Anno XXVII, n. 4 venerdì, 31 gennaio 2025

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

IL SIGNORE DELL’ACQUA SI È FERMATO IN LUCANIA PUGLIA INARIDITA IN UN SUD CHE MIGLIORA MA RESTA DEFICITARIO AL NORD NEVE INSUFFICIENTE

VINCENZI: “DI FRONTE ALL’ESTREMIZZAZIONE DEGLI EVENTI ATMOSFERICI TERRITORI SEMPRE PIU’ FRAGILI”

Accomunate per mesi dallo stesso dramma siccitoso, Puglia e Basilicata appaiono destinate a separare i propri destini idrici; infatti, il Tavoliere, è la zona che più fatica ad uscire dal tunnel della siccità, che da mesi colpisce ampie zone del Sud Italia: i volumi invasati nelle dighe della Capitanata, pur avendo invertito il “trend” negativo dalla metà di Dicembre scorso, sono lente a ripianare l’enorme deficit (-98,7 milioni di metri cubi rispetto al 2024), che affligge la provincia foggiana. L’incremento di mln. mc. 3.600.000 ca.  d’acqua, registrato questa settimana, è ben poca cosa rispetto ad altre realtà meridionali: in Basilicata, l’incremento settimanale dei volumi invasati ammonta ad oltre venti milioni di metri cubi, portando a 50 milioni i metri cubi affluiti in due settimane (circa il doppio di quanto accaduto in oltre un mese nella confinante Puglia), riducendo il deficit sul 2024 a mln. mc. 49,51!
Anche in Sicilia migliora la situazione idrica dei bacini (+mln. mc. 11,33 in 15 giorni), ma casi come quello della diga di Castelvetrano, il cui invaso deve essere svuotato per timori sulla tenuta antisismica, confermano atavici e trascurati problemi infrastrutturali.
“L’auspicio – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue) - è che annunciate, nuove piogge su terreni fortemente inariditi del Sud Italia non si trasformino in devastanti e purtroppo conosciuti nubifragi, consolidando un andamento meteo, caratterizzato da una marcata estremizzazione degli eventi atmosferici.”
Risalendo la Penisola, in Campania si registra un’ulteriore contrazione dei livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Garigliano e Sele, oggi largamente sotto le medie del periodo.
In Abruzzo, il fiume Alento registra un’altezza idrometrica superiore allo scorso anno ma inferiore alla media dell’ultimo quinquennio, mentre Pescara e Sinello sono sotto i livelli del 2024. Il manto nevoso sulla Maiella supera, in alcune stazioni di rilevamento, cm. 90, ma a Campo Imperatore è inferiore a cm. 30.
Il Lazio vede ridurre le portate di alcuni suoi importanti fiumi come Tevere ed Aniene: il primo registra ora un flusso di soli 87,79 metri cubi al secondo (la scorsa settimana era di oltre mc/s 108), inferiore di circa il 56% rispetto ai valori medi del recente quinquennio. Cresce invece il Velino, la cui portata è però ancora inferiore di circa il 40%, rispetto ai valori tipici del periodo. L’altezza idrica del lago di Albano registra oltre sessanta centimetri in meno rispetto ad un anno e mezzo fa (fonte: Autorità di bacino distrettuale Appennino Centrale) mentre, nel vicino lago di Nemi, il “gap” con il 2024 è ora a cm. 23.
In Umbria crescono i livelli dei fiumi Paglia, Chiascio e Topino ed anche il lago Trasimeno guadagna 2 preziosissimi centimetri di altezza idrometrica.
Nelle Marche, da inizio d’anno, gli invasi hanno registrato un incremento di circa due milioni e mezzo di metri cubi nei volumi invasati. Tra i fiumi, che registrano un innalzamento dei livelli idrometrici, figurano l’Esino, il Sentino e la Nera.
Se al Sud si temono le conseguenze dell’estremizzazione degli eventi atmosferici con riserve idriche, che stentano a ricostituirsi facendo presagire nuovi periodi di restrizioni nelle erogazioni d’acqua, la resilienza  delle città settentrionali (in Toscana, Liguria e Romagna) è stata nuovamente messa alla prova da violenti fenomeni pluviali, difficilmente gestibili (in provincia di Genova le cumulate di pioggia hanno superato i duecento millimetri in 24 ore sulle località di Bargagli e Cichero, così come su alcuni comuni toscani nel Massese; frane nello Spezzino), facendo ingrossare i fiumi in maniera preoccupante come nei casi di Lamone (mc/s 32,24) in Emilia-Romagna, Vara ed Entella (cresciuto di oltre quattro metri in 14 ore) in Liguria, Sieve (portata salita da mc/s 9,69 a mc/s 101,50) in Toscana, dove l’Arno ha raggiunto il valore di mc/s 325,30 (la scorsa settimana era mc/s 52,10) ed il Serchio è cresciuto in 7 giorni da mc/s 56,10 a mc/s 461,70!
Grazie alle recenti piogge abbondanti, anche la portata del fiume Po risulta superiore a quella media del periodo lungo tutta l’asta: a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, la portata registrata di circa mc/s 1416 supera del 13% il valore normale del mese di gennaio.
In Veneto i fiumi, che vedono aumentare i flussi in alveo, sono Livenza, Brenta, Piave e Bacchiglione; in calo è l’Adige.
In Lombardia, la neve presente in quota è meno della metà di quanta ve ne dovrebbe essere (parametro SWE - Snow Water Equivalent: -53%); in totale, il deficit di riserva idrica ha toccato il 32,6% sulla media storica.
Crescono i livelli dei grandi laghi del Nord, tutti ampiamente sopra media,  con il Benaco pieno all’85%, il Verbano al 73,5%, il Lario al 52,9% ed il Sebino al 70%.
In Piemonte è sulle zone al confine con la Liguria, dove si registrano le migliori condizioni dei fiumi: tra queste spicca il Tanaro con un aumento di oltre il 590% della propria portata in soli 7 giorni!
In Valle d’Aosta crescono le portate della Dora Baltea come del torrente Lys. In una settimana su alcune vette si è registrato un accrescimento del manto nevoso di oltre trenta centimetri, ma il quantitativo di neve in quota resta comunque inferiore allo scorso anno.
“Il quadro, che si va consolidando per i mesi a venire – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI  – è quello di una stagione idrica comunque complessa nelle regioni meridionali, cui si aggiungono le preoccupazioni per le sottodimensionate riserve di neve al Nord. È uno scenario, che rende evidente l’esigenza di aumentare la resilienza dei territori attraverso la realizzazione di invasi multifunzionali che, producendo energia, ricaricando la falda, trattengono l’acqua e siano infrastrutture utili al contrasto dei picchi in eccesso o carenza idrica.”

