OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
E’ CORSA CONTRO IL TEMPO (METEO): AL NORD PER EVITARE IL RISCHIO ALLUVIONI AL CENTRO SUD PER OTTIMIZZARE LE ULTIME RISORSE IDRICHE
VINCENZI: “AGRICOLTURA PENALIZZATA SIA DALLA TROPPA CHE DALLA POCA ACQUA. BISOGNA ACCELERARE SU INFRASTRUTTURE PER AUMENTARE LA RESILIENZA DEI TERRITORI. CONSORZI DI BONIFICA COERENTI AL 100% CON I CRONOPROGRAMMI”
Se il milione e 700.000 metri cubi d’acqua giornalmente necessari per concludere la stagione agricola nell’assetata Basilicata è un’immagine ormai assodata nell’opinione pubblica, decisamente nuova è quella dei 1500 litri al secondo (!!), rilasciati dai Grandi Laghi del Nord Italia, alimentando fiumi già a rischio d’esondazione (in Piemonte, oltre a numerosi torrenti, è tracimato il Terdoppio) e su cui si abbattono anche improvvise “bombe d’acqua” (mm. 276 di pioggia in 24 ore su Arcisate, nel Varesino). Non solo; erano almeno 20 anni che non si vedeva così tanta acqua a Luglio nel fiume Po: in molte stazioni di rilevamento la portata è doppia rispetto alla media, mentre nell’Alessandrino è addirittura 3 volte e mezzo superiore alla norma; a Pontelagoscuro, all’inizio del delta, il flusso in alveo (mc/s 1925,81) è superiore del 69% al consueto. Il Grande Fiume appare decisamente diverso rispetto all’ultimo biennio, quando la portata era mc/s 571 nel 2023 e l’anno prima non arrivava a mc/s 200! In Italia si sta quindi consumando il paradosso di un Paese impegnato al Nord a far defluire velocemente l’acqua in mare (avendo esaurito le poche possibilità di trattenerla) prima che ondate di caldo africano causino la repentina fusione della gran massa di neve ancora presente sulle vette alpine, mentre al Sud (con preoccupanti propaggini al Centro) non ha quasi più acqua dolce a disposizione per vivere, produrre ed accogliere turisti; a breve non sono previste piogge sul Meridione e vi sarà un ulteriore aumento delle temperature sia dell’aria che del mare (fino a 30°!), mentre le regioni settentrionali continueranno ad essere interessate da perturbazioni a carattere di rovescio.
“E’ incredibile: al Nord i raccolti sono penalizzati dall’impossibilità di accedere a campi fradici d’acqua, al Sud da terreni aridi e resi produttivi solo da apporti irrigui in progressiva fase d’esaurimento. Bisogna accelerare sulle politiche di adattamento alla nuova condizione climatica, che si accentuerà negli anni a venire” ha indicato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Il report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche conferma che al Nord i laghi sono tutti vicini al 100% del riempimento con Benaco e Sebino prossimi o superiori al massimo storico. In Valle d’Aosta, dove sono alle prese con la conta dei danni e la rimozione del fango dopo l’alluvione di 2 settimane fa, la Dora Baltea ha una portata di oltre il 185% superiore alla media ed anche il torrente Lys registra un flusso di mc/s 12,50 contro i mc/s 2, che fluivano lo scorso anno in questo periodo. In Piemonte, i nubifragi (nel Novarese, cumulate fino a mm.140 in 48 ore) hanno colpito un territorio già imbibito e con una riserva nivale ancora abbondante e pronta a sciogliersi (circa settecentotrentotto milioni di metri cubi, cioè il 157% in più della media con record nel Piemonte Sud ed Ovest, dove si registra rispettivamente +727% e +508%), creando forti preoccupazioni per la tenuta di corsi d’acqua già al limite.
Il mese di giugno è stato molto piovoso e le precipitazioni sono state il 28% superiori alla media con punte di +70% sulle zone meridionali e con bacini come quelli di Orba e Bormida, che hanno registrato surplus pluviometrici tra il 101% ed il 133%. Anche le acque sotterranee, che fino all’anno scorso risultavano scarse, registrano oggi livelli generalmente superiori alla media (fonte: ARPA Piemonte).
