franosi a causa del maltempo; L’intervento prevede una spesa complessiva di € 80.000,00.


LAZIO

PROMESSA MANTENUTA

Grazie ad una delibera della Giunta Regione Lazio, il Consorzio di bonifica Valle Liri (con sede a Cassino, in provincia di Frosinone) potrà dare seguito alle attività di sistemazione idraulica e contro il rischio idrogeologico lungo il tratto del Rio delle Fragole, che interessa un’area, dove risiedono circa tremila abitanti nel comune di Piedimonte S.Germano.
Si concretizzerà così la promessa pubblicamente assunta da ANBI Lazio in occasione della locale Festa dell’Agricoltura.


TOSCANA

PROTAGONISTI NELLA DIFESA DI VALLE

Percorrendo la valle dell’Archiano, oltre a scoprire importanti testimonianze di storia locale, è ora possibile conoscere l’attività svolta in Casentino dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo): a valorizzare il lavoro svolto per mantenere in efficienza i corsi d’acqua è, infatti, la nuova cartellonistica realizzata  dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, in collaborazione con l’Ecomuseo del Casentino, il Comune di Bibbiena e la Raccolta Rurale Casa Rossi.
I cartelli freschi d’ installazione nascono per valorizzare la rete dei luoghi di pregio e gli scorci paesaggistici di particolare valore storico-documentale. All’ente consortile, che dal 2014 si occupa della manutenzione dell’Archiano e degli altri corsi d’acqua inseriti dalla Regione Toscana nel reticolo idrografico di gestione, è dedicata una scheda, che racconta chi è e cosa fa “Cb2”.
Nella vallata casentinese sono oltre mille i chilometri da monitorare. In particolare, per il torrente Archiano, il Piano delle Attività di Bonifica 2025 prevede interventi di risagomatura e ripristino di gabbionate, uniti a manutenzione della vegetazione su un totale di circa sei chilometri di reticolo; gli interventi saranno concentrati intorno alle infrastrutture di Bibbiena Stazione ed a ridosso degli abitati in località Soci e Partina.


EMILIA ROMAGNA

EDUBIOBIMBI È IN CORSO

Educare i bambini, sin dalla più tenera età, a mettere in pratica comportamenti e piccoli gesti da compiere per contribuire a contrastare il cambiamento climatico, con un approccio partecipativo ed orientato ad un percorso di apprendimento sull’importanza della biodiversità e del valore della risorsa idrica: con questo obbiettivo, Fondazione Anna Mattioli, Consorzio di bonifica Parmense (con sede nel “capoluogo ducale”) e Consorzio C.E.R.-Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna) hanno instaurato una sinergica intesa per un percorso di sensibilizzazione delle giovanissime generazioni di Parma; l’acqua e le sue tematiche sono il filo conduttore del progetto “EduBioBimbi”, che pone al centro l’importanza di questo prezioso elemento da conoscere, tutelare ed usare in modo sostenibile, oltre alle buone pratiche per preservarlo.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Anna Mattioli (dal 2021 si occupa di avere cura dei bambini e di offrire sostegno alle famiglie fragili con minori) e patrocinato da Comune di Parma ed enti consortili, mira a coinvolgere i giovani in una serie di iniziative, focalizzate su sostenibilità ambientale, conoscenza ed educazione al rispetto della natura, promozione del benessere delle persone.
Con questo progetto (nell’anno, che vede la città di Parma, Capitale Europea dell’Acqua) la Fondazione Anna Mattioli prosegue nel suo impegno a proteggere ed a rafforzare le radici più bisognose di cura nella società: quelle dei bambini. Si tratta di un percorso fondamentale, che si estrinseca negli istituti comprensivi “Giacomo Ferrari”, “Salvo D’Acquisto ed “Albertelli Newton” attraverso lezioni e laboratori in aula ed all’aperto, uso di piattaforme digitali, percorsi sensoriali con degustazioni a mensa, creazione di piccoli orti scolastici.


LAZIO

RINNOVATI I VERTICI DI CBLN

Si è ufficialmente insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma): Niccolò Sacchetti è stato riconfermato Presidente; suoi Vice saranno Aurelio Ferrazza e Stefano Tiozzo.
Ai lavori del CdA è intervenuto anche Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, che ha sottolineato l'impegno svolto da tutti per ridare adeguata reputazione all'ente; ne è conferma, tra l’altro, la nascita di un tavolo tecnico con la società Aeroporti di Roma per un confronto permanente sulle attività di salvaguardia del perimetro e della zona aeroportuale.
“CBLN” ha 152 dipendenti a servizio di un comprensorio comprendente 134 comuni, oltre 627.000 ettari di superficie in 4 province, 23 impianti idrovori, km. 2734 di reticolo idrografico e km. 1450 di rete irrigua in pressione grazie a 20 impianti, 2 sbarramenti e 1 diga. 

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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