                                                                                               

VINCENZI
: “LA SCIENZA DICE CHE DIMINUIRANNO I GIORNI DI PIOGGIA. PER QUESTO LE ACQUE REFLUE POSSONO ESSERE UTILI MA SERVE PRIMA CHIAREZZA NORMATIVA E GESTIONALE ”

“La progressiva tropicalizzazione del mar Mediterraneo e la crescita delle temperature sul suo bacino non comporteranno una significativa contrazione nei 300 miliardi di metri cubi di pioggia, che annualmente cadono sull’Italia, bensì la riduzione del 12% dei giorni umidi con conseguenti problematiche per le colture idroesigenti, nonchè la contestuale concentrazione degli eventi atmosferici, favorendone l’estremizzazione”: a riportare questi dati è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, intervenuto a Verona in un convegno dedicato all’ottimizzazione irrigua, nell’ambito di Fieragricola Tech. In questa, nuova situazione diventa ancor più importante la gestione delle risorse idriche non solo a servizio dell’uomo, dell’agricoltura e dell’industria, ma della società nel suo complesso, a causa dei molteplici interessi, che ormai gravano sulla disponibilità d’acqua come quelli energetici, ambientali, turistici e del tempo libero.
“Accanto alla necessità di nuovi invasi multifunzionali, ricordiamo ancora una volta il Piano di ANBI e Coldiretti, necessari per aumentare la percentuale dell’11% d’acqua piovana attualmente trattenuta sui territori – ha proseguito il Presidente ANBI - diventa importante l’utilizzo delle acque reflue depurate, sul quale, però, chiediamo chiarezza anche normativa, ribadendo che non possono essere scaricati sui Consorzi irrigui e quindi sull’agricoltura, né i necessari investimenti sugli impianti di depurazione, né alcuna responsabilità sulla qualità anche ambientale  delle acque distribuite e per le quali si chiede la certificazione di un ente terzo indipendente. Va inoltre precisato che la massa d’acqua reflua utilizzabile non è di 9 miliardi di metri cubi, bensì indicativamente della metà, poiché l’altro 50% dipenderà dall’azione depurativa di piccoli impianti privi della necessaria rete distributiva. Per questo – ha concluso Vincenzi – una sperimentazione è già in atto con grandi multiutility per ricercare il giusto punto di equilibrio, poiché in gioco non c’è solo la fondamentale salubrità del cibo per tutti ma la competitività di uno dei principali asset della bilancia commerciale italiana: la qualità del made in Italy agroalimentare e poi la salute dei cittadini consumatori.”


ECCEZIONALI RAFFICHE DI VENTO: DA UNA SETTIMANA NELLA TOSCANA VALTIBERINA SI STA OPERANDO PER RECUPERARE GLI ALBERI ABBATTUTI

VINCENZI: “E’ LA DIMOSTRAZIONE DELL’UTILITA’ PER LE REGIONI DI AFFIDARE ANCHE LA GESTIONE DI TRATTI FLUVIALI AI CONSORZI DI BONIFICA TRASFORMANDO UN PROBLEMA IN RISORSA”

