Anno XXVII, n. 3 venerdì, 24 gennaio 2025

UTILIZZO ACQUE REFLUE IN AGRICOLTURA: ANBI CHIEDE PROROGA DEL REGIME TRANSITORIO NAZIONALE PER CONCERTARE UN REGOLAMENTO COMPATIBILE CON GLI INTERESSI COLLETTIVI

INTANTO AVVIATA NEL LAZIO UNA BEST PRACTICE SPERIMENTALE

“Se l’export agroalimentare, come ha dichiarato il Ministro, Lollobrigida, punta a raggiungere i 100 miliardi di euro, abbisogna di risorse irrigue di qualità, così come l’agricoltura non può certo rinunciare alla certezza di approvvigionamento idrico, assicurato dai potenziali 4 miliardi di metri cubi di acque reflue annualmente trattate dai depuratori italiani. Rendere compatibili queste 2 esigenze in termini di garanzia sulla salubrità alimentare ed ambientale, senza penalizzare la competitività del settore primario con ulteriori costi e riconoscendo il ruolo attivo affidato dalla normativa europea ai Consorzi irrigui, deve essere un obbiettivo comune. Auspicando, quindi, una seria volontà di concertazione propedeutica all'emanazione del regolamento attuativo ministeriale, abbiamo chiesto di prorogare di un ulteriore anno il regime transitorio nella gestione delle acque reflue”: a dichiararlo è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, audito in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
E’ in questo quadro di ricerca virtuosa di opportunità collettive che va inserito il Protocollo d’Intesa, firmato con la partecipazione di ANBI da Comune di Fiumicino, Acea Ato 2 e Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma) per il riutilizzo agricolo delle acque reflue del depuratore di Fregene. Il progetto, una volta completato, rappresenterà una delle “best practices” italiane per l’ottimizzazione ed il recupero delle risorse idriche in un’ottica di riduzione degli impatti sull’ambiente e di contrasto alla siccità.
La risorsa recuperata dal depuratore andrà ad incrementare l’attuale disponibilità irrigua gestita dall’ente consorziale, grazie alla realizzazione di una nuova condotta d’adduzione che dall’uscita del depuratore convoglierà le acque affinate al canale consortile, e tutto in assoluta sicurezza per il cibo e la qualità  delle imprese del Made in Italy agroalimentare. La nuova infrastruttura, per la quale si è conclusa la fase progettuale ed è attualmente in corso l’iter approvativo, ha ottenuto un contributo di oltre sei milioni di euro dal Consiglio dei Ministri, rientrando tra i progetti individuati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per contrastare la siccità.
“Il depuratore di Fregene – ha evidenzia Niccolò Sacchetti, Presidente del Consorzio di bonifica Litorale Nord - è adeguato ai massimi standard di depurazione, consentendo il riuso delle risorse idriche in maniera sicura ed efficiente. Questo garantisce benefici concreti per l’ambiente, riducendo il prelievo di acqua dal Tevere nei periodi estivi, quando il fiume raggiunge i suoi livelli minimi.”
“Si tratta di una sperimentazione, che coinvolge anche le Università di Bologna e delle Marche per la valutazione qualitativa della risorsa prodotta dal ciclo depurativo – ha aggiunto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – E’ anche la concreta dimostrazione della comune volontà di perseguire soluzioni, che contemperino le reciproche esigenze nell’interesse delle comunità, dell’ambiente, delle imprese e dei cittadini consumatori”.
“In Italia – ha precisato Claudio Cosentino, Presidente di Acea Ato 2 - solo il 4%  delle acque reflue viene riutilizzato; il Protocollo rappresenta, quindi, un modello ottimale di gestione delle risorse idriche, che servirà a mettere al riparo un intero territorio e la sua produzione agricola dal rischio siccità.”
“L’utilizzo della risorsa recuperata, nel breve e nel lungo termine – ha concluso il Sindaco di Fiumicino, Mario Baccini - andrà ad incrementare l’attuale sistema d’irrigazione, offrendo un supporto concreto e sostenibile all’agricoltura locale ed una risposta alle sfide poste dal cambiamento climatico. Grazie a questa nuova gestione delle risorse idriche, gli agricoltori del nostro territorio potranno contare su una disponibilità di acqua costante durante tutto l’anno.”


DOPO LA PRESENTAZIONE DELLA STRATEGIA NAZIONALE MASAF

VINCENZI: “I CONSORZI DI BONIFICA SONO PARTNER DI SVILUPPO PER LE AREE INTERNE. MANUTENZIONE IDROGEOLOGICA E PIANO INVASI SONO OPPORTUNITA’ A SERVIZIO DEI TERRITORI”

“Come ribadiamo in ogni occasione, la sicurezza idrogeologica delle pianure dipende dalla gestione delle zone a monte, colpite invece da progressivo spopolamento, con conseguente riduzione della fondamentale funzione di presidio del territorio”: a ribadirlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, intervenuto a Roma alla presentazione dei primi dati verso la Strategia nazionale agricola per le aree interne,  presenti il Ministro, Francesco Lollobrigida ed il Sottosegretario M.A.S.A.F, Luigi D’Eramo.
“Vanno quindi create le condizioni di una vivibilità moderna per sfruttare pienamente le opportunità offerte da tali territori, ad iniziare da quelle agricole ed ambientali – ha proseguito Vincenzi - Già oggi i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono partner importanti e sensibili come dimostrato laddove, avendone competenza territoriale, sfruttano le norme sulla multifunzionalità agricola, affidando, a locali aziende rurali, parte degli interventi di manutenzione del territorio. Di fronte alla nuova condizione climatica, consolidatasi anche sull’Italia, servono politiche di adattamento, capaci di aumentare la resilienza delle comunità; in questo, il Piano Invasi è un’opportunità non solo per garantire approvvigionamento idrico e produzione idroelettrica, ma anche occasione di sviluppo per un altro asset economico delle aree interne: il turismo sostenibile.  Va così inquadrata anche l’iniziativa legislativa, in corso di studio fra ANBI e CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro), per poter affidare ai Consorzi di bonifica, sulla base di precisi accordi con le Regioni, anche alcune manutenzioni fluviali esaltando anche il ruolo delle imprese agricole che, in ragione della Legge di Orientamento, potrebbero realizzare una filiera del legno in modo reddituale e sostenibile. Ritengo che una politica lungimirante sulla regimazione delle acque, unita ad una pianificazione territoriale, che riduca il consumo di suolo, è alla base di ogni azione di sviluppo per le nostre comunità. In un Paese, dove si consumano quasi 2 metri e mezzo di suolo al secondo – ha concluso il Presidente ANBI - è necessario un piano straordinario di manutenzione e contro l’abbandono del territorio, perché il costo del dissesto idrogeologico è un macigno sulla strada dello sviluppo dell’Italia.”


