ANBI PROTAGONISTA ALL’EXPO DI DOHA
CAMBIAMENTO CLIMATICO STRATEGIE DI MITIGAZIONE E ADATTAMENTO: LE AZIONI DEI CONSORZI DI BONIFICA ITALIANI AL CENTRO DELL’ATTENZIONE INTERNAZIONALE
Secondo l’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), il cambiamento climatico è causa dell’80% dei disastri naturali e potrebbe costringere circa centoquarantatre milioni di persone a migrare entro il 2050; nel primo semestre del 2023, devastanti alluvioni si sono registrate in U.S.A. e Cina, accompagnate da siccità estreme e prolungate come in Canada, Spagna e Grecia. In Italia, nell’anno appena concluso, la violenza degli eventi meteo ha rapidamente trasformato condizioni di scarsità idrica e prolungata siccità in disastrose emergenze idrogeologiche (Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Campania…). La compagnia assicuratrice svizzera Swiss Re ha calcolato che i danni da calamità naturali crescono con una media annuale tra il 5% e il 7%: nel primo semestre 2023 tale costo è stato superiore del 46% rispetto alla media degli scorsi 10 anni, arrivando a toccare la cifra di 120 miliardi di dollari.
L’European Severe Weather Database ha registrato, nel solo mese di luglio scorso, oltre quattromilacento fenomeni atmosferici estremi nel Vecchio Continente (ondate di calore, prolungate siccità, improvvise intense precipitazioni, grandinate, tornado, alluvioni lampo). La siccità è concausa anche degli incendi boschivi: nel primo semestre del 2023 sono bruciati 2.100.000 ettari di foreste in Canada, mentre in Italia, secondo l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sono andati in fiamme ha. 59.000, di cui il 75% in Sicilia e il 18% in Calabria. Non solo; l’ONU ha affermato che ogni essere umano per sopravvivere deve disporre di almeno cinquanta litri d’acqua al giorno: una quantità, che è un miraggio in molte aree del mondo.
“E’ a questo contesto emergenziale che, in attesa di ineludibili ma non facili scelte planetarie, è necessario dare, sul piano locale, risposte concrete di adattamento e resilienza. Per questo, abbiamo colto l’opportunità di presentare, nel Padiglione Italia all’interno dell’Expo di Doha, capitale qatarina , le strategie e gli interventi messi in campo dai Consorzi di bonifica ed irrigazione per contrastare le conseguenze della crisi climatica – ha spiegato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - In questa missione siamo stati accompagnati dal Presidente della Commissione Agricoltura ed Agroalimentare del Senato, Luca De Carlo e siamo stati ricevuti dall’Ambasciatore in Qatar, Paolo Toschi.”
L’evento “Le nuove frontiere della raccolta dell’acqua, dell’irrigazione e del riuso” è stata così occasione per presentare in un contesto internazionale le misure e le azioni che ANBI, contemperando le esigenze di tutti i portatori di interesse, sta perseguendo in Italia.
“Accanto all’adeguamento della rete idraulica esistente serve – ha proseguito il Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue – la realizzazione di nuove infrastrutture per aumentare la capacità di trattenere l’acqua sul territorio, aumentando le riserve idriche. Contestualmente va ottimizzato l’utilizzo irriguo, grazie all’innovazione tecnologica per un’agricoltura 4.0: da un lato, sistemi informatici e telematici, droni, sensori, satelliti, intelligenza artificiale; dall’altro, miglioramento genetico e nuove tecniche agronomiche di coltivazione sostenibile. Infine, va incentivata la circolarità di utilizzo della risorsa idrica anche in agricoltura. Rilanciamo – ha continuato Vincenzi – la proposta ANBI-Coldiretti per la realizzazione di una rete diffusa di nuovi bacini idrici, sostenibili e multifunzionali per la raccolta delle acque piovane, di cui attualmente si trattiene solo l’11% dei circa trecento miliardi di metri cubi, che annualmente cadono sull’Italia. Il piano, da finanziare con un fondo pluriennale, dispone già di circa trecentonovanta progetti, di cui 123 in fase esecutiva e, quindi, immediatamente cantierabili. I bacini, da realizzare in sintonia ambientale con i territori, sono in grado di rispondere non solo alle esigenze irrigue, ma anche a quelle civili, industriali, energetiche, sociali e, alla bisogna, potabili. Bisogna, inoltre, ampliare ed efficientare i 3 milioni e mezzo di ettari attualmente attrezzati con impianti irrigui collettivi, nonché investire in soluzioni innovative quali digitalizzazione, monitoraggio, gestione automatizzata e telecontrollata delle reti idriche, avanzati servizi a sostegno del processo decisionale irriguo. La certificazione di sostenibilità idrica GocciaVerde e la piattaforma di consiglio irriguo Irriframe sono due esempi del nostro concreto impegno a servizio dell’economia del territorio. Infine, stiamo lavorando per soluzioni, che consentano, come richiesto anche dall’Unione Europea, un maggiore utilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura. Attualmente in Italia vengono dispersi circa nove miliardi di metri cubi all’anno di acqua rigenerata da efficienti impianti di depurazione e che potrebbe essere impiegata a scopo irriguo. Per incentivare il riutilizzo delle acque in agricoltura, ribadiamo però la necessità di garanzie incontrovertibili e pubbliche a tutela della qualità e della salubrità delle produzioni agricole. Permangono difficoltà, infatti, per l’eliminazione dei metalli pesanti e degli inquinanti emergenti (microplastiche, elementi radioattivi, antibiotici, molecole xenobiotiche, ecc.).”
