OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
PRECIPITAZIONI E TEMPERATURE ALTE AUMENTANO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO SUL NORD ITALIA MENTRE LE PIOGGE NON RISOLVONO IL DEFICIT IDRICO NEL MERIDIONE
VINCENZI: “LA CRISI CLIMATICA PONE NUOVI INTERROGATIVI E RENDE PIU’ COMPLESSE LE SOLUZIONI”
Come già i mesi precedenti anche Marzo 2024 si preannuncia il più caldo di sempre: a prevederlo è l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, elaborando i dati del sistema Copernicus, che indica anche come la temperatura dei mari sia da quasi un anno ampiamente superiore a qualsiasi misurazione da 45 anni ad oggi (attualmente è di 21,07 gradi, cioè 0,53° più della media e 0,15° in più rispetto al precedente record del periodo, registrato nel 2016), avendo l’epicentro del calore mediterraneo (oltre che nel mar Nero) nell’Alto Adriatico, dove l’incremento varia fra i 2 ed i 3 gradi, ma soprattutto dove i litorali sono fragili ed insiste Venezia, l’ecosistema urbano più delicato al mondo.
“L’elevarsi della temperatura marina aumenta il rischio di fenomeni estremi come gli uragani che, insieme all’alzarsi del livello delle acque, saranno il pericolo, con cui fare i conti per salvaguardare i territori costieri, adeguando difese a mare e sistemi idraulici. I Consorzi di bonifica stanno già progettando in questa prospettiva” ha annunciato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Non solo – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – a rischio ci sono i delicati equilibri marini e lagunari come dimostra l’invasione dei granchi blu. Sul tappeto, ormai, non solo deve esserci il tema della prevenzione, ma quello della complessità delle soluzioni, da cui deriva anche l’ormai indispensabile multifunzionalità nella progettazione delle opere idrauliche.”
Intanto un’ondata di maltempo sta attraversando la Penisola, ma difficilmente queste piogge, seppur utilissime, riusciranno a riequilibrare i bilanci idrici in zone dell’Italia meridionale e delle isole maggiori, in sofferenza da mesi: in Sicilia, ad esempio, cumulate “a due cifre” in 48 ore si sono registrate solamente sul Nord-Est (il massimo a Linguaglossa Etna Nord con mm. 23), mentre sulle province occidentali sono caduti mediamente solo 4 millimetri d’acqua; analogamente in Sardegna cumulate superiori ai trenta millimetri si sono verificate solo localmente sulla costa orientale. Completamente diversa è la condizione dell’Italia settentrionale, dove “piove sul bagnato” e le perturbazioni, che sulle Alpi si stanno traducendo in nuove ed abbondanti nevicate, trovano riserve idriche sovrabbondanti, nonché bacini già al colmo di piena, aumentando il rischio idrogeologico.
Al Nord, infatti, i livelli dei grandi laghi sono ai massimi (il Sebino è ben 5 centimetri e mezzo sopra il finora massimo storico, Maggiore e Benaco esondano nei punti più bassi), contenuti solo dai rilasci gestiti dagli enti regolatori. In Valle d’Aosta, la portata della Dora Baltea è in calo, ma il manto nevoso è nettamente superiore alla norma e quantificabile (indice SWE - Snow Water Equivalenti) in 1300 milioni di metri cubi. In Piemonte crescono i flussi nella Stura di Lanzo ed in quella di Demonte e, pur calando, quelli nella Toce restano a +57,5% sulla media. In Lombardia stessa situazione si registra per il fiume Adda, il cui alveo vede transitare molta più acqua (193 metri cubi al secondo) rispetto agli anni scorsi.
Nella regione, come in tutta l’Italia settentrionale, lo stato delle riserve idriche (+28,5% sulla media) conforta sui mesi a venire. Anche in Veneto, dove questa settimana l’andamento delle portate dei fiumi è in larga parte negativo (solo Piave e Cordevole sono in crescita), i flussi continuano ad essere abbondanti per il periodo: Adige +70%, Brenta +79%, Livenza oltre 3 volte sulla media. Come spesso si registra, diversa è la condizione idrologica dell’Emilia-Romagna, dove (ad eccezione della crescita del Reno, la cui portata però è appena al 24% della media) i livelli dei fiumi appenninici sono in calo: Enza e Santerno registrano addirittura valori inferiori ai minimi storici. Pure il fiume Po è interessato da una riduzione di portata lungo tutta l’asta, ma resta ovunque abbondantemente sopra le medie del periodo: a Pontelagoscuro scorre il 25% d’acqua in più. In Liguria le recenti, abbondanti piogge (cumulate fino a cento millimetri sul Ponente, quasi ovunque tra i 50 e gli 80 millimetri, fatta eccezione sull’estremo Levante con precipitazioni tra i 20 ed i 30 millimetri) hanno rimpinguato le portate di corsi d’acqua in decrescita.
