Anno XXVI, n. 8 venerdì, 1 marzo 2024

SFIORATA UNA NUOVA ALLUVIONE NEL VICENTINO SALVATO DAI BACINI DI LAMINAZIONE

ANBI: “E’ L’ENNESIMO MONITO AD INVESTIRE IN PREVENZIONE IDROGEOLOGICA”

“Sono i bacini di laminazione a Caldogno e Montebello, dove sono stati stoccati 3 milioni di metri cubi d’acqua, ad avere salvato Vicenza da una nuova, disastrosa alluvione con picchi di pioggia paragonabili a quelli della tempesta Vaia. Non possiamo quindi che sottoscrivere l’invito al Governo, esternato dal Presidente Regione Veneto, Luca Zaia, di stanziare almeno due miliardi all’anno per la prevenzione idrogeologica sul territorio italiano; quanto accaduto nel vicentino deve essere monito per privilegiare politiche di prevenzione alla mera conta di danni e vittime. Il Veneto ha imparato la lezione ed ha in programma la realizzazione di 23 bacini, di cui 13 già in opera”: di fronte all’evolversi del quadro meteo a dichiararlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
“Ancora una volta le casse di espansione, realizzate dopo l’inondazione del 2010, si dimostrano fondamentali per garantire sicurezza alle comunità. È opportuno comunque ricordare che la loro è una funzione di sicurezza idraulica e quindi, superata l’emergenza saranno progressivamente svuotate, contribuendo comunque a rimpinguare le falde. Per questo sarebbe importante affiancarle con una rete di bacini destinati a trattenere l’acqua in eccesso per utilizzarla nei momenti di necessità” ha aggiunto Francesco Cazzaro, Presidente  ANBI Veneto.
“Che sia Piano Invasi o Piano Laghetti è comunque indispensabile dotare il territorio di infrastrutture multifunzionali, destinate a calmierare regimi idrici, ormai condizionati dall’estremizzazione degli eventi meteo, conseguenza della crisi climatica. Il paradosso è che tra qualche mese, di fronte alle esigenze della stagione irrigua, potremmo rimpiangere l’acqua, che sta cadendo ora sul territorio e che facciamo defluire inutilizzata a mare; emergenza idrogeologica e siccità sono facce di una stessa medaglia” ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.

VENETO: FORTE E PROLUNGATA ONDATA DI MALTEMPO

Il Veneto è alle prese con una forte e prolungata ondata di maltempo, che nei primi 3 giorni, tra lunedì 26 e mercoledì 28 Febbraio, ha fatto registrare una media di 150 millimetri di pioggia nel Vicentino e nel Padovano con punte fino a duecentotrenta millimetri sui territori prealpini di Recoaro e mm.246 a Valporen-Seren del Grappa: inevitabili le ripercussioni sui torrenti e sulla rete idraulica a valle con numerosi allagamenti soprattutto nel Vicentino e nel Padovano.
I Consorzi di bonifica sono pertanto a fianco di Regione Veneto, Geni Civili e Protezione Civile per limitare le problematiche derivanti da una situazione potenzialmente disastrosa e paragonabile, dal punto di vista delle precipitazioni, alla grande alluvione del 2010 ed alla tempesta Vaia del 2018. Il maltempo ha coinvolto tutta la regione e ha visto particolarmente impegnati gli enti consortili, che operano a ridosso delle Prealpi Vicentine e l’area Euganea (Alta Pianura Veneta con sede a San Bonifacio, in provincia di Verona; Adige Euganeo con sede ad Este, in provincia di Padova; Bacchiglione, con sede Padova; Brenta, con sede a Cittadella, nel Padovano); attraverso il lavoro delle idrovore hanno cercato di scaricare nella rete principale l’acqua delle campagne e dei reticoli di competenza: un lavoro continuo (giorno e notte), che in certi punti è stato rallentato per consentire il passaggio delle onde di piena dei principali fiumi. Situazione particolarmente difficile nella Bassa Padovana, nel bacino che afferisce al fiume Gorzone ai massimi livelli e che ha comportato per molte ore lo spegnimento, concordato con Regione e Genio Civile, delle pompe idrovore con conseguente allagamento di diverse aree di campagna.
La situazione, almeno fino a martedì 5 Marzo p.v., si presenta come fortemente difficile a causa di ulteriori precipitazioni su territori già saturi e con livelli alti di fiumi. Un primo bilancio, che fa riferimento alla più acuta fase iniziale della perturbazione ha confermato ancora una volta l’efficacia della rete di casse di laminazione, realizzate dopo l’alluvione del 2010. Nei primi 3 giorni di maltempo, circa tre milioni di metri cubi d’acqua sono stati deviati nelle casse di espansione, salvando di fatto la città di Vicenza da una situazione forse peggiore di quella del 2010. Vicenza è stata comunque oggetto di allagamenti a causa dall’esondazione del fiume Retrone, peraltro rientrato velocemente nel suo alveo.
Altre aree fortemente interessate dagli allagamenti risultano essere le campagne ad Ovest ed Est dei Colli Euganei; si segnala, in particolare, l’esondazione del canale Rialto nell’area termale di Abano e Montegrotto. Nell’evento del 26-28 Febbraio non si registrano vittime; i danni appaiono relativamente contenuti: nelle campagne allagate, in stagione ancora non di semine e trapianti, hanno sofferto viti e coltivazioni di asparago, ma si segnalano anche danni all’apicoltura. Sempre in riferimento alla perturbazione del 26-28 Febbraio, gli enti consorziali Veronese (con sede nel capoluogo scaligero), L.E.B.-Lessinio Euganeo Berico (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona), Piave (con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso), Acque Risorgive (con sede a Venezia Mestre) e Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, nel Veneziano) non segnalano particolari problematiche.

