MARTEDI’ 21 GENNAIO
“OPERAZIONE VERITA’” DELLE ANBI REGIONALI IN TUTTA ITALIA
È definita “Operazione Verità sulla centralità del ruolo dei Consorzi di bonifica ed irrigazione nelle azioni di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico”, la congiunta organizzazione di iniziative promosse dalle ANBI regionali in tutta Italia nella giornata di martedì 21 Gennaio p.v. .
L’obiettivo di questa “prima volta” è fornire, in apertura d’anno, la “fotografia” della realtà economica ed occupazionale, rappresentata dagli enti consorziali: saranno, quindi, forniti i dati aggregati localmente sui principali investimenti e sui lavori di manutenzione svolti nel 2024, così come gli obbiettivi operativi per il 2025. L’ambizione è non solo di porre l’attenzione sulla mole degli interventi territoriali, ma di evidenziarne il rilevante valore economico anche in termini di ricaduta sul valore indotto.
SOTTOSCRITTO ACCORDO INTERISTITUZIONALE CNEL-ANBI
Il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL) e l’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI) hanno sottoscritto un Accordo Interistituzionale sui temi della sostenibilità ambientale, della manutenzione del territorio, della difesa del suolo, della gestione delle risorse idriche. In particolare, la collaborazione è volta a favorire una maggiore consapevolezza del ruolo costantemente dinamico e polifunzionale dell’attività di bonifica, nell’ambito del governo del territorio; mira a valorizzare e migliorare la gestione della difesa del suolo e della risorsa irrigua; ricomprende azioni comuni sul piano della programmazione e della legislazione, nonché iniziative di promozione e di sensibilizzazione sui temi della sicurezza territoriale ed ambientale e sul ruolo dell’impresa agricola nella manutenzione del territorio. È prevista anche un’attività di analisi del fabbisogno di investimenti, di re-infrastrutturazione ed ammodernamento del reticolo idraulico per favorire un uso più efficiente della risorsa idrica in funzione delle attività economiche dei territori.
“Abbiamo siglato un accordo– ha sottolineato il Presidente CNEL, Renato Brunetta – con una realtà, quale è l’ANBI, che raffigura l’essenza stessa dei corpi intermedi: prossimità al territorio, coinvolgimento delle comunità locali, capacità di fare rete, sapersi porre come catalizzatore di competenze e di innovazione. Il CNEL, che dei corpi intermedi è la casa, compie così un altro passo lungo la strada che porta a una sempre maggiore valorizzazione delle rappresentanze sociali. E in questo caso la collaborazione riguarda un ambito davvero importante per il benessere collettivo, quello della gestione delle acque, della difesa del suolo, della salvaguardia ambientale. Ringrazio il Presidente, Francesco Vincenzi per la disponibilità a questa importante intesa.”
“Siamo orgogliosi dell’Accordo siglato oggi – ha aggiunto il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi - perché rappresenta un importante riconoscimento non solo della funzione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, oggi accentuata dalle conseguenze della crisi climatica, ma anche del ruolo, che la loro originale esperienza di autogoverno e sussidiarietà, rappresenta per la società civile del nostro Paese. Siamo convinti che la collaborazione con CNEL contribuirà a fare emergere anche il nostro tassello in quell’Italia dei corpi intermedi, tanto cara al Presidente Brunetta e che silenziosamente agisce ogni giorno per garantire la democratica operatività dell’Italia e la cui funzione, di assoluta attualità ed utilità concreta, si evidenzia soprattutto nei momenti di bisogno.”
SONO I DATI A DIMOSTRARE CHE LA MANUTENZIONE DEL TERRITORIO E’ UN INDISPENSABILE FATTORE DI SVILUPPO ECONOMICO
VINCENZI: “E’ IMPOSSIBILE PER LE ASSICURAZIONI FAR FRONTE DA SOLE ALLE CONSEGUENZE DELLA CRISI CLIMATICA”
“Dobbiamo trasformare problemi epocali in opportunità, attuando soluzioni invece di limitarci alla ricerca dei colpevoli. Per questo, siamo orgogliosi di vederci affiancati al CNEL nel sostenere la necessità di valorizzare l’ economia della manutenzione del territorio, indispensabile di fronte alla crisi climatica: ad affermarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
D’altronde sono i dati a dimostrarne la necessità.