La missione ANBI a Doha era composta anche da Adriano Battilani, Segretario Generale Irrigants d’Europe; Caterina Truglia, ViceDirettore ANBI; Raffaella Zucaro, Direttore Generale Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo.
OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE
CRESCE L’INCERTEZZA METEO LUNGO LA PENISOLA: ITALIA LABORATORIO CLIMATICO EUROPEO
SARDEGNA E SICILIA GIA’ IN ALLARME PER L’ACQUA
Il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre o il più fresco del futuro? La domanda è quantomai lecita ad analizzare l’andamento climatico italiano, dove a Gennaio è già crisi idrica in Sardegna con invasi regionali ad un livello d’emergenza rossa nei comprensori di Sardegna Nord Occidentale, Alto Cixerri, Posada ed Ogliastra; a causa della scarsità di piogge e del caldo anomalo, la richiesta d’acqua è stata superiore al consueto e ha comportato, nel solo mese di dicembre, una riduzione di oltre quattordici milioni di metri cubi nella disponibilità idrica presente negli invasi, dove attualmente mancano circa trecentottanta milioni rispetto alla media degli anni recenti e il bilancio è negativo anche in rapporto all’anno scorso (fonte: Autorità Bacino Regionale della Sardegna).
Non va meglio in Sicilia, dove la crisi idrica, certificata dalla Regione, ha già comportato il razionamento dell’acqua in 39 comuni nell’area di Palermo, Agrigento e Caltanissetta; prima dell’ondata di maltempo, che ha investito l’isola nei giorni scorsi (abbondanti cumulate di pioggia con punte che hanno sfiorato i cento millimetri in 24 ore a Monreale e Ragusa; trombe marine hanno interessato i comuni di Terrasini, Capo d’Orlando, Portopalo di Capo Passero, Patti; grandinate su Ragusano e Trapanese), si erano avuti 3 mesi di siccità estrema con piogge pressoché assenti e temperature, che hanno superato ogni record: al 1° Dicembre, le riserve idriche negli invasi erano inferiori di ben 45,6 milioni di metri cubi (-13%) rispetto ad un anno prima ed attualmente mancano all’appello circa cinquantaquattro milioni e mezzo di metri cubi sulle medie più recenti (fonte: Dipartimento Regionale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia).
L’Italia si conferma, quindi, un avamposto dell’estremizzazione climatica, dettata da una temperatura che, a livello globale, ha quasi raggiunto (mancano appena 0,2°C) il fatidico limite di +1,5° sul livello preindustriale e finora preconizzato al 2040 con inevitabili, pesanti conseguenze sugli ecosistemi e sulle attività umane: ad esempio, i violenti incendi in Canada ed Hawaii o i disastrosi fenomeni alluvionali in Libia e Grecia.
Lungo lo Stivale (l’anno scorso, 31 vittime ed 11 miliardi di danni per eventi atmosferici di particolare violenza), nello scorso autunno meteorologico (Settembre-Novembre) si sono registrate temperature mediamente superiori di ben 2,09° al decennio precedente e Dicembre 2023 è stato il terzo più caldo in assoluto con un’anomalia media di +1,87° (fonte: Consiglio Nazionale Ricerche), singolarmente addirittura superata in alcune regioni (al Nord +2,17°). In questa sorta di “laboratorio climatico”, l’anno nuovo è iniziato in un clima di instabilità atmosferica lungo la Penisola.