In Toscana piove molto, soprattutto sulle zone settentrionali, in continuità con il “trend” delle scorse settimane (quasi quattrocento millimetri in 30 giorni su alcune zone). Nelle Marche le performance dei fiumi restano insufficienti, soprattutto quelle del Tronto, che attraversa il territorio più penalizzato dalla carenza di precipitazioni; determinante per i mesi a venire si annuncia il ruolo degli invasi, che continuano a trattenere abbondanti risorse per la stagione irrigua (oltre cinquantuno milioni di metri cubi). In Umbria i livelli dei fiumi subiscono una leggera decrescita e, ad eccezione del Chiascio, restano al di sotto dei valori medi del periodo. Il lago Trasimeno è ben 88 centimetri più basso del livello medio. Nel Lazio le piogge dei giorni scorsi sono state consistenti ed utili a rivitalizzare corpi idrici, che dall’inizio dell’anno evidenziano segni di crisi a cominciare dal fiume Tevere, la cui portata è inferiore anche a quelle dei recenti anni siccitosi e dai laghi vulcanici, che soffrono enormemente (il livello del piccolo lago di Nemi è calato di ben 1,11 metri d’acqua in 2 anni). Scendono vistosamente anche i livelli dei fiumi campani: spiccano le performance negative di Volturno (al rilevamento di Amorosi scende di quasi un metro in una settimana) e Garigliano, la cui decrescita tocca i 114 centimetri in 7 giorni. In Calabria i corsi d’acqua sono in sofferenza: Coscile al 42% della portata media del periodo, Lao al 36% ed Ancinale, che in questa stagione dovrebbe avere un flusso pari ad oltre sei metri cubi al secondo ed invece è quasi asciutto come fosse estate.
Nuovi apporti pluviali (+5 milioni di metri cubi) rimpinguano gli invasi della Basilicata, ma il deficit sul 2023 appare incolmabile (- mln.mc. 100,8) anche perché l’assenza di neve sui monti impedirà i consueti afflussi generati dalla primaverile fusione della coltre bianca. Identica è la situazione della Puglia, dove il disavanzo delle riserve stoccate nei bacini artificiali sale ad oltre centotre milioni di metri cubi.
“Si conferma la condizione di un’Italia dell’acqua, spaccata a metà: il Nord a rischio idrogeologico, il Sud in sofferenza idrica e già con risorse localmente razionate ed autobotti in azione. Sono le 2 facce di una stessa medaglia, che abbisogna di medesime ricette: efficientamento della rete idraulica, nuove infrastrutture per la raccolta e la gestione delle acque, innovazione ed ottimizzazione d’uso della risorsa, diffusa cultura idrica” conclude Massimo Gargano, DG ANBI.
SARA’ PIU’ SOSTENIBILE LA “GREEN VALLEY” ITALIANA: IN TRENTINO AL VIA LA RAZIONALIZZAZIONE IDRICA DELLA VAL DI GRESTA
VINCENZI: “E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE SI POSSONO REALIZZARE INFRASTRUTTURE IDRAULICHE NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE E PER LO SVILUPPO CONDIVISO DEI TERRITORI”
Il Consorzio di bonifica Trentino (con sede nel capoluogo di provincia) ha annunciato l’avvio dei lavori di razionalizzazione idrica della Val di Gresta, sede di uno dei più conosciuti distretti biologici italiani. È prevista la realizzazione di nuove infrastrutture multifunzionali per l’irrigazione, ma anche per scopi civili e per la protezione civile. L’intervento è reso possibile, grazie all’intesa con i Comuni di Ronzo Chienis e di Mori assieme a tutti i Consorzi di Miglioramento Fondiario, che operano in valle e con la condivisione del progetto da parte della Provincia Autonoma di Trento.