Secondo un rapporto del Censis, infatti, negli scorsi 40 anni, il 30% dei danni provocati da eventi estremi ad imprese nell’Unione Europea si è registrato in Italia, dove il 25% delle aziende si trova in territori a rischio di frane e alluvioni.
Nello più recente biennio, il valore complessivo dei danni diretti e indiretti, causati dall’estremizzazione degli eventi meteorologici (frane, alluvioni e siccità) all’agricoltura ed alla filiera agroalimentare del nostro Paese, è stimato in circa trenta miliardi di euro con conseguenze economiche, che si ripercuoteranno anche sugli anni successivi.
Tredici miliardi è l’entità dei danni causati all’agricoltura dalla siccità lungo lo Stivale nel periodo autunno 2021- estate 2023: minori rese produttive, mancata produzione, maggiore costo energetico; rappresenta circa il 10% circa del Prodotto Interno Lordo generato dal comparto.
“L’Italia – ha evidenziato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano - sembra purtroppo accettare di vivere in bilico tra un’emergenza e l’altra, sebbene nel recente decennio la spesa pubblica per risarcire parzialmente i danni provocati da eventi naturali sia ben 10 volte superiore a quella impegnata per la prevenzione attraverso azioni di adattamento e mitigazione del rischio idrogeologico.”
“In questo quadro – aggiunge il Presidente del CNEL, Brunetta – si posiziona l’indispensabile azione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, esempio della funzione dei corpi intermedi. Se non esistessero, in Italia bisognerebbe inventarli.”
Le conseguenze della crisi climatica accomunano ormai l’intero Pianeta.
Nell’Unione Europea, in un decennio, le perdite economiche, dovute ad eventi estremi, ammontano a a circa ventisei miliardi di euro all’anno ed è stimato che, se l’attuale economia del Vecchio Continente venisse esposta ad un riscaldamento globale, compreso tra +1,5° e +3° sopra i livelli preindustriali, si verificherebbe una perdita economica, compresa tra quarantadue e centosettantacinque miliardi di euro all’anno.
Un recente rapporto di Munich-Re, una delle principali realtà assicurative mondiali, segnala che nel 2024 l’impatto dei danni da eventi naturali sul Pianeta è stato di circa trecentoventi miliardi di dollari, cioè un terzo in più rispetto al 2023 (268 miliardi di dollari) e ben superiore alla media degli scorsi quinquenni (261 miliardi di dollari), decennio (236 miliardi di dollari) e trentennio (181 miliardi di dollari).
“Di fronte a questi scenari economicamente insostenibili – ha concluso il Presidente ANBI, Vincenzi – la risposta non possono essere le assicurazioni, ma gli investimenti in manutenzione del territorio come significativamente testimoniato dalla disponibilità espressa da Fondazione Enpaia ad investire in tale obbiettivo nell’ambito delle proprie strategie di sostegno a progetti di sostenibilità.”
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
ARRIVA LA NEVE MA NON RISOLVE LA CRISI IDRICA IL CENTROSUD FATICA A RIPRENDERSI AL NORD RISERVE IN CALO
VINCENZI: “ATTENZIONE: È INVERNO ED IL PATRIMONIO IDRICO DEL PAESE SI STA IMPOVERENDO. BISOGNA AVVIARE UN PIANO INVASI PER LA RACCOLTA DELLE ACQUE”
Dopo l’autunno ed un inizio di stagione invernale avari di precipitazioni nevose sulle regioni settentrionali (-52% in Piemonte con punte del 98% sulle aree meridionali della regione, -70% ca. in Lombardia,- 55% in Veneto da Ottobre a Dicembre 2024), l’abbassamento delle temperature ha riportato la bianca coltre sulle Alpi con accumuli di 240 centimetri su alcune delle vette più alte del versante italiano. Anche su alcune stazioni degli Appennini, principalmente quelli centrali e meridionali, il manto nevoso raggiunge altezze superiori alle scorse stagioni invernali (in Abruzzo, a Passolanciano sono caduti fino a centoventicinque centimetri; in Irpinia si superano i sessanta centimetri; sul Matese molisano, cm. 40 e sulla Sila, cm. 35; sul toscano monte Amiata sono presenti cm. 28 di neve, mentre cm. 12 si registrano sul monte Acuto nelle Marche).