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

L’IMPREVEDIBILITA’ PREVEDIBILE DELLA CRISI CLIMATICA SULL’ITALIA: MENTRE AL NORD I FIUMI SONO IN PIENA AL SUD PERMANE LA SOFFERENZA IDRICA

VINCENZI: “QUANTO SUCCESSO A VICENZA CONFERMA LA NECESSITA’ DI INDISPENSABILI SCELTE NELLA POLITICA DEL TERRITORIO IN ITALIA ED IN EUROPA”

“Non sappiamo né dove, né quando, ma sappiamo che succederà, perché rischio idrogeologico e siccità sono facce di una stessa medaglia chiamata gestione idraulica e che, di fronte all’estremizzazione degli eventi meteo, abbisogna di nuove infrastrutture capaci di calmierare i picchi della disponibilità idrica, per eccesso o per mancanza; ad evidenziarlo sono gli eventi come dimostra l’alluvione sfiorata a Vicenza ed impedita dall’allagamento dei bacini di espansione a monte della città, realizzati dal 2010 ad oggi”: a ricordarlo, ancora una volta, è stato  Francesco Vincenzi, Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue, commentando i dati dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche, che testimoniano il repentino cambiamento climatico sull’Italia, dove la neve è tornata sulle Alpi e l’Appennino settentrionale, ma al Sud permangono aree in carenza d’acqua.
Nel Centro Italia, infatti, solamente la Toscana sembra seguire le dinamiche registrate nelle regioni settentrionali: lungo la dorsale adriatica precipitazioni più modeste (piogge moderate e quasi assenza di nevicate) non hanno influenzato significativamente l’andamento idrometrico di fiumi e bacini. Nelle Marche continua a mancare un vero manto nevoso sui monti ed i livelli dei fiumi restano stabili su valori molto bassi da settimane: Esino e Sentino registrano addirittura un’ulteriore contrazione delle portate. In Umbria, dove sta piovendo poco, è tornato ad abbassarsi il livello già scarso del lago Trasimeno, mentre restano sotto media i flussi dei fiumi Chiascio Topino.
Completamente diversa è la condizione della Toscana interessata da precipitazioni violente soprattutto sulla fascia montana a Nord (province di Massa Carrara, Lucca, Pistoia), dove sono caduti fino a duecento millimetri di pioggia; tale massa d’acqua ha fatto elevare pericolosamente le portate dei fiumi: in una settimana il Serchio è salito da 40 metri cubi al secondo a mc/s 647 mc/s, l’Ombrone da mc/s 9 a mc/s 269,30, l’Arno ha raggiunto 455,50 metri cubi al secondo (fonte: SIR-Sistema Idrologico Regionale). Sull’Abetone sono ora presenti circa trenta centimetri di neve.
Nel Lazio una consistente crescita di livello è stata registrata dal fiume Fiora, che in 5 ore è cresciuto di 1,5 metri; sono aumentate anche le portate di Aniene e Liri così come le altezze idrometriche dei laghi di Bracciano, Nemi ed Albano. Un sottile velo di neve è presente esclusivamente sui Monti Simbruini. In Campania vengono registrati incrementi di portata nei fiumi Sele, Volturno e Garigliano. In Basilicata i volumi invasati nei bacini artificiali aumentano di 8 milioni di metri cubi in una settimana, ma non bastano certo a colmare il rilevante deficit idrico, causato da scarse precipitazioni e temperature eccezionalmente miti (mancano oltre centoquarantasei milioni di metri cubi d’acqua nei serbatoi della regione).