Al Nord, i grandi laghi Maggiore, Lario e Benaco mantengono livelli idrici, superiori alle medie, mentre il Sebino è sceso circa dodici centimetri sotto la normale altezza del periodo. In Valle d’Aosta, Dicembre 2023 è stato più piovoso della media (67 millimetri contro mm. 54 della media mensile) con enormi differenze, però, tra il NordOvest della regione, dove le cumulate hanno toccato anche i 200 millimetri e la parte orientale, dove in alcune stazioni di rilevamento si sono invece registrati poco più di dieci millimetri.
Mediamente l’altezza della neve è stata superiore alla norma con grandi differenze, però, anche qui, tra la parte nordoccidentale e quella SudEst, dove addirittura si sono raggiunti i minimi storici nella bassa valle, così come nel 2022. Le temperature sulla regione sono state più alte della media di circa due gradi ed in alcuni giorni (18-19 Dicembre) lo zero termico si è registrato sopra i tremilacinquecento metri sul livello del mare. La portata della Dora Baltea è attualmente leggermente inferiore alla media (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta). In Piemonte, lo scarto pluviometrico medio di Dicembre si attesta a -23% con grandi differenze tra le zone alpine, dove si registra un surplus di oltre il 50% e quelle di pianura, dove il deficit va invece dal 60% a circa l’80% (bacino Bormida -67%). Considerando l’intero anno, lo scarto è stato -8%.
L’anomalia termica di Dicembre ha toccato +2,5°. Nel cuneese l’ARPA Piemonte (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) segnala il permanere di una condizione di siccità severa, che diventa addirittura estrema secondo l’indice SPI (Standardized Precipitation Index – Indice di Precipitazione Standardizzata) a 3 mesi e pone in evidenza la crisi idrica dei fiumi Farigliano e Tanaro, le cui portate hanno raggiunto -74% sulla media. In Lombardia, la portata del fiume Adda, pur in discesa, si mantiene superiore alla media dello stesso periodo nello scorso triennio. Caldo anomalo e scarsità di piogge a fine d’anno hanno inciso sul bilancio delle riserve idriche (-8,9% sulla media) e principalmente di quelle nivali, che ad inizio 2024 erano inferiori alla media di oltre il 40% e soltanto poco più del 3% superiori a quelle del siccitosissimo inizio del 2023 (fonte: ARPA Lombardia) .
“Per questo motivo, le abbondanti riserve idriche ancora trattenute nei laghi e negli invasi artificiali rappresentano una preziosa cassaforte per i mesi a venire, confermando il bisogno di un piano nazionale per nuove infrastrutture idrauliche con funzioni calmieratrici tra i periodi di troppa e di scarsa disponibilità d’acqua sui territori” ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Anche a Nord-Est del Paese l’arrivo della perturbazione atlantica ha significato pioggia ed un netto calo delle temperature con conseguenti abbondanti nevicate sui rilievi; i livelli dei fiumi hanno registrato un evidente miglioramento (Adige ai massimi del recente decennio): portate sopra la media per Piave, Livenza, Brenta, Astico e Bacchiglione, mentre è ancora scarso il flusso del Cordevole.
A Dicembre, il deficit pluviometrico medio era stato del 23% con il record nel bacino del Fissero-Tartaro-Canal Bianco (-55%), mentre da inizio dell’ anno idrologico il bilancio idrico risulta in attivo (+9%) (fonte: ARPAV). In Emilia-Romagna, le recenti piogge hanno destato qualche preoccupazione per i bacini già alluvionati; attualmente il bilancio pluviometrico è positivo ovunque, ma soprattutto sui bacini montani tra i fiumi Parma e Trebbia. Tutte le portate fluviali sopra la media, tranne che quella del Reno. Le dighe piacentine di Molato e Mignano trattengono attualmente 4,28 milioni di metri cubi d’acqua (fonte: ARPAE). Il fiume Po, grazie alle piogge, ha recuperato l’importante deficit accumulato l’anno scorso, ma solo nel tratto emiliano-lombardo, dove le portate sono ora sopra la media storica; in Piemonte, invece, i valori rimangono ancora sotto media. In Liguria, i fenomeni meteo hanno fatto alzare il livello dei fiumi: Vara, Magra ed Argentina sono sopra la media mensile (fonte: OMIRL). Sono generalmente in aumento anche le portate dei fiumi toscani: Serchio, Arno e Sieve sono superiori alla media, mentre permangono deficitari i bacini meridionali, in primis quello dell’Ombrone.