IL PARADOSSO DEL LEGNAME RISORSA A MONTE RIFIUTO SPECIALE A VALLE

Sono ancora nitide nella memoria le immagini di ponti ostruiti dal legname trascinato dalle piene in Emilia Romagna che arriva dalla Toscana l’ulteriore esempio dell’utilità di ampliare le competenze dei Consorzi di bonifica anche a tratti della rete fluviale, garantendone una puntuale manutenzione a trasformando in risorsa quello che, a valle, diventa non solo un grave problema idrogeologico, ma anche ambientale.
“E’ questo l’obbiettivo della proposta di legge, che stiamo preparando con il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro per poter affidare ai Consorzi di bonifica, sulla base di precisi accordi con le Regioni, anche alcune manutenzioni fluviali” ha ricordato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Molti alberi, anche di grandi dimensioni, sono stati abbattuti da fortissime raffiche di vento in Val Tiberina e da una settimana le squadre del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno stanno operando per riportare la sicurezza idraulica alla normalità; decine di piante, flagellate dal Grecale, si sono schiantate anche all’interno degli alvei e sulle sponde dei corsi d’acqua, creando evidenti ed imprevedibili situazioni di rischio.
“Le recenti allerte meteo hanno lasciato strascichi importanti sul comprensorio dell’Alto Valdarno. Siamo ancora  impegnati in interventi volti a rimuovere piante e rami abbattuti dalle forti raffiche di vento ed a ripristinare le rive danneggiate dalla caduta del materiale vegetale – ha spiegato Enrico Righeschi, referente consorziale dell’Unità Idrografica Omogenea Valtiberina - Gli interventi interessano tutta la vallata, ma le problematiche più gravi si concentrano nelle località  Motina, San Leo e Ponte alla Piera, nel comune di Anghiari, dove proseguono le attività di  taglio delle piante compromesse, il ripristino del corretto deflusso idraulico e la ricostruzione di argini e sponde, danneggiati dai ribaltamenti delle piante.”
“Questo  materiale legnoso, raccolto ed organizzato, può diventare un’importante risorsa green – ha evidenziato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – Il paradosso è che abbandonato nel corso d’acqua non solo aumenta i rischi idraulici, ma diventa rifiuto speciale e quindi soggetto alle complesse normative ed agli elevatissimi costi del caso.”
“Ogni anno, la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua viene programmata secondo le frequenze stabilite dalla Regione Toscana e tenendo conto delle segnalazioni dei cittadini e degli amministratori, oltre che dei risultati dell’attività di vigilanza svolta dai tecnici consortili.  L’ente consortile individua anche risorse ad hoc da destinare a situazioni non prevedibili, spesso legate a condizioni meteorologiche avverse – ha aggiunto la Presidente Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, Serena Stefani –  Con queste risorse è possibile eseguire, al di là delle attività calendarizzate, interventi specifici, che  consentono di mantenere in efficienza il reticolo idrografico. Di fronte alle conseguenze della crisi climatica con eventi meteo di sempre  maggiore intensità, abbiamo dovuto aumentare questa cifra per dare con immediatezza risposte tempestive ed adeguate.”
Di fronte alle ripetute allerte meteo, tecnici del Consorzio di bonifica, dei Comuni e di Enel Distribuzione stanno monitorando il territorio per  valutare ulteriori casi di pericolo per corsi d'acqua ed infrastrutture, generati od aggravati dalle ripetute raffiche di vento, che hanno flagellato il comprensorio dell’Alto Valdarno.


VENETO: NUOVA CASSA DI ESPANSIONE

Il Consorzio di bonifica Piave (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso) ha ultimato la realizzazione della rete di scolo con relativa opera di scarico della cassa di espansione a Falzè di Piave, nel comune di Sernaglia della Battaglia; anche gli interventi di sistemazione ambientale sono in fase di conclusione e l’ultimo passo sarà l'installazione di un sistema di telerilevamento e sorveglianza.
L’ente consortile è soggetto attuatore, individuato dalla Regione Veneto, per la realizzazione di tale opera con un finanziamento di € 600.000,00 stanziati post tempesta Vaia.
L’area di intervento, in un'ex cava, comprende l’area industriale e la zona a Sud di essa; la cassa avrà funzione di sicurezza idraulica per il centro abitato di Falzè di Piave e le altre zone limitrofe, soggette ad allagamenti per la mancanza di un’efficiente rete di drenaggio delle acque.