In Lombardia, dove le piogge dei giorni scorsi hanno messo a dura prova diversi territori (cumulate prossime ai duecento millimetri nelle 24 ore in provincia di Varese), la portata del fiume Adda si attesta a mc/s 614, cioè 3 volte quella media, registrata negli scorsi 6 anni; la riserva nivale segna +246% sulla media, mentre il totale delle riserve idriche è +46% sulla norma.
In Veneto i fiumi stanno tornando alla normalità, pur mantenendo portate quasi doppie rispetto a quelle del periodo (Adige: mc/s 465,41 contro mc/s 268; Livenza: mc/s 135,74 contro mc/s 76); da registrare anche la crescita del Piave che segna +673% sulla media (!). Sulla regione le piogge di Giugno sono state il 134% in più della media (fonte: Arpav). In Emilia-Romagna lo stato dei fiumi appenninici risulta diversificato a seconda delle zone: lungo la fascia adriatica soffrono i bacini dei fiumi Reno, Savio e Lamone, così come il Taro nella fascia più occidentale; ottime, invece, le “perfomances” di Secchia ed Enza.
Rimangono al colmo i bacini piacentini di Molato e di Mignano. La Liguria, risparmiata dall’ondata di maltempo che ha colpito il Nord, vede decrescere i livelli dei corsi d’acqua, che però, fatta eccezione per l’Entella, mantengono altezze idrometriche, maggiori del normale.
Anche in Toscana è deciso il calo dei livelli fluviali con l’Ombrone, che scende sotto il Deflusso Minimo Vitale fissato a 2 metri cubi al secondo. Molto negativi sono i dati sulle portate dei fiumi nelle Marche: Potenza, Esino e Tronto sono ai minimi degli anni recenti. A salvare l’agricoltura della regione ci pensano le riserve idriche, trattenute negli invasi, che conservano ancora volumi pari ad oltre cinquanta milioni di metri cubi. In Umbria, nel mese di giugno sono caduti mediamente circa trentotto millimetri di pioggia; l’invaso di Maroggia trattiene quasi la metà dei volumi invasabili (2.84 milioni di metri cubi su una capacità di mln. mc. 5,80).
Il lago Trasimeno è al minimo da oltre vent’anni a questa parte con un’altezza idrometrica di m. -1,42 (media: m. -0,61), perdendo rispetto all’anno scorso, quando già era profondamente in crisi, ulteriori 26 centimetri. Nel Lazio è drammatica la situazione di quei laghi vulcanici che, pur non rappresentando più da tempo una riserva d’acqua utilizzabile, restano un imprescindibile elemento di bellezza del territorio e di biodiversità. L’altezza idrometrica nell’invaso di Bracciano si è abbassata di 30 centimetri in 12 mesi, rimanendo costantemente oltre un metro sotto lo zero idrometrico.
Ancora peggio fanno il lago di Nemi (quest’anno è più basso di 57 centimetri rispetto ad un anno fa) e di Albano (calato di cm. 10 in un mese e dove le strutture per la balneazione, costruite anni fa su palafitte, distano ormai una trentina di metri dall’acqua).
Restano invariate le portate del fiume Tevere (- 44% sulla media del periodo), così come deficitarie rimangono quelle dell’Aniene e del Velino (rispettivamente – 33% e - 27%).
È allarme rosso in Abruzzo, dove si stanno azzerando i volumi trattenuti nella diga di Penne, in cui rimangono solamente mln. mc.1,33 (in questo periodo il bacino ne dovrebbe contenere almeno 7 milioni in più) con una riduzione di livello pari a circa quindici metri, costringendo alla sospensione dei prelievi irrigui. E’ il dato peggiore da almeno 10 anni, causato dalla mancanza di pioggia, che da circa un anno sta interessando la regione e che a Giugno ha toccato -31%, colpendo soprattutto le province di Pescara (-51,3%) e de L’Aquila (-43,6%) con record negativo a Sulmona, dove il deficit tocca -72%.