“La Toscana – ha osservato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – è la frontiera idraulica di un’Italia che, riprendendo l’immagine più consueta, vede il Sud in maggiore stress idrico, dovuto al combinato fra alte temperature e minori precipitazioni: una situazione diametralmente opposta a quanto si registrava l’anno scorso e che ci conferma alla mercè di andamenti meteo ormai imprevedibili.”
Scendendo verso Sud, dove le cumulate di pioggia sono state più modeste, gli incrementi di portata fluviale risultano molto più contenuti: nelle Marche, ad esempio, in alcuni casi (Potenza, Esino) si registrano livelli inferiori al recente passato (fonte: Centro Funzionale Regionale Protezione Civile). Le dighe marchigiane, invece, continuano a trattenere volumi d’acqua, superiori alla media (mln. mc.45,26). In Umbria, la pioggia a Dicembre è stata scarsa (circa trenta millimetri) e preoccupa la persistente condizione di criticità del lago Trasimeno, dove l’attuale livello (-cm.137) è ancora 17 centimetri sotto al livello minimo vitale, rappresentando il più basso, registrato nel mese di gennaio, da oltre trenta anni. I volumi stoccati nella diga Arezzo sono attualmente mc. 2.140.000, mentre il fiume Nera ha una portata inferiore alla media, così come, in misura minore, il Chiascio (fonti: Servizio Idrografico Regionale e Centro Funzionale Regionale Protezione Civile).
Il fiume Tevere mostra evidenti segni di sofferenza anche nel tratto laziale: al centro di Roma la portata si aggira sui novantuno metri cubi al secondo, meno della metà della media di Gennaio; pure l’Aniene ha una portata più o meno dimezzata rispetto alla media, mentre nella Fiora i deflussi restano abbondanti. Come per il noto lago umbro, anche il piccolo invaso di Nemi e quello di Bracciano registrano preoccupanti valori idrometrici: il primo continua a calare (l’attuale livello è inferiore di ben 27 centimetri se confrontato con i valori registrati l’anno scorso), al secondo mancano invece 12 centimetri rispetto al 2023. In Abruzzo, dove finora l’inverno è stato eccezionalmente caldo (a Dicembre +2,4° sulla media) e secco (nello stesso mese, -67% di pioggia), le prime nevi sulle cime appenniniche hanno ridato speranza per un ritorno alla normalità; finora, però, l’altezza del manto nevoso non raggiunge i trenta centimetri.
I volumi trattenuti nella diga di Penne sono i più bassi da 8 anni a questa parte, mentre i livelli del fiume Orta hanno registrato una ripresa dopo un periodo con deflussi tipici dell’estate. Anche nel confinante Molise si è affacciata la neve (cm.30 a Capracotta), ma il livello idrico nella diga del Liscione ha un’altezza inferiore di m.1,20 rispetto all’anno scorso a causa dell’assenza di piogge nel mese di dicembre (fonte: Molise Acque). In Campania crescono le portate dei fiumi Volturno, Sele e Garigliano. Cambia, infine, la condizione idrica, finora largamente sufficiente, in Basilicata e Puglia: nei bacini lucani l’acqua trattenuta dalle dighe è assai inferiore all’anno scorso (- mln mc 93,28), così come il deficit è più contenuto, ma ugualmente importante, negli invasi del Tavoliere (-mlc mc 37,21 mln).

IN PIEMONTE PRESENTATO IL PROGETTO DI PRIMO COMPARTO TERRITORIALE ITALIANO AD ELEVATA SOSTENIBILITÀ IDRICA
“Una costante innovazione è condizione indispensabile sulla strada della sostenibilità. Nascerà in Piemonte un nuovo modello per la gestione efficiente della risorsa idrica, contribuendo a soddisfare il fabbisogno idrico di un territorio complesso ed accrescendo l’offerta d’acqua attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche per aumentare la resilienza delle comunità alla crisi climatica”: è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, a rendere note le caratteristiche del primo progetto pilota di Comparto Territoriale ad Alta Sostenibilità Idrica, realizzato con il patrocinio di Regione Piemonte, dalle aziende aderenti all’apposito gruppo di lavoro creato in seno ad Assoreca (l’associazione del sistema confindustriale, che rappresenta le aziende operanti nei settori ambiente, sicurezza, energia, salute e responsabilità sociale) e dall’Associazione Irrigazione Est Sesia insieme ad altri importanti partner, tra cui 10 tra le maggiori società di ingegneria italiane.