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

CRESCE LA PREOCCUPAZIONE PER LA SCARSITA’ DI NEVE AL NORD MENTRE AL SUD MIGLIORA LA SITUAZIONE IDRICA AD ECCEZIONE DEL GRANAIO D’ITALIA

VINCENZI: “ORMAI E’ UN PREALLARME CONTINUO FRA TERRITORI INARIDITI ED ESTREMIZZAZIONE DEGLI EVENTI METEO”

“Da Nord a Sud, l’ Italia dell’acqua continua ad evidenziare situazioni di criticità, in essere o potenziali, in una colpevole lentezza di risposte sistemiche: l’immagine è quella di un Paese, che permane incapace di abbracciare convintamente la cultura della prevenzione”: ad insistere sulla necessità di accelerare sui provvedimenti di adattamento alla crisi climatica è, ancora una volta, Francesco Vincenzi, Presidente ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue).  Si deve infatti guardare con apprensione quanto l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche segnala dalla Lombardia, dove recenti nevicate hanno incrementato l’indice SWE (Snow Water Equivalent) di oltre trecentottantasette milioni di metri cubi in appena 7 giorni, accrescendo le riserve idriche che però, pur raggiungendo Mmc. 2140,3 , rappresentano solo il 72,4% del valore medio del periodo e sono inferiori di quasi il 29% rispetto al 2024 (fonte: ARPA Lombardia).
Peggio va in Valle d’Aosta, dove sono sostanzialmente stabili le portate di Dora Baltea e torrente  Lys ma, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, c’è molta meno neve sui monti: a Valtournenche Grandes Murailles la coltre bianca è di 163 centimetri (cm. 76 in meno del 2024), mentre a Morgex-Lavancher (cm. 101,60 ) lo scarto negativo è di quasi 2 metri (fonte: Centro funzionale Regione Autonoma Valle d’Aosta)
“Per preoccuparsi basta guardare i territori alpini non imbiancati, perchè le nevicate più importanti per la formazione dei depositi nivali sono quelle, che si verificano nel tardo autunno quando, attraverso un processo ripetuto di fusione e solidificazione, derivante dalle variazioni di temperatura, riescono a consolidarsi in uno strato di ghiaccio che si scioglie più lentamente, contribuendo alle portate dei fiumi anche a primavera inoltrata – ha precisato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Le nevicate di Gennaio e Febbraio, invece, sono meno utili, giacché il manto nevoso che ne deriva, ha difficoltà a compattarsi ed è quindi destinato a sciogliersi molto velocemente con il primo aumento di temperatura, defluendo inutilizzato a mare prima dell’avvio della stagione irrigua. Per questo ribadiamo la necessità di avvio di un Piano Invasi per trattenere tale risorsa sempre più preziosa.”
In Piemonte il flusso nel fiume Tanaro registra un deficit, rispetto alla media storica, di circa il 64%, mentre segna -85%  quello della Stura di Lanzo; portata in calo anche per la Toce.
Un calo generalizzato viene registrato anche nei flussi in alveo dei corsi d’acqua in Veneto: solamente Adige e Piave mantengono portate superiori alla media, rispettivamente del 15% e del 6,7%.
Al Nord tornano a crescere i livelli dei grandi laghi, che restano però sotto media ad eccezione del Benaco (al 79,3% di riempimento): attualmente il Maggiore è pieno al 61%, il Lario al 28,2%, il Sebino al 49,3%.
Negative sono le performances dei fiumi in Emilia-Romagna: quello, che maggiormente spicca per lo scarso flusso idrico, è il Savio, la cui portata è di soli 2,07 metri cubi al secondo (mc/s) contro una media mensile di mc/s 12,60; tra i bacini occidentali della regione, il Taro registra una portata di mc/s 5,78, pari al 26% di quella consueta nell’attuale periodo.
Lungo tutta l’asta, anche le portate del fiume Po risultano inferiori alla media con differenze, che vanno da -18% a Torino a -36% nel Piemonte meridionale fino al -25% di Boretto e -21% di Pontelagoscuro in Emilia-Romagna.
Sono in calo pure i livelli idrometrici dei bacini fluviali di Levante in Liguria: l’Entella si abbassa di 21 centimetri in una settimana, la Vara di cm. 35. A Ponente invece cresce l’Argentina.
In Toscana la portata del fiume Ombrone è un quarto di quella media del periodo, così come sotto media sono i flussi di Serchio, Arno e Sieve (ridotta del 40% in 7 giorni).
Nelle Marche il decremento delle portate fluviali è più evidente in quei corsi d’acqua, che da tempo registrano valori nettamente inferiori alle medie di questo periodo: Potenza, Esino e Nera. Nella scorsa settimana, invece, ulteriori 400.000 metri cubi d’acqua sono affluiti negli invasi della regione.
Nell’Abruzzo sono in controtendenza le portate dei fiumi Trigno, Orta e Sangro che, per merito anche della neve caduta, risultano crescenti e superiori a quanto rilevato lo scorso anno.
In Umbria, mentre rimane stabile il livello del fiume Paglia e decresce quello del Topino, una buona performance viene registrata dal Chiascio, la cui altezza idrometrica guadagna circa diciasette centimetri in 7 giorni. Si aggrava ulteriormente la situazione del lago Trasimeno: mentre sono al vaglio soluzioni alternative per consentirne il riempimento, continua a decrescere ad un ritmo di circa tfre centimetri a settimana, scendendo ora al livello m. -1,52 , ben lontano non solo dai valori medi di riferimento (m. -0,66), ma anche da quel m. -1,20 ,che rappresenta il minimo livello vitale del bacino.