Nell’Abruzzo meridionale le criticità idriche sono riscontrabili negli esigui volumi invasati nel bacino di Chiauci, un’opera strategica costruita in territorio molisano, ma a servizio della regione confinante: attualmente la diga trattiene 4,15 milioni di metri cubi, corrispondenti al 46% dell’acqua potenzialmente invasabile, garantendo l’erogazione di 1.000 litri al secondo ma, a causa degli afflussi minimi dal fiume Trigno e qualora le condizioni climatiche non mutino, tale risorsa si esaurirà entro la seconda decade di Agosto.
Sul Fucino la situazione è meno complessa e viene gestita con interruzioni delle erogazioni irrigue nel fine settimana per consentire la ricarica di portata nei canali. In Molise sono fortemente ridotte le portate del fiume Volturno, ai minimi del più recente quinquennio.
“Come segnalato da tempo, l’emergenza siccità ha raggiunto anche ampie zone dell’Italia centrale, evidenziando l’importanza delle infrastrutture irrigue: se nella Marche, così come in Puglia e Basilicata al Sud, l’apporto idrico dagli invasi permette di gestire le criticità, in Abruzzo si è costretti a ridurre o, peggio, sospendere l’irrigazione con grave danno per l’ambiente, ma soprattutto per l’agricoltura che, è bene sempre ricordarlo, produce cibo” ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
La situazione idrica permane stabile in Campania, dove non si registrano particolari criticità inerenti lo stato dei fiumi. Negli invasi lucani rimangono volumi pari mln. mc. 262, equivalenti al 35% della capacità complessiva: dall’anno scorso si sono “persi” oltre duecentoquattro milioni di metri cubi d’acqua. In Puglia, i bacini rilasciano ogni giorno 1.400.000 metri cubi d’acqua: ne rimangono solamente 127 milioni, cioè il 48% del volume di riempimento autorizzato. Il deficit sul 2023 è di oltre centosettanta milioni di metri cubi.
In Calabria si segnala l’ulteriore riduzione di portata del fiume Coscile, oggi a mc/s 44,9. In Sicilia, tra Maggio e Giugno, l’acqua negli invasi, nonostante le numerose limitazioni all’uso e le interruzioni delle erogazioni, si era ridotta a mln. mc. 288,45 (la capacità degli invasi è poco meno di un miliardo di metri cubi), ma quella realmente utilizzabile era meno di mln. mc.150 ed oggi sarà ulteriormente diminuita. Infine, negli invasi della Sardegna, in un solo mese si sono “persi” circa novantotto milioni di metri cubi d’acqua: ora ne restano mln. mc. 1048 (l’anno scorso erano mln. mc.1457).
Quasi tutti i bacini della regione sono classificati ad un livello di allerta; fanno eccezione quelli dell’Alto Cixerri, già in emergenza, poiché trattengono solamente 2,55 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di un volume autorizzato d’invaso pari a mln. mc. 18,80.

VENETO: A GIUGNO, ANCORA RECORD DI PRECIPITAZIONI
Il bollettino sulla disponibilità di risorsa idrica, pubblicato da ANBI Veneto e relativo al mese di giugno, conferma la straordinarietà di questa prima metà 2024 dal punto di vista delle precipitazioni.
Anche giugno, infatti, è stato generalmente piovoso su quasi tutta la regione con un valore medio complessivo pari a mm.129 mm d’acqua contro una media del periodo 1994-2023 di mm. 96 (+34%).
Le minime precipitazioni sono state rilevate a Porto Tolle dalle stazioni di Pila (mm.25) e di Pradon (mm. 26); record negativo anche in Riviera del Brenta, nel comune di Mira, con mm.26. Il bollettino evidenzia anche il buono stato dei depositi nivali con i ghiacciai delle Dolomiti e le zone glaciali ancora ricoperti da neve invernale.
La temperatura si è attestata su valori prossimi alla norma del periodo, rispetto alla media dello scorso trentennio, mentre la maggior parte delle falde registrano valori ai percentili più elevati.