TOSCANA: PIANTARE MILLE ALBERI ALL’ANNO: MISSIONE COMPIUTA

Missione compiuta: il Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha raggiunto l’ambizioso traguardo di riuscire a piantare almeno mille alberi all’anno a partire dal 2021 e fino alla fine del 2024; non solo: ha nettamente superato le previsioni, riuscendo a mettere a dimora in 4 anni ben 4.634 essenze in tutto il comprensorio, grazie alla collaborazione con le Istituzioni locali, i Comuni e gli istituti scolastici.
Si tratta di un successo, che fa bene al Pianeta, perché serve a trasmettere una cultura di attenzione e tutela dell’ambiente soprattutto fra le giovani generazioni, ma anche perché a livello locale rappresenta un miglioramento del microclima, così come riduce il rischio idraulico: attraverso il processo di fotosintesi, infatti, gli alberi convertono l'anidride carbonica in ossigeno; gli alberi sono riserve naturali di anidride carbonica: la assorbono dall'aria e la immagazzinano nei propri tessuti, contribuendo a ridurre il riscaldamento globale; forniscono ombra ed assorbono il calore della luce solare, aiutando a bilanciare le temperature dell'aria e riducendo gli effetti del calore sull'ambiente circostante; le radici degli alberi aiutano a mantenere la stabilità del suolo, riducendo pure il rischio di erosione dovuta a pioggia e vento; con le chiome aumentano il tempo di corrivazione, ossia quello, che impiega la pioggia a raggiungere e saturare i terreni; infine, filtrano gli inquinanti atmosferici come il particolato nocivo, gli ossidi di azoto e l'ozono, contribuendo a migliorare la qualità dell'aria negli ambienti urbani. Ecco i numeri del progetto, che ha coinvolto tantissimi comuni : nel 2021 sono state messe a dimora 1.039 essenze fra Aulla, Capannori, Barga, Bientina, Borgo a Mozzano, Vicopisano, coprendo 3 province; nel 2022 gli alberi piantati sono stati 1.082 nei comuni di Bientina, Borgo a Mozzano, Camaiore, Mulazzo, Fosdinovo, Vicopisano, Porcari; nel 2023 le piante sono state 1.016 distribuite fra Vicopisano, Buti, Borgo a Mozzano, Massarosa, Barga, Tresana; infine l’anno record, quello appena trascorso, con ben 1.497 essenze messe a dimora fra Camaiore, Capannori, Viareggio, Bientina, Licciana Nardi, Vicopisano, Massarosa, Borgo a Mozzano, Bagni di Lucca, Lucca, Barga, Montecarlo di Lucca, Pietrasanta, Buti e Massarosa.
Le plantumazioni sono supportate da specifici progetti redatti dai tecnici consorziali: lo studio dei luoghi, dove realizzare le aree verdi, le analisi del suolo, le caratteristiche degli ecosistemi esistenti sono fondamentali per la scelta delle essenze da piantare, affinché possano integrarsi nell’habitat prescelto, senza alterare l’ecosistema ed il paesaggio.
Vale la pena di ricordare che abbiamo piantumato anche nelle nostre sedi, nei nostri impianti idrovori, promuovendo, dove possibile, iniziative didattiche e di divulgazione con le associazioni a cui abbiamo donato altre essenze”.


CALABRIA: FURTI D’ACQUA, DANNI A CONDOTTA IDRICA E MANOMISSIONE HYDROPASS

In località Campione, a Capo Colonna, le squadre del nucleo di controllo del Consorzio di bonifica Calabria (con sede a Catanzaro) si sono viste costrette a far intervenire nuovamente i Carabinieri per circostanziare una manomissione della condotta idrica, dovuta all’asportazione di due “hydropass” installati per il controllo dell’uso dell’acqua su terreni privati.
“Fatti gravissimi” si legge in una nota dell’ente consortile “anche alla luce della presenza di un raccordo installato per raggiungere un laghetto vicino e che fanno presupporre una vera e propria azione mirata in spregio delle leggi e del rispetto del lavoro. L’intera comunità deve rifiutare e condannare tali atti riconducibili alla costante e forte azione di ripristino della legalità per l’impiego della risorsa idrica e che già, sul vicino fiume Neto, aveva portato ad individuare e denunciare allacci abusivi sulla condotta principale”.
Dopo aver impiegato l’intera giornata per ripristinare prima il grave danno sulla condotta e poi circostanziare le denunce, l’intera struttura dell’ente consortile è al lavoro per proseguire la parallela azione di condivisione sociale e di comparto, oltre che proseguire nei controlli e nell’erogazione di servizi, convinti di contribuire alla coesione di una comunità sempre più consapevole che produttività ed economia possono crescere solo nel rispetto delle regole.


TOSCANA: FRA PERCORSI D’ACQUA, CRONISTI IN CLASSE E VISITE AL TERRITORIO

Il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) continua la sua pluriennale esperienza, rafforzando la proposta didattica anche per il 2025. Novità e protagonista di questo anno scolastico  è senza dubbio “Percorsi d’acqua“, progetto educativo, dedicato ai fiumi ed alla tutela del territorio, focalizzato a far conoscere i temi della difesa del suolo e della prevenzione del rischio idraulico.
Il progetto (grazie alla guida per gli insegnanti, ad un poster per la classe e ad un “passaporto” per ciascuno degli studenti) racconta l’impegno quotidiano dell’ente consortile nella gestione e manutenzione dei corsi d’acqua per garantire la sicurezza idraulica. Hanno aderito a questa proposta 150 classi di scuole primarie dei comuni di Firenze, Prato, Sesto Fiorentino, Quarrata, Campi Bisenzio, Vinci, Rufina, Pontassieve, Montespertoli, Fucecchio, Fiesole, Scandicci, Bagno a Ripoli, Monsummano Terme, Empoli, Pistoia, Impruneta, Scarperia e San Piero, Montale, Montelupo Fiorentino e Montemurlo per un totale di oltre tremilasettecento alunni!
Dopo le prime fasi di lezione ed approfondimento in classe ora è possibile per le scuole prendere contatto con l’ente consorziale per organizzare un’uscita sul territorio alla scoperta di un corso d’acqua, delle opere idrauliche o di un impianto idrovoro.  Altra opportunità per le scuole del territorio, disponibile anche per quest’anno, è “Cronisti in Classe”, progetto promosso dal quotidiano La Nazione e di cui il “Medio Valdarno” è partner tramite ANBI Toscana.
Le iscrizioni sono ormai chiuse, ma è ancora possibile, per le classi, scegliere il tema sulla sostenibilità, su cui scrivere il proprio articolo di giornale. L’ente consorziale, come già fatto ultimamente alla scuola “Anna Frank” di Calenzano, si rende disponibile ad incontrare direttamente gli studenti nella loro scuola, organizzando una vera e propria simulazione di conferenza stampa, in cui rivolgere tutte le domande al Presidente.