Nel Lazio il livello del lago di Nemi, nonostante le piogge, che hanno ristorato la provincia di Roma, è cresciuto in una settimana di 1 solo centimetro; sono in calo i flussi nei fiumi Tevere e Velino, mentre crescono quelli di Aniene e Fiora.
In Campania crescono i livelli idrometrici del fiume Garigliano, pur restando inferiori a quelli rilevati nello stesso periodo dello scorso quinquennio; leggera è la crescita di portata del Volturno nei pressi della foce, mentre decrescente risulta quella della Sele.
Al Sud migliora la situazione idrica in alcune regioni, vittime di una crisi, che perdurava almeno dalla scorsa primavera; in particolare si registrano miglioramenti significativi in Basilicata dove, grazie alle piogge cadute tra la seconda metà di Dicembre 2024 e la prima di Gennaio 2025 unitamente allo scioglimento della prima neve caduta abbondante in quota, aumentano le disponibilità idriche, stoccate negli invasi: circa trenta milioni di metri cubi nella scorsa settimana ed oltre settantacinque milioni in un mese (fonte: Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale). Resta enorme, però,  la differenza tra i volumi attuali e quelli di un anno fa (mancano 63,15 milioni di metri cubi).
“Questo – ha evidenziato ancora il DG ANBI, Gargano - deve mantenere alta l’attenzione sulle difficoltà di stoccaggio e sulla gestione dei volumi idrici nella regione, visto che una disponibilità d’acqua ben superiore a quella attuale non ha impedito le gravi problematiche subite da alcuni territori lucani durante la stagione estiva e fino agli inizi dello scorso Dicembre.”
Altra regione, che lentamente tenta di uscire da una crisi idrica senza precedenti, è la Sicilia: ai quasi centonovantacinque milioni di metri cubi d’acqua, presenti nei bacini alla data del 1° Gennaio scorso, sono andati ad aggiungersene altri cinque milioni circa in una settimana (quelli realmente utilizzabili ammontano complessivamente, però, solo a mln. mc.78,21); la diga sull’Ancipa vede aumentare i volumi idrici dalle poche centinaia di migliaia di metri cubi a metà Dicembre agli attuali mln. mc. 8,7.
Chi, invece, ancora non intravede alcuna luce in fondo al tunnel della siccità, è la Puglia. Purtroppo, la Capitanata, una delle zone agricole più importanti d’Italia, non è riuscita con le piogge di Dicembre a riequilibrare il bilancio idrico drammaticamente negativo del 2024. Se, infatti, alcuni territori salentini, brindisini e leccesi hanno potuto beneficiare di abbondanti piogge (cumulate mediamente superiori ai cento millimetri), l’entroterra foggiano si è dovuto accontentare di meno della metà degli apporti pluviali, che hanno dissetato il sitibondo “tacco” della Penisola. A farne le spese è la ricarica degli acquiferi che, pur invertendo una tendenza decrescente e che perdurava da oltre sei mesi, continuano a rimpinguarsi troppo lentamente, soprattutto se confrontati con quanto sta avvenendo nella confinante Basilicata. Attualmente i volumi invasati nelle 4 dighe del Tavoliere ammontano a poco più di cinquantatre milioni di metri cubi con una crescita inferiore a 20 milioni in 30 giorni.
“Questa tendenza all’inaridimento delle aree interne italiane e della concentrazione di eventi meteorici estremi lungo la fascia costiera è una delle conseguenze più evidenti del riscaldamento atmosferico, che accentua il fenomeno dell’evapotraspirazione ed al contempo intensifica il rischio di alluvioni in un Paese affacciato sul bacino mediterraneo qual è il nostro” ha commentato Francesco Vincenzi.
Infatti, l’innalzamento inarrestabile della temperatura dell’aria a livello globale è certificato dalla lettura dei dati Copernicus delle prime due decadi del mese di gennaio 2025: dopo che il 2024 si è aggiudicato il primato di “anno più caldo di sempre” con valori medi superiori di 1,47 gradi rispetto a quelli dell’era preindustriale (+0,02° sul precedente record del 2023), l’inizio del nuovo anno sta mostrando continuità con il trend di crescita della temperatura nel più recente decennio, registrando nei primi 20 giorni di Gennaio, a livello mondiale, anomalie di temperatura superiori di ben 0,14° rispetto al precedente record del 2024 (!!!) e mediamente superiori di 0,78° rispetto alla media del trentennio 1991-2020. In crescita sono anche le temperature medie degli oceani (20,81° con + 0,48° sulla media storica). Sul mar Mediterraneo meridionale (dalle coste della Sicilia a quelle africane e fino al Medio Oriente), l’acqua è più calda di tra 1 e 2,5 gradi (tra i 16° ed i 18,5°).
“E’ ormai una sorta di preallarme continuo, perchè tutti avremmo dovuto imparare quali rischi meteo si corrono, quando miti temperature marine impattano con gelide correnti aeree provenienti da Nord” ha concluso preoccupato il Presidente ANBI.