“La situazione registra un incoraggiante miglioramento, ma non cessano le preoccupazioni per il futuro, a causa dell’insufficiente presenza di bacini per la raccolta delle acque, ma soprattutto perché in alcune regioni dell’Italia meridionale lo stato delle riserve idriche è ancora ben lontano dal recuperare l’enorme deficit accumulato a causa di una lunghissima siccità” ha segnalato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
E’ il caso della Basilicata, dove in una settimana sono affluiti, negli invasi, oltre diciotto milioni di metri cubi d’acqua, aggiungendosi ai quasi ventotto milioni, che avevano ristorato i bacini semivuoti a cavallo tra 2024 e 2025: ancora pochi per colmare il gap con il 2023 (- 93 milioni di metri cubi), ma quantomeno un timido segnale verso il riequilibrio della condizione idrica.
In Sicilia il mese di dicembre ha regalato piogge abbondanti su buona parte dell’isola con un significativo miglioramento della situazione dei bacini ormai svuotati da oltre un anno di siccità estrema e caldo anomalo. Al 31 Dicembre l’incremento dei volumi invasati ammontava ad oltre venti milioni di metri cubi, interessando anche le situazioni più critiche, come quelle delle province di Enna e Caltanissetta, dove i volumi idrici trattenuti dalla diga Ancipa sono aumentati di quasi sette milioni di metri cubi. Anche sull’Isola, però, lo scarto negativo rispetto a 12 mesi fa rimane enorme e quantificabile in oltre cento milioni di metri cubi (Fonte: Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia).
L’Osservatorio ANBI Risorse Idriche evidenzia come su molta parte della Sardegna sia ancora grave crisi d’acqua: complessivamente l’incremento dei volumi idrici, avvenuto nel mese di dicembre, è quantificabile in 32 milioni di metri cubi, ma in diversi territori gli invasi rimangono drammaticamente vuoti come nel Nord-Ovest dell’isola, dove gli invasi Temo e Cuga non hanno più disponibilità per gli agricoltori e nei distretti di Ogliastra (bacini al 22,70% della capacità), Posada (27%) Alto Taloro (18,62%), Alto Cixerri (9,03%), ma anche Baronia e Medio Campidano (Fonte: Autorità di bacino regionale della Sardegna).
Altra regione, che stenta ad uscire dalle conseguenze della siccità, è la Puglia: i circa quarantaquattro milioni di metri cubi ancora stoccati nei bacini nella Capitanata (a Dicembre le riserve sono incrementate di soli 11 milioni) equivalgono indicativamente al 13% della loro capacità ed al 30% dell’acqua disponibile un anno fa e comunque dimostratasi insufficiente ad arrivare all’estate... .
In Abruzzo sia l’invaso di Penne (nel Pescarese) che quello di Chiauci (al confine col Molise) stanno lentamente incamerando l’acqua, che mancava ormai da oltre sei mesi: per quanto riguarda il primo, da inizio anno la quota del lago è cresciuta di oltre due metri (volumi stoccati ora: mln. mc. 2.308.000).
In Campania sono in calo i livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Sele e Garigliano.
Nel Lazio flettono i flussi idrici dei fiumi Tevere (a Roma) e Fiora (in Tuscia), in rialzo invece quelli del Velino (in Alta Sabina); tra i laghi sono sostanzialmente stabili le altezze idrometriche di Bracciano e di Nemi (il suo livello risulta più basso di cm. 30 rispetto all’anno scorso).
In Umbria il livello del lago Trasimeno è finalmente cresciuto di 5 centimetri, mentre i flussi nei fiumi Paglia e Chiascio si sono ridotti; sulla regione l’accumulo pluviometrico a Dicembre è stato mediamente di un’ottantina di millimetri (superiore a 12 mesi prima, ma inferiore alle altre recenti annualità).
Anche nelle Marche vanno riducendosi le altezze idrometriche dei fiumi ad eccezione del Tronto: Esino e Potenza sono ai minimi dallo scorso quinquennio; un leggero incremento (poco più di mezzo milione di metri cubi) si registra nei volumi stoccati dalle dighe marchigiane e che attualmente ammontano a mln. mc. 42,59.