LOMBARDIA: OPERAZIONE VERITA’: I CONSORZI DI BONIFICA E IRRIGAZIONE, UN’AZIONE COSTANTE PER L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Anche in Lombardia, come in tutta Italia, si è svolta un’iniziativa mediatica, dedicata al ruolo dei Consorzi di bonifica ed irrigazione nel fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico; sono intervenuti il Presidente, Alessandro Rota con il Vice,  Luigi Lecchi ed il Direttore ANBI Lombardia, Mario Reduzzi.
I Consorzi di bonifica e irrigazione sono protagonisti nella programmazione, progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture essenziali per garantire un territorio sicuro ed idoneo al progresso sociale, economico ed agricolo.
In Lombardia, i 12 enti consortili operano con una struttura organizzativa consolidata ed una presenza capillare sul territorio, svolgendo un ruolo fondamentale per la ricarica delle falde (il 75%, contribuendo alla biodiversità ed al riuso plurimo dell’acqua), la difesa del suolo, la ricerca e l’innovazione (con progetti quali l’europeo MAURICE, che valorizza la falda come bacino strategico per le crisi idriche e gli interventi realizzati di riconversione delle cave come bacini di accumulo e laminazione delle piene).
Gli enti consorziali lombardi sono attualmente impegnati in interventi del valore complessivo di oltre settantadue milioni di euro, finanziati attraverso strumenti di programmazione europea, nazionale e regionale, per migliorare l’uso dell’acqua e adattarsi ai cambiamenti climatici. Con il P.N.R.R. sono stati assegnati 99,8 milioni di euro per 8 grandi interventi infrastrutturali, per la maggior parte già completati. Inoltre, nell’ambito del piano strategico per le infrastrutture idriche, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero Agricoltura Sovranità Alimentare Foreste, la Lombardia ha ottenuto l’ammissione di 40 interventi prioritari, inclusi tutti i 12 progetti proposti dai Consorzi di bonifica, per un valore di oltre duecentocinquanta milioni di euro.
Questi interventi sono dedicati principalmente all’irrigazione ed alla regolazione dei laghi, evidenziando la capacità di progettazione ed innovazione del sistema consortile lombardo. Il futuro dei Consorzi di bonifica ed irrigazione passa anche attraverso la digitalizzazione e l’innovazione: strumenti come il CeDATeR (Centro Dati Acqua e Territorio Rurale) garantiscono un monitoraggio costante delle risorse idriche, offrendo un supporto concreto alla gestione sostenibile dell’acqua.
ANBI Lombardia si impegna, infine, a valorizzare l’eccellenza del territorio attraverso progetti, che uniscano innovazione tecnologica e cultura per un futuro più resiliente e sostenibile.


UMBRIA: OPERAZIONE VERITA’: IL VALORE DEI CONSORZI DI BONIFICA

Nel corso dell’anno 2025 i Consorzi di bonifica umbri svolgeranno lavori per 80 milioni di euro e progettazioni per 115 milioni finalizzati ad una gestione attenta del territorio sotto il profilo della mitigazione del rischio idrogeologico e della gestione della risorsa irrigua: tutte azioni volte anche a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, a causa dei quali si passa dalla siccità alle alluvioni con danni economici ingenti.
Nelle progettazioni, tali enti consortili hanno anche incluso le realizzazioni di invasi per il recupero dell’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione di soccorso; per questo tipo di lavori si privilegia l’utilizzo e lo sfruttamento di cave dismesse.
Una delle importanti attività, che i Consorzi di bonifica svolgono costantemente è la manutenzione sia straordinaria che ordinaria sui corsi d’acqua e le infrastrutture idrauliche: un fiore all’occhiello a beneficio di tutto il territorio. Anche sotto il profilo occupazionale ed economico rappresentano un elemento di sviluppo per la regione: oltre che sull’occupazione diretta dei propri dipendenti, la mole dei lavori, che viene realizzata, produce effetti positivi anche per tutte le imprese dell’indotto.
Non ultimo è il messaggio culturale, che gli enti consorziali comunicano ai cittadini e soprattutto alle scuole con idonei progetti per divulgare l’importanza della gestione dell’acqua ed il rispetto dell’ambiente.  All’incontro con i mass-media, organizzato nell’ambito dell’ “Operazione Verità” promossa a livello nazionale da ANBI, sono intervenuti Paolo Montioni, Presidente e Candia Marcucci, Direttore ANBI Umbria e del Consorzio di bonifica Bonificazione Umbra (con sede a Spoleto, in provincia di Perugia); Massimo Manni,  Presidente e Carla Pagliari, Direttore Consorzio di bonifica Tevere Nera (con sede a Terni); Mario Mori, Presidente e Carlo Baldassari, Direttore Consorzio di bonifica Val di Chiana Romana e Val di Paglia (con sede a Chiusi Scalo, nel Senese).