Il progetto pilota nasce in Piemonte, ma punta a realizzare uno standard operativo, applicabile in ogni territorio lungo la Penisola: per questo è stato scelto il complesso territorio di Trecate-Cerano per la sperimentazione poiché, in un territorio contenuto, si concentra ogni tipo di esigenza idrica (industriale, civile, agricola, zootecnica).
“In linea con le collaborazioni operative, siglate da ANBI nel campo della ricerca irrigua, il primo progetto italiano di Comparto Territoriale ad Alta Sostenibilità Idrica intende superare la concorrenza tra settore agricolo, industriale e civile, passando da un modello competitivo ad un modello sinergico nella gestione della risorsa idrica” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
A seguito dell’estremizzazione degli eventi atmosferici, la condizione della falda freatica va assumendo un ruolo determinante nelle interazioni con i corsi d’acqua superficiali soprattutto in quelle aree caratterizzate da depositi ghiaiosi-sabbiosi, che rendono difficoltosa la pratica agricola, come le aree individuate per il progetto pilota.
“Il 2022 ci ha insegnato che la risorsa idrica non può più essere data per scontata, ma deve essere gestita, adottando nuove strategie e nuove tecnologie – ha commentato Andrea Girondini, ViceDirettore Area Tecnica A.I.E.S. - Dobbiamo imparare ad utilizzare meglio ciò, che abbiamo, sfruttando tutte le conoscenze e facendo sistema con chi ha competenze ed esperienze diverse.”
Il progetto pilota propone 4 diverse tipologie di intervento: per ricaricare la falda, ottimizzare il ciclo idrico del polo industriale, realizzare invasi sfruttando le opportunità offerte dal territorio, recuperare le acque di depurazione. Per operare in questi ambiti, il primo passo è monitorare la risorsa idrica disponibile nel territorio. Grazie alla grande mole di dati raccolti in oltre un secolo di attività dall’ Associazione Irrigazione Est Sesia, nonchè alla sua capillare conoscenza dell’area, è stato possibile quantificare la risorsa idrica, di cui dispone il territorio di Trecate-Cerano.
La falda ha un ruolo essenziale per il mantenimento delle risorgive ed è di fondamentale supporto per l’effettuazione delle pratiche colturali in tutto il territorio consortile: il lento processo di infiltrazione nel sottosuolo di monte, contribuisce al soddisfacimento dei fabbisogni delle zone poste più a valle. La soluzione proposta è quindi quella di realizzare una serie di pozzi di ravvenamento per innescare un processo di “ricarica artificiale della falda” nei periodi di maggior disponibilità idrica, che contribuirà ad alleviare l’idroesigenza dei periodi più siccitosi.
Anche il ciclo idrico, che attualmente si svolge all’interno del locale polo industriale (polo di San Martino), può essere considerato una risorsa: le acque superficiali e sotterranee, prelevate per gli usi industriali, se giudicate compatibili, possono infatti essere recuperate e reimmesse nella rete irrigua. Inoltre, il recupero d’acqua deve passare attraverso la realizzazione di invasi, sfruttando le specificità del territorio come, ad esempio, le cave dismesse: sono state individuate 2 potenziali aree, una a monte del territorio di Trecate ed una a valle del territorio di Cerano, dove realizzare bacini, impiegando tecnologie capaci di garantire la sostenibilità ambientale ed assicurare il recupero di oltre tre milioni di metri cubi d’acqua. Infine, la presenza di un depuratore nel territorio di Cerano offre un’ulteriore opportunità: il recupero di acque reflue depurate da impiegare in agricoltura.
L’Italia ha recentemente recepito la Direttiva Europea sulla gestione delle acque reflue, che spinge per il loro riutilizzo, considerandole una preziosa risorsa. Oggi in Italia si riutilizza solo il 4% delle acque reflue depurate, ma l’obbiettivo è arrivare al 40% entro il 2030. Presso il depuratore di Cerano, il progetto pilota prevede la realizzazione di una vasca di accumulo, dove stoccare oltre ottocentomila metri cubi d’acqua, pronti ad essere utilizzati. Il primo passo per la realizzazione di questo piano multilivello è stato quello di redigere linee guida per assicurare la sostenibilità idrica di un comparto territoriale.
Assoreca ha coinvolto 10 tra le maggiori società di ingegneria ambientale in Italia a sé associate, da Proger a Italfer, per affrontare, per la prima volta nel nostro Paese, il problema della siccità in modo sistemico. Dopo l’inserimento degli ultimi dati di dettaglio, il passo finale, previsto per i primi mesi del 2024, sarà la quantificazione dei costi e l’individuazione degli strumenti di finanziamento per la realizzazione.