In Toscana la portata del fiume Serchio, pur rimanendo inferiore di circa il 23% alla media storica del recente ventennio, sta crescendo mentre si riducono quelle di Sieve, Arno e soprattutto Ombrone (ora al 23% della media).
In Liguria, fortemente decrescenti sono i livelli dei fiumi Argentina, Magra, Vara e soprattutto Entella.
Continua ad evidenziarsi il pericolosissimo andamento torrentizio, assunto dai fiumi appenninici dell’Emilia-Romagna, le cui portate si sono improvvisamente rialzate per poi tornare ora sotto media (Santerno, Taro, Trebbia, Nure): il Savio è addirittura al 19% del consueto.
“Il dato, che non deve sfuggire – ha evidenziato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – è che, seppur con andamento altalenante, ma la gran parte dei corpi idrici del Paese sono sotto media in inverno: ciò significa un complessivo impoverimento della disponibilità d’acqua ed un incremento del rischio idrogeologico per improvvise ondate di piena, dettate dall’estremizzazione degli eventi atmosferici. Questa osservazione, evidente dalla lettura del nostro report settimanale, dovrebbe indurre l’avvio concreto del tanto richiesto Piano Invasi, che assumerebbe anche una funzione calmieratrice in un quadro di sempre maggiore fragilità idraulica.”
E’ in calo anche la portata del fiume Po ai rilievi piemontesi (tra il 24% ed il 40% circa nelle sezioni torinesi ed alessandrine), influenzando anche quella dei tratti lombardo ed emiliano.
In Valle d’Aosta sono stabili i flussi della Dora Baltea, mentre calano quelli del torrente Lys.
In Piemonte registrano portate in crescita i fiumi Tanaro (al 57% ca. però sulla portata media storica) e Toce (anch’essa sotto media). Lo scorso dicembre è risultato molto poco piovoso sulla regione con un deficit nelle precipitazioni, pari al 75% su scala regionale, ma arrivando a -90% sui bacini Residuo Po confluenza Dora Baltea, Residuo Po confluenza Dora Riparia, Maira, Alto Po, Sesia e Cervo (Fonte: Arpa Piemonte).
In Lombardia si stimano attualmente riserve idriche pari a mln. mc. 1758,7, cioè un quantitativo inferiore del 38,7% al consueto di questo periodo e del 42,3% al Gennaio 2024: ciò è dovuto principalmente alla scarsità di neve in quota, registrata fino alla settimana scorsa.
Tra i grandi laghi dell’Italia Settentrionale si sono ridotti i livelli del Maggiore, mentre sono cresciuti quelli di Como, Garda ed Iseo.
In Veneto, infine, performance positive si registrano per i fiumi Brenta, Bacchiglione e Livenza, mentre decresce la portata dell’Adige, pur rimanendo sopra media (+23%); sulla regione il mese di dicembre è stato meno piovoso (-23% con punte fino a -59% sui bacini di Livenza, Lemene, Piave) e più caldo (+1,7°) del consueto (Fonte Arpa Veneto).

VENETO: DISPONIBILITA’ IDRICA, STATO DI ATTENZIONE
Sebbene la stagione irrigua sia ancora lontana, desta preoccupazione lo stato dei depositi nivali di alta quota, anche alla luce delle rilevazioni della fondazione CIMA, che indica con un -61% la presenza di neve, tra Novembre 2024 e il 10 Gennaio 2025, nel bacino del fiume Adige ed un contesto generale nazionale di -63%.
I dati raccolti dal Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di risorsa nel mese di dicembre confermano quanto peraltro è constatabile visivamente: il manto nevoso interessa il 20% ca. del territorio montano e lo spessore, afferma Arpav (Agenzia regionale protezione ambientale veneta), è troppo sottile per essere stimato. Inutile ricordare che, in previsione della stagione irrigua, il principale indicatore sulla disponibilità della risorsa, da tener d’occhio in questa fase dell’anno, è dato proprio dai depositi nivali e che particolare attenzione va prestata alle nevicate di fine autunno-inizio inverno, il periodo in cui si forma lo strato di ghiaccio più utile per la stagione irrigua in virtù del lento scioglimento.