TRENTINO ALTO ADIGE: OPERAZIONE VERITA’: ACQUA E CAMBIAMENTO CLIMATICO, NECESSARIA UNA GESTIONE DI SISTEMA

A Trento, l’ANBI Trentino Alto Adige ha rilanciato l’urgenza di interventi di prevenzione, mitigazione e contenimento del cambiamento climatico e di razionalizzazione idrica. Nella sola Unione Europea, a seguito di annate agrarie dove si sono alternati fenomeni estremi di siccità e precipitazioni ben oltre la media (numerose alluvioni, gelate primaverili e fenomeni grandinigeni inediti), si sono registrate perdite economiche, quantificabili in 26 miliardi di euro all’anno.
Di fronte a questa emergenza, i rappresentanti di ANBI Trentino Alto Adige (Federazione Provinciale dei Consorzi Irrigui e di Miglioramento Fondiario e Consorzio di bonifica Trentino, con sede a Trento; Consorzio di bonifica Foce Isarco-Monte e Consorzio di bonifica Foce Passirio-Foce Isarco con sede a Bolzano;  Consorzio di bonifica Monte-Salorno, con sede ad Egna e Consorzio di bonifica Val Venosta, con sede a Silandro, entrambi nel Bolzanino) hanno rilanciato l’importanza di nuovi interventi di adattamento all’emergenza climatica, per la difesa idrogeologica del territorio e la gestione razionale della risorsa idrica. In primo luogo, l’appello è rivolto al Parlamento ed al Governo nazionali.
A tale riguardo viene rilevato come nella legge di bilancio del 2025 non vi sia traccia di questo cambiamento di prospettiva, tanto che le risorse finanziarie stanziate sono solo quelle per le emergenze di pertinenza del Dipartimento della Protezione Civile. Analoga attenzione viene richiesta alle Istituzioni locali, quali le Province Autonome di Trento e Bolzano, con le quali i Consorzi di bonifica hanno sempre mantenuto una particolare sintonia progettuale, che li ha portati alla condivisione di programmi essenziali per l’agricoltura, la razionalizzazione idrica e la protezione civile.
Complessivamente i Consorzi di bonifica della regione hanno messo in cantiere per i prossimi anni nuove opere di prevenzione e di irrigazione per un investimento di  circa duecento milioni di euro. È necessario pertanto dare attuazione ai programmi di sviluppo, prospettati dagli enti consortili, incentivando la manutenzione ordinaria e straordinaria delle fosse e dei canali di scolo, le opere relative alla prevenzione e protezione civile, nonché potenziando l’irrigazione di precisione.
È necessaria inoltre una strategia di sistema per garantire, attraverso specifici Piani Irrigui, una politica di razionalizzazione e di protezione, rispetto all’acqua, attraverso la pulizia dei fondali dei bacini idroelettrici e la creazione di nuove zone di espansione lungo i fiumi della regione, al fine di contenere eventuali piene ed assicurare l’accumulo idrico in quota. Si prospetta inoltre la necessità di aggiornare periodicamente la mappatura delle zone di rischio idrogeologico e di individuare una serie articolata di bacini di accumulo, sia per garantire la sicurezza del territorio in caso di eventi calamitosi, sia per assicurare, nei periodo di siccità, la risorsa idrica per i fondovalle e le regioni confinanti.
È infine opportuno risolvere alla radice il problema delle perdite della rete idrica pubblica e degli acquedotti, mentre sul piano culturale si prospetta la necessità di una campagna permanente sull’uso razionale dell’acqua. Nel corso dell’incontro con i mass-media sono inoltre state presentate le opere più significative, realizzate dai consorzi aderenti ad ANBI T.A.A. ed i progetti più significativi messi in cantiere per i prossimi anni. Fra questi sono stati ricordati gli interventi di manutenzione lungo il bacino idrografico del fiume Adige, realizzati dal Consorzio di bonifica Trentino attraverso 30 stazioni di pompaggio, 70 paratoie di contenimento dell’acqua e la gestione di 170 chilometri di fosse e canali.