In Puglia l’incremento d’acqua negli invasi è stato ancora più modesto (1.700.000 metri cubi), allargandosi ulteriormente il deficit sul 2023 (-126 milioni di metri cubi). In Sicilia, nonostante abbondanti piogge (fino a cento millimetri sul Messinese), resta grave la condizione degli invasi, che registravano il secondo valore più basso dal 2010, trattenendo il 23% d’acqua in meno rispetto all’anno scorso e -33,54% sulla media degli ultimi 14 anni. In Sardegna, le piogge più abbondanti si sono registrate sui territori occidentali, mentre in 48 ore sono caduti 25 millimetri d’acqua sulla fascia settentrionale, mm. 41 su quella centrale ed una ventina di millimetri sul Sud dell’Isola. Nella prospicente Liguria, oltre alla crescita dei livelli fluviali a causa di importanti cumulate di piogge soprattutto nel settore di Levante (Magra +m.2,36; Entella +m.1,10; Vara +m.1,70), è tornata la neve sulle cime delle montagne.
Sul Piemonte le precipitazioni più intense si sono verificate a Nord con una media settimanale di circa ottanta millimetri, mentre neve abbondante si registra anche sulle Alpi Marittime e Cozie meridionali, finora brulle; aumenta la portata dei fiumi, tra i quali spicca il Tanaro, che finalmente torna sopra la media storica, evidenziando il carattere torrentizio. In Valle d’Aosta le nevicate hanno accresciuto il manto nevoso; sono aumentate anche le portate di Dora Baltea e torrente Lys. Pure in Lombardia migliora la condizione dei fiumi, grazie alle piogge intense delle scorse ore: mm. 50 sul bacino dell’Adda (la portata del fiume ha toccato +150% sulla media decennale); mm.40 su quello del Mincio; mm. 43,6 su quello dell’Oglio; mm. 52,5 sul bacino del Ticino (Fonte: ARPA Lombardia); in rialzo sono anche i livelli di Chiese ed Oglio. Sui monti lo spessore nevoso è cresciuto considerevolmente in una settimana: + cm.67 ad Edolo e Livigno, +cm. 84 a Chiesa Valmalenco.
I livelli dei grandi laghi del Nord sono ampiamente sopra la media del periodo con il Benaco, che ha superato il livello massimo di riempimento ed il Verbano, che è al 90%. Nel Veneto, se l’attenzione è concentrata sulle minacciose ondate di piena dei fiumi Bacchiglione e Retrone, le abbondanti piogge (in 24 ore oltre cento millimetri) hanno velocemente innalzato le portate di molti altri corsi d’acqua: dai minori (Tesina da mc/s 7,16 a mc/s 155) ai più conosciuti (Brenta da mc/s 70 a mc/s 350 ca.). Infine, grande apprensione si registra anche in Emilia-Romagna, preoccupata dall’improvviso risvegliarsi di fiumi in sofferenza idrica da tempo: è il caso del Reno, il cui livello in 24 ore è cresciuto di 7 metri così come il Panaro, mentre  la Secchia è salita di oltre sei metri e mezzo. A godere di questa condizione è finalmente anche il fiume Po tornato ovunque sopra la media.
“Ancora una volta, quindi, quella che potremmo definire l’imprevedibilità prevedibile della crisi climatica sta mettendo a rischio la tenuta dei territori – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - L’esempio dell’alluvione prevenuta in Veneto, grazie alla programmazione degli interventi in anni recenti, deve essere indicazione per scelte politiche, che siano centrali anche in un’Europa, capace di interpretare le reali esigenze delle comunità.”