Aneddoto: in certe aree del Polesine vi è così tanta acqua nei fiumi (Po, Adige, Canalbianco) da rendere complicate, a causa della forte pressione, le operazioni di pompaggio, necessarie ad immettere risorsa nella rete irrigua; fortunatamente le precipitazioni hanno ridotto al minimo la necessità d’irrigazione.
LAZIO: SICCITA’ A LATINA, CONFRONTO CON LA REGIONE
Nella sede consorziale di Fondi, il Consorzio di bonifica Lazio Sud Ovest ha tenuto un incontro con Elena Palazzo, Assessore Ambiente, Cambiamenti Climatici, Transizione Energetica e Sostenibilità Regione Lazio.
Per la provincia di Latina (capoluogo, dove ha sede centrale l’ente consortile), la scarsità di piogge e la riduzione delle portate delle sorgenti rappresentano una grave emergenza idrica: dai monitoraggi si rileva che in alcune sorgenti è presente il 40% in meno di portata rispetto alla media, costringendo CBLSO ad implementare chiusure di bacini e regolamentare l'irrigazione per garantire il servizio a tutti.
È stata così rimarcata la necessità di investire nell'efficientamento degli impianti esistenti e nella realizzazione di nuove opere idrauliche; tra i progetti discussi, sono stati menzionati il "Piano Laghetti" proposto da ANBI e Coldiretti, nonchè l’intervento, già finanziato, di efficientamento irriguo, grazie a sistemi di paratoie e pannelli fotovoltaici. Un altro problema sul tappeto è la risalita del cuneo salino, per il cui contrasto è stato proposto il progetto "pozzi bevitori", che prevede la costruzione di serbatoi sotterranei per raccogliere l'acqua piovana, contrastando l'avanzamento della barra salina e creando riserve idriche.
Infine, si è parlato di un progetto per la realizzazione di un’ippovia, che colleghi la montagna al mare attraverso una pista lungo il canale Acque Alte, fruibile anche da ciclisti e pedoni; questo percorso di 34 chilometri attraversa le bellezze di luoghi diversi, offrendo un'opportunità culturale e ricreativa per il territorio.
SARDEGNA: OPERATIVA NUOVA CONDOTTA
“Da Giugno è operativa la nuova condotta distributrice (1 metro di diametro), che alimenta la Bassa Valle del Coghinas”: ad annunciarlo è il Consorzio di bonifica Nord Sardegna (con sede ad Ozieri, in provincia di Sassari). Si tratta della condotta principale, lunga 800 metri e che serve 1.045 ettari, dove insistono quasi quattrocento aziende, ossia il 30% delle aziende del distretto irriguo della Bassa Valle.
Il 23 Settembre 2023, per la terza volta in 15 giorni, la vecchia condotta in vetroresina, risalente agli anni ’90, era collassata: era quindi inutile e rischioso procedere alla riparazione, trattandosi di materiali ormai soggetti all’usura del tempo. Per questo, l’ente consortile ha dapprima spiegato con quale soluzione tampone avrebbe garantito l’approvvigionamento irriguo, interloquendo al contempo con Regione Sardegna per reperire le somme e procedere al rifacimento della condotta: lavori totali per 4.300.000 euro.
Dopo l’assegnazione delle risorse da parte della Regione a Dicembre 2023, abbiamo proceduto in tempi rapidi ad eseguire la progettazione dell’opera, l’affidamento e la realizzazione dei lavori.
L'auspicio è che ora la Regione riveda positivamente il rapporto con i Consorzi di bonifica ed il loro ruolo, nel rispetto del principio costituzionale della sussidiarietà; con la loro polifunzionalità gli enti consortili, essendo presidio del territorio, sono parte attiva nel creare opere ed interventi di manutenzione, servizi ed azioni a tutela soprattutto delle produzioni agrozootecniche.