Complessivamente  il territorio di pertinenza del Consorzio di bonifica Trentino ammonta a 20.000 ettari. In aggiunta all’importante funzione di bonifica idraulica, il “CTB” svolge un ruolo determinante nel campo dell’irrigazione. Fra gli interventi realizzati negli ultimi anni va ricordato quello portato a termine nel fondovalle dell’Adige fra Zambana, Nave San Rocco e Grumo, con la copertura di 670 ettari, grazie ad impianti razionali a goccia, sistemi di automazione e telecontrollo, l’impiego di decine di sonde per rilevare l’umidità del terreno ed il reale fabbisogno idrico: opere, che hanno comportato un investimento di € 10.200.000,00 finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale Nazionale.
Un altro importante progetto riguarda lo sviluppo irriguo della Val di Gresta, portato a termine in collaborazione con i Comuni di Mori e Ronzo Chienis, nonchè i 5 Consorzi di miglioramento fondiario del territorio. Il progetto è stato finanziato dal P.N.R.R. con 10.800.000 euro, che serviranno per irrigare 300 nuovi ettari di territorio, grazie anche alla costruzione di un bacino di accumulo di 37.000 metri cubi, 2 serbatoi di riserva idrica per l’agricoltura ed un nuovo serbatoio per l’acquedotto comunale. Fra i nuovi progetti dell’ente consortile è stato citato quello relativo a 4 nuove aree d’irrigazione, che riguarderanno i territori di Chizzola di Ala, Mattarello, Lavis e Pressano per un totale di 370 ettari ed un investimento di 11 milioni di euro gestiti del Ministero Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste.
Un ultimo progetto irriguo è inoltre previsto nella zona di Brentonico per un costo complessivo di 15 milioni di euro. Fra le iniziative portate avanti dal “CTB”, relative alla razionalizzazione idrica ed alla salvaguardia dell’ambiente, vanno inoltre ricordati i due nuovi impianti di lavaggio a circuito chiuso per mezzi agricoli, realizzati a Mezzocorona e Lavis con investimenti rispettivamente di 550.000 e 360.000 euro. L’ente consorziale ha previsto infine la costruzione di 6 nuovi lavaggi lungo l’intera asta dell’Adige per un investimento complessivo di 1.200.000 euro. Particolarmente importanti sono anche gli investimenti realizzati negli ultimi anni dalla Federazione dei Consorzi Irrigui e di Miglioramento Fondiario della Provincia di Trento, che raggruppa 229 consorzi, di cui 211 di primo grado e 18 di secondo grado.
Questi consorzi gestiscono l’irrigazione su una superficie complessiva di 18.500 ettari. Attualmente la Federazione è impegnata nella realizzazione di progetti per un importo complessivo di 25.161.000 euro. Inoltre, tramite risorse del P.N.R.R. e del Fondo Nazionale Investimenti Irrigui, sono in attesa di finanziamento opere per un totale di 42.128.000 euro.
La Federazione ha infine elaborato nuove progettualità da sottoporre al Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNIISSI) per un totale di 125.104.000 euro. Significativi per entità e qualità anche gli investimenti complessivi, riguardanti la provincia autonoma di Bolzano. I 4 Consorzi di bonifica, operanti in Alto Adige,  presidiano un territorio di 13.000 ettari con 370 chilometri di fosse e canali di scolo e 19 idrovore. Gli investimenti in questo settore ammontano nell’ultimo quinquennio a 1.850.000 euro, mentre quelli previsti nei prossimi anni sono di 2.900.000 euro da finanziare.
Nel campo dell’irrigazione, gli enti consortili altoatesini gestiscono un comprensorio rurale di 9.300 ettari, con investimenti riferiti a nuovi impianti nell’ultimo quinquennio, pari a 45.850.000 euro e previsioni per i prossimi anni di 28.900.000 euro da finanziare.
A testimonianza della piena sinergia relativa agli interventi di bonifica e di prevenzione, nel corso dell’ incontro sono intervenuti anche i responsabili dei bacini montani delle Provincie Autonome di Trento e Bolzano.