I SINDACI DI FIRENZE E PISA TESTIMONIANO A FAVORE DELLA PROPOSTA ANBI PER LA MANUTENZIONE DEI FIUMI

VINCENZI: “POSSIAMO DARE UN IMPORTANTE CONTRIBUTO ALLA SICUREZZA IDROGEOLOGICA ANCHE DEI CENTRI URBANI”

Arrivano dalla Toscana 2 qualificati “endorsement” a sostegno della proposta avanzata da  ANBI di affidare ai Consorzi di bonifica la manutenzione dei fiumi in ambito urbano, stante l’insufficienza delle risorse pubbliche e l’indispensabilità di queste attività  per la sicurezza idrogeologica delle comunità: a portare la loro, positiva testimonianza sono i Sindaci di Firenze e Pisa.
“In questi anni è stato fatto un grande lavoro per la sicurezza dell’Arno e del reticolo minore; se oggi il fiume non fa più paura, lo si deve alle tante opere di mitigazione realizzate – ha dichiarato il Primo Cittadino di Firenze, Dario Nardella - Il Consorzio di bonifica è da sempre in prima fila per la tutela dei nostri corsi d’acqua e per la sicurezza dell’Arno; ci auguriamo che il buon esempio possa estendersi ad altre zone d’Italia.”
«L’importanza del lavoro dei Consorzi di bonifica diventa evidente nei momenti di crisi ed emergenza – ha aggiunto Michele Conti, Sindaco di Pisa - Qui, per esempio, in occasione del passaggio delle piene del fiume Arno, fa la differenza farsi trovare pronti con la pulizia delle sponde, grazie ad una manutenzione costante e ad un sistema, che funziona. Una politica lungimirante sulla regimazione delle acque, unita ad una pianificazione territoriale, che riduca il consumo di suolo, sono alla base di ogni azione di sviluppo per la nostra comunità.”
“La Legge di Bilancio, approvata dal Parlamento ed il contestuale obbligo di assicurazione a carico delle imprese contro gli eventi naturali certificano una verità già nota: le risorse pubbliche sono insufficienti e da anni i ristori statali non superano il 10% dei danni subiti dai territori colpiti da eventi naturali. Non vogliamo togliere competenze ad alcuno, ma solo affiancarlo con la stipula di apposite convenzioni per la sicurezza dei territori” ha sottolineato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
“È il valore dell’autogoverno e le positive esperienze di manutenzione di fiumi in ambito urbano a convincerci di candidarsi ad ulteriori responsabilità nell’interesse della comunità, consci dell’impegno, che ci assumiamo – ha chiosa il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.
“Siamo orgogliosi di essere presi ad esempio per la manutenzione del reticolo idrografico di acque pubbliche anche negli ambiti urbani – ha commentato Marco Bottino, Presidente ANBI Toscana - In tutte le città, capoluogo di provincia nella nostra regione, i Consorzi di bonifica concorrono alla manutenzione di fiumi e torrenti dentro e fuori dai centri abitati, rendendo disponibili risorse economiche ingenti e sicure, derivanti dai contributi di bonifica e pari a poco meno di 100 milioni di euro all’anno.”
“Essere indicati come modello per la manutenzione urbana dei fiumi rappresenta un riconoscimento al grande lavoro svolto per tenere in sicurezza sia l’Arno, che scorre nel cuore della città di Pisa, ma anche tutto il reticolo idraulico – ha concluso Maurizio Ventavoli, Presidente Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno - Cura e vigilanza costante sono le parole chiave, che guidano il nostro lavoro sia nella manutenzione del grande fiume toscano che di tutti i corsi d’acqua, su cui abbiamo competenza.”