VENETO: SIGLATO PROTOCOLLO D’INTESA PER GESTIONE MANUFATTI IDRAULICI
Momento importante per Cavallino-Treporti e la sicurezza idraulica del territorio: il Comune, il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) ed il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, il Trentino-Alto Adige ed il Friuli-Venezia Giulia hanno sottoscritto il Protocollo d’Intesa per la gestione delle chiaviche; un risultato, frutto di mesi di concertazione e che hanno visto gli enti preposti fare una ricognizione accurata, con sopralluoghi e rilievi sul territorio, per dare informazioni complete sullo stato di oltre centocinquanta chiaviche presenti sul litorale. E’ stato un impegno condiviso, finalizzato ad una gestione coordinata ed efficiente di un sistema di circolazione delle acque, che risulta articolato dal punto di vista tecnico, idraulico, ambientale, amministrativo ed economico in un luogo bagnato dalla laguna.
L'accordo identifica e formalizza le diverse competenze sulle opere idrauliche e prevede l'impegno degli enti per un programma d'azione condiviso sia nelle manutenzioni di minima, sia nelle programmazioni a medio termine e che necessariamente devono passare attraverso le richieste di finanziamenti esterni. Cavallino-Treporti, rispetto ai territori del Veneto Orientale, ha peculiarità uniche ed il sistema di difesa idraulica deve essere mantenuto, ma allo stesso tempo sviluppato con sistemi moderni.
Presenti alla sottoscrizione del Protocollo c’erano anche i rappresentanti locali di Coldiretti e Cia, soddisfatti per un risultato atteso da anni.
LAZIO: ULTIMATA MANUTENZIONE STRAORDINARIA
Il Consorzio di bonifica Conca Sora (con sede a Sora, in provincia di Frosinone) ha reso noto che sono stati completati i lavori relativi all'ultimazione di un intervento urgente di manutenzione straordinaria lungo il fiume Fibreno toccando, in particolare, parte dei territori dei comuni di Broccostella, Fontechiari e Posta Fibreno.
I lavori hanno interessato un tratto di oltre quattro chilometri d’alveo e sono stati eseguiti anche con l'impiego di escavatori idraulici e di una motobarca falciante.
L'obiettivo primario del lavoro è stato la messa in sicurezza idraulica del territorio, senza trascurare però azioni volte a promuovere il miglioramento della fruizione ambientale nel rispetto assoluto dell'ecosistema acquatico.
TOSCANA: BILANCIO VERDE IN ATTIVO
Dopo le recenti piene transitate senza particolari problemi e dopo i lavori di manutenzione, effettuati alla fine del periodo estivo, il Consorzio di bonifica Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) dà il via ad un altro lotto di interventi sul fiume Serchio.
Il finanziamento è ancora della Regione Toscana. Le nuove operazioni di manutenzione, per un investimento complessivo di 210.000 euro, si aggiungono ai 468.000 euro stanziati ad inizio 2023 e ormai portati a compimento; di questi, 70.000 euro servono principalmente per il taglio delle piante cresciute all’interno dell’alveo, allo scopo di liberare la sezione idraulica del fiume. Il tratto interessato dai lavori sarà inizialmente quello, che da Ponte a Moriano arriva alla frazione di San Pietro a Vico, cui seguirà un intervento analogo nel tratto immediatamente più a valle.
Durante l’intervento, inoltre, saranno rimossi tutti gli alberi secchi, instabili o in cattivo stato e quelli che, per dimensioni e posizione, possono creare ostacolo al naturale deflusso delle acque. L’obbiettivo è quello di ridurre la scabrezza del fiume, sempre con un occhio di riguardo agli ecosistemi.
Di recente, infatti, l’ente consortile ha finito di plantumare 3.000 alberi in tutto il comprensorio, coinvolgendo le scuole; insomma, si tagliano gli alberi, che ostacolano il deflusso delle acque, ma se ne mettiamo a dimora molti di più.
LOMBARDIA: PIANO ANTI NUTRIE
Le nutrie rappresentano una seria criticità per il reticolo idrico dell’intera pianura lombarda: danni alle sponde e agli alvei, compromissione della sicurezza statica delle opere, possibili rischi sanitari, oltre ai danneggiamenti alle colture e agli ambienti acquatici, sono i principali fattori, che impongono di attuare misure di contenimento.