FRIULI VENEZIA GIULIA: OPERAZIONE VERITA’: ECCO COME I CONSORZI DI BONIFICA GARANTISCONO SICUREZZA IDRAULICA, TUTELA AMBIENTALE, IRRIGAZIONE

I Consorzi di bonifica del Friuli Venezia Giulia gestiscono opere di fondamentale importanza per la sicurezza dei corsi d’acqua e per l'irrigazione. La loro attività si svolge in tre comprensori: Cellina Meduna, Pianura Friulana e Venezia Giulia, che insieme coprono un territorio di 374.820 ettari ed operano quotidianamente nell’ottica di razionalizzare il consumo dell’acqua, favorendo anche la transizione energetica, utilizzando la risorsa idrica come fonte rinnovabile.
Ad illustrare le opere ed i servizi forniti dai consorzi di bonifica della regione sono stati i Presidenti degli enti consortili Pianura Friulana (con sede a Udine), Venezia Giulia (con sede a Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia) e Cellina Meduna (con sede a Pordenone), assieme all’Assessore Risorse Agroalimentari di Regione Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, presenti anche i rappresentanti delle organizzazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Copagri FVG. La Regione Friuli Venezia Giulia ha affidato ai Consorzi di bonifica la gestione di buona parte dei corsi d’acqua, nonchè di opere idrauliche strategiche, tra cui la diga di Ravedis, il canale scolmatore Corno-Tagliamento, il bacino del rio Rivolo a Buttrio.
Senza le opere di bonifica gestite da tali enti consortili (arginature a mare ed a fiume, rete artificiale di scolo, impianti idrovori), una marea di quasi tre metri potrebbe potenzialmente provocare danni sulla costa, da Lignano a Monfalcone, su una superficie di oltre trecento chilometri quadrati, comprendente 27.000 edifici (civili ed industriali) con circa novantottomila abitanti, ai quali si aggiungono circa trecentocinquantamila turisti nel periodo estivo. Non a caso, il territorio della Bassa Friulana viene ribattezzato “piccola Olanda”. Due, in particolare, sono le opere strategiche, per le quali sono in fase di conclusione le procedure autorizzative e che figurano ai primi posti nelle ministeriali graduatorie di finanziamento.
La prima è la condotta di collegamento tra il canale Sade ed il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento: obbiettivo strategico è quello di assicurare l’irrigazione su oltre ventimilacinquecento ettari della pianura friulana, nonchè di gestire ed utilizzare in modo più efficace la risorsa idrica; la condotta serve inoltre a mantenere l’ecosistema attuale, creatosi nel comprensorio anche grazie alla presenza della rete di canali consortili, realizzati a fine ‘800 ed a garantire un maggior livello di portata d’acqua nel fiume Tagliamento a valle della presa di Ospedaletto.
L’opera è strategica anche dal punto di vista energetico, poiché assicura la produzione da fonte rinnovabile per soddisfare mediamente il fabbisogno elettrico annuo per circa venticinquemila abitanti. Infine, fornirà una fonte alternativa per l’utilizzo idropotabile nel caso di impossibilita? ad usare i pozzi di Molino del Bosso, che servono gli utenti di 46 comuni per un totale di circa centosettantamila abitanti. Il costo dell’opera, inclusa nell’elenco degli interventi di interesse regionale, è di 105 milioni di euro. La seconda opera strategica è il canale scolmatore in galleria dal torrente Cormor al torrente Torre: l’obbiettivo è finalizzato a migliorare la difesa di un territorio, che comprende 24 comuni ed oltre duecentomila residenti.
Il canale scolmatore avrà un percorso sotterraneo, costituito da una galleria lunga 6 chilometri e mezzo con una portata di 100 metri cubi al secondo. Il costo dell’opera è di 140 milioni. Tra le nuove funzioni assunte dai Consorzi di bonifica in anni recenti compaiono le sistemazioni ambientali, il supporto all’amministrazione regionale nei dragaggi, nonché la manutenzione delle vie navigabili della laguna di Grado e Marano.
L’importanza di raggiungere obbiettivi comuni anche con le altre Istituzioni per la crescita e lo sviluppo del territorio è testimoniata anche dai finanziamenti ottenuti nel 2024, derivanti dall’accordo Stato-Regione, sottoscritto in data 8 marzo 2024: dei 174 milioni totali, previsti nell’accordo di trasferimento alla Regione Friuli Venezia Giulia, 162 milioni sono stati destinati ai Consorzi di bonifica. A questi investimenti se ne prevedono altri con un’indicazione complessiva, nei programmi triennali dei 3 Consorzi di bonifica, per quasi un miliardo di euro suddivisi in diversi programmi di sviluppo.


VENETO: POST ELEZIONI CONSORTILI: SI PROCEDE VERSO IL QUADRO COMPLETO DEI PRESIDENTI E DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE

In Veneto, le operazioni per il rinnovo degli organi statutari procedono spedite ed il quadro dovrebbe essere completo per i primi di Febbraio; poi toccherà al Consorzio di 2° grado L.E.B. – Lessinio Euganeo Berico e, per ultima, ad ANBI Veneto.
Dopo le elezioni tenutesi il 15 Dicembre 2024, nelle quali i cittadini hanno espresso i nomi dei 20 membri eletti nelle Assemblee, è stata la volta dei rappresentanti dei Comuni, che si affiancheranno, pertanto, ai componenti elettivi, ai rappresentanti delle Province (uno per ogni provincia ricadente, anche in parte, sotto comprensorio) e ad un rappresentante espresso dalla Giunta della Regione Veneto.
Una volta definiti tutti i rappresentanti istituzionali, ciascuna assemblea può dunque riunirsi in prima seduta per eleggere i 4 membri consiglieri che, insieme a un quinto membro nominato dalla Regione, costituiranno il Consiglio d’ Amministrazione del Consorzio; tra i 4 membri, l’Assemblea elegge il Presidente e il Vicepresidente dell’ente consortile.
Una volta riempite le caselle dei 10 Consorzi di bonifica sarà la volta dell’11°: il Consorzio di 2° grado L.E.B. -Lessinio Euganeo Berico (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona), che ha in gestione l’omonimo canale irriguo e la cui Assemblea è composta da membri delle assemblee dei Consorzi di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona), Adige Euganeo (con sede ad Ese, in provincia di Padova) e Bacchiglione (con sede a Padova). Una volta nominato anche il Presidente del Consorzio L.E.B., gli 11 Presidenti consorziali, riuniti in assemblea, sceglieranno, al proprio interno, il nuovo Presidente ANBI Veneto.


TOSCANA: RINNOVI CONSORTILI

Le recenti elezioni consortili hanno portato all’elezione dei 6 Presidenti dei Consorzi di bonifica della Toscana: il nuovo Presidente del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) è Dino Sodini, imprenditore con una lunga attività di rappresentanza nelle associazioni datoriali; confermata, per il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo), l’imprenditrice agricola casentinese, Serena Stefani, già alla guida dell’ente consortile dal 2019; per il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno (con sede a Firenze) è stato eletto Paolo Masetti, “disaster manager”, dal 2014 al 2024 Sindaco di Montelupo Fiorentino; Maurizio Ventavoli, olivicoltore di Monsummano Terme, è stato rieletto Presidente del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa); Francesco Filippi, titolare di un’azienda agricola nel Pisano, sarà invece a capo del Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa (con sede a Venturina Terme, in provincia di Livorno) per i prossimi 5 anni; infine, Federico Vanni, grossetano e titolare di un’azienda vitivinicola a Magliano in Toscana, è il nuovo Presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto).

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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