LOMBARDIA: STAGIONE IRRIGUA: SEMPRE PIU’ EVIDENTI I SEGNI DELLA CRISI CLIMATICA

Un’altra annata segnata dalla crisi idrica in corso dal 2021: si potrebbero sintetizzare così le conclusioni del Report sulla Stagione Irrigua in Lombardia incentrato sul 2023. Il volume   è   stato   presentato   a Milano nel corso del convegno “Descrivere le stagioni irrigue”, organizzato per il quarto anno da ANBI Lombardia: in quasi sessanta pagine si possono ripercorrere i dati e le analisi sull’irrigazione lombarda, elaborate dal CeDATeR, il Centro Dati Acqua e Territorio Rurale, nato dalla sinergia tra i Consorzi di bonifica e la Regione lombardi. Il quadro, che emerge è quello di una scorsa annata irrigua, avviata nel segno di una profonda crisi idrica, dovuta alla scarsità di precipitazioni, con una disponibilità ridotta del 58%, rispetto alla media del periodo di riferimento 2006-2020, su cui ha pesato (-69%) la mancanza di neve. Le piogge copiose di Maggio, insieme alla gestione cautelativa e condivisa dei bacini lacustri e idroelettrici montani, hanno consentito tuttavia di chiudere la stagione senza le gravi difficoltà del 2022.
“Fondamentale anche nella scorsa stagione - ha messo in evidenza il Presidente ANBI Lombardia, Alessandro Rota - è stato il ruolo del Tavolo Regionale per l’Utilizzo in Agricoltura della Risorsa Idrica, che ha consentito il coordinamento nella gestione dei bacini lacustri e degli invasi idroelettrici montani. Questo ha permesso di contare su riduzioni contenute delle portate derivate, giungendo quindi ad un complessivo soddisfacimento dei fabbisogni irrigui delle colture. I Consorzi di bonifica ed irrigazione lombardi - ha concluso Rota - guardano all’immediato futuro: investimenti in infrastrutture ed innovazione sono alla base della nostra azione accompagnata dal rafforzamento di una rinnovata cultura dell’acqua basata sull’approccio scientifico, di cui il nostro Report è parte integrante.”
Temi ripresi dal Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, che ha ricordato come “i dati confermano che il cambiamento climatico è in atto ed anche in pianura padana lo stiamo vivendo con molta apprensione; dobbiamo raccogliere questi dati per mettere in campo politiche di mitigazione, ma soprattutto di adattamento.”
Il 2023 ha ancher messo in luce l’urgenza di approfondire il tema delle interazioni tra irrigazione e acque sotterranee, analizzando più approfonditamente gli effetti dei prelievi da falda ed il ruolo fondamentale dei sistemi irrigui nella ricarica degli acquiferi.
“E’ un tema che era già emerso in tutta la sua evidenza nel 2022, riconfermandosi - come ha evidenziato il Direttore ANBI Lombardia, Gladys Lucchelli - uno dei temi più complessi e meno conosciuti: solamente una maggiore consapevolezza del ruolo della falda, delle tempistiche e delle modalità della sua ricarica può consentirne un utilizzo equilibrato e sostenibile.”

PIEMONTE: SICCITÀ: CAUTO OTTIMISMO PER LA PROSSIMA STAGIONE IRRIGUA

L’Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara) esprime un cauto ottimismo rispetto alla stagione irrigua 2024 sulla base dei dati accumulati attraverso l’attento monitoraggio delle precipitazioni, dello stato delle nevi, dei livelli dei bacini idrici e della falda, confrontati con le medie storiche dei suoi archivi; ma a preoccupare è la legislazione sul Deflusso Minimo Vitale, che si trasformerà in Deflusso Ecologico, su cui l’ente consortile sta lavorando per fornire, ai decisori politici, tutte le indicazioni per migliorare la normativa vigente: bisogna valorizzare l’acqua anche portandola nei canali, perché ogni litro soddisfa le esigenze di un intero ettaro di terreno.
Analizzando i dati storici delle precipitazioni, è possibile dare una visione d’insieme rispetto gli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Grazie alle rilevazioni fatte dall’ente consorziale sul territorio piemontese nel corso degli ultimi 95 anni, è possibile calcolare la media delle precipitazioni annue, che è pari a 941 millimetri.
Nel 2022 sono piovuti 633 millimetri, mentre nel 2023 sono stati mm. 753 concentrati essenzialmente a Maggio, che è stato il mese più piovoso dei recenti 20 anni. L’andamento delle misurazioni annuali mostra come il 2022, anno in cui la siccità ha colpito duramente la regione, non è stato il peggiore in assoluto dal punto di vista delle precipitazioni: il 1998 o il 1953 erano stati peggiori, ma i ghiacciai erano in salute e le nevi non si scioglievano con i ritmi attuali ed andavano ad alimentare i bacini fluviali, quando più era necessario. Un segnale preoccupante emerge, infatti, dallo stato delle nevi, dove i livelli arrivano quasi a dimezzarsi rispetto alle medie storiche.
Oggi ci sono 5.000 chilometri cubi di ghiacciai in meno rispetto a 50 anni fa e, secondo le rilevazioni di A.I.E.S., la causa è l’aumento della temperatura: un incremento di 2°, in linea con i dati globali monitorati dall’IPCC (International Panel Climate Change). La situazione delle nevi, che storicamente costituivano la riserva per affrontare il periodo estivo, è quella che più preoccupa; sarà quindi essenziale gestire al meglio le acque del lago Maggiore.