                                                                           

SARDEGNA: VERTICE SULLA CRISI IDRICA NELLA NURRA

Bacini vuoti e stagione irrigua a rischio: il Consorzio di bonifica Nurra (con sede a Sassari) ed ANBI Sardegna hanno convocato ad Alghero amministratori del territorio, organizzazioni professionali di categoria (Coldiretti, Cia, Confagricoltura) e soprattutto agricoltori per un vertice sulla crisi idrica locale.
Oltre ai Sindaci di Sassari (Giuseppe Mascia), Porto Torres (Massimo Mulas) ed Olmedo (Toni Faedda), c’erano pure gli Assessori ai Lavori Pubblici (Antonio Piu) ed all’Agricoltura (Gian Franco Satta) di Regione Sardegna. La preoccupazione degli imprenditori agricoli è grande e motivata.
Nessuno dimentica la grande sete del 2017, quando nei bacini, che alimentano la Nurra, c’erano appena 14 milioni di metri cubi di acqua. Oggi ce ne sono 17 milioni, assolutamente insufficienti per garantire la stagione irrigua 2025. A breve termine si potrebbero utilizzare i reflui del depuratore di Sassari, in grado di fornire dai 12 ai 15 milioni di metri cubi di acqua all’anno.
Non poca cosa considerando il fatto che la campagna irrigua nella Nurra necessita di circa trentadue milioni di metri cubi di risorsa. Su questo aspetto Regione Sardegna sta già lavorando, insieme alla Provincia di Sassari, per risolvere le ultime incombenze burocratiche, predisponendo un piano di gestione.
Ma non basta. Per consentire agli agricoltori un minimo di programmazione, occorrono anche interventi strutturali come completare le interconnessioni tra i bacini e realizzare nuovi invasi sostenibili.


VENETO: PER UNA GESTIONE VIRTUOSA DELLA RISORSA IDRICA

ANBI Veneto e Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona) sono partner del progetto europeo LIFE Svolta BLU, presentato nei giorni scorsi nella vicentina Dueville ad esponenti istituzionali, mondo della ricerca, rappresentanti delle attività produttive.
Obiettivo del progetto è aumentare l’interesse e la consapevolezza di imprese e cittadini sulla gestione delle risorse idriche; a tal proposito “LIFE Svolta Blu” intende progettare ed attivare un sistema di scambio di crediti blu, in cui chi investe in azioni di risparmio idrico produce e mette in vendita crediti (offerta), che possono essere richiesti ed acquistati da chi utilizza l’acqua e vuole ridurre la propria impronta idrica (domanda) con uno scambio regolato secondo criteri di equità, trasparenza e convenienza.
“Svolta Blu”, avviato il 1° Ottobre 2024, interesserà il territorio vicentino servito da Viacqua, società di servizi idrici integrati, capofila del progetto, che durerà 40 mesi con un budget di € 2.025.510,00. Sei i partner: oltre ad ANBI Veneto, “Alta Pianura Veneta” e “Viacqua” collaborano l’Università di Padova (dipartimenti ICEA – Ingegneria Civile Edile Ambientale e TESAF – Territorio e Sistemi Agro-Forestali), la Fondazione Palazzo Festari IPO Alto Vicentino e l’ente certificatore CSQA. Nell’ambito di “Svolta Blu”, le aziende agricole, artigianali ed industriali avranno l’opportunità di partecipare gratuitamente ad incontri di formazione, potranno usufruire di supporto tecnico gratuito nel calcolo dell’impronta idrica e nell’individuazione delle azioni di efficientamento più idonee alla realtà specifica, potranno ottenere una verifica della “water footprint” prima e dopo gli interventi eseguiti (al fine di quantificare i benefici ottenuti) e saranno accompagnate nella pianificazione di interventi di risparmio idrico e/o ricarica delle falde.
ANBI Veneto ed il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta portano l’esperienza di un comparto agricolo che, grazie all’utilizzo della risorsa irrigua, riesce a garantire produzioni agroalimentari d’eccellenza, nonchè servizi ecosistemici di valorizzazione e tutela ambientale. Compito di ANBI Veneto, in un progetto di filiera come LIFE Svolta Blu, è mettere a sistema le buone pratiche ed al contempo favorire la diffusione delle conoscenze acquisite dagli enti consortili.
In agricoltura l’utilizzo dell’acqua è determinante nei 3 cicli produttivi, che coprono sostanzialmente 9 mesi dell’anno: in primavera, estate e, sempre di più , anche in autunno. Nei 3 mesi invernali è importante cogliere l’opportunità di re-immettere acqua in falda e per questo l “Alta Pianura Veneta” sperimenta ed attua buone pratiche per conseguire il “bilancio zero” tra acqua utilizzata ed acqua preservata; al contempo opera per promuovere e favorire il mantenimento di “best practices” da parte degli agricoltori.


FRIULI VENEZIA GIULIA: SICUREZZA IDRAULICA INVESTIMENTO SULLA MANUTENZIONE FLUVIALE

Il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) ha in fase di ultimazione i lavori di manutenzione delle reti di scolo delle acque a favore dei territori inseriti nel nuovo piano di classifica consortile, adottato nel 2024, nei comuni della zona collinare Alto Friuli ed in alcuni comuni in sinistra Torre.
Gli interventi ristabiliranno la funzionalità idraulica di rii e canali di scolo, nonché delle reti afferenti, garantendo un’adeguata sezione dell’alveo, la stabilità e l’impermeabilità delle sponde; i lavori (sfalcio, taglio piante pericolanti o schiantate nel corpo idrico, espurghi, interventi di riprofilatura delle sezioni dei canali) si inseriscono nel programma di manutenzione ordinaria delle reti di scolo, già avviato lo scorso Novembre.
L’importo dei lavori, condivisi con le amministrazioni comunali interessate, è di quasi seicentomila euro suddivisi fra i 14 Comuni interessati. Tali interventi trovano copertura economica nei canoni di bonifica, richiesti nei territori di riferimento come previsto nel nuovo Piano di Classifica, efficace dal 2024.
Tra gli interventi principali si evidenzia lo sfalcio di oltre un milione centomila metri quadri di sponde, fondo e banchine dei canali di scolo, l’espurgo di circa diecimila metri quadrati ed il taglio delle essenze arboree presenti in alveo.
Si stanno facendo inoltre valutazioni puntuali per ampliare le zone dei futuri interventi e, contestualmente, per mantenere efficienti quelle recentemente manutentate in base ai fondi disponibili.