“Quanto sarà realizzato in Val di Gresta assume un alto valore simbolico non solo per la modernità dell’impostazione, ma perchè servirà una zona particolarmente sensibile all’equilibrio ecologico, a testimonianza che si può dotare il territorio di moderne infrastrutture nel rispetto dell’ambiente ed in sintonia con le comunità locali” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Con questi lavori – ha affermato il Presidente del Consorzio di bonifica Trentino, Luigi Stefani – il nostro ente assume un ruolo di primo piano nelle politiche di gestione complessiva della risorsa idrica e lo fa sia dal punto di vista dello sviluppo rurale, sia dal punto di vista della preservazione quantitativa e qualitativa dell’acqua.”
Il sistema d’irrigazione della Val di Gresta verrà completato con la posa di condotte e tubazioni, garantendo la risorsa idrica su un territorio coltivato di oltre trecento ettari. Per la realizzazione di queste opere è previsto un investimento di 11.200.000 euro interamente coperti dai fondi messi a disposizione dal P.N.R.R. (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), erogati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Fra le principali opere previste c’è la realizzazione di un bacino di accumulo idrico, in località Santa Barbara a quota 1.200 metri, per scopi irrigui ed antincendio; si estenderà su circa un ettaro ed avrà una capacità di 37.000 metri cubi.mSono inoltre previsti altri 2 invasi per l’accumulo dell’acqua: il serbatoio Navìsi verrà realizzato sotto passo Bordala ed avrà una capacità di 5.000 metri cubi a scopo irriguo ed antincendio; il serbatoio Stivo sarà invece collocato sotto l’attuale campo sportivo di Ronzo Chienis, con una capacità di 3.000 metri cubi, che integreranno una vasca d’accumulo per uso potabile da 300 metri cubi come supporto alla rete idrica comunale nei momenti di bisogno. A questi si aggiungono altri serbatoi di compensazione per l’irrigazione, previsti nella zona del Nomeson a Valle San Felice e nella zona di Carzel sopra Nomesino e Manzano. La nuova rete verrà supportata da un moderno sistema telematico di monitoraggio delle portate e dei consumi per ottimizzare e razionalizzare l’uso della risorsa idrica anche al fine di contenere i costi di esercizio.
“Il nostro impegno– ha aggiunto il Direttore dell’ente consortile, Michele Bernabè – sarà anche quello di garantire il minore impatto possibile sulla viabilità e sull’attività agricola durante i lavori; siamo riusciti ad avviarli, rispettando il cronoprogramma di progetto, che risulta particolarmente impegnativo, per quanto riguarda le tempistiche imposte dal finanziamento P.N.R.R., che prevede l’ultimazione delle opere entro Ottobre 2025 ed il loro collaudo a Marzo 2026.”
“Proseguiamo così la stagione dei cantieri nel rispetto delle tempistiche imposte dai finanziamenti comunitari. I Consorzi di bonifica ed irrigazione si confermano in sintonia con gli interessi di un Paese, che vuole la valorizzazione del territorio al centro del proprio modello di sviluppo” ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.

MARCHE: CONCLUSO PROGETTO MITIGAZIONE RISCHIO
Sono passati quasi diciotto anni dall’alluvione, che nel 2006 colpì le zone dell’Aspio e Stazione di Osimo, nonchè quella limitrofa di Monte Camillone, frazione di Castelfidardo: un evento, che paralizzò un’area fortemente antropizzata con un’ampia presenza di aziende, attività commerciali, abitazioni e che nel 2011 si ripeté con la stessa intensità.