EMILIA ROMAGNA: CAMBIO DI GESTIONE IDRAULICA

La gestione del cavo Gandiolo, canale di scolo ed irrigazione nel comune di Noceto, passa ufficialmente al Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”): l’ufficializzazione dell’iter è avvenuta nella “Casa dell’Acqua”, sede dell’ente consortile. Il Gandiolo ha una lunghezza complessiva di oltre cinque chilometri e sottende un territorio scolante di 360 ettari.
Viene alimentato tramite paratoia posizionata sul canale Grande all’interno di un’area ricompresa tra il fiume Taro ed il torrente Stirone. L’ente consorziale avrà la gestione e la funzione di Autorità Idraulica del Cavo Gandiolo anche ai fini delle emergenze.
L'acquisizione permetterà di recuperare un gettito di contribuenza, che potrà essere impiegato per la costante manutenzione del canale, anche al fine della sicurezza idraulica. Si tratta di un’operazione indubbiamente positiva e di pubblica utilità, i cui benefici sono tangibili su tutti i fronti: entrare ufficialmente a far parte della “Bonifica Parmense” significa, per un consorzio privato, offrire ricadute positive sullo svolgimento delle attività di messa in sicurezza a tutto il territorio, oltre che in termini di manutenzione ordinaria delle infrastrutture idrauliche; inoltre, un incremento delle opportunità di intercettare finanziamenti regionali, ministeriali ed europei, prima preclusi; infine, la possibilità di ricomporre l’intricato “puzzle” della frammentazione delle competenze nello scenario della governance delle acque.
La Regione Emilia-Romagna, che ha stanziato 212.000 euro per interventi di manutenzione e che saranno utilizzati per la realizzazione dei primi lavori di adeguamento idraulico sul cavo Gandiolo, non ha fatto mancare la propria presenza, grazie all’intervento dell’Assessore Agricoltura, Alessio Mammi, che ha auspicato come il “modello Gandiolo” possa essere un esempio virtuoso, ulteriormente replicabile sul territorio regionale.

LOMBARDIA: AL VIA NUOVI INTERVENTI PER LA DIFESA IDRAULICA

Continua l’impegno del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) nella difesa idraulica del territorio: dallo scorso Ottobre sono in svolgimento i lavori, che porteranno alla realizzazione di 2 nuove vasche di laminazione (una a Carnate e l’altra a Gessate), che saranno completate tra la fine di quest’anno ed il primo semestre 2025.
Tali opere sono finanziate da Regione Lombardia per un importo di 12.600.000 euro per l’intervento nel territorio brianzolo e di 5.700.000 milioni per la vasca in provincia di Milano. A Carnate l’invaso per gestire le portate del torrente Molgora avrà una capacità di 350.000 metri cubi su una superficie di 9 ettari. Di dimensioni più contenute sarà quella dedicata al torrente Trobbia a Gessate, con un volume d’invaso di 130.000 metri cubi su circa quattro ettari.
Sempre per il torrente Molgora è imminente l'aggiudicazione della progettazione di fattibilità tecnico- economica di un’ulteriore vasca di laminazione a servizio dei comuni di Bussero, Gorgonzola e Pessano con Bornago. L’ente consortile ha assunto il ruolo di ente attuatore per la progettazione esecutiva di quest’opera, ricevendo un finanziamento di 700.000 euro.
Secondo le prime valutazioni, il quadro economico del progetto ammonta a 25 milioni di euro finalizzati all’approntamento di un invaso di dimensioni ragguardevoli (770.000 metri cubi); l’intervento interesserà una superficie di circa trentasette ettari ad Est del comune di Bussero.

PUGLIA: LAVORI PNRR

Il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) sta procedendo al ripristino dei lastroni lungo il canale Adduttore del Tavoliere nell’ambito di lavori per l’ottimizzazione funzionale anche della Vasca Tavoliere e la minimizzazione delle perdite idriche.
I lavori sono finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.).

TOSCANA: 83 ALBERI IN PIU’

L'Amministrazione Comunale di Licciana Nardi ha dato vita ad un parco costituito da 83 alberi di varie specie. L'area verde è stata disposta a forma di logo del Comune ed è provvista di un'area ombreggiata, dove potranno essere installate panchine ed altri elementi di arredo.
Le piante sono state donate dal Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca), grazie al progetto "Un albero in più, più ossigeno per tutti", che ha l'obbiettivo di piantare 1000 alberi ed arbusti all'anno nel comprensorio consortile in collaborazione con i Comuni. L’intenzione è quella di dare una risposta alla crisi climatica: gli alberi svolgono, infatti, una funzione essenziale, sequestrando in atmosfera buone quantità di Co2 e di polveri sottili, rilasciando ossigeno; altra finalità è quella della sicurezza idrogeologica, perché attraverso la messa a dimora di alberi e di arbusti viene svolta un’azione importante sulla qualità dei suoli, che migliorano la filtrazione ed il trattenimento delle acque piovane.
Si tratta quindi di una attività svolta in ottica di prevenzione per diminuire gli effetti al suolo delle precipitazioni e quindi ridurre il rischio idrogeologico. Il parco sull’area Pieve di Monti sarà inaugurato nelle prime settimane di Marzo. Con il progetto “Un albero in più, più ossigeno per tutti” l’ente consorziale è riuscito in soli 3 anni a piantare 3.137 alberi e proseguirà anche nel 2024 con altre 1.000 piante.  