DEFLUSSO ECOLOGICO: SI LAVORA AD UN RINVIO
VINCENZI: “IL PROBLEMA PERO’ NON E’ RISOLTO. AI PARLAMENTARI EUROPEI CHIEDIAMO IMPEGNO PER MODULARE CONDIVISI OBIETTIVI AMBIENTALI SULLE ESIGENZE DEI NOSTRI TERRITORI”
Un’importante norma a tutela dell’agricoltura irrigua italiana è stata inserita, in sede di conversione del cosiddetto Decreto Legge Agricoltura, per graduare l’entrata a regime del Deflusso Ecologico come limite al prelievo dai corsi d’acqua. A renderlo noto è l’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), che ringrazia il Presidente, Luca De Carlo ed il Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, Giorgio Maria Bergesio, per l’impegno profuso nel ricercare una soluzione ad un’annosa vicenda che, allo stato attuale, comporterebbe il rischio di pesanti conseguenze per gli ecosistemi e l’agricoltura italiani.
“Il Deflusso Ecologico – ha ricordato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – è una più restrittiva applicazione dei limiti al prelievo d’acqua dai corpi idrici, previsti dal Deflusso Minimo Vitale: in altri termini, lasciare più acqua all’interno degli alvei, riducendo le derivazioni, già oggi regolate da concessioni regionali. Come costantemente da noi denunciato, pur condividendo l’obbiettivo comunitario del benessere dei fiumi, l’applicazione dei parametri previsti dalla norma europea, senza adeguate contromisure infrastrutturali, avrebbe in Italia gravi conseguenze non solo per il sistema irriguo e quindi per l’agricoltura che produce cibo, ma anche per l’ambiente, che viene vivificato proprio dalla distribuzione idrica, senza considerare, ad esempio, la riduzione di produzione idroelettrica, che ne conseguirebbe.”
Già un precedente Decreto Legge del 2022 aveva indicato, quale data per il completamento delle necessarie sperimentazioni sul Deflusso Ecologico, il 31 Dicembre 2024. Tuttavia, per aggiornare ed implementare i deflussi ecologici, a seguito delle sperimentazioni, è necessario attuare alcuni adeguamenti tecnici nelle opere idrauliche che consentano, a valle delle derivazioni, il rilascio dei deflussi ecologici indicati. Ora, nel testo uscito dal dibattito parlamentare del Senato ed in corso di rapida approvazione definitiva alla Camera, all’art. 11 si prevede che tali adeguamenti tecnici siano predisposti entro il 31 Dicembre 2026 in tutte le derivazioni, rinviando a tale data i termini per l'entrata in vigore dei Deflussi Ecologici rimodulati in seguito alle sperimentazioni, ad eccezione dei valori già fissati sulla base di indagini sito-specifiche, conformi alle indicazioni nazionali vigenti.
“Nel ringraziare, ancora una volta, chi ha prestato attenzione alle nostre preoccupate segnalazioni, non possiamo evitare di ricordare che il Deflusso Ecologico è conseguenza della Direttiva Quadro Acque, approvata nel 2000 in un clima di evidente disinteresse da parte di chi allora sedeva al Parlamento Europeo – ha precisato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - Auspichiamo che la rinnovata delegazione italiana a Bruxelles, anche d’intesa con l’associazione Irrigants d’Europe, sappia impegnarsi a trovare il giusto equilibrio fra le esigenze ambientali e le necessità delle campagne mediterranee, dove l’irrigazione è un fattore produttivo ormai indispensabile di fronte all’avanzare della crisi climatica. Le normative comunitarie non possono essere applicate indifferentemente dalla Svezia alla Sicilia, ma devono essere progressivamente declinate sulle concrete realtà dei territori. Basti pensare che l’immediata applicazione del Deflusso Ecologico penalizzerebbe produzioni, simbolo del made in Italy agroalimentare, quali il prosecco ed il riso, ma anche aspetti tipici del nostro panorama come i fontanili ed i prati stabili” ha concluso il Presidente ANBI.
VENETO: BACINI MULTIOBIETTIVO DEI COLLI EUGANEI: CERCASI URGENTEMENTE FINANZIAMENTI
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha incontrato Luca De Carlo, Presidente della IX Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare Senato, per porre l’attenzione ancora una volta, assieme ad alcuni amministratori locali, sulle criticità del territorio, in particolare sulla necessità di realizzare i bacini multi – obiettivo nel bacino Colli Euganei.