Le nevicate autunnali, attraverso un processo ripetuto di fusione e solidificazione derivante dalle variazioni di temperatura queste nevi riescono, infatti, a consolidarsi in uno strato di ghiaccio che si scioglie più lentamente contribuendo alle portate dei fiumi anche in primavera inoltrata. Le nevicate di Gennaio e Febbraio sono meno utili, perché il manto nevoso, che ne deriva ha difficoltà a compattarsi. Queste nevi sono destinate a sciogliersi molto velocemente con il primo aumento di temperature. ANBI Veneto ricorda che “il patrimonio di acqua dolce, che defluisce a mare prima ancora dell’avvio della stagione irrigua, spiega ancora una volta l’importanza di dotare i territori di opere, in grado di invasare la risorsa per riutilizzarla nei periodi di bisogno”.
Sempre dal punto divista della risorsa, il Bollettino ANBI Veneto evidenzia che, a fronte di un 2024 molto piovoso (mm. 1.567 di pioggia nei 12 mesi a fronte di una media di mm. 1.110) l’anno si è concluso all’insegna della scarsità di precipitazioni: record negativo a Novembre con -98% di piogge; segno rosso anche a Dicembre con -28% sui valori medi.
Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2025 sarà ben diverso dall’anno appena conclusosi.
TOSCANA: ELSA E STAGGIA, PUNTO SUI LAVORI
Elsa e Staggia sono, insieme agli altri corsi d’acqua minori del reticolo idrografico in gestione al Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze), i principali corsi d’acqua, su cui si è investito in manutenzioni straordinarie e nuove sistemazioni, in grado di donare maggiore sicurezza idraulica alla zona e maggiore possibilità di fruizione alla cittadinanza.
La manutenzione ordinaria (sfalci annuali, periodici interventi di diradamento selettivo delle alberature, rimozione dei depositi vegetali in alveo, risoluzione di piccole ed imprevedibili criticità localizzate) messa in campo dall’ente consortile sul territorio comunale di Poggibonsi somma negli scorsi 5 anni a 1.800.000 euro, cui si aggiungono i progetti più strutturati.
Per quanto riguarda lo Staggia, 2 sono gli interventi che l’ente consorziale ha recentemente portato a completamento: un intervento di ripristino in sponda sinistra (circa sessantamila euro) e l’allungamento di una palizzata in legname (€ 30.000,00); altro elemento, che contraddistingue questo intervento in adiacenza alla pista ciclabile Poggibonsi-Staggia, è la realizzazione di una grata in legname, detta “grata viva”, che sarà fondamentale per far tornare rigogliosa la vegetazione ripariale che, oltre a donare stabilità alla sponda, sarà nuovamente prezioso habitat per tante specie vegetali e animali, che popolano i corsi d’acqua del Medio Valdarno.
Sull’Elsa, invece, è da rammentare che si è lavorato con l’ingegneria naturalistica, che ha visto unire pali in legno, massi in scogliera e fasci di salice, posizionati in maniera tale da rimanere protetti dalle piene, attecchire e riformare una rigogliosa vegetazione di bassa sponda. Le piene di fine 2024 hanno fatto da collaudo alle sistemazioni appena terminate, che hanno retto bene.
MARCHE: SINTESI INTERVENTI POST ALLUVIONE
Nel 2024 il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro), in accordo con la struttura del Sub-commissario per l’alluvione, ha realizzato e sta realizzando numerosi interventi in somma urgenza sul reticolo idrografico con l’obbiettivo di ripristinare i danni provocati dalla violenza degli eventi atmosferici e mettere in sicurezza il territorio.
Operazioni di riprofilatura e risagomatura della sezione ordinaria di deflusso, rimozione delle ostruzioni e delle alberature cadute e compromesse sono state già completate nei comuni colpiti dall’evento alluvionale del 2022: Pergola, Serra dei Conti, Arcevia, Frontone, Serra Sant’Abbondio, S. Lorenzo in Campo, Senigallia, Sassoferrato, Montecarotto Poggio San Marcello, Castelplanio, Barbara, Cantiano, Castelleone di Suasa Genga, Cingoli, Cerreto d’Esi, Cagli, Acqualagna e Frontone; un totale di 40 interventi finanziati per oltre sei milioni di euro dalla struttura commissariale e relativi a quasi novanta chilometri nella provincia di Ancona, km. 55 nella provincia di Pesaro-Urbino e km. 5,50 in quella di Macerata.