FUTURO AGRICOLTURA: INTESA ACCADEMIA GEORGOFILI – ANBI

Massimo Vincenzini, Presidente dell’Accademia dei Georgofili e Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI,  hanno firmato un Protocollo d’Intesa per sviluppare la collaborazione in progetti per la difesa dell’ambiente a partire dagli ecosistemi fluviali e dalle zone umide, con l’obiettivo di una corretta interazione tra le esigenze di difesa del suolo, utilizzo razionale delle acque, riqualificazione di ambienti degradati, tutela di flora e fauna; l’atto è stato sottoscritto a Firenze, presente anche il Presidente di ANBI Toscana, Marco Bottino.
Tra i punti qualificanti dell’accordo: favorire la diffusione della conoscenza e delle innovazioni su tecniche colturali, compatibili con i cambiamenti climatici e con la tutela dell’ambiente rurale; favorire la diffusione delle informazioni tecniche per la corretta realizzazione di interventi concernenti la costruzione e la manutenzione di un efficiente reticolo idraulico, integrato da invasi collinari; favorire la ripresa delle sistemazioni idraulico-agrarie in chiave moderna, nonché promuovere e sostenere iniziative finalizzate a riportare l’uomo sul territorio.
“I Georgofili riconoscono da sempre l’importanza del lavoro svolto dai consorzi di bonifica; già da qualche anno, infatti, collaboriamo proficuamente con ANBI Toscana. Poter estendere questo rapporto sinergico a livello nazionale ci rende ancor più determinati sull’importanza fondamentale di affiancare la nostra conoscenza scientifica alla preparazione tecnica dei consorzi, nell’interesse della manutenzione del territorio e dei corsi d’acqua, della regimazione idraulica e dello stoccaggio di riserve idriche, preziose per l’agricoltura in tutta Italia” ha dichiarato Massimo Vincenzini.
“Assieme ai Georgofili pensiamo di scrivere una bella pagina di storia per il bene dell’ambiente, unendo conoscenze e competenze. Siamo molto soddisfatti di questo accordo e siamo certi che ne emergeranno ottimi risultati per il territorio. È una prima risposta, in attesa di leggere il Regolamento UE, al colpo di mano della Commissione che ha approvato il “Nature Restoration” in contrasto con tutte le dichiarazioni e gli impegni assunti con gli agricoltori ed i cittadini europei” ha concluso Massimo Gargano.

TOSCANA: AGRICOLTORI MANUTENTORI DEL TERRITORIO

Una riunione molto partecipata si è tenuta a Firenze, nella sede del Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno, tra i dirigenti ed il personale tecnico-amministrativo dell’ente ed una folta rappresentanza di imprenditori agricoli e rappresentanti di categoria; oggetto dell’incontro: l’illustrazione delle modalità e dei tempi di affidamento dei prossimi lavori di manutenzione ordinaria mediante sfalcio della vegetazione già in programma per la prossima stagione estiva 2024.
Le novità di quest’anno, in estrema sintesi, riguardano l’obbligatorietà di utilizzo della piattaforma START con procedura esclusivamente digitalizzata; le tempistiche per l’avvio delle procedure di gara sono stimate per la seconda metà del mese di marzo.
Le perizie riservate all’esecuzione da parte di imprenditori agricoli sono 13 di diversi importi, che vanno dalla più grande ed unica del valore di 281.000 euro ad altre 12, che oscillano tra 61.000 e 45.000 euro ciascuna; ogni imprenditore o consorzio di imprenditori del comprensorio potrà ottenerne una soltanto per favorire la massima diffusione delle aggiudicazioni tra le imprese partecipanti.