TOSCANA: PARTITA LA MANUTENZIONE 2025

Si intensificano in tutta la provincia di Siena i lavori inseriti nel piano delle attività 2025 del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto), che ha completato una manutenzione ordinaria su un tratto del torrente Rigo 3, che scorre nella zona artigianale di Volte Basse nel comune di Sovicille, una zona particolarmente complessa dal punto di vista idraulico.
Questo intervento ha come obbiettivo quello di rendere più sicure le abitazioni e le strutture produttive dell’area, oltre alla strada provinciale 73 bis (il Rigo 3 scorre sotto uno dei ponti di questa importante arteria).
Contestualmente l’ente consortile sta riservando massima attenzione all’unità idrografica Albegna, come dimostrano i lavori di manutenzione ordinaria sul canale principale numero 2 (controfossa di destra del fiume Albegna) nel comune di Orbetello per proteggere 2 infrastrutture fondamentali per la Maremma.


VENETO: INTERVENTO DI SISTEMAZIONE DEL RETICOLO IDRAULICO

Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha concluso i lavori per l’ottimizzazione della maglia idraulica territoriale nel comune padovano di Brugine. Il progetto per la messa in sicurezza del centro abitato è frutto di un accordo tra il Comune e l’ente consortile, incaricato di progettare ed eseguire i lavori.
L’opera è consistita nella rimozione della vegetazione infestante, nello sfalcio erboso delle arginature, nello scavo del fondale con conseguente ripristino della sezione e della quota originaria.
I lavori hanno interessato in particolare lo scolo privato Capofosso 28 per un tratto di circa due chilometri, con la rimozione di circa cinquecento metri cubi di terreno; tale alveo raccoglie ed allontana le acque meteoriche, provenienti dai terrenti adiacenti al centro abitato e che vengono fatte defluire nello scolo consorziale Coazze.
Il Consorzio di bonifica ha spiegato che l’intervento si è reso necessario anche a causa della mancata manutenzione dei privati; da qui l’appello ai cittadini a manutentare le fossature di proprietà.


MARCHE: IL PUNTO SUI PONTI

Nella Marche il 2024 sarà ricordato anche per i ponti che, mese dopo mese, hanno preso forma, riportando un po’ di ordine nella viabilità dei territori colpiti dall’alluvione 2022.
Dei 12 ponti, che la struttura commissariale ha affidato al Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro), quello di Serra Sant’Abbondio sul fiume Cesano e quelli ubicati fra Serra De’ Conti e Montecarotto sul fosso della Sparacchiara e sul Vallone a Senigallia erano già stati consegnati prima della fine dell’estate scorsa.
Durante l’autunno sono avanzati 3 dei 4 cantieri nel comune di Frontone: i lavori sul fosso Mandrale, in località Ca’ d’Eusepio, sono in fase di ultimazione; il ponte sul fosso Cinisco, a ridosso della Strada Provinciale, che collega la frazione di Foce agli impianti di risalita del monte Catria, ha visto il varo delle travi agli inizi di Novembre ed ora si sta procedendo alle opere di raccordo stradale; i lavori sul fiume Cinisco, a cavallo tra Frontone e Serra Sant’Abbondio in località Torricella, sono in attesa del varo delle travi per poi procedere al getto della soletta. Il quarto ponte, anch’esso sul fosso Mandrale in località Ca’ d’Eusepio, è in fase di cantierizzazione con successiva demolizione del vecchio manufatto.
Anche il comune di Serra Sant’Abbondio, oltre al ponte già terminato, ha altri 2 cantieri in corso d’opera sul fosso del Molinello: uno in fase di cantierizzazione e successiva demolizione del vecchio manufatto e l’altro in fase di realizzazione delle spalle laterali. Sono invece in fase di valutazione ed autorizzazione i progetti relativi ai 2 ponti di Serra de’ Conti (sul fiume Misa e sul Fosso di S. Fortunato) ed a quello di Camerino sul torrente Palente.


TOSCANA: FOSSA MAESTRA RIPRISTINATE LE SEZIONI DEL RETICOLO IDRAULICO

Il Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) ha concluso il cantiere da 1.400.000 euro sul bacino del Parmignola: un intervento atteso e richiesto dai cittadini per ridurre le criticità della zona nella gestione del reticolo minore e diminuire i fenomeni di allagamenti diffusi, che si erano verificati in passato.
L’opera prevedeva l’asportazione dei sedimenti di fondo, in particolare dalla Fossa Maestra e da alcuni canali del reticolo minore, nel tratto che da Fossona va al mare. Il progetto di manutenzione straordinaria era stato approvato da Regione Toscana e Protezione Civile per poi essere finanziato con risorse del Ministero dell’Ambiente: fra gli interventi inseriti, anche alcuni parziali allargamenti dell’alveo con opere di sistemazione idraulica per ridurre il rischio causato da diverse tombature di canali.
La necessità di un intervento più complesso era stata evidenziata già con gli eventi alluvionali, che avevano colpito la provincia apuana a Novembre 2012 e Novembre 2014: in quelle occasioni si erano formati importanti fenomeni di accumulo di materiale e di erosione al piede delle sponde con una riduzione dell’efficienza idraulica dei corsi d’acqua, protrattasi nel tempo.
I lavori di scavo e riprofilatura hanno interessato quindi il distretto idraulico del Parmignola e, oltre alla Fossa Maestra, anche Canale di Bolfano, Fosso dei Tre Canali, Fosso dei Due Canali, Fosso della Macchia, Fosso Carlone e Fosso di via Pometo.