L’evidente necessità di mettere in sicurezza il territorio con opere di mitigazione del rischio idraulico ha trovato una sua concretizzazione e i necessari finanziamenti regionali anno dopo anno da quegli eventi; il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro), attraverso la sua società “in house” BME - Bonifica Marche Engineering, è stato chiamato ad integrarsi con le opere portate a termine dalla Provincia ed incaricato della progettazione di interventi volti a contenere le criticità evidenziate dalle alluvioni lungo tutto il bacino idrografico del fiume Aspio. A Marzo 2024, lo status quo sulle zone interessate vede in gran parte conclusi i lavori sul fosso Rigo. L’apertura del “canale bypass”, il rifacimento del ponte lungo via del Lavoro e l’ampliamento delle sezioni di valle fino alla confluenza con il torrente Aspio aumentano la sicurezza del territorio in caso di piene. Anche i due nuovi ponti, entrambi in acciaio, eretti uno lungo la Strada Statale 16 e l’altro poco più a monte, possono considerarsi ultimati. Restano da realizzare un terzo ponte, il cui cantiere partirà a breve e le opere per il tratto di monte, finanziati con fondi POR-FESR e la cui progettazione è in fase di avvio. Diversi i tempi per rio Scaricalasino ad Osimo, dove l’imponenza degli interventi e le dimensioni dei finanziamenti necessari (circa quindici milioni di euro complessivamente) hanno richiesto alla Regione Marche di suddividere la realizzazione delle 6 casse di espansione (3 sul fosso Offagna, 1 sul fosso San Valentino e 2 su rio Scaricalasino) in 3 stralci funzionali. È proprio di questi giorni l’avvio del cantiere del 2° stralcio, finanziato con fondi P.N.R.R (Piano Nazionale Ripresa Resilienza). Obbiettivo con la Regione Marche è di realizzare, oltre alle attività ordinarie, tutte le opere necessarie nelle aree già colpite da eventi alluvionali importanti e far sì che sia garantito il deflusso delle piene, causate da eventi piovosi con un tempo di ritorno superiore ai duecento anni, come prevedono le norme. Per fare ciò sono state dirottate le risorse necessaria nei bacini dell’Aspio (Osimo e Castelfidardo), dell’Esino (Castelferretti e Falconara), del Misa (Bettolelle e Senigallia) e più recentemente del Bagnolo (Morrovalle) e del Marganetto-Aspio (Ancona).
VENETO: EFFICIENTAMENTO IRRIGUO
Il Consorzio di bonifica Delta Po (con sede a Taglio di Po, nel Rodigino) è impegnato in 2 importanti interventi tra Ariano nel Polesine, Corbola e Taglio di Po, finanziati dal P.N.R.R., a sostegno dell'agricoltura, per un importo complessivo di 14.700.000 euro. Le opere sono funzionali al risparmio della risorsa ed all'ottimizzazione del servizio irriguo, ormai imprescindibili per un territorio tra i meno piovosi del Veneto e costantemente minacciato dall’infiltrazione salina.
Il primo dei 2 macro interventi è il rifacimento di tratti di canalette irrigue deteriorate e la realizzazione di prese dalla rete di scolo per il riutilizzo ai fini irrigui di acque provenienti da diversi bacini nell’unità territoriale di Isola di Ariano; l’importo complessivo ammonta a 7.500.000 euro. Il secondo intervento riguarda il rifacimento di tratti di canalette irrigue deteriorate nella zona NordOccidentale dell'Isola di Ariano con installazione di misuratori di portata, per un importo complessivo di 7.200.000 euro. Entrambe le progettualità sono state elaborate “in house” dall’ente consortile, che ha già adempiuto alle procedure amministrative, di gara, di affidamento dei lavori e sta ora coordinando i cantieri. Sono già stati effettuati sopralluoghi per verificare l'avanzamento dei lavori.
L'irrigazione è stata sospesa dal 1 Ottobre 2023 e riprenderà il prossimo 1 Aprile, rimanendo attiva fino al successivo 1° Ottobre, quando dovrà essere nuovamente sospesa. Si tratta di interruzioni necessarie per consentire l'esecuzione dei lavori nel periodo invernale, finalizzati a garantire la disponibilità della risorsa irrigua oltre che una sua gestione più sostenibile. I lavori si concluderanno alla fine del 2025 e si inseriscono in un quadro più ampio di efficientamento della rete irrigua del territorio deltizio.
È IN CORSO IL TRACIMO DALLA DIGA DEL MOLATO: UNO “SPETTACOLO” CHE SA DI SVILUPPO E TUTELA DEL TERRITORIO
Seppur con una portata modesta, il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede nella città emiliana) ha avviato lo sfioro degli scarichi di superficie (scivoli) della diga Molato in Alta Val Tidone, nel Piacentino. Nonostante non ci siano state ulteriori precipitazioni dopo quelle di metà mese, gli apporti idrici hanno consentito un sufficiente flusso d’acqua in ingresso da monte e quindi il raggiungimento della quota di sfioro a circa trecentocinquantaquattro metri sul livello del mare (s.l.m.) con volume di poco superiore ad otto milioni di metri cubi. Lo sfioro, che è una delle fasi della procedura controllata e costantemente monitorata, varierà di portata sulla base della quantità d’acqua in ingresso.