Nel pieno rispetto del Piano provinciale di controllo, il Consorzio di bonifica Oglio Mella (con sede a Brescia) ha condiviso un progetto d’azione con alcuni Comuni della Bassa Bresciana, oltre che con il Nucleo ittico-venatorio della Polizia provinciale.
L’obiettivo è di ridurre la pressione della specie sui canali consortili nella pianura bresciana tra Offlaga e Manerbio, dove il roditore ha causato danni per decine di migliaia di euro, costringendo ad interventi straordinari di ripristino spondale. Con l’uso prevalente di gabbie, posizionate e gestite da operatori professionali, a metà Dicembre la ditta incaricata ha iniziato l’attività di cattura delle nutrie con incoraggianti risultati giornalieri. L’ipotesi al vaglio è ora di estendere l’attività in altre zone del comprensorio consortile.
VENETO: AMPLIAMENTO AREA UMIDA
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione ( con sede a Padova) ha ottenuto il finanziamento, da parte della Regione Veneto (€ 3.800.000,00) nell’ambito dei finanziamenti per la Legge Speciale per Venezia, finalizzato alla realizzazione dell’estensione dell’area umida di Dolo, nel cuore della Riviera del Brenta. L’intervento prevede un ampliamento dell’area di circa dieci ettari nel sedime dell’ex idrovia Padova – Venezia con 2 ulteriori vasche per un invaso complessivo di 100.000 metri cubi; è prevista la costruzione di manufatti di entrata ed uscita, nonchè di collegamento tra le vasche con paratoie automatizzate e telecontrollate.
L’area individuata è già demaniale, in quanto ricade nel tracciato destinato alla realizzazione dell’idrovia Padova – Venezia; l’opera ha il vantaggio di poter essere cantierata in tempi brevi, in quanto non si dovranno effettuare le procedure di esproprio. L’ente consorziale ha in cantiere un altro intervento lungo la Riviera del Brenta in comune di Vigonovo, nel parco fluviale Sarmazza.
Il progetto prevede l’estensione di un bacino già esistente e che entri in collegamento con la rete idraulica consortile. L’opera prevede l’aumento della capacità di invaso di 20.000 metri cubi, l’ammodernamento dei manufatti di regolazione e telecontrollo e la riorganizzazione dell’area verde, adibendola a parco urbano. L’intervento è stato in parte finanziato, ma si attendono nuovi stanziamenti per realizzare interamente l’opera.
PUGLIA: EFFICIENTAMENTO FUNZIONALE
Sono in corso gli interventi propedeutici alla redazione della progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di “efficientamento funzionale e gestionale della galleria di adduzione dall'invaso di Occhito al ripartitore del Finocchito a servizio dei comprensori irrigui del Nord e Sud Fortore”.
Gli interventi sono finanzianti dal Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili nell’ambito del P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza).
LOMBARDIA: UN ANNO PARTICOLARMENTE INTENSO
Presente l’Assessore regionale Agricoltura, Alessandro Beduschi, ANBI Lombardia ha chiuso il 2023 con l’Assemblea invernale per fare il punto su un anno particolarmente intenso e ricco di attività: le tante iniziative realizzate e la costante presenza ai tavoli consultivi confermano il ruolo di supporto tecnico e normativo, svolto nell’interlocuzione con Regione Lombardia.
Il CeDATeR (CEntro Dati Acqua e TErritorio Rurale) è uno strumento ormai essenziale, come dimostra il contributo di ANBI alla stesura del Piano generale di bonifica e del Piano regionale di Tutela della Acque, nonché nella realizzazione del Catasto distrettuale.
L’attività tecnico-scientifica è stata fondamentale anche nella gestione della stagione irrigua e nelle molte iniziative di ricerca come i progetti AcquaPluSS e Life Climax Po. Cresce l’attesa per le misure del Psr (Piano Sviluppo Rurale) e della Pac (Politica Agricola Comunitaria) sui temi irrigui, tra cui la valorizzazione dell’acqua iemale e delle risaie per la ricarica della falda. C’è anche attesa per le risorse necessarie a concretizzare i tanti progetti per l’efficienza delle infrastrutture, che gli enti consorziali hanno presentato in occasione del rinnovo del Piano nazionale.
Un’assicurazione è venuta sulla disponibilità di Regione Lombardia ad intervenire per la manutenzione delle opere consortili, comprendendo pure tratti di reticolo minore. Nel 2023 è stato particolarmente rilevante l’impegno per la diffusione della cultura dell’acqua e che ha visto l’organizzazione di importanti convegni a livello nazionale.