Le criticità idrauliche, verificatesi nell’area a seguito degli straordinari eventi meteo di Maggio scorso, hanno ribadito la necessità di intervenire in maniera tempestiva per aumentare la sicurezza idraulica. L’ente consortile ha realizzato ed approvato nel 2019, assieme agli 11 Comuni coinvolti (Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme, Selvazzano Dentro, Teolo, Torreglia, Saccolongo, Cervarese Santa Croce, Rovolon e Padova), un apposito progetto, che è pronto ad essere realizzato, ma mancano i finanziamenti necessari.
L’opera ha ottenuto la priorità 1 nella graduatoria regionale, ma questo non è sufficiente per ottenere gli stanziamenti tanto attesi per dare il via ai lavori in tempi brevi.
L’intervento prevede l’invaso complessivo di 800.000 metri cubi d’acqua. Gli allagamenti dello scorso Maggio, registrati nel comune di Torreglia, sono stati proprio nell’area individuata per la realizzazione di uno dei 4 bacini. Le opere, quindi, non possono più attendere, anche perché l’incremento dei costi di realizzazione è significativo, rischiando di diventare insostenibile: si è passati da 30 milioni a 36 milioni di euro in 5 anni.
Nei giorni scorsi si è tenuto anche un incontro convocato dalla Consigliera PD, Vanessa Camani, alla Regione Veneto; è stata un’ulteriore occasione per ribadire la necessità di realizzare questo intervento in tempi brevi.
RIPRENDE LA STAGIONE DELLE INAUGURAZIONI: IN UMBRIA APERTO L’INVASO DI VALLEANTICA
GARGANO: “BISOGNA CREARE LE CONDIZIONI PERCHE’ LE NORMATIVE AMBIENTALI EUROPEE PORTINO BENEFICIO E NON SCONQUASSINO ECOSISTEMI ED AGRICOLTURA”
“In Germania il Reno non è mai un torrente, in Italia il Po lo è sempre di più”: con questa efficace immagine, Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, è tornato torna a ribadire i pericoli di una pedissequa applicazione delle normative ambientali comunitarie in tutta l’Unione Europea, senza declinarle sulle diverse realtà territoriali, ad iniziare dal Deflusso Ecologico fluviale. “Il rischio – ha proseguito il DG ANBI – è lo sconquasso di secolari ecosistemi e delle economie agricole locali.”
Il reiterato grido d’allarme è arrivato da San Gemini, alle porte di Terni, dove il Consorzio di bonifica Tevere Nera ha inaugurato l’invaso di Valleantica di fronte ai massimi rappresentanti delle Istituzioni e della società civile umbri. La vasca che rifà, ampliandolo, un pre-esistente manufatto, ha aumentato la capacità da 2.800 a 5.500 metri cubi, prelevando acqua dal fiume Nera (massima derivazione consentita: 250 litri al secondo) e mettendola a disposizione di un comprensorio irriguo di circa duecento ettari attrezzati con contatori elettronici e telecontrollo da remoto. Presente anche il Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, Marco Casini, un ringraziamento è stato rivolto al Ministero di Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste, che ha finanziato l’opera, costata complessivamente oltre un milione di euro.
“Si tratta di un’opera pubblica, che dimostra ciò, che i Consorzi di bonifica fanno tutti i giorni: contrastare le conseguenze della crisi climatica con costanti interventi concreti come lo stoccaggio dell’acqua a servizio del territorio” ha sottolineato la Direttrice Consorzio di bonifica Tevere Nera, Carla Pagliari.
“In attesa di planetarie soluzioni di mitigazione, dobbiamo agire sull’adattamento all’estremizzazione degli eventi atmosferici, aumentando la capacità di resilienza delle comunità locali. Se l’84% del made in Italy agroalimentare deriva da terreni irrigui, solo il 30% delle campagne italiane è servito da un’irrigazione strutturata – ha aggiunto il Presidente dell’ente consorziale, Massimo Manni, annunciando la realizzazione di nuovi bacini anche in altre zone del comprensorio (Orvieto, Viepri, Lugnano in Teverina).