La procedura di collaudo, iniziata lunedì 18 Marzo u.s., prevede il completo riempimento dell’invaso della diga Molato, passando dall’attuale quota idrica autorizzata di m. 353,70 s.l.m. (volume di circa sette milioni e seicentomila metri cubi d’acqua) a m. 354,40 metri s.l.m. (poco più di otto milioni di metri cubi). Il motivo, per cui la diga necessita di un secondo collaudo dopo quello effettuato quasi cento anni fa alla sua entrata in funzione, è la certificazione dell’opera a seguito di importanti manutenzioni straordinarie. I controlli dell’opera sono comunque costanti per mantenere la diga sicura ed efficiente: alcuni sono giornalieri, altri mensili, altri semestrali. A ciò si aggiungono i sopralluoghi dei tecnici del Ministero Infrastrutture; continue sono anche le manutenzioni ordinarie dell’opera.
“L’azione in atto alla diga Molato è l’esempio dell’importanza di 2 aspetti, per i quali abbiamo proposto da anni specifici piani d’intervento, interessanti l’intera Penisola: la necessità di invasi multifunzionali a servizio del territorio ed il bisogno di manutenzione per la rete idraulica esistente” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Per quanto riguarda la sicurezza idraulica di valle, anche durante l’attuale fase di sfioro, viene rispettata quella, che è la regola aurea delle dighe: mai rilasciare più acqua di quella che entra. Nell’alveo di valle passa quindi la stessa portata, che si ha in ingresso nel bacino. La diga Molato è un elemento fondamentale nella conservazione e distribuzione della risorsa idrica per il settore agricolo ed agroalimentare, che è il primo beneficiario dell’acqua immagazzinata ogni anno dall’autunno alla primavera per essere utilizzata in estate a fini irrigui. È poi un’opera importante per la produzione di energia idroelettrica ed in generale per lo sviluppo delle condizioni socio-economiche dell’ambito territoriale, nonchè per la valorizzazione turistica dell’intera vallata.
“Come noto – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - in Italia solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta e non lasciata defluire in mare, diventando salata, quindi inutilizzabile a fini irrigui e idropotabili; la diga Molato è dunque un buon esempio di riscatto per il territorio di valle, cui è consentita un’agricoltura fiorente ed il cui sviluppo, senza l’apporto idrico da monte, non sarebbe possibile.”
EMILIA ROMAGNA: SI SPERIMENTA L’AGRICOLTURA RIGENERATIVA DI DOMANI
“#waterforpeace” è stato il tema della recente Giornata Mondiale dell’Acqua ed è evidente che la principale via per un obbiettivo, che sa di utopia, non può che essere il dialogo e lo scambio di conoscenze: un esempio concreto è arrivato da Budrio, dove gli spazi di “Acqua Campus” (laboratorio tecnico-scientifico, gestito dal Consorzio C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo, con sede a Bologna) hanno ospitato l’avvio delle prove sperimentali di un innovativo progetto di ricerca in agricoltura rigenerativa per restituire benessere e fertilità al suolo, così da ottenere il miglioramento della capacità di trattenere acqua; partner di ANBI Emilia Romagna è Yara, azienda norvegese, leader internazionale della nutrizione vegetale.
La collaborazione sottolinea l’importanza di un’azione congiunta verso un uso sempre più efficiente dei nutrienti, massimizzando le produzioni ed ottimizzando, al contempo, l’uso irriguo; per riuscirci si stanno testando nuove tecniche e strategie di agricoltura rigenerativa con l’impiego di formulati chimici di nuova generazione, capaci di rendere le colture più sostenibili e resilienti alla crisi climatica.
Le conclusioni sono state affidate a Francesco Vincenzi, presidente di turno E.U.W.M.A. (European Union Water Management Associations), impegnato nel sostenere in Europa le istanze dell’agricoltura irrigua, in grado di garantire reddito agli agricoltori italiani, ottimizzando l’utilizzo della risorsa, grazie anche ad una costante ricerca nel campo dell’ innovazione come testimoniato dalla certificazione Goccia Verde.
VENETO: ACCORDO QUADRO PER SICUREZZA IDRAULICA
Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Veneza) sarà impegnato dal prossimo autunno in un articolato piano d'interventi (valore: circa un milione e settecentoventimila euro) per la messa in sicurezza idraulica dei territori di Fossalta di Portogruaro e, in parte, di Portogruaro.