Anche per il 2024 è prevista una serie di iniziative di carattere culturale e divulgativo. Guardando al prossimo anno, si intende rafforzare l’attività in campo tecnico su temi centrali come l’applicazione del Deflusso Ecologico, il monitoraggio, raccolta e scambio dati. Valutazione dell’irrigazione nella ricarica degli acquiferi ed irrigazione multifunzionale nei vigneti sono solo alcuni dei temi, su cui si continuerà a lavorare in collaborazione con le principali Università lombarde.
L’Assemblea ANBI Lombardia ha infine approvato all’unanimità il bilancio preventivo 2024, confermando l’attuale organizzazione e le attività.
EMILIA ROMAGNA: PIU’ INVESTIMENTI
È di 27,5 milioni di euro, la somma degli interventi che il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) prevede di realizzare sull’intero comprensorio gestito (ha. 300.000) per l’anno 2024.
L’esercizio è caratterizzato da importanti incrementi nella realizzazione di nuove opere di bonifica (finanziate da Unione Europea, Governo e Regione Emilia-Romagna), che toccano i diciasette milioni di euro con un aumento di quasi sette milioni e mezzo (per effetto di alcuni importanti interventi in corso sul P.N.R.R. (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), cui fanno riscontro ulteriori impegni per gli interventi sul territorio con fondi consortili pari a € 10.689.818,00, cioè 451.000 euro in più rispetto al 2023.
Ulteriori notizie positive giungono dalle voci inerenti i costi tecnici e amministrativi che, seppur in lieve crescita, saranno quasi interamente compensati dalla prevista riduzione dei costi energetici, i quali dovrebbero finalmente attestarsi su livelli più contenuti dopo i picchi toccati nelle precedenti annate.
FRIULI VENEZIA GIULIA: PRESENTI AL TAVOLO NAZIONALE CONTRATTI DI FIUME
Una nutrita delegazione del Friuli Venezia Giulia ha rappresentato i contratti di fiume, attivati in regione, partecipando ai lavori del Tavolo Nazionale, tenutosi a Napoli.
Sotto l’egida della Regione erano presenti, tra gli altri, i delegati dei Consorzi di bonifica Venezia Giulia (con sede a Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia) e Pianura Friulana (con sede a Udine), capofila rispettivamente dei Contratti di Fiume Judrio e Roiello. Nell’ambito della 2 giorni sono stati al centro del dibattito i temi quali consumo del suolo, artificializzazione dei territori, abbandono progressivo delle aziende agricole nelle zone montane ed alto collinari, cambiamento climatico.
Al Tavolo nazionale è stata delineata la sintesi degli atti elaborati dalle 18 assemblee regionali, svoltesi tra Giugno e Dicembre in un percorso partecipato bottom-up, da cui è emersa la consapevolezza che solo attraverso una sinergia tra amministrazioni e cittadini si potranno adottare scelte condivise per contrastare gli effetti negativi del “climate change”.
LOMBARDIA: SPECIALE ETV FLASH
Il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) ha dedicato un numero speciale della sua newsletter, dedicato a “Cambiamenti climatici e disponibilità idrica: per un utilizzo razionale dell'acqua” in cui si fa il punto dei tanti progetti in cantiere.
Tra le azioni e le misure, che si stanno concretamente studiando, oltre all'impermeabilizzazione dei canali, appaiono sempre più importanti le opere di bacinizzazione senza creare ostacolo alla navigazione e nel rispetto del vincolo monumentale, nonchè paesaggistico, cui sono soggetti storici canali come il Naviglio.
Rispetto all'efficientamento idrico, l’ente consortile ha progettato l'adeguamento e l'impermeabilizzazione del canale Villoresi nell’ultimo tratto di circa ventiquattro chilometri, dalla città di Monza allo scarico terminale nel Naviglio Martesana.
L’intervento consentirebbe innanzitutto di recuperare le perdite idriche, ma anche di assicurare l’alimentazione della rete irrigua del Naviglio Martesana nel periodo invernale, alimentando la falda.
AGENDA
Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno lunedì 15 Gennaio p.v. alla cerimonia inaugurale di inizio lavori del nuovo impianto Cavaliera, organizzata dal Consorzio di bonifica Burana, a partire dalle ore 10.30, presso l’impianto Pilastresi a Stellata di Bondeno, nel ferrarese. Gargano interverrà anche, nella mattinata di venerdì 19 Gennaio, all’annuale convegno Aidambiente, che si terrà all’Università Roma Tre, sul tema “Diritto dell’ambiente e scienze dure nell’era della recessione ecologica”. |