VENETO: PIANO PROTEZIONE CIVILE LE OSSERVAZIONI IN SEDE DI COMMISSIONE INTEGRATA

ANBI Veneto è intervenuta alla Commissione Integrata della Protezione Civile regionale, riunitasi a Venezia per discutere le integrazioni al Piano regionale di Protezione Civile; tale organismo coordina enti pubblici, istituzioni private, associazioni ed agenzie, che intervengono nelle attività di protezione civile.
Proposte ed osservazioni sono state esposte su entrambi i punti dell’ordine del giorno: la costituzione degli Ambiti Territoriali Organizzativi Ottimali (ATOO), con i relativi criteri organizzativi ed il programma nazionale di soccorso sismico.
Nello specifico, ANBI Veneto ha espresso considerazioni sulla gestione delle emergenze nei comprensori di bonifica in relazione ai confini delle ATOO. Si è inoltre evidenziato l’alta strategicità dei centri consortili d’emergenza, che costituiscono deposito di mezzi della Protezione Civile (soprattutto delle idrovore) ed il cui eventuale collasso comporterebbe allagamenti su vaste aree.
È stata quindi esposta l’opportunità di aggiornare le tavole del rischio alluvioni con le criticità individuate dai Piani delle Acque, che i singoli Comuni adottano spesso in collaborazione con i Consorzi di bonifica. Infine, si è dato evidenza alla funzione che il canale irriguo L.E.B. è in grado di rivestire in tema di sicurezza idraulica.


L’OPERAZIONE VERITÀ HA MESSO AL CENTRO L’AZIONE DEI CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE

Sono state 13 le ANBI regionali (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Sardegna), che hanno partecipato all’ “Operazione Verità”, lanciata dall’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue per evidenziare, attraverso l’organizzazione di conferenze stampa, il ruolo strategico degli enti consortili nella gestione delle risorse idriche e nella prevenzione del dissesto idrogeologico.
Con circa duecentotrentamila chilometri di rete idraulica e 500 milioni di kilowattora di energia idroelettrica, prodotti annualmente, gli enti di bonifica ed irrigazione rappresentano un elemento fondamentale nella transizione ecologica del Paese.
In anni recenti l’Italia ha registrato perdite economiche, pari a 26 miliardi di euro annui, dovute ad eventi climatici estremi. Inoltre, il Paese presenta una delle capacità di invaso più basse d’Europa con soli 33 metri cubi per chilometro quadrato rispetto ai m³/km² 106 della Spagna. 

L’ANBI ha presentato una strategia articolata per affrontare le numerose criticità legate alla gestione delle risorse idriche in Italia.
Al centro di questa visione ci sono interventi mirati a garantire una rete idraulica più efficiente e sostenibile, capace di rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dall’aumento della domanda d’acqua, soprattutto in agricoltura; un punto essenziale della strategia riguarda la manutenzione della rete idraulica esistente.
L’ANBI sottolinea l’urgenza di rafforzare le infrastrutture attuali attraverso investimenti volti a ridurre le perdite ed a migliorare l’efficienza complessiva del sistema. Accanto a questo viene posto l’accento sulla necessità di nuove infrastrutture come bacini d’accumulo e laghetti collinari; questi interventi puntano ad aumentare la capacità di raccolta e stoccaggio dell’acqua, una risorsa preziosa soprattutto nelle aree soggette a siccità prolungata.
La digitalizzazione rappresenta un altro pilastro fondamentale del piano: grazie all’introduzione di sistemi avanzati di controllo, sarà possibile ottimizzare la gestione delle risorse idriche e limitarne gli sprechi con benefici sia dal punto di vista ambientale che economico.
Questo processo di modernizzazione va di pari passo con l’innovazione tecnologica, che trova applicazione in diversi ambiti: dalla diffusione di tecnologie per l’irrigazione di precisione ai progetti per il recupero ed il riutilizzo delle acque reflue. Attraverso questi interventi l’ANBI punta a delineare un futuro, in cui la gestione dell’acqua sia più sostenibile e resiliente, offrendo soluzioni concrete per fronteggiare le sfide climatiche e garantire il supporto necessario al comparto agricolo e al territorio.
N.B.: proporremo progressivamente in questo spazio le sintesi dei comunicati stampa, diffusi ai mass-media nelle diverse iniziative.


PIEMONTE: OPERAZIONE VERITA’ I CONSORZI IRRIGUI PROTAGONISTI DELLA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Ventimila chilometri di canali per 500.000 ettari di terreni agricoli e 56 invasi già in uso; il sistema irriguo del Piemonte rappresenta un esempio d’eccellenza nella gestione delle risorse idriche, essenziale per supportare l’agricoltura regionale ed affrontare le sfide del cambiamento climatico: è quanto emerso nel corso della conferenza stampa “Il cambiamento climatico e il futuro dell’agricoltura italiana: il ruolo dei consorzi bonifica”, organizzata da ANBI Piemonte, che ha “fotografato” la comunione d’intenti tra l’Assessore Agricoltura di Regione Piemonte (Paolo Bongioanni), il Presidente ANBI Piemonte (Vittorio Viora) ed il Vicepresidente Commissione Agricoltura Senato (Giorgio Maria Bergesio).
L’incontro, che si è svolto a Torino, ha avuto lo scopo di sottolineare il ruolo dei Consorzi irrigui e di bonifica nell’adattamento e nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, con un focus sugli investimenti nel sistema irriguo regionale e sulle strategie di sostenibilità per il futuro.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati alcuni dati fondamentali: negli scorsi 5 anni sono stati investiti 500 milioni di euro in nuove infrastrutture e manutenzioni straordinarie; inoltre, il fiume Po, con un volume annuo di 14,5 miliardi di metri cubi, è una risorsa cruciale per il territorio, pur evidenziando una portata variabile, dovuta agli impatti climatici.
I Consorzi di bonifica ed irrigazione, attraverso l’uso di tecnologie avanzate quali la digitalizzazione delle reti irrigue, hanno migliorato l’efficienza dell’utilizzo idrico, riducendo le perdite ed ottimizzando le risorse.
Durante l’evento è stato ribadito l’impegno di ANBI Piemonte nella promozione di politiche integrate, che includano la creazione di nuovi bacini di accumulo ed interventi di rinaturalizzazione, per garantire lo sviluppo di un’agricoltura resiliente, capace di affrontare le sfide climatiche e di tutelare il territorio.