LIGURIA: OLTRE 500 GIOVANI A LEZIONE DI IRRIGAZIONE, BONIFICA E CRISI CLIMATICA

Più di cinquecento ragazzi, appartenenti alle scuole di ogni ordine e grado, hanno visitato in questi mesi il Consorzio d’irrigazione Canale Lunense (con sede a Sarzana, in provincia di La Spezia), partecipando ad incontri educativi sul ruolo fondamentale dell'irrigazione, della sicurezza idraulica e della crisi climatica nel contesto locale.
L’ente consortile ha riconosciuto nelle scuole, il luogo fondamentale per la promozione della sensibilità ambientale, impegnandosi a coinvolgere attivamente i giovani considerati come i veri protagonisti del cambiamento. L’iniziativa, partita in concomitanza con l’avvio delle celebrazioni per il centenario dell’ente consorziale, avvenuto il 21 Marzo scorso e proseguita poi nella stagione estiva con i Centri comunali per i ragazzi, ha ripreso ora l’attività.
Di recente hanno fatto visita alla sede consorziale gli alunni dell’Istituto Pavone di Sarzana (classi quarta e quinta della primaria); tra pochi giorni sarà la volta della primaria di Sarzana, con le classi quarta e quinta. E poi ancora la primaria di Crociata, le secondarie di Castelnuovo e Santo Stefano, nonchè altre classi, che man mano stanno aderendo. Le sessioni educative sono state studiate per coinvolgere i ragazzi nella conoscenza dell’irrigazione e della bonifica idraulica attraverso la visione di filmati, unita a momenti di discussione prima di concludersi con lezioni pratiche all’aperto; queste ultime hanno come teatro, uno spazio chiamato “Laboratorio dell’acqua” e comprendono anche l’illustrazione, dal vivo, del funzionamento della centrale idroelettrica e dell’asta irrigua. Inoltre, tra le iniziative rivolte alle scuole, spicca l’invito a realizzare un disegno singolo o su tabellone per illustrare la loro avventura al “Canale Lunense”; le opere saranno esposte in sede a Sarzana durante la Settimana Nazionale Bonifica e Irrigazione (18-26 Maggio p.v.).

VENETO: ENTRA NEL VIVO PROGETTO DIDATTICO REGIONALE

“Acqua, ambiente, territorio. Bonifica è sostenibilità”, il progetto didattico di ANBI Veneto, è entrato nel vivo con gli incontri nelle scuole primarie, disseminate nei diversi comprensori di bonifica. Il progetto, sostenuto dalla Regione Veneto e realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, si articola in 3 macro-sezioni: “Il mio amico canale” rivolta ai ragazzi delle scuole primarie, il concorso “Le stagioni della sostenibilità” rivolto alle scuole secondarie, il programma PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) rivolto alle secondarie di 2° grado.
Nello specifico, in questi giorni sono iniziati i laboratori nelle scuole primarie, relativi a “Il mio amico canale”; dopo i primi incontri, nel corso dei quali i formatori di ANBI Veneto ed i tecnici dei Consorzi di bonifica hanno raccontato il loro lavoro, sono iniziati i laboratori multimediali (video, foto, disegno), attraverso i quali i partecipanti potranno realizzare storie per raccontare un corso d’acqua, che scorre vicino ad ogni rispettivo istituto scolastico. In alcuni casi, per spiegare le differenze di composizione del terreno e la diversa capacità di assorbimento dell’acqua, si è provveduto, attraverso bottiglie riempite con diversi materiali (sabbia, ghiaia, argilla), a mostrare la velocità d’infiltrazione dell’acqua versata dagli studenti.
Al termine del percorso “Il mio amico canale”, gli studenti “adotteranno” simbolicamente il tratto del corso d’acqua oggetto di studio, scriveranno un vademecum di buone pratiche per tenerlo in efficienza nel rispetto dell’ambientee, a suggello di questo nuovo rapporto di amicizia, lo “battezzeranno” con un nome, da loro inventato, in una cerimonia pubblica, cui parteciperà anche l’Amministrazione Comunale.
“Il mio amico canale” coinvolge circa cinquecento alunni delle scuole primarie, mentre complessivamente a tutto il progetto “Acqua, ambiente, territorio” partecipano oltre mille giovani e giovanissimi.

AGENDA

Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nella mattinata di lunedì 4 Marzo p.v. all’evento “Missione Acqua compiuta!”, organizzato a Castiglion Fiorentino dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno per l’inaugurazione del Distretto Irriguo n.8 .DG e Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, saranno invece assieme all’inaugurazione dei lavori di efficientamento del canale Ottomulini, in calendario giovedì 7 Marzo p.v. mattina a Sissa Trecasali per iniziativa del Consorzio di bonifica Parmense.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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