Anno XXVI, n. 18 venerdì, 14 maggio 2024

IN SVEZIA L’ANNUNCIO DELLA RICERCA ANBI

IL BIOCHAR ABBATTE NITRATI E FOSFATI: L’INNOVATIVO UTILIZZO TESTATO AD ACQUA CAMPUS

Si chiama Biochar ed è un materiale, che deriva dal carbone vegetale, evidenziando eccezionale efficacia nell’ assorbimento di agenti inquinanti, quali nitrati e fosfati: è questa la più recente scoperta monitorata ad Acqua Campus, il centro di ricerca del Consorzio Canale Emiliano Romagnolo-ANBI, con sede a Budrio, in provincia di Bologna; ottenuto tramite pirolisi (un processo di decomposizione termochimica) di diversi tipi di biomassa, il biochar ha dimostrato la capacità di abbattere fino all’80% dell’azoto, se posizionato in appositi sistemi filtranti.
Esaurita, dopo circa due mesi, questa proprietà, può essere riutilizzato come ammendante agricolo. Gli importanti risultati sono stati illustrati a Lund, in Svezia, da Consorzio C.E.R. ed Università di Bologna (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari - DISTAL) in occasione della chiusura del progetto europeo H2020 WATERAGRI, di cui sono partner e che, partito nel 2020 per concludersi quest’anno, era orientato alla gestione intelligente della risorsa idrica ed allo sviluppo di soluzioni sostenibili per il recupero dei nutrienti delle acque di drenaggio agricolo ed il trattamento delle acque reflue; vi hanno lavorato ricercatori da tutta Europa per lo sviluppo di soluzioni innovative nella gestione idrica in agricoltura.
“I risultati ottenuti confermano il costante e concreto impegno di ANBI nella ricerca di soluzioni innovative e nell’implementazione di progetti virtuosi, orientati all’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica – ha dichiarato Francesco Vincenzi, Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue.
“Saper rispondere alle sfide portate dai cambiamenti climatici e cooperare a livello internazionale per affrontare le questioni legate alla gestione della risorsa idrica: sono elementi essenziali di un percorso comune con realtà universitarie nazionali e internazionali” ha aggiunto Raffaella Zucaro, Direttrice Generale Consorzio C.E.R. e Coordinatrice ANBI Emilia Romagna.


OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

L’EUROPA È SEMPRE PIU’ CALDA NEL MONDO SFONDATA LA SOGLIA DEL GRADO E MEZZO

VINCENZI: “BISOGNA ACCELERARE SULL’ADATTAMENTO DEI TERRITORI AD UNA CRISI CLIMATICA PIU’ VELOCE DEL PREVISTO”