“Cambiamenti climatici e futuro dell’agricoltura sono temi di grande attualità; per questo servono opere indispensabili come gli invasi e la Regione lavora per nuovi investimenti, grazie ad un rodato lavoro di squadra” ha affermato Donatella Tesei, Presidente Regione Umbria.
“Sono tre i concetti-chiave del nostro impegno – ha concluso il Direttore Generale ANBI, Gargano – Il primo è la visione, che chiediamo anche alla politica: la proposta di Piano Invasi, con 10.000 bacini multifunzionali da realizzare entro il 2030, va in questa direzione. Il secondo è il modello di sviluppo del sistema Paese, che deve avere al centro il territorio e le sue comunità con ambiente, agricoltura, bellezze ed eccellenze. Infine, c’è la qualità della spesa: i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono stati riconosciuti coerenti al 100% con i cronoprogrammi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; non solo: il 46% dei progetti ritenuti finanziabili dal M.I.T. (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) con il Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico è redatto da enti consorziali e possiamo affermare che, entro Giugno 2025, saremo in grado di risparmiare 1 miliardo di metri cubi d’acqua, grazie a nuove opere, ma soprattutto all’efficientamento delle reti esistenti.”
LOMBARDIA: PNIISSI, AMMESSI 12 PROGETTI DEI CONSORZI DI BONIFICA
ANBI Lombardia ha reso noto che su 416 proposte in tutta Italia, in Lombardia sono 40 gli interventi ammessi a finanziamento nel Piano Nazionale Interventi Infrastrutturali e Sicurezza Settore Idrico (P.N.I.I.S.S.I.) redatto dal Ministero Infrastrutture e Trasporti; tutte le 12 proposte presentate dai Consorzi di bonifica della regione hanno superato il vaglio.
Tra i progetti presenti nell’elenco ci sono quelli relativi alle opere di regolazione dei laghi d’Idro e d’Iseo (complessivamente 46 milioni di euro). L’elenco dei progetti è consultabile sul portale della Direzione Generale Dighe e Infrastrutture Idriche del M.I.T. .
EMILIA ROMAGNA: DA UN’OCULATA GESTIONE ULTERIORI RISORSE PER IL TERRITORIO
È pari a 875.000 euro, la cifra che il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) potrà reinvestire sul territorio per la realizzazione di opere ed interventi di sicurezza idraulica a beneficio dei territori di montagna e di pianura: il dato è stato comunicato durante l’approvazione del bilancio 2023.
Grazie ad un’attenta gestione da parte del management e nonostante il nutrito incremento dei costi di materie prime ed energia, oltre agli interventi di manutenzione straordinaria effettuati per la messa in sicurezza del territorio montano. anche quest’anno il comprensorio consortile potrà contare su un “tesoretto” per lavori. L’ente consorziale sta attualmente effettuando il monitoraggio delle criticità alle infrastrutture di bonifica, colpite dalla recente ondata di maltempo.
LOMBARDIA: NUOVE OPERE
Tra le autostrade A4 e A35 e con il vicino aeroporto di Orio al Serio, l’alta pianura orientale bergamasca è un territorio di grande dinamismo economico, ma nello stesso tempo particolarmente fragile dal punto di vista della sicurezza idrogeologica.
Proprio per ridurre il rischio di esondazioni ed allagamenti, il Consorzio di bonifica Media Pianura Bergamasca (con sede nel capoluogo orobico) ha dato una concreta risposta a questa vasta area (12 comuni) con la realizzazione del progetto “Contrasto al dissesto idrogeologico - Salvaguardia del territorio in sinistra del fiume Serio”: grazie ad un finanziamento pubblico di 1.500.000 euro dal “Dipartimento Casa Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è ora operativo un sistema innovativo di monitoraggio, telecontrollo e telecomando di alcuni dei principali manufatti idraulici, che allontanano o regolano le acque di colo.
Sempre nell’ambito degli interventi si è proceduto alla sostituzione, all’adeguamento ed all’automazione degli organi meccanici di intercettazione, di governo e scarico, come gli attuatori elettromeccanici e le paratoie.