L’ente consortile si è attivato immediatamente anche nei comuni colpiti dall’evento alluvionale di Settembre 2024: sono stati finanziati dalla struttura commissariale interventi per un valore di quasi due milioni di euro e già realizzati o in fase di realizzazione a Osimo, Camerino, Ancona, Montemarciano, Falconara Marittima, Pesaro, Montelupone, Belforte del Chienti, Potenza Picena, Castelfidardo, Vallefoglia, Tavullia, Cantiano, Senigallia, Montefano, Fano, Macerata Feltria, Offagna, Agugliano, Polverigi, Pollenza, Cartoceto, Mondolfo (27 sono in corso o terminati, 18 in fase di programmazione); anche in questo caso si tratta di operazioni di riprofilatura e risagomatura necessarie al ripristino dell’ordinaria sezione di deflusso e della rimozione delle ostruzioni di tutte le alberature cadute e compromesse.
Due cose sono state prioritarie per l’ente consorziale nel 2024: perseguire, in accordo con la Regione e la struttura del sub-commissario, le attività di prevenzione, che potevano e potranno tutelare il nostro territorio dal ripetersi di episodi alluvionali e sostenere, in questi momenti di difficoltà, i consorziati esentando quanti inseriti nell’elenco dei danneggiati, dichiarato alla Regione Marche, dal pagamento del contributo di bonifica.
TOSCANA: PIU’ SICUREZZA AL TERRITORIO
La sicurezza di chi vive nella piana di Sovicille è stata al centro di un partecipato incontro nel palazzo del Comune, che ha promosso l’incontro, su istanza della popolazione, per attivare un confronto diretto fra gli enti direttamente impegnati per la sicurezza idraulica ed i cittadini di una delle zone più sensibili e vulnerabili del territorio.
E’ stato ricordato il complesso quadro normativo, che regola un’area come il padule di Sovicille, del quale fanno parte 2 siti protetti Natura 2000 come la Montagnola Senese e l’Alta Val di Merse: qui gli interventi sono soggetti a rigide prescrizioni della Regione Toscana per la tutela della flora e della fauna.
È stato quindi ricordato l’impegno del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto), che si è sempre impegnato con manutenzioni ordinarie e costanti; affinché il reticolo in gestione fosse nelle migliori condizioni possibili, in caso di piogge molto intense.
È stato rinnovato l’impegno dell’ente consortile per una cura scrupolosa dei torrenti Serpenna, Rosia e Rigo, che compongono un reticolo da 150 chilometri quadrati. È stato poi annunciato il progetto di un intervento di manutenzione straordinaria sul torrente Merse, che permetterebbe ai corsi d’acqua, che fanno parte del padule di Sovicille, uno scorrimento verso valle più agevole, visto che in caso di piena il Merse, se non mantenuto, può rappresentare un ostacolo.
Il Comune di Sovicille resta attento alle possibili soluzioni: ne è testimonianza anche la redazione del censimento dei ponti e degli attraversamenti di competenza comunale.
VENETO: UN VOLUME PER CELEBRARE I MULINI SUI FIUMI DI RISORGIVA
Nasce in collaborazione e con il patrocinio del Consorzio di bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) il libro dal titolo “6 fiumi per 71 mulini”, redatto dallo studioso del territorio, Mauro Scroccaro e pubblicato dalla cooperativa sociale “La città del sole”.
Il volume rappresenta una guida (corredata da mappe e dalle foto del fotografo, Giorgio Bombieri) degli antichi mulini, che insistono su 6 fiumi di risorgiva, che attraversano il comprensorio di bonifica per riversarsi nella Laguna Veneta: Sile, Zero, Marzenego, Dese, Muson e Tergola. Lungo i 6 fiumi, oggetto del libro, sono sorti nei secoli numerosi mulini: erano oltre un centinaio, ma oggi ne sono rimasti 70; una rete costruita a partire dalla fine del Cinquecento e continuata fino agli anni Sessanta del Novecento con l’avvento dell’energia elettrica, che ha sostituito quella idraulica.