Nei giorni scorsi, ente consortile ed Amministrazione Comunale fossaltese hanno illustrato il progetto ai proprietari dei fondi interessati: l'opera prevede il risezionamento dei fossati afferenti il bacino Fondi Alti (fra fiume Lemene, roggia Lugugnana e canale Taglio), collegati al canale di gronda della terza corsia dell'autostrada A4. Lo scolo sarà dotato di un innovativo sistema di telecontrollo per la regolazione delle chiaviche in ragione dei previsti flussi d'acqua.
L'importante intervento sarà realizzato con i fondi post tempesta Vaia. La quasi totalità del finanziamento riguarderà il territorio di Fossalta, con una piccola parte dei lavori eseguiti anche nella zona del Fossalato, in comune di Portogruaro.
Il nuovo progetto si aggiunge ad un maxi intervento messo a punto dall’ente consorziale e dal Comune di Fossalta, tramite specifici contributi per 4.770.000 euro: l’importo, eccezionalmente e unico nella storia del Comune, include interventi per circa due milioni e trecentottantottomila euro stanziati tramite P.N.R.R. .
EMILIA ROMAGNA: ACCORDO CONTRO DISCRIMINAZIONI, MOBBING E MOLESTIE
Favoriti nel tempo dai Ministeri del Lavoro del nostro Paese e rifacendosi ai principi della nostra Costituzione, ma anche alle progressive e sempre più dettagliate raccomandazioni specifiche in materia di pari opportunità, abbattimento di qualsiasi forma di possibile discriminazione, lotta alle potenziali molestie, episodi di “mobbing” e valorizzazione del benessere di chi lavora, trovano oggi sempre maggiore spazio ed applicazione, in numerose realtà pubbliche e private, accordi mirati e codici comportamentali.
Gli stessi Ministeri ed altri enti governativi e di ricerca (ad esempio, il C.N.R. -Consiglio Nazionale Ricerche), nonché numerose realtà di gruppi imprenditoriali operanti su scala globale si dotano attualmente di regolamenti ad hoc e codici di tutela della dignità del lavoratore a 360°; ora anche il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città del Teatro Regio”) ha sottoscritto un accordo specifico, che norma e fissa tali principi volti al contrasto verso qualsiasi forma di discriminazione, “mobbing” e molestie con particolare, doverosa e massima attenzione all’universo femminile, operante nel mondo del lavoro.
TOSCANA: “VIE D’ARNO”: CONTINUA L’ESPLORAZIONE DEL FIUME
Iniziato sotto la pioggia battente dalle Foreste Casentinesi, è proseguito il calendario di iniziative messe a punto dalla Canottieri Comunali Firenze per celebrare i suoi 90 anni di vita con una discesa completa del fiume, dalla sorgente alla foce.
Il progetto, che si pone l’obbiettivo di esplorare il territorio fluviale da vicino e in modo ecosostenibile (a piedi, in bicicletta, in canoa od in kayak), è approdato a Subbiano e a Ponte Buriano, dove i partecipanti sono stati impegnati in attività di canoa e rafting per osservare da vicino lo stato di salute del fiume.
Le notizie e le osservazioni fornite dagli sportivi saranno utili non solo per programmare eventuali interventi di manutenzione ordinaria sul tratto, ma anche per mettere a punto il quadro conoscitivo dell'area, oggetto del Contratto di Fiume Abbraccio d'Arno, promosso dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) ed inserito nel Patto per l'Arno, voluto dall' autorità di bacino Distretto Appennino Settentrionale.
FRIULI VENEZIA GIULIA: PASSEGGIATA CONOSCITIVA TRA LE IDROVORE
Inedito tour di una ventina di cittadini, organizzati dall’associazione Consumatori Attivi, tra le prese e le idrovore (da Precenicco a Tricesimo, passando per Varmo e San Mauro) gestite dal Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede ad Udine): un incontro utile per comprendere l'importanza delle opere a presidio e a tutela del territorio a rischio idrogeologico.
L’opera di bonifica è silenziosa e non sempre visibile, per cui spesso viene sottovalutata la sua importanza, ma mai, come in questo periodo di cambiamenti climatici, è essenziale per la convivenza sociale e lo sviluppo economico dei territori.

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