PUGLIA: OPERAZIONE VERITA’ PRESENTATO NUOVO CONSORZIO DI BONIFICA

Si è svolta a Foggia la conferenza stampa nell’ambito dell’iniziativa “Operazione Verità”, articolata in analoghe iniziative lungo l’intera Penisola. L’evento è stato molto significativo per il mondo della bonifica in Puglia, vista la partecipazione di tutti i consorzi della regione.
La giornata ha avuto un forte valore simbolico, unendo istituzioni, esperti del settore e stakeholders locali per fare il punto sulla situazione del territorio pugliese sotto il profilo idrogeologico, ambientale ed agricolo. L’incontro ha messo in evidenza l’importanza della gestione e della tutela del territorio da parte dei Consorzi di bonifica, che rivestono un ruolo cruciale sia nella protezione del suolo che come supporto strategico per il sistema agricolo regionale.
È stata quindi un’occasione preziosa per presentare le attività svolte dagli enti consortili pugliesi e per informare la comunità e gli stakeholders sulla programmazione degli interventi previsti per il futuro, considerati essenziali per adempiere agli obblighi istituzionali, nonchè garantire una gestione efficace delle risorse idriche ed agricole del territorio.
Punto focale dell’evento è stata la presenza del Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia, che ha sede a Bari dal 1° gennaio 2024 è operativo, rappresentando una delle realtà più giovani ed innovative del panorama della Bonifica in Italia; nato dalla fusione di 4 storici enti consorziali pugliesi (Terre d’Apulia, Stornara e Tara, Arneo, Ugento Li Foggi), il Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia gestisce un vasto territorio di circa un milione duecentomila ettari, comprendente 5 province e duecento comuni circa.
Il processo di fusione ha dato vita ad una delle realtà più grandi d’Europa e che, pur affrontando le sfide iniziali di riorganizzazione ed ottimizzazione delle risorse, sta già mostrando i primi risultati positivi. Una delle attività fondamentali svolte dal Consorzio, in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura di Regione Puglia, è stata l’approvazione del Piano Generale di Bonifica, che prevede la realizzazione di 82 progetti suddivisi tra i 4 distretti territoriali: Barese, Tarantino, Nord e Sud Salento.
L’importo complessivo, stimato per la realizzazione di questi interventi, è di circa settecentocinquantacinque milioni di euro: nel Distretto Barese (comprensorio ex Consorzio di bonifica Terre d’Apulia) sono previsti 28 progetti con un importo stimato di € 222.950.000,00; nel distretto Nord Salento (comprensorio ex Consorzio di bonifica Arneo) sono 27 i progetti con un investimento di € 144.000.000,00; il Distretto Sud Salento (comprensorio ex Consorzio di bonifica Ugento e Li Foggi) è interessato da 18 progetti con una previsione di investimento pari a € 85.843.000,00; nel Distretto Tarantino (comprensorio ex Consorzio di bonifica Stornara e Tara) ci sono 9 progetti per un importo previsto di € 301.794.974,45.
L’incontro con i mass-media locai ha messo in evidenza come il lavoro sinergico tra i vari attori istituzionali e le risorse destinate alla Bonifica possano contribuire a raggiungere risultati concreti e duraturi per la regione Puglia.