Attorno ai mulini ruotava una vera e propria economia, che rendeva bene, tanto che molti finirono in mano ecclesiastica e poi di numerose famiglie patrizie veneziane. La storia, che emerge da questa pubblicazione, è strettamente connessa alla secolare attività di lotta per la difesa del territorio dalle piene dei fiumi e la tutela della laguna di Venezia.
Ha, quindi, molti tratti in comune con la storia del Consorzio di bonifica e con l’attività, che svolge quotidianamente sul territorio tra le province di Padova, Treviso e Venezia.
Per questo motivo, l’ente consortile ha sostenuto la pubblicazione, che aggiunge un importante e qualificato tassello alla conoscenza storica di un ambiente caratterizzato dalla presenza delle risorgive, che con i fiumi ha dovuto da sempre fare i conti, tanto che lo stesso governo della Serenissima Repubblica di San Marco, nel 1512, sentì la necessità di affidare la loro gestione ad un’apposita Magistratura: i X Savi Esecutori delle acque.
LOMBARDIA: SI ARRICCHISCE ARCHIVIO FOTOGRAFICO MANTOVANO
La XVIII edizione del concorso fotografico "Campagne - il respiro dell'agricoltura mantovana", promosso dal Consorzio agrituristico mantovano (in collaborazione con Touring Club Italiano, Fondo italiano per l'ambiente, Coop Alleanza 3.0), si è conclusa a Ghisiolo con una manifestazione molto partecipata. L'edizione 2024 ha registrato la partecipazione di 86 amanti della fotografia, in gran parte giovani e donne, che hanno scattato 350 fotografie di ottimo livello.
La giuria composta da 15 esperti ha evidenziato l'evoluzione tecnica intervenuta e la grande passione dei partecipanti, aumentati del 20% e numerosi da fuori provincia a riprova del crescente interesse per la rassegna e dell'attrattività del paesaggio rurale mantovano, dove sempre più persone si rivolgono alla campagna per la sua innata capacità rigenerante.
In 18 anni l'archivio fotografico del concorso ha raggiunto le 2.900 fotografie, rappresentando un grande patrimonio sulle trasformazioni intervenute nel lavoro agricolo e nello spazio rurale, promuovendo, nel contempo, il cibo contadino, lo spazio rurale ed il turismo in campagna. Durante la serata sono stati consegnati 5 premi (messi a disposizione da Coop, Consorzio agrituristico, Touring Club, Fai) e 6 menzioni speciali, messe a disposizione da ANBI Lombardia.
Al primo posto è stata scelta la fotografia "Dopo la tempesta" di Paolo Lanfredi, incentrata sulle conseguenze della crisi climatica nelle campagne mantovane; molte delle fotografie premiate si sono soffermate sui tanti fabbricati rurali abbandonati, sulle conseguenze degli eventi atmosferici, sulla biodiversità e sul lavoro contadino.
VENETO: ELETTI I RAPPRESENTANTI DEI SINDACI AL CdB BACCHIGLIONE
Sono stati eletti i nuovi rappresentanti dei Sindaci dei 39 Comuni interessati dal Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) e che saranno i portavoce delle Amministrazioni Locali all’interno degli Organismi Amministrativi dell’ente consortile.
La maggioranza ha espresso la propria preferenza per Alberto Baratto, primo cittadino del Comune di Fossò, che è stato eletto come nuovo Presidente della Consulta dei Sindaci. Le cariche assegnate ai Primi Cittadini, che dovranno rappresentare le Amministrazioni all’interno dell’Assemblea consorziale, hanno visto l’elezione del Sindaco di Legnaro, Vincenzo Danieletto, nel ruolo di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci; invece, i 3 rappresentanti dei Comuni in Assemblea hanno visto la riconferma di Marco Rigato, Primo Cittadino del Comune di Torreglia, nonchè le nuove nomine di Anna Pittarello, Sindaco del Comune di Bovolenta e di Alberto Baratto, Sindaco del Comune di Fossò.
GARGANO AD “OPERAZIONE VERITA’”
Nell’ambito della giornata “Operazione Verità sulla centralità del ruolo dei Consorzi di bonifica ed irrigazione nelle azioni di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico”, il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano interverrà alla conferenza stampa organizzata nella mattinata di martedì 21 Gennaio p.v. nella sede nazionale, a Roma, da ANBI Lazio. |