Lo scenario di adattamento climatico numero uno è stato sfondato in una sostanziale inerzia planetaria, contrastata dal giustificato attivismo delle giovani generazioni: negli scorsi 12 mesi la temperatura media globale è stata di 1,61° sopra la media dell’epoca preindustriale e quindi ben al di sopra di quel grado e mezzo, che alla Conferenza di Parigi ci si era prefissati di non superare.
“La crisi climatica corre assai più veloce dell’umana capacità di assumere strategie complessive e condivise da tutti. Vale la pena di ricordare che in discussione non è il futuro del Pianeta, ma quello della nostra presenza sulla Terra. E’ palese che, in attesa dei risultati delle politiche di mitigazione, sono necessarie urgenti strategie di adattamento locale, che non possono prescindere anche da interventi infrastrutturali per aumentare la resilienza dei territori” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Di fronte all’incapacità complessiva di assumere solleciti provvedimenti incisivi contro il riscaldamento globale, quello 2024 è stato l’Aprile più caldo mai registrato in Europa (+1,49°) ma anche, a livello globale, l’undicesimo mese consecutivo, segnato dalle temperature più calde della storia con una media di 15,03 gradi, superiore addirittura di 1,58° a quella dell’epoca preindustriale. Rispetto al precedente record, registrato nel 2016, lo scarto è di +0,14°. Come si desume dalle mappe dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF) e del sistema Copernicus, l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche segnala che, persistendo le attuali condizioni, anche Maggio sarà l’ennesimo mese bollente per la Terra: finora l’anomalia media segna +0,66°.
“Non possiamo che ribadire i capisaldi della nostra proposta di adattamento alla crisi climatica: Piano Laghetti per la realizzazione di nuovi invasi, ammodernamento ed ampliamento della rete per l’irrigazione,  efficientamento d’uso della risorsa idrica in agricoltura attraverso il sistema Irriframe per il miglior consiglio irriguo e la certificazione volontaria Goccia Verde di sostenibilità idrica; tutte proposte, che mettiamo a servizio dei soggetti decisori del Paese” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Con frequenza crescente, nel mondo continuano ad essere centinaia i morti ed enormi i danni provocati dall’estremizzazione degli eventi meteo, oggi dal Brasile al Kenya. Non solo: da diverse settimane in India, un’interminabile ondata di calore e temperature oltre i quaranta gradi stanno mettendo a dura prova il Paese, così come tutto il Sud-Est asiatico, dove in Thailandia il caldo ha ucciso una trentina di persone, costringendo a chiudere  le scuole e compromettendo la produzione di riso; alle stesse latitudini, la situazione è analoga in Africa dove, già nella prima decade d’Aprile, la colonnina di mercurio ha toccato i 48,5 gradi in Mali, cioè il valore più alto, mai registrato per quel mese nel continente, provocando centinaia di morti. In questa cornice complessiva sempre più grave, nel 2024 l’Italia continua ad essere spaccata tra un Settentrione ricchissimo d’acqua ed un Meridione alle prese con una delle peggiori crisi idriche del quindicennio.
La neve è sovrabbondante lungo tutto l’arco alpino: in Lombardia il quantitativo SWE (Snow Water Equivalent) è quasi il 59% in più della media (fonte: ARPA Lombardia); in Piemonte, il  surplus sulla norma è del 62% (fonte: ARPA Piemonte); anche in Valle d’Aosta il manto nevoso è nettamente superiore al consueto ed è addirittura in crescita sulle cime nordoccidentali, dove raggiunge i 345 centimetri a Morgex-Lavancher (fonte: Centro Funzionale Regionale); neve in abbondanza anche sulle Dolomiti bellunesi.
I grandi laghi del Nord sono al colmo. In Valle d’Aosta la Dora Baltea (a Nus), pur crescendo, ha però portate leggermente inferiori alle medie mensili; aumenta il flusso anche del torrente Lys. In Piemonte sono in rialzo i livelli di tutti i principali fiumi ed anche del Tanaro (a +15% sulla media) dopo il leggero deficit d’Aprile, in controtendenza rispetto alle straordinarie performance registrate il mese scorso dagli altri corsi d’acqua regionali (Toce +100%, Stura di Demonte +77%); i livelli di falda sono in risalita in tutta la regione.
Cresce il fiume Adda in Lombardia, dove la riserva idrica è ai massimi, grazie all’abbondante neve ancora al suolo ed ai bacini colmi (il totale dell’acqua stoccata è 4060 milioni di metri cubi, cioè + 38,4% in più sulla media e + 136,4% sull’anno scorso).