TOSCANA: OPERAZIONE VERITA’ A 12 ANNI DALLA RIFORMA REGIONALE DI SETTORE

A 12 anni di distanza dalla loro nascita i nuovi Consorzi di bonifica ed irrigazione della Toscana hanno conquistato un ruolo strategico sia sul fronte della difesa del suolo che sul fronte della distribuzione collettiva dell’acqua alle imprese agricole. Il risultato si può riassumere in pochi grandi numeri.
Nel giorno dell’ “Operazione Verità”, promossa da ANBI in tutte le regioni della Penisola, la Toscana ha rivendicato l’importanza della riorganizzazione della materia introdotta dalla Legge Regionale, operativa dal 2013 e che ha razionalizzato il sistema, superando la frammentazione delle competenze ed affidando unicamente ai Consorzi di bonifica (ridotti da 13 a 6) la gestione dei corsi d’acqua e l’irrigazione.
Nel corso degli anni, il lavoro di tali enti consortili si è ampliato, abbracciando sempre più temi connessi con la sicurezza, la tutela dei fiumi e del territorio, assumendo anche ruoli ancora non codificati, che oggi sono da sostenere e valorizzare; tutto questo all’interno di uno scenario, in cui i cambiamenti climatici contribuiscono, da una parte, a rendere il territorio potenzialmente più fragile, dall’altra mettono di fronte al problema della carenza idrica.
Così, presenti il Presidente, Eugenio Giani e la Vicepresidente di Regione Toscana, Stefania Saccardi, gli enti di bonifica hanno sentito l’esigenza di chiedere un passo avanti,
? integrando le loro  competenze con alcune di valenza prettamente ambientale, valutando il loro inserimento nel sistema di Protezione Civile e semplificando alcuni procedimenti amministrativi. Nel corso degli anni, infatti, i Consorzi di bonifica toscani si sono resi conto che, per raggiungere il fine della sicurezza idraulica, ha grande importanza l’aspetto ambientale: un ruolo, che sarebbe importante fosse oggi riconosciuto anche dalle norme regionali.
Attualmente, infatti, gestire la difesa del suolo e fare manutenzione sui fiumi significa anche occuparsi della flora e della fauna, che compongono l’ecosistema a partire dalla “manutenzione gentile” che, in ottemperanza ad apposita delibera regionale, concilia la sicurezza idrogeologica con la tutela dell’ecosistema fluviale, contribuendo al mantenimento della vita e della biodiversità nei corsi d’acqua; ci sono poi i progetti per il recupero della plastica nei fiumi, per la plantumazione di nuovi alberi e per il contenimento delle invasive specie aliene. Ruolo irrinunciabile dei Consorzi di bonifica resta quello della prevenzione idrogeologica attraverso la manutenzione ordinaria, spesso silenziosa, ma imprescindibile, nonchè la messa a punto di opere per limitare il rischio.
La Toscana, con 44 eventi estremi nel 2023 alle spalle di Lombardia (62) ed Emilia Romagna (59), è tra le regioni in maggiore sofferenza e, quando c’è stato bisogno d’intervenire in emergenza, i Consorzi di bonifica non si sono tirati indietro, rappresentando alleati importanti, anche fuori regione, durante allagamenti e fenomeni di dissesto idrogeologico. Dopo la riforma regionale del 2012, d’altronde, i consorzi di bonifica si sono organizzati anche per questo: hanno formato personale tecnico di grande professionalità, addestrato ad affrontare situazioni particolarmente critiche, dispongono di mezzi e risorse attivabili in tempi rapidissimi. Per questo, per il sistema della Protezione Civile potersi avvalere della conoscenza dei territori e delle professionalità di uomini e disponibilità, nonchè dei mezzi del sistema consortile, può essere strategico; al momento si tratta, però, di un coinvolgimento a carattere informale e, benché gli enti consortili siano spesso convocati nei vari Coc (Centri operativi comunali) di Protezione Civile, tale ruolo non è mai stato strutturato: un passaggio, che invece potrebbe essere importante per compiere ulteriori passi avanti.
Un altro fronte, su cui i Consorzi di bonifica ed irrigazione chiedono l’appoggio della Regione, riguarda l’integrazione delle progettazioni inserite attualmente nel Pniissi( Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico) con tutte quelle presentate dai Consorzi di bonifica. In questo momento ci sono infatti 2 realtà: aree servite da impianti d’irrigazione collettiva (una minima parte) ed aree completamente sguarnite, dove tutto è rimesso alle attività autonome dei singoli. Mantenere in efficienza gli impianti esistenti attraverso la manutenzione straordinaria è fondamentale e, grazie alle misure messe in campo negli anni recenti, viene puntualmente fatto.
Occorre però anche progettare nuovi distretti ed infrastrutturazioni per completare con reti efficienti le superfici irrigabili della regione; un esempio: il completamento del sistema di Montedoglio. Occorre lavorare in maniera condivisa per modificare norme nazionali ed europee, che in questo momento impediscono la realizzazione di nuove superfici irrigue collettive, lasciando la Toscana indietro rispetto ad altre regioni italiane e con forti diseguaglianze tra territori e territori.
In Toscana sono stati censiti circa sedicimila piccoli invasi e laghetti aziendali collinari, che occorre recuperare, ma solo questo non basta: è indispensabile portare a termine la progettazione e la realizzazione dei medi bacini già individuati (San Piero in Campo, diga sull’Ambra, Gretano, Lanzo ecc.), ma è altrettanto essenziale individuare nuovi, grandi serbatoi con cicli pluriennali e scopi multipli, a servizio della zona Sud e della costa della regione. Infine, tra le molteplici opere realizzate e gestite dai Consorzi di bonifica ed irrigazione, si possono evidenziare alcuni dati significativi:?273 comuni; 10 province; km. 36.702 di corsi d’acqua in gestione; km. 10.555  di corsi d’acqua, manutenuti ogni anno; 96 impianti idrovori; ha. 382.600 di superficie irrigata; 572 dipendenti, di cui 450 tra tecnici specializzati ed operatori di mezzi da lavoro; 387 mezzi d’opera (escavatori, trattori, camion ecc.); 46 idrovore mobili; 23 Contratti di Fiume in essere.


EMILIA ROMAGNA: DA TUTTO IL MOMDO PER SCOPRIRE LA BONIFICA

Nell’ambito delle lezioni didattico-formative rivolte agli studenti e che vedono impegnati tutti gli enti consorziali del territorio in stretta collaborazione con ANBI Emilia-Romagna, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha ulteriormente ampliato lo spettro delle attività educative per il 2024/2025 con un progetto che, dopo la fase-pilota dello scorso anno, è stato confermato per i risultati più che positivi: raccontare l’operatività consortile anche agli studenti del CPIA-Centro Provinciale Istruzione Adulti.
Così, ben 28 studenti di diverse età (dai 18 ai 56 anni) e provenienti da differenti Paesi (Albania, Kosovo, Ucraina, Tunisia, Marocco, Senegal, Ghana, Cina) sono stati accolti al Palazzo delle Bonifiche di Reggio Emilia, introdotti dal geostorico, Antonio Canovi, per visitare la sede.
Qui sono state illustrate loro le principali attività che l’ente consortile svolge a difesa del territorio ed a vantaggio dell’agricoltura attraverso la proiezione delle immagini video in sala Prampolini, riguardanti anche l’operatività durante l’ultima alluvione; successivamente gli studenti sono stati condotti gli studenti nella Sala di Telecontrollo alla scoperta delle funzioni di monitoraggio del territorio.


VINCENZI A VERONA

Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, aprirà, nel pomeriggio di giovedì 30 Gennaio p.v., il convegno “Risparmio, riuso e soluzioni digitali per ottimizzare la gestione dell’acqua” previsto nell’ambito di Fieragricola Tech, a Verona;  la sede sarà la Tech Arena.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
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