In occasione taglio del nastro a Bagnatica, è stato evidenziato che, in una provincia urbanizzata come quella bergamasca, le esondazioni sono frequenti, in quanto le rogge ed i torrenti, quando straripano, non hanno sfoghi nelle campagne, ma incontrano manufatti, immobili ed aziende, che ne bloccano il deflusso. Con opere di contrasto al dissesto idrogeologico, come quella inaugurata, si passa da una protezione civile passiva, legata quindi agli eventi meteorici, ad una attiva, in grado di apportare, in tempo reale, correttivi alla rete per permettere un corretto deflusso delle acque.
Il progetto dell’ente consortile conferma la strategia, che vede al centro una forte spinta all’innovazione: è previsto, infatti, l’avvio di un sistema di supervisione, telecontrollo ed archiviazione di tutti i dati relativi alla gestione delle portate idrauliche, raccolti dalle stazioni sul territorio ed inviati al centro operativo, situato a Telgate; il sistema potrà essere implementato anche presso la sede centrale a Bergamo e sui dispositivi mobili degli operatori consortili. Alla cerimonia erano presenti anche l’Assessore regionale al Territorio, Gianluca Comazzi ed il Presidente ANBI Lombardia, Alessandro Rota.
TOSCANA: AL VIA NUOVO CANTIERE PER LA SICUREZZA IDROGEOLOGICA
Partirà a breve un altro importante lotto di lavori del Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) sul rio Leccio, per una spesa complessiva di 825.000 euro, finanziata dalla Protezione Civile Nazionale.
Il cantiere si apre a poche settimane da quello già avviato nella frazione di Gragnano, nel comune di Capannori, pe un importo di circa quattrocentosessantacinquemila euro.
Nelle scorse settimane stata predisposta la gara, che è ora nelle fasi finali di aggiudicazione per andare poi alla consegna operativa del cantiere. In anni recenti l’ente consortile ha investito molte risorse sul rio Leccio, perché si tratta di un corso d’acqua molto particolare, a carattere torrentizio, dove possono verificarsi rapide ondate di piena, aumentando molto il rischio idraulico nella zona a causa di argini di modesto spessore, ma che non possono essere ampliati per la presenza di strade ed abitazioni; diventa essenziale poter quindi consolidare gli argini esistenti per evitare tracimazioni e rotture.
Ne è prova, il grande cantiere lungo 1 chilometro per il rinforzo con palancole dell'argine destro, terminato nei tempi previsti con un costo di 3 milioni di euro.
Ne è testimonianza anche il conferimento di oltre cinque milioni di euro per la realizzazione di casse di espansione sul rio Leccio a Nord dell'abitato di Porcari, il cui iter autorizzativo sta procedendo.
LAZIO: ESTATE PIU’ SICURA
Su richiesta dell'Amministrazione Comunale di Ardea, il Consorzio di bonifica Litorale Nord (con sede a Roma) è intervenuto, al fine di permettere l'apertura ed il riequilibrio della foce a mare nel punto, che fa da confine fra Ardea e Pomezia.
Grazie all'intervento è stato possibile evitare problemi alle attività presenti ed anche ai numerosi bagnanti.
TOSCANA: PIANTA RIMOSSA
All’altezza di Bocca d’Ambra, nel comune di Montevarchi, dove confluiscono i fiumi Ambra ed Arno, l’alveo era quasi completamento ostruito da una grossa pianta caduta in un tratto, dove la sponda è sottoposta ad erosione. Grazie ai cittadini, che hanno segnalato la criticità al Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, è scattato il sopralluogo dell’ente consortile.
Verificata la pericolosità della situazione, è stato programmato ed eseguito l’intervento per ripristinare le corrette condizioni di deflusso dell’acqua. Restano sotto controllo altre piante presenti nella zona, la cui stabilità è considerata da monitorare. L’ente consorziale (con sede ad Arezzo) effettua la vigilanza continua su 6.200 chilometri di corsi d’acqua.
Si tratta di un territorio molto ampio, che spazia dalla pianura alla montagna ed abbraccia 54 comuni e 3 province. E’ chiaro che avere alleati i cittadini e gli amministratori locali risulta strategico per individuare e risolvere rapidamente problematiche locali.
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