Sul versante orientale delle Alpi va segnalata l’ancora impetuosa crescita di portata nei fiumi del Veneto: meglio di tutti fanno l’Adige, la Livenza, il Brenta; tutti i corsi d’acqua, compreso il più modesto Muson dei Sassi, hanno livelli idrometrici più alti della media. Sulla regione, nonostante un Aprile leggermente meno piovoso del consueto (-17%), il surplus pluviometrico dal 1° Ottobre 2023 è di ben il 41%. Ricchissimo d’acqua è l’alveo del fiume Po: in tutte le stazioni di rilevamento i deflussi risultano nettamente superiori alla norma; sul delta, a Pontelagoscuro, la portata è del 77% sopra la media.
In Emilia-Romagna, questo mese ricorre il primo anniversario delle due tragiche alluvioni (3-4 e 16-17 Maggio), che hanno visto lo straripamento quasi simultaneo di 23 corsi d’acqua con 17 vittime, oltre ventimila sfollati e circa dieci miliardi di euro in danni stimati. Oggi la situazione idrica della regione vede una fascia occidentale con una grande ricchezza d’acqua: nelle zone montane, tra i bacini dei fiumi Parma e Trebbia, la pioggia caduta da inizio anno idrologico è stimabile in mm. 1406,8, ben superiore al massimo storico (fonte: ARPAE); i bacini piacentini di Molato e Mignano sono pieni al massimo consentito; per contro c’è una pianura romagnola, che in oltre sei mesi ha potuto beneficiare di soli 330 millimetri di pioggia.
Tra i fiumi appenninici, godono di gran salute (portate superiori alla media) quelli, i cui bacini ricadono nei territori centro-occidentali: Trebbia, Taro, Enza, Panaro, Secchia (+116%!!) mentre, spostandosi più ad Est, i deflussi dei corsi d’acqua sono nettamente più scarsi (Reno -48% e Santerno addirittura sotto il minimo storico!). In Liguria, dove le piogge cumulate nella scorsa settimana sono state superiori (anche più di cento millimetri) nello Spezzino ed in particolar modo nelle zone di confine con Emilia e Lunigiana, i livelli dei fiumi Magra, Entella, Vara sono in crescita; anche a Ponente, dove l’apporto pluviale è stato inferiore, l’Argentina guadagna qualche centimetro, mantenendo un’altezza superiore alla media mensile.
In Toscana sono in aumento e superiori alla media le portate dei fiumi Arno, Serchio, Sieve ed Ombrone. Nelle Marche i livelli dei fiumi Esino e Potenza sono inferiori a quelli del recente quinquennio; in calo anche Tronto e Sentino. Gli invasi continuano a trattenere volumi pari a quasi cinquantatre milioni di metri cubi. In Umbria il mese di aprile ha regalato poco più di cinquanta millimetri di pioggia, vale a dire meno della media dello scorso quinquennio. La diga di Maroggia trattiene 3,10 milioni di metri cubi d’acqua: un volume che, negli ultimi anni, è superiore alla sola annata 2022. Le precipitazioni dei giorni scorsi hanno permesso al livello del lago Trasimeno di crescere 2 centimetri e di aumentare le portate dei fiumi Paglia e Topino, che però risultano deficitari rispetto alle medie storiche mensili. Cala il Chiascio.
Due centimetri è quanto cresce anche il lago di Nemi nel Lazio; in aumento anche le portate del fiume Tevere, i cui flussi nella Capitale risultano, però, pressoché dimezzati rispetto alle medie storiche. Largamente deficitarie, seppur in crescita, sono pure le portate di Aniene (-42% circa) e Velino (-28%), mentre sopra la media sono i flussi della Fiora in Tuscia (+170%). In Abruzzo, il mese da poco concluso è stato più caldo e secco del consueto: le analisi pluviometriche, effettuate dalla Regione, registrano uno scarto positivo solamente sulla fascia collinare centro-meridionale mentre le zone che risultano maggiormente deficitarie in termini di pioggia, sono quelle della provincia aquilana (-36,72%) ed in particolar modo della Marsica.
Nel Meridione, la speranza è che le attese piogge possano anche solo in parte ripianare una situazione, che al momento appare compromessa. Nel frattempo, in Basilicata gli invasi perdono 4 milioni di metri cubi d’acqua a settimana ed il gap con il 2023 si amplia fino a toccare i 146 milioni. Anche in Puglia si riduce ulteriormente (circa due milioni di metri cubi)  il volume stoccato nei bacini: lo scarto con il 2023 sale a quasi centodiciotto milioni.
In Calabria si conferma il carattere torrentizio dei corsi d’acqua: appare in ottima salute il fiume Coscile, i cui flussi sono circa dieci volte superiori alla media del periodo; situazione molto diversa, invece, per i corsi d’acqua Lao (al 37% rispetto alla norma) ed Ancinale, la cui portata è addirittura quasi azzerata. Infine, mentre la Sicilia spera nelle piogge per tentare di uscire dalla grave crisi idrica, aggravatasi già dalla primavera, in Sardegna le dighe trattengono 1194 milioni di metri cubi d’acqua, corrispondenti a circa il 63% della capacità totale, ma oltre cdentonovantatre milioni in meno rispetto all’anno scorso.
La situazione più critica è quella dell’Alto Cixerri, dove nei prossimi mesi si potrà fare affidamento solamente sui poco più di tre milioni di metri cubi trattenuti nell’invaso di Punta Gennarta, essendo esaurito il bacino Medau Zirimilis, l’altro serbatoio del sistema idrico locale.

                                                                                          

VENETO: CONTINUA LA STAGIONE DEI METEO RECORD: MARZO PIOVOSO E STRAORDINARIAMENTE CALDO

ANBI Veneto informa che la stagione irrigua, iniziata in Veneto il 15 Aprile u.s., è caratterizzata nella sua prima fase da un'abbondanza di risorsa come non si registrava da anni: a preoccupare sono però le temperature sempre più alte.
Le precipitazioni medie sono state superiori di circa il 150% rispetto al valore atteso (media degli scorsi 30 anni). Anche la neve caduta sulla regione contribuisce ad accrescere l’abbondante diponibilità di risorsa idrica.
Complessivamente la temperatura media è stata più alta della media degli ultimi 30 anni di 1,3 gradi; mantenendosi a questi livelli di anomalia, determinerà enormi problemi per le colture agricole e per la qualità della vita in città. Nello specifico, in Veneto il mese di marzo si è caratterizzato per temperature miti, soprattutto nella seconda decade, con valori di 2 gradi sopra la media climatica dei 30 anni precedenti.
Le nevicate, seppure intervallate da piogge che hanno contribuito ad inumidire la neve fresca, sono state abbondanti e diffuse, tanto che sulle Dolomiti, al 31 Marzo, l’anno idrologico in corso risulta essere il più abbondante di risorsa nivale degli scorsi 15 anni. In media, sulla regione sono caduti 163 millimetri di pioggia contro una media storica (1991 – 2020) di mm. 63. I mesi da gennaio a marzo hanno portato in positivo la quantità di precipitazioni registrate, sinora, nel corso dell’anno idrologico (iniziato ad Ottobre).
Per quanto riguarda le acque sotterranee, deficit in calo nell’area veronese, ma con dinamica di ripresa meno sostenuta che nel resto del Veneto: è un acquifero caratterizzato da grande inerzia e che necessita di tempi lunghi. Per il resto, falde sui valori attesi per il periodo con conferma della dinamica di forte ricarica legata alle abbondanti precipitazioni. Il mese di marzo si è chiuso con temperature medie superiori a quelle storiche su tutta la regione.
Si deve prestare particolare attenzione al parametro temperatura, anche in condizioni di abbondanza di risorsa idrica, dal momento che inciderà fortemente sui fattori dell’evapotraspirazione e sull’alterazione dei cicli vegetativi, indotti dalla possibile presenza di precoci temperature quasi estive.


EMILIA ROMAGNA
: VIA AL PROGETTO SOSTENIBILE PER LA GESTIONE DELLE FORESTE

Costruire percorsi di associazionismo fondiario per garantire la dimensione necessaria allo sviluppo di una gestione sostenibile ed efficiente del bosco e del patrimonio forestale; fare il punto sullo stato dell’arte, anche attraverso l’analisi di “best practices” di altri territori; analizzare gli strumenti messi a disposizione dalla giurisprudenza per la costruzione delle associazioni fondiarie:
il piccolo centro di Marola, nel cuore dell’Appennino reggiano, ha ospitato l’incontro “Curare il bosco, rigenerare l’Appennino”, promosso dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) alla presenza di esponenti politici, culturali e scientifici, che lavorano sui temi della gestione sostenibile della montagna e delle foreste.
Si è trattato del “kick-off meeting” del progetto “Promozione e diffusione di nuove forme di associazionismo fondiario per la gestione integrata del patrimonio forestale”, nell’ambito del Programma Operativo Green Community “La Montagna del Latte”, intervento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che si pone l’obbiettivo della forestazione del Medio Appennino. La giornata è stata organizzata dall’ente di bonifica e dal Consorzio CAIRE di Reggio Emilia, grazie alla collaborazione con Unione Montana dell’Appennino Reggiano (soggetto attuatore della “Green Community”), Consorzio Volontario Forestale Terre Medio Appennino Reggiano ed Associazione Amici del Castagneto Matildico di Marola – ODV. Tutti i partecipanti hanno convenuto sulla necessità di tornare a porre l’attenzione sulla gestione del bosco, che rappresenta una quota assai considerevole dei nostri territori.


MARCHE: MITIGAZIONE DEL RISCHIO: CONCLUSO PROGETTO

L’evidente necessità di mettere in sicurezza il territorio dopo l’alluvione, che colpì le zone di Aspio, Stazione Osimo e Monte Camillone (frazione di Castelfidardo) nel 2006 e nel 2011, ha richiesto l’impegno congiunto di Provincia Ancona e Regione Marche. Anno dopo anno sono state realizzate opere di mitigazione del rischio idraulico, coinvolgendo anche il Consorzio di bonifica Marche(con sede a Pesaro) attraverso la società “in house” BME – Bonifica Marche Engineering.
Rispetto alle criticità emerse lungo tutto il bacino idrografico del fiume Aspio, si possono considerare conclusi i lavori sul fosso Rigo, aumentando la sicurezza del territorio in caso di piene. Anche i 2 nuovi ponti, entrambi in acciaio, eretti uno lungo la strada Statale 16 e l’altro poco più a monte possono considerarsi ultimati. Restano da realizzare un terzo ponte, il cui cantiere partirà a breve e le opere per il tratto di monte.
Diversi i tempi per rio Scaricalasino (Osimo), dove l’importanza degli interventi e le dimensioni dei finanziamenti necessari (circa quindici milioni di euro) hanno richiesto alla Regione Marche di suddividere la realizzazione delle 6casse d’espansione (3 sul fosso Offagna, una sul fosso San Valentino e 2 su rio Scaricalasino) in 3 stralci funzionali.


TOSCANA: RISORSE DALLA STRATEGIA AREE INTERNE

Dalla Strategia Nazionale Aree Interne arrivano 60.000 euro al Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) per un intervento di prevenzione e consolidamento dei terreni agrari lungo il canale della Barca, nel comune di Gallicano.
L’opera è finanziata dalla Regione Toscana tramite il Programma Sviluppo Rurale 2014-2020. I lavori serviranno non solo a ridurre il rischio idraulico, ma anche a supportare le attività economiche del territorio. L’obbiettivo dei finanziamenti, che rientrano nella Strategia Nazionale Aree Interne, è infatti quello di riuscire a mitigare il dissesto, consolidare i versanti e realizzare opere idraulico-agrarie con lo scopo di sostenere la popolazione locale, evitando così il fenomeno dello spopolamento di zone ritenute disagiate proprio per la loro collocazione.
Nello specifico, i lavori appaltati prevedono di evitare fenomeni erosivi, preservare e consolidare i terreni agricoli, consentire l’assorbimento della maggior quantità d’acqua possibile e l’allontanamento degli eventuali eccessi idrici.
L’area allo stato attuale presenta un torrente con una forte pendenza, tale da produrre una continua erosione delle sponde e che potrebbe produrre instabilità dei versanti interessati. Il progetto prevede la pulizia del corso d’acqua, la realizzazione di scogliere laterali, la riprofilatura del versante e la realizzazione di briglie.


VENETO
: PIU’ SICUREZZA IDRAULICA NELL’AREA ORIENTALE

Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) ha inaugurato le nuove opere per la sicurezza idraulica del territorio di Gruaro. Si tratta di lavori realizzati a seguito di un accordo con l’Amministrazione Comunale e del successivo finanziamento proveniente dai fondi regionali, istituiti a seguito della tempesta Vaia.
Alla cerimonia, cui erano presenti rappresentanti istituzionali, imprenditori e studenti, è intervenuto anche l'Assessore ad Ambiente e Dissesto Idrogeologico Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin. Il primo intervento è relativo alla realizzazione di un nuovo canale scolmatore di piena, a protezione del centro abitato di Gruaro, per un importo di 600.000 euro.
Con un secondo intervento (importo: 500.000 euro) è stato realizzato un canale di gronda della lunghezza di 1.200 metri, con l’obiettivo di raccogliere le acque di deflusso, eccedenti la capacità della roggia Versiola e recapitarle direttamente nel fiume Lemene, verso Est. Sono stati presentati anche i lavori, di prossima realizzazione, per la sistemazione idraulica e riqualificazione della Versiola (importo: 580.000 euro), possibili grazie ad un finanziamento regionale.
Oltre alla progettazione, l’ente consortile curerà le fasi d’appalto e realizzazione. Il pubblico ha potuto apprezzare la presentazione dei numerosi aspetti tecnici, riguardanti le problematiche idrauliche del territorio di Gruaro, le soluzioni tecniche adottate nelle diverse opere realizzate e, attraverso suggestive immagini da drone, il loro armonico inserimento nel contesto paesaggistico dell'area compresa fra gli alvei di Lemene e Versiola.


TOSCANA: IL RISCHIO ALLUVIONI SI COMBATTE UNENDO LE FORZE

Per la terza volta consecutiva, Legambiente Toscana ha fatto di Arezzo, la “capitale” dell’acqua, scegliendola come cornice per il  forum annuale, dedicato alla risorsa e che, quest’anno, è stato dedicato al pericolo alluvioni, allagamenti e frane, amplificato dai cambiamenti climatici.
Per il locale Consorzio di bonifica Alto Valdarno è stata l’occasione per verificare i cambiamenti in atto e valutare nuove strategie comuni per affrontare situazioni meteorologiche sempre più complesse, che investono territori sempre più difficili da gestire.
È emersa più forte rispetto al passato la necessità di lavorare sul fronte della prevenzione; oggi, si rende necessaria l’adozione di una strategia condivisa con l’Autorità di Bacino Distrettuale e con Regione Toscana per nuove opere strategiche, ripensando anche il modo d’intervenire sui territori con uno sguardo più attento all’ambiente: in questo senso, una mano importante arriva dai Contratti di Fiume.
Questo significa avere a disposizione mappature del rischio costantemente aggiornate per  una pianificazione sempre attuale. Un’altra grande sfida è conciliare la fruizione con la necessità di interventi importanti, che devono essere fatti dove servono, per poter gestire solo rischio residuale.
Infine, un altro aspetto strategico è coordinare l’attività di tutti i soggetti, tenendo presente  i ruoli precisi che ciascuno deve svolgere.


ANBI AL MACFRUT DI RIMINI

RAFFORZATA L’ALLEANZA FRA CONSORZI DI BONIFICA ED AGRICOLTORI PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE PUBBLICA

INNOVAZIONE, SOSTENIBILITA’ E CRISI CLIMATICA  AL CENTRO DELLA TRE GIORNI FIERISTICA

E’ stata la sigla della convenzione tra i Presidenti di Urban Hub Piacenza, Consorzio di bonifica Piacenza e Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo (rispettivamente Andrea D’Amico, Luigi Bisi e Nicola Dalmonte) a segnare l’avvio della presenza ANBI al salone fieristico Macfrut di Rimini; con la firma dell’intesa, le tre realtà convengono di proseguire nella collaborazione iniziata nel 2014 con lo “scouting di start up”, che avrà espressione pratica con l’organizzazione della quinta edizione della Startup Competition prevista per il 29 Ottobre p.v. . Contestualmente i 2 enti consortili si impegnano a mettere a disposizione, compatibilmente con le indifferibili funzioni pubbliche, le proprie infrastrutture (canali, impianti, ecc.) quali location o sfondo per attività e sperimentazioni.
“E’ un concreto esempio della diffusa vocazione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione ad essere centri di ricerca applicata” ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Protagonista dell’avvio della seconda giornata è stata la certificazione volontaria di sostenibilità idrica Goccia Verde, verso cui è crescente l’attenzione delle organizzazioni di prodotto.
“E’ uno strumento anticipatore di futuri obblighi, ma è soprattutto un’occasione di alleanza fra l’agricoltura organizzata ed i Consorzi di bonifica nell’interesse dei produttori, dell’ambiente e dei consumatori” ha evidenziato Vincenzi.
Sulla stessa lunghezza d’onda ANBI si pone anche nei confronti dell’utilizzo delle acque reflue per irrigare i campi.
“Qualità dell’agroalimentare e tutela della salute pubblica devono essere i capisaldi del confronto dei Consorzi di bonifica ed irrigazione con le società del ciclo idrico integrato in merito al possibile utilizzo delle acque depurate, la cui salubrità deve comunque essere certificata da un ente terzo – ha precisato Massimo Gargano Direttore Generale ANBI – L’eventuale apporto di tale risorsa deve essere aggiuntivo e non sostitutivo delle tradizionali fonti di approvvigionamento idrico per l’agricoltura, che produce cibo. Comunque siamo contrari all’utilizzo dei fanghi come ammendante nei campi, anche se oggi sono furbescamente definiti gessi.”
Durante la tre giorni fieristica, lo stand ANBI ha ospitato anche le premiazioni di concorsi scolastici, mentre  esperienze pratiche si sono succedute presso l’area Acqua Campus Field Solution.

AGENDA

Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, saranno a Cagliari per 2 iniziative organizzate, sotto il titolo comune “L’acqua ci nutre e dà la vita”, da ANBI Sardegna nell’auditorium del convento di San Giuseppe: nel pomeriggio di mercoledì 15 Maggio p.v. si terrà la Conferenza Organizzativa dei Consorzi di bonifica della regione; la mattina di giovedì, invece, sarà la volta del convegno “Acqua quale futuro dopo il PNRR”.
Venerdì pomeriggio, infine, Vincenzi sarà in villa Manin di Passariano di Udine per la Giornata Unitaria Regionale della Bonifica 2024, organizzata da ANBI Friuli Venezia